Osidda piccolo borgo pastorale con la casa Delogu e nei dintorni i suoi numerosi siti archeologici
Questa tappa del nostro viaggio, ci porterà da Bitti al piccolo borgo di Osidda che si trova nel Nuorese, ma a cui si arriva più facilmente da nord ossia da Buddusò. La regione storica del Nuorese o Barbagia di Nuoro o Barbagia di BittiIl Nuorese (nome in nuorese Su Nugorèsu, in logudorese Su Nuorèsu), indicato da alcuni anche con il nome di Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti, è una regione storica della Sardegna nord orientale. In periodo giudicale il suo territorio apparteneva per lo più al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Dore-Orotelli. In realtà oggi per Nuorese si intende un territorio molto più ampio, che comprende anche parte dei territori che in periodo giudicale appartenevano alle curatore di Bitti e di Orosei-Galtellì, nel Giudicato di Gallura. I comuni che ne fanno parte sono Bitti, Lula, Nuoro, Onani, Oniferi, Orani, Orotelli, Orune, Osidda, Ottana, e, secondo molti, ed anche secondo noi, al Nuorese apparterrebbe anche il comune di Sarule. Secondo alcuni vi apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che, a nostro avviso, appartiene invece alla Barbagia di Ollolai, dato che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Il Nuorese è costituito da luoghi, paesi, tradizioni, enogastronomia, artigianato artistico, musica e cultura, che si sviluppano nei paesaggi dei paesi del comprensorio barbaricino, richiamati nelle opere letterarie del Nobel per la letteratura Grazia Deledda. La strada da Bitti verso OsiddaUsciti da Bitti sulla SS389 di Buddusò e del Correboi verso Buddusò, la seguiamo per 9.2 chilometri e poi deviamo a sinistra sulla SP15 che si dirige verso ovest, e dopo altri 10.8 chilometri ci porta a Osidda. Di Osidda parliamo in questa tappa del nostro viaggio, dato che si trova nel Nuorese, ma in questo borgo pastorale si arriva più comodamente da nord, da Buddusò, da cui dista molto meno. Ci si arriva seguendo per circa 8.4 chilometri la SP107 e poi deviando a sinistra sulla SP15 che si dirige verso est, e che in 3.8 chilometri ci porta a Osidda. Il piccolo comune pastorale chiamato OsiddaIl borgo pastorale di Osidda (nome in lingua sarda Osidde, altezza metri 650 sul livello del mare, abitanti 219 al 31 dicembre 2021) è il più piccolo centro del Nuorese, situato nella parte centro settentrionale della Provincia di Nuoro, a sud est del Montacuto, ai confini con la Provincia di Sassari, che si trova subito più a nord. Osidda giace all’estremità settentrionale dell’altopiano di Bitti, a breve distanza dal fiume Tirso, ed è posta in alta collina, fra il verde delle querce da sughero. Il territorio Comunale è caratterizzato da un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche, che vanno da un minimo di 400 a un massimo di 716 metri sul livello del mare. Origine del nomeIl nome del paese, che nella dizione locale si presenta come Osìdde, non è di chiara interpretazione, tuttavia gli studiosi ritengono che derivi dallo strato linguistico protosardo. La sua economiaSi tratta di una piccola comunità di montagna, caratterizzata da un’economia basata sull’agricoltura, con la coltivazione di cereali, foraggi e viti, e sull’allevamento di bovini, suini, ovini ed equini. L’industria è del tutto irrilevante, modesta è la presenza del terziario ma l’economia è fiorente e conta la produzione di pane e prodotti lattiero: caseari. Molto interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella confezione di tappeti. Sebbene Osidda non figuri tra le mete turistiche più famose della zona, sta comunque iniziando a proporsi come centro turistico per la tranquillità dei luoghi e per l’ospitalità delle persone. Essendo un paese-albergo, per chi intenda trascorrere una vacanza è possibile prenotare in una delle tante case antiche ristrutturate, con interni in pietra e legno e con arredamenti in stile antico. Offre, inoltre, a quanti vi si rechino, la possibilità di effettuare piacevoli escursioni nell’ambiente naturale circostante, e da Osidda è possibile visitare i siti archeologici che abbiamo già visto nei dintorni di Bitti, tra i quali il Villaggio nuragico di Romanzesu, meta di numerosi turisti attratti dal fascino originario di ambienti rurali. I luoghi dove mangiare non mancano, esistono infatti nei dintorni alcuni agriturismi dove gustare i piatti tipici ed assaggiare gli eccellenti vini locali. Brevi cenni storiciIl suo territorio è stato abitato fino dall’età preistorica. In epoca medievale il piccolo villaggio viene annesso alla curatoria di Monte Acuto. Dopo la vittoria degli Aragonesi, diviene feudo regio governato da varie famiglie del luogo, ed è al centro di diversi eventi militari trovandosi al confine tra il Giudicato di Logudoro e quello della Gallura. Nel 1839, con l’abolizione del regime feudale, viene riscattata al demanio dello Stato. Del comune di Osidda nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Alcuni dei principali personaggi che sono nati a OsiddaA Osidda nasce il bandito ottocentesco Giovanni Fois, che viene chiamato Il terrore degli onesti. A Osidda, nella seconda metà dell’ottocento, nasce il bandito Giovanni Fois che viene chiamato anche Il terrore degli onesti. Si tratta di un bandito di grosso calibro, che, per molto tempo, ha al fianco la moglie, una donna assai coraggiosa, che lo aiuta ad assalire i nemici. responsabile di sette omicidi e di molti altri reati minori, sul suo capo viene posta una taglia di 3mila lire. Arrestato, riesce ad evadere per ben tre volte, dalle carceri di Bono, di Nugheddu e di Pattada. Giovanni Fois viene ucciso a fucilate da un possidente del Goceano nel 1891, durante un tentativo di rapina. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a OsiddaA Osidda è attivo il Gruppo Folk Sant’Angelo, che si esibisce nelle diverse feste e sagre. Comunque, essendo un paese molto piccolo, Osidda non ha molte feste e sagre. La principale Festa che si svolge nel paese è la Festa Patronale di Sant’Angelo, che si svolge ogni anno il 27 agosto, caratterizzata da riti sacri e manifestazioni civili. All’interno del paese ogni lunedì si svolge il consueto Mercatino nel quale vengono proposti cibi e capi di abbigliamento. Visita del centro di OsiddaL’abitato, che conserva diversi esempi di architettura tradizionale, è interessato da una forte espansione edilizia, e si estende lungo un altopiano dal quale si gode della magnifica vista sull’alta valle del Tirso e sui monti del Goceano. La piazza centrale di Osidda con Sa Caserma EzzaArriviamo a Osidda da est con la SP15, che ci porta all’interno del centro abitato dove assume il nome di corso Giuseppe Garibaldi. A seicento metri dal cartello segnaletico che indica il paese, arriviamo alla Piazza centrale di Osidda. Si tratta di una grande piazza cha si sviluppa alla sinistra della strada, verso sud. Nella piazza centrale, alla destra del corso Giuseppe Garibaldi, si può visitare Sa Caserma Ezza ossia la caserma vecchia, dove è ospitato lo Sportello turistico Comunale. La vecchia caserma ospita anche il Presepe sardo, con una riproduzione perfetta degli abiti tradizionali sardi, opera dell’artista Speranza Pischedda, che è stata da quest'ultima donata come segno dell’attaccamento con il suo paese natale. Il presepe riproduce scene di vita quotidiana, e, attraverso una pedissequa riproduzione delle varie parti del costume sardo, ripropone le caratteristiche di numerosi paesi della Sardegna. L’artista è morta nell’agosto del 2014. Gli impianti sportivi di OsiddaDalla piazza centrale parte sulla sinistra la via Sant’Angelo che ci porterà alla chiesa parrocchiale di Osidda. Presa questa strada, dopo un’ottantina di metri parte sulla destra la via Angelo Sotgia che, in un centinaio di metri, ci porta agli impianti sportivi di Osidda, che si trovano alla sinistra della strada. La chiesa parrocchiale dedicata a Sant’AngeloProseguendo per altri centocinquanta metri lungo la via Sant’Angelo, troviamo alla sinistra della strada la facciata della chiesa di Sant’Angelo Martire che è la chiesa parrocchaile di Osidda, intitolata ad Angelo da Gerusalemme o da licata, nato a Gerusalemme nel 1185, un religioso carmelitano che conobbe San Francesco d’Assisi e San Domenico di Guzmàn, morto come Martire nel 1220 ad opera di un cataro, un certo Berengario. Sant’Angelo è il patrono del paese, ed era il protettore dei soldati contadini che componevano le scorte campestri in epoca bizantina. Osidda, nonostante le Chiese già presenti all’epoca all’interno del centro abitato, ossia la chiesa di San Paolo e la chiesa di San Pietro, decise nel tredicesimo secolo di recare onore a questo Santo, con la costruzione di una chiesa situata proprio sul punto più alto del paese, in quella che allora era la sua periferia. Ogni anno il 5 maggio il paese chiamato Osidda celebra il martirio di Sant’Angelo, mentre il 14 maggio ne viene ricordata la sepoltura. Inoltre il 27 agosto si svolge la Festa di Sant’Angelo Martire, che è la Festa patronale del paese, caratterizzata da riti sacri, processione religiosa, messa, seguita dalla cena comunitaria pet tutto il paese, seguita da balli e musica di gruppi Folk e Tenores. Il Cimitero di OsiddaPassata la chiesa, proseguendo lungo la via Sant’Angelo per altri cento metri, arriviamo di fronte alla facciata ed all’ingresso del Cimitero di Osidda. Il Municipio di OsiddaDal Cimitero, torniamo indietro fino alla piazza centrale di Osidda. Da qui prendiamo la prosecuzione della via dell’Angelo dall’altra parte del corso Giuseppe Garibaldi, ossia verso nord, che ci porta nella piazza Aristide Tito Bonapace. Qui, alla destra del corso Giuseppe Garibaldi, quasi di fronte alla strada che porta alla chesa parrocchiale, si può vedere l’edificio nel quale si trovano la sede e gli uffici del Municipio di Osidda, che si trova subito prima che dalla piazza parta verso sinistra la via Giuseppe Mazzini. La casa DeloguSempre nel centro storico, nella strada che si muove a sinistra del Municipio, ossia in via Giuseppe Mazzini, è presente la Casa Delogu un edificio situato tra la via Giuseppe Mazzini e la parallela via Asproni, che si trova un poco più a nord. Il palazzo Delogu, che era di proprietà di importanti possidenti locali, è uno dei simboli del paese. L’edificio, i cui lavori iniziarono nel settecento e furono conclusi a metà dell’ottocento, è impreziosito da un’Altana ad arcate, simile ai Mirador che distinguevano le sontuose ville della nobiltà spagnola. Si tratta di una struttura che sorge alla sommità dell’abitazione, ma che non sporge rispetto al corpo principale dell’edificio. Nel ’94 la casa Delogu è stata interessata da un importante intervento di restauro. Visita dei dintorni di OsiddaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Osidda, sono stati portati alla luce i resti del menhir di S’Impiccadolzu; del pozzo sacro Merula; delle Tomba di giganti Sa Raighina, ed Usanis; del Nuraghe semplice S’Iscobalzu; dei Nuraghi complessi Bidde, e Usanis; dei Nuraghi Frazuighe, Merula, Nidu ’e Corvu, Orrolo, Passialzu, Piradolta, Sa Raighina, Santa Maria, tutti di tipologia indefinita; ed anche del villaggio nuragico di Seris. In località Santu Lesei o Sant’Eliseo, nella parte più a sud del territorio di Osidda, già interritorio di Nule, si trova il sito preistorico di Santu Elisei, presso il quale, nel 1935, è stato rinvenuto un piccolo ripostiglio contenente bronzetti protosardi, tra cui un’importante statuina raffigurante un toro androcefalo, detto il bronzetto di Nule. Il fontanileUsciamo dall’abitato verso ovest seguendo il corso Giuseppe Garibaldi, che diventa la SP15 e si muove in direzione nord ovest. La seguiamo per circa settecentocinquanta metri a partire dalla piazza centrale, e, subito dopo una stretta curva a destra e prima di un’altra curva verso sinistra, ci troviamo di fronte a un bel Fontanile. La struttura è affacciata alla destra della strada sulla strada, ed è dotata di tre archi con colonnine che li sostengono, ospita al suo interno tre vasche, due posizionate sotto la struttura, e la terza disposta all’aperto. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di OsiddaSeguendo la SP15, dopo tre chilometri continuiamo sulla SP32, la seguiamo per quasi altri tre chilometri, ed arriviamo al raccordo con la SS128bis, la prendiamo in direzione sud e, dopo novecento metri, troviamo alla destra della strada i resti della Ex Stazione ferroviaria di Osidda della linea che collegava Tirso con Chilivani. All’area ferroviaria si accedeva dalla strada attraverso un apposito ingresso, oggi chiuso e completamente circondato dalla fitta vegetazione. Il fabbricato viaggiatori era affiancato sul lato nord dal piano caricatore con relativa tettoia. Sia il fabbricato viaggiatori che la vicina Cantoniera sono, purtroppo, ormai ridotti a ruderi a causa dell’usura del tempo e del saccheggio a opera dei vandali. Il colle San Paolo con i resti della chiesa rurale di San Paolo e con il menhir di S’ImpiccadolzuUscendo dall’abitato verso ovest con il corso Giuseppe Garibaldi, prendiamo a sinistra la via San Pietro, la seguiamo per duecentocinquanta metri ed arriviamo a un bivio, dove, seguendo le indicazioni, prendiamo verso destra una strada che, in altri circa duecentocinquanta metri, ci porta sul colle San Paolo, a nord dell’abitato, non molto lontano da esso, in una località che dagli abitanti del luogo viene chiamata S’Impiccadolzu, ed è dove originariamente sorgeva il paese. Nella chiesa parrocchiale di Osidda è stato rintracciato un vecchio libro con titolo Libro di Osidda , nel quale sono annotate le spese di amministrazione e di gestione di una antica chiesa rurale dedicata a San Paolo dipendente dalla parrocchia di Osidda, oggi pressoche totalmente distrutta, le cui rovine sono appena individuabili sul colle San Paolo. In questa zona Osidda vanta la presenza di uno dei menhir tra i più alti della Sardegna. Il monumento, chiamato Menhir di S’Impiccadolzu è alto più di sette metri, e si trova completamente immerso nel verde nella zona. Dai resti della chiesa rurale di San Pietro alla Funtana EzzaRitornando indietro con la via San Pietro, prima del termine troviamo una deviazione sulla destra che ci porta in direzione di via Angelo Sotgia. Verso la fine della deviazione si trovano sulla destra della strada le poche rovine dell’antica chiesa rurale dedicata a San Pietro. Invece di proseguire sulla via Angelo Sotgia, prendiamo la strada a sinistra, che è la continuazione della via San Giovanni, e, dopo centocinquanta metri, troviamo sulla destra la via di accesso alla Funtana Ezza ossia alla fontana vecchia. I resti del Nuraghe Merula ed il vicino antico pozzo sacroPercorsi altri quattrocentocinquanta metri, prendiamo la deviazione sulla sinistra che ci porta al Nuraghe Merula che si trova a un centinaio di metri di distanza. Si tratta di un Nuraghe di tipologia indefinita, edificato a 649 metri di altezza. La struttura è diroccata al suo interno ed è accessibile solo su una parte. Da non dimenticare che, un poco più lontano, si può visitare l’antico pozzo sacro Merula. Questa zona è particolarmente gradevole per l’ombra e le panche dove è possibile sostare per un pic-nic all’aperto. Arriviamo fino allo sbocco del rio Molò nel fiume TirsoTornati dal Nuraghe Merula sulla continuazione della via San Giovanni, la riprendiamo verso ovest e la seguiamo per due chilometri e mezzo, con una vista mozzafiato, sino alla fine, nel punto dove si ha l’unione fra il rio Molò ed il Fiume Tirso detto proprio per questa particolarità Giunturas, in questa zona è possibile sostare poiché si trova un’area adibita a pic-nic. L’alveo del rio Molò è ricco di suggestione e colori, caratterizzato dalla presenza di un antico pontile, detto Pontigia, costruito con pietre e frasche disposte su due pertiche, che congiungono le rive opposte del corso d’acqua. I resti del Nuraghe PiradoltaDal centro di Osidda prendiamo la SP15 verso est, ossia nella direzione che ci aveva portato qui da Bitti, e la seguiamo per poco più di due chilometri. Arriviamo a una rotonda, alla quale prendiamo la seconda uscita, ossia quella verso sinistra sulla SS389 di Buddusò e del Correboi, dopo quattrocento metri prendiamo la traversa a destra, e la seguiamo per quasi due chilometri e mezzo. alla destra della strada e abbastanza distante da essa, si trovano i resti del Nuraghe Piradolta edificato a 657 metri di altezza, di tipologia indefinita. I resti del Nuraghe Sa Raighina e della Tomba di giganti omonimaProseguendo lungo la traversa fino alla fine, troviamo la possibilità di andare a destra o a sinistra. Prendendo la sterrata sulla destra dopo aver passato un cancello, molto distante, si trova un altro Nuraghe che vale la pena visitare, situato nel podere di Sa Raighina e per questo chiamato Nuraghe Sa Raighina edificato a 678 metri di altezza, anch’esso di tipologia indefinita. Questo Nuraghe si trova a circa un chilometro di distanza dal Nuraghe Piradolta, in direzione sud est. L’interesse archeologico è particolarmente forte per la presenza non solo del Nuraghe, ma anche, sopratutto, per quella della Tomba di giganti Sa Raighina che si trova quasi a metà strada tra i due Nuraghi, e viene segnata sulle mappe come Tumbas Sos Zigantes. I resti del villaggio nuragico di SerisPrendendo, invece, sulla sinistra, passata una rete che ripara il sito dall’accesso, ci si reca all’area di Sa Contra ’e Seris, dove ci si imbatte nello scenario selvaggio dei tafoni granitici circondati da maestose sugherete e roverelle. Qui si trova un insediamento nuragico e post nuragico chiamato Villaggio nuragico di Seris nel quale sono in corso scavi per portarlo alla luce. Nel villaggio è attestata la frequentazione fino in età medievale. I resti del Nuraghe complesso Usanis e la Tomba di giganti omonimaRitornando sulla SP15 alla rotonda, invece di deviare a sinistra proseguiamo dritti lungo la SP15, e, dopo centocinquanta metri, prendiamo la deviazione sulla destra che, in quattrocento metri, ci porta al Nuraghe Usanis che si trova alla destra della strada. Si tratta del principale Nuraghe situato in territorio di Osidda, che sorgesu un roccione granitico a 649 metri di altezza, ed è una costruzione complessa anticamente formata da due torri congiunte da un muraglione. Un breve corridoio con due nicchie attraversa il bastione per dare accesso a un cortile. Si tratta di un esempio di fortilizio nuragico data la posizione strategica la quale permetteva un’ampia visione di tutto il territorio circostante. Costruito in granito. Nelle vicinanze si trova la Tomba di giganti Usanis. I resti del Nuraghe semplica S’IscobalzuTornati sulla SP15, la seguiamo per altri quattrocento metri, prendiamo a sinistra la SP106 che seguiamo per quasi un chilometro e mezzo, poi prendiamo la deviazione sulla destra per Agriturismo St’Iscopalzu. Prima di raggiungerlo, si vede sulla destra il Nuraghe S’Iscobalzu edificato in granito a 669 metri di altezza. Si tratta di un Nuraghe semplice, con una torre nuragica dell’altezza di circa cinque metri, nella quale è presente una la camera marginata da cinque nicchie sopraelevate rispetto al pavimento. La porta è seminterrata e non permette di accedere all’interno per via della caduta dei massi della cupola. Intorno al Nuraghe si trovano tracce di un insediamento abitativo.La dimensione e la conservazione è la migliore tra i Nuraghi della zona. L’Ufficio turistico che organizza la visita dei dintorni di OsiddaA Osidda l’Ufficio turistico organizza itinerari per turismo ciclabile e gite in moto. L’ispirazione viene tratta dal libro di Giulio Bechi Caccia Grossa dove è scritto: Io non so quale altra terra sul globo concentri in più piccolo spazio maraviglie quanto a natura, più varietà quanto all’uomo. In una stessa giornata si cambia di popolo, di lingua, di vesti, di razza, come si cambia di contrada: l’aspro e il ridente, il selvaggio e il grottesco si succedono in bruschi contrasti. L’itinerario ciclabileL’Itinerario ciclabile segue un percorso che parte dalla piazza Garibaldi, da dove si arriva al Nuraghe S’iscobalzu, per recarsi poi a Seris per visitare il villaggio nuragico Sa Contra ’e S’Eris. Si procede costeggiando il fiume Tirso per arrivare alla statua del Santo Patrono del paese, Sant’Angelo, quindi si percorre la strada detta Sas Iscalas per la sua forte pendenza, per arrivare a Funtana Ezza. Si prosegue fino nel punto di unione fra il fiume rio Molò ed il Tirso, detto Giunturas, dove si trova un’area adibita a pic-nic. Il rientro prevede la visita del Nuraghe di Merula, con l’adiacente pozzo sacro. Rientrando in paese, ci si reca verso la zona più alta dove è possibile vedere il menhir di più di 7 metri. L’itinerario motociclisticoL’Itinerario motociclistico Tra la montagna ed il mare prevede un chilometraggio complessivo di 167 chilometri che si percorrono in 3 ore e 27 minuti. Il percorso parte da piazza Sant’Angelo da dove si raggiunge Seris per visitare il villaggio nuragico Sa Contra ’e S’Eris. Ci si reca poi al villaggio nuragico su Romanzesu in terrritorio di Bitti, a 13 km dal centro abitato. Da qui si prosegue con tappe a Bitti, Lula, Montalbo, Sant’Anna di Lodè, Siniscola, Torpe, Posada, Budoni, Brunella, Talavà, la strada del lago Maccheronis, Concas, Alà dei Sardi, Buddusò, ed infine ritorno ad Osidda. La prossima paginaNella prossima tappa del nostro viaggio, da Bitti, proseguendo verso est, ci recheremo a visitare il borgo pastorale di Onanì. |