Sadali con la cascata all’interno dell’abitato e nei dintorni le grotte di Is Janas
In questa tappa del nostro viaggio, da Esterzili ci recheremo a Sadali che visiteremo con il suo centro nel quale si trova una cascata all’interno dell’abitato, e con i dintorni nei quali si trova la grotta di Is Janas. La regione storica della Barbagia di SeuloLa Barbagia di Seulo (nome in lingua sarda Barbàgia ’e Seùlu), chiamata anche Barbagia Inferiore, è una regione storica della Sardegna centrale. Durante il periodo giudicale il suo territorio apparteneva al Giudicato di Càralis, per passare, dopo la sua estinzione, al Giudicato di Arborea. La regione si va a sviluppare inella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna con i comuni di Esterzili, Sadali, Seui e Seulo, e nella Provincia di Nuoro con il comune di Ussassai. Conosciuta fin dai tempi antichi per l’asprezza dei suoi territori e per l’abbondanza delle sue acque, è una delle zone della Sardegna interna la cui economia è quasi esclusivamente basata sulla pastorizia. In viaggio verso SadaliDa Esterzili torniamo indietro con la SP53 verso nord per sette chilometri, poi prendiamo a destra la SS198 di Seui e Lanusei che si dirige verso nord, e che, in altri quattro chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Sadali. Dal Municipio di Esterzili a quello di Sadali si precorrono 11.4 chilometri. Il comune chiamato SadaliIl comune chiamato Sadali (pronuncia Sàdali, nome in lingua sarda Sàdali, altezza metri 705 sul livello del mare, abitanti 867 al 31 dicembre 2021) è situato nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna, sui monti della Barbagia Seulo, alle pendici del monte lusei. Noto per il suo centro storico ricco di verde e costruito attorno a numerose sorgenti d’acqua, è servito dalla SS198 di Seui e Lanusei, il cui tracciato si snoda a un solo chilometro dall’abitato. Il territorio Comunale, ricco di grotte, sorgenti, cascate e boschi e comprensivo delle aree speciali del lago Flumendosa e del Malacrel, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono gli 899 metri di quota. Sadali è anche meta di passaggio del Trenino Verde. Uno dei borghi più belli d’ItaliaSadali è uno dei sei comuni sardi che sono stati inseriti nella lista dei Borghi più belli d’Italia, dato che il piccolo comune nella Barbagia di Seulo ha ottenuto il riconoscimento dall’Associazione, che è nata su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione nazionale dei comuni Italiani per valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. I sei comuni sardi inseriti in questo elenco sono Atzara, Bosa, Carloforte, Castelsardo, Posada e Sadali. Origine del nomeIl nome potrebbe essere collegato a Sadala o Sadales, nome di alcuni principi della Tracia, terra con la quale il popolo dei lidi, antichi progenitori dei Sardiani o Protosardi, hanno avuto rapporti molto stretti. Altrimenti potrebbe derivare dal cognome latino Satulus, ossia dalla espressione latina Villa Satuli, ossia tenuta o fondo di Satulo, che sarebbe stato un proprietario romano. La sua economiaSi tratta di un comune di montagna con un’economia di tipo agricolo. Nell’economia locale, quindi, l’agricoltura conserva un ruolo importante, dato che si coltivano cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, ulivi e frutteti. Accanto al lavoro dei campi si pratica l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Poco sviluppato risulta, invece, il settore industriale, caratterizzato da un piccolo numero di aziende che operano soprattutto nei comparti estrattivo ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario. É una meta turistica residenziale, che offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare piacevoli passeggiate ed escursioni all’insegna dell’aria salubre e dell’incontaminato ambiente circostante, e dalle diverse cascate, come quella di S’Istampu ‘e Turrunu, con mulini ad acqua e fenomeni di tipo carsico. interessanti sono, inoltre, le numerose grotte disseminate sul suo territorio. L’apparato ricettivo, che comprende un agriturismo, offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciAbitato sino dal periodo prenuragico e nuragico, come dimostra la presenza sul suo territorio di alcune domus de janas e di alcuni Nuraghi, il territorio di Sadali registra la successiva occupazione romana. Nel medioevo appartiene al Giudicato di Càralis, facendo parte della curatoria di Seulo. alla caduta del Giudicato nel 1258, passa per breve tempo al Giudicato di Gallura, ed in seguito sotto il diretto controllo della repubblica di Pisa. Conquistata dagli Aragonesi nel 1324, il territorio di Sadali viene affidato a diverse famiglie di feudatari tra cui i Carroz. Nel 1604 viene incorporato nel Ducato di Mandas, feudo prima dei Maza de Carroz, e poi dei Tellez-Giron di Alcantara, ai quali viene riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. A partire dal 1877 sul territorio è attiva la miniera di antracite di Corongiu, che ha la sua massima produzione durante la Prima Guerra Mondiale e durante l’autarchia del regime fascista, ma nel dopoguerra la miniera presenta costi di gestione troppo alti, l’esaurimento dei cantieri più ricchi, e la concessione viene revocata nel 1964. Del comune di Sadali nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro nuovamente a quella di Cagliari. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SadaliA Sadali è attivo il Gruppo Folk San Valentino di Sadali, nelle cui esibizioni si può ammirare il tipico costume tradizionale del posto. Sono poche le principali feste e sagre che si svolgono a Sadali, tra le quali vanno citate, il 20 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, per la quale vengono accesi Is Foghidonis, i fuochi di Sant’Antonio, ed oltre ai riti religiosi si può partecipare a escursioni nel centro storico, assistere a spettacoli itineranti e alla prima uscita delle maschere del carnevale; la prima domenica di giugno, della Festa della Madonna d’Itria; la prima settimana di agosto, la Sagra dei Culurgionis; il 18 agosto, la Festa di Sant’Elena, nella chiesa a lei dedicata; sempre ad agosto, si svolge la Sagra Sa Corda Manna; il 6 ottobre, della Festa del Patrono, ossia della Festa di San Valentino. Sagra dei CulurgionisNel paese si svolge l’importante Sagra de Is Culurgionis, figlia di una antica Festa contadina che si svolge ogni prima settimana di agosto, ed è dedicata uno dei suoi piatti tipici ovvero i Culurgionis. Si tratta di una pasta fatta in casa, una sorta di agnolotto con ripieno di patate, mentuccia, cas ’e vita, pecorino. Nel centro storico di Sadali, tra i sentieri d’acqua e al cospetto della splendida Cascata di San Valentino, potrete assaporare il gusto dei prodotti tipici visitando le vecchie case. La Sagra celebra l’annata agraria ma anche l’estate. Ogni anno la Sagra dei Culurgionis si propone con un programma sempre più ricco con due momenti di degustazione, non solo della pasta, e con balli e musiche tipici della Sardegna. Sagra de Sa Corda MannaIn agosto, nel paese, si svolge la Sagra de Sa Corda Manna, che è dedicata ad un piatto tipico della cucina agropastorale sarda. Nel parco del comune ci si ritrova per preparare questa specialità a base di interiora di agnello e capretto, e in un’atmosfera di Festa si tenta di superare con la corda, ossia la treccia, di Sa Corda Manna il record degli anni precedenti, che nel 2014 ha raggiunto il novanta metri di lunghezza. Sa Corda Manna viene grigliata per oltre tre ore, la lunga cottura e il legno di leccio assicura un aroma e sapore unico. L’evento prevede anche manifestazioni folkloristiche e spettacoli. Visita del centro di SadaliL’abitato, interessato da espansione edilizia, presenta, al suo centro, una rumorosa cascata le cui acque scompaiono ai piedi del paese, nel baratro sotterraneo detto Sa Bucca Manna. Il vecchio abitato è disposto sul versante di una valle, alla sommità della quale è stato edificato il paese nuovo. Interessante è il centro storico, caratterizzato da case di antica fattura, molte delle quali ristrutturate e utilizzate dai villeggianti estivi. Il nuovo CimiteroProvenendo da sud con la SS198 di Seui e Lanusei, che si dirige verso nord est ed arriverà a costeggiare l’abitato, all’altezza del chilometro 31.6 della Strada Statale, ancora prima di entrare nel paese, si vede alla sinistra il muro di cinta con al centro l’ingresso del Nuovo Cimitero di Sadali, che è stato realizzato, ad ovest dall’organismo storico preesistente alla sua realizzazione, per sostituire il vecchio Cimitero situato in via Ugo Foscolo, nella periferia orientale del paese. Il Campo Sportivo ComunalePassato il nuovo Cimitero, proseguiamo lungo la SS198 di Seui e Lanusei per una cinquantina di metri, ed arriviamo a uno svincolo, dove prendiamo a sinistra la Strada Comunale di Genn ’e Cresta. Dopo appena una trenatina di metri, troviamo la deviazione sulla destra in via Giacomo Leopardi, che, in trecento metri, ci porta in località Pranu Murdegu al Campo Sportivo Comunale di Sadali, il cui ingresso è alla destra della strada. Il Campo Sportivo è di proprietà del comune di Sadali, ed è gestito dalla Associazione Sportiva Dilettantistica Sadali 1975, la cui squadra di calcio milita in Prima Categoria, nel girone B sardo. All’interno di questo complesso sportivo, si trova il Campo da Calcio chiamato Barbagia Stadium Antonello Matta, dedicato al più grande giocatore che Sadali abbia visto nei campi di calcio, venuto a mancare nel 2011. Il campo è attrezzato con un fondo in erba sintetica, e dotato di tribune in grado di ospitare 150 spettatori. Di fronte all’ingresso del Campo da Calcio, all’altro lato della strada, ossia alla sinistra, si trova un Campo da Tennis, con pavimentazione in materiali sintetici vari, che non è dotato di tribune. Il Municipio di SadaliDopo il nuovo Cimitero, proseguendo per quattrocento metri lungo la SS198 di Seui e Lanusei, proprio in corrispondenza del cartello che indica il chilometro 32, troviamo la deviazione sulla destra in via Grazia Deledda, che ci porta all’interno del nuovo abitato. Percorsi trecentocinquanta metri, vediamo, alla destra della strada, l’edificio del nuovo Municipio di Sadali, edificato agli inizi degli anni settanta del novecento, attualmente in fase di quasi completa ristrutturazione ed ampliamento. All’interno del Municipio, si trova la sua sede e sono presenti gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitati. Passato il Municipio, la via Grazia Deledda arriva a un incrocio, dove parte a sinistra la via Roma, ed a destra la via Piave. Nell’angolo tra la via Grazia Deledda e la via Roma è presente uno spiazzo attrezzato, all’interno del quale si trova una curiosa Fontana a forma di piramide, mentre a sinistra, alla destra della via Piave, si trova il parco Sa Ruxi e Muredda, sul quale si affaccia il palazzo municipale, ed all’interno del quale si svolgono in agosto le manifestazioni della Sagra de Sa Corda Manna. La Palestra copertaPassato il Municipio, proseguiamo lungo la via Grazia Deledda per poco più di duecento metri, poi svoltiamo a sinistra in via Sarcidano, e, dopo una sessantina di metri, svoltiamo a destra in via Tocco. Siamo sempre all’interno della parte nuova dell’abitato di Sadali. Lungo la via Tocco, dopo un centinaio di metri, si vede alla sinistra della strada, l’ingresso del complesso scolastico, all’interno del quale è presente la Palestra coperta, di proprietà del comune di Sadali, nella quale è possibile preticare, come discipline, le attività ginnico motorie, ed inoltre lotta, judo, karate. Ci spostiamo dal paese nuovo al vecchio centro abitatoDalla via Grazia Deledda, passato il Municipio, prendiamo a sinistra la via Roma che si dirige verso nord est, la seguiamo per circa duecento metri e prendiamo una deviazione a sinistra, che ci porta in Piazza Venezia. Si tratta di un’ampia piazza rotonda, al cui centro si trova l’area aperta, circondata da alberi, nella quale si svolgono, soprattutto in estate, numerosi eventi per la popolazione ed i turisti che vengono a visitare Sadali. Proseguendo lungo la via Roma, dopo quasi un altro centinaio di metri, arriviamo nella Piazza Camillo Benso conte di Cavour dove si trova, al civico numero 14, la sede dell’Associazione Turistica Pro Loco di Sadali. Passata questa piazza, la via Roma compie un’ampia curva a sinistra, prosegue dirigendosi verso nord, e ci porta all’interno del vecchio abitato di Sadali. Poi, dopo trecento metri, la via Roma svolta a destra, e prosegue nella via Ugo Foscolo, che ci porterà verso la chiesa parrocchiale. La chiesa parrocchiale di San Valentino MartireA trecento metri dalla piazza Camillo Benso conte di Cavour, la via Roma svolta a destra, prosegue in discesa verso la parte bassa del paese per quasi una cinquantina di metri, ed arriviamo dove parte a sinistra la via Giosuè Carducci, mentre la prosecuzione della via Roma è la via Ugo Foscolo, che ci porta, in poche decine di metri, a vedere, alla sinistra, la facciata della chiesa di San Valentino Martire che è la parrocchiale di Sadali. Sadali è l’unico paese in Sardegna, e tra i pochi in Italia, ad avere come patrono San Valentino, uno dei primi vescovi della diocesi di Terni, il quale, regnante l’Imperatore Adriano, durante un soggiorno romano viene imprigionato, decapitato nel 273, e sepolto lungo la via Flaminia. A Roma, il 15 febbraio si svolgevano i festeggiamenti in onore di Pane, Fauno e luperco, con riti di purificazione dei campi e di fecondità, che, essendo divenuti troppo licenziosi, vengono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494, e sostituiti anticipandolo al 14 febbraio con la memoria di San Valentino, attribuendo al Vescovo Martire di Terni il patrocinio degli innamorati. Di questa chiesa, ubicata nel vecchio centro e quindi in posizione periferica rispetto al popoloso nuovo centro abitato, è stato edificato, fra la seconda metà del nono secolo e la prima metà del decimo secolo, il nucleo centrale, in stile tardo bizantino; durante la prima metà del quattordicesimo secolo risente dell’influenza dello stile gotico aragonese; fra il seicento ed il settecento vede l’aggiunta di una cappella, alla quale nei secoli successivi si aggiungono le altre; nella prima metà del novecento si costruisce il massiccio campanile, che si aggiunge a quello a vela. L’edificio, che è stato di recente strutturato, presenta una semplice facciata, caratterizzata da un grande portale ogivale in stile gotico aragonese, incorniciato da una serie di archi acuti poggianti su delicate colonnine sorrette da peducci a decoro vegetale e sormontato da una lunetta con decorazioni policrome. Al di sopra spicca un grande rosone circolare. Sul terminale piano del prospetto è posto il campanile a vela alleggerito da una coppia di monofore, mentre sul lato destro dell’edificio si erge il massiccio campanile a canna quadrata, edificato nella prima metà del novecento. All’interno presenta una pianta con una sola e semplice navata, sulla quale si affacciano le cappelle laterali. Nel calendario liturgico San Valentino viene festeggiato il 14 febbraio, in ricordo della sua morte, ma a Sadali la Festa patronale, ossia la Festa di San Valentino Martire, si svolge due volte l’anno, l’8 maggio, e sopratutto il 6 ottobre, con processione, cerimonie religiose e manifestazioni civili. La data è stata spostata perchché febbraio era un mese molto rigido, le temperature erano basse, il bestiame ancora magro, e maggio era un mese migliore, ma soprattutto ottobre, in autunno, si configurava decisamente come ancora migliore per le celebrazioni, soprattutto dopo che il grano era già stato raccolto, c'’era stata la vendemmia, quindi frutta e ortaggi erano abbondanti e anche la carne degli animali era più pingue. Essendo il protettore degli innamorati, a Sadali gli viene dato il nome di Su Santu Coiadori, il Santo pronubo dei matrimoni, e la tradizione dice che se si scuote per tre volte la statua piccola del Santo si hanno buone probabilità di trovare moglie o marito. La cascata di San ValentinoNei pressi della chiesa, nell’angolo tra la via Roma e la via Giosuè Carducci, scorre la Cascata di San Valentino con un salto di sette metri. La cascata di San Valentino azionava un mulino ad acqua chiamato Mulino idraulico su Molinu uno dei sette vecchi mulini presenti nel paese, costruito a fine 1600 da don Salvatore locci, il sadalese più famoso, appartenente ad una famiglia importante le cui vicende si intrecciano con la storia della Sardegna. Il mulino si trova sul retro della cascata di San Valentino, ed è stato realizzato tutto in legno tranne delle parti dei congegni soggetti a notevoli sforzi che erano in metallo. Sadali viene anche chiamato il paese nell’acqua, perché nessun altro luogo in Sardegna presenta una quantità tale di sorgenti perenni, ed inoltre è l’unico centro abitato in Europa con una cascata presente all’interno del centro cittadino. La voragine detta Sa Ucca MannaLe acque della cascata di San Valentino, come quelle delle innumerevoli fonti che caratterizzano Sadali, finiscono poi all’interno di un baratro sotterraneo, la voragine chiamata Sa Ucca Manna dove scorrono per circa centocinquanta metri, per poi fuoriuscire nella zona bassa del paese ed essere utilizzate per l’irrigazione dei campi. Per visitarla, prendiamo, prima che la via Roma prosegua nella via Ugo Foscolo, alla sinistra la via Giosuè Carducci, la seguiamo per un centinaio di metri ed arriviamo in piazza Eleonora d’Arborea, dove seguiamo a destra il percorso restaurato di recente, che, in poche decine di metri, porta alla voragine, che è recintata e dotata di un sentiero in pietra per la visita. La voragine ha una lunghezza di centocinquantotto metri, uno sviluppo di centosettantotto metri, un dislivello di dodici metri, un ingresso superiore a pozzo. Ha anche una grande valenza dal punto di vista speleologico, vista la presenza di grandi concrezioni e stalattiti lunghe e intatte presenti lungo tutto lo sviluppo della cavità. Il vecchio MunicipioNella nostra visita all’abitato, la via Ugo Foscolo ci aveva portati a vedere alla sinistra la facciata della chiesa parrocchiale di San Valentino Martire, passata la quale la strada si allarga, subito dopo la chiesa. Sul lato sinistro della via Ugo Foscolo, a fianco della chiesa, si affaccia l’edificio che, fino all’inizio degli anni settanta del novecento, ospitava il Vecchio Municipio di Sadali, e che attualmente, completamente restaurato, accoglie al suo interno una sede secondaria della Associazione Turistica Pro Loco. Il vecchio CimiteroLungo la via Ugo Foscolo, passata la chiesa parrocchiale di San Valentino Martire, proseguiamo verso sud in discesa per circa duecento metri, e vediamo, alla destra della strada, una breve deviazione che porta sopra un rialzo, dove si vede il muro frontale con cancello di ingresso del Vecchio Cimitero di Sadali, che era l’unico Cimitero situato all’interno del vchhio centro storico, fino alla realizzazione del nuovo Cimitero, che si trova ad ovest dell’abitato, all’esterno del paese. La chiesa di Sant’Elena ImperatriceA Sadali esiste un’altra chiesa, quella di Sant’Elena, che un tempo era una chiesa campestre situata sul margine del Taccu, nella periferia di Sadali, ed stata attualmente inglobata nel tessuto cittadino. È raggiungibile dalla chiesa parrocchiale con un lungo percorso che porta all’esterno del vecchio centro storico per poi rientrarci, per cui è più semplice arrivarci ripartendo dal Municipio. Dal Municipio prendiamo la via Roma che si dirige verso nord est, la seguiamo per circa duecento metri dove una deviazione a sinistra ci porta nella piazza Venezia, che abbiamo già visitata. Giriamo intorno alla piazza e prendiamo la via Venezia, che è la prosecuzione della strada che ci ha portati in piazza, in una cinquantina di metri prendiamo a destra la via Sant’Elena, dopo una settantina di metri, a sinistra la via Santa Croce, la seguiamo per duecento metri e vediamo, alla destra della strada, il sentiero che porta alla chiesa di Sant’Elena Imperatrice che sorge all’interno di un giardino alberato cinto da una basso muro di cinta in pietra, sull’omonima collina che domina dall’alto il grazioso centro storico. Come primo impianto è stata edificata in forme bizantine probabilmente nel decimo o nell’undicesimo secolo, e porta evidenti tracce dello stile romanico. È una chiesa semplice, a pianta rettangolare e navata unica con copertura lignea. Dove raggiungiamo la chiesa, della facciata originale resta un antico portone oggi murato, mentre l’abside sul lato opposto è in parte distrutta e lascia il posto all’ingresso attuale, che ospita il portone ligneo inserito tra due piccole colonne e due mensole che sostengono l’architrave. I contrafforti laterali ed una copertura a capanna completano l’estetica dell’edificio che risulta molto gradevole nella sua semplicità, scolpita nel travertino locale lasciato a vista. L’area presbiteriale, aperta da una grande arco trionfale a tutto sesto, accoglie il modesto altare con alcuni simulacri. Sant’Elena, madre di Costantino elevata al rango di imperatrice, è molto venerata in Sardegna dove viene considerata la patrona dei tintori, e, in contrapposizione a San Valentino considerato Su Santu Coiadori ossia il Santo pronubo, viene considerata Sa Santa Scoiadora, cioè dissolvitrice di fidanzamenti. La sua Festa ricorre a Sadali il 18 agosto con grande afflusso di fedeli, e si svolge in un’atmosfera davvero unica, che accompagna i riti religiosi con canti, balli ed eventi folkloristici della tradizione popolare. Caratteristica saliente della sua Festa è Sa Cursa de su Pannu, la Corsa del Panno, una rievocazione delle antiche sfide fra cavalieri in salsa popolare, che si svolge il giorno antecedente alla processione in onore di Sant’Elena e vede sfidarsi i cavalieri in sella a cavalli ed asini. Il vincitore potrà fregiarsi del celebre drappo durante la processione, fra gli onori della folla. La Stazione ferroviaria di Sadali che conserva la dicitura di stazione di Sadali-SeuloDal Municipio di Sadali torniamo indietro con la via Grazia Deledda in direzione della SS198 di Seui e Lanusei, dopo un centinaio di metri prendiamo a sinistra la via della Stazione, dopo duecento metri prendiamo a destra la via Ogliastra, che, in una cinquantina di metri, ci porta a quella che è nota come Stazione di Sadali-Seulo ma che serve il solo comune di Sadali. È una Stazione ferroviaria realizzata nella parte occidentale dell’abitato dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, inaugurata nel 1894 insieme al tronco ferroviario che collegava Villanova Tulo con Ussassai, ultimo lotto completato della linea tra Mandas ed Arbatax. L’impianto nasce per servire sia Sadali che il comune di Seulo, che dista però dall’impianto oltre dieci chilometri. Nel 1921 subentra nella sua gestione quella della Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui nel 1989 segue quella delle Ferrovie della Sardegna. Sotto questa amministrazione, nel 1997 l’intera linea tra Mandas ed Arbatax viene destinata all’impiego per il solo traffico turistico legato al progetto Trenino Verde, fatto che porta alla cessazione dell’utilizzo regolare dello scalo, e da allora la stazione, che dal 2010 è gestita dall’ARST, viene utilizzata quasi esclusivamente come stazione di Sadali nel periodo estivo, restando per il resto dell’anno priva di traffico. Visita dei dintorni di SadaliVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sadali, sono stati portati alla luce i resti del Protonuraghe Sarbassei; del Nuraghe complesso Istria; ed anche dei Nuraghi Accodulazzu, Casteddos de Seddori, Nurassolu, Sorroli, Taccu Piccinnu, tutti di tipologia indefinita. La grotta di Is JanasDal Municipio di Sadali prendiamo la via Grazia Deledda verso nord ovest ed arriviamo sulla SS198 di Seui e Lanusei, che prendiamo a destra verso nord, in direzione di Seui. La seguiamo per poco più di un chilometro e prendiamo la deviazione a sinistra sulla SP8 che porta a Seulo, dopo un chilometro e duecento metri svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni nella strada che, in meno di un chilometro e mezzo, ci porta, all’interno del bosco di lecci, al parcheggio nella foresta di Addolì, nella quale seguendo un sentiero si raggiunge la Grotta di Is Janas. Scoperta nell’ottocento, lunga Duecentoquaranta metri e ricca di concrezioni, di stalattiti e di stalagmiti e di una interessante fauna cavernicola, la grotta è suddivisa in sei ambienti. Si parte, dopo alcuni gradini, con il Vestibolo, un ampio salone in leggera pendenza nel quale crescono particolari stalagmiti, avvolte da una patina vegetale. Da qui si accede a S’Omu de Is Janas, la casa delle fate, una sala ovoidale lunga venticinque metri e larga otto, nella quale si trovano le Janas, diventate secondo leggenda tre imponenti stalagmiti. Superata questa sala, si raggiunge Su Mulinu, la terza sala con una massiccia colata color ocra, vicino alla quale c’è una piccola stalagmite che ricorda una Madonna col bambino. L’ambiente successivo è Su Longu, un corridoio spoglio sul cui fondo si trovano basse colonne che si affacciano su un laghetto. Da qui si accede al Ponte, una zona della grotte caratterizzata da un’originale lama rocciosa che costringe i visitatori a piegarsi per raggiungere un ambiente con alcuni suggestivi anfratti, che porta all’ultima stanza, la Sala del Guano, nella quale vive una folta colonia di pipistrelli. Proprio la fauna cavernicola è caratteristica della grotta: molluschi, centogambe, ragni, pseudoscorpioni, lepidotteri, vari tipi di insetti e la salamandra eutroglofila sono gli abitanti di un luogo rimasto fermo nel tempo. Secondo la leggenda la grotta era la dimora di tre Janas, mezze fate e mezze streghe, che amavano la buona cucina, rispettate e temute dagli abitanti della zona. Un giorno decisero di fare molte frittelle e, friggendo e mangiando, non si resero conto che il tempo passava e che era giunto il periodo della quaresima. Un frate, che da Sadali andava a predicare a Seulo, fu attratto dal profumo delle frittelle e raggiunse la grotta. Adirato perché non rispettavano il digiuno quaresimale le rimproverò, ma le Janas, anziche pentirsi per il loro operato, lo aggredirono e lo impiccarono. Ma la giustizia divina le punì, furono infatti pietrificate unitamente ai loro utensili ed al cadavere del povero religioso, che pende ancora dal soffitto come una grossa stalattite... Dalla grotta di Is Janas si può salire, con un sentiero attrezzato, alla Cascata su Stampu ’e su Turrunu, sul Riu su Longufresu, che si trova all’interno del confine Comunale di Seulo, vicino a quello di Sadali a sud, e quello di Seui ad est. La Stazione ferroviaria di Esterzili che si trova in territorio di SadaliDal Municipio di Sadali prendiamo la via Grazia Deledda verso nord ovest ed arriviamo sulla SS198 di Seui e Lanusei, che prendiamo a sinistra verso sud, in direzione di Serri. La seguiamo per quattro chilometri, e, all’altezza del chilometro 28, un centinaio di metri preima che a sinistra parta la SP53, vediamo, alla destra della strada, la Stazione ferroviaria di Esterzili. La Stazione di Esterzili è una Stazione ferroviaria posta lungo la linea che collega Mandas con Arbatax, al servizio del comune di Esterzili, che però si trova all’interno del territorio Comunale di Sadali. La stazione, realizzata a nord ovest dell’abitato di Esterzili dalla Società italiana per le Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, vene inaugurata nel 1894 insieme al tronco ferroviario che collegava Villanova Tulo con Ussassai, ultimo lotto completato della linea tra Mandas ed Arbatax. Nel 1921 subentra nella sua gestione quella della Ferrovie Complementari della Sardegna, a cui nel 1989 segue quella delle Ferrovie della Sardegna. Sotto questa amministrazione, nel 1997 l’intera linea tra Mandas ed Arbatax viene destinata all’impiego per il solo traffico turistico legato al progetto Trenino Verde, fatto che porta alla cessazione dell’utilizzo regolare dello scalo, e da allora la stazione, che dal 2010 è gestita dall’ARST, viene utilizzata quasi esclusivamente nel periodo estivo, restando per il resto dell’anno priva di traffico. Nell’agosto 2017, un incendio divampato nel territorio circostante la ha investita, devastandone le strutture e rendendola totalmente inagibile. Oggi è un rudere, posizionato lungo la strada statale, subito prima del rudere della Cantoniera di Perdamengianu. La chiesa campestre di Nostra Signora d’ItriaProseguiamo verso sud con la SS198 di Seui e Lanusei e, dopo sei chilometri e trecento metri, una cinquantina di metri prima della Cantoniera Santa Maria che si trova all’altezza del chilometro 21.5, alla destra della strada si vede la chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria. Il piccolo edificio religioso sorgesu una verde distesa, ha una semplice pianta rettangolare, la facciata si presenta asimmetrica con falde a doppio spiovente e campanile a vela con due luci. Dal portale in legno a due battenti si accede all’interno, che è a due navate, scandite dalla sequenza di quattro semicolonne, e la copertura è in legno. In fondo, il presbiterio è rialzato su alcuni gradini e al centro si trova l’altare, di modesta fattura. Il nome d’Itria è la contrazione di Odigitria, parola che significa Mostra la Via. Veniva così chiamato il tempio che si trovava a Costantinopoli, eretto per custodire ed onorare un quadro che raffigurava la Madonna. Non si sa come la venerazione della Madonna d’Itria sia giunta in Italia, ma si ritiene che il suo culto possa essere legato a un quadro della Vergine dipinto da San Luca Evangelista. Il culto della Vergine d’Itria a Portoscuso sembra risalire al periodo dell’attività della tonnara, ed è attestato fino dal 1630, ed il sito attuale nel quale sorge la chiesa dovrebbe corrispondere a quello, dove, nel 1655, il marchese Vivaldi Pasqua fece costruire una piccola chiesa col medesimo titolo. Il quadro raffigurante la Madonna d’Itria, secondo una tradizione popolare, era stato portato nella chiesa dove, durante un’incursione saracena, venne colpito da alcuni proietili. Dopo molti anni, il proprietario della tonnara lo portò a Genova per farlo restaurare, ma da dove il quadro non fece più ritorno a Portoscuso, ed in sua sostituzione, vi venne portato il simulacro che riproduceva la Santa. |
A Sadali la Festa della Madonna d’Itria viene celebrata la prima domenica di giugno, e si apre con una processione, in occasione della quale il simulacro viene portato dalla chiesa parrocchiale di San Valentino alla sua piccola chiesa campestre. Dopo la celebrazione della messa, i fedeli organizzano un pranzo nel bosco. L’intera giornata viene accompagnata da manifestazioni civili con balli e canti tradizionali e degustazioni di prodotti tipici. Il giorno seguente, il simulacro viene ricondotto dalla chiesa campestre di Santa Maria alla chiesa parrocchiale. Anche nel corso della seconda giornata, vengono organizzate danze popolari e altre esibizioni che allietano i festeggiamenti dei fedeli e dei turisti. Ruderi della chiesa bizantina di San luciferoPassata la chiesa campestre di Nostra Signora d’Itria e la Cantoniera Santa Maria, proseguiamo verso sud con la SS198 di Seui e Lanusei. Dopo circa un chilometro la strada compie una stretta curva verso detra, e poi riprende a salire verso nord. Perorsi altri tecentocinquanta metri, si trova una deviazione in una sterrata sulla sinistra, che si dirige verso il sottostante Lago Basso del Flumendosa. La percorriamo per alcune centinaia di metri e si vedono, alla destra della sterrata, i Ruderi della chiesa bizantina di San lucifero dedicata al Vescovo di Cagliari che ha difeso l’ortodossia cristiana contro l’eresia di Ario, ed è stato condannato all’esilio per essersi opposto alla condanna di Atanasio di Alessandria al concilio di Milano del 355. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Sadali ci recheremo a Seui il principale centro della Barbagia di Seulo, dove è nato Filiberto Farci, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trovano la foresta demaniale di Montarbu, l’imponente monumento naturale chiamato Sa Perda ’e liana, e numerosi siti archeologici. |