Bultei che visiteremo con la foresta demaniale ed i resti archeologici dove è stata rinvenuta la famosa navicella
In questa tappa del nostro viaggio, partendo da Benetutti andremo a visitare il paese chiamato Bultei con la sua foresta demaniale e con i siti archeologici che si trovano nei suoi dintorni, compreso quello di Is Argiolas dove è stata rinvenuta le navicella bronzea con protome di cervo e uccelli e cani sul parapetto e sulle colonnine. La regione storica del GoceanoIl Goceano (nome in lingua sarda Sa Costèra) è la regione della Sardegna centro settentrionale che comprende il tratto del bacino superiore del fiume Tirso, di fronte al quale si affaccia la catena montuosa che porta il nome della regione stessa. Secondo lo storico Giovanni Francesco Fara, il Goceano, in latino Gothiani, dovrebbe il suo nome ai Goti che vi si stabilirono, mentre secondo altri il termine Goceano, o Guttiánu, Deriverebbe da Gúttiu, ossia goccia, ad indicare l’abbondanza di sorgenti d’acqua. I comuni che fanno parte del Goceano sono Anela, Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule. Le principali risorse del suo territorio sono la cerealicoltura, praticata nel fondovalle, la pastorizia e lo sfruttamento forestale. In viaggio verso BulteiDal centro di Benetutti, prendiamo la SP22, che esce dall’abitato in direzione sud ovest. Percorsi tre chilometri, arriviamo a un bivio, dove la SP22 prosegue verso sinistra, mentre noi prendiamo a destra la strada che, in altri circa tre chilometri, ci porta, alla sinistra della strada, alle abitazioni della frazione Benetutti denominata Terme Aurora. Proseguendo, passiamo accanto alla stazione termale delle terme Aurora. Lo stabilimento termale di San Saturno e la chiesa campestre omonimaProseguendo per altri quattrocento metri dopo le terme Aurora, troviamo l’ingresso del secondo stabilimento termale, ossia le Terme di San Saturno che si trovano già in territorio di Bultei. I resti della costruzione delle terme romane di San Saturno, nelle quali l’acqua scorreva da circa 110 fonti, sono ancora visibili. i Romani hanno lasciato alcune tracce della loro permanenza sul territorio, come dimostra, tra l’altro, la piccola vasca di acqua termale, impreziosita da gradini di marmo, che si trova proprio di fianco all’odierno stabilimento termale. Di fronte all’ingresso delle terme di San Saturno, una strada sterrata porta alla chiesa campestre di San Saturno edificata alla sommità di un’altura nell’undicesimo secolo in stile romanico dagli abitanti di Usulvì o Usolvisi, paese abbandonato forse a causa di una pestilenza e andato distrutto già in epoca medioevale. Edificata nell’undicesimo secolo dai Pisani, nel 1164 viene stata donata dal Vescovo di Castro ai monaci Camaldolesi, che vi risiedono almeno fino al trecento o al quattrocento, come nel resto dell’Isola. La costruzione è realizzata interamente in trachite rossa, ha una sola navata, con abside a semicerchio e copertura in legno. Caratteristico è il campanile a vela situato sul lato posteriore della chiesa, al di sopra dell’abside. La chiesa, costruita sulle rovine di un preesistente Nuraghe, è da sempre sotto la giurisdizione ecclesiastica del parroco di Benetutti, anche se il territorio su cui si trova appartiene al comune di Bultei. Gli impianti sportivi intercomunaliLa strada, poi, svolta a destra, e prosegue verso nord ovest con il nome di SP86, passando tra gli impianti sportivi intercomunali che si trovano in territorio del comune di Bultei, ma sono stati realizzati dalla comunità Montana del Goceano. La SP22 poi diventa la SP86 e ci conduce a BulteiA circa dodici chilometri e mezzo da quando siamo partiti da Benetutti, si va ad immettere sulla SS128bis, proveniente da nord ovest, e che, in circa un chilometro, ci conduce in centro a Bultei. Dal Municipio di Benetutti a quello di Bultei abbiamo percorso 13,6 chilometri percorrendo la SP22 e poi la SP66. Possiamo raggiungere anche Bultei seguendo la SP7 e poi la SS128bisEsiste un’altra strada per raggiungere Bultei provenendo da Benetutti. Dal centro di Benetutti è possibile riprendere la strada che ci ha portato in questo paese provenendo da Pattada, ossia la SP7 verso nord ovest, e seguirla per circa cinque chilometri e mezzo, fino a dove si incrocia la SS128bis. La prendiamo verso sinistra, ossia verso sud ovest, e, dopo meno di otto chilometri, arriviamo al centro del paese chiamata Bultei. Dal Municipio di Benetutti a quello di Bultei abbiamo percorso 13,5 chilometri percorrendo la SP7 e poi la SS128bis. Il comune chiamato BulteiIl comune chiamato Bultei (pronuncia Bultèi, nome in lingua sarda Burtei, altezza metri 509 sul livello del mare, abitanti 841 al 31 dicembre 2021) è un antico centro agropastorale con la caratteristica posizione delle case che si arrampicano sui fianchi di un’angusta valle. Un ruscello la divide in due rioni, che sono denominati, quello più basso, a nord ovest, Bidda, e quello più alto del paese, a sud est, Orriata. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 241 a un massimo di 1.141 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome di Bultei indica la concia delle pelli. La sua economiaDal punto di vista economico, il suo avvenire è legato allo sviluppo degli stabilimenti termali che si trovano tra Bultei e Benetutti, ed allo sviluppo delle risorse della montagna. Bultei conserva le antiche usanze, i costumi e le tradizioni di un tempo. Brevi cenni storiciÈ detto il territorio di Bultei fosse già abitato nell’età neolitica, e lo dimostrano i numerosi Nuraghi e le domus de janas sparsi nel suo territorio. I Nuraghi presenti in agro di Bultei sono cinque. È probabile che la fondazione dell’attuale abitato sia di poco anteriore all’anno mille. In periodo medioevale Bultei fa parte della Curatoria di Anela, e nelle fonti medioevali appare con in nome di Gulsei, in seguito trasformato in Bultei, come è accaduto per altri centri, anche del Goceano. Nel suo territorio sorgeva il paese chiamato Usulvì, che andò distrutto nel primo periodo medioevale, e nel quale era presente un convento dei Camaldolesi, ai quali il Vescovo di Castro, nella seconda metà del dodicesimo secolo, cedette la vicina chiesa di San Saturno con una forte rendita. Fino all’inizio del novecento rimanevano ancora visibili, a nord del paese, i resti di due antichi centri abitati, che si crede siano stati annientati dalle pestilenze verso la fine del periodo medioevale. Passata, poi, sotto il Giudicato d’Arborea, e successivamente sotto il controllo degli Aragonesi, Bultei viene incorporata nella conte del Goceano e, successivamente, diventa un feudo regio aragonese. Le principali feste e sagre che si svolgono a BulteiCome in altri paesi della Sardegna, anche a Bultei il 17 gennaio si svolge la Festa di Sant’Antonio Abate, una Festa con il tradizionale falò in piazza la sera della vigilia, intorno al quale il paese si riunisce per degustare l’ottimo vino novello e i dolci locali. Visita del centro di BulteiL’abitato, interessato da espansione edilizia, è disposto a forma di Anfiteatro intorno al corso del rio Tortu. Entriamo in Bultei da est con la SS128bis, che, all’interno del centro abitato, assume il nome di via Gian Pietro Becciu Ozieri, che poi, dopo l’incrocio con via Roma, diventa la via Nazionale. Il Municipio di BulteiSeguiamo la via Gian Pietro Becciu Ozieri e, prima che diventi la via Nazionale, troviamo sulla destra l’inizio della via 4 Novembre, nella quale, al civico numero 10, si trova l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Bultei. La lingua sarda, così come correntemente usata nella comunità, è la lingua del comune e delle sue istituzioni, ed ha pari dignità con la lingua italiana e, salvo l’uso della lingua italiana negli atti aventi valore giuridico nell’ordinamento della repubblica, gli atti stessi possono essere scritti nella lingua della comunità. La chiesa parrocchiale di Santa MargheritaSeguendo la via 4 Novembre, prendiamo la prima stretta traversa verso destra, che ci porta alla chiesa di Santa Margherita che è la chiesa parrocciale del paese ed è dedicata alla Santa patrona di Bultei. Una pietra ci ricorda, nella sua iscrizione, il 1595 come l’anno di edificazione della vecchia chiesa parrocchiale, che, pur non avendo uno stile architettonico particolare, nella sua semplicità si inseriva nel contesto del centro abitato. Ai lati della navata centrale, si trovavano le cappelle dedicate ai Santi più venerai dalla comunità, ed, inoltre, la facciata era abbellita da un artistico rosone, posto sopra il portone principale. Agli inizi degli anni settanta del novecento, è stata demolita la vecchia chiesa parrocchiale ed edificata quella nuova, con uno stile estremamente insolito. Sia pure menzionato nelle riviste di architettura moderna, il nuovo edificio appare decontestualizzato e avulso dal resto dell’abitato. L’aula, che richiama la tenda del popolo d’Israele, è molto buia, ed anche quel poco di luce che traspare, viene veicolato con molta fatica dalle vetrate che appaiono insufficienti. A Bultei, il 19 e venti del mese di luglio si svolge la Festa di Santa Margherita, che è la Festa della Santa patrona, caratterizzata da riti religiosi e festeggiamenti civili, con spettacoli folcloristici. La piccola chiesa dedicata a San SebastianoNello stesso quartiere si trova anche la piccola chiesa dedicata a San Sebastiano del seicento, all’interno della quale viene conservata una statua lignea molto antica del Santo. Presso questa chiesa, il 20 gennaio si svolge la Festa di San Sebastiano. La sera precedente viene offerta ai presenti una cena a base di carne di maiale, e la serata si conclude con uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Il giorno venti gennaio, giorno della festa, si svolge la celebrazione della messa, durante la quale vengono bendedette le arance, al cui albero, secondo la tradizione, sarebbe stato legato il Santo per essere martirizzato. I pochi ruderi della Stazione ferroviaria dismessa di BulteiUscendo al centro di Bultei con la SS128bis verso est in direzione di Pattada, passate le ultime case dell’abitato, a circa un chilometro dal Municipio di Bultei, troviamo i pochi ruderi della Ex Stazione ferroviaria di Bultei, della linea che collegava Tirso con Chilivani, che era stata originariamente edificata in prossimità del punto in cui la linea ferroviaria tornava ad attraversare la SS128 bis prima di dirigersi in aperta campagna. Al fabbricato passeggeri era annesso sul lato in direzione di Anela il piano caricatore con relativa tettoia, davanti alla quale terminava il tronchino per le operazioni di trasbordo. Di entrambi gli edifici, già irreparabilmente rovinati dall’usura e dai vandali, oggi non rimane più alcuna traccia in quanto pochi anni fa sono stati completamente rasi al suolo al fine di prevenirne il crollo, oltre che per evitarne l’uso come discarica abusiva. Il Cimitero di BulteiDal centro di Bultei, proseguendo lungo la via Nazionale, che è la continuazione nell’abitato della SS128bis, troviamo, all’uscita a sud est dal paese, alla sinistra dells trada il Cimitero di Bultei. Visita dei dintorni di BulteiVediamo che cosa si trova nei dintorni di Bultei. La chiesa dedicata alla Madonna dell’AlturaDi fronte all’ingresso del Cimitero di Bultei, alla destra della SS128bis parte la SP36 per Nughedu San Nicolò, una strada molto bella, che si muove tra splendidi boschi. Percorsi poco più di nove chilometri su questa strada, arriviamo a bivio, nel quale prendiamo a destra la SP161 che condice verso la zona artigianale di Pattada. Percorso circa un chilometro sulla SP161, troviamo la chiesa dedicata alla Madonna dell’Altura ossia alla Nostra Signora de S’Altura chiamata in lingua sarda Sa Cresiedda, che sorge ad una altitudine di 1000 metri. Costruita su iniziativa di papa Pio nonno negli anni ‘30 del novecento, esternamente è totalmente realizzata in granito, rendendola, nella sua semplicità, sia pure di modeste dimensioni, solenne e piena di fascino. La chiesa è incastonata all’interno di un agglomerato di piccole case, che sembrano farla appartenere a un piccolo villaggio. Presso questa chiesa, il 16 ed il 17 di agosto si svolge la Festa di Nostra Signora de S’Altura, durante la quale alle manifestazioni religiose seguono quelle civili, con l’offerta di un pranzo all’aperto a tutti i partecipanti. La foresta demaniale di Fiorentini con al suo interno la foresta Sa FraigadaCi troviamo già all’interno della Foresta di Fiorentini che rappresenta il più importante esempio di foresta montana sopravvissuta nel centro nord dell’isola, e che fa parte delle loreste demaniali del Goceano, suddivise in tre sezioni. Si tratta, da nord verso sud, della Foresta di Fiorentini, nel comune di Bultei della Foresta di Anela, nel comune omonimo, e della Foresta del monte Pisanu, nei comuni di Bono e Bottidda. L’accesso alle loreste è libero e, mentre vi è proibita la caccia, è possibile campeggiarvi entro aree indicate dall’Azienda. Ciò giustifica l’inserimento delle foreste demaniali del Goceano nell’elenco dei 114 Siti di Importanza comunitaria, che la regione ha proposto alla comunità Europea, al fine di tutelare il patrimonio naturalistico ambientale dell’Isola. Percorrendo una pista forestale si arriva alla caserma Morelli, nel cuore della foresta di Fiorentini, dove è presente un punto informazioni e un’area parcheggio. All’interno della foresta demaniale di Fiorentini si trova la Foresta Sa Fraigada. Di grande interesse paesaggistico e naturalistico è, infatti, la località Sa Fraigada, nella quale si trova il fabbricato della colonia Sa Fraigada, e si trovano anche varie fonti. Sono, inoltre di grande interesse paesaggistico e naturalistico anche le località Su labiolaiu, Su Tassu, Sa Pruna, dove si trova anche una Tomba di giganti, e Monte Unturzu, il cui nome del paese ricorda la passata presenza dell’avvoltoio grifone. Queste località sono facilmente raggiungibili dalla caserma forestale di Fiorentini, che raggiungiamo proseguendo per poco più di otto chilometri dopo il bivio che ha portato alla chiesa della Madonna dell’Altura, e che si trova ai limiti settentrionali dell’area Comunale di Bultei, quasi confinante con quella di Nughedu San Nicolò. Di fronte alla caserma forestale di Fiorentini, immersa nella foresta, si trova la piccola Cappella dedicata alla Madonna di Fatima presso la quale, il 13 del mese di maggio, si svolge la Festa della Madonna di Fatima. L’interesse principale delle foreste demaniali del Goceano è dato, oltre che dalla loro estensione, dall’esistenza di specie botaniche rare, la sopravvivenza di un manto boschivo che qualche secolo fa doveva caratterizzare l’intero paesaggio della montagna sarda, come la roverella, il tasso e l’agrifoglio. Convivono con queste, anche specie non autoctone, che si sono, però, ben acclimatate, come il cedro atlantico e il pino laricio. In un ambiente singolare per vastità e bellezza, è possibile un’agevole escursione, data la presenza di comode strade e sentieri che portano a vedere molte specie di piante, ed anche una notevole fauna, ossia il cinghiale, la martora, la volpe, la donnola, i colombacci, le pernici, i merli, gheppi, poiane, lo sparviero e l’albanella reale. I resti del Nuraghe NurchiddaDal centro di Bultei, torniamo indietro con la SS128bis verso nord est in direzione di Pattada, e, dopo poco più di sei chilometri, vediamo sulla destra della strada il Nuraghe Nurchidda. È un Nuraghe complesso, di cui però rimane in buone condizioni solo la torre centrale con la camera che ha ancora la copertura a tholos. L’interno della struttura è inaccessibile perché l’ingresso è ostruito dai crolli. La navicella di Bultei rinvenuta in località Is ArgiolasSono numerosi i siti archeologici situati nel territorio di Bultei. Nei dintorni di Bultei, in località Is Argiolas o Bonotta, sono state rinvenute due navicelle bronzee, una con protome bovina e una, ancora più bella, Con protome di cervo e uccelli e cani sul parapetto e sulle colonnine entrambe conservate oggi nel Museo Nazionale Archeologico di Cagliari. Nella seconda navicella, estremamente significativa è la presenza dei cani, segno che gli autori della navicella forse già li conoscevano. Nell’Iglesiente, vicino a Ploaghe e in poche altre zone, vivono oggi gli ultimi esemplari di levrieri sardi, una specie con antichissime origini ed oggi a rischio di estinzione. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, partendo da Bultei proseguiremo sulla SS128bis che ci porterà a raggiungere il paese chiamato Anela con la sua foresta demaniale e la necropoli di Sos Furrighesos. |