Monserrato con il Santuario di Nostra Signora di Monserratoe nei dintorni la chiesa campestre di San Lorenzo
Vedremo ora i comuni del Campidano di Cagliari a nord est rispetto all’abitato di Cagliari. In questa tappa del nostro viaggio, riprenderemo la visita del Campidano di Cagliari recandoci da Cagliari a Monserrato che vedremo con il suo centro ed i suoi dintorni con la chiesa campestre di San Lorenzo. Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant’Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius. In viaggio verso MonserratoRaggiungiamo Monserrato partendo da Cagliari, prendendo verso nord ovest il viale Trieste, dopo poco più di un chilometro e mezzo prendendo la via Santa Gilla, che è la E25, dopo un altro chilometro e seicento metri prendendo l’uscita sulla SS554 verso Quartu Sant’Elena, la seguiamo per quasi sette chilometri e mezzo ed usciamo seguendo le indicazioni per Monserrato. Dal Municipio di Cagliari a quello di Monserrato si percorrono 11.6 chilometri. Il comune chiamato MonserratoIl comune chiamato Monserrato (nome in lingua sarda Pauli, altezza metri 2 sul livello del mare, abitanti 19.037 al 31 dicembre 2021) è un comune della città metropolitana di Cagliari, conurbato con il capoluogo. Si tratta di un centro che si sviluppa nella parte centrale della provincia, in prossimità dello stagno di Molentargius e delle saline, ed è noto soprattutto per le sue specialità enogastronomiche. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. Per quanto riguarda la viabilità, Monserrato è facilmente raggiungibile tramite la SS554 Cagliaritana che ne attraversa il territorio, mentre per quanto riguarda il collegamento ferroviario, la linea che collega Cagliari con Isili ha due scali sul posto, le stazioni di San Gottardo e Monserrato, gestite dall’ARST, che vedono passare i treni per Mandas e Isili, oltre al servizio turistico denominato Trenino Verde. Origine del nomeIn periodo medioevale ea denominato Pauli o Paulli, che in lingua sarda sta ad indicare una Palude. Il borgo assume, in seguito, il nome di Pauli Pirri, che nel 1881 viene cambiato in Pauli Monserrato, con la seconda parte del nome che deriva dalla denominazione del monastero di Montserrat, situato a una sessantina di chilometri da Barcellona, nel quale era venerata la Madonna Nera, detta Morenera. SOlo nel 1888, prende il nome definitivo di Monserrato. La sua economiaL’economia del paese era tradizionalmente fondata sull’agricoltura e in particolare sulla viticoltura, non è difficile, infatti, notare nel centro storico ancora qualche foglia di palma, posta di fianco al portale dell’abitazione, che sta ad attestare la vendita di vino di produzione familiare. L’agricoltura produce, inoltre, cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi ed altra frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Sufficientemente sviluppate l’industria, costituita da un discreto numero di aziende, ed il terziario. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Monserrato richiama numerosi visitatori non solo per le sue bellezze naturali, per la sua tradizione enogastronomica, ed anche per il ricco calendario di appuntamenti. Brevi cenni storiciLa fondazione del primo nucleo abitativo risale al periodo romano. Prime notizie relative all’esistenza del borgo risalgono al Medioevo, quando, con il nome di Pauli, appartiene alla curatoria del Campidano, del Giudicato di Càralis. Nel 1258, dopo lo smembramento del Giudicato viene amministrato da funzionari Pisani, fino al 1324, quando, a seguito della conquista aragonese, viene concesso in feudo. La peste del 1348 spopola il villaggio, nel 1366 diviene feudatario Guglielmo Canelles, che, però è osteggiato dalle truppe arborensi, che occupano il territorio fino al 1410. Partecipa, come altri borghi del Campidano, alla ribellione arborense, guidata dal giudice Mariano IV, contro gli Aragonesi. Pauli ritorna al Regno di Sardegna dopo la battaglia di Sanluri. Nel 1426 il villaggio viene concesso a Dalmazio Sanjust che possiede il paese col titolo di conte di San Lorenzo. Egli inizia un’opera di risanamento, che permette lo sviluppo del paese favorendo l’agricoltura specialmente vinicola. Il borgo assume, in seguito, il nome di Pauli Pirri, e vive un periodo di incontrastata tranquillità che termina quando i barbari cominciano ad attaccare le coste sarde, saccheggiando le ville circostanti e catturando gli abitanti per portarli come schiavi in Africa settentrionale. Per questo motivo, viene abbandonata dai suoi abitanti, i quali, solo verso la metà del cinquecento, vi si ristabiliscono. Nel 1690 è sotto il controllo dei Santjust, ed in seguito entra a far parte della conte di San Lorenzo. Con il passaggio della Sardegna ai Savoia, la situazione resta pressoché immutata. Dopo l’abolizione del feudalesimo, nel 1848 entra a far parte della città metropolitana di Cagliari. Nel 1881 del borgo di Pauli Pirri viene cambiata la denominazione in Pauli Monserrato, ed in seguito, nel 1888, con regio decreto e per volere del Consiglio Comunale, prende il nome definitivo di Monserrato. Dal 1893 al 1971 la località viene attraversata dalla tranvia extraurbana Cagliari-Monserrato-Quartu Sant’Elena, sulla quale vengono impiegate dapprima locomotive con trazione a vapore, e che, in seguito, viene incorporata nella rete tranviaria di Cagliari, e vengono impiegati tram elettrici. Diviene comune autonomo sino al 1928, anno in cui, insieme a Pirri, Quartucciu e Selargius, viene accorpato al comune di Cagliari. Riacquista la propria autonomia nel 1991, dopo un referendum e mediante una legge regionale. In tale occasione, però il suo territorio Comunale passa da 1.137 a 650 ettari, dato che viene privato della piana di San Lorenzo, perché una striscia di terreno del comune di Selargius ne interrompeva la continuità territoriale. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla città metropolitana di Cagliari. Le principali feste e sagre che si svolgono a MonserratoA Monserrato sono attivi il Gruppo di cultura Popolare di Monserrato, l’Associazione Folkloristica Monserrato, il Circolo Culturale Folkloristico Sa Berritta e su Bordau, e l’Associazione Culturale Le Fruste del Campidano di Monserrato, i cui componenti si esibiscono nelle principali feste e sagre che si svolgono nel comune ed anche in altre località. A Monserrato si trova la sede della Associazione Culturale Cuncordia a launeddas, costituita nel 1987 da suonatori provenienti dalla Scuola di Luigi lai, per portare all’attenzione del pubblico questo millenario strumento musicale e diffonderne la conoscenza. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Monserrato vanno citate: la domenica succesiva al 20 gennaio, la Festa di San Sebastiano, ossia Su Fogadoni de Santu Srebestianu; nei mesi di luglio e agosto si svolge la Rassegna Estate Monserratina; il 10 agosto si celebra la Festa di San Lorenzo, nell’omonima chiesa campestre; alla fine della seconda settimana di settembre si celebra la Festa della Beata Vergine di Montserrat; l’ultima domenica di settembre ricorrono i festeggiamenti per la Sagra della vendemmia, ossia De Sa Festa de Sa binnenna, con sfilata di carri addobbati, scene sulla vendemmia e degustazione di uva, pane e sapa; il 7 dicembre si svolge la Festa di Sant’Ambrogio, ossia viene festeggiato il Santo patrono del paese. Visita del centro di MonserratoL’abitato mostra un andamento altimetrico tipico delle località collinari. Particolarmente evidente è un fenomeno di forte crescita edilizia, caratterizzato dalla presenza di nuovi e moderni quartieri che fanno parte integrante del vecchio centro storico, noto per le strette stradine sulle quali si affacciano le tipiche case campidanesi costruite con làdiri, ossia mattoni crudi paglia e fango, e con tufo, caratterizzate dalle bellissime Lolle, ossia gli ampi loggiati di tipo spagnolesco ornati di fiori e piante, e dagli imponenti portali in legno arricchiti da intagli e decorazioni. Provenendo da Cagliari, dalla SS554 la rampa di uscita ci porta sulla via San Fulgenzio, che, dopo settecento metri, ci porta a una rotonda, alla quale proviene da destra la via Porto Botte, con la quale arriviamo a Monserrato provenendo da Selargius. La parrocchia del Santissimo redentoreLa continuazione verso il centro della via San Fulgenzio, è la via San Lorenzo, che seguiamo per duecentocinquanta metri, ed arriviamo a uno slargo sulla sinistra, nel quale si affaccia la chiesa del Santissimo redentore che è una delle Chiese parrochiali di Monserrato. Caratterizzata da un aspetto moderno, tipico delle Chiese costruite dopo la seconda guerra mondiale, risale infatti al 1955 quando ne è stata posta la prima pietra. L’interno è costituito da una sola grande navata, ed all’esterno, molto particolare, è la torre campanaria, che svetta alta al fianco della chiesa per un’altezza di ventisei metri. La chiesa ha avuto di recente un significativo restauro. La nuova sede del Municipio in piazza San LorenzoPassata la chiesa del Santissimo redentore, sempre lungo la via San Lorenzo, un poco più avanti, si apre un altro slargo sulla sinistra, nel quale è presente il palazzo che ospita la nuova sede e gran parte degli uffici del Municipio di Monserrato che ospita la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti, ed il cui ingresso si posiziona al civico numero 1 della via San Lorenzo. L’obelisco con la statua del redentorePercorsa una cinquantina di metri, arriviamo al termine della via San Lorenzo, e, passate le rotaie della metropolitana leggera di Cagliari, troviamo la grande piazza San Lorenzo, al centro della quale si trova il monumento con l’Obelisco e la Statua del redentore, eretto nel 1900 quando papa Leone XIII indice il giubileo per la celebrazione dell’Anno Santo e diffonde il culto per il Cristo redentore, in onore del quale vengono innalzati numerosi monumenti, il più celebre dei quali, in Sardegna, è quello sul Monte Ortobene a Nuoro. Il 1900 Anche a Monserrato si costituisce un comitato per erigere il monumento, viene individuato il sito alla fine della via Tevere, attuale via del redentore, la cui area viene ceduta gratuitamente dalle Ferrovie Secondarie di Sardegna, il progetto del basamento e dell’obelisco viene affidato all’ingegner Dionigi Scano e la statua in ghisa viene realizzata da una ditta di Roma. Il Cimitero Comunale di MonserratoDalla piazza San Lorenzo, prendiamo avanti, verso sinistra, la via Virginia, lungo la quale scorrono le rotaie della metropolitana leggera di Cagliari, la seguiamo per trecentocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Giulio Cesare, che, in circa cinquecento metri, ci porta al Cimitero Comunale di Monserrato, che si trova con il suo ingresso alla sinistra della strada. La fermata metrotranviaria e ferroviaria di San GottardoDalla via Virginia, presa la via Giulio Cesare, la seguiamo per solo centocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via San Cipriano, che, in poco più di altri centocinquanta metri ci porta sulla via San Gottardo, che prendiamo verso destra e vediamo, dopo cento metri, la Stazione ferroviaria di San Gottardo alla sinistra della strada. La Fermata metrotranviaria e ferroviaria di San Gottardo già Stazione di Monserrato Gottardo, è una fermata tranviaria e ferroviaria posta lungo la linea ferroviaria che collega Cagliari con Isili e sul tracciato della tranvia di Cagliari, entrambe gestite dall’ARST. La nascita dell’impianto si ricollega al progetto di riconversione tranviaria del tracciato della ferrovia, portato avanti negli anni 2000 dalle Ferrovie della Sardegna. Viene avviata la costruzione di un terminal di interscambio ferrotranviario, e la fermata viene attivata nel 2008. In seguito, nel 2010, con il passaggio della struttura all’ARST, vengono avviati i lavori di costruzione della linea tranviaria, che viene aperta all’esercizio nel 2015. Negli stessi giorni viene aperto al pubblico il fabbricato viaggiatori della fermata, che dispone di tre binari per servizio viaggiatori, di cui due dedicati al servizio tranviario e uno per il servizio ferroviario. La Stazione ferroviaria di MonserratoProseguendo lungo la via San Gottardo per quasi duecento metri, prendiamo a sinistra la via Pompeo, e, dopo altri duecento metri, vediamo alla destra della strada la Stazione ferroviaria di Monserrato. La Stazione ferroviaria di Monserrato già Stazione di Cagliari Monserrato, è una Stazione ferroviaria posta lungo la linea ferroviaria che collega Cagliari con Isili. La stazione nasce nel secondo dopoguerra, quando a Cagliari si decide di spostare il capolinea delle Ferrovie Complementari della Sardegna dalla stazione di viale Bonaria ad una zona della città in cui fosse minore l’impatto del transito dei treni sulla Viabilità. La scelta di spostare il capolinea in piazza della Repubblica, per l’esiguità degli spazi a disposizione, porta alla decisione di edificare i depositi e le officine nell’allora frazione Monserrato, nei pressi della SS554, dove viene creata anche una nuova stazione, che viene aperta a fine 1968. La struttura passa alle neonate Ferrovie della Sardegna nel 1989, che, nell’ambito del progetto Trenino Verde, costruiscono nell’area dello scalo un Museo inaugurato nel 1996. In quel decennio la stazione muta la denominazione in stazione di Monserrato, essendo divenuto questo centro un comune a sé stante indipendente da Cagliari. Inoltre, nella zona ovest dello scalo, viene costruita la fermata di San Gottardo, capolinea della linea 1 della tranvia, e, dal 2008, l’area della stazione di Monserrato diviene il nuovo capolinea della ferrovia per Isili, ma viene ridotto notevolmente il numero di treni che sostano nella stazione di Monserrato. Nel 2010 la stazione passa alla gestione dell’ARST, e dal 2015 nello scalo transitano anche i tram della linea 2 della tranvia. La stazione di Monserrato nell’area del fabbricato viaggiatori è dotata di due binari, ma uno di questi termina tronco in direzione Settimo San Pietro non lontano dalla SS554. Il Museo delle Ferrovie della SardegnaNell’area dello scalo ferroviario, nel 1996 è stato inaugurato il Museo delle Ferrovie della Sardegna su iniziativa dell’Ente sardo Industrie turistiche. È dotato di una superficie espositiva di circa 1.000 metri quadrati, e contiene numerosi reperti relativi alla storia delle ferrovie secondarie in Sardegna. Il Museo è suddiviso per aree, la prima comprende una sezione dedicata al materiale relativo alla fase di costruzione delle linee ferroviarie a scartamento ridotto della Sardegna; una seconda area è dedicata al lavoro, agli utensili e ai macchinari impiegati nelle officine; mentre una terza riguarda il funzionamento delle stazioni d’epoca, con le attrezzature utilizzate dai capistazione, oltre ai quadri orari e altra documentazione affine; ed una quarta sezione riguarda l’area in cui è ospitato il materiale rotabile storico del Museo. Nel Museo è presente anche un plastico ferroviario con modelli dinamici, riproducente in scala uno scenario ispirato all’attività ferroviaria in Sardegna. La parrocchia di San Giovanni Battista de la SalleDalla Stazione ferroviaria di Monserrato, torniamo sulla via San Gottardo, svoltiamo a sinistra e seguiamo questa strada per seicento metri per arrivare a vedere la chiesa alla sinistra della strada. Arriviamo a una rotonda alla quale prendiamo la terza uscita, che ci porta in via Seneca, dove in un’ottantina di metri arriviamo all’ingresso della chiesa. La chiesa di San Giovanni Battista de la Salle che è un’altra chiesa parrocciale di Monserrato, situata davanti a un enorme cortile, e dedicata al sacerdote che a Rouen, in Normandia, si è adoperato molto per la formazione umana e cristiana dei bambini in particolare quelli poveri. Si tratta di una grande struttura in cemento armato, eretta nel 1985 e realizzata in un moderno stile geometrico. Nella facciata, dalle forme tondeggianti e alleggerita da finestrelle ogivali con vetrate decorate, è posto il portone d’ingresso, preceduto da una breve scalinata. Sul lato sinistro della chiesa è stato realizzato il campanile in cemento armato a base quadrata, abbellito a metà altezza da finestre vetrate decorate e nella torre campanaria da aperture con arco a tutto sesto. Le Cantine locci Zuddas con un vino inserito nella guida 5StarWines di VinitalyDalla grande piazza San Lorenzo, al centro della quale abbiamo visto il monumento con l’obelisco e la statua del redentore, prendiamo la continuazione della via San Lorenzo, leggermente verso destra, che è la via del redentore, così chiamata perché conduce dal centro dell’abitato alla chiesa del redentore. La seguiamo in direzione sud est per poco più di un centinaio di metri, e vediamo alla destra della strada, al civico numero 232, la sede delle Cantine locci Zuddas. L’azienda inizia l’attività negli anni cinquanta con Antonio locci, figlio di viticultori, che, dopo il pensionamento in marina, inizia con il fratello la consegna a domicilio del vino in damigianette. In seguito si passa alla consegna del vino attraverso i fusti in legno finché, negli anni sessanta, il figlio Carlo si laurea di enologia e porta la tecnologia per il completamento della filiera aziendale. alla scomparsa di Antonio, Carlo fonda la nuova società locci Zuddas con i due figli, Tommaso e Matteo. La Cantina possiede una superficie vitata di circa 35 ettari, dove vengono coltivati i principali vitigni tipici della regione, Vermentino, Monica, Cannonau, Moscato, Nasco, Malvasia, Nuragus, oltre a Shiraz, Merlot, Sangiovese. Le vigne si trovano nel sud della Sardegna, nel comune di Ussana, in terreni argillosi e sabbiosi ventilati dalla brezza che arriva dal mare distante pochi chilometri. La nuova Cantina a Settimo San Pietro è dotata di impianti e macchine ad alta tecnologia, ed il processo di vinificazione è garantito dal circuito di refrigerazione che consente il controllo delle temperature di fermentazione. Il suo vino Vermentino di Sardegna Doc Tramuntàna 2021 è stato inserito nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly. |
Il Santuario di Nostra Signora di MonserratSeguiamo la via del redentore in direzione sud est per circa seicentocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Cicerone, e, in una cinquantina di metri, vediamo alla destra della strada la piazza Maria Vergine, sulla quale si affaccia il Santuario di Nostra Signora di Monserrat, che era un tempo chiamata anche chiesa di Santa Maria de Paulis. Fino dal dodicesimo secolo si ha notizia della chiesa di Santa Maria de Paulis, ossia delle paludi, che era posta in un luogo a bassa densità di popolazione. si sa che nel 1183 passa ai Vittorini, i Benedettini dell’Abbazia di San Vittore di Marsiglia, che in quell’epoca, alle dipendenze del priorato di San Saturno di Cagliari, possedevano un territorio che si estendeva dalle saline di Quartu Sant’Elena fino a Decimo ed a Siliqua. Espulsi, nel 1246, dai Pisani i monaci Vittorini, la chiesa resta, però, sotto la loro giurisdizione fino all’arrivo degli Aragonesi, che portano anche in Sardegna il culto per la Vergine di Montserrato, tanto che in molte delle Chiese dedicate a Santa Maria viene inserito il nome di Nostra Signora di Montserrato. Successivamente più volte rimaneggiata, la chiesa ha una pianta a croce greca, con una cupola centrale aggiunta nel diciannovesimo secolo. Dopo la seconda guerra mondiale la facciata viene suddivisa in tre ordini orizzontali da cornici marcapiano. Al livello inferiore si trova il grande portale rifatto dall’artista monserratino Gianni Argiolas, e ai lati due lesene. Al livello intermedio si trova un rosone centrale cieco, con ai lati due nicchie con cerchi superiori. Al livello più alto un semplice rilievo indicante le lettere M e V riconducibili al nome di Maria Vergine. All’interno si trovano numerose opere di Gianni Argiolas, l’artista che raffigura scene di vita quotidiana tipiche dell’ambiente contadino e simboli della religione cristiana. Fra queste notevole, posizionato alle spalle del simulacro della Madonna, il Dipinto della processione, realizzato insieme ad Augusto Loi ed ai ragazzi della sua bottega artistica. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua presente al suo interno della Vergine di Monserrat, ritratta in piedi con in braccio il Bambino. La Madonna tiene il Bimbo nella mano destra e con la sinistra regge una sega, che sta proprio ad indicare la Vergine di Monserrat. La chiesa è normalmente chiusa al culto, ma viene riaperta durante il mese di settembre dato che alla fine della seconda settimana di settembre, prima dell’inizio della vendemmia, si celebra la Festa della Beata Vergine di Montserrato. La vecchia sede del Municipio in piazza Maria VergineAll’interno della piazza Maria Vergine, alla destra della Santuario di Nostra Signora di Monserrat, si trova il palazzo che ospita la vecchia sede del Municipio di Monserrato. Si tratta di un palazzo che, ancora oggi, ospita gran parte degli uffici comunali, tra i quali la portineria, l’URP, ossia l’Ufficio relazioni con il pubblico, e la Biblioteca Comunale di Monserrato. La chiesa o oratorio di San ValerianoDalla piazza Maria Vergine, in una cinquantina di metri torniamo sulla via del redentore, che prendiamo verso sinistra, ossia in direzione sud est. Percorsa per circa quaranta metri, prendiamo la prima traversa a destra, che è la via Deroma. Percorsa la via Deroma per un centinaio di metri, vediamo alla sinistra della strada la facciata della piccola chiesa di San Valeriano chiamata anche l’oratorio di San Valeriano che avrebbe dovuto assolvere alla funzione di Cappella privata della famiglia Spiga, la quale la fece erigere nel terreno di sua proprietà, dirimpetto alla casa di abitazione padronale. Dopo una lunga controversia con il parroco, la famiglia ottenne il Nihil obstad dall’Ordinario Diocesano, la prima pietra fu deposta nel 1906, e la chiesa fu consacrata nel 1910. La chiesa è caratterizzata da una semplice facciata di forma quadrangolare divisa, nella parte centrale, da una cornice ornamentale di colore bianco, ed, al di sotto, si apre, racchiuso da una cornice, il portale d’ ingresso in legno intarsiato e di forma leggermente arcuata, mentre superiormente è posto un oculo vetrato di forma circolare. Sopra il terminale piano arricchito da una bella cornice modanata, si trova il campanile a vela sormontato da una croce, con bifora ogivale e dotato di due campane. La pianta della chiesa è rettangolare con copertura voltata a botte. Nella chiesa è ospitato anche, nell’altare in marmo, il simulacro di San Lorenzo, che, ad inizio agosto, viene portato in processione per la Festa del Santo nella chiesa campestre omonima, e vi si custodisce il cocchio che trasporta San Lorenzo, il quale è stato commissionato e pagato da Valeriano Spiga. La chiesa parrocchiale di Sant’AmbrogioProseguendo lungo la via del redentore verso sud per un centinaio di metri, arriviamo a una rotonda, e vediamo, alla sinistra della strada, la piazza sulla quale si affaccia la chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio, il cui ingresso è, però, passata la rotonda e presa verso sinistra la via Giuseppe Zuddas, al numero Civico 116/a. La chiesa di Sant’Ambrogio intitolata al Santo Patrono di Monserrato, è la principale chiesa parrocchiale di Monserrato. Si tratta di un edificio di stile gotico: catalano edificato tra la fine del quindicesimo e l’inizio del sedicesimo secolo. Nel 1983 è stato compiuto un restauro che ha restituito alla facciata l’originale aspetto architettonico. L’interno è diviso in tre navate, la centrale ampia e alta è composta da vari pilastri che si uniscono in archi a forma di ogiva, mentre le navate laterali sono costituite da coperture a botte. Nella navata centrale è presente un pulpito, realizzato in marmo e collocato intorno alla metà del 1800. L’altare maggiore è del 1705, in legno dorato e marmo policromo. Nel 1920 sono state aperte ai lati dell’arco trionfale due nicchie, che ospitano i simulacri di Sant’Ambrogio e San Giuseppe. La chiesa ha mantenuto intatta la Cappella presbiteriale, che è il modulo più suggestivo, con la volta a crociera, impreziosita da cinque gemme pendule di forma anulare, di conio gotico-aragonese. Nei peducci dell’arco di trionfo sono scolpiti due angeli, che reggono lo stemma dei Sanjust. Oggi l’interno appare in tutto il suo stile architettonico, che richiama la tecnica muraria realizzata in conci squadrati tenuti insieme da calce di marna o tufo. Presso questa chiesa il 7 dicembre viene festeggiato il Santo patrono della città, nella Festa di Sant’Ambrogio, che unisce il sacro e il profano, e rappresenta per i residenti e i turisti un appuntamento imperdibile. Il ricco calendario degli eventi, tra liturgie e spettacoli, trova il suo fulcro nella processione che accompagna nella parrocchiale il simulacro della Madonna. E, per concludere, non possono mancare i festeggiamenti civili tra spettacoli musicali, balli in piazza e gare sportive. La Cruxi ’e MarmuriDalla grande piazza San Lorenzo, al centro della quale abbiamo visto il monumento con l’obelisco e la statua del redentore, prendiamo la continuazione della via San Lorenzo, leggermente verso destra, che è la via del redentore, così chiamata perché conduce dal centro dell’abitato alla chiesa del redentore. La seguiamo in direzione sud est per circa quattrocento metri, svoltiamo a desta e prendiamo la via Giulio Cesare, la seguiamo per cinquecento metri, poi prendiamo a sinistra la via Giuseppe Zuddas. Percorsa per duecentocinquanta metri, arriviamo in una piccola piazza, chiamata la piazzetta Sa Cruxi de Marmuri, ossia la Pratzixedda ’e Sa Cruxi ’e Marmuri. Nella piazzetta si trova, sopra un basamento tronco piramidale, la Sa Cruxi ’e Marmuri ossia la croce di marmo, una particolare croce rinascimentale eretta nel sedicesimo secolo, durante il regno di Filippo II re di Spagna. La croce e la base poggiano su una colonna eretta dai Romani per ricordare le loro conquiste, ed era la colonna giurisdizionale di Monserrato che indicava l’inizio dell’estensione territoriale e i suoi limiti circoscrizionali, per chi doveva corrispondere l’imposta del decimo. Presso tale croce avvenivano le esecuzioni capitali per i delitti commessi nell’abitato di Monserrato, ed era anche chiamata Sa Gruxi ’e su Perdonu, poiché nei pressi veniva innalzato il patibolo. La casa FoddisNella piazzetta, passata la colonna, il primo edificio sulla destra della prosecuzione della via Giuseppe Zuddas è la cosiddetta Casa Foddis realizzata nei primi anni del novecento dalla famiglia Foddis, originaria di Baunei. L’edificio, realizzato in un elegante stile liberty, presenta una facciata color rosa con rifiniture gialle, articolata su due livelli. In quello inferiore si trova l’ingresso, un tipico portone in legno a tutto sesto, affiancato da una serie di finestre di forma ogivale comprese in un’ampia cornice. Nel livello superiore si aprono cinque portefinestre abbellite da ghirlande e festoni con raffinati balconcini in ferro battuto. Nella finestra centrale è visibile lo stemma con le iniziali del proprietario Luigi Foddis. Appartenente al periodo in cui Monserrato era il principale luogo di produzione e commercio del vino, dopo esser stata recentemente restaurata, è oggi sede dell’Assessorato alla Cultura. La Cantina Sociale di MonserratoEvitando la deviazione nella via Giuseppe Zuddas, riprendiamo la via Giulio Cesare, e, dopo aver percorso una cinquantina di metri, vediamo alla destra della strada, al civico numero 2 della via Giulio Cesare, l’edificio che ospita la Cantina Sociale di Monserrato, che produce diversi vini pregiati. In origine era la Cantina di lavorazione delle uve del territorio, attualmente la lavorazione delle uve e la fermentazione dei mosti avviene nello stabilimento di Ussana, mentre nella sede di Monserrato sono ospitati gli impianti di imbottigliamento e i serbatoi, termocontrollati, che consentono la lavorazione dei vini per la preparazione alla bottiglia. Il comune di Monserrato mantiene una economia tradizionale basata soprattutto sulla viticoltura, grazie soprattutto alla presenza nel paese della Antica Cantina di Monserrato, che oggi ha assunto il nome di Cantine Pauli's di Monserrato. Si tratta della più antica Cantina Sociale della Sardegna, fondata nel 1924 da una ottantina di soci, che oggi lavora uve provenienti da 450 ettari di vigneti coltivati ad alberello e a spalliera, negli impianti di Monserrato e di Ussana. Nei suoi vigneti vengono coltivati i più importanti vitigni sardi, tra cui Cannonau, Vermentino, Monica, Nuragus, Moscato e Nasco. La Cantina di Monserrato produce vini Doc di Sardegna, vini Doc di Cagliari e vini IGT. |
La locomotiva a vapore esposta in via Cesare CabrasPercorsa una cinquantina di metri lungo la via Giulio Cesare, questa strada termina per proseguire nella via Italia. Qui attraversiamo la strada, e prendiamo in direzione opposta, ossia verso est, la via Cesare Cabras. Questo se siamo a piedi, mentre se siamo in macchina dobbiamo proseguire a destra in via Porto Botte, dopo quasi duecentocinquanta metri deviamo a sinistra, e poi subito a sinistra in via Mario Sironi, che, in altri duecentocinquanta metri, ci porta sulla via Cesare Cabras un poco prima. Percorsi duecento metri sulla via Cesare Cabras, arriviamo a una rotonda, al cento della quale è esposta una bella Locomotiva a vapore. Il Campo da Calcio di via Cesare CabrasProseguendo in direzione est per altri duecentocinquanta metri lungo la via Cesare Cabras, vediamo alla destra della strada l’ingresso del Complesso Sportivo di via Cesare Cabras chiamato anche Complesso Sportivo del Comparto 7, nel quale è presente un Campo da Calcio. Dopo tre anni di attese, prima per un cantiere che sembrava non concludersi mai e poi per le lungaggini burocratiche, seguite dallo stop sull’agibilità il Campo da Calcio di via Cesare Cabras, al confine con Pirri, sarà riaperto agli sportivi quando sarà ultimata la sistemazione delle aree verdi. La Cittadella Sportiva dell’ex AeroportoProseguendo in direzione est per altri cinquecento metri, incrociamo la via dell’Aeronautica, che prendiamo verso destra e che, in circa duecento metri, ci porta all’interno della Cittadella Sportiva dell’ex Aeroporto, chiamata anche Complesso Sportivo del Comparto 8, una nuova struttura sportiva più grande e completa, che sta per concludere il cantiere per la sua realizzazione. È costituita da un Campo da Calcio in erba sintetica completo di tribune in grado di ospitare 1.300 spettatori, una Palestra coperta polivalente dove si possono praticare una decina di attività una Palestra per il riscaldamento, e locali da destinare alle associazioni sportive. In questo Campo da Calcio potrà tornare a giocare le sue partite casalinghe il GS Monserrato, la società che rappresenta Monserrato nel campionato di calcio di Seconda Categoria Girone B in Sardegna. Visita dei dintorni di MonserratoVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Monserrato non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi. Vediamo, ora, che cosa si trova nei dintorni di Monserrato, dalla cittadella universitaria al parco ed alla chiesa campestre di San Lorenzo Martire. La Cittadella Universitaria dell’Università di Cagliari in territorio di MonserratoL’ateneo di Cagliari è una delle due Università presenti in Sardegna e rappresenta il principale polo di attrazione per gli studenti di tutta l’isola. Negli anni ’80 ha preso avvio a Monserrato la costruzione della Cittadella Universitaria un grande complesso nel quale sono stati decentrati diversi atenei dell’Università degli studi Cagliari, ossia il Policlinico Universitario e le Facoltà di Medicina, di Farmacia e di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Per raggiungerla, dalla rotonda in fondo alla via San Lorenzo prendiamo, verso nord, la via San Fulgenzio, che, dopo un chilometro e duecento metri, ci porta sulla SP8. Questa strada provinciale usce dall’abitato, la seguiamo per circa duecentocinquanta metri, ed arriviamo a una rotonda. Presa la prima uscita verso destra, raggiungiamo gli edifici che compongono la grande Cittadella Universitaria. La chiesa campestre di San Lorenzo MartireDalla rotonda in fondo alla via San Lorenzo prendiamo, verso nord, la via San Fulgenzio, e, dopo un chilometro e duecento metri, arriviamo allo svincolo, dove prendiamo la SS554 in direzione ovest, ossia verso Cagliari. Entrati nella SS554, la percorriamo per un chilometro e quattrocento metri, poi nella corsia di destra prendiamo lo svincolo per Sassari/Oristano/Nuoro, che ci porta sulla SS131 di Carlo Felicedir. Seguiamo la SS131 di Carlo Felicedir per poco più di cinquecento metri, poi prendiamo a destra la Strada Vicinale di San Lorenzo, dopo quattrocento metri prendiamo a destra la via Pezzu Mannu, e, in poco più di cento metri, vediamo sulla destra uno spiazzo, nel qual si trova il retro della chiesa campestre di San Lorenzo Martire che ora si trova in territorio di Cagliari mentre storicamente era situata nel territorio monserratino, ed appartiene, quindi, alla comunità di Monserrato. La chiesa di San Lorenzo è stata costruita nel 1902 e, per le gravi lesioni che presentava nella facciata a timpano e nella volta a botte della navata, recuperata nel 1973. Ha la facciata a capanna, suddivisa orizzontalmente in tre parti da cornici, ed ha pianta rettangolare, con, al suo interno, una sola navata con abside semicircolare. La Festa di San Lorenzo Martire inizia sera del 9 agosto, quando dalla chiesa di San Valeriano viene portato in questa chiesa campestre il simulacro del Santo. Il 10 agosto è celebrato il giorno liturgico. L’indomani la statua viene riportata in paese, dove trascorre la notte nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio. Il 12 agosto si svolge il rientro del simulacro del Santo nella chiesa di San Valeriano, dove viene custodito tutto l’anno. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Cagliari ci recheremo a visitare la città di Quartu Sant’Elena che, per numero di abitanti, è la terza città della Sardegna, dopo Cagliari e Sassari, che vediamo con i resti dell’archeologia industriale, le sue molte Chiese ed i suoi dintorni con la sua bella costiera meridionale. |