Santa Teresa di Gallura visita dell’abitato e della costiera con le spiagge del promontorio di Capo Testa
Conclusa la visita dell’arcipelago di la Maddalena, in questa tappa del nostro viaggio riprenderemo la costa da Palau per visitare la costiera orientale di Santa Teresa di Gallura, ci recheremo poi a visitare il paese chiamato Santa Teresa di Gallura con il suo centro storico, e ci recheremo quindi sul promontorio di Capo Testa, con le spiagge lungo le sue coste. La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale. La costiera da Palau verso Santa Teresa di GalluraNella precedente tappa avevamo percorso la SS133 fino alla deviazione per Porto Pollo. La SS133 attraversa quindi il borgo Campanaccia e poco più avanti, dopo averla percorsa per circa sette chilometri dal centro di Palau, nella località Ponte liscia, dove si trova il ponte sul fiume liscia, ci fa lasciare il comune di Palau ed entrare in quello di Santa Teresa di Gallura. Subito dopo il ponte, la SS133 gira verso sud in direzione di Tempio Pausania, mentre, per raggiungere Santa Teresa, si prende sulla destra la SS133bis. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 5 Vele al comprensorio della Gallura e del parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
Da Ponte liscia verso sud si trova la chiesa campestre di Santu Micali del liscia ossia di San Michele ArcangeloA Ponte liscia, invece di imboccare la SS133bis per Santa Teresa, proseguiamo sulla SS133 verso Tempio Pausania. Qui, lungo la valle del fiume liscia, percorsi settecentocinquanta metri, troviamo un cancello alla destra della strada, e, passatolo, prendiamo una deviazionesu una sterrata che ci fa arrivare in località San Michele. In località San Michele, dopo una cinquantina di metri, alla destra della sterrata si trova il Parco di Santu Micali, all’interno del quale si trova la piccola chiesa campestre di Santu Micali del liscia ossia di San Michele Arcangelo che è stata costruita nel 1730. La piccola chiesa campestre dipende dalla parrocchia di San Pasquale. Presso questa chiesa, la seconda domenica di maggio ed il successivo lunedì, per l’anniversario della prima apparizione di San Michele sul Gargano nel 490, si svolge la Festa di San Michele, che prevede la celebrazione della messa in onore del Santo, con cena e pranzo a base di carne locale, seguita dalla degustazione di prodotti tipici con intrattenimento musicale. Lungo la strada verso San Pasquale si trovano i resti del Nuraghe MasconeA Ponte liscia prendiamo la SS133bis in direzione di Santa Teresa di Gallura, e, percorso circa un chilometro e trecento metri, prendiamo verso sinistra la strada che conduce al residence Arcipelago Maddalena. Presa questa strada la seguiamo e, sulla destra, si trova su un cucuzzolo che domina la strada il Nuraghe Mascone. È un Nuraghe semplice, con la volta crollata e all’interno della camera sono visibili due nicchie, in buona parte occluse dal crollo. La sua particolarità è che la struttura, addossata ad enormi massi granitici, è posta su una piattaforma naturale, sempre in granito, che oltre a fare da base, ha uno spazio sotto, quindi la piattaforma è un tafone al quale si accede attraverso uno stretto passaggio. Sulla costa si trova la località Porto liscia con la sua lunga spiaggiaA Ponte liscia prendiamo la SS133bis in direzione di Santa Teresa di Gallura, e, percorsi due chilometri e cento metri, seguendo le indicazioni, troviamo, sulla destra della strada, la deviazione sulla via la Sciumara, che ci porterà alla Localtà Porto liscia, che si trova sul lato occidentale della baia creata dalla foce del fiume liscia. Raggiungiamo Porto liscia dopo quattro chilometri e ottocento metri di una strada non molto agevole, e qui si trova la spiaggia di Porto liscia, che è la parte in territorio di Santa Teresa di Gallura della spiaggia del liscia, chiamata anche la Sciumara del liscia, ossia della foce del liscia, che, con i suoi otto chilometri di lunghezza e una superficie di circa ottantasette ettari, costituisce la più grande distesa sabbiosa del litorale nord orientale, ed appartiene ai comuni di Santa Teresa Gallura e di Palau, il cui confine coincide con la foce stessa del fiume. La lunga spiaggia di Porto liscia è stata formata dalle alluvioni dell’omonimo fiume, che sfocia in mare presso l’arenile, un poco più ad est, segnando il confine fra Santa Teresa di Gallura e Palau. Si trova in uno stretto arenile, circondato da dune longitudinali e da una vegetazione molto fitta, ricca di ginepri e lentischi, che si sviluppa in lunghezza dall’isola di Coluccia a occidente, a quella dei Gabbiani a oriente, ed ha una splandida vista sull’isola Spargi. Caratterizzata da un arenile di sabbia dorata a grana grossa di natura granitica, si affaccia su un mare verde azzurro, con fondali sabbiosi e poco profondi. Si tratta di una spiaggia poco attrezzata e rimane molto naturale, con solo una Scuola di vela e windsurf ed un chiosco. Poco frequentata, anche in alta stagione, la costante presenza di vento l’ha resa una meta privilegiata da appassionati di funboard e kitesurf, provenienti da tutta Europa. |
La spiaggia, costituita dall’alluvione del fiume liscia, viene divisa in due parti dalla foce del fiume e dallo stagno di Sciumara, che separano quella appartenente al comune di Santa Teresa di Gallura da quella di Palau, ed offre un ambiente di grande interesse naturalistico, vantando la presenza di tamerici e giunchi, e di una avifauna molto ricca, con gallinelle, folaghe, gabbiani reali, cormorani, aironi, ed i bellissimi fenicotteri rosa. In virtù di queste sue peculiarità naturalistiche, dal 1994 la zona è divenuta una Oasi permanente di Protezione Faunistica e di Cattura Coluccia. Nel 2013 mi ha scritto un visitatore del sito per esprimere il suo sconforto avendo trovato nella baia una sterminata quantità di immondizia, vedendo i panfili ancorati di fronte a una pineta disseminata di bottiglie di plastica e rifiuti di resti di picnic, per invitarmi ad andare a fotografare e denunciare l’inciviltà di certe persone. La penisola di ColucciaLa Baia di liscia è chiusa a ponente dalla Penisola di Coluccia che, oggi, possiamo raggiungere a piedi passando sopra la stretta lingua di sabbia. La penisola presenta alcune belle spiaggette sabbiose di Coluccia, bagnate dal mare turchese, trasparente e cristallino, ed è suggestivo anche l’interno, visitabile con un’escursione non impegnativa. In genere, con ponente e maestrale, sulle spiagge dell’isola di Coluccia ci sono sempre 5/6 nodi in più che a Porto Pollo. Sul lato orientale della penisola di Coluccia si trova, tra le altre, la bella spiaggia di Macchia Mala, che si raggiunge dalla spiaggia di Porto liscia, procedendo a piedi verso nord ovest, fino alla base della penisola di Coluccia. Qui la strada termina, e dobbiamo imboccare i sentierini poco agevoli e parzialmente invasi dalla vegetazione, che attraversano il litorale dirigendosi verso nord est, per più di due chilometri e mezzo, fino alla solitaria costa orientale del promontorio, che raggiungiamo in un altro chilometro, e dove troviamo la spiaggia. È molto più semplice arrivarci via mare, con una piccola imbarcazione. La spiaggia di Macchia Mala è una graziosa spiaggia solitaria, immersa letteralmente nella macchia mediterranea che domina il territorio circostante per diversi chilometri. Ha un arenile di piccole dimensioni, caratterizzato da sabbia dorata chiara e fine, soffice, calda al tatto, con ciottolini e priva di posidonie spiaggiate. Si affaccia in uno splendido mare cristallino, dal fondale poco profondo e sabbioso, e dai colori avvolgenti che comprendono le sfumature del verde smeraldo e dell’azzurro. È protetta alle due estremità dalle scogliere e risulta, per questo, abbastanza riparata dai venti. Non sono presenti servizi in questa piccola spiaggia, che non è mai affollata, a causa delle eccessive difficoltà d’accesso. |
L’importante frazione San PasqualeEvitando la deviazione per la Localtà Porto liscia, riprendiamo la SS133bis in direzione di Santa Teresa di Gallura, e, passata la Casa cantoniera alla destra della strada, percorsi poco meno di trecento metri, troviamo la deviazione sulla sinistra sulla SP71. In un chilometro e trecento metri arriviamo nel centro della importante frazione San Pasquale (altezza metri 99, distanza 15.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 300), frazione Santa Teresa di Gallura che si trova a circa sei chilometri dal mare. Il paese ha la caratteristica che, dal punto di vista amministrativo, è diviso a metà fra i comuni di Santa Teresa Gallura, che dista una quindicina di chilometri, dove si trova la sua parte settentrionale, e Tempio Pausania, che dista una quarantina di chilometri, con la sua parte meridionale. Questo fatto determina situazioni paradossali, infatti non è raro trovare edifici che, essendo situati sulla linea di confine, hanno metà dei vani in un comune e metà nell’altro. recentemente il borgo ha subito un grande sviluppo edilizio con la costruzione di villaggi turistici, alberghi e case per le vacanze. San Pasquale si trova nella parte più alta di una collina e si affaccia sull’arcipelago della Maddalena e sulla Corsica, e, vista la felice posizione del paese e la vicinanza al mare, nel periodo estivo la popolazione triplica con l’arrivo di numerose persone che scelgono questo luogo come meta per trascorrere una tranquilla vacanza, lontano dal traffico e dal caos estivo. A San Pasquale si trova la chiesa di San Pasquale Baylon che è la chiesa parrocchiale dedicata al religioso francescano nato a torre Hermosa in Aragona. Costruita in granito a vista negli anni sessanta ad imitazione dello stile romanico basilicale, il campanile è in territorio di Santa Teresa, mentre il resto è in quello di tempio. La chiesa ha un gran porticato sulla facciata, ripetuto al livello superiore, ma solo per i due archi centrali, e un campanile sul lato destro. Conserva all’interno un bel battistero in legno della fine dell’ottocento. Presso questa chiesa il 16 e 17 maggio si celebra la Festa patronale in onore di San Pasquale, con la celebrazione della messa, cena a base di trippa, brodo, carne e spettacoli folcloristici. A San Pasquale il 14 agosto si svolge la Festa del turista, che prevede la celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale, seguita da un assaggio di prodotti tipici, seguiti da un intrattenimento musicale. Nella parte ad est dell’abitato, in quella che si trova nel territorio Comunale di Tempio Pausania, si trova il piccolo Cimitero Comunale di San Pasquale. Verso est si trova la chiesa campestre di Santu ’Jaseppa di Saltara ossia di San GiuseppeProseguendo da San Pasquale verso est sulla SP71, dopo due chilometri questa strada provinciale continua sulla strada Saltara: Lu Banconi, dopo quattro chilometri, in località Saltara, seguendo le indicazioni, troviamo un cancello metallico sulla sinistra che ci fa prendere una strada sterrata, che, in seicentocinquanta metri in leggera salita, ci porta nella frazione li Pinnenti (altitudine non disponibile, distanza 12.2 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Qui si trova la chiesa campestre di Santu ’Jaseppa di Saltara ossia di San Giuseppe che è situata in territorio di rena Majore, frazione Aglientu, e serve tutta la zona di Saltara, ma ricade sotto la giurisdizione pastorale della parrocchia di San Pasquale. La chiesa, che è più facilmente raggiungibile da rena Majore, è una delle tante, tutte uguali, fatte costruire da Pio XI negli anni trenta del novecento, quando fu attuato un imponente piano di costruzione di Chiese campestri per l’evangelizzazione degli abitanti negli stazzi. Presso questa piccola chiesa campestre, la terza domenica di maggio si celebra la Festa di San Giuseppe, che prevede la celebrazione della messa, alla quale segue la distribuzione di cibi e vini tradizionali, con assaggi di carne bollita con vino, ed intrattenimento musicale. Passata la frazione Giovan Marco arriviamo alla frazione Porto PozzoTornati sulla SS133bis, da dove abbiamo preso la deviazione per la frazione San Pasquale percorriamo ancora circa due chilometri, e la strada statale svolta verso destra in direzione di Porto Pozzo. Dopo un centinaio di metri, troviamo alla sinistra della strada l’Hotel Porto Pozzo, e la deviazione che ci porta nella frazione Giovan Marco (altezza metri 19, distanza 13 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 23). Proseguendo sulla SS133bis, percorso ancora poco meno di un chilometro, attraversiamo l’insediamento turistico presente nella frazione Porto Pozzo (nome gallurese Lu Puzzu, altezza metri 7, distanza 11.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 300), che è una frazione Santa Teresa di Gallura che si sviluppa intorno alla strada statale. L’abitato di Porto Pozzo si posiziona al fondo dell’ampio Fiordo di Porto Pozzo, che si sviluppa ad ovest della penisola di Coluccia. Si racconta che nel braccio di mare riparato dalla panisola di Coluccia, Omero abbia fatto approdare Ulisse, che qui avrebbe incontrato i lestrigòni, fiero popolo di pastori ed agricoltori intimamente legato a questa terra selvaggia, e, per questo motivo, il fiordo naturale di Porto Pozzo è anche detto Baia di Ulisse. Negozi, piccoli ristoranti e bar, pontili attrezzati e dotati di luce ed acqua, fanno di questo villaggio di pescatori dall’atmosfera ancora intatta un centro turistico dotato di tutte le comodità, anche per gli amanti delle imbarcazioni, senza perdere quel clima di tranquillità e relax che solo i piccoli centri sanno regalare. All’interno dell’abitato di Porto Pozzo si trova la chiesa di San Tomaso che è la chiesa parrocchiale della frazione. La chiesa è stata costruita negli anni trenta del novecento, quando è stato attuato da Pio XI un imponente piano di costruzione di Chiese campestri per l’evangelizzazione degli abitanti negli stazzi. Si tratta di una piccola chiesa con attigua sacrestia sulla sinistra, ed il salone sulla destra. Presso questa chiesa il 3 luglio, anniversario della morte di San Tommaso, si svolge la Festa di San Tommaso, che prevede la celebrazione della messa serale, seguita dal vespro e dalla benedizione della bandiera. Segue la degustazione di prodotti tipici accompagnata da intrattenimento musicale. Il comune si affaccia sul mare, e dal suo centro si raggiunge in pochi metri l’ampia spiaggia di Porto Pozzo lunga cinquecento metri, inserita in un grande canale naturale e caratterizzata da sabbia a grani medi, di colore dorato, affacciata su un mare che si presenta con un fondale sabbioso medio basso, di un colore che varia dal verde all’azzurro. È la spiaggia ideale per le famiglie, dato il basso livello del fondale, che permette ai bambini di poter nuotare tranquillamente. Circondata da paesaggi verdeggianti è perfetta per passeggiate immersi nella natura. La spiaggia risulta mediamente frequentata durante il periodo estivo, è dotata di un comodo parcheggio Comunale, non a pagamento, ed è presente un bar pizzeria ristorante direttamente sulla spiaggia. Altri bar e ristoranti sono situati a pochissimi minuti, insieme a tutti gli altri servizi della frazione. C'è la possibilità di noleggiare pedalò, gommoni e canoe. |
Sulla sinistra della spiaggia si trova il bel Porticciolo turistico di Porto Pozzo, dotato di diversi pontili per l’approdo di piccole imbarcazioni, dotato di servizi estivi, un ristorante pizzeria, ma senza il distributore di carburante in banchina, mentre è disponibile un distributore stradale. Il porticciolo dispone di ottanta posti barca, per imbarcazioni della lunghezza di massimo quindici metri, e, nel porticciolo e nei suoi dintorni, vi sono diverse possibilità di noleggio di gommoni per fare il giro delle isole. Sulla destra, la via della peschiera ci conduce al Camping Arcobaleno, Ad est rispetto al quale si sviluppa la Laguna di Porto Pozzo, che si trova sul fondo del fiordo di Porto Pozzo, con la sua peschiera. La laguna è una zona umida appartenente al demanio della regione, nella quale, su concessione, viene esercitata l’attività di pesca professionale a diverse specie ittiche tra cui spigole, orate, mormore, saraghi, sogliole, ed in essa si trova anche un allevamento di molluschi bivalvi, ossia di mitili. Visitare la laguna consente di soddisfare ogni curiosità sull’affascinante e antico lavoro dei pescatori, ed in essa si può anche partecipare attivamente alle operazioni di pesca, condotte da alcuni giovani del luogo, riuniti in cooperativa. La frazione Val di Mela e più avanti la frazione Conca Verde con le sue spiaggeContinuiamo sulla SS133bis verso Santa Teresa, e, poco meno di due chilometri più avanti, troviamo, seguendo le indicazioni, la deviazione sulla sinistra nella via la Parricida. La prendiamo e, dopo poco più di due chilometri, raggiungiamo la frazione Val di Mela (altezza metri 96, distanza 8.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), dove si trovano le abitazioni e lo stazzo Val di Mela. Evitando la deviazione per la frazione Val di Mela, continuiamo sulla SS133bis verso Santa Teresa per poco più di duecento metri, e troviamo, seguendo le indicazioni, la deviazione sulla destra nella strada la Cunchedda, che, in un paio di chilometri, ci porta alla frazione Conca Verde (altezza metri 31, distanza 12.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), un grosso insediamento turistico di Santa Teresa di Gallura che si trova quasi all’estremità del lato occidentale dell’insenatura del fiordo di Porto Pozzo. A sud dell’abitato si sviluppa la piccola spiaggia de la Cunchedda, con due moli di attracco per piccole imbarcazioni. La piccola spiaggia de la Cunchedda con due moli di attracco per piccole imbarcazioni, è dotata di sabbia grossolana di colore rosa, la spiaggia è circondata da scogli, ed i fondali bassi e digradanti, caratterizzati dalle acque calme e limpidissime, la rendono il luogo ideale per le famiglie con bambini. Inoltre, riparata dai venti, si presenta come un anfratto sereno e protetto. |
A nord dell’abitato, sulla costa, la via Ulisse ci porta alla spiaggia della Conca Verde, che è, però, frequentata quasi esclusivamente da chi alloggia all’interno del villaggio. Al suo interno vi è la possibilità di noleggio di gommoni per fare il giro delle isole. La spiaggia della Conca Verde e dotata di un arenile che si presenta con un fondo di sabbia grossolana, con sfumature ocra dorate, alternata a scogli di granito. La parte della spiaggetta, racchiusa a sud da imponenti scogli di granito e circondata dalla pineta, è riparata dal vento di maestrale. Il fondale basso e digradante è adatta al gioco dei bambini. |
In Conca Verde si trova l’Hotel la ColucciaSulla piccola spiaggia di Conca Verde, in via Ulisse, si trova l’importante Hotel la Coluccia. Sulla piccola spiaggia di Conca Verde, si trova l’Hotel La Coluccia incastonato in un contesto naturale ineguagliabile. Un Hotel dal raffinato stile moderno, con ambienti sobri ed eleganti, che dispone di belle camere alcune con affaccio sul mare, altre sulla rigogliosa macchia mediterranea cha abbraccia la struttura. I piatti previsti nel menu di Coluccia variano periodicamente per garantire assortimento e freschezza. Una scelta di ricchi e gustosi piatti tra antipasti, primi, secondi a base di pesce freschissimo o carne, frutta o dessert con servizio ai tavoli. |
La frazione Valle dell’Erica con le sue spiaggeTornati sulla SS133bis, proseguiamo per novecento metri in direzione di Santa Teresa, e svoltiamo a destra, seguendo le indicazioni, nella strada Liscia di Scopa, verso la frazione Valle Erica (altezza metri 12, distanza 12 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 9), dove si trova un altro grosso insediamento turistico di Santa Teresa di Gallura, che raggiungiamo dopo quasi tre chilometri. La strada che costeggia la parte sud dell’insediamento, lasciati sulla destra i due stagni di grande interesse, circondati da folti canneti, che si trovano uno, il Laghetto di canale di Mezzo, a sud dell’abitato, e l’altro, il Lago di Valle dell’Erica, subito tra l’abitato e la piccola spiaggia, chiamata la spiaggia di Valle dell’Erica. All’interno dell’abitato, nella sua zona verso sud, si trova la piccola spiaggia di Valle dell’Erica con un arenile che si presenta con un fondo di sabbia mediamente fine, di colore ocra, alternata a imponenti scogli di granito. Il suo fondale si presenta subito dopo di una forte profondità, ciò nonostante, comunque, la sabbia del piccolo arenile è adatta al gioco dei bambini. |
Invece di proseguire verso l’abitato, prendiamo a sinistra seguendo l’indicazione per il mare, e percorsi settecento metri di strada bianca, raggiungiamo la località la licciola (altezza metri 60, distanza 7.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale è presente la bellissima spiaggia la licciola. La bellissima spiaggia la licciola è suddivisa in due calette, e, provenendo dall’abitato, si trova per prima La licciola sud, e più avanti, separata da un piccolo promontorio, La licciola nord. Il bellissimo fondale è l’ideale per le immersioni subacquee e per lo snorkeling, ed inoltre, per le caratteristiche del suo arenile e grazie al fondale basso e digradante, si presenta come una spiaggia adatta al gioco dei bambini. Si tratta di un affascinante litorale formato da piccoli chicchi di granito, con un fondo di sabbia fine alternata a parti di ghiaia tendente al rosato e piccoli tratti di sassi, dal quale spuntano enormi massi di granito levigati dal vento. La spiaggia è protetta da una vera barriera di macchia mediterranea dalla quale abbiamo sentito il profumo di tutte le specie vegetali presenti sull’isola. |
Di fronte alla spiaggia si trovano gli Scogli della Colombaia e, al termine del promontorio che separa la spiaggia sud dalla spiaggia nord, si trovano altri scogli più piccoli. In Valle dell’Erica si trova l’importante resort Valle dell’Erica Thalasso & SpaIn località Valle dell’Erica si trova l’importante resort Valle dell’Erica Thalasso & Spa, che dispone di accesso direttamente sul mare. Il resort Valle dell’Erica Thalasso & Spa è un esclusivo resort 5 stelle in Sardegna della collezione Delphina, che permette di vivere un’indimenticabile vacanza sul mare. Sorge in una splendida posizione, in un parco di 50 ettari, e propone escursioni organizzate alle isole dell’arcipelago della Maddalena o a quelle del sud della Corsica. Offre romantiche e luminose camere con verande panoramiche, la calda atmosfera del Centro Thalasso & Spa e i premurosi servizi di una vera oasi di relax, tutto a pochi passi dal magnifico mare sardo. Dispone di diversi ristoranti con proposte a buffet o alla carta, ed una grande attenzione per i piccoli ospiti con baby e mini club, seguiti da personale specializzato. |
Il promontorio de la Balcaccia con le sue spiaggeA ovest rispetto alla spiaggia de La licciola nord, si sviluppa il Promontorio de la Balcaccia, affacciato proprio di fronte all’isola Spargi, ai cui lati si trovano tre spiaggette. Ad esse si può accedere via mare, oppure via terra, proseguendo lungo la SS133bis in direzione di Santa teresa di Gallura per circa un chilometro ed ottocento metri, poco dopo la pietra segnaletica del chilometro 10.7, si può girare a sinistra nella strada sterrata Lu Rotu Ecchju, subito dopo un caseggiato con una recinzione posto lungo lo sterrato. Si tratta di una strada di proprietà privata, per percorrere la quale si deve superare un cancello e va Chiesto il permesso al proprietario. Procedendo lungo lo sterrato, che diventa la strada la Balcaccia, dopo quattro chilometri arrivamo alle tre spiagge raggiungibili solamente a piedi. Quasi trecento metri prima del termine della sterrata alla estremità settentrionale del promontorio, prendiamo un sentiero verso destra, ossia verso est, e troviamo la spiaggia Lu Poltu di la Paddha. La spiaggia Lu Poltu di la Paddha è una spiaggia caratterizzata da sabbia dorata chiaro, piuttosto fine, con la presenza di massi e scogli lungo l’arenile. Il bellissimo mare trasparente è caratterizzato da bellissimi colori cangianti tra il verde smeraldo e l’azzurro, con un fondale basso e ciottoloso. Interessante effettuare snorkeling nella zona. La spiaggia risulta circondata dalla macchia mediterranea. Non si segnala la presenza di servizi su questa spiaggia, che è poco frequentata anche durante il periodo estivo date le difficoltà che si incontrano a raggiungerla via terra, mentre è più facile accedervi via mare. |
Raggiunta la sommità del promontorio, dove si trova la Punta de la Balcaccia, scendendo lungo la sua costa occidentale si trova, per prima, la spiaggia di Punta la Balcaccia, che si raggiunge proprio dal termine della strada sterrata. La spiaggia di Punta la Balcaccia è situata in corrispondenza del promontorio omonimo, ed è caratterizzata da sabbia dorata piuttosto fine. Il bellissimo mare trasparente è caratterizzato dalla presenza di scogli e da un fondale prevalentemente roccioso, con un fondo di ciottoli e piccoli spiazzi di sabbia. Il colore del mare è tra il verde e l’azzurro. Attorno alla spiaggia si snoda la macchia mediterranea. Non si segnala la presenza di servizi su questa spiaggia, che è poco frequentata anche durante il periodo estivo date le difficoltà che si incontrano a raggiungerla via terra, mentre è più facile accedervi via mare. |
Ridiscendendo la strada sterrata, dopo quettrocento metri si può prendere una deviazione verso destra, ossia verso ovest, che ci porta sulla costa occidentale alla spiaggia di Cala la Balcaccia, nota anche come spiaggia de la Balcaccia. Sul lato occidentale del promontorio si trova la spiaggia di Cala la Balcaccia nota anche come spiaggia de la Balcaccia una magnifica spiaggia inserita in una piccola insenatiura, raggiungibile solamente a piedi. Ha un arenile costituito da sabbia dorata chiara, fine, più grossolana nel settore est, che si affaccia su un mare verde, poco profondo. Sono presenti scogli levigati che affiorano dall’acqua e rendono il paesaggio molto suggestivo. I colori del mare si scontrano con quelli della scogliera granitica sormontata da una florida macchia mediterranea che avvolge tutta la spiaggia. Non si segnala la presenza di servizi su questa spiaggia, che è poco frequentata anche durante il periodo estivo date le difficoltà che si incontrano a raggiungerla via terra, mentre è più facile accedervi via mare. |
Dalla frazione Ruoni alla frazione Marazzino dalla quale raggiungiamo la Cala SambucoEvitata la deviazione per recarci a visitare le spiagge sul Promontorio de la Balcaccia, proseguiamo ancora sulla SS133bis in direzione di Santa Teresa di Gallura, e, dopo un chilometro e seicento metri, arriviamo a un incrocio, dove, seguendo le indicazioni, prendiamo la deviazione sulla sinistra che, in duecento metri, ci fa raggiungere la frazione Ruoni (altezza metri 76, distanza 5.5 chilometri, circa 375 abitanti), dove si trova un significativo insediamento abitativo. Proseguiamo per poco meno di seicento metri e, a cinque chilometri da Santa Teresa di Gallura, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra, in direzione di la Marmorata, e, dopo cinquecento metri, arriviamo alla frazione Marazzino (altezza metri 78, distanza 5.6 chilometri, circa 73 abitanti), una piccola frazione Santa Teresa di Gallura. A Marazzino si sarebbe potuti arrivare anche prendendo a destra all’incrocio, dove abbiamo preso sulla sinistra in direzione di Ruoni. Dal centro di Marazzino, prendiamo la strada che porta da Marazzino a Ruoni, e, dopo trecento metri, svoltiamo a sinistra, prendendo la strada per l’insenatura chiamata Cala Sambuco, che raggiungiamo dopo tre chilometri, attraversando il bosco di querce, lecci, olivastri e pini. Cala Sambuco è uno tra i luoghi più misteriosi di tutto il territorio di Santa Teresa Gallura, e, le difficoltà per raggiungerla via terra, la hanno isolata dalle altre località, preservandola da alterazioni e conservando così intatta sia la flora che la fauna. Spesso le cattive condizioni stradali obbligano gli esploratori a percorrere questa strada a piedi. All’interno dell’insenatura, si trova la piccola spiaggia di Cala Sambuco. La spiaggia di Cala Sambuco ha la forma di una mezzaluna, con un arenile caratterizzato da sabbia chiara a grani medi, piuttosto calda e compatta. Il mare cristallino, permette di ammirare il fondale, caratterizzato dalla presenza di ciottoli e scogli affioranti dall’acqua, con un colore che varia tra il verde, l’azzurro ed il blu. Tutta la spiaggia è circondata da una florida macchia mediterranea, verdissima e profumatissima. La spiaggia è tranquilla ed isolata, apprezzata dagli amanti dello snorkeling. |
Arriviamo all’insediamento turistico situato in località la MarmorataDalla località Marazzino, prendiamo verso nord la strada che porta in direzione della località la Ficaccia, e, dopo novecento metri, svoltiamo a destra prendendo la strada per la Marmorata, che seguiamo per un chilometro e cento metri. Arriviamo a un bivio, nel quale, prendendo a sinistra, si arriva nella frazione la Marmorata (altezza metri 47, distanza 5.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 26), dove si trova il suo importante insediamento turistico. alla Marmorata, proprio alle spalle della spiaggia, sono stati edificati due mastodontici complessi turistici: un albergo e, vicino, un villaggio turistico composto da casette a schiera; entrambi con accesso diretto alla spiaggia per gli ospiti. Le pubblicità descrivono i due complessi architettonici come ben integrati nell’ambiente circostante; a me sembrano invece uno scempio ambientale. Ricordo che Cala Sambuco è stata, in altri tempi, uno spettacolare set cinematografico per diversi registi, non ultimo Michelangelo Antonioni. Ed ora c’è lo scempio ambientale costituito dai due grandi complessi turistici…! |
Al bivio, prendendo a destra, in settecento metri, si arriva alla prima sPiaggia de la Marmorata, una spiaggia di sabbia bianca con calette rocciose e circondata da macchia mediterranea. La spiaggia della Marmorata La più grande, è interamente occupata dai servizi offerti ai clienti delle strutture turistiche, che sono sede dell’enorme albergo e del villaggio turistico. Ha un ampio arenile di sabbia finissima e candida con leggere sfumature rosa, costituito da sabbia fine, dorata chiara, affacciato su acque verdi azzurre, poco profonde. Il mare limpido e dai colori cangianti è caratterizzato da una straordinaria trasparenza, che lascia intravvedere chiaramente un fondale basso e sabbioso, dolcemente digradante. La prima spiaggia della Marmorata è molto grande, ed offre anche la possibilità di ormeggiare piccole imbarcazioni. Si tratta di una spiaggia attrezzata, con accesso ai disabili, noleggio ombrelloni, sdraio, pedalò, canoe, chiosco bar, ampio parcheggio, Hotel, case vacanze. È oggi interamente occupata da diverse file di lettini da spiaggia, una dietro l’altra, per gli ospiti delle strutture alberghiere che occupano, con la loro mole, tutto l’orizzonte sul retro della spiaggia. |
Un poco più a nord della spiaggia della Marmorata, si trova la più piccola Spiaggetta de la Marmorata, alla quale si può accedere direttamente dall’insediamento turistico, oltre che arrivarci dalla prima spiaggia seguendo la costa. Per fortuna rimane vivibile la spiaggetta più piccola, ossia la Spiaggetta della Marmorata denominata anche La laurina o anche La Marmoratina, Pressoche di uso esclusivo del complesso turistico, anch’essa costituita da sabbia fine, dorata chiara, affacciata su acque verdi azzurre, poco profonde. Scogli bassi separano la prima spiaggia da questo incantevole fazzoletto di sabbia. |
Di fronte alla spiaggia si vedono le Isolette della Marmorata raggiungibili anche a nuoto o per mezzo di un pedalò. Sono due isolette e uno scoglio, interamente di granito. In una di queste due bellissime isolette si trova un’antica cava romana di granito, che costituiva per i Romani un’importante fonte di materia prima per le costruzioni soprattutto di edilizia religiosa. Inoltre, su questi scogli nidificano numerose specie di uccelli marini. Dalla frazione la Ficaccia ci dirigiamo verso la Punta Falcone dove troviamo le diverse postazioni militariDalla località Marazzino, presa verso nord la strada che porta in direzione della località la Ficaccia, evitiamo la deviazione a destra per la Marmorata, e proseguiamo dritti. Dopo aver percorso un chilometro e quattrocento metri, raggiungiamo la frazione la Ficaccia (altezza metri 76, distanza 4.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 57). Dalla località la Ficaccia parte una strada che porta verso nord, lungo la quale si trova la Ex stazione segnali di Punta Falcone che fa parte del sistema di segnalazione tardo ottocentesco e costituisce indubbiamente uno splendido esempio di architettura integrata con il territorio circostante. Si tratta di un fabbricato a due corpi di fabbrica, quella dei dormitori e quella della vedetta. La prima, situata in posizione relativamente protetta, è quella di maggiori dimensioni, mentre la stazione di vedetta, posizionata sulla sommità di una serie di rocce granitiche, presenta la classica forma semicircolare con aperture disposte a raggiera. Tutta l’area è soggetta a vincolo paesaggistico, e la costruzione è soggetta a vincolo storico culturale, pur essendo in pessimo stato di manutenzione e conservazione. Prima di raggiungere la località Punta Falcone è possibile vedere le Batterie di Punta Falcone ed anche anche diversi altri ruderi della Seconda Guerra Mondiale, composti da postazioni di artiglieria, bunker, caserme, miniere a cielo aperto, con i collegamenti ferroviari costruiti per il trasporto di materiale bellico e di roccia granitica. Passata la Batteria M384, che era una postazione di vedetta con annessi locali ricovero munizioni sotterraneo, si raggiunge la Batteria De Caroli, mentre più ad ovest, lungo la strada che conduce alla Cala Ferrero, si può raggiungere la Batteria Ferrero. Percorsi poco meno di tre chilometri dalla località la Ficaccia, con un percorso estremamente arduo, difficile da seguire anche con un fuoristrada, si raggiunge la Punta Falcone il promontorio che è l’ultima propagine a nord della Sardegna, se si escludono le isole dell’arcipelago di la Maddalena. Questa è una località suggestiva e unica nel suo genere, totalmente immersa nella vegetazione tipica mediterranea. L’ambiente, molto selvaggio, accoglie una piccola popolazione di capre selvatiche, perfettamente adattate a sopravvivere in questo luogo all’apparenza inospitale, e la loro abilità nell’arrampicarsi sulle rocce a strapiombo ha del sorprendente, non è raro, infatti, vederle ferme sulla vetta più alta, in attenta perlustrazione. L’isolamento di Punta Falcone ha permesso la sopravvivenza di alcuni stazzi antichi che si occupano ancora oggi di allevamento. Ad est rispetto alla Punta Falcone, raggiungibile con molte difficoltà dalla strada che porta alla Batteria De Caroli, ma raggiungibile soprattutto via mare, si trova la spiaggia di Punta Falcone, di fronte alla quale è la più meridionale delle isole della Marmorata. La piccolissima spiaggia di Punta Falcone isolata in una piccola insenatura completamente immersa nella macchia maditerranea, è costituita da sabbia chiara tra le ampie scogliere, affacciata su uno splendido mare cristallino, con colori che varinao dal blu intenso all’azzurro ed al verde scuro. La spiaggia è difficilemte raggiungibile via terra, e ad essa si accede quasi esclusivamente via mare. Non sono presenti servizi su questa piccola spiaggia. |
La località Terravecchia-Portoquadro con la spiaggia di Poltu Cuadru e Porto QuadroTorniamo a la Ficaccia, località dalla quale prendiamo verso nord ovest la strada che porta a Porto Quadro, e, in un chilometro e quattrocento metri, arriviamo nella frazione Terravecchia-Portoquadro (altezza metri 51, distanza 4.5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 24), con i suoi insediamenti abitativi. Porto Quadro è una località adagiata su un pendio roccioso caratterizzato da una folta vegetazione. Particolarità del posto sono le piccole spiagge di sabbia che si alternano con la presenza di forme granitiche che emergono dal mare e che impongono i loro colori a tutto l’ambiente circostante. Tornando sulla strada che porta da la Ficaccia a Porto Quadro, a ottocentocinquanta metri da la Ficaccia, seguendo le indicazioni, prendiamo una deviazione sulla destra che, in trecentocinquanta metri, ci porta all’insenatura di Porto Quadro, nella quale si trova la piccola spiaggia di Poltu Cuadru o Porto Quadro. Nell’insenatura di Poltu Quadro si trova la piccola spiaggia di Poltu Cuadru o Porto Quadro. La sua sabbia, non finissima, è di color ocra, fra l’intenso azzurro del mare, limpido e cristallino, e le diverse tonalità di verde che caratterizzano le tante specie della macchia mediterranea, rigogliosa e profumata. Caratteristiche rocce di granito modellate dal tempo e dagli agenti atmosferici, arricchiscono e rendono più suggestivo, un paesaggio che si conserva ancora selvaggio e solitario. Poco frequentata è l’ideale per chi ama trascorrere le giornate al mare in piena tranquillità. Nella spiaggia si trovano un parcheggio, chiosco bar, noleggio ombrelloni e sdraio. Da un po di tempo in questa spiaggia è possibile portare animali domestici rispettando le regole di salvaguardia territorio. |
Le frazioni la Filetta e Casa Cardi che incontriamo recandoci verso Santa Teresa di GalluraPresa dalla località Terravecchia-Portoquadro la strada per la Filetta, che si sviluppa varso sud ovest. Percorso un chilometro e settecento metri, svoltiamo a destra nella strada Villamarina, e, poi, dopo un’ottantina di metri, a sinistra nella via Tramontana, che in quattrocento metri, ci fà raggiungere la frazione la Filetta (altezza metri 30, distanza 2.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 113), alla quale saremmo potuti arrivare direttamente dalla località la Marmorata dalla quale dista circa tre chilometri. Si tratta di una località nella quale si trova un significativo insediamento abitativo. Una cinquantina di metri più ad ovest rispetto la via Tramontana, dalla strada Villamarina è possibile prendere a sinistra la strada Muzzeddu, che, in un chilometro e trecento metri, ci porta all’interno della parte meridionale dell’abitato di Santa Teresa di Gallura, dove si può prendere verso nord la via Nazionale, che ci porta in quella che era la frazione Casa Cardi (altezza metri 23, distanza 1.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che, fino a qualche decenno fa, era l’unico punto di riferimento nella zona, abbastanza importante da meritare menzione sulle carte nautiche, e dove oggi si trova il B&B Santa Teresa Gallura. Arriviamo a Santa Teresa di GalluraDal centro di Palau siamo usciti dall’abitato e, in quasi due chilometri, abbiamo preso verso ovest la SS133, che abbiamo seguito per cinque chilometri e mezzo. Abbiamo, poi, deviato sulla SS133bis sempre verso ovest, e la abbiamo seguita per quindici chilomtri, e che ci ha portato nei pressi dell’abitato di Santa Teresa di Gallura. Dal centro di Palau a quello di Santa Teresa di Gallura si arriva, evitando le diverse deviazioni, in 24.5 chilometri. Il comune chiamato Santa Teresa di GalluraIl comune chiamato Santa Teresa di Gallura (nome in lingua sarda Lungone in gallurese Lungòni in bonifacino Lungùn in corso Lùngoni o Santa Tiresa, altezza metri 40 sul livello del mare, abitanti 4.969 al 31 dicembre 2021) è il comune più settentrionale dell’Isola, superato soltanto dal promonotrio di Punta Falcone, a nord della Marmorata. L’abitato si estende nella parte nord orientale della Provincia di Sassari, sulla costa, di fronte alle Bocche di Bonifacio,su un pianoro roccioso che cade sulla profonda insenatura di Porto longone. Il paese si snoda, infatti, sul pianoro che guarda verso nord la costa meridionale della Corsica, distante appena undici miglia, verso nord est l’arcipelago di la Maddalena, ed infine, verso ovest, si affaccia sul Mar di Sardegna. Il paese, che è attraversato dalla SS133 di Palau, dispone di un proprio Porto Turistico. Il suo territorio Comunale, classificato di collina, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche. Origine del nomeQuando, nel 1808, un decreto di Vittorio Emanuele I dà inizio alla fondazione di Santa Teresa, è lo stesso re che disegna la pianta del paese, e decide di darle il nome in onore di sua moglie, la regina Maria Teresa d’Asburgo-este. La sua economiaSanta Teresa di Gallura basa la sua economia in gran parte sulla produzione industriale e sul terziario. Il settore primario, nonostante un calo di produttività a favore di altri settori, è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, viti, frutta e con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, discretamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, estrattivo, alimentare, tessile, della lavorazione del legno, del vetro, dei laterizi, cantieristico, dei mobili, della gioielleria e oreficeria, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. Sono presenti diverse attvità nel settore del terziario. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Meta turistica molto ambita, la sua economia è mutata basabdosi, oggi, soprattutto sulla forte presenza turistica, italiana e straniera. Il porto, che ha acquistato una notevole importanza diportistica, assicura collegamenti giornalieri sia per i traffici turistici e per le merci con Bonifacio in Corsica. Brevi cenni storiciAbitata sino dall’età preistorica, durante il periodo della dominazione romana viene fondata la città romana di Longone, che è già allora un porto di notevole importanza per i traffici commerciali, e dal quale veniva portato a Roma il granito estratto nei dintorni. In epoca medievale viene aggregata al Giudicato di Arborea e, intorno al 1263, è già tale la sua importanza che lo stesso San Francesco di Assisi, che si trovava in Corsica, si reca a visitarla. Dopo le invasioni saracene, la località passa sotto i giudici di Arborea, che vi costruiscono il munitissimo Castello di Porto longone, che viene distrutto dai Genovesi per vendicare l’assedio mosso alla fortezza di Bonifacio in Corsica, e del quale resta oggi solo una torre. alla distruzione del Castello segue lo spopolamento della borgata. La zona divenne rifugio preferito di corsari, banditi e contrabbandieri. Nel periodo della dominazione spagnola, probabilmente nel 1590 Filippo II vi fa edificare la Torre di longosardo, situata sul lembo di roccia più estremo del paese. Quando nel 1720 l’isola passa ai Savoia, vi viene inviato come comandante della guarnigione Francesco Maria Magnon, che capisce la necessità di creare un centro abitato nei pressi della fortezza. Santa Teresa nasce nel 1808, con l’intento di rafforzare il controllo del contrabbando e di creare un caposaldo avanzato in un’area particolarmente interessante per Napoleone, considerata la sua vicinanza alle isole intermedie. Non nasce come sviluppo di un insediamento urbano preesistente, ma su un progetto urbanistico autonomo, su iniziativa di Vittorio Emanuele I, che la vuole inizialmente dedicare alla moglie Maria Teresa d’Asburgo-este, ma preferisce successivamente dedicarla alla Santa omonima. Lo stesso re disegna la pianta del paese, e nel 1821 decide di cambiare il suo aspetto, con l’intento di renderlo simile a quello della città di Torino, tanto che per questo viene detta, ancora oggi, la Piccola Torino. Una delle sue caratteristiche peculiari è l’impianto urbano fatto di una rete di vie che si incrociano perpendicolarmente. Si tratta di una forma tipica degli insediamenti Piemontesi di origine militare, come ad esempio Carloforte e Calasetta, costruiti per i tabarchini provenienti dalla Tunisia. Del comune, che si chiamava originariamente Santa Teresa, nel 1862 viene cambiata la denominazione in Santa Teresa di Gallura. In periodo repubblicano, di questo comune, nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari a quella nuova di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa provincia, di nuovo in quella di Sassari. Le principali feste e sagre che si svolgono a Santa Teresa di GalluraA Santa Teresa di Gallura opera, tra gli altri, il Gruppo Folk lungoni, nato nel 1970 per volere di un nutrito gruppo di persone amanti delle tradizioni popolari, che, dopo oltre 20 anni di intensa attività, per svariati motivi, la attraversato un periodo di stasi, per ricominciare ad operare attivamente dal 2005. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Santa Teresa di Gallura meritano di essere citati il mercatino dell’antiquariato, che si svolge ogni terzo sabato del mese; il secondo lunedì di maggio, la Festa di San Michele presso la chiesa campestre di Santu Micali del liscia ossia di San Michele Arcangelo; la terza domenica di maggio, la Festa di San Giuseppe presso la chiesa campestre di Santu ’Jaseppa di Saltara ossia di San Giuseppe; il 16 e 17 maggio si celebra la Festa patronale in onore di San Pasquale nell’omonima località; nella piazzetta di Santa Lucia, nel quartiere omonimo, il 30 maggio si svolge la Sagra della Canestra, che prevede la distribuzione dei dolci tradizionali e del vino vermentino; il 13 giugno, la Festa di Sant’Antonio da Padova presso il Santuario di Nostra Signora del Buon Cammino; il 24 giugno, nella piazza antistante la chiesa di Santa Lucia vengono accesi i fuochi di San Giovanni il 3 luglio, la Festa di San Tommaso presso l’omonima chiesa nella frazione Porto Pozzo; a luglio nel Porto Turistico di Santa Teresa di Gallura si svolge la Sagra del Pesce, che prevede che i diversi quintali di pescato locale vengano fritti in un’enorme padella posta sul piazzale del porto ed offerti a partecipanti con un bicchiere di Vermentino di Gallura; il 12 agosto si svolge una Festa per l’anniversario della Fondazione del Paese, con la rievocazione in costume dell’avvenimento; il secondo sabato e la successiva domenica di settembre, la Festa di Santa reparata nella località omonima; il 14 ottobre, si svolge la Festa patronale di San Vittorio, Santa Teresa e Sant’Isidoro; nella prima decade di dicembre presso la chiesa di Santa Lucia si celebra la Tredicina di Santa Lucia e la Novena dell’Immacolata. Visita del centro di Santa Teresa di GalluraL’abitato, interessato da forte espansione edilizia, si estende lungo un bellissimo lembo costiero, caratterizzato da frastagliate scogliere di granito e campagne tipiche della macchia mediterranea. Il suo centro, con le strade disposte a scacchiera, è caratterizzato da basse costruzioni, e si sviluppa attorno a due insenature, ad occidente quella di rena Bianca, che racchiude la spiaggia omonima, e ad oriente quella di Porto longone, in fondo alla quale si trova è il suo porto. Entriamo a Santa Teresa di Gallura dalla frazione casa Cardi, che si trova sulla SS133bis, che si immette sulla via Nazionale. I campi sportivi ed il PalasportEntriamo in Santa Teresa di Gallura trovando, sulla SS133bis di Palau, a tre chilometri e settecento metri dalla deviazione per Ruoni, il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel centro cittadino. Percorsi centottanta metri, la strada statale si immette verso destra sulla SP90, che, all’interno dell’abitato, assume il nome di via Nazionale. Percorsi cinquecentocinquanta metri sulla via Nazionale, slla destra, subito dopo la strada Muzzeddu, quasi parallela ad essa si trova la strada che ci porta al Campo da Calcio Tomaso Mariotti un complesso sportivo che comprende un Campo da Calcio in terra battuta per 80 spettatori, oltre ad un Campo da Calcio in erba con tribune in grado di ospitare 1200 spettatori. Proseguendo lungo la strada, dopo il Campo da Calcio, alla sinistra della strada si trova il Palazzetto dello Sport Gianni D’Arco dietro il quale si trovano un Campo da Tennis scoperto ed un altro coperto da una tensiostruttura. Il Municipio di Santa TeresaPercorsa tutta la via Nazionale, da sud a nord, arriviamo, dopo seicentocinquanta metri, al centro della città, dove svoltimo a destra in piazza Villamarina. Percorso il lato della piazza, dopo una quarantina di metri, troviamo, sul suo lato destro, al civico numero 1 della piazza Villamarina, l’edificio nel quale sono ospitati la sede e gli uffici del Municipio di Santa Teresa di Gallura. Passata la piazza Villamarina, la via Nazionale diventa via Maria Teresa. La chiesa di San Vittorio MartirePercorsa tutta la via Maria Teresa, in duecentocinquanta metri arriviamo nella piazza San Vittorio, che si trova alla destra della strada, e, dulla quale si affaccia la chiesa di San Vittorio Martire che, con Santa Teresa d’Avila e Sant’Isidoro, è il patrono del paese chiamata Santa Teresa di Gallura. É la chiesa parrocchiale costruita dal 1835 al 1838. La chiesa, all’esterno completamente intonacato, presenta una facciata molto semplice, priva di grossi elementi decorativi. Sul lato destro della chiesa si alza una elegante torre campanaria. La chiesa conserva al suo interno un Cristo Crocifisso, gli argenti sacri donati da Maria Teresa nel 1811, il ritratto dell’Assunta e un’icona di San Matteo incastonata nell’ambone attribuita alla Scuola di Stroganoff, provieniente dalla Russia centrale, ambedue del diciottesimo secolo. Appartengono alla parrocchia la chiesa urbana di Santa Lucia e le Chiese campestri di Santa reparata e della Madonna di Buoncammino. Il 14 di ottobre si svolge la Festa di San Vittorio, Santa Teresa e Sant’Isidoro. Durante i festeggiamenti in onore dei Santi le manifestazioni civili accompagnano i riti religiosi, e presso la piazza principale del paese vengono allestite diverse bancarelle. La Torre di longosardoDa piazza San Vittorio, di fronte alla chiesa, la via Italia ci porta, in una cinquantina di metri, in piazza Vittorio Emanuele I. Da questa piazza si prende sulla sinistra la via XX Settembre, che, in un centinaio di metri, conduce in piazza Libertà, con il suo ampio parcheggio. Proseguiamo sulla prosecuzione della via XX Settembre, che è la via Bechi, che costeggia sulla destra la piazza Libertà, e poi, dopo centocinquanta metri, sulla via del Mare, che percorriamo per una cinquantina di metri. Qui si trova una deviazione sulla destra che, in una sessantina di metri, ci porta allo sperone roccioso sul quale si trova la Torre di longosardo fatta costruire nel cinquecento da Filippo II. La torre ha preso il nome dal precedente Castello di longonsardo, e, dopo la fondazione dell’abitato di Santa Teresa Gallura, nella prima metà del diciannovesimo secolo, ha assunto anche il nome di Torre di Santa Teresa. La torre, che domina la spiaggia della rena Bianca, si trova a quarantadue metri sul livello del mare. Eretta probabilmente nel 1577 o nel 1590 sotto il regno di Filippo II, è una grande torre merlata, tra le più grandi erette dagli Spagnoli in Sardegna, con una struttura, che dalla base fino a metà altezza ha forma troncoconica, mentre nella parte superiore è cilindrica. realizzata in granito, ha un diametro di diciannove metri alla base e di sedici metri nel corpo cilindrico superiore, con altezza media di undici metri. L’ingresso, a cui si accede per mezzo di una scaletta addossata al muro, è disposto a metà della parete a sei metri da terra e conduce alla casamatta, un grande vano con volta a cupola del diametro di dieci metri, sostenuto da un grande pilastro centrale. Di fronte all’entrata vi è un’altra apertura, mentre sulla destra è situata la scala ricavata all’interno della muratura, che conduce alla piazza d’armi. Sulla torre è possibile salire e giungeresu una terrazza da cui si gode della splendida vista delle irte scogliere e della spiaggia di rena Bianca. Attualmente la torre viene utilizzata per esposizioni culturali. Situata fra le baie di rena Bianca e di Porto longone, la Torre dominava l’intera insenatura dove svolgeva funzioni di controllo dei traffici, garantendo in questo modo la difesa contro gli assalti Saraceni, e nello stesso tempo rappresentava un blocco alle possibili attività di contrabbando dalla Corsica. Eccezionale la vista dalla terrazza della torre, dalla quale lo sguardo spazia, dalla sottostante spiaggia di rena Bianca con l’Isola Municca, verso occidente fino alla Punta contessa, a oriente fino al Fiordo di Porto longone, chiuso a est da Punta Falcone. Proseguendo per una settantina di metri sulla deviazione che ci ha portati alla torre, si arriva al Belvedere della Torre di longonsardo, dove si trova il monumento chiamato la Madonnina del Belvedere della Torre di longonsardo. Inoltre, prendendo verso nord est un sentiero panoramico chiamato via Bechi luserna, che parte dalla via Bechi, una trentina di metri prima della deviazione per la torre, si arriva alla Punta Bechi, dove si trova la Croce Commemorativa della punta Bechi, dedicata al colonello Bechi luserna, capo di Stato Maggiore della divisione paracadutisti Nembo, eroe della seconda Guerra mondiale, decorato con la medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Il fiordo di rena Bianca con la spiaggia di rena BiancaSul retro della chiesa parrocchiale di San Vittorio Martire, prendiamo la prosecuzione della via Maria teresa, che è la via Giuseppe Verdi. La seguiamo per centottanta metri, poi, dove questa strada sbocca sulla via Imbriani, la prendiamo verso sinistra, e, dopo un centinaio di metri, arriviamo al Fiordo di rena Bianca che si incunea nella città nella parte occidentale del paese. Al centro del fiordo si trova la bella spiaggia del paese, chiamata appunto spiaggia di rena Bianca. La spiaggia di rena Bianca è interamente sabbiosa, con una sabbia finissima bianca dorata, affacciata su un mare verde, poco profondo. La spiaggia termina a poca distanza dallo scoglio dell’Isola Municca, su cui rimangono le tracce di una vecchia cava abbandonata. La spiaggia di rena Bianca costituisce la spiaggia principale del paese, ben attrezzata, sono, infatti, disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. La spiaggia di rena Bianca è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale. |
Di fronte alla spiaggia di rena Bianca si trova l’Hotel CorallaroDi fronte alla spiaggia si trova un ampio spazio con parcheggi e panchine. Con le spalle alla spiaggia, alla destra dello spazio di parcheggio, si trova la strada in salita che, in trecento metri, porta di fronte all’edificio che ospita l’Hotel Corallaro. Immerso nella rigogliosa macchia mediterranea con vista sulle Bocche di Bonifacio, l’Hotel Corallaro è una struttura moderna dalle camere confortevoli e ben arredate, con una nuova piscina solarium. Si trova a due passi dalla bianca spiaggia. Il Corallaro è un Hotel Family Friendly ideale per chi cerca il relax e il contatto con la natura senza rinunciare alle comodità e al divertimento. I suoi chef fanno gustare raffinati piatti della cucina internazionale e mediterranea, nel rispetto delle tradizioni locali. La mattina s’inizia con una sfiziosa colazione a buffet. Per il pranzo e la cena un servizio al tavolo curato da uno staff giovane e dinamico, pronto ad esaudire ogni riChiesta con professionalità e simpatia. |
Passato il Municipio di Santa Teresa di Gallura arriviamo all’Hotel MarinaroRitorniamo alla piazza Villamarina, nella quale, al civico numero 1, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Santa Teresa di Gallura. Proseguendo verso est, lungo la via Genova, le seguiamo per centocinquanta metri, dove incrociamo la via Angioy, che prendiamo verso sinistra. Dopo una cinquantina di metri, alla sinistra della strada, al civico numero 48 della via Angioy, si trova l’Hotel Marinaro. Sito nel centro ma non distante dalla spiaggia, l’Hotel Marinaro è un edificio dal tipico disegno architettonico con ambienti dal vivace impatto cromatico, in stile Borgo Marinaro della fascia Tirrenica. È punto di riferimento ideale per tutti coloro che ricercano il relax e la tranquillità che caratterizzano le spiagge di Santa Teresa Gallura, ma che non vogliono rinunciare al divertimento e alla vita mondana della vivace località. L’Hotel offre una vasta tipologia di soluzioni per le vacanze, dispone di un’ampia sala ristorante, con possibilità di menu a la carte, e di un Bar con dehors che si affaccia sulla piazzetta pedonale. |
La piccola chiesa di Santa LuciaProseguiamo lungo la via Angioy per una settantina di metri, e svoltiamo a destra nella via Santa Lucia, che, in una cinquantina di metri, ci porta nella piazzetta Santa Lucia, nel quartiere omonimo, una volta un borgo esterno alla città. La piazza è affacciata sul fiordo del porto, in uno scenario paesaggistico molto suggestivo. Nella piazza si trova la piccola chiesa di Santa Lucia edificata intorno al 1890, che ha una forma piuttosto semplice, con contrafforti laterali, interamente intonacata e dipinta di bianco. La facciata a capanna presenta un portale, sormontato da una mezzaluna. Sul lato posteriore, addossata all’edificio, vi è la struttura contenente il campanile a vela. L’interno è a una sola navata, con due archi a tutto sesto, e, sulla parete di fondo, semicircolare, una nicchia contiene la statua della Santa titolare. L’arredamento interno comprende un bel crocifisso, con il Cristo in legno d’olivastro e la croce di ginepro, opera di Giovanni Pedditzi. Sulle pareti laterali vi sono le quattordici stazioni della via Crucis, con altrettanti episodi della vita di Gesù, opera del pittore Cosimo Musio, detto Nino, nato nel 1933 a Taranto. Per gli abitanti del quartiere, questa chiesa rappresenta il luogo in cui i ricordi si mescolano alla nostalgia degli antichi riti del borgo, dato che, in questo edificio, si svolge il Salto dei fuochi, un rito attraverso il quale si diviene ufficialmente comari. Il 24 giugno, giorno del solstizio d’estate, dopo la celebrazione della messa, vengono accesi i Fuochi di San GiovannI. Nella prima decade di dicembre vi si celebra la Tredicina di Santa Lucia e la Novena dell’Immacolata. Il Cine Teatro ComunaleDalla piazzetta Santa Lucia, torniamo al Municipio. Dalla piazza Villamarina, nella quale, al civico numero 1, si trova l’edificio che ospita il Municipio, proseguiamo verso est, lungo la via Genova, le seguiamo per duecento metri, dove incrociamo la via Galliano, che prendiamo verso destra, e che, dopo una sessantina di metri, sbocca sulla via del Porto. Prendiamo questa strada verso destra, e, dopo una cinquantina di metri, prendiamo a sinistra la via Sandro Pertini, che seguiamo per circa centoventi metri, e troviamo sulla sinistra uno slargo nel quale si trova l’accesso al Cine Teatro Comunale inaugurato nel 2013 ed intitolato a Nelson Mandela cittadino onorario di Santa Teresa di Gallura dal 1987. Il Cimitero ed i giardini pubbliciNello slargo, subito dopo l’ingresso del Cine Teatro Comunale, alla sua destra, si trova l’ingresso del Cimitero di Santa Teresa di Gallura, mentre sull’altro lato delle strada si trovano gli ampi parcheggi. Qui si trovano anche i Giardini pubblici all’interno dei quali è presente il monumento inaugurato nel 2008, che ricorda la commemorazione dei duecento anni dalla fondazione dell’abitato di Santa Teresa di Gallura. E proprio, all’interno dell’abitato, ogni anno, il 12 agosto, si svolge una Festa per ricordare l’anniversario della fondazione del paese, nella quale si svolge la rievocazione dell’avvenimento nel costume tradizionale del paese. Il profondo fiordo di Porto longone con il Porto Turistico di Santa TeresaLa via Galliano sbocca sulla via del Porto, che questa volta prendiamo verso sinistra, e che, in poco meno di trecento metri, ci porta dentro il profondo Fiordo di Porto longone che si incunea all’interno del paese, nella parte orientale del paese. All’interno del fiordo è stato realizzato il Porto Turistico di Santa Teresa di Gallura, molto riparato, che raggiungiamo seguendo il Molo piazza del tempo lungo i suo lato occidentale, poi il Molo Il Chiostro sul fondo, ed infine il Molo Vignamarina che risale il suo lato orientale. Il porto dispone di 300 posti barca e di tutti i servizi in banchina. É punto di arrivo e partenza dei collegamenti turistici e merci con Bonifacio, in Corsica. Il ristorante l’OsteriaAffacciato sul Porto Turistico è presente il ristorante l’Osteria di Santa Teresa di Gallura. Affacciato sul Porto Turistico di Santa Teresa di Gallura si trova l’importante ristorante L’Osteria un locale specializzato nella cucina di pesce e frutti di mare in un ambiente intimo. Si tratta di una simpatica Trattoria marinara affacciata sul Porto Turistico, che dispone di una saletta interna e un bel dehors. Come offerta gastronomica propone specialità ittiche disponibili secondo il mercato. |
I pochi resti del trecentesco Castello di longonsardoFiancheggiata tutta l’insenatura del porto, dopo il Molo Vignamarina si trova la Banchina villa Ecchja, poi la Banchina Turraccia, ed al termine di questa, si prende sulla destra la via della Torraccia. Lungo questa strada, si possono vedere sulla sinistra, all’imbocco del porto, sul promontorio affacciato su una piccoLa Caletta riparata, i pochi resti del trecentesco Castello di longonsardo del quale resta oggi soltanto una torre. Si trattava di un munitissimo Castello costruito, dopo le invasioni saracene, dai giudici di Arborea, ed è stato, in seguito, distrutto dai Genovesi, che hanno voluto con questo vendicare l’assedio mosso da Arborea alla fortezza di Bonifacio, in Corsica. alla distruzione del Castello è seguito lo spopolamento della borgata, e la zona era divenuta rifugio preferito di corsari, banditi e contrabbandieri. Un poco più a nord si trova la spiaggetta di lungoniUn poco più a nord del promontorio sul quale si trova il Castello di longonsardo, si trova la Spiaggetta di lungoni, una piccola spiaggetta situata sulla costa di Santa Teresa di Gallura. Lungo la costa orientale del fiordo di Porto longone, nella chiusura verso nord del promontorio sul quale si trova il Castello di longonsardo, si trova la piccola Spiaggetta di lungoni raggiungibile attraverso alcuni sentieri immersi nella vegetazione, o, più comodamente, via mare. Si tratta di una piccoa spiaggia di sabbia sottile color ocra, immersa nella vegetazione, ed affacciata su un bel mare limpido. |
Nel dintorni di Santa Teresa di GallutaVediamo, ora che cosa di stova nei dintorni di Santa Teresa di Gallura, partendo dalla visita al promontoiro di Capo Testa, scendendo poi lungo la cosiera occidentale, e viditando la parte sud dell’area Comunale. Verso il promontorio di Capo TestaA ovest dell’abitato di Santa Teresa, possiamo prendere la strada che conduce verso il Promontorio di Capo Testa il quale si trova su una piccola penisola, che in realtà era un tempo un’isola, che è stata in seguito artificialmente collegata alla terraferma. Il promonotiro, che si affaccia sulle Bocche di Bonifacio ed è collegato alla terraferma da uno stretto istmo, e lungo il quale si estendono due spiagge, è costituito dalle tipiche rocce granitiche galluresi erose dal vento, ed ha un perimetro di circa dieci chilometri. La strada lunga cinque chilometri, fa attraversare o stretto istmo e porta fino al punto più estremo del grande promontorio granitico. alla visita al promontorio di Capo Testa, vedremo, anche, le spiagge che si incontrano lungo le sua coste, percorrendole in senso antiorario, e seguendo la strada che porta fino al punto più estremo del grande promontorio granitico. La spiaggia dei Due MariDal centro di Santa Teresa di Gallura prendiamo la via Tibula, dal punto dove su di essa arriva dalla destra la via Capo Testa, che esce dall’abitato verso ovest, ed assume il nome di via Capo Testa, ed è la SP90. Percorriamo la SP90 in direzione ovest verso Capo Testa per due chilometri e quattrocento metri, fino a dove parte sulla sinistra la strada Cala Grande, dopo che la strada è passata proprio affianco alla spiaggia dei due Mari, così detta perché costituita da due spiagge ai lati dello stretto istmo, sabbiose, con calette rocciose tra la macchia mediterranea. Ai due lati della strada che abbiamo percorso fin qui per arrivare alla strada Cala Grande, sono situate diverse aree di sosta per i veicoli. alla destra dell’istmo si apre la grande Baia di Santa reparata, che prende il nome dall’antica piccola chiesa che si trovava sull’istmo e che si sviluppa tra la Punta contessa, che chiude il promontorio ad ovest dell’abitato di Santa Teresa di Gallura, e Capo Testa. Seguendo la strada che percorre l’istmo da Santa Teresa di Gallura a Capo Testa, si trova alla destra, dopo una scogliera piatta, la piccola spiaggia di rena di levante, chiamata anche La rena di l’Istimu. alla sinistra della strada, invece, si trova la più grande spiaggia di rena di Ponente, ossia la spiaggia di rena di Punenti, nota anche con il nome di spiaggia della Taltana. Sulla sinistra si trova la più grande spiaggia di rena di Ponente ossia la spiaggia di rena di Punenti, che prosegue verso sud con il nome di spiaggia di la Taltana, con un’arenile di sabbia dorata scura, fine, che si affaccia su un mare con un fondale sabbioso e basso che digrada lentamente, e si presenta come una tavolozza di colori in cui prevalgono l’azzurro, il turchese ed il verde smeraldo. Suggestive le formazioni granitiche a ridosso della spiaggia, dato che il vento, l’acqua e gli altri agenti atmosferici le hanno plasmate fino a formare dei cilindri molto simili a delle colonne romane. La spiaggia di rena di Ponente e la spiaggia di la Taltana sono state insignite anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale. Durante le mareggiate di maestrale, conviene spostarsi dalla spiaggia di rena di Ponente nelle spiagge sull’altro lato del promontorio, soprattutto sulla spiaggia di rena di levante. |
I ruderi dell’antica piccola chiesa di Santa reparataProseguendo verso nord ovest lungo la strada che percorre il promontorio di Capo Testa, quattrocento metri più avanti rispetto al punto dell’istmo dove è partita a sinistra la strada Cala Grande, troviamo una deviazione sulla sinistra che, in duecentocinquanta metri, ci porta all’Hotal Mirage. Nella sua area, di lato al suo Campo da Calcio interno, si trovano gli ormai pochi ruderi della piccola chiesa di Santa reparata, un antico luogo di culto, citato in un poema del 1114 come Templum vetustum, essendo stato costruito molto tempo prima, quasi certamente ad opera dei Pisani, che alla Martire erano devoti, e poi, nel 1811, abbandonata e caduta in rovina. La frazione Capo Testa con la spiaggia di Tibula o spiaggia dei Graniti detta anche spiaggia di Zia CulumbaProseguendo verso nord ovest lungo la strada che percorre il promontorio di Capo Testa, seicentocinquanta metri più avanti rispetto al punto dell’istmo dove è partita a sinistra la strada Cala Grande, troviamo la frazione denominata Capo Testa (in gallurese e corso Capu Testa, metri 14, distanza 3.9 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale è presente un grande complesso turistico che si affaccia sul litorale. Percorso un sentiero di circa un centinaio di metri che si muove verso destra e scende sulla costa, si arriva alla spiaggia di Tibula, chiamata anche spiaggia dei Graniti. Sul litorale si trova la spiaggia di Tibula chiamata anche spiaggia dei Graniti, o anche, per i teresini, più comunemente spiaggia di Zia Culumba, che chiude la Baia di Santa reparata, sul lato orientale dell’istmo dei Due Mari, essendo la prosecuzione della spiaggia di rena di levante. La baia offre riparo durante le mareggiate di Maestrale, e la spiaggia, caratterizzata da fondali dolcemente digradanti, si affacia su un mare dalle magnifiche sfumature che vanno dall’azzurro al verde smeraldo. Sulla spiaggia sono presenti anche numerosi scogli perfettamente levigati, con resti di colonne romane non ancora completate. Tibula era il nome della colonia romana di cui si vedono a tratti i resti. La spiaggia di Zia Culumba è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale. |
L’insenatura di Cala Spinosa con la sua piccola spiaggiaContinuiamo verso ovest in direzione della sommità del promonotrio di Capo Testa, e, un chilometro più avanti, al termine della strada, si trova alla destra della strada il favoloso belvedere di Cala Spinosa, che si affaccia sulle sottostanti piccole Spiaggette di Cala Spinosa. La sommità del promontorio di Capo Testa con il suo faro e con l’ex semaforoUn sentiero porta alla sommità del promontorio di Capo Testa, sotto il quale si trovano alcune insenature con le loro spiaggette. Il capo è noto per le ciclopiche scogliere granitiche che sprofondano in uno dei tratti di mare più selvaggi e suggestivi del mediterraneo, ossia le bocche di Bonifacio. La natura offre uno spettacolo raro e suggestivo, e Capo Testa merita una visita quando il maestrale soffia con tutta la sua forza, su un mare insidioso sotto la potenza del vento. Prima di arrivare alla sommità, si vede il Faro di Capo Testa attivo dal 1845, formato da un edificio rettangolare a due piani, sopra il quale si trova la torre, di forma quadrata e di colore bianco, con la lanterna. Il faro è attualmente funzionante e presidiato. L’altezza dell’edificio, compresa la lanterna, è di ventitre metri. Il faro, che è ben visibile dalla Corsica e dalle isole dell’arcipelago della Maddalena, ha una portata di diciassette miglia nautiche, e dispone di una luce di riserva con portata di dodici miglia che entra in funzione automaticamente in caso di avaria della luce principale. Il faro di Capo Testa, per la sua posizione strategica sulle bocche di Bonifacio, è il faro più importante per la navigazione, in tutta la zona settentrionale della Sardegna. Non molto distante dal faro, ad ovest rispetto ad esso, un sentiero naturalistico sulla sinistra della strada ci porta all’ex Semaforo di Capo Testa della Marina Militare, restaurato e poi chiuso, che operava per illuminare la costiera fino al 1845, quando è stato sostituito dall’attuale faro di Capo Testa. Sotto la sommità del promontorio di Capo Testa si può scendere alla spiaggia di Cala FrancesaScendendo sulla costa si trova la Cala Francesa, che è raggiungibile con un sentiero che si dirige verso sud partendo dall’ex Semaforo di Capo Testa, da dove è possibile visitare il luogo attraverso camminamenti sterrati che aggirano il faro, a volte penetrando la piccola macchia mediterranea, ed a volte affiancando monumentali sculture granitiche naturali. La Cala viene chiamata Cala Francesa ed è una bella insenatura, con la possibilità di sdraiarsi sugli scogli, esu una piccolissima spiaggetta che si trova all’interno della cala, una tra le spiagge più difficili da raggiungere, ma senza dubbio una tra le più indimenticabili. Nella Cala Francesa, subito dopo il promontorio che la chiude a sud, a pochi metri di profondità dalla riva, è possibile vedere il relitto dell’Adelconcita, una vecchia nave da carico di circa settanta metri, incagliatasi durante una tempesta nei primi anni ’80 del novecento, e successivamente affondata adagiandosi sul lato di dritta. Di essa, per, le mareggiate che sono seguite non hanno lasciato che pochi rottami irriconoscibili. |
La Valle della luna con le sue tre cale e le sue bellissime spiaggeRitorniamo a dove abbiamo superato l’istmo, e possiamo prendere sulla sinistra la strada Cala Grande, la seguiamo per un chilometro, poi, presso un gruppo di villette, proseguiamo a destra fino a un piccolo piazzale, dove parcheggiamo. Da qui un sentiero di settecento metri a piedi ci porta, verso nord ovest, nella Valle di Cala Grande, ribattezzata con il nome di Valle della luna il cui nome deriva dalla presenza dei grandi massi granitici bianchi, che di notte si illuminano al chiarore della luna. Si tratta di un grande spiazzo che è divenuto famoso dal 1968 al 1985, essendo stato il luogo di ritrovo di comunità hippy e di naturisti provenienti da tutta Europa. I giovani sceglievano di vivere a totale contatto con la natura, passando l’estate in questo paradiso naturale, riparandosi nei numerosi tafani, ossia i grandi massi di granito cavi all’interno, dei quali è ancora ricca l’area. La sua conformazione geografica composta da valli protette da monumentali graniti, la sua vicinanza al mare, la presenza di una flora incontaminata rendono questo luogo incantato. Da maggio a settembre, nella valle, si festeggia la luna piena, con feste notturne. La luna di agosto è quella più suggestiva. Sulla costa si trovano tre cale di una bellezza primordiale, difficilmente raggiungibili e quindi poco frequentate. La prima piccola insenatura che si apre a nord, sulla destra della Valle della luna, è la Cala di l’Ea, ossia la Cala dell’Acqua, in quanto poco più a monte della spiaggia, vicino ad un’antica cava di granito, si trova la Funtana di la Turri, una piccola sorgente attiva anche durante l’estate, pure se in portata ridotta, per la quale è stata ricavata anche una piccola vasca di raccolta, utilizzata dai vari ragazzi e ragazze che durante l’estate pernottano nella valle. La prima Cala che si incontra, alla fine della Valle della luna, è la Cala di l’Ea ossia la Cala dell’Acqua, che si trova sulla destra del sentiero, verso nord. La Cala viene chiamata anche Lu Pultiddolu, in quanto tradizione vuole che in essa venissero imbarcati i massi di granito estratti dalla cava che si trova un poco più a monte. Nella Cala si trova una natura solitaria e selvaggia, e si trova una spiaggette di piccole dimensioni, di sabbia dorata scura e grossolana, che si affacciano su un mare verde e profondo. La spiaggia non è mai affollata, a causa della relativa difficoltà d’accesso. |
Procedendo con il sentiero sulla sinistra, dopo un breve tratto scosceso, si raggiunge la Cala di Mezzu, ossia la Cala di Mezzo, che è separata dalla Cala dell’Ea dal promontorio granitico denominato Mano dell’Orso. Sulla sinistra, un sentiero non molto comodo ci porta alla Cala di Mezzu ossia la Cala di Mezzo, dietro la quale si trova la monolitica scultura naturale della Roccia del Dinosauro, Un grande roccione che ricorda nella forma questo animale preistorico. Nella Cala si trova una natura solitaria e selvaggia, e si trova una spiaggette di piccole dimensioni, di sabbia dorata scura e grossolana, che si affacciano su un mare verde e profondo. La spiaggia non è mai affollata, a causa della relativa difficoltà d’accesso. |
Continuando lungo lo stesso sentiero, sempre verso sinistra, in breve si apre sotto i nostri occhi la stupenda e solitaria Cala Grande. Il paesaggio è costellato da gigantesche e multiformi sculture naturali, oltre che impreziosito dal panorama sulla Corsica. Dietro la Cala Grande si trova la La Turri, un grande ed aspro massiccio collinare che raggiunge l’altitudine massima a quota 127 metri, e che costituisce una splendida Palestra per gli appassionati di free: climbing, che affrontano i nove percorsi che si diramano sulla famosa Parete della luna. Il massiccio, di grandi dimensioni, si sviluppa tra la Cala ed il sentiero che ci ha portati nella Valle della luna. Su di esso si trovano i pochi resti di una torre costiera, probabilmente di origine pisana, costruita per controllare la costa dalle razzie dei pirati barbareschi. Il sito archeologico di Lu BrandaliL’area di Santa Teresa di Gallura è ricca di testimonianze preistoriche che confermano l’importanza strategica del luogo nell’antichità. Tra i più interessanti da visitare è il Sito archeologico di Lu Brandali. Per arrivarci si esce da Santa Teresa prendendo la via Tibula, dal punto dove su di essa arriva dalla destra la via Capo Testa, che è la SP90, esce dall’abitato verso ovest, ed assume il nome di via Capo Testa. Percorsa la via Capo Testa per un soli cinquecento metri, troviamo alla sinistra della strada l’ingresso del sito archeologico, dove vi è un ampio parcheggio e la biglietteria. Il sito archeologico è composto da una Tomba di giganti, un Nuraghe con antemurale, un villaggio nuragico, una serie di tombe a tafone e dei ripari sotto roccia. La Tomba di giganti di Lu Brandali, della quale avanzano solo le fondamenta, doveva essere molto maestosa, con muratura probabilmente a filari. Lo spazio antistante l’ingresso dell’esedra è pavimentato con lastre piatte, le parti restanti con un acciottolato. Il corridoio tombale è lungo altre sei metri e largo circa un metro, con l’ingresso delimitato da due stipiti sui quali in origine poggiava l’architrave. La Tomba di giganti è importante poiché vi sono state trovate le prime inumazioni umane a conferma che questi siti erano utilizzati per sepolture collettive. Lo scavo ha restituito i resti scheletrici di circa 50 persone, maschi e femmine, in deposizione primaria. Sul fondo i resti erano accumulati disordinatamente, evidentemente per creare spazio per nuove inumazioni. La tomba era parte di un ampio complesso formato da un Nuraghe ancora visibile, posizionato nel punto più alto, e sfrutta i piani rocciosi per svilupparsi su livelli sfalsati. Presenta elementi misti dell’architettura a corridoio e di quella a tholos, ma è totalmente invaso dai materiali di crollo. Il mastio centrale è circondato da un Antemurale, del quale sono ancora visibili una cortina, due torri ed un ingresso monumentale, che si apre nel versante nord ovest della cortina. Attorno si vedono i resti di un Villaggio di capanne e numerose sepolture. Il villaggio, del quale nel 1967 erano state portate alla luce trentasei capanne, oggi solo in parte visibili, si estende lungo il pendio e nella piana sotto il Nuraghe. Le capanne sono generalmente circolari, con coperture coniche rette da raggiere di travi e travetti cui si legavano altri elementi lignei trasversali. I pavimenti erano in terra battuta o sfruttavano la roccia naturale. Nelle capanne del villaggio nuragico sono stati rinvenuti contenitori per derrate alimentari, falcetti in ossidiana, recipienti per la bollitura e lavorazione del latte e scodelle multiforate per la produzione del formaggio. Gli avanzi di cibo indicano il consumo di bovini, ovino, caprini, uccelli, patelle e pesci. Sono presenti anche tafoni e ripari sotto la roccia, che venivano utilizzati come ripari e abitazioni, ed anche come luoghi di sepoltura. La spiaggia chiamata rena di la Colba e detta anche spiaggia di Santa reparataPercorsa la via Capo Testa in direzione ovest per cinquecento metri, vediamo sulla sinistra l’ingresso del sito archeologico di Lu Brandali, lo evitiamo e proseguiamo per altri quasi ottocento metri, poi, seguendo le indicazioni per Santa reparata, prendiamo verso sinistra la via Orsa Maggiore. La seguiamo per circa settecento metri, e troviamo sulla destra la via Orsa Minore, che, in circa duecento metri, ci porta sulla costa, nella Baia la Colba chiusa a nord dal promontorio di La Talana, dove si trova spiaggia di Santa reparata, chiamata anche spiaggia di rena di la Colba. Di fronte al complesso turistico troviamo spiaggia di Santa reparata chiamata anche spiaggia di La rena di la Colba. L’arenile è formato da sabbia dorata chiara, fine e morbida, che si affaccia su un mare di colori che variano dal verde all’azzurro, poco profondo. Sulla sabbia è possibile trovare conchiglie dette occhi di Santa Lucia con riflessi madreperlacei. Molto battuta, specie in alta stagione, la spiaggia è spesso molto affollata. La spiaggia riesce, comunque, ad assicurare un buon ormeggio alle barche da diporto che scelgono la spiaggia come destinazione balneare, anche grazie ai servizi presenti come bar, ristoranti, negozi e Hotel, in parte sulla spiaggia ed in parte nelle vicinanze. La spiaggia di Santa reparata è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale. |
Qui si trovava anche la Torre di Santa reparata edificata in periodo spagnolo, probabilmente nel 1639, ma che è stata successivamente completamente distrutta. A Santa reparata si trova il ristorante S’Andira consigliato dalla Guida MichelinA nord della spiaggia di Santa reparata, dopo aver passato l’Hotel Shardana, al civico numero 1 della via Orsa Minore, si trova il ristorante S’Andira, uno dei ristoranti sardi consigliati dalla Guida Michelin. A Santa reparata, al civico numero 1 della via Orsa Minore, si trova l’importante ristorante S’Andira di Umberto reimbelli. Avvolto dalla macchia mediterranea e in bella posizione panoramica con vista sulla costa, il locale è un’istituzione locale, che propone una cucina di mare curata nella realizzazione e nelle presentazioni. Si tratta di un locale specializzato nella cucina di pesce e frutti di mare, in un ambiente elegante, un indirizzo dalla solida gestione e da una simpatica cortesia, nel quale sono presenti piacevoli sale, nonche un grazioso dehors immerso nel verde della macchia mediterranea. S’Andira è una cucina mediterranea che esalta i profumi ed i sapori della Sardegna, abbinati ad una carta dei vini che parla tutte le lingue del mondo, in una cornice di sublime bellezza! |
La località Santa reparata con la sua chiesa campestreEvitando la deviazione per la spiaggia, percorriamo la via Orsa Maggiore per altri trecento metri, ed arriviamo al centro della frazione Santa reparata (altezza metri 13, distanza 2.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che è una importante frazione nei dintorni di Santa Teresa di Gallura nella quale è stato edificato l’importante complesso turistico di Santa reparata. Il nome della località, con il suo complesso turistico e la sua spiaggia, si presta a un possibile equivoco, dal momento che come si è detto la Baia di Santa reparata si sviluppa invece sul lato nord del promontorio. Passato il residence Baia Santa reparata che si trova sulla sinistra della strada, un sentiero, anch’esso sulla sinistra, ci porta, in poco più di una cinquantina di metri, alla chiesa campestre di Santa reparata costruita nel 1851 dopo l’abbandono della vecchia chiesa che si trovava sul promontorio di Capo Testa. La chiesa ha un impianto modestissimo, con le pareti interamente intonacate di bianco. Sulla facciata si trova l’ingresso, preceduto da quattro gradini e sormontato da una lunetta. Sulla sommità del crinale del tetto si trova una minuscola croce in pietra, mentre il campaniletto a vela è addossato al fondo del fianco destro. Ha un interno a tre campate e tetto in legno. All’interno di questa chiesa, il secondo sabato di settembre e la successiva domenica si svolge la Festa di Santa reparata, organizzata dal comitato de Li soprastanti, nella quale i riti religiosi sono accompagnati da balli, musiche popolari e degustazioni prodotti tipici, assaggi di trippa, pane e vino. I componenti raccolgono le offerte per acquistare la carne e la trippa che sarà distribuita durante la festa. Il giorno della vigilia viene offerta trippa con patate, ed il giorno della Festa viene offerta minestra, carne bollita, un pane di grano duro e un quarto di vino. A sud si trova la spiaggia di Lu Capitanu o della Cala BluPassata la deviazione per la chiesa di Santa reparata, proseguiamo verso sud lungo la via Orsa Maggiore, che costeggia il Cala Blu della Aeroviaggi, che si trova alla sua sinistra. Si tratta di un complesso architettonico dalle piacevoli linee moresche tipiche delle abitazioni sarde, che si articola tra piazzette fiorite, portici e Viali ombreggiati. Percorsi ottocento metri, la strada termina in uno spiazo che ospita un ampio parcheggio, dal quale si accede alla spiaggia di Lu Capitanu o della Cala Blu. La spiaggia di Lu Capitanu o spiaggia della Cala Blu è una piccola spiaggia con sabbia bianca chiara, piuttosto fine, compatta e calda, affacciata su un bellissimo mare cristallino dal fondale basso e sabbioso, di un bellissimo colore che comprende le sfumature dell’azzurro e del verde. Alle estremità della spiaggia sono presenti piccoli scogli, mentre la zona circostante è caratterizzata dalla presenza della macchia mediterranea e di diverse strutture turistiche. Nella zona sono presenti diversi Hotel, ristoranti, supermercato. Possibilità di noleggiare ombrelloni, sdrai e lettini. |
In località Buoncammino si trova quello che avrebbe dovuto essere il Nuovo stadio di Santa Teresa di GalluraUsciamo da Santa Teresa di Gallura lungo la via Nazionale verso sud. Passata la frazione casa Cardi, che abbiamo già descritto, superiamo il punto in cui si immette da est la SS133bis. Se imbocchiamo questa strada statale, dopo un chilometro e seicento metri troviamo, sulla destra, la deviazione nella strada del Buoncammino. La seguiamo per un centinaio d’metri, e troviamo sulla destra la deviazione che ci porta a quello che avrebbe dovuto essere il Nuovo stadio Buoncammino un Campo da Calcio ed atletica con tribune che sarebbero state in grado di ospitare 500 spettatori. Nato per i Mondiali del’90, la struttura, che è costata 3 miliardi e 600 milioni delle vecchie lire, sarebbe dovuta diventare un fiore all’occhiello, mentre oggi è praticabile solo il Campo da Calcio, la pista d’atletica leggera necessita di manutenzioni, come la parte interna dell’edificio nella quale ci sono infiltrazioni d’acqua, e vanno ripristinati gli impianti elettrici e idrici. Il lato alle spalle degli spalti è avvolto da una fitta vegetazione. Una deviazione ci porta al Santuario di Nostra Signora del Buon CamminoProcedendo per duecentocinquanta metri sulla strada del Buoncammino, prendiamo una deviazione sulla destra che ci porta subito a sud dello stadio, doce, alla destra della strada, si trova il Parco della Madonna del Buon Cammino. Qui è stata edificato il Santuario di Nostra Signora del Buon Cammino interamente immerso nel verde e nella natura, sotto una pineta secolare. L’antico edificio, che è stato quasi certamente la parrocchiale del villaggio di Melataras, nella Curatoria di Taras del Giudicato di Gallura, borgo estintosi prima del 1380, è stato edificato sulle rovine di un tempio romano dedicato a qualche divinità protettrice dei viandanti, perché nel sito si trovava la diramazione, le cui strade conducevano ad Olbia ed a Gemellae, l’odierna Tempio Pausania, e da questo deriva l’intolazione alla Vergine del Buon Cammino. L’edificio ha la pianta a croce greca con una grande cupola appoggiata sul presbiterio, presenta un piccolo portichetto sul lato sinistro, e un ambiente simmetrico col portico, sul lato destro. La facciata è interamente intonacata di bianco e si conclude con la statua della Vergine sul crinale del tetto. Sul lato destro del transetto poggia il piccolo campanile. Ricostruita nei primi anni del novecento, viene interessata, tra il 1950 ed il 1951, da importanti interventi di restauro e rifacimento, durante i quali viene realizzata la cupola centrale, rivestita in rame. Gli ambienti interni hanno volta a botte, il presbiterio semicircolare, è presente un semplice altare in granito. Delle dieci statue, collocate su mensole o all’interno di niccchie, due sono dedicate alla Vergine, di cui la pregevole statua della Vergine con il Bambino in braccio, realizzata in Alabastro da Antonio Marino di Bonifacio nel 1628. La statua al momento non si trova in buone condizioni a causa dei pessimi interventi di restauro a cui è stata sottoposta. Sulla base della statua una scritta recita Maria Mater gratiae – Mater misericordiae. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alle statue della Madonna conservate al suo interni, e dato che questo Santuario è diventato un luogo di preghiera, meditazione e quiete per molti pellegrini e curiosi. Il 13 giugno, anniversario della sua morte, o la domenica successiva, viene celebrata presso questo Santuario la Festa di Sant’Antonio da Padova, per la quale, la sera del vespro, viene offerta la cena a base di trippa, mentre il giorno solenne, dopo la messa di mezzogiorno, vengono benedetti il pane, la carne in brodo ed il vino che saranno offerti dal comitato come pietanze del pranzo comunitario. Durante il rito di benedizione, al Santo è rivolta un’invocazione affinche protegga i bambini. In Onore della Madonna del Buoncammino, è dedicato l’intero mese mariano, con la novena e la fiaccolata del 31 maggio. Vicino al Santuario, subito a sud rispetto al parco, all’altro lato della strada che ci ha portati ad esso, si trova il piccolo Cimitero della Madonna di Buoncammino. La ex discoteca l’Ottagono e l’area artigianale di Santa Teresa di GalluraTorniamo indietro, e dove la SS133bis si immette sulla via Nazionale, prendiamo verso sud la SP90. Passati settecento metri, troviamo sulla destra della strada una caratteristica costruzione chiamata l’Ottagono, che era una discoteca abbandonata dagli anni Novanta del novecento, la quale si trovava in questo edificio dalla forma ottagonale. L’ultimo nome con cui questo locale dedicato alla musica da ballo veniva chiamato, doveva essere Malibù, come è stato dedotto da alcune scritte e dai gloriosi pass anni Novanta trovati all’interno del locale. Poi, subito più avanti, sempre sulla destra della strada provinciale, si sviluppa l’ampia Area artigianale ed industriale di Santa Teresa di Gallura. La Cala Baecca con la spiaggia de la Padda nota anche come spiaggia la NicculinaDa dove la SS133bis si immette sulla via Nazionale, presa verso sud la SP90, la seguiamo per due chilometri ed ottocento metri, e troviamo, seguendo l’indicazione per La Colba, la deviazione verso destra in via la Colba. Dopo un chilometro e seicento metri, proseguiamo verso sinistra nella strada la luttaredda, dopo seicento metri svoltiamo a destra nella strada la Padda, che ci porta sulla costa all’interno della Cala Baecca, dove si trova la spiaggia di Cala Baecca, conosciuta anche con il nome di spiaggia de la Padda o spiaggia la Nicculina. La spiaggia di Cala Baecca conosciuta anche con il nome di spiaggia de la Padda o spiaggia la Nicculina è caratterizzata da sabbia di colore ambrato, a grani medi, con la presenza di piccoli ciottoli levigati, che si affaccia su un mare trasparente, di un bellissimo colore verde intenso e azzurro, con un bel fondale di media profondità che si infrange sul grigio della scogliera, sormontata dalla verde e florida macchia mediterranea, ricca di aromi autoctoni. Non sono presenti servizi su questa spiaggia, che non è mai affollata, nemmeno durante il periodo estivo, a causa delle notevoli difficoltà d’accesso. Ci si può, comunque, arrivare anche in barca via mare. |
Dalla frazione Ciuchesu arriviamo alla Baia di Lu Poltiddolu nota anche come Baia de la Paludaccia con la sua spiaggiaPercorsa la SP90 per un altro chilometro e settecento metri, prendiamo la deviazione leggermente sulla destra nella via Lu Pultiddolu, una stradina asfaltata che procede verso sud ovest. La seguiamo per un chilometro e trecento metri, costeggiando il Camping la liccia, e raggiugiamo la frazione Ciuchesu (altezza metri 53, distanza 6.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Qui prendiamo a destra per rimanere nella via Lu Pultiddolu, dopo cinquecento metri prendiamo ancora a destra, e, percorsi circa quattrocentocinquanta metri, arriviamo nella piccola e soleggiata Baia di Lu Poltiddolu nota anche come Baia de la Paludaccia una baia molto tranquilla. Di fronte all’insenatura si trovano tre isolotti, e sulla costa della baia si trova la spiaggia di Lu Poltiddolu, chiamata anche spiaggia de la Paludaccia. La bella spiaggia di Lu Pultiddolu o spiaggia de la Paddaccia che gode di una suggestiva vista sul mare ed è circondata dai colori e dai profumi della tipica macchia mediterranea, è una piccola spiaggia racchiusa in una baia, caratterizzata da sabbia chiara a grani medi, affacciata su un mare di un colore prevalentemente azzurro con sfumature di verde, con un fondale di media profondità, prevalentemente sabbioso. Attorno alla spiaggia si snoda la florida macchia mediterranea, con i suoi bellissimi colori. |
Dal Camping la liccia è raggiungibile, un poco più a sud, la spiaggia di rena Majori, che si trova però all’interno del territorio Comunale di Aglientu, e che descriveremo nella prossima pagina. La prossima tappa del nostro ViaggiNella prossima tappa del nostro viaggio, partendo da Santa Teresa di Gallura scenderemo lungo la costa per visitare Aglientu e la sua costiera, con le spiagge da rena Majori a Cala Piscina e Monte Russu, e da Vignola a Portobello di Gallura. |