Oniferi borgo agricolo con nei dintorni la necropoli di Sas Concas, il Nuraghe Ola, la necropoli e il Nuraghe Brodu
In questa tappa del nostro viaggio, da Orani ci recheremo nel borgo agropastorale di Oniferi che visiteremo con i diversi siti archeologici che si trovano nei suoi dintorni. La regione storica del Nuorese o Barbagia di Nuoro o Barbagia di BittiIl Nuorese (nome in nuorese Su Nugorèsu, in logudorese Su Nuorèsu), indicato da alcuni anche con il nome di Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti, è una regione storica della Sardegna nord orientale. In periodo giudicale il suo territorio apparteneva per lo più al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Dore-Orotelli. In realtà oggi per Nuorese si intende un territorio molto più ampio, che comprende anche parte dei territori che in periodo giudicale appartenevano alle curatore di Bitti e di Orosei-Galtellì, nel Giudicato di Gallura. I comuni che ne fanno parte sono Bitti, Lula, Nuoro, Onani, Oniferi, Orani, Orotelli, Orune, Osidda, Ottana, e, secondo molti, ed anche secondo noi, al Nuorese apparterrebbe anche il comune di Sarule. Secondo alcuni vi apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che, a nostro avviso, appartiene invece alla Barbagia di Ollolai, dato che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Il Nuorese è costituito da luoghi, paesi, tradizioni, enogastronomia, artigianato artistico, musica e cultura, che si sviluppano nei paesaggi dei paesi del comprensorio barbaricino, richiamati nelle opere letterarie del Nobel per la letteratura Grazia Deledda. In viaggio verso OniferiUsciamo da Orani uscendo sulla SS128 e proseguendo verso nord, e, dopo poco più di un paio di chilometri, raggiungiamo il borgo agropastorale di Oniferi. Dal Municipio di Orani a quello di Oniferi abbiamo percorso solo 3,7 chilometri. Il borgo agropastorale chiamato OniferiIl comune chiamato Oniferi (nome in lingua sarda Onièri, altezza metri 478 sul livello del mare, abitanti 873 al 31 dicembre 2021) è situata nella parte centrale della Provincia di Nuoro, ai confini con quella di Sassari, a nord della Barbagia Ollolai, tra i comuni di Orotelli, Benetutti e Orani. È facilmente raggiungibile con la SS128 Centrale Sarda, il cui tracciato ne attraversa il territorio. L’abitato sorge in un territorio assai ricco di siti archeologici di epoca pre-nuragica e nuragica ed è uno dei centri in cui è più viva la tradizione del canto a tenore. La parlata oniferese è tra le più conservative della lingua sarda. Origine del nomePer quanto riguarda l’origine del nome di Oniferi, il nome del paese, che nella dizione locale si presenta come Oniveri o come Onieri, è considerato di derivazione preromana, ma la sua effettiva origine è sconosciuta. Nell’interpretazione di alcuni studiosi, la sua denominazione potrebbe derivare dal vocabolo fenicio Hon, che indicava la ricchezza e l’abbondanza, ma non vi sono motivi che giustifichino una tale interpretazione. La sua economiaL’economia di Oniferi si basa sulle tradizionali attività agricole e zootecniche, oltre chesu una discreta produzione industriale. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante: si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive e frutta. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, caprini, ovini, equini e avicoli. Il settore industriale fa registrare piccole attività produttive, che operano nei comparti lattiero caseario, dell’abbigliamento, dei materiali da costruzione ed edile. Modesta è la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le principali mete turistiche della zona, Oniferi offre, a quanti vi si rechino, la possibilità di effettuare rilassanti passeggiate e di visitare gli interessanti siti archeologici sparsi sul suo territorio. Un motivo di attrazione per gli amanti della natura, a poca distanza dall’abitato, è dato dalla possibilità di raggiungere agevolmente il monte Funtaneddas, Oltre agli importanti santuari di San Francesco e di San Paolo, che sono mete di numerosi pellegrinaggi. Brevi cenni storiciSi tratta di un comune collinare che affonda le sue origini nella preistoria, dato che il territorio nel quale sorge è stato abitato dai Sardi primitivi, come dimostrano i numerosi resti di età preistorica che si trovano nei suoi dintorni. Sottoposto, in seguito, alla dominazione romana, durante il periodo medioevale viene compreso nel Giudicato di Logudoro, facendo parte delle curatoria di Sarule. Nel corso del quattordicesimo secolo entra sotto il controllo del Giudicato di Arborea. Nel corso del quindicesimo secolo viene conquistato dagli Aragonesi, che, due secoli più tardi, la comprendono nel Marchesato di Orani e la cedono in feudo ai De Silva e, successivamente, ai Fadriguez Fernandez. La sua storia successiva non presenta avvenimenti di particolare rilievo. In periodo repubblicano, del comune di Oniferi nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Alcuni dei principali personaggi nati a OniferiTra i principali personaggi nati a Oniferi, citiamo il bandito ottocentesco Tommaso Virdis. A Oniferi il 10 gennaio 1864 nasce il bandito Tommaso Virdis definito Il terrore delle campagne, che viene condannato alla reclusione per oltraggio e tre volte per furto qualificato, ed anche più volte viene assolto per rapine e furti qualificati, avendo saputo trovare false testimonianze a suo favore. Viene ucciso, con i fratelli Serra Sanna, di Nuoro, e con il latitante Giuseppe Pau, di Oliena, il 10 luglio 1899, quando a Morgogliai, un’impervia località fra Orgosolo e Oliena, vengono impegnati in un conflitto a fuoco con oltre Duecento fra Carabinieri e fanti. Quando muore, sulla testa di Tommaso Virdis è posta una taglia di 8mila lire. Di Virdis non esiste la riproduzione del volto, come di molti altri banditi ottocenteschi non esistono o non sono mai state rinvenute fotografie che lo mostrino in vita. Quando muore, sulla testa di Tommaso Virdis è posta una taglia di 8mila lire. Di Virdis non esiste la riproduzione del volto, come di molti altri banditi ottocenteschi non esistono o non sono mai state rinvenute fotografie che lo mostrino in vita. Allo scontro finale è dedicato il volume Caccia Grossa di Giulio Bechi, pubblicato dalla Ilisso Edizioni di Nuoro. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a OniferiA Oniferi operano il Gruppo Folk Sant’Anna, i tenores del gruppo Tenore di Oniferi, ed il Coro di Oniferi, che si esibiscono nelle diverse feste cittadine. Non si segnalano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero richiamare visitatori dai dintorni, comunque, a Oniferi, è ripresa da qualche anno il 20 gennaio la Festa di San Sebastiano; successivamente nviene festeggiato il Carnevale con la sfilata de Su Maimones; a metàdel mese di giugno si svolge il torneo delle Morra; la Festa patronale, in onore di Sant’Anna, si celebra il 26 luglio; il primo sabato di settembre di ogni anno si svolge la tradizionale corsa con gli asinelli il 25 ottobre la Festa di San Gavino. Il Carnevale di Oniferi con su MaimonesLe maschere tipiche del Carnevale di Oniferi, scomparse alla fine degli anni ’50 del novecento e recuperate da una decina d’anni grazie alla tradizione orale tramandata dagli anziani del paese e all’apporto di alcuni studi, sono Su Maimones il cui nome deriva dal greco Mainomai, che indica l’essere posseduto, e che era l’epiteto del dio Dioniso, che veniva chiamato Mainoles, ossia il pazzo, il furioso Questo termine viene impiegato, assieme al termine Mamuthone, che presenta la stessa radice, in diversi paesi della Barbagia proprio per indicare le maschere che, rifacendosi al culto dionisiaco, impersonano i seguaci del dio o il dio stesso, simbolo di ebbrezza ed estasi. I Maimones, a differenza di altri personaggi dei carnevali barbaricini, non coprono il viso con travestimenti lignei ma lo rendono irriconoscibile annerendolo con la fuliggine ricavata dal sughero bruciato. Su Palu de Sos VichinaosA Oniferi, il primo sabato di settembre di ogni anno, si svolge Su Palu de Sos Vichinaos il tradizionale Palio degli asinelli, nel quale ciascun fantino rappresenta uno dei dieci rioni del paese, che sono Untana, Sae lovicu, Preda Manna, Su Camin’e Orane, Monte Ormina, Santu Juvanne, Bia e susu, Sos Eremos, Sant’Anna, Su Nodu e Sant’Antoni. I fantini si sfidano per conquistare Sa Pandela, uno stendardo dipinto e decorato dall’artista Pina Monne di Irgoli. Come da regolamento, al Palio possono partecipare solo fantini locali, con la casacca dei colori del proprio vicinato, e devono montare a pelo. Visita del centro di OniferiL’abitato è interessato da una espansione edilizia, e si estende nella vallata compresa tra la Serra di Orotelli e il ciglio dell’altopiano della Barbagia di Ollolai. Il Municipio di OniferiEntriamo all’interno di Oniferi da sud, provenendo da Orani con la SS128, che all’interno del centro abitato assume il nome di via Nazionale. Dal certello indicatore del paese chiamata Oniferi sulla SS128, percorriamo circa cinquecento metri sulla via Nazionale, che percorre l’abitato da sud e nord. Passati i cinquecento metri, prendiamo subito a destra una strada che porta in direzione della chiesa parrocchiale, e che ci porta in piazza del Popolo, dove, al civico numero 4, si trova l’edificio nel quale si trovano la sede e gli uffici del Municipio di Oniferi. La chiesa parrocchiale di Sant’AnnaDalla piazza del Popolo, prendiamo la prosecuzione della strada che ci ha portato ad essa, e su questa strada si affaccia l’imponente chiesa dedicata a Sant’Anna che è la chiesa parrocchiale di Oniferi, che si trova in piazza del Popolo, al civico numero 1. La chiesa principale del paese, risalente secondo alcuni scritti al quattrocento, è situata al centro del paese. Di essa, nel 1901, è stato trasformato il coro ed è stata realizzata la cupola, e successivamente, nel 1912, è stata ulteriormente restaurata, trasformata e nuovamente consacrata, come si evince dalla scritta in latino presente in fondo alla chiesa. Nel 1941 vengono sistemati i gradini dell’altare, in cemento e graniglia, e l’ultima importante opera di ristrutturazione e ammodernamento avviene nel 2005. L’interno della chiesa è costituito da tre navate, con tetto a volte solide, e con il pavimento in marmo bianco e nero. Purtroppo è andato distrutto il pregevole quadro dell’altare maggiore, opera del pittore sardo Andrea Lussu eseguito nel 1614, che rappresentava la patrona Sant’Anna. Ad Oniferi la Festa patronale in onore di Sant’Anna, si celebra il 26 del mese di luglio, con la processione che porta per le vie del paese il simulacro della Santa, cui seguono i riti religiosi, dopo i quali si svolgono manifestazioni civili. La ex parrocchiale di Santu Bainzu, ossia San GavinoTornati sulla via Nazionale, proseguiamo per una ventina di metri, e prendiamo a destra la via Fratelli Cambosu, che, in una sessantina di metri, ci porta alla cinquecentesca Ex parrocchiale di Santu Bainzu ossia San Gavino, che si trova alla sinistra della strada, ed è stata la chiesa principale di Oniferi fino agli anni dal 1885 al 1890. L’antica chiesa di San Gavino, eretta nel quindicesimo secolo, è circondata da un prato, è di grande pregio artistico, e presenta quattro parti di diversi periodi. Si tratta di una costruzione bassa e semplice, della quale nel tempo è stato modificato l’utilizzo: l’ingresso si trova oggi dove un tempo era l’altare e viceversa. In questa modifica, per aumentare lo spazio del presbiterio, è stata ridotta l’area della chiesa dedicata al culto, ed è stato aggiunta, dalla parte opposta, al presbiterio, una struttura un poco più alta che termina con una piccola torre e con una croce. L’interno della chiesa ha la copertura realizzata con un tetto in legno, e al suo interno sono presenti diverse cappelle. restaurata ed in parte trasformata nel 1901, è stata di nuovo restaurata nel settembre del 1938, quando è stata realizzata la copertura in tegole della cupoletta, ristrutturata la sacrestia, e costruito un nuovo altare maggiore, che fino ad allora era realizzato in legno. recentemente è stata nuovamente ristrutturata, e sono stati riportati alla luce particolari molto interessanti. Nella ex chiesa parrocchiale di San Gavino si celebra, il 25 ottobre, la Festa di San Gavino, con i riti religiosi seguiti da manifestazioni civili. La chiesa scomparsa di San SebastianoIl comune chiamato Oniferi anticamente era suddiviso in numerosi rioni con numerose parrocchie rionali. Tra queste, nell’attuale zona di Sae lovicu, sorgeva una piccola chiesa dedicata a San Sebastiano ossia di Santu Sebostianu, della quale parla uno scritto risalente al 1608 e riguardante una visita pastorale effettuata dal Vescovo di Alghero monsignor Nicolò Cannavera, che testimonia la presenza di una chiesa con due salette e varie cappelle. Nonostante i vari sforzi, purtroppo oggi non è rimasto niente di questa costruzione se non qualche pilastrino o qualche pietra ancora in sito, e le testimonianze di alcuni anziani che ricordano di aver conosciuto nella loro gioventù una cappella. Ma la devozione a San Sebastiano non è mai venuta meno, tanto che gli abitanti di quel rione hanno fortemente voluto riconquistare quel Santo mai dimenticato e al quale la comunità ogni anno offriva una messa. Infatti, all’inizio del 2007, gli abitanti di Sae lovicu hanno voluto riportare a casa il loro protettore, ed ora una Piccola statua di San Sebastiano offerta dai fedeli e situata nella sua nicchia, si trova in un punto di passaggio in cui i suoi devoti possono fermarsi e offrire una preghiera. Per raggiungere la piccola statua di San Sebastiano, di fronte alla chiesa di San Gavino prendiamo la strada che la costeggia sulla destra, che è la via Giacomo Matteotti, e la seguiamo per quasi duecentocinquanta metri, dove la strada sbocca sulla via Antonio Gramsci, che prendiamo verso sinistra. alla sinistra di questa strada si trova il quartiere Sae lovicu. Seguiamo la via Antonio Gramsci per circa sessanta metri poi prendiamo a sinistra la via Cagliari ed, in venti metri, troviamo, alla sinistra della strada, la nicchia che contiene la piccola statua di San Sebastiano. È stato ripreso il culto, interrotto ormai da diversi secoli, di San Sebastiano, del quale rimangono le testimonianze storiche. La Festa di San Sebastiano si svolge la data della sua Festa liturgica, il 20 gennaio, su iniziativa degli abitanti del rione Sae lovicu, e prevede una processione dalla chiesa parrocchiale alla statua di San Sebastiano, riti religiosi e manifestazioni civili. Il Campo da Calcio di OniferiDalla chiesa di San Gavino, torniamo verso il centro dell’abitato riprendendo la via Fratelli Cambosu, che, in una sessantina di metri, ci riporta sulla via Nazionale, che prendiamo in direzione nord ovest e ci porta fino fuori dall’abitato. Seguiamo la via Nazionale per duecentocinquanta metri, poi, seguendo le indicazioni per il Campo Sportivo, prendiamo verso destra una strada che, in poco più di duecento metri, ci porta al Campo da Calcio di Oniferi. Il Cimitero di OniferiDalla chiesa di San Gavino, riprendiamo la via Fratelli Cambo su verso la destra, e la seguiamo per una sessantina di metri, poi svoltiamo a destra in una strada stretta, che assume ancora il nome di via Fratelli Canbosu. Dopo un centinaio di metri, questa strada incrocia la via del Cimitero, che prendiamo verso sinistra, e che, in una cinquantina di metri, ci porta davanti al Cimitero di Oniferi. Visita dei dintorni di OniferiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Oniferi, sono stati portati alla luce i resti delle necropoli Brodu, Sas Concas; del Nuraghe semplice Ola; ed anche dei Nuraghi Basonilo, Brodu, Carbai, Colobrargia, Corodda, Curtu, Ghitirro, Ianna Ormica, Istorilo, lotzomu, Moddorocco, Muros de Mancosa, Murtas, Oraschile, Predosu, Sa Tanca Manna, S’Ederosu, S’Iscopa, Soloai, Sos Conzinos, Tanca de su Carru, Tiddatzi, Tuppa lidone, tutti di tipologia indefinita. La chiesa campestre di Nostra Signora della paceDal Municipio di Oniferi, ci riportiamo sulla via Nazionale, ossia sulla SS128, e la prendiamo verso sud, che uscirà dall’abitato in direzione di Orani. La seguiamo per meno di duecento metri, poi prendiamo verso destra la via della Madonna della pace, che esce in direzione ovest e, in 1,7 chilometri, ci porta sulla collina di Soloai, alta 539 metri, dove si trova il parco della Madonna della pace, un bel parco all’interno del quale si trova la chiesa campestre di Nostra Signora della pace intitolato alla Madonna regina Pacis. All’interno del parco, oltre alla chiesa campestre si trovano le strutture adibite alla conservazione delle attrezzature ed alla cucina, da utilizzare per la Festa in onore della Madonna della pace, che si tiene presso questa chiesa campestre l’ultima domenica di maggio, con un pellegrinaggio dalla chiesa parrocchiale di Oniferi, cui seguono riti religiosi e manifestazioni civili. La frazione Sos EremosDal Cimitero di Oniferi, proseguiamo lungo la strada che ci ha portato ad esso per circa seicentocinquanta metri, dove questa strada sbocca su quella che porta dalla SS128 alla località Sos Eremos. Prendiamo questa strada verso destra per circa duecento metri, ed arriviamo alla frazione Oniferi denominata Sos Eremos (altezza metri 439, distanza in linea d’aria circa 1,3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 65), costituita da abitazioni situate alla destra ed anche a sinistra di questa strada. I resti della necropoli di Sas ConcasUsciamo dal paese proseguendo verso nord sulla SS128 e, dopo circa due chilometri, incrociamo la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese, ossia Diramazione centrale Nuorese, che a sinistra porta a Ottana ed a destra a Nuoro. Poco prima dell’incrocio con la SS131 di Carlo Felice, subito prima di una curva verso destra, sulla sinistra della strada un cartello indica l’area archeologica che comprende la Necropoli di Sas Concas. La necropoli è costituita da venti domus de janas pluricellulari, che fanno di essa probabilmente la più estesa di tutta la Barbagia, dove le tombe si trovano isolate o raggruppate in piccolo numero. Quasi tutte le tombe portano incise sulle pareti e nel pavimento delle coppelle, nelle quali probabilmente venivano deposte le offerte per i defunti. Numerose tombe hanno anche portelli con cornici scolpite. Nella prima tomba sono incisi sulle pareti dei graffiti, che raffigurano il capovolto, che troviamo anche in altre necropoli dello stesso periodo. È forse la stilizzazione dell’uomo a testa in giù, ed è interpretato come rappresentazione del trapasso dalla vita alla morte, la rappresentazione del volo dell’essere umano verso il mondo capovolto dell’aldilà. La necropoli viene datata intorno al 2700 avanti Cristo nel periodo della Cultura di Filigosa. I resti del Nuraghe semplice Ola con il fenomeno della luce dal foro apicaleSuperato l’incrocio con la SS131 di Carlo Felice, proseguiamo sulla SS128 per circa un chilometro, e vediamo sulla sinistra della strada il Nuraghe Ola compreso in un recinto al quale si accede con un cancello. È un Nuraghe semplice monotorre, di medie dimensioni, edificato in tempi diversi ed in diverse fasi costruttive. La parte inferiore del Nuraghe è realizzata con pietre di grandi dimensioni. La parte centrale è, invece, formata da pietre piccole tutte di uguali dimensioni. E la parte finale, in alto, è a sua volta realizzata in modo diverso dalle altre due, ma è oggi completamente diroccata. Il Nuraghe Ola conserva, comunque, la tholos integra, ad eccezione della lastra superiore di chiusura. Attorno al Nuraghe si trovano i resti delle capanne che costituivano il villaggio nuragico. Il fenomeno della Luce dal foro apicale, così definito dal Gruppo Ricerche Sardegna, si verifica nei Nuraghi nei quali il sole, nel giorno del solstizio d’estate, raggiunge una determinata altezza, un sottile raggio di luce penetra attraverso il foro ricavato dai costruttori all’apice della tholos del Nuraghe, attraversa tutta l’ampia volta e va ad illuminare la base della camera, oppure una nicchia presente nella camera stessa. |
Nel Nuraghe Ola di Oniferi, il giorno del solstizio d’estate, si può osservare il suggestivo fenomeno del sole che, dal foro apicale della camera quasi completamente oscura del Nuraghe, penetra correndo inclinato sulla parete della stanza circolare illuminandola con un fascio di luce. E, quando l’astro è allo zenit, il sole illumina il centro della nicchia centrale, nella quale un tempo poteva essere ospitata la sepoltura di una persona importante, forse un eroe nuragico. Si fa anche l’ipotesi che nella nicchia si posizionasse il sacerdote per essere investito dalla luce sacra. Infatti ancora oggi, l’individuo presente nella nicchia è come se brillasse di luce propria, e se poi indossa una maglia colorata, lo stupore è assicurato, dato che la luce, rifrangendosi, dipinge le pareti dell’uno o dell’altro colore. Il costruendo Centro Didattico AmbientaleProseguendo sulla SS128, dopo circa un chilometro questa si immette sulla SS129, che prendiamo verso destra, in direzione di Orotelli. Percorsi meno di cinquecento metri, vediamo, alla sinistra della strada, il cantiere del Costruendo Centro Didattico Ambientale una strattura Comunale anni in costruzione, dalle caratteristiche simili a un enorme Nuraghe: una rilettura delle forme antiche in ottica moderna e funzionale, che si sposa perfettamente con il contesto ambientale valorizzandolo. I lavori di costruzione erano iniziati, erano previsti laboratori di ricerca didattica e sperimentale, aule studio, Biblioteca multimediale, sala congressi, ma il progetto si è arenato, ed i lavori non sono starti mai conclusi. Al punto che il ministero dell’Interno ha riChiesto al comune di Oniferi la restituzione allo Stato e all’Unione Europea dei 700mila euro, che qualche anno fa aveva ricevuto per realizzare il Centro Didattico Ambientale. La Stazione ferroviaria di OniferiProseguendo per circa un chilometro sulla SS129 in direzione di Orotelli, troviamo alla destra della strada l’edificio nel quale è ospitata la Stazione ferroviaria di Oniferi che si trova sulla linea ferroviaria che collega la stazione di Macomer con quella di Nuoro. Il fabbricato viaggiatori, in discrete condizioni di conservazione, mantiene l’originale architettura fascista degli anni trenta, quando è stata realizzata, con, nella facciata davanti al piazzale interno, tre ingressi al pianterreno e tre finestre in quello superiore. La stazione, con due binari per il servizio viaggiatori, è ormai impresenziata, ma in essa è stato recentemente ammodernato l’armamento. I resti della necropoli e del Nuraghe BroduLungo la SS129, a metà strada tra il cantiere del costruendo Dentro Didattico Ambientale e la stazione di Oniferi, prendiamo sulla destra la SP47 verso Benetutti, fino alla pietra miliare che indica il chilometro 1, dove troviamo l’area archeologica che comprende la necropoli e il Nuraghe Brodu. Per accedervi dobbiamo attraversare terreni delimitati da muretti bassi e dobbiamo guadare un torrentello. Sul costone, sulla sinistra della strada, vediamo le quattro domus de janas che costituiscono la Necropoli Brodu. La prima tomba è la meglio conservata. Un grande dromos porta a un’ampia anticamera, che ha nella parete di fondo l’ingresso alla camera funeraria, costituito da una porta con la cornice scolpita e sormontata da un bassorilievo che rappresenta doppie corna sovrapposte. Dalla camera funeraria principale si accede ad altre due celle di minori dimensioni. La seconda tomba è simile come struttura alla prima, ma è crollata la parete esterna dell’anticamera. Probabilmente per questo, il rilievo con le doppie corna non è ben conservato, ma è ancora visibile. Le altre due tombe non sono ben conservate. Sulla sommità del costone, in posizione dominante rispetto al terreno circostante, troviamo il Nuraghe Brodu. È un Nuraghe di tipologia indefinita situato a 403 metri di altezza, probabilmente si trattava di un Nuraghe monotorre, ma la muratura è crollata su un lato e la torre è in parte interrata, al punto che non è possibile vederne neppure l’ingresso. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo da Oniferi lungo la SS128, e quindi prenderemo a sinistra la SS129 che ci porterà a Orotelli La paese noto per il suo Carnevale, caratterizzato dalle maschere tradizionali dei famosi Sos Thurpos. |