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Orotelli, patria dello scrittore Salvatore Cambosu, famoso per il suo Carnevale con le maschere di Sos Thurpos


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo da Oniferi lungo la SS128, e quindi prenderemo a sinistra la SS129 che ci porterà a Orotelli La paese noto per il suo Carnevale, caratterizzato dalle maschere tradizionali dei famosi Sos Thurpos.

La regione storica del Nuorese o Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti

La Barbagia di NuoroIl Nuorese (nome in nuorese Su Nugorèsu, in logudorese Su Nuorèsu), indicato da alcuni anche con il nome di Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti, è una regione storica della Sardegna nord orientale. In periodo giudicale il suo territorio apparteneva per lo più al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Dore-Orotelli. In realtà oggi per Nuorese si intende un territorio molto più ampio, che comprende anche parte dei territori che in periodo giudicale appartenevano alle curatore di Bitti e di Orosei-Galtellì, nel Giudicato di Gallura. I comuni che ne fanno parte sono Bitti, Lula, Nuoro, Onani, Oniferi, Orani, Orotelli, Orune, Osidda, Ottana, e, secondo molti, ed anche secondo noi, al Nuorese apparterrebbe anche il comune di Sarule. Secondo alcuni vi apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che, a nostro avviso, appartiene invece alla Barbagia di Ollolai, dato che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Il Nuorese è costituito da luoghi, paesi, tradizioni, enogastronomia, artigianato artistico, musica e cultura, che si sviluppano nei paesaggi dei paesi del comprensorio barbaricino, richiamati nelle opere letterarie del Nobel per la letteratura Grazia Deledda.

In viaggio verso Orotelli

Da Oniferi, proseguiamo verso nord sulla SS128 Centrale Sarda per circa 5,8 chilometri, dove sbocca sulla SS129 Trasversale Sarda proveniente da Nuoro, che prendiamo sulla sinistra, in direzione di Macomer.

La Stazione ferroviaria di Orotelli

Orotelli-La Stazione ferroviaria di OrotelliSulla SS129 proveniente da Nuoro, percorsi quasi cinque chilometri e mezzo, all’altezza del chilometro 61.4, poco prime dei resti della casa Cantoniera Signora Marta, alla sinistra della strada si trova la Stazione ferroviaria di Orotelli, della linea che collegava Macomer con Nuoro. L’area ferroviaria è stata di recente completamente rifatta, sia nei fabbricati e banchina che nei binari. Il fabbricato viaggiatori, rimodernato nell’intonaco esterno, si presenta nel tipico stile delle stazioni del periodo fascista degli anni trenta, con tre ingressi sulla facciata rivolta verso il piazzale interno della stazione e tre corrispondenti finestre al piano superiore. Sul lato in direzione Macomer è presente il doppio ingresso delle ritirate, oltre al pozzo per l’acqua in passato destinata al rifornimento delle locomotive a carbone. Nei pressi della stazione è situata l’area di sosta destinata agli autobus del servizio sostitutivo dell’ARST-Ferrovie di Sardegna.

Proseguendo verso Orotelli

Passata la Stazione ferroviaria, passiamo accanto alla casa Cantoniera Signora Marta, che si trova sulla destra della strada, proseguiamo altri cinquecento metri, poi deviamo a sinistra sulla SS537 di Ghilarza che, dopo circa due chilometri, ci porta alla frazione Mussinzua, un rione nuovo che si trova proprio vicino al centro storico di Orotelli, e, a tutti gli effetti, fa parte del paese. Proseguendo, dopo circa un chilometro e mezzo, ci troviamo all’interno del centro storico di Orotelli. Dal Municipio di Oniferi a quello di Orotelli abbiamo percorso 13,5 chilometri.

Il comune chiamato Orotelli

Orotelli-Veduta dell’abitatoOrotelli-Stemma del comuneIl comune chiamato Orotelli (nome originale Oroteddi, altezza metri 406 sul livello del mare, abitanti 1.894 al 31 dicembre 2021) è un centro agropastorale posizionato nella parte centrale della Provincia di Nuoro, a circa diciotto chilometri dal capoluogo, ai confini con quella di Sassari, nell’alto bacino del fiume Tirso. Facilmente raggiungibile dalla SS537 di Ghilarza, che ne attraversa il territorio, sorge in posizione collinare, al margine di un altopiano caratterizzato da rocce granitiche di modeste dimensioni, detto Serra di Orotelli, ossia Sa Serra, che si trova a nord del centro abitato. Il terreno sul quale si è sviluppato l’abitato è caratterizzato da una piega concava del terreno, da nord est verso sud ovest, in direzione della piana di Ottana. A causa di questa particolare conformazione, l’abitato è diviso in due nuclei, separati da tale piega del terreno. Il rione nuovo, costituito dalla frazione Mussinzua, nato agli anni trenta del novecento, e che continua a svilupparsi verso nord, in direzione della SS129, ed il rione più antico, ossia la parte alta di Orotelli con il centro storico, che si sviluppa attorno alla chiesa dedicata a San Giovanni Battista.

Origine del nome

Il nome Orotelli potrebbe derivare dal greco Oros, che vuol dire monte o altura, e Tello, che significa nasco o prendo origine, e starebbe, quindi, ad indicare un luogo posto in altura, o, secondo un’altra interpretazione, poterebbe derivare da una voce latina, che starebbe a significare terra d’oro, perché ricca di grano e piante da frutta. L’interpretazione più attendibile è, comunque, quella che farebbe risalire l’origine del nome del paese al nome di un probabile latifondista romano di nome Ortellius. Studi più recenti portano, invece, a ritenere che la sua denominazione derivi da un termine fenicio, che indicherebbe protetto, con riferimento alla posizione geografica dove sorge il paese.

La sue economia

Orotelli-Il dolce tipico 'Su Pistiddu'Orotelli ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo importante, dato che si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva, olive e frutta. Il paese è famoso per la qualità del suo grano duro, tanto che nel 1892 vinse il primo premio in Italia nella rassegna svoltasi a Venezia. Accanto al lavoro dei campi è praticato l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. L’industria è costituita da poche piccole aziende che operano nel solo comparto edile, e modesta è anche la presenza del terziario. Orotelli-'Sos Cambales', gli stivali barbaricini in cuoioIn campo artigianale, i calzolai di Orotelli sono maestri nella realizzazione de Sos Cambales, i famosi stivali barbaricini in cuoio. «I migliori vengono realizzati qui e a Orune», dicono con orgoglio gli anziani del paese di Cambosu, ed ancora oggi c' chi li realizza secondo tradizione. Orotelli è un luogo ricco di tradizioni, devozione religiosa e magici riti carnevaleschi, tra i pi suggestivi dell’Isola. Tra le specialità gastronomiche di Orotelli va citato Su Pistiddu, un dolce tipico della tradizione orotellese che originariamente veniva preparato in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il quale ha la forma di una focaccia rotonda e piatta di colore giallo paglierino, ripiena di sapa o miele, scorze di arancia ed altri aromi caratteristici che rendono questo dolce raffinato ed irresistibile.

Brevi cenni storici

Il centro risale al periodo preistorico, particolarmente al periodo nuragico, di cui sono state rinvenute diverse testimonianze archeologiche nel suo territorio. L’origine dell’abitato risale al periodo medioevale, e la tradizione orale tramanda un’antica leggenda, secondo la quale un pastore, che aveva perduto il suo bestiame, dopo una lunga ricerca lo ritrova ad abbeverarsi ad una fontana, denominata Iscatthai, che ora è un rione di Orotelli, e ne rimane tanto meravigliato da trasferirsi con la sua famiglia proprio nei pressi di questa, dando origine al primo nucleo abitativo. Comunque, Orotelli nel periodo medioevale fa parte del Giudicato del Logudoro, nella Curatoria di Sarule. La più antica documentazione che lo attesta si trova nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, ed il suo nome è presente anche nel Codex Diplomaticus Sardiniae risalente al 1139, nel quale viene citato un Vescovo di Ortilli di nome Ugone, che dona la chiesa di San Pietro in Ollin, che è l’odierna chiesa campestre San Pietro di Oddini, al monastero di San Salvatore di Camaldoli. Orotelli è stata la cattedra vescovile temporanea del Vescovo di Othana, l’odierna Ottana, tra il 1116 e il 1139, come dimostra il fatto che il nome del villaggio non viene mai citato nelle Rationes Decimarum Italiae, Sardinia, pubblicate nel quattordicesimo secolo. Passa in seguito sotto il Giudicato di Arborea, e nel 1409 passa sotto il dominio aragonese. Nel 1617 viene incorporato nel Marchesato di Orani, passato ai De Silva ne segue le vicissitudini, fino al 1839, quando, nel periodo della dominazione sabauda, venne riscattato al demanio dello stato. Passato sotto il regno d’Italia, nel periodo repubblicano, del comune di Orotelli, nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari a quella di Nuoro.

Personaggi che sono nati a Orotelli

A Orotelli sono nati nel 1895 il giornalista e scrittore Salvatore Cambosu, autore, tra l’altro, di Miele amaro, una ampia raccolta di materiale storico, etnologico e poetico sulla Sardegna; e nel 1915 il poeta e scrittore Nunzio Cossu. Tra gli altri personaggi nati a Orotelli, citiamo Francesco Falchetto, protagonista del film di Salvatore Mereu Sonetàula.

Salvatore CambosuSalvatore Cambo su in un ritratto di Foiso FoisNel 1895 nasce a Orotelli il giornalista e scrittore Salvatore Cambosu. Conseguita a Nuoro la maturità classica e il diploma di maestro elementare, si trasferisce prima a Padova e poi Roma dove frequenta l’università senza laurearsi. Rientrato in Sardegna, si dedica prima all’insegnamento, si trasferisce poi in maniera definitiva a Cagliari, dove si afferma come scrittore e giornalista. Il primo romanzo, Lo Zufolo, è del 1932. A Cagliari collabora con diversi giornali, tra cui Ichnusa e L’Unione Sarda, che nel 1934 gli pubblica a puntate il romanzo Il carro. Nel 1954 pubblicata il suo capolavoro, Miele amaro, una ampia raccolta di materiale storico, etnologico e poetico sulla Sardegna. Antonio Pigliaru lo definisce «il fatto più rilevante della cronaca letteraria sarda degli ultimi decenni» e Gonnario Pinna vede in esso «un bastimento carico di spezie e di fiabe, di essenze di storia, d’immagini preziose e di racconti, di miele e di poesia». Nel 1955 esce Il Supramonte di Orgosolo, un’inChiesta giornalistica sul banditismo sardo. Due anni dopo pubblica Una stagione ad Orolai, nel quale descrive la vita del pastore attraverso un personaggio bambino, segnalato dalla giuria al premio Grazia Deledda del 1954. La sua è una Sardegna vista nel momento della transizione fra la conservazione del proprio passato e la proiezione verso il nuovo ed il futuro. muore a Nuoro, nel novembre del 1962.

Lettura di 'Miele amaro' di Salvatore Cambosu Lettura di 'Terre al solè di Salvatore Cambosu Il volume che comprende 'l’anno del campo selvatico' e 'Il quaderno di Demetrio Gunales’ di Salvatore Cambosu

Vengono pubblicati postumi nel 1984 I Racconti; nel 1992 Una stagione a Tharros, Due stagioni in Sardegna e Lo sposo pentito; nel 1995 Terre al sole; nel 1999 L’anno del campo selvatico ed Il quaderno di don Demetrio Gunales.

Ritratto di Numzio Cossu nella Biblioteca Comunale di OrotelliNel 1915 nasce a Orotelli il poeta e scrittore Nunzio Cossu. Dopo diversi libri scritti in epoca fascista, Nunzio Cossu esordisce come poeta nel 1947 con la raccolta di liriche E rivedrò l’alba?, alla quale segue, nei primi anni ’50, la raccolta intitolata Caino. Nonostante viva a Roma, il poeta mantiene con Orotelli uno stretto legame culturale che traspare anche dalle sue opere. Lo scrittore orotellese, che è anche critico letterario, muore a Roma nel 1971 a soli 55 anni, a pochi mesi dal conferimento da parte del Presidente della repubblica Giuseppe Saragat della medaglia d’argento per i benemeriti della cultura e dell’arte, e viene sepolto nel Cimitero del Verano. A Nunzio Cossu è stata dedicata la Biblioteca Comunale di Orotelli.

Francesco FalchettoNel 1991 nasce a Orotelli Francesco Falchetto detto Chicco, che fa parte dell’associazione Maschere Etniche dei Thurpos, suona l’organetto diatonico e canta a tenore. Riproduzione integrale del film 'Sonetàula' di Salvatore Mereu con protagonista Francesco FalchettoRiproduzione integrale dello sceneggiato per la Rai 'Sonetàula' di Salvatore Mereu con protagonista Francesco FalchettoNel 2006 il regista Salvatore Mereu lo scrittura appena quindicenne per il ruolo di Sonetàula nel suo film omonimo, che racconta il ragazzo che nel 1938 reagisce ad un’ingiustizia e quasi senza accorgersene si ritroverà brigante nascosto sulla montagna, costretto a rinunciare a tutto, poi la vendetta e la tragedia inevitabile. Viene realizzato in due versioni, una cinematografica ed un’altra televisiva più completa, che verrà trasmessa dalla Rai nel 2008 in due puntate. Il film viene presentato al Festival di Berlino, ottiene la nomination al Nastro d’Argento e al David di Donatello, ed il protagonista Francesco Falchetto vince un Globo d’Oro ed anche il premio come miglior attore al Roma Fiction Fest.

Dopo il successo nel film Sonetàula, Francesco Falchetto recita nello sceneggiato televisivo Amore Criminale del 14 settembre 2015 su Rai 3, dove veste i panni dell’assassino di Dina Dore, avvenuto nel 2008 a Gavoi. In seguito, nel 2017, è il protagonista del corto Sotto terra di Mohamed Hossameldin, presentato fuori concorso nella sezione Short Film al Festival di Cannes, e vince il Best Actor Award al Caorle Film Festival. In questo corto interpreta Stefano, che lavora in un parcheggio sotterraneo, ossessionato dalla sensazione di essere invisibile per i suoi clienti. E nel 2018 recita una piccola parte in diverse puntate di Romazo Famigliare su Rai 1, dove interpeta l’aspirante sottotenente Piras. Sempre nel 2018 recita una piccola parte il Figlia mia, che racconta una storia ambientata nella Sardegna rurale e assolata basata sul triangolo figlia e due madri, quella naturale mezza sciroccata e quella che se ne è presa cura pur tra diverse insicurezze.

Riproduzione integrale dello sceneggiato Rai 'Amore criminalè del 14/9/2015 con la partecipazione di Francesco Falchetto Filmato con alcune scene del corto 'Sotto terra' di Mohamed Hossameldin Scene dello sceneggiato Rai 'Romanzo Famigliarè del 2018 con la partecipazione di Francesco Falchetto Versione integrale del film 'Figlia mia' di laura Bispuri

Nel 2020, dopo una breve interpretazione nel corto Lasciami andare di Roberto Carta, recita come coprotagonista nel corto Male Fadàu di Matteo Incollu, ambientato a Baunei, che racconta di Padoreddu, il matto del villaggio, che una notte ruba una radio da un aereo da guerra tedesco, precipitato tra le montagne, ma una misteriosa e inquietante voce emerge dalla radio e dal passato, e incomincia a perseguitarlo, tanto che viene tormentato dal compaesano Angelo, intepretato da Francesco Falchetto.

Versione integrale del corto 'Lasciami andarè di Roberto Carta Versione integrale del corto 'Male Fadàu' di Matteo Incollu Aggius: il film 'Il muto di Gallura' del 2021 con la regia di Matteo Fresi Alcune scene del corto 'Fradi Miu' di Simone Contu

In seguito, nel 2021 recita la parte di Andrea Vasa nel film Il Muto di Gallura di Andrea Fresi, una storia di morte e di vita, di oblio e vendetta, con una squadra di attori indimenticabili, che racconta la vita del bandito ottocentesco Bastiano Tansu, noto appunto come il Muto di Gallura. Nel 2022 recita nel corto Fradi miu, di Simone Contu girato in alcune zone dell’Ogliastra, la storia di un bambino che vede il fratello maggiore interpretato da Francesco Falchetto morire ammazzato, nel quale crescendo il dolore resta sempre vivo, così come l’odio verso l’assassino di suo fratello.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Orotelli

A Orotelli sono attivi l’Associazione Culturale e Folkloristica Gruppo Folk di Orotelli, ed, alle manifestazioni folkloristiche partecipa, solitamente, anche il Carro a buoi Nataliu Ortu. Svolge la sua attività anche il gruppo di tenores denominato Tenore Terra ’e Oro. Nelle loro esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale degli uomini e delle donne di Orotelli.

Orotelli-Sfilata del 'Gruppo Folk di Orotelli' Orotelli-Sfilata del 'Carro a buoi Nataliu Ortu' di Orotelli a Nuoro il 25 agosto 2013 Orotelli-Esibizione del gruppo di tenores denominato 'Tenore Terra  e Oro'

Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Orotelli vanno citati il 16 e 17 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate; a Carnevale la manifestazione denominata Su Carrasecare Orotellesu, nella quale Orotelli ritrova le antiche maschere della tradizione contadina scomparse nel 1850; per la Pasqua si svolgono i riti della Settimana Santa; l’8 maggio si svolge la Festa religiosa della Madonna di Pompei; la domenica di Pentecoste, solitamente a maggio, si svolgono i Festeggiamenti in onore dello Spirito Santo, che è uno dei due Santi patroni di Orotelli; il 24 giugno si svolge la Festa religiosa di San Giovanni Battista, chiamata Festa di Santu Janne de Lampadas, che è l’altro Santo patrono di Orotelli; il 29 giugno, presso l’omonima chiesa campestre, si svolge la Festa di San Pietro; a metà agosto, la manifestazione del Carnevale Estivo; il 21 agosto, data delle sua morte, si celebra la Festa di San Lussorio; il 28 agosto si svolge la seconda Festa di San Giovanni Battista; l’8 settembre, presso l’omonima chiesa campestre, si svolge la Festa religiosa della Madonna di Sinne; nel mese di ottobre anche Orotelli partecipa alla manifestazione Autunno in Barbagia.

Orotelli-Manifestazioni per il Carnevale di Orotelli Orotelli-La Festa della Madonna di Pompei Orotelli-Festeggiamenti in onore dello Spirito Santo Orotelli-Manifestazioni per il Carnevale Estivo di Orotelli Orotelli-Festa di San Lussorio Orotelli-Festa di San Giovanni Battista Orotelli-Autunno in Barbagia

La Festa di Sant’Antoni ’e Su Vocu

Anche a Orotelli, il 16 e 17 gennaio, si svolge la Festa di Sant’Antonio Abate, chiamata Sant’Antoni ’e Su Vocu, che prevede che i giovani dal nome Antonio accatastino la legna raccolta nei boschi al centro della piazza di Sant Antonio, nel centro storico del paese, e in quella della parrocchia dello Spirito Santo che è la parrocchia del quartiere Mussinzua. Nella sera del 16, dopo la benedizione del sacerdote, vengono accesi i grandi falò in onore di Sant’Antonio. La Festa celebra la prima uscita nel paese delle maschere tradizionali dei Thurpos. Dopo il rito religioso, infatti, intervengono i Thurpos, gli orbi con i visi ricoperti di fuliggine e i vestiti di orbace nera, danzando intorno al fuoco con i loro riti ancestrali e propiziatori per la buona annata e dando inizio al Carnevale.

Orotelli-La festa di Sant’Antonio Abate con la prima uscita dei Thurpos Orotelli-Falò di Sant’Antonio e la prima uscita dei Thurpos

Vengono distribuiti a tutti i partecipanti Su Pane Tundu e Su Pistiddu, preparati in precedenza dalle massaie e benedetti durante il rito religioso. La serata ha termine con la degustazione della carne e dal tradizionale piatto di fave con lardo, Su Concale, accompagnata da un buon vino. Il 17 gennaio si svolgono le cerimonie religiose in onore di Sant’Antonio Abate.

Il Carnevale di Orotelli chiamato su Carrasecare con la sfilata di Sos Thurpos

Nuoro-Museo delle Maschere Tradizionali: i Thurpos e l’Eritaju di OrotelliMamoiada-Museo delle Maschere Mediterranee: i Thurpos di OrotelliMeno conosciuto, ma importante come il Carnevale di Mamoiada e quello di Ottana, il Carnevale di Orotelli, chiamato in lingua Su Carrasecare Oroteddesu, durante il quale il paese ritrova le antiche maschere della tradizione contadina scomparse nel 1850, che vede sfilare la domenica ed il marted grasso per le vie del paese Sos Thurpos, ossia gli orbi. Sono maschere che rappresentano personaggi ciechi e storpi. Indossano un abito di velluto e gambali, hanno il viso annerito con la fuliggine del sughero bruciato, Su Zizziveddu, e con questo perdono la propria identità umana e, attraverso la simbiosi uomo-animale, si trasformano e mimano le varie fasi del lavoro contadino. Il viso annerito viene nascosto nel cappuccio del pesante pastrano d’orbace, detto Su Gabbanu, simile a quello portato dai pastori nella stagione fredda. Sopra il pastrano, portano ad armacollo una cinghia di campanacci. I Thurpos Boes procedono appaiati come buoi sotto il giogo, legati in vita con una fune, tenuta da un terzo Thurpu che li guida pungolandoli. Il Thurpu Vrailarzu, ossia il fabbro, finge di ferrare i Thurpos Boes, mentre altri Thurpos trascinano un aratro seguiti da seminatori che cospargono la strada di crusca. La scena più caratteristica è Sa Tenta, la cattura, che prevede che il pastore dia l’ordine ai buoi di caricare una vittima, che viene legata e portata in un bar dove, per essere liberata, deve offrire da bere. Il Carnevale di Orotelli-Carnevale di Orotelli-La sfilata dei 'Thurpos’Dal 1993, ripresa dalla tradizione dopo essere stata dimenticata per molto tempo, è ricomparsa anche la maschera di S’Eriattaju ossia il cacciatore di ricci, che per alcuni studiosi potrebbe essere riconducibile ad antichi rituali di iniziazione sessuale. Egli porta sul viso una benda di tela rossa ed indossa un saio bianco, sotto il quale cela una collana di cuoio, cui sono applicati tappi di sughero ricoperti di pelli di riccio con aculei. Durante il rito, egli insegue le donne, le cattura e le abbraccia così forte, tanto da pungere loro il seno con gli aculei, simboleggiando così la metafora della penetrazione e fecondazione connessa con i rituali di propiziazione di una futura annata agraria. Le foto del Carnevale ci sono state fornite dall’amico Francesco Falchetto, che è presente in molte di esse e che ci ha autorizzato alla loro pubblicazione.

I riti della Settimana Santa

I Riti della Settimana Santa prevedono, il giovedì e il venerdì Santo, lungo le vie del paese, la Via crucis vivente. Si tratta di una vera e propria ricostruzione teatrale della Passione di Cristo, interpretata da figuranti locali vestiti con abiti ispirati all’epoca in cui visse Gesù. Gli orotellesi partecipano all’evento con devozione, commossi da questo rito suggestivo. La partenza è prevista in serata dalla chiesa dello Spirito Santo, nel rione di Mussinzua. Da qui il corteo percorre la lunga strada in salita fino alla chiesa di San Giovanni Battista. Lungo il tragitto vengono rappresentate le scene della Passione, ossia l’orazione e la cattura di Gesù nell’orto degli ulivi, il processo davanti a Pilato, gli incontri con Veronica e Simone il cireneo, ed infine l’incontro di Gesù con sua madre e le pie donne. Il giovedì sera nella chiesa di San Giovanni Battista, nel rito di S'Incravamentu, viene fissato il Cristo con i chiodi alla croce eretta davanti all’altare. Dopo la Via crucis vivente, viene proposto il rito di S’Iscravamentu, ossia la deposizione del Cristo dalla croce, e molto suggestivo è il canto di Su Perdonu, eseguito da tutti i presenti durante la processione del Cristo morto, che, una volta adagiato su una lettiga, viene portato al sepolcro, allestito nella chiesa di Sant’Antonio, nel centro storico nel paese. Il corpo del Cristo morto rimane esposto fino al pomeriggio del sabato Santo. In tarda serata viene celebrata la solenne veglia pasquale, nella chiesa dello Spirito Santo. In seguito, la domenica di Pasqua, si svolge la cerimonia di S’Incontru, per la quale due processioni, una con la Madonna ancora vestita a lutto e una col Cristo Risorto, partono dalle due parrocchie per formare un unico corteo ed incontrarsi in piazza Su Palu, nel centro del paese, accompagnate dal suono delle campane a festa e dagli spari dei fucilieri. Segue la messa solenne celebrata dal parroco nell’antica chiesa romanica di San Giovanni Battista.

Orotelli-La cerimonia di S’Incontru Orotelli-La cerimonia di S’Incontru

Visita del quartiere Mussinzua di Orotelli

Entriamo a Orotelli con la SS537 di Ghilarza, passando prima per il suo quartiere Mussinzua, all’interno del quale la strada statale assume il nome di via della repubblica. Il rione, realizzato a partire dagli anni trenta del novecento, è diventato negli ultimi anni la direzione principale dello sviluppo urbano del vecchio nucleo abitato, ed è al centro dell’attenzione di tutto il paese e dei visitatori che vi arrivano. Prendiamo la via della repubblica e, passata dopo circa cinquecento metri la traversa a sinistra denominata via Emilia, questa strada cambia il proprio nome in via della Vittoria.

La chiesa parrocchiale dello Spirito Santo

Percorsi duecento metri sulla via della Vittoria, troviamo alla sinistra della strada la piazza Primo Maggio. Passata la piazza Primo Maggio prendiamo a sinistra la via Trieste, che, in cento metri, ci porta a vedere, sulla sinistra, uno slargo chiamato piazza Spirito Santo, sul quale si affaccia la chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, ossia di S'Ispiridu Santu, costruita sulle rovine di una chiesa aragonese del quattordicesimo secolo. Si tratta di una chiesa moderna, come moderno è tutto l’abitato di Mussinzua. La chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, è una struttura in granito dalle forme moderne e lineari, con una grande cupola piramidale al centro, il cui indirizzo è lungo la prima traversa a sinistra, che è la via Guirgio Asproni.

Orotelli-La chiesa parrocchiale dello Spirito Santo Orotelli-Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo: facciata Orotelli-Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo: giardino

Sul lato destro dell edificio si innalza il campanile, anch esso dalla linea piuttosto moderna, con campane nella parte superiore. Anche l’interno è molto moderno, e sopra l’altare si vedono quattro belle vetrate con immagini sacre.

Orotelli-Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo: interno Orotelli-Chiesa parrocchiale dello Spirito Santo: l’altare

Orotelli-Festa dello Spirito Santo: processioneNella piazza dove si affaccia la moderna chiesa parrocchiale, la domenica di Pentecoste, solitamente a maggio, si svolge la Festa dello Spirito Santo, patrono del rione di Mussinzua, nell’ambito della quale si svolgono i festeggiamenti civili e religiosi. Dopo una novena prepatoria, nell’ambito della quale il giovedì si tiene l’adorazione eucaristica e la Messa omelia, nel giorno di Pentecoste si svolgono i festeggiamenti religiosi con la Santa Messa solenne, e la processione che accompagna il quadro dello Spirito Santo per le vie del quartiere, con la partecipazione dei cavalieri e dei gruppi folk. Si svolgono anche festeggiamenti civili nella piazza di fronte alla chiesa parrocchiale.

Il Campo di calcetto dell’oratorio don Giovannino Succu

Passata la chiesa parrocchiale, proseguiamo lungo la via Trieste e, dopo la piazza Spirito Santo, svoltiamo a destra in via Giorgio Asproni, che, dopo quasi duecento metri, sbocca sulla via pace. alla destra della via Asproni, prima dell’incrocio con la via pace, si trova il cancello che permette l’accesso al Campo di calcetto dell’oratorio don Giovannino Succu, un campo di calcio a cinque con fondo in erba sintetica. Si tratta del campo da calcetto dell’oratorio don Giovannino Succu, della parrocchia dello Spirito Santo a Mussinzua, realizzato nel nome del piccolo Andrea Carboni, un bambino di Orotelli morto nel 2015 di leucemia a soli dieci anni.

Orotelli-Campo Sportivo Comunale: ingresso Orotelli-Campo Sportivo Comunale: il campo da calcio

Il Cimitero di Orotelli con la chiesa del Santissimo Salvatore

Dove la via Giorgio Asproni sbocca sulla via pace, la prendiamo verso sinistra, e, in centotrenta metri, raggiungiamo il Cimitero Comunale di Orotelli, che si trova alla destra della strada.

Orotelli-Verso l’ingresso del Cimitero di Orotelli Orotelli-Cimitero di Orotelli-Ingresso

All’interno del Cimitero Comunale, si trova la chiesa del Santissimo Salvatore, la quale era un tempo una chiesa rurale del sedicesimo secolo, ed ora è inglobata all’interno del Cimitero. La chiesa ha un presbiterio ampio, diviso dall’aula centrale attraverso un arco a sesto acuto.

Orotelli-Verso l’ingresso che porta alla chiesa del Santissimo Salvatore Orotelli-Chiesa del Santissimo Salvatore: facciata

Il Campo Sportivo Comunale di Orotelli

Passati davanti al Cimitero, da via pace prendiamo a sinistra la via Siena, che, in meno di cento metri, ci porta di fronte al Campo Sportivo Comunale di Orotelli, nel quale si trova un Campo da Calcio con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 240 spettatori.

Orotelli-Campo Sportivo Comunale: ingresso Orotelli-Campo Sportivo Comunale: il campo da Calcio

Dal Campo Sportivo Comunale, riprendiamo indietro la via pace e ritorniamo sulla via della Vittoria, che prendiamo verso sinistra e che ci porta all’interno del centro storico di Orotelli.

Visita del centro storico di Orotelli

La peculiarità del centro storico di Orotelli è la robustezza delle abitazioni costruite proprio con pietra granitica locale. Ripresa indietro la via pace, a quasi trecento metri dal Cimitero Comunale ritorniamo sulla via della Vittoria che, presa verso sinistra, in quattrocentocinquanta metri ci porta all’interno del centro storico di Orotelli, dove assume il nome di corso Vittorio Emanuele II. Incontriamo per prime le abitazioni edificate tra i graniti che circondano il paese.

Orotelli-Abitazioni edificate tra i graniti Orotelli-Abitazioni edificate tra i graniti Orotelli-Abitazioni edificate tra i graniti Orotelli-una Pitzeria

Lungo il corso troviamo il murale che illustra i Thurpos

Orotelli-Murale che rappresenta i ThurposSeguiamo il corso Vittorio Emanuele II nel bel centro storico di Orotelli, dopo duecentottanta metri vediamo partire alla destra la via Santa Croce, mentre alla sinistra della strada, sulla parete di una casa, si trova un bellissimo murale nel quale lo scrittore Salvatore Cambosu ci racconta il Carnevale di Orotelli, con una bella e significativa descrizione: «Partiti a cavallo alla prima alba, imbacuccati nei loro cappotti di orbace nero, con i cappucci puntuti rialzati, sembravano gente di inferno. Neri anche i cavalli, finche non fu come se qualcuno fosse riuscito a incendiare, a levante, il bosco umido. Era l’aurora.»

L’antica chiesa di Santa Croce

Dal corso Vittorio Emanuele II, di fronte al bel murale, parte la via Santa Croce. Prendiamo la via Santa Croce e la seguiamo per una trentina di metri, dopo i quali si vede a destra un slargo nel quale, sulla parete degli edifici alla destra, sono presenti dei dei bei murali. In questo slargo si trova alla sinistra l’edificio che ospitava un tempo la chiesa di Santa Croce, realizzata nel diciottesimo secolo, edificio che era ridotto in condizioni di completo abbandono ed ora è stato ricostruito, senza avere, però, alcun utilizzo religioso.

Orotelli-Slargo alla destra dalla via Santa Croce Orotelli-Slargo alla destra dalla via Santa Croce

Questa chiesa aveva ospitato la Confraternita di Santa Croce, attiva probabilmente dal 1763 al 1861. Non si hanno notizie esatte sulla data di costituzione ed eventuale soppressione dell’ente, gli estremi cronologici sono stati dedotti dalla documentazione conservata in archivio. Oggi la Confraternita, dopo la dismissione dell’antica chiesa di Santa Croce, è ospitata nella chiesa  parrocchiale di San Giovanni Battista.

Orotelli-Vecchia foto della chiesa di Santa Croce in condizioni di completo abbandono Orotelli-L’edificio che ospitava la chiesa di Santa Croce e che   stato ricostruito senza per  alcun utilizzo religioso

La sede del Municipio di Orotelli

Ritorniamo sul corso Vittorio Emanuele II, e proseguiamo per una sessantina di metri. Arrivati al civico numero 74 del corso Vittorio Emanuele II, vediamo alla destra della strara l’edificio che ospita il Municipio di Orotelli, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese. Si tratta del’ufficio del Segretario Comunale, e degli uffici dell’Area Affari Generali, dell’Area Contabile, dell’Area Tecnica, dell’Area Vigilanza, e dell’Area Socio Culturale. Sono presenti, inoltre, gli uffici delle Attività produttive, qualità urbana, manutenzioni e sport, dell’Assessorato Cultura, Pubblica Istruzione e Artigianato, e dell’Assessorato Servizi Sociali e Politiche Giovanili.

Orotelli-Il Municipio di Orotelli visto da destra Orotelli-Il Municipio di Orotelli visto da sinistra

La chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate

alla destra dell’edificio dedicato al Municipio di Orotelli parte la via Sant’Antonio, mentre alla sinista parte la via Eleonora d’Arborea. Verso l’incrocio di queste due vie si apre la piazza Sant’Antonio, alla destra della chiesa di Sant’Antonio Abate, che un tempo era dedicata alla Madonna d’Itria. Sant’Antonio Abate è chiamato dagli orotellesi Sant’Antoni ’e Su Vocu perché, secondo un’antica leggenda popolare, il Santo sarebbe sceso all’inferno col suo maialetto e col bastone di ferula per portare il fuoco agli uomini. Qui avrebbe messo sul fuoco il bastone di ferula e, poiché essa brucia senza fumo e senza fiamme, avrebbe sottratto il fuoco ai diavoli, senza che essi se ne accorgessero e lo avrebbe portato sulla terra per donarlo agli uomini.

Orotelli-Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate: facciata Orotelli-Accensione dei fuochi di Sant’Antonio Abate

Per le caratteristiche tecniche e stilistiche la costruzione della chiesa di Sant’Antonio Abate potrebbe farsi risalire ad un periodo compreso tra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo. Edificata in pietra naturale, ha un interno a navata unica, con copertura a due falde in tegole. L’interno è molto bello, in stile neoclassico.

Orotelli-Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate: interno verso il presbiterio Orotelli-Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate: il presbiterio

Come da tradizione, nella caratteristica piazza di Sant’Antonio adiacente all’omonima chiesa, la sera del 16 gennaio, detto Sa die de Su Pesperu ossia il giorno del vespro, hanno inizio i festeggiamenti con l’accensione e la benedizione de Su Vocu e dopo la celebrazione religiosa si tiene Sa prima Essida de Sos Thurpos, ossia la prima uscita dei Thurpos che danno il via ai festeggiamenti del Carnevale Orotellese.

In via Michelangelo Pira gli impianti sportivi delle Scuole secondarie

Passato il Municipio di Orotelli, proseguiamo verso sud lungo il corso Vittorio Emanuele II per una sessantina di metri, e vediamo partire a sinistra la via Michelangelo Pira. La prendiamo e, dopo un centinaio di metri, si vede alla sinistra della strada l’edificio che ospita le Scuole secondarie intestate a Salvatore Cambosu, il cui ingresso si trova nella via Nuoro, la quale è partita dal corso Vittorio Emanuele II subito dopo il murale che illustra i Thurpos. Lungo la via Michelangelo Pira sono presenti gli impianti sportivi delle Scuole secondarie. Di fronte all’edificio scolastico, alla destra della strada sopra un rialzo del terreno, si trova il Campo da Calcetto delle Scuole secondarie, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune per gli spettatori.

Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: ingresso del Campo da Calcetto Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: il Campo da Calcetto ossia di Calcio a cinqueo

Passata la gradinata che permette l’accesso al Campo da Calcetto, proseguendo lungo la strada si trova sempre alla destra l’ingresso al Bocciodromo Comunale, dotato di tribune per una novantina di spettatori, nel quale sono presenti diversi campi per il gioco delle bocce. Presso il Bocciodromo, è presente anche la Palestra del Bocciodromo, che non è dotata di tribune per gli spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline lotta, judo, e karate.

Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: ingresso del Bocciodromo Comunale Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: campi da bocce del Bocciodromo Comunale Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: interno della palestra del Bocciodromo Comunale

Proseguendo lungo la via Michelangelo Pira, alla sinistra della strada si trova l’ingresso della Palestra delle Scuole secondarie, dotata di tribune in grado di ospitare una settantina di spettatori, nella quale è possibile praticare come discipline Pallacanestro, Pallavolo, ed Attività Ginnico Motorie.

Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: ingresso della Palestra delle Scuole secondarie Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: esterno della Palestra delle Scuole secondarie Orotelli-impianti sportivi delle Scuole secondarie: interno della Palestra delle Scuole secondarie

La Casa Museo di Salvatore Cambosu

Orotelli-La Casa Museo Salvatore CambosuProseguendo lungo il corso Vittorio Emanuele II verso sud dopo la via Michelangelo Pira, percorsa una cinquantina di metri vediamo pertire a destra la via Salvatore Cambosu, la seguaimo e dopo una sessantina di metri arriviamo dove la strada svolta a sinistra mentre dritta prosegue la via Eleonora d’Arborea. Sulla prosecuzione della via Salvatore Cambosu, alla destra si trova l’edificio nel quale è nato il giornalista e scrittore Salvatore Cambosu, nel quale verrà realizzata la Casa Museo ed il parco letterario multimediale dedicato allo scrittore a cui è stato intitolato anche un premio letterario nazionale. Il grafico scelto dalla Fondazione ideato dal grafico Sean Scaccia rappresenta i favi disegnati dall’artista Maria Lai, amica personale di Salvatore Cambosu, in omaggio al libro più conosciuto dello scrittore orotellese, ossia Miele amaro. Il logo sintetizza l’intero programma culturale. Il progetto museale, che ha preso il via qualche anno fa con la ristrutturazione della casa natale dello scrittore trasformata ora in museo, è inserito nell’ambito del Piano straordinario di rilancio del Nuorese, e all’interno del piano è stato approvato il progetto denominato Sistema museale nuorese. Nelle foto che seguono si vede una simulazione di come potrebbero essere i locali della Casa Museo.

Orotelli-Simulazione di un locale della Casa Museo Salvatore Cambosu Orotelli-Simulazione di un locale della Casa Museo Salvatore Cambosu Orotelli-Simulazione di un locale della Casa Museo Salvatore Cambosu Orotelli-Simulazione di un locale della Casa Museo Salvatore Cambosu Orotelli-Simulazione di un locale della Casa Museo Salvatore Cambosu

La chiesa di San Lussorio Martire

Passato il Municipio, il corso Vittorio Emanuele II prosegue dritto verso sud, poi curva a destra per circa 180 gradi, e qui, duecentocinquanta metri di distanza dal Municipio, alla destra della strada, si affaccia la chiesa di San Lussorio Martire, eretta nel 1799 da Giovanni Alfonso Lendini e dedicata al primo martire sardo. È una piccola costruzione edificata in conci di granito a vista, con la facciata quadrata, alla quale è annesso, sul retro della chiesa, sulla sinistra, il bel campanile a cuspide sempre in granito a vista.

Orotelli-Chiesa di San Lussorio Orotelli-Chiesa di San Lussorio: la facciata Orotelli-Chiesa di San Lussorio: campanile Orotelli-Chiesa di San Lussorio: retro della chiesa

L’interno è molto bello, in stile neoclassico, con marmi alle pareti e con la copertura in travi di legno.

Orotelli-Chiesa di San Lussorio: interno della chiesa verso il presbiterio Orotelli-Chiesa di San Lussorio: il presbiterio Orotelli-Chiesa di San Lussorio: statua di San Lussorio sopra l’altare Orotelli-Chiesa di San Lussorio: interno della chiesa verso il portale di ingresso

Nella chiesa di San Lussorio, dopo una novena che si svolge dal 12 al 20 agosto, nella data che ricorda la sua morte, ossia il 21 agosto, si celebra la Festa di San Lussorio, nell’ambito della quale si svolgono i festeggiamenti religiosi e le manifestazioni civili presso l’Anfiteatro Comunale di Orotelli.

L’Anfiteatro Comunale e il Monumento ai Caduti di Orotelli

Orotelli-Chiesa di San Lussorio: interno della chiesa verso il portale di ingressoRaggiunta le chiesa di San Lussorio, all’altro lato del corso Vittorio Emanuele II, ossia alla sinistra della strada, in un’ampio spazio aperto si trova l’Anfiteatro Comunale di Orotelli, nel quale si tengono numerose manifestazioni civili, tra le quali anche quelle relative allo svolgimento della Festa di San Lussorio, oltre a numerose manifestazioni organizzate dalla Pro Loco, ed anche concerti di artisti che vengono ad esibirsi a Orotelli.

Passata la chiesa di San Lussorio, il corso Vittorio Emanuele II svolta a destra e, in un piccolo giardino adiacente alla chiesa, è posizionato il Monumento ai Caduti di Orotelli nella Prima Guerra Mondiale. Nel monumento sono presenti tre lapidi in granito con iscrizione, poste nel 1937 di fianco al monumento moderno, nel quale si trova inglobato anche uno stemma in marmo raffigurante i quattro mori, rotto in più parti, che faceva parte della vecchia lapide ai Caduti della Grande Guerra, che si trovava affissa sulla parete laterale della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, e che è stata rimossa e distrutta negli anni Sessanta, quando è stata realizzata la navata laterale della chiesa. Le tre lapidi in granito, invece, erano originariamente murate lungo il viale delle Rimembranze, che era l’attuale corso Vittorio Emanuele.

Orotelli-Il Monumento ai Caduti Orotelli-Il Monumento ai Caduti

La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista

Orotelli-Viale alberato tra San Lussorio e la parrocchiale di San Giovanni BattistaProseguendo oltre la chiesa di San Lussorio ed il Monumento ai Caduti, la strada diventa un bel viale alberato, e, in un centinaio di metri, ci porta alla destra della strada nella piazza San Giovanni, sulla quale si affaccia la bella chiesa di San Giovanni Battista che è la chiesa parrocchiale di Orotelli, e si trova in uno dei punti più alti del centro storico, dal quale domina tutta la vallata digradante verso sud. Le basse e robuste case in granito del centro storico sono disposte intorno alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, imponente monumento romanico con campanile del quattordicesimo secolo. La chiesa ha subito nel tempo numerose modifiche che hanno alterato l’originario impianto romanico, di cui rimangono la facciata, l’abside e le paraste angolari del transetto e dei fianchi. Il resto della chiesa è ricoperto da intonaco bianco. Per ventitré anni, tra il 1116 e il 1139, è stata la cattedra vescovile temporanea del Vescovo di Othana, l’odierna Ottana, durante il completamento della nuova cattedrale, la chiesa di San Nicola di Ottana. L’edificio è sovrastato da un campanile a vela trecentesco, decorato da strane sculture a bassorilievi, che rappresentano le figure di un soldato romano, un uomo con una grande palma in mano, agnelli e serpenti, ma soprattutto per i trafori e i ricami delle cornici. La chiesa conserva, all’interno, una.

Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: la facciata Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista-ato sinistro con sul retro il campanile Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: campanile Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: particolare del campanile

L’interno ha pianta a croce commissa, nome con il quale si indica la pianta a croce a T, aveva la copertura in legno a capriate, ed aveva, in origine, una sola navata absidata, mentre i bracci del transetto hanno copertura con volte a crociera, intonacate. Nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata. Negli anni sessanta è stato eliminato il vecchio altare ligneo seicentesco e sono state aggiunte due navate laterali per aumentare la capienza dell’aula centrale. Oggi, quindi, ha pianta a tre navate, con quella centrale absidata. L’abside presenta una monofora centrale con croce greca scolpita. All’interno della chiesa è presente la statua di San Giovanni e il grande crocifisso, entrambi in legno, risalenti al Cinquecento; del Cinquecento anche gli arredi in argento, ossia la croce astile, l’ostensorio, il secchiello e il calice, lavorati a cesello e a sbalzo.

Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: interno Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: l’altare Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: statua lignea di San Giovanni del quindicesimo secolo

Orotelli-Festa di San Giovanni Battista: processioneIl patrono di Orotelli, San Giovanni Battista, viene festeggiato due volte all’anno, il 24 giugno, giorno della sua nascita e il 29 agosto, giorno della decapitazione. La principale Festa di San Giovanni Battista è quella del 24 giugno, chiamata Festa di Santu Janne de Lampadas, ossia Festa di San Giovanni di giugno, dato che Lampadas in Sardegna indica il mese di giugno. Si tratta di una Festa religiosa con una processione, sfilate nei costumi tradizionali, esibizioni a cavallo, gruppi folklorisitici e balli tradizionali. Importante anche la seconda Festa di San Giovanni Battista, ossia la Festa del 29 agosto, che si svolge con modalità analoghe, che prevedono il rito religioso, la processione nei costumi locali, esibizioni a cavallo, gruppi folklorisitici e balli tradizionali.

I resti del monastero dei frati Benedettini

Orotelli-Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: il portale verso l’ex monastero dei BenedettiniIntorno al 1116 era stato fondato un monastero dei frati Benedettini, al quale era annessa la chiesa di San Giovanni Battista, che è ad esso sopravvissuta. La presenza dei frati Benedettini ad Orotelli si protrae per un paio di secoli, ed è assai benefica sia per gli Orotellesi che per il suo territorio. Il monastero è stato, in seguito, distrutto e di esso rimane oggi nella piazza San Giovanni, sul lato nord della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, soltanto il portale, caratterizzato da un arco a tutto sesto. Questo portale dava accesso al monastero e delimitava anche l’antico Cimitero che era presente accanto alla chiesa. Il portale è stato qualche anno fa completamente restaurato e si presenta oggi in tutta la sua bellezza.

Visita dei dintorni di Orotelli

Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Orotelli, sono stati portati alla luce i resti tra gli altri della Tomba di giganti Sa Preda Rizza; del Dolmen di Sinne; del Protonuraghe Corcove; del Nuraghe complesso Aeddu; del Nuraghe semplice Calone; e dei Nuraghi Cossu, Famanoi, Lozzue, Ovorei, Piscapu, Sa Tanca ’e Sa Figu, Tanca de Su Monte, tutti di tipologia indefinita. Nei dintorni di Orotelli è possibile riconoscere i resti di diversi villaggi, che sono stati abitati nel periodo medioevale per la presenza di numerose Chiese che in essi sorgevano, e che oggi restano come Chiese campestri. Nei dintorni di Orotelli sono, inoltre, presenti anche alcune rocce che si presentano come estremamente significative. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

Orotelli-La roccia denominata il Totem Orotelli-La roccia denominata la Cresta del Rapace Orotelli-La roccia denominata il Fungo

Il piccolo Nuraghe semplice Calone

Orotelli-Il piccolo Nuraghe di CaloneDal centro di Orotelli usciamo verso nord est con il corso Vittorio Emanuele, che prende il nome di SS537 di Ghilarza, passiamo la frazione Mussinzua, fino a ritornare, dopo poco meno di tre chilometri, sulla SS129. Qui prendiamo una strada sterrata, che si muove come prosecuzione verso nord della SS537 di Ghilarza, e che, dopo aver percorso circa due chilometri, ci fa vedere, sulla sinistra della strada, a una certa distanza, il piccolo Nuraghe semplice Calone chiamato in lingua sarda Nurake Calone. Si tratta di un piccolo Nuraghe monotorre, con la camera interna marginata da due nicchie, costruito in basalto a 523 metri di altezza. Il Nuraghe si trova sulla sommità di una altura di granito che domina, con la sua vegetazione, l’ingresso all’abitato di Orotelli, ed è stato consolidato nel 2012.

Orotelli-Il piccolo Nuraghe di Calone Orotelli-Il piccolo Nuraghe di Calone Orotelli-Il piccolo Nuraghe di Calone Orotelli-Il piccolo Nuraghe di Calone

I resti del Nuraghe complesso Aeddu o Aeddos

Orotelli-Il Nuraghe Aeddu o AeddosDal centro di Orotelli usciamo verso nord est con il corso Vittorio Emanuele, che prende il nome di SS537 di Ghilarza, passiamo la frazione Mussinzua, e, dalla confluenza della SS537 di Ghilarza sulla SS129, prendiamo quest’ultima sulla sinistra. Percorsi circa 850 metri, prendiamo a destra una strada che si muove verso nord, la seguiamo per circa cinque chilometri e mezzo, e, all’interno del Parco Naturale Sa Serra, incontriamo i resti del Nuraghe complesso Aeddu o Aeddos, un bel Nuraghe di maggiori dimensioni, portato alla luce recentemente. Si tratta di un Nuraghe complesso edificato in materiale indeterminato, forse con blocchi di granito, a 618 metri di altezza. È un Nuraghe trilobato, con la torre centrale che si conserva con un’altezza massima di un metro e novanta centimetri, e le torri secondarie, circondate da un bastione che le collega. Il Nuraghe è visitabile anche all’interno, e conserva la tholos ancora integra.

Orotelli-Nuraghe Aeddu o Aeddos: veduta della torre principale Orotelli-Nuraghe Aeddu o Aeddos: ingresso alla torre principale Orotelli-Nuraghe Aeddu o Aeddos: la torre principale Orotelli-Nuraghe Aeddu o Aeddos: interno della torre principale

La chiesa di San Pietro Apostolo di Oddini

Dal centro di Orotelli usciamo verso nord est con il corso Vittorio Emanuele, che prende il nome di SS537 di Ghilarza, passiamo la frazione Mussinzua, e, dalla confluenza della SS537 di Ghilarza con la SS129, prendiamo quest’ultima sulla sinistra e, percorsi circa quattro chilometri, svoltiamo a sinistra. Dopo poco più di dieci chilometri, troviamo sulla destra della strada, nella campagna, la piccola chiesa campestre di San Pietro Apostolo di Oddini, ossia Santu Predu de Oddini, che è stata edificata dall’ordine Benedettino in stile pisano tra il 1116 e il 1125, e che una volta apparteneva all’omonimo piccolo villaggio di Oddini. Nel 1139 il vescovo Ugone, titolare della diocesi di Ottana, ma che nel documento di sottoscrizione si definisce Episcopus Ortillensis, fa dono della chiesa, con tutte le sue pertinenze, ai monaci camaldolesi dell’Eremo di San Salvatore. L’atto di donazione viene sottoscritto, oltre che da Ugone, anche da Pietro di Canneto arcivescovo turritano, da Gualfredo vescovo di Ploaghe, da Giovanni vescovo di Sorra, e da Mariano vescovo di Ardara. La donazione viene altres approvata e sottoscritta da Baldovino arcivescovo di Pisa e legato pontificio, da Azone arcivescovo di Tiro, ed è infine confermata con bolla del 6 febbraio 1146 da Papa Adriano IV. La chiesa, edificata in stile romanico, ha forme che richiamano, anche se in scala ridotta, la chiesa di San Nicola di Ottana. Ha facciata a capanna, in conci di trachite rossa, l’interno composto da un’unica navata absidata. Come tutte le chiese romaniche ha un orientamento da ovest verso est.

Orotelli-Chiesa di San Pietro Apostolo o San Pietro di Oddini Orotelli-Chiesa di San Pietro Apostolo o San Pietro di Oddini Orotelli-Chiesa di San Pietro Apostolo o San Pietro di Oddini Orotelli-Chiesa di San Pietro Apostolo o San Pietro di Oddini

Il 29 giugno di ogni anno, presso questa chiesa campestre, si celebra la Festa di San Pietro di Oddini, per la quale, dopo il rito religioso, viene offerto il pranzo a tutti i partecipanti.

Le sorgenti solforose Sos Banzos

Nelle vicinanze esistono le sorgenti di acqua calda solforosa dagli effetti terapeutici chiamate Sos Banzos che sono state sfruttate con ottimi risultati in epoca romana e di cui sono testimonianza alcuni ruderi che secondo alcuni risalirebbero al secondo secolo dopo Cristo.

La chiesa di Nostra Signora di Sinne

Dal centro di Orotelli, prendiamo verso ovest il corso Vittorio Emanuele, che esce dall’abitato con il nome di SS537 di Ghilarza per portarsi, poi, verso sud. Dopo circa due chilometri, subito prima del cartello che indica il chilometro 5, troviamo una stradicciola sulla destra che ci porta, in aperta campagna, alla chiesa campestre di Nostra Signora di Sinne, la quale si trova in una vallata ricca di olivastri e di macchie di lentischio. Edificata in forme gotiche nel quattordicesimo secolo nell’omonimo piccolo villaggio di Sinne, la chiesa è stata dedicata ai martiri cristiani Ambiso e Ampilo, uccisi nel 304 dal preside romano di Turris Libisonis.

Orotelli-Chiesa di Nostra Signora di Sinne Orotelli-Chiesa di Nostra Signora di Sinne Orotelli-Chiesa di Nostra Signora di Sinne Orotelli-Chiesa di Nostra Signora di Sinne

Presso questa chiesa campestre, l’8 settembre, giorno della nascita di Maria madre di Gesù, viene celebrate la Festa della Madonna di Sinne, una Festa esclusivamente religiosa.

I resti del Dolmen di Sinne

Orotelli-Il Dolmen di SinneA circa trecento metri o nord est rispetto alla chiesa di Nostra Signora di Sinne, a un centinaio di metri di distanza dalla SS537 più o meno all’altezza del chilometro 5, verso ovest nella campagna, sono presenti i resti del Dolmen di Sinne. Il Dolmen è una struttura megalitica di epoca preistorica a uso funerario. La lastra di copertura del dolmen di Sinne è sorretta da un affioramento roccioso, da un ortostato e dal tronco di una pianta che, cresciuta al suo interno, lo ricopre e ne limita la completa visibilità.

Orotelli-Dolmen di Sinne: veduta dall’esterno Orotelli-Dolmen di Sinne: veduta dall’interno Orotelli-Dolmen di Sinne: veduta dall’interno

I resti del Protonuraghe Corcove

Orotelli-Protonuraghe Corcove: planimetriaUn altro sito archeologico significativo presente nei dintorni di Orotelli è il Protonuraghe Corcove, che si trova sempre nella campagna, a poco più di cinquecento metri di distanza in linea d’aria in direzione ovest sud ovest dalla chiesa di Nostra Signora di Sinne. In questo sito sono presenti pochi resti del Protonuraghe Corcove, un Nuraghe a corridoio di forma quadrangolare irregolare edificato in granito a 385 metri di altezza sopra il livello del mare. L’ingresso del Nuraghe è rivolto verso sud, ed immette in un breve corridoio che si allarga in una camera allungata, nella quale sono presenti tre nicchie, due sul lato destro ed una sulla parete di fondo. Non siamo riusciti a trovare nemmeno una foto del Protonuraghe Corcove per darne una descrizione più completa.

 

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, usciremo da Orotelli verso sud, sulla SS537 di Ghilarza, e quindi prenderemo la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese che ci porterà a Ottana il paese famoso per la chiesa di San Nicolò e per il suo Carnevale, caratterizzato dalle maschere tradizionali dei famosi Sos Boes e Sos Merdules.


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