Nule con i resti archeologici del Nuraghe Voes ed il sito dove è stato rinvenuto il bronzetto del toro androcefalo
In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Goceano e ci recheremo a visitare Nule dove è stato ritrovato il più strano e misterioso bronzetto conosciuto, che rappresenta un mostro antropomorfo, metà toro e metà uomo, quasi un centauro in versione preistorica. La regione storica del GoceanoIl Goceano (nome in lingua sarda Sa Costèra) è la regione della Sardegna centro settentrionale che comprende il tratto del bacino superiore del fiume Tirso, di fronte al quale si affaccia la catena montuosa che porta il nome della regione stessa. Secondo lo storico Giovanni Francesco Fara, il Goceano, in latino Gothiani, dovrebbe il suo nome ai Goti che vi si stabilirono, mentre secondo altri il termine Goceano, o Guttiánu, Deriverebbe da Gúttiu, ossia goccia, ad indicare l’abbondanza di sorgenti d’acqua. I comuni che fanno parte del Goceano sono Anela, Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule. Le principali risorse del suo territorio sono la cerealicoltura, praticata nel fondovalle, la pastorizia e lo sfruttamento forestale. In viaggio verso NuleUsciamo dal centro di Benettutti, dove si trova il Municipio, seguendo la via cagliari, che ci porta sulla SP7 in direzione est fuori dall’abitato, e, dopo meno di tre chilometri, raggiungiamo l’abitato del paese chiamata Nule, nel quale entriamo in via Roma. La strada è molto breve, dato che dal Municipio di Benettutti fino a quello di Nule abbiamo percorso appena 3,2 chilometri. Il comune chiamato NuleIl comune chiamato Nule (altezza metri 650 sul livello del mare, abitanti 1.276 al 31 dicembre 2021), che nelle antiche carte figura sotto il nome di Nuèl, è un piccolo paese famoso soprattutto per la produzione del tipico tappeto realizzato esclusivamente in modo artigianale. Oltre che per la tessitura, Nule si distingue per l’ottima produzione di formaggio pecorino, le gustose provolette e i dolci tipici. Inoltre, il territorio nei dintorni di Nule costituisce un bacino archeologico di grande rilevanza storica. La sua economiaL’economia di Nule è basata sull’agricoltura, con la coltivazione di cereali, foraggi e viti, accanto alla quale si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’artigianato locale è specializzato nella produzione di tappeti in lana grezza, tessuti su telai verticali ancora oggi simili a quello raffigurato su un vaso greco del sesto secolo avanti Cristo, quasi unici in Sardegna. Per questa sua particolarità, il tappeto a stuoia di Nule è il più significativo esempio di artigianato d’arte in Goceano, dato che si tratta di un tappeto a doppia faccia, in cui l’intreccio tra trama ed ordito origina un tessuto molto fitto, i cui versi sono tra loro esattamente identici ed opposti. Brevi cenni storiciNellla preistoria, già dal periodo Neolitico, forse anche da quello Paleolitico, il territorio di Nule è abitato da popolazioni che hanno raggiunto un elevato grado di civiltà, come è attestato dai numerosi Nuraghi, alcuni dei quali estremamente significativi come il Nuraghe di Voes, Giudicato da studiosi ed archeologi come uno dei meglio conservati fra quelli esistenti. Si ha ragione di supporre che la fondazione di Nule risalga al periodo dell’ultimo impero di Roma, o per lo meno al primo periodo medioevale. Nel periodo giudicale, il paese appartiene alla curatoria del Montacuto, che è compresa nel Giudicato del Logudoro. Dopo la fine del periodo giudicale il villaggio viene a lungo conteso tra gli Arborea, i Doria ed i Pisani che amministrano il Giudicato di Gallura. Nel 1339, dopo la conquista della Sardegna da parte degli Aragonesi, entra a far parte delle concessioni fatte da Pietro IV al Giudicato di Arborea, ed in seguito viene annesso a quest’ultimo. Nel corso dei secoli successivi, fa dapprima parte del feudo concesso alla famiglia dei Centelles, poi passa ai Borgia, quindi ai Pimentel e infine ai Tellez Giron, dai quali viene riscattato nel 1838. In periodo sabaudo, nel 1821 viene compreso nella Provincia di Ozieri, poi nel 1848, abolite le province, entra a far parte della divisione amministrativa di Sassari, per ritornare nella Provincia di Sassari nel 1859. Le principali feste e sagre che si svolgono a NuleA Nule, come in gran parte di tutta la Sardegna, la sera del 16 gennaio inizia la Festa di Sant’Antonio Abate, con il tradizionale falò in piazza, al quale seguono i festeggiamenti il successivo giorno 17 gennaio. Il 13 del mese di giugno si svolge la Festa denominata Santu Antoni de su ca su furriadu, nella quale si alternano riti religiosi, con la processione accompagnata da gruppi in costume e cavalieri, e festeggiamenti civili con manifestazioni folcloristiche e spettacoli di intrattenimento. Durante la Festa viene offerta la degustazione del saporitissimo formaggio filante, accompagnato da dell’ottimo vino del luogo. I giorni precedenti la Festa si preparano il formaggio ed il pane, che verranno benedetti e distribuiti, prima ai bambini, e successivamente al resto dei fedeli. Durante il mese di agosto si svolge l’importante mostra del Tappeto di Nule, durante la quale il pubblico può assistere alla tipica lavorazione del tappeto artigianale di Nule. Visita del centro di NuleEntriamo a Nule con la SP7, che arriva ad uno svincolo, dal quale prendiamo a sinistra e proseguiamo all’interno dell’abitato, dove la SP7 assume il nome di via Torino, che prosegue, poi, sulla via Roma. Il Municipio di NuleDalla via Torino prendiamo a destra la via del Rimedio, al lato della quale si apre una grande piazza sulla quale è affacciato l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Nule, che si posiziona al civico numero 1 della via Roma. La chiesa della Beata Vergine del Rimedioalla fine della via del Rimedio, sulla piazza che costeggia l’inizio della via Roma, si affaccia anche la piccola e bella chiesa dedicata alla Beata Vergine del Rimedio chiamata anche Su remediu, a una sola navata, con l’interno, la facciata e tutto l’esterno bianchi, ed il tetto a capanna sormontato da un campanile a vela. La costruzione, di particolare eleganza nella semplicità delle sue linee, si trova sul piazzale dal quale si gode un’ampia vista sulla pianura e sui monti del Goceano. Presso questa chiesa il 18 settembre si svolge la Festa della Madonna del Rimedio, caratterizzata da riti religiosi alla quale fanno seguito i festeggiamenti civili. La chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria BambinaProseguiamo lungo la via Roma, fino a prendere sulla sinistra la via Santa Maria, che poco più avanti si biforca, proseguendo dritta e svoltando a sinistra, ma con una deviazione a destra, in salita, che ci porta alla piazza sulla quale si affaccia la chiesa dedicata a Santa Maria Bambina consacrata alla Natività di Maria che è la chiesa parrocchiale di Nule. La chiesa, costruita in mattoni di granito, si ispira allo stile gotico aragonese del sedicesimo secolo sardo, ed è caratterizzata dai due campanili di cui uno, moderno, e l’altro, addossato sul lato che volge a settentrione, più antico, del seicento, unico nella zona perché a sezione circolare, con la particolare canna cilindrica leggermente rastremata, concluso da tre campaniletti a vela disposti intorno ad un singolare pinnacolo. Nell’abside dell’altare maggiore è presente un bel mosaico che rappresenta la Vergine che concepisce e partorisce un figlio. La chiesa potrebbe essere stata edificata nel 1601, data riportata sul fonte battesimale in granito, oppure il 1602, data dello splendido altare ligneo custodito nella Cappella di San Paolo, nel quale campeggia la figura di San Paolo, affiancato da quelle di Sant’Antioco e San Nicola. La tradizione vorrebbe che tale altare provenisse dalla vecchia chiesa di San Paolo, ubicata sul colle di San Paolo, nell’area del vecchio Cimitero del paese. Vi è custodito, anche, un bel simulacro di Santa Maria Bambina. All’interno della chiesa si possonoannirare i bei quadri di Antonio Caboni, nome illustre della pittura sarda dell’ottocento, che rappresentano la Madonna, le Anime del Purgatorio e la Natività di Maria. La Festa di Santa Maria Bambina, o della Natività di Maria, si svolge l’8 settembre ed anima il piazzale della chiesa, dopo i riti religiosi con la processione accompagnata dalla banda musicale, da gruppi folk e cavalieri. Seguono manifestazioni sportive, giochi e spettacoli vari. L’oratorio della Santa CroceLungo la prosecuzione sulla destra in salita della via Santa Maria che ci ha portato alla chiesa parrocchiale, al lato destro della strada, si trova l’ingresso della chiesa ed oratorio della Santa Croce ossia di Santa Rughe. Si tratta, probabilmente, di una delle più antiche Chiese del paese, dato che la sua costruzione viene fatta risalire al cinquecento. L’oratorio è la sede della Confraternita religiosa Penitenziale della Santa Croce, approvata con Bolla pontificia del 1616, ma esistente già dal 1576. Al suo interno, proprio sull’altare maggiore, è conservato un bel Crocefisso ligneo seicentesco, risalente all’epoca della fondazione della Confraternita, realizzato da uno sconosciuto intagliatore sardo. La chiesa di San PietroRitornati indietro, prendiamo la prosecuzione della via Roma verso est, che è la SP7 all’interno del centro abitato e che ci porta in piazza del Popolo, da dove proseguiamo sempre verso est sulla prosecuzione della SP7 che è via Cagliari. Sulla sinistra della via Cagliari, una deviazione ci porta alla piazza San Pietro, sulla quale si affaccia la chiesa di San Pietro ossia Santu Pedru, situata all’estremità settentrionale del paese. Edificata nel diciassettesimo secolo, in stile gotico aragonese, senza particolari pregi artistici, ospita comunque significative opere scultoree, tra le quali, dietro il bell’altare ligneo, una grande statua del Santo titolare. La chiesa ha la facciata con il portale sormontato da un arco in granito scolpito, e con il tetto a capanna sormontato da un campanile a vela. La chiesa di San Paolo è stata, nel tempo, testimone di antiche usanze, ormai, però, scomparse. Se una persona veniva sospettata di un furto si bestiame, veniva condotta alla chiesa di San Pietro, e qui doveva prestare giuramento su una specie di pietra sacra, chiamata Su zuramentone, custodita dall’Obriere della chiesa e portata per l’occasione. nel caso avesse giurato il falso, poteva venire, sull’istante, annientato da un fulmine. Si trattava di una specie di Ordalia, forse il ricordo di una usanza che era diffusa tra i Vandali ed i longobardi, che hanno, un tempo, dimorato nel Goceano e nel Logudoro, come anche in quasi tutta la Sardegna. La Palestra Comunale di NuleA fianco della chiesa di San Pietro si trova il grande edificio che ospita la Palestra Comunale di Nule. La chiesa dell’AssuntaPassata la palestra, prendiamo verso ovest la via Oristano, dalla quale svoltiamo a destra ed arriviamo sulla via Assunta, sulla quale si affaccia la chiesa dell’Assunta chiamata anche chiesa di Mesaustu. Si tratta di una chiesa del cinquecento che, in passato, è stata sede della parrocchia. Ha un impianto a tre navate separate da arcate a tutto sesto, coperte da capriate lignee. Da segnalare, all’interno, un altare ligneo di pregevole fattura. All’esterno, una scalinata conduce al portone di ingresso, al centro della facciata a capanna sormontata da un grande campanile a vela. Il 15 agosto a Nule si svolge la Festa della Vergine Assunta, caratterizzata da riti religiosi, ai quali seguono la processione e la sfilata di costumi e di cavalieri. La chiesa di San GiovanniLa via dell’Assunta conduce su via San Paolo, che prendiamo verso ovest, e che costeggia a sud il colle di San Paolo, del quale parleremo più avanti. Dalla sinistra della via San Paolo parte la via San Giovanni, sulla quale si affaccia la chiesa di San Giovanni ossia di Santu Zuanne, che si trova proprio sotto il colle di San Paolo. La devozione verso San Giovanni, tanto viva in questo centro, ha fatto sì che, dopo il crollo di una vecchia chiesa dedicata a questo Santo, ne sia stata subito costruita un’altra, rche è stata, successivamente, restaurata nel 1913 a cura di Giuseppe Senes, architetto nato a Nule al quale è dedicata la Biblioteca Comunale. Nella chiesa di San Giovanni si svolgeva, fino agli inizi del novecento, la cerimonia del Comparatico, una tradizione popolare risalente al periodo di dominazione dei Bizantini. Il più forte fra i vari comparatici è, infatti, quello di San Giovanni, in cui si affida la propria amicizia al Santo, ed i giovani si recavano presso questa chiesa per compiere il rituale che li avrebbe legati tra loro come Sos cCompares e sas Comares de Santu Zuanne. E, da quel momento in poi, si sarebbero dovuti dare, nei loro rapporti, del Voi al posto del Tu. Il belvedere di San PaoloA nord della chiesa di San Giovanni si trova il Colle di San Paolo detto Colle di Santu Paulu, nel quale si trovava l’antico Cimitero del paese, ossia il Campusantu ’etzu, dove, come racconta Alberto Ferrero della Marmora nel suo Itinerario della Sardegna, nel 1855 furono sepolte un centinaio di persone morte di colera. All’interno del Cimitero esisteva la chiesa romanica di San Paolo, di trachite rossa, della quale, ormai distrutta, rimane soltanto un’acquasantiera in granito, conservata nella chiesa dell’Assunta. La tradizione vorrebbe che da questa chiesa provenisse anche lo splendido altare ligneo custodito nella Cappella di San Paolo della chiesa parrocchiale, nel quale campeggia la figura di San Paolo, affiancato da quelle di Sant’Antioco e San Nicola. L’antico Cimitero è stato, nel tempo, sconsacrato e trasformato in parco pubblico. I nulesi tengono particolarmente a questo sito ricco di storia, che da una decina di anni è stato trasformato in belvedere, attrezzato con panchine e aree verdi, visto che, trovandosi a quota 655 metri, è un ottimo punto panoramico dal quale si può ammirare tutta la Catena del Goceano, i paesi de Sa Costera, il Castello di Burgos, e il vicino paese chiamato Benetutti. Il Cimitero di NuleTornati indietro lungo la via San Paolo, la seguiamo verso est fino a dove sbocca sulla via Assunta, che prendiamo verso sinistra, e che esce da nord ovest dall’abitato, e ci conduce davanti all’ingresso del Cimitero di Nule. Visita dei dintorni di NuleVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Nule, sono stati portati alla luce i resti delle Tombe di giganti Isporo I, e Isporo II; del Protonuraghe Duscamine; dei Nuraghi semplici Arile, Edutta, Elighe, Sa Menta, Tulidda; dei Nuraghi complessi laonidde, e Voes; ed anche dei Nuraghi Chirighina, Istelai, Serra Nurache, su Nuragheddu, Tomeone, tutti di tipologia indefinita. Il Campo da Calcio di NulePer raggiungere questo monumento, si prende la SP7 che esce da est dall’abitato, e che costituisce la strada provinciale Nule: bitti, e percorso un chilometro e mezzo dal Municipio, troviamo sulla sinistra l’ingresso del Campo da Calcio di Nule. I resti del Nuraghe complesso VoesProseguiamo fino al km 4,3, qui, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra un sentiero, in un terreno privato, chiamato Sa Mandra Manna, che seguiamo per circa cinquecento metri, e raggiungiamo il Nuraghe Voes. Il Nuraghe Voes chiamato anche Nurache Voes, che si trova a un’altitudine di 692 metri sul livello del mare, è il più rappresentativo tra quelli presenti sul territorio di Nule, ed è ancora integro nelle sue strutture fondamentali. Descritto da Mackenzie nel 1910, il Nuraghe si presenta come un Nuraghe complesso, del tipo trilobato, composto da un mastio centrale e tre torri unite da un bastione, con un cortile centrale, molto simile come tipologia al Nuraghe di Santu Antine di Torralba. Ha pianta con la forma di triangolo convesso. I muri esterni sono costituiti da bastioni alti sino a nove metri, al cui interno si trovano le torri e un piccolo cortile. Il mastio centrale si sviluppa su tre piani, dei quali il piano terra, con una camera circolare con volta a tholos e marginata da tre nicchie, è inaccessibile, mentre possiamo visitare interamente il primo piano percorrendo l’ampio corridoio, dal quale si accede alle quattro celle della torre centrale e delle tre torri laterali. La torre centrale conserva anche parte del secondo piano e la volta parzialmente crollata. La torre settentrionale è raggiungibile tramite un corridoio che parte dalla torre ad est, mentre il corridoio ad ovest che parte dalla torre settentrionale si arresta prima di arrivare alla torre ad ovest. Nel bastione trilobato, in ottime condizioni e con un mensolone che è ancora presente, la tholos della camera a sud est è ancora intatta, così come i corridoi del piano terra e primo piano. Ciò che accumuna questo Nuraghe al Sant’Antine, sono i grandi corridoi laterali sovrapposti, che collegano sui due piani le tre celle situate all’interno delle torri laterali. Scavi archeologici per portare alla luce i resti di questo Nuraghe sono stati effettuati nel 1997. La zona in cui sorge Nuraghe Voes è importante anche per alcuni ritrovamenti in essa effettuati. In particolare, un frammento di ceramica del periodo punico, e diverse monete di rame e argento risalenti all’epoca romana imperiale. I resti del Nuraghe IstelaiProseguiamo sulla SP7 per circa due chilometri e mezzo, poi prendiamo la traversa verso destra per una stradina campestre che seguiamo per circa un chilometro e mezzo, e vediamo il Nuraghe sulla sinistra. La zona in cui si trova il Nuraghe Istelai si trova nel punto di demarcazione tra il territorio Comunale di Nule, quello di Bitti e quello di Orune. Il Nuraghe Istelai edificato a 713 metri di altitudine, è di tipologia indefinita, ha comunque una struttura complessa, anche se non è possibile individuarne le caratteristiche. Quando ci si accosta ad esso, appare subito la mole compatta su cui primeggia il torrione centrale, crollato per metà. Si conserva solo una porzione del torrione, l’ingresso e l’interno che sono occupati, però, dalla massa dei detriti. Sulle mappe, questo Nuraghe risulta appartenente al territorio di Nule, mentre Torquato Taramelli lo aveva considerato appartenente al comune di Bitti. A nord ovest del Nuraghe, a una diecina di metri di distanza, all’interno del recinto, si trova una grande pietra che, considerando la forma, viene ritenuta una stele. È proprio la sua presenza a dare il nome al Nuraghe Istelai, che sta ad indicare il luogo delle stele. Tutto attorno sono evidenti i segni di un antico villaggio nuragico, nel quale è stata rinvenuta una bell’urna cineraria di bronzo con candella dello stesso metallo e altri oggetti, il che conferma l’importanza dl sito non solo nel periodo preistorico e nuragico ma anche in epoca romana. Il sito preistorico di Santu Lesei nel quale è stato rinvenuto il bronzetto di Nule che rappresenta un toro androcefaloNella parte più a nord del territorio di Nule, al confine con quello di Osidda, si trova il Sito preistorico di Santu Lesei. Non c’è più alcun Nuraghe, ma ci sono tracce evidenti di un villaggio nuragico, situato ai piedi un colle, sul quale si trova quasi intatto un piccolo Dolmen. Accanto all’ingresso del Dolmen si trova anche, in posizione orizzontale, un basso menhir, che era certamente posto come segno dell’ingresso del Dolmen stesso. Il sito di Santu Lesei è stato reso famoso dal ritrovamento casuale di uno strano e misterioso bronzetto nuragico che viene ormai chiamato Bronzetto di Nule e che rappresenta un Toro androcefalo. Il bronzetto, che oggi è custodito nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, è la rappresentazione di un mostro antropomorfo, metà toro e metà uomo, quasi un centauro in versione nuragica. O forse rappresenta il Boe Muliache, un uomo divenuto toro, mitico personaggio del folclore sardo. Ancora oggi, comunque, il significato del bronzetto di Nule è avvolto nel mistero. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, partendo da Benetutti andremo a visitare il paese chiamato Bultei con la sua foresta demaniale e con i siti archeologici che si trovano nei suoi dintorni, compreso quello di Is Argiolas dove è stata rinvenuta le navicella bronzea con protome di cervo e uccelli e cani sul parapetto e sulle colonnine. |