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Samatzai considerato una delle patrie delle launeddas con il Nuraghe di Samatzai e la necropoli di Sa Rocca Pertunta


In questa tappa del nostro viaggio, da Nuraminis ci recheremo a Samatzai considerata una delle patrie delle launeddas, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con il Nuraghe complesso di Samatzai detto anche Nuraghe su Nuraxi e la necropoli di Sa Rocca Pertunta, e dove si sta edificando la chiesa campestre dedicata a San Bertorio.

Il Campidano di Cagliari

Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant’Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius.

In viaggio verso Samatzai

Dal centro di Nuraminis prendiamo la via Samatzai, che esce dall’abitato come SP33 dirigendosi verso nord est e, dopo poco più di tre chilometri, prendiamo la deviazione che ci porta all’interno dell’abitato di Samatzai. Dal Municipio di Nuraminis a quello di Samatzai si percorrono 5.0 chilometri.

Il comune chiamato Samatzai

Samatzai: veduta dell’abitatoSamatzai-Stemma del comuneIl comune di Samatzai (pronuncia Samatzài, metri 162 sul livello del mare, abitanti 1.555 al 31 dicembre 2021) è un paese situato nella Provincia del Sud Sardegna, ai margini della vasta pianura campidanese in un’area a lieve pendio, sulle pendici del monte Titas, a circa 30 chilometri a nord da Cagliari. Il paese è raggiungibile mediante la SS131 di Carlo Felice e la SS128 Centrale Sarda, che passano a una certa distanza dall’abitato, mentre la SP33 collega Samatzai con i comuni di Pimentel e Nuraminis, e la SP34 la collega con il comune di Guasila. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, dato che si raggiungono i 305 metri di quota.

Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda e dell’Associazione nazionale delle città dell’Olio

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor.

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città dell’OlioQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città dell’Olio, che ha tra i suoi compiti principali quello di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità, tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo, diffondere la storia dell’olivicoltura, e garantire il consumatore attraverso le denominazioni di origine. Le città dell’Olio in Sardegna sono ad oggi Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Cuglieri, Dolianova, Escolca, Genuri, Gergei, Giba, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Olbia, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Samatzai, Santadi, Seneghe, Serrenti, Siddi, Sini, Uri, Usini, Ussaramanna, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia.

Origine del nome

Il toponimo, attestato nell’anno 1341 come De Somassay, non ha chiara origine ed è verosimilmente di origine protosarda. Il linguista Massimo Pittau ritiene che, siccome è certo che anche i Protosardi adorassero il dio Sole, è possibile che il nome Samatzai sia la traduzione del relativo vocabolo sardiano o protosardo nel fenicio Shamash, ossia Dea del sole. Questa denominazione  rispecchia la realtà che Samatzai ha ancora oggi, cioè che il suo territorio è eccessivamente battuto dal sole, non essendoci una vera macchia arbustiva. La differenza dei due nomi sardi per quanto riguarda la finale, sta nel fatto che quasi certamente Samatzai in origine si pronunziasse ossitono, con l’acuto sull’ultima sillaba ossia Samatzá, cui si è aggiunta una -I al fine di evitare la ossitonia, che non era consentita dalla fonetica del latino e del sardo come lingua neolatina.

La sua economia

Si tratta di un comune di pianura che alle tradizionali attività agricole ha affiancato alcune significative iniziative industriali. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta. É presente anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il settore secondario è costituito da imprese che operano nei comparti estrattivo, del legno, dei materiali da costruzione ed edile. Il centro agricolo negli ultimi decenni è stato trasformato dall’insediamento di due grossi impianti industriali, un calcificio e un cementificio tra i maggiori in Italia, che sfruttano le cave di calce, grande risorsa della zona. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Pur non figurando tra le mete turistiche più celebrate della zona, richiama comunque l’attenzione dei visitatori grazie alle bellezze del patrimonio architettonico ma anche al ricco calendario di feste e sagre che si svolgono nel paese. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

L’area nella quale sorge l’abitato viene abitata già in epoca prenuragica e nuragica, come dimostrato dalla presenza nel territorio di alcune domus de janas, di una necropoli, di tombr di giganti e di alcuni Nuraghi. Poche sono le notizie storiche relative alle prime vicende del borgo e incerte sono anche le sue origini, si sa solo che durante il Medioevo appartiene al Giudicato di Càralis, nel quale fa parte della curatoria di Nuraminis. Si presume che Samatzai non abbia avuto sempre questa denominazione, dato che in un documento del 1219 riguardante la cessione di alcuni territori della Trexenta dati in dote dal giudice Torchitorio IV di Cagliari a suo figlio Guglielmo, si parla della cessione del villaggio di Santu Maccari, che comprendeva una serie di agglomerati sparsi tra cui Santa Barbara, Amydala detta anche Bidda Mendula, Baralla, Oliri e Tradori. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, il villaggio passa ai conti Pisani della Gherardesca. Il paese nel 1355 passa dalla dominazione pisana a quella aragonese, quando gli Aragonesi formano per il paese una Baronia, che nel 1355 la danno in feudo ai De Ampurias. Nel 1362 il feudo passa in proprietà della signoria di Samassi, sotto il dominio di Antonio di Podio Alto, ossia De Puyalt, ed alla sua morte passa alla figlia Giovannetta, sposata con Mauro di monteboi o montebovino, ossia Montbuy. Nel 1450, viene venduta al vicerè di Sardegna Francesco D’Heril, che dopo soli tre anni la vende a Filippo Cervellon. A Filippo Cervellon, non avendo eredi diretti, succede sua sorella Maria Rita Cervellon, sposata al marchese Francesco Maria Nurra d’Arcais, ma la Marchesa d’Arcais perde quasi immediatamente il possesso del feudo in quanto ad una donna non era concesso di detenere il potere. Ad essa subentra suo cugino Pietro Cervellon, che muore senza  avere discendenti diretti e il feudo passa nelle mani del Regno di Sardegna. alla famiglia d’Arcais resta il possesso del palazzo e delle terre, perdendo il titolo di Baroni di Samatzai e mantenendo quello di Marchesi d’Arcais. estintisi i Cervellon, il paese di Samatzai diviene un feudo regio, amministrato cioè non da signori feudali ma direttamente da funzionari della corona. Il feudo rimane tale fino al 1839, l’anno del suo riscatto, quando viene soppresso il sistema feudale. Ai sensi della legge regionale del 2001, che ha previsto l’istituzione delle nuove province sarde, il comune di Samatzai avrebbe dovuto essere aggregato alla neonata Provincia del Medio Campidano, ma con la successiva legge regionale del 2003 si stabilisce, invece, che resta in quella di Cagliari, della quale fa parte fino alla successiva riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

A Samatzai sono nati i principali suonatori di launeddas della Sardegna

Il più importante strumento a fiato della Sardegna è Is launeddas, uno strumento di origini antichissime, infatti ad Ittiri è stato trovato un bronzetto che rappresenta un suonatore con tre canne in bocca, delle quali una più lunga delle altre due, e si ritiene che sia la rappresentazione di un suonatore di launeddas, strumento a fiato polifonico tipicamente sardo. Samatzai si può considerare una delle patrie delle launeddas, essendo il paese che ha dato i natali ad alcuni tra i più famosi suonatori di launeddas dell’intera Sardegna.

Samatzai: il suonatore di launeddas Giuseppe Sanna detto PepiA Samatzai vive e muore nel 1922 Giuseppe Sanna detto Peppi importante suonatore di launeddas, che era nato a Samassi nel 1846 in una famiglia di suonatori, dato che suo nonno, suo padre, suoi zii, due suoi cugini sono stati anch’essi suonatori. Viene portato ad apprendere l’arte di suonatore alla Scuola di Antonio, Francesco e Giuseppe Figus, la famosa famiglia di suonatori di Ussana. Giuseppe non ha figli ma, per fortuna, i suoi insegnamenti vengono acquisiti da Peppi Sanna, suo allievo per dieci anni, il quale diventa, in seguito, il principale animatore di una Scuola musicale a Samatzai, dove tra la seconda metà dell’ottocento e i primi del novecento dà lezioni a quelli che sarebbero diventati tra i migliori suonatori di launeddas del novecento.

Samatzai: il suonatore di launeddas Francesco Sanna detto FrancischedduSempre a Samatzai nasce nel 1868 e muore nel 1935 suo figlio Francesco Sanna detto Francischeddu anche lui importante suonatore di launeddas, che ha iniziato a suonare già da bambino, tanto che la sua prima esibizione in pubblico avviene nel 1880 a soli dodici anni. Dotato di tecnica eccellente e padronanza assoluta dello strumento, che gli permettono di sviluppare con improvvisazioni le frasi musicali già note, facendo durare a lungo le esecuzioni, egli ha animato per quasi sessant’anni le varie manifestazioni della vita comunitaria del Campidano, quando i suonatori erano professionisti e i balli in piazza una istituzione. È da annoverare sicuramente tra i migliori interpreti del novecento.

Samatzai: il suonatore di launeddas Dionigi BurrancaIl grande suonatore di launeddas Dionigi Burranca nato a Samatzai nel 1913 e scomparso a Ortacesus nel 1995, è stato uno dei maestri più importanti della musica etnica sarda. Inizia a suonare le launeddas giovanissimo, assieme al padre Giovanni, suonatore dilettante, che gli permette di inserirsi nella Scuola di Giuseppe Sanna, alla cui morte Burranca continua a ricevere lezioni dal figlio Francesco, il quale gli trasmette anche il mestiere di ciabattino, attività che tradizionalmente era associata a quella di suonatore. Documentario 'is launeddas’ di Diego CarpitellaNel 1958 conosce l’etnomusicologo danese Andreas Fridolin Weis Bentzon, che lo indica come la fonte principale dei suoi studi e ultimo rappresentante della Scuola della Trexenta. Nel 1978, Dionigi Burranca dà vita all’Associazione Sonus de Canna, che attualmente ha sede in Assemini, con l’intento di valorizzare in modo integrato lo strumento tricalamo sardo e la tradizione locale. In seguito, nel 1982, Diego Carpitella, per conto della RAI, realizza un documentario, titolato Is launeddas, avente Burranca e alcuni suoi allievi come protagonisti, che è un documentario prezioso, nel quale vengono mostrate dal vivo le tappe che, dalla raccolta della canna, conducono alla costruzione dello strumento, ed all’apprendimento della tecnica del fiato continuo.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Samatzai

Samatzai-Sfilata del Gruppo Folk della 'Pro Loco di Samatzai'A Samatzai è attivo il Gruppo Folk dell’Associazione Turistica Pro Loco di Samatzai, nelle cui esibizioni è possibile apprezzare il costume tradizionale del posto. Tra le principali feste sagre che si svolgono a Samatzai vanno citate, il 2 febbraio, il tradizionale appuntamento con la Candelora, una Festa che ricorda la presentazione al tempio di Gesù, organizzata da secoli dalla locale Confraternita della Madonna del Rosario, che rispetta tutto un cerimoniale complesso e singolare le cui radici conducono ad epoche precristiane; il 26 e 27 maggio, la Sagra dei Santi Bertorio, Giustino e Fedele, la cui devozione risale al 1625 quando sono state rinvenute in una tomba paleocristiana le spoglie dei tre Santi; a inizio giugno, la Piccola fiera del territorio e la manifestazione Monumenti a Samatzai; la prima o la seconda domenica di luglio, la Sagra di San Pietro; il 29 agosto, si festeggia il patrono, nella Festa di San Giovanni Battista, seguita il 30 dalla Festa della Madonna delle Grazie, ed il 31 dalla Festa di San Raimondo Nonnato.

La Piccola fiera del territorio

Samatzai-manifesto della Piccola fiera del territorioOgni anno, solitamente a inizio giugno, si svolge la Piccola fiera del territorio di Samatzai, una mostra mercato delle produzioni del territorio samatzese e campidanese. Questa manifestazione si accompagna a quella di Monumenti a Samatzai, nella quale vengono invitati gli artisti partecipanti a cimentarsi in una gara di pittura, il cui tema varia di anno in anno. La fiera del territorio permette di trascorrere un giorno nel centro storico del paese di Samatzai, per poter vivere sapori, colori e profumi di una comunità orgogliosa del suo territorio, tra stand espositivi, un workshop di lavorazione del formaggio e del gateau, spettacoli e appuntamenti culturali, accompagnata da visite ai monumenti.

Visita del centro di Samatzai

Samatzai: veduta del Cementificio di SamatzaiL’abitato di Samatzai, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Arriviamo a Samatzai da sud con la SP33, e passiamo, vedendolo sulla sinistra, accanto al Cementificio di Samatzai, che è uno stabilimento della Italcementi. Poco più avanti, quando la strada svolta verso destra, prendiamo a sinistra l’uscita verso l’abitato, che costeggia, sempre sulla sinistra della strada, l’area industriale del paese. Passate poche decine di metri, arriviamo a vedere il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese, dopo il quale la strada entra all’interno nell’abitato ed assume in nome di via Cagliari. La tradizionale struttura urbanistica e l’architettura del paese è quella tipica della Trexenta, con ampie case di matrice contadina, a due piani, circondate da estesi cortili, incastonate in un artistico centro storico impreziosito da antichi edifici.

Nella piazza Guido Rossa si trova il Municipio di Samatzai

Entriamo nell’abitato con la via Cagliari e, percorsi trecentocinquanta metri verso nord dal cartello segnaletico, arriviamo dove parte verso destra la via Martiri della via Fani, passata la quale si vede, alla destra della via Cagliari, la Piazza Guido Rossa, intestata all’operaio e sindacalista italiano, assassinato nel 1979, durante gli anni di piombo, dalle Brigate Rosse. Sulla piazza, al civico numero 2 della piazza Guido Rossa, si affaccia il Municipio di Samatzai, che ospita la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini.

Samatzai: veduta della piazza Guido Rossa Samatzai: il Municipio di Samatzai

Gli impianti sportivi in località Sa Pinneta

Dalla piazza Guido Rossa prendiamo verso destra la via Martiri della via Fani, la seguiamo verso est per un centinaio di metri fino a dove termina, qui prendiamo e destra la via Pio la torre e, dopo una ventina di metri, vediamo, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso degli impianti sportivi in località Sa Pinneta. All’interno di questo complesso di impianti sportivi, è presentè la Piscina Comunale, nella quale praticare come disciplina il nuoto in tutti gli stili.

Samatzai: impianti sportivi in località Sa Pinneta: ingresso Samatzai: impianti sportivi in località Sa Pinneta: Piscina Comunale Samatzai: impianti sportivi in località Sa Pinneta: Campo da Calcetto ossia da Calcio a cinque Samatzai: impianti sportivi in località Sa Pinneta: Campo da Tennis Samatzai: impianti sportivi in località Sa Pinneta: il pista da pattinaggio

Sono presenti, inoltre, un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, ed un Campo da Tennis, con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, che sono entrambi dotati di tribune in grado di ospitare una cinquantina di spettatori; una Pista da pattinaggio, nella quale praticare Hockey e Pattinaggio a rotelle. Questi impianti non sono dotati di tribune per il pubblico.

Arriviamo al Monumento ai Caduti sul retro dell’ex Monte Granatico

Samatzai: lo slargo comunemente chiamato prazza de Funtana GruxiPassata la piazza Guido Rossa, proseguiamo verso nord lungo la via Cagliari ed arriviamo a uno slargo, al centro del quale parte a destra la via Sardegna. Questo slargo viene comunemente chiamato Prazza de Funtana Gruxi, e si trova all’incrocio delle due vie, la via Cagliari e la via Sardegna. Al centro dello slargo si trova la Funtana Gruxi una croce eretta in onore delle Missioni.

Samatzai: il Monumento ai Caduti di Samatzai sul retro del Monte GranaticoSamatzai: il Monumento ai Caduti di SamatzaiPassato questo slargo, la prosecuzione della via Cagliari assume il nome di via Roma e, seguita per altri duecentocinquanta metri, ci porta a un incrocio chiamato Prazza de su Monti, anch’essa conseguente all’incorcio di due vie, la via Roma e la via Guasila. In questo incrocio si affaccia il retro dell’edificio che ospitava il Monte Granatico, e davanti ad esso è presente il Monumento ai Caduti Di Samatzai. Si tratta di un obelisco assente di un soggetto particolare, su base a gradini, edificato in trachite tra il 1935 ed il 1949, e sulla cui facciata è posizionata una lapide sulla quale sono riporati i nomi dei caduti.

L’edifico che ospitava il Monte Granatico

Samatzai-Facciata dell’ex Monte GranaticoProseguendo lungo la via Roma, si costeggia la fiancata e, in una cinquantina di metri, si arriva a una piazza sulla quale si vede l’ingresso dell’ex Monte Granatico un interessante esempio di architettura rurale, che anticamente aveva la funzione di immagazzinare le sementi al fine di prestarne una parte agli agricoltori, con l’obbligo di restituzione dopo il raccolto. Si trattava quindi una vera e propria banca del grano, la cui attività era diretta ad arginare la possibilità di carestie e ad evitare il proliferare dell’usura. Costruito da maestranze locali nel 1761, l’edificio è composto da due corpi di forma trapezoidale, di cui il più grande rappresenta l’ambiente originario, costituito da un unico piano ripartito in due ambienti da un muro di spina centrale, aperto con quattro grandi archeggiature, sul quale si appoggiano le grosse travi in legno che sorreggono la copertura in tegole a due falde. A questo primo corpo dell’edificio se ne affianca un altro, costruito nel 1813 per far fronte alle aumentate esigenze di immagazzinamento dei cereali da semina. Di recente è stato ristrutturato, ed oggi ospita un centro culturale che viene utilizzato prevalentemente per manifestazioni sociali, culturali e ricreative.

L’ex Municipio

Samatzai: il palazzo storico a fianco del Monte GranaticoNella piazza alla quale siamo arrivati lungo la via Rima, guardando la facciata del Monte Granatico, alla sua destra, si vede un bell’edificio, che era un vecchio Palazzo storico di Samatzai, ma che oggi è ridotto molto male. Samatzai: il palazzo dell’ex Municipio di Samatzai che ospita la Biblioteca ComunaleL’edificio avrebbe bisogno di un significativo restauro per essere riportato al suo antico splendore.

Dopo aver passato la piazza, proseguiamo verso est lungo la via Roma, e, percorsa appena una settantina di metri, vediamo alla destra della strada, al civico numero 48 della via Roma, l’ingresso del palazzo nel quale si trovava l’Ex Municipio di Samatzai, prima della costruzione del nuovo Municipio che è presente oggi lungo la via Cagliari, al civico numero 2 della piazza Guido Rossa. Nell’edificio del vecchio Municipio, viene ospitata oggi la Biblioteca Comunale del paese.

Il Palazzo Baronale con la Cappella privata scomparsa dedicata a Santa Rosa

Samatzai: il Palazzo Baronale: l’ingressoDalla piazza sulla quale si trova la facciata del Monte Granatico, passando tra questo ed il palazzo storico, prendiamo, sul retro del palazzo storico, la via Corte, la seguiamo per centoquaranta metri, fino a dove parte a sinistra la via marchese d’Arcais. Qui, all’incrocio tra le due strade, si vede l’ingresso del Palazzo Baronale. Si tratta di un antico caseggiato di notevoli dimensioni che si sviluppa tra la via Corte e la via marchese d’Arcais, risalente probabilmente alla fine del sedicesimo secolo, che è stata costruita dalla famiglia dei nobili catalani Cervellon, Baroni di Samatzai, dei quali è stata la dimora, ed in seguito, in epoca piemontese, è stata dimora dei Marchesi d’Arcais.

Samatzai: il Palazzo Baronale: il portale murato della Cappella intitolata a Santa RosaEssi risiedevano nel palazzo il quale, nel periodo più antico, aveva l’aspetto di un Castello, con anche un ponte levatoio sotto il quale passava un fiumicello. All’interno del palazzo vi era un carcere sotterraneo, e nel cortile vi era un capestro esposto a testimoniare l’autorità degli spagnoli. Vi era anche una Cappella intitolata a Santa Rosa che fungeva da oratorio privat per la prospiciente residenza Baronale. La piccola Cappella è oggi scomparsa, e di essa rimangono visibili solo gli stipiti a colonnine scanalate, sormontate da un piccolo frontone di stile romanico, appartenenti al portale, che è stato successivamente nel tempo murato.

La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista

Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaRitorniamo a dove la via Roma arriva al Monumento ai Caduti . Lungo la via Roma, subito prima del monumento, seguendo le indicazioni prendiamo l’ultima traversa a sinistra, che è la via San Giovanni. La seguiamo per una quarantina di metri ed arriviamo a un bivio, dove a sinistra prosegue la via San Giovanni, mentre a destra prendiamo la via Mandrolisai. Seguiamo la via Mandrolisai per un’ottantina di metri, e troviamo a destra una stretta deviazione che, saliti sei gradini, ci porta nella piazza della chiesa, sulla quale si affaccia sulla destra la chiesa di San Giovanni Battista che sorge nel punto più alto del paese ed è la parrocchiale di Samatzai. La chiesa è stata costruita nel quindicesimo secolo in stile tardo gotico, e l’attuale struttura, malgrado le aggiunte della fine del settecento, conserva alcune caratteristiche di quella originaria. È cambiata molto col trascorrere del tempo, ma nonostante questo ha mantenuto intatta la sua bellezza ed il suo splendore. L’edificio preceduto da un’ampia scalinata, risulta caratterizzato da una facciata totalmente tinteggiata che presenta un piatto terminale decorato da merlature.

Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: facciata Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: il portale e rosone centrale Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: campanile Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: veduta laterale

Centralmente si apre il portale ligneo di accesso all’edificio, circondato da una cornice in trachite. La parte superiore del prospetto è contraddistinta da un ampio e strombato rosone calcareo traforato. Il massiccio campanile del quindicesimo secolo si innalza a sinistra dell’edificio, ed ha una campana datata 1579. La cupola, più recente, è emisferica. All’interno la chiesa è di impianto gotico aragonese, con copertura lignea sorretta da archi ogivali traversi, presenta un’unica navata ripartita in quattro zone da archi poggianti su pilastri con capitelli, con una serie di cappelle laterali di cui una coperta da una piccola volta a crociera, mentre a livello del presbiterio è presente un arco trionfale a tutto sesto. Nella chiesa sono ancora oggi conservate statue di Santi interamente in legno molto antiche, a cui si aggiunge una splendida croce astile in argento massiccio del sedicesimo secolo.

Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: interno Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: altare centrale Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: il particolare dell’altare centrale Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: la croce astile in argento massiccio

Samatzai: chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista: i tre Santi patroniOgni anno a Samatzai, presso questa chiesa, si festeggiano i tre Santi patroni del paese. Le celebrazioni iniziano il 29 agosto, con la Festa di San Giovanni Battista, seguita il 30 dalla Festa di Nostra Signora delle Grazie, ed il 31 dalla Festa di San Raimondo Nonnato. In ciascuno dei tre giorni di festeggiamenti religiosi si svolge la processione con il simulacro del Santo, accompagnata dal gruppo folk, dai suonatori di launeddas e dai membri della Confraternita del Rosario, e dopo la processione si tengono le diverse cerimonie religiose. Alle celebrazioni religiose si affiancano le manifestazioni civili, con quattro serate all’insegna della buona musica e del buon cibo.

Samatzai-manifesto della Festa di San Giovanni Battista Samatzai-manifesto della Festa di Nostra Signora delle Grazie Samatzai-manifesto della Festa di San Raimondo Nonnato Samatzai: il processione per le feste patronali

L’oratorio di Nostra Signora del Rosario

Samatzai: l’oratorio di Nostra Signora del RosarioDell’oratorio della Confraternita della Madonna del Rosario non ci sono notizie certe, si ritiene, comunque, che la sua nascita risalga al diciassettesimo secolo. L’edificio è ubicato alla destra della chiesa parrocchiale, al termine della quale risulta addossato, è sopraelevato rispetto al piano stradale, e vi si accede mediante quattro gradini di pietra. L’oratorio è stato sottoposto a vari lavori di assestamento e di ristrutturazione che ne hanno modificato le caratteristiche principali. Oggi la facciata, squadrata, presenta un portale rettangolare in legno delimitato da una cornice in pietra lavorata, e sull’architrave c’è un’iscrizione poco leggibile recante la data del 1709. Il terminale orizzontale della facciata è rifinito con una cornice in pietra sopra la quale si ergeva un campanile a vela ad una luce, che è andato però perso con un restauro. Il tetto, sprovvisto di tegole, ha un solaio orizzontale in cemento. L’edificio internamente è costituito da un ambiente principale a sviluppo longitudinale, nel quale è presente il piccolo altare in pietra, la cui nicchia conteneva la statua del Cristo risorto, oggi sostituita da un dipinto su tela della Madonna del Rosario, di attuale creazione. Nelle pareti si aprivano alcune nicchie che contenevano i simulacri della Madonna del Rosario e di Sant’Agnese.

Samatzai-oratorio di Nostra Signora del Rosario: termine della chiesa parrocchiale al quale è addossato l’oratorio Samatzai-oratorio di Nostra Signora del Rosario: facciata dell’oratorio

Nell’ambiente, alla sinistra dell’altare, vi è una porticina che porta a un altro ambiente usato come magazzino, dove fino agli anni settanta del secolo scorso venivano conservati antichi simulacri, molti dei quali oggi scomparsi. L’oratorio un tempo mostrava una volte a botte, con dei dipinti realizzati dal pittore locale Raimondo Cogotti, mentre ora presenta una struttura di travi, capriate e tavolate in legno a vista a due spioventi, che nascondono la volta originaria.

La grande piazza Primo Maggio

Lungo la via Roma, seguendo le indicazioni, avevamo presa l’ultima traversa a sinistra, che è la via San Giovanni. La seguiamo verso ovest per una quarantina di metri ed arriviamo a un bivio, dove a destra parte la via Mandrolisai, mentre prendiamo a sinistra la prosecuzione della via San Giovanni. Dopo una sessantina di metri, vediamo che alla sinistra della strada si sviluppa l’ampia Piazza Primo Maggio che è la piazza più grande del paese con una superficie di oltre duemila metri quadrati.

Samatzai: la grande piazza Primo Maggio Samatzai: le statue dei tre Santi nella piazza Primo Maggio

In questa piazza si tengono i principali eventi e le più significativa manifestazioni che si svolgono a Samatzai e, in occasione delle feste patronali del 2016, sono state posizionate nella piazza tre statue, che rappresentano i tre Santi patroni del paese.

Raggiungiamo la chiesa di Santa Barbara

Samatzai: la piazza San Giovanni comunamente chiamata prazza de Funtana MannaPassata la piazza Primo Maggio, proseguiamo verso ovest lungo la via San Giovanni e, dopo un centinaio di metri, raggiungiamo l’incrocio dove arriva da destra la via San Bertorio e parte a sinistra la via papa Giovanni XXIII. Subito prima dell’incrocio, arriviamo a vedere davanti a noi la piazza San Giovanni, una piazza alberata triangolare che viene comunemente chiamata Prazza de Funtana Manna. Nella piazza è presente una decorazione a forma di cerchio, al centro della quale si trovava un tempo una grande fontana chiamata appunto Funtana Manna.

Samatzai: chiesa di Santa BarbaraDalla via San Giovanni, passata la piazza, prendiamo a sinistra la via papa Giovanni XXIII, la seguiamo per una cinquantina di metri, poi svoltiamo a destra nella via Emilio Lussu che, dopo circa duecento metri, incrocia la via Santa Barbara. Passato l’incrocio, la prosecuzione della via Emilio Lussu, dopo poche decine di metri, prima di terminare, porta a vedere alla destra la piazza Santa Barbara, che si estende di fronte alla chiesa di Santa Barbara. La chiesa, il cui ultimo impianto risale al diciassettesimo secolo, presenta un prospetto semplice, l’essenziale facciata è caratterizzata da una copertura a due spioventi con un culminante campanile. Il semplice portale ligneo è sormontato da una apertura finestrata chiusa con una grata. L’interno è ad aula unica spartita in campate da archi a sesto acuto e voltata a capriate lignee. Sul pavimento di pietre squadrate, si individuano sei sepolcri chiusi da lastre di ardesia, mentre l’altare maggiore in pietra è in stile tardo rinascimentale. Di grande importanza un’acquasantiera, in pietra, con la parte inferiore baccellata e l’interno del bacile decorato da una figura umana in piedisu un disco. Sino al 1933, lo spazio circostante la chiesa, dove oggi si trova la piazza, veniva utilizzato come area cimiteriale.

Samatzai: chiesa di Santa Barbara: facciata Samatzai: chiesa di Santa Barbara: interno Samatzai: chiesa di Santa Barbara: l’altare Samatzai: chiesa di Santa Barbara: l’acquasantiera

Il Campo Sportivo Comunale

Dalla piazza dove si trova il Monte Granatico, proseguiamo verso est con la via Roma che, dopo seicentocinquanta metri, termina a una rotonda, alla quale prendiamo a sinistra la SP33 che si dirige verso il comune di Pimentel, la seguiamo per un paio di centinaio di metri, e vediamo, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale. Allinterno di questo Campo Sportivo, si trova un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospiatare un centinaio di spettatori.

Samatzai: Campo Sportivo Comunale: ingresso Samatzai: Campo Sportivo Comunale: Campo da Calcio Samatzai: Campo Sportivo Comunale: il pista di atletica leggera Samatzai: Campo Sportivo Comunale: Campo da Tennis

Nel Campo Sportivo, proprio accanto al Campo da Calcio, si trova una Pista di atletica leggera, con fondo il materiali cementizi o asfaltoidi, nella quale praticare come discipline atletica leggera e Corse su pista. Nel Campo Sportivo è presente anche un Campo da Tennis, anch’esso con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, che non è dotato di tribune per gli spettatori.

La Palestra Comunale

Dalla piazza dove si trova il Monte Granatico, proseguiamo verso est con la via Roma, dopo trecentocinquanta metri, prendiamo a sinistra la via Giovanni Paolo I, e, dopo poco più di un entinaio di metri, vediamo a destra l’ingresso della Palestra Comunale. All’interno di questa palestra, che non è dotata di tribune, è possibile praticare come discipline il calcetto ossia calcio a cinque, la pallacanestro, la pallavolo, e diverse Attività ginnico motorie.

Samatzai: il Palestra Comunale: ingresso Samatzai: il Palestra Comunale: esterno Samatzai: il Palestra Comunale: interno

Subito fuori dall’abitato si trova il Cimitero Comunale di Samatzai

Samatzai: il Cimitero Comunale di SamatzaiDalla piazza sulla quale si trova la facciata del Monte Granatico, passando tra questo ed il palazzo storico, prendiamo, sul retro del palazzo storico, la via Corte, la seguiamo per quattrocento metri fino a che questa strada terminisu una traversale. Passato l’incrocio, si prende la continuazione che si dirige leggermente verso sinistra, che è la via Padre liccu e, dopo duecentocinquanta metri, si vede, alla sinistra della strada che è uscita dall’abitato, il muro di cinta al centro del quale si vede l’ingresso del Cimitero Comunale di Samatzai.

Visita dei dintorni di Samatzai

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Samatzai, sono stati portati alla luce i resti della necropoli in località Sa Rocca Pertunta; delle Tombe di giganti Is Argioleddas, S’Arena I, S’Arena II, San Pietro Oliri; dei Protonuraghi Bruncu S’Arruda, Coa Margine, Pranu Todde, su Curruncu; dei Nuraghi complessi Bruncu Maurreddu, su Nuraxi detto anche Nuraghe di Samatzai, Sa Pinnetta; ed anche dei Nuraghi Bidd ’e Mendula, Bruncu Musucongiu, de Carroga, lasina, San Pietro Oliri, Sant’Elena, tutti di tipologia indefinita.

La chiesa campestre di San Pietro Apostolo

Samatzai: ingresso del parco di San PietroDalla piazza sulla quale si trova la facciata del Monte Granatico, costeggiando il suo lato destro prendiamo la via della parrocchia, dopo una trentina di metri svoltiamo a destra nella via Guasila, una larga strada interna non asfaltata che seguiamo per quasi quattro chilometri, finché seguendo le indicazioni prendiamo a destra la deviazione che porta in località San Pietro. Dopo ottocento metri, vediamo alla destra della strada il cancello di ingresso che conduce all’interno del parco di San Pietro.

Samatzai: il parco di San Pietro Samatzai: il parco di San Pietro Samatzai: il parco di San Pietro

All’interno del parco, si trova la chiesa campestre di San Pietro Apostolo che apparteneva all’insediamento medievale di Oliri, un antico agglomerato di epoca medioevale che sorgeva nelle campagne circostanti il paese. La chiesa, il cui primo impianto risale al tredicesimo secolo, negli anni ottanta del secolo scorso è stata completamente ristrutturata, e nel 2013 è stata dichiarata bene di interesse culturale.

Samatzai: chiesa campestre di San Pietro Apostolo: veduta anteriore Samatzai: chiesa campestre di San Pietro Apostolo: veduta posteriore Samatzai: chiesa campestre di San Pietro Apostolo: il portale di ingresso

Presso questa chiesa, la prima o la seconda domenica di luglio si svolge la Sagra di San Pietro, con la processione che porta il simulaco alla vigilia. La sera del giorno solenne è in programma la fiaccolata in occasione del rientro in paese.

I resti del Nuraghe complesso di Samatzai detto anche Nuraghe su Nuraxi

Samatzai: veduta del Nuraghe complesso su Nuraxi detto anche Nuraghe di SamatzaiDal centro di Samatzai prendiamo la via San Giovanni, la seguiamo per una quarantina di metri ed arriviamo a un bivio, dove a sinistra prosegue la via San Giovanni, mentre a destra prendiamo la via Mandrolisai. Seguiamo la via Mandrolisai che, dopo centottanta metri, prosegue sulla via Segariu, la seguiamo e, dopo novecentocinquanta metri, arriviamo a un bivio, dove proseguiamo verso destra. Percorsi ancora cinquecentocinquanta metri, troviamo una sterrata sulla sinistra che porta ai resti del Nuraghe di Samatzai detto anche Nuraghe su Nuraxi il quale sorgesu un’altura in località Domu Is Abis, che domina la piana su cui è sorto il paese, al confine tra Trexenta e Campidano. Si tratta di un Nuraghe complesso edificato su una prominenza rocciosa a lieve declivio, a 236 metri di altezza. JI Nuraghe è di tipo quadrilobato, con il mastio circondatao da quattro torri minori realizzate alcuni secoli più tardi, unite da cortine rettilinee. La torre principale è costruita in blocchi poliedrici di calcare bianco di medie e grosse dimensioni. La torre si eleva intatta sino alla parte superiore che mostra il crollo della copertura. Le quattro torri aggiunte circondano il mastio disegnando in pianta uno schema trapezoidale. Escludendo la torre principale, il complesso si presenta ampiamente interrato tanto da rendere problematica la lettura delle parti che lo compongono.

Samatzai: il Nuraghe complesso di Samatzai: veduta della torre centrale Samatzai: il Nuraghe complesso di Samatzai: la tholos Samatzai: il Nuraghe complesso di Samatzai: Sa piscedd’ ’e su casu

Nello spazio intorno al Nuraghe si rileva la presenza di alcuni vani circolari, forse resti di un villaggio. Sempre nelle sue prossimità si nota la presenza di quella che potrebbe essere un’area sacrificale, chiamata dai Samatzesi Sa piscedd’ ’e su casu a causa del suo particolare aspetto che ricorda una forma di formaggio. Questa è costituita da due solchi circolari concentrici quasi perfetti aventi un diametro esterno di circa un metro, e da un canaletto inserito nell’arco più declive dell’incavo.

La necropoli di Sa Rocca Pertunta

Lungo la strada che stiamo seguendo, superata la sterrata che ha portato al Nuraghe di Samatzai, proseguiamo e, dopo un chilometro e settecento metri, arriviamo a un bivio, dove prendiamo a destra, dopo altri quattrocento metri arriviamo a un altro bivio, dove questa volta prendiamo a sinistra e, dopo altri quattrocento metri, vediamo sul lato sinistro della strada uno dei tanti recinti litici presenti nella zona. Da qui, proseguendo a piedi ed attraversando dei terreni incolti, ci si trova in località Sa Rocca Pertunta, che significa roccia forata, dove si trovano le domus de janas che costituiscono la Necropoli di Sa Rocca Pertunta La cui individuazione è però difficile. La necropoli è costituita da tre tombe ipogeiche scavate nella roccia arenaria e risalenti alla Cultura di Ozieri, le quali sono poste sul pendio di un rilievo che delimita la vallata del rio S’Urri, che sconfina nel territorio di Serrenti.

Samatzai-Necropoli di Sa Rocca Pertunta: veduta delle prime due tombe Samatzai-Necropoli di Sa Rocca Pertunta: la prima tomba Samatzai-Necropoli di Sa Rocca Pertunta: la seconda tomba Samatzai-Necropoli di Sa Rocca Pertunta: la seconda camera della seconda tomba Samatzai-Necropoli di Sa Rocca Pertunta: le due facce umane nella seconda camera della seconda tomba Samatzai-Necropoli di Sa Rocca Pertunta: la terza tomba

La prima tomba appare composta da un unico ambiente con volta a forno, e probabilmente è quella che ha subito maggiormente l’erosione dovuta a deterioramenti per cause umane e naturali, vi si notano infatti evidenti tracce di combustione. La seconda si trova immediatamente a destra della prima. ed anche questa presenta dei cedimenti e delle asportazioni, ma la pianta è ancora leggibile e si compone di atrio, anticella ed una camera di forma rettangolare, che presenta una nicchia rettangolare sulla destra e sulla sinistra comunica con una seconda camera più ampia avente due facce umane scolpite sulla parete sinistra. La terza tomba si trova alcune decine di metri più a valle, ad ovest rispetto alle altre due, e la sua pianta è composta da atrio, anticella e cella con il soffitto crollato.

La chiesa campestre in costruzione dedicata ai Santi Bertorio, Giustino e Fedele

Dalla piazza dove si trova il Monte Granatico, proseguiamo verso est con la via Roma che, dopo seicentocinquanta metri, termina a una rotonda, alla quale prendiamo la seconda uscita, dopo tre chilometri e seicento metri svoltiamo a destra e prendiamo la SS128 Centrale Sarda. La seguiamo per quasi un chilometro e troviamo una deviazione in una stretta strada a sinistra che porta sopra un’altura chiamata colle di San Marco, sulla quale, dopo appena duecento metri, si vede la chiesa campestre dedicata ai Santi Bertorio, Giustino e Fedele attualmente in fase di costruzione.

Samatzai: chiesa campestre in costruzione dedicata ai Santi Bertorio, Giustino e Fedele Samatzai: chiesa campestre in costruzione dedicata ai Santi Bertorio, Giustino e Fedele

Nel maggio del 1625, alcuni operai incaricati dal comune e dalla parrocchia di svolgere dei lavori sul colle di San Marco, in una tomba paleocristiana hanno portato alla luce le spoglie di tre Santi martiri Bertorio, Giustino e Fedele, identificati grazie all’iscrizionesu una lapide marmorea. Il giorno 27 maggio 1625 giorno del ritrovamento dei loro resti, racchiusi in tre urne di noce essi vengono portati in Samatzai, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, accompagnati dai canti e dalle preghiere dei fedeli. Le tre nicchie vengono poste in un unico loculo dal fronte marmoreo, che si trova ancora oggi nella Cappella a destra, adiacente l’altare maggiore della chiesa.

San BertorioNato in Numidia, a Telepte, nel 452, San Bertorio chiamato dai locali Bertulu, è un Santo locale, essendo sconosciuto in quasi tutto il resto dell’Isola. Si tratta di uno dei vescovi africani esiliati dall’Africa in Sardegna, dal re vandalo Trasamondo. Giunto sull’Isola, allora Provincia del regno vandalico, comincia ad evangelizzare i territori abitati dalle Civitates barbarie, ancora dedite a culti pagani. Arrivato in località Tradori, vicino al villaggio di Amydala detto anche Bidda Mendula, fonda una comunità religiosa e inizia a svolgere un’opera di conversione delle popolazioni locali, fino a morire da esse martirizzato nel 507, insieme ai suoi discepoli Giustino e Fedele. Molti anni dopo la loro morte, il villaggio di Amydala viene distrutto dalle invasioni saracene, assieme alla chiesa dedicata a San Marco, una delle Chiese più antiche della Sardegna, della quale rimangono per molti anni le rovine in cima al colle chiamato appunto di San Marco.

Samatzai-manifesto della Festa dei Santi Bertorio, Giustino e FedeleA Samatzai ogni anno, il 26 e 27 maggio, si svolge la Sagra dei Santi Bertorio, Giustino e Fedele, la cui devozione risale al 1625 quando sono state rinvenute le spoglie dei tre Santi. Il primo giorno si svolge una processione dal paese fino alla chiesa campestre in costruzione dove si tiene la messa prima del ritorno in paese, mentre il secondo giorno, nella chiesa parrocchiale, si tiene la messa solenne seguita dalla processione accompagnata dal gruppo folk e dai suonatori di launeddas, prima di manifestazioni civili, tra le quali una cena il piazza Primo Maggio, accompagnata della raccolta di fondi per la prosecuzione dei lavori di costruzione della nuova chiesa campestre.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare il territorio della regione storica della Sardegna denominata Parteòlla. Inizieremo il nostro viaggio da Ussana poi visiteremo Donorì e Serdiana. Visiteremo, quindi, Dolianova dove vedremo la bella cattedrale di San Pantaleo. Finiremo il nostro viaggio nella regione storica del Parteòlla recandoci a visitare il centro agricolo di Soleminis.


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