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San Nicolò Gerrei con le sculture in ricordo di Salvatore Corrias e di Salvatore Naitza


In questa tappa del nostro viaggio, da Villasalto ci recheremo a San Nicolò Gerrei considerato il capoluogo della regione storica del Gerrei, che visiteremo con il suo centro ed i dintorni nei quali si trova la foresta demaniale del Monte Genis.

Il Gerrei nella regione storica del Sarrabus-Gerrei

Il Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Gerrei si trova tra il Sarrabus a est, la Trexenta a ovest, il Campidano di Cagliari a sud, e l’Ogliastra a nord. I comuni che fanno parte del Gerrei sono Armungia, Ballao, Escalaplano, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius, Villasalto. Questo territorio è un’area occupata da una serie di altopiani e profonde valli in cui cresce rigogliosa la macchia mediterranea, attraversata dal fiume Flumendosa. sorgenti d’acqua irrorano le valli che sono ricoperte di macchia mediterranea ed hanno abbondanza di sugheri, lecci ed olivastri.

In viaggio verso San Nicolò Gerrei

Da Villasalto, dove eravamo arrivati nella nostra precedente tappa, prendiamo verso ovest la SP27 e la seguiamo per circa undici chilometri, ed arriviamo a uno svincolo dove svoltiamo a sinistra e prendiamo la SS387 del Gerrei che proviene da Ballao seguendo le indicazioni per San Nicolò Gerrei, la seguiamo per seicentocinquanta metri ed arrivamo al cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di San Nicolò Gerrei. Dal Municipio di Villasalto a quello di San Nicolò Gerrei si percorrono 12.8 chilometri.

Possiamo anche arrivarci direttamente provenendo da Armungia ed evitando la deviazione a Villasalto. Da Armungia, da dove, con la SP28, eravamo arrivati sulla la SP27, la prendiamo verso ovest e dopo sette chilometri e settecento metri arriviamo allo svincolo dove svoltiamo a sinistra e prendiamo la SS387 del Gerrei che proviene da Ballao seguendo le indicazioni per San Nicolò Gerrei, la seguiamo per seicentocinquanta metri ed arrivamo al cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato di San Nicolò Gerrei. Dal Municipio di Armungia a quello di San Nicolò Gerrei si percorrono 16.6 chilometri.

Il comune San Nicolò Gerrei

San Nicolò Gerrei: veduta dell’abitatoSan Nicolò Gerrei-Stemma del comuneIl comune San Nicolò Gerrei (nome in lingua sarda Pauli Gerrei, altezza metri 365 sul livello del mare, abitanti 717 al 31 dicembre 2021) è un importante centro agricolo e pastorale che si estende nella parte nord orientale della provincia del Sud Sardegna, a sud del Flumendosa, sui monti Gerrei. Viene considerato il capoluogo della regione del Gerrei, e si trova in un territorio montuoso ricco di altopiani. Si tratta di un caratteristico paese ad economia agropastorale, che è stato anche un importante centro minerario. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS387 del Gerrei, che ne attraversa il territorio. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che vanno da un minimo di 167 a un massimo di 838 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Sino a tutto l’ottocento questo paese si chiamava Pauli Gerrei, pronuncia Paúli Gerrèi, in cui il primo componente è Paúli, col significato di palude dato che deriva dal latino Padule, mentre il secondo componente può corrispondere all’appellativo sardiano o protosardo jara, giara, Giarra, col significato di ghiaia, ciottolame, pietrame. Tutta la zona intorno all’abitato era paludosa, per questo il vecchio nome del paese era Pauli Gerrei. Il nome è stato modificato nel 1863 ed oggi riflette il nome del Patrono, San Nicolò.

La sua economia

Si tratta di un comune collinare che, alle tradizionali attività agricole, ha affiancato modeste iniziative industriali. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, foraggi, vite, olivo e frutteti e con l’allevamento di bovini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. Vari caseifici vendono formaggi ovini e caprini nonché, in vasetti, un particolare formaggio fermentato piccante conosciuto come Crema del Gerrei. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. Pur non figurando tra le mete turistiche più celebrate della zona, presenta comunque valide attrattive date soprattutto dal paesaggio circostante, di grande interesse naturalistico. Le strutture ricettive, che comprendono vari agriturismi, offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Le attività di agriturismo sono vive e rinomate, e soprattutto tipica è la produzione di pecorino, nonché di una speciale crema di formaggio piccante.

Brevi cenni storici

Si ritiene che l’area possa essere stata già abitata già in epoca neolitica, dati i ritrovamenti nel territorio. Il centro viene in seguito abitato già in epoca punica e romana. Nella zona di Bingia Manna sono state scoperte due tombe con due scheletri coperti di lastre, e dentro le tombe vasi, oggetti in bronzo e in filo d’argento, oggi custoditi nel Museo Archeologico di Cagliari, che la mancanza d’iscrizioni e monete non permette di datare in modo preciso, ma si presume risalgano alla fine dell’età imperiale. Nel Medioevo il borgo appartiene al Giudicato di Càralis e fa parte, col nome di Pauli Gerrei, della curatoria del Gerrei, delle quale è il capoluogo. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, passa ai Visconti di Gallura, e poi al comune di Pisa. Intorno al 1324 passa sotto quello aragonese, di questo periodo resta una casa chiamata ancora oggi Sa Dommu de su marchesu e una campagna che ha il nome di Sa Tanca de su marchesu, che testimoniano la presenza di un marchese nel paese o più probabilmente di un podatario, cioè il fattore che curava i beni e gli interessi del marchese. Diviene feudo di Berengario Carroz che, nel 1353, la perde quando viene conquistata da Mariano IV d’Arborea. Ritornata agli Aragonesi e passata ai Raimondo Zatrillas, nel 1681 viene incorporata nella contea di Villasalto, feudo della famiglia aragonese degli Zatrillas, che soggiorna nel palazzo Baronale di Pauli fino al 1806, quando l’ultimo erede di quella casa, il marchese don Francesco, si trasferisce a Cagliari dove muore nel 1814 senza lasciare discendenti. La villa passa ai Vivaldi Pasqua, marchesi di villaclara, dai quali viene riscattata nel 1839, con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Successivamente il territorio del feudo passa al demanio dello Stato e, per le leggi successive, passa al comune. Il 12 dicembre 1863, con un Decreto regio, il nome del comune di Pauli Gerrei viene tramutato in San Nicolò Gerrei, in onore di San Nicola di Bari, patrono del paese. Da quegli anni, a causa della crisi economica, gli abitanti di San Nicolò conoscono il fenomeno dell’emigrazione all’estero soprattutto in Germania, Belgio, Francia ed America. Agli inizi del novecento San Nicolò Gerrei viene considerato il centro più importante del Gerrei, poiché funge da porta viaria ed amministrativa nel suo territorio. Nel 2016 viene cambiata la provincia alla quale appartiene, passando dalla provincia di Cagliari alla nuova provincia del Sud Sardegna.

La base della colonna di Santu Iacci

San Nicolò Gerrei: la base della colonna di Santu IacciNoti archeologi del diciannovesimo secolo parlano di Su Putzu de Santu Iacci, un tempio a pozzo che si trovava a circa quattro chilometri dal paese, alle spalle del quale sgorgava una sorgente d’acqua raccolta dal pozzo. Era forse un Santuario rivolto ad una divinità sanatrice, inizialmente il tempio era scoperto, poi, durante il periodo cartaginese fu coperto e vi fu costruito un pozzo. La presenza a Santu Iacci di ruderi e frammenti di ceramica che vanno da età nuragica a epoca romana e di monete puniche, testimonia come la fonte sia rimasta in uso ininterrottamente. Tra i ruderi del tempio, dei quali oggi non rimane alcuna traccia, nel 1861 viene portato alla luce il reperto che consiste in una base di colonna in bronzo, sulla quale è presente una iscrizione in tre lingue, cioè in latino, in greco e in punico. Dopo il ritrovamento, il canonico Giovanni Spano ha regalato la stele all’Accademia delle Scienze di Torino, e pubblicato un articolo sul suo ritrovamento suscitando molto interesse da parte degli studiosi. L’iscrizione presente, che si ritiene sia riferibile alla prima metà del secondo secolo dopo Cristo, risulta fatta da un certo Cleone, affetto da una terribile malattia, che, dopo aver fatto diversi bagni e ottenuto la guarigione, avrebbe ordinato a un artista un cippo votivo in bronzo del peso di cento libbre, per la grazia ricevuta dalla divinità del tempio, che egli chiama Aescolapius Merre in lingua latina, Asklepiós Merre in lingua greca, ed Eshmun Merre in lingua punica. Nel testo latino Cleone dice di essere schiavo dei soci appaltatori delle saline di Cagliari e, che sia schiavo, lo conferma il fatto che non indica né il nome del padre né la tribù di appartenenza, ma quasi nessuno poteva comprendere il latino, divenuto lingua ufficiale in Sardegna solo dopo la conquista romana del 238 avanti Cristo. Nel testo punico, più lungo e ricco di informazioni e destinato al grande pubblico dell’ex colonia cartaginese, Cleone evita attentamente di qualificarsi come schiavo e si presenta invece come dipendente dei concessionari delle saline. Nel testo greco, rivolto soprattutto all’ambiente servile a cui lo stesso Cleone apparteneva, rivendica il ruolo di soprintendente delle saline. Siccome il nome Merre compare in tutte e tre le versioni della iscrizione, si ritiene che questo fosse il vero nome del dio venerato in quel Santuario, e probabilmente era il dio dei Sardiani o Protosardi titolare di quel Santuario, dio che presiedeva alla salute dei fedeli, proprio come facevano i corrispondenti dèi latino, greco e punico. Che Merre fosse realmente una divinità dei Sardiani viene confermato anche dalla posizione geografica del suo tempio, il quale si trovava nel cuore della zona montagnosa della Sardegna sud orientale, nel territorio del noto popolo dei Galillenses, quello che aveva conteso invano il possesso o l’uso delle terre ai Patulcenses, coloni che dai Romani erano stati trasferiti in Sardegna dalla Campania.

Personaggi nati a San Nicolò Gerrei

A San Nicolò Gerrei sono nati la medagia d’oro Salvatore Corrias, il maestro di launeddas Pasqualino Erriu, e lo studioso e storico dell’arte Salvatore Naitza.

San Nicolò Gerrei: il finanziere Salvatore Corrias medaglia d’oroNel 1909 nasce a San Nicolò Gerrei Salvatore Corrias che si arruola nella regia Guardia di Finanza nel 1929 e al termine del corso di formazione viene destinato alla Compagnia di Cernobbio. Fa parte della formazione partigiana Brigata Artoni operante nel comasco e sul monte BUgone in territorio di Moltrasio. Nel gennaio 1945 viene condannato dalla polizia speciale delle Brigate Nere, la Banda Tucci di stanza a Como, e viene fucilato il 28 gennaio del 1945 nel recinto della caserma BUgone di Moltrasio, pagando così con la vita il suo generoso impegno a favore dei profughi ebrei e dei perseguitati di ogni genere. Il giovane, infatti, aveva fatto espatriare in Svizzera centinaia di perseguitati politici ed ebrei, e viene per questo definito lo Schindler sardo che salvò decine di vite. La sua salma viene tumulata nel Cimitero di Moltrasio. Riconosciuto come partigiano combattente, nel giugno del 2006, il presidente della repubblica gli conferisce la Medaglia d’oro al merito civile alla memoria e lo riconosce Giusto tra le nazioni. A Corrias sono stati anche intitolati un Guardacoste del Servizio Navale della Guardia di Finanza e la nuova caserma sede regionale in Sardegna del reparto tecnico logistico delle Fiamme Gialle.

San Nicolò Gerrei: il maestro di launeddas Pasqualino ErriuNel 1912 nasce a San Nicolò Gerrei Pasqualino Erriu che, allievo di Giuanniccu Pireddu dall’età di undici anni, comincia molto presto a suonare da professionista le launeddas e viene invitato regolarmente a suonare per le feste in molte paesi dell’isola. Considerato maestro di launeddas, viaggia parecchio in Europa, partecipando a varie manifestazioni folkloristiche. Il suo stile, originariamente tipico dell’area campidanese, subisce l’influenza notevolissima di quello del Sarrabus, attraverso il maestro Efisio Melis di villaptzu, da molti considerato il migliore suonatore di questo secolo, del quale Erriu diviene un protetto ed un allievo per molti anni. Pasqualino muore a Cagliari nel 1982.

Lo storico Salvatore NaitzaBiografia di Foiso FoisNel 1932 nasce a San Nicolò Gerrei lo studioso e storico dell’arte Salvatore Naitza. Si laurea a Cagliari, e, subito dopo aver conseguito la laurea, intraprende la carriera universitaria e si dedica alla ricerca. Diviene professore di storia dell’arte contemporanea presso la facoltà di lettere dell’Università degli Studi Cagliari fino al 1996, quando scompare prematuramente. Gran parte delle sue ricerche si concentrano su alcuni protagonisti della storia dell’arte della Sardegna, come Foiso Fois, Antonio Ballero, Salvatore Fancello, Costantino Nivola, sui quali pubblica alcune monografie. Oltre a queste pubblicazioni, si possono ricordare Una piazza per un poeta del 1987, architettura dal tardo seicento al classicismo purista del 1992, e Immagine e Somiglianza del 2000.

Le principali feste e sagre che si svolgono a San Nicolò Gerrei

San Nicolò Gerrei: il Gruppo Folk Pauli GerreiIl comune di San Nicolò Gerrei ha promosso, nel 2004, una ricerca sul costume tradizionale del paese, grazie alla quale è stato possibile ricostruire gli abiti tradizionali, femminile e maschile, oggi indossati dai componenti del Gruppo Folk Pauli Gerrei dell’Associazione Proloco San Nicolò Gerrei. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a San Nicolò Gerrei si segnalano, il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate, con l’accensione del falò ossia Su Fogadoni che illumina e riscalda la piazza Emilio Lussu e la favata offerta dal Comitato; la terza domenica di maggio, la Festa patronale di San Nicola di Bari, dopo la quale il lunedì successivo si svolge Sa festa Manna, festa popolare e religiosa insieme, ed è il giorno di astensione dal lavoro; a inizio agosto la Sagra del Maialetto, che prevede in piazza Emilio Lussu di arrostire secondo la tradizione oltre cinquanta maialetti prodotti dal Consorzio del suinetto del Gerrei ed offerti da allevatori del territorio, che vengono forniti ai partecipanti, con anche malloreddus, formaggio, verdura, acqua e vino; il terzo lunedì di settembre, la Sagra di Santa Lucia, nella sua chiesa, con una festa religiosa ed una sagra campestre; il 6 dicembre, si celebra la Festa religiosa di San Nicola di Bari; il 13 dicembre la Festa religiosa di Santa Lucia, anch’essa nella sua chiesa campestre.

San Nicolò Gerrei-Su Fogadoni di Sant’Antonio Abate San Nicolò Gerrei-Sagra del Maialetto San Nicolò Gerrei-Sagra del Maialetto San Nicolò Gerrei-Sagra del Maialetto

Visita del centro di San Nicolò Gerrei

San Nicolò Gerrei è caratterizzato da costruzioni di pietra scistosa, con portali ad archi, mentre le parti alte sono costruite con làdiri, che sono i mattoni a secco di paglia e di fango. Interessato da crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. L’abitato si dispone in una conca attorno alla chiesa parrocchiale dai due campanili, e nel suo centro sono esposte due importanti sculture, una in pietra di Pinuccio Sciola di San Sperate, installata nella piazza Salvatore Naitza e l’altra, in metallo, realizzata da Giovanni Campus in piazza Emilio Lussu. Arriviamo a San Nicolò Gerrei con la SS387 del Gerrei che, dopo il cartello segnaletico, assume il nome di via Umberto I.

Il palazzo che ospitava l’ex Pretura

Arrivati al cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, proseguiamo con la SS387 del Gerrei che, nel paese, assume il nome di via Umberto I. La seguiamo e, dopo trecentocinquanta metri, subito dopo il civico numero 115, svoltiamo tutto a destra in via duca degli Abruzzi. Qui, subito, alla sinistra della via duca degli Abruzzi, ad angolo con la via Umberto I, si trova il palazzo che ospitava l’ex Pretura, un edificio risalente al seicento ubicato nel centro storico di San Nicolò Gerrei. Inizialmente l’edificio era costituito da un solo piano, mentre nell’ottocento è stato realizzato il piano superiore. La struttura, in passato adibita anche a Carcere, è stata in seguito utilizzata come Centro Anziani e come ufficio della Pro Loco. Si tratta di un edificio, di proprietà pubblica e inserito nel centro storico del paese, da recuperare e valorizzare quale struttura idonea alla realizzazione di attività sociali culturali di diversa natura: mostre, rassegne, esposizioni, corsi di aggiornamento incentrati sull’artigianato locale e biblioteca.

San Nicolò Gerrei: il palazzo che ospitava l’ex Pretura San Nicolò Gerrei: il palazzo che ospitava l’ex Pretura

La piazza regina Elena chiamata un tempo piazza Funtana ’e Concia

San Nicolò Gerrei: la fontana al centro della piazza regina ElenaArrivati a dove, dalla via Umberto I, avevamo preso a destra la via duca degli Abruzzi, di fronte alla facciata del palazzo che ospitava l’ex Pretura, prendiamo, invece, tutto a sinistra, la via Vittorio Emanuele. Dopo una settantina di metri, svoltiamo a destra nel vico I Vittorio Emanuele, e, in una quarantina di metri, arriviamo nella piazza regina Elena. Un tempo veniva chiamata piazza Funtana ’e Concia dove veniva fatta la concia della lana localizzata nella zona storica del paese, era sino a qualche anno fa il cuore della vita sociale e delle attività del paese, ed in essa aveva sede il mercato. Tutta quest’area era il nucleo originale del paese, ora vecchio centro storico. Adesso l’antica fontana e l’abbeveratoio che in essa erano presenti sono scomparsi, e la piazza è stata ricostruita alcuni anni fa con al centro una nuova fontana che cerca di riproporre la fontana un tempo presente.

La chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari

Da dove, arrivando con la via Umberto I, avevamo imboccato a destra la via duca degli Abruzzi, seguiamo questa strada che si dirige verso nord ovest e, dopo una sessantina di metri, e prendiamo a destra la via Giuseppe Garibaldi, alla sinistra della quale si vede la facciata della chiesa dedicata a San Nicola di Bari che è la parrocchiale del paese, dotata di due campanili. La chiesa è stata realizzata durante la dominazione spagnola nell’Isola, nel diciassettesimo secolo, ed in seguito ampliata con l’allora parroco Canonico lecca, per interessamento del comune e della popolazione. realizzata in stile barocco, è raggiungibile da due ampie gradinate laterali all’edificio stesso. Presenta una facciata delimitata sui lati da due torri campanarie, in parte inglobate nella muratura, la cui struttura è alleggerita da monofore. Spartita verticalmente da lesene e in orizzontale da cornici marcapiano, è caratterizzata da un portale ligneo ad arco a tutto sesto. In asse con esso, nella parte alta del prospetto, troviamo un’ampia nicchia che si apre in linea con il punto di riunione dei due spioventi del tetto. L’ampia e luminosa aula con una sola navata, presenta una pianta a croce latina che risulta con volta a botte, caratterizzata da una cupola all’incrocio dei bracci, nonché dalla presenza di cappelle laterali. Il presbiterio è delimitato da una semplice balaustra e risulta sopraelevato rispetto alla pavimentazione del resto dell’aula.

San Nicolò Gerrei: chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari San Nicolò Gerrei: chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari: facciata San Nicolò Gerrei: chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari: interno

San Nicolò Gerrei: locandina per la festa di San Nicola di BariLa chiesa è dedicata a San Nicola di Bari la cui venerazione è di lunghissima tradizione e risale alla denominazione bizantina. La Festa religiosa del patrono si celebra il 6 dicembre, mentre la terza domenica di maggio, la Festa patronale di San Nicola di Bari, dopo la quale il lunedì successivo si svolge Sa festa Manna, festa popolare e religiosa insieme, ed è il giorno di astensione dal lavoro. Il Santo viene portato a spalla dai confratelli e seguito dai fedeli, la processione è accompagnata dal canto in sardo del rosario e dagli spari di Guetus. Questa grande festa è ancora oggi organizzata da Is Obreris, quattro Obrieri scelti annualmente fra tutti i soci dell’Obreria che si impegnano a raccogliere tra tutti gli abitanti le quote per l’organizzazione della festa.

Il Vecchio Acquedotto

San Nicolò Gerrei: l’edificio del Vecchio Acquedotto di San Nicolò GerreiDa dove, arrivando con la via Umberto I, avevamo imboccato a destra la via duca degli Abruzzi, seguiamo questa strada che si dirige verso nord ovest e, dopo centocinquanta metri, svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Corona. Dopo circa cento metri, svoltiamo a destra per rimanere sulla via Corona, la seguiamo per centocinquanta metri e, in corrispondenza di un bivio, vediamo al centro, tra le due strade, l’edificio del vecchio Acquedotto di San Nicolò Gerrei. Si tratta di un edificio situato al civico numero 41 della via Corona, che era stato edificato con la bella struttura in stile futurista fascista, che riporta sulla facciata l’indicazione della data di costruzione, ossia l’anno tredicesimo dell’era fascista, che andava dal 1934 al 1935.

Il Cimitero di San Nicolò Gerrei

San Nicolò Gerrei: il Cimitero di San Nicolò GerreiDa dove, arrivando con la via Umberto I, avevamo imboccato a destra la via duca degli Abruzzi, seguiamo questa strada che si dirige verso nord ovest e, dopo quattrocento metri, appena la strada è uscita dall’abitato, in corrispondenza di un’ampia curva a destra vediamo, alla sinistra della strada, il muro di cinta con il cancello di ingresso del Cimitero di San Nicolò Gerrei.

La piazza Emilio Lussu

San Nicolò Gerrei: veduta della piazza Emilio LussuDove, arrivando con la via Umberto I, avevamo imboccato a destra la via duca degli Abruzzi, proseguiamo, invece, lungo la via Umberto I, che si dirige verso sud ovest, la percorriamo per trecento metri, e prendiamo a destra la via Sandro Pertini. Tra la via Umberto I e la via Sandro Pertini, si trova l’ampia piazza Emilio Lussu nella quale si svolgono le principali feste popolari di San Nicolò Gerrei, compresa l’accensione di Su Fogadoni Di Sant’Antonio Abate, la Sagra del Maialetto, gli eventi civili durante la Festa di Santa Lucia, presentazioni di libri ed altro.

San Nicolò Gerrei-monumento dedicato a Salvatore CorriasSan Nicolò Gerrei-monumento dedicato a Salvatore Corrias: il particolareAl lato della piazza intitolata a Emilio Lussu, a un centinaio di metri dall’inizio della via Sandro Pertini, quando questa strada compie una curva a destra, sul marciapiedi sinistra all’ingresso delle Scuole primarie, è ospitato il monumento con lapide commemorativa dedicato dal comune il 28 gennaio 2005, in concomitanza con il sessantesimo anniversario della sua fucilazione, alla memoria di Salvatore Corrias, nato a San Nicolò Gerrei, San Nicolò Gerrei-monumento dedicato a Salvatore NitziaChe si distinse durante la seconda guerra mondiale per il suo impegno a favore dei profughi ebrei e dei perseguitati di ogni genere e per il quale, nel giugno del 2006, il presidente della repubblica gli ha conferito la Medaglia d’oro al merito civile. Nei giardini presenti al centro della piazza, è stata posizionata anche l’opera in metallo del maestro contemporaneo Giovanni Campus, scultore nato ad Olbia e residente a Milano dove vive e lavora, e dedicata allo studioso e storico dell’arte Salvatore Naitza, nato anch’egli a San Nicolò Gerrei. La scultura di Giovanni Campus si raccorda armonicamente con le linee geometriche delle gradinate e delle aiuole della piazza, inglobando sulle sue forme momumentali il profilo delle montagne circostanti.

La palestra scolastica

Da dove, dalla via Umberto I, avevamo preso a destra la via Sandro Pertini, la seguiamo per un centinaio di metri, arrivando a dove la strada compie una curva a destra, proseguiamo, invece dritti su una strada secondaria chiamata via Eleonora d’Arborea, la seguiamo per un altro centinaio di metri costeggiando il complesso scolastico, e, prima della fine della strada, vediamo alla destra l’ingresso della Palestra scolastica di San Nicolò Gerrei, di proprietà del comune e da esso gestita.

San Nicolò Gerrei: il palestra scolastica: ingresso San Nicolò Gerrei: il palestra scolastica: esterno San Nicolò Gerrei: il palestra scolastica: interno

All’interno di questa palestra, dotata di tribune in grado si ospitare più di un centinaio di spettatori, si possono praticare, come discipline sportive, la Ginnastica, la pallavolo, la pallacanestro, e il calcio a cinque.

La piazza Salvatore Naitza ed il Municipio di San Nicolò Gerrei

San Nicolò Gerrei: veduta della piazza Salvatore NaitzaDa dove avevamo preso la via Sandro Pertini, riprendiamo la via Umberto I verso sud ovest, la seguiamo per duecento metri, e vediamo che si apre, alla sinistra della strada, la piazza Salvatore Naitza dedicata al noto storico dell’arte, nato a San Nicolò Gerrei. San Nicolò Gerrei-monumento di Pinuccio Sciola dedicato a Salvatore NaitzaNella piccola bella piazza, all’interno del giardino, è possibile ammirare la scultura di Pinuccio Sciola, il famoso artista di San Sperate, dedicata a questo illustre cittadino che tanto lustro ha dato alla Sardegna e al suo paese. A un anno dalla sua morte, Pinuccio Sciola gli ha dedicato un’accorata lettera, nella quale ha scritto Caro Salvatore, da quasi un anno, ormai, ma tutti ti ricordano sempre con tanto affetto e con grande rammarico. Vorrei scriverti qualcosa, immaginando di averti ancora qui, per continuare il nostro rapporto di amicizia... e continua, in un rincorrersi di parole nere scritte a pennello, giù per una tela che ha i toni della terra.

San Nicolò Gerrei: il Municipio di San Nicolò GerreiArrivati alla piazza Salvatore Naitza, la via Umberto I prosegue con il nome di via Eleonora d’Arborea, mentre parte a destra la via Sebastiano Satta, ed a sinistra la via Grazia Deledda. Prima dell’inizio della via Eleonora d’Arborea e della via Grazia Deledda, ad angolo tra questa due strade, affacciato sulla piazza, al suo civico numero 8, si affaccia l’edificio del Municipio di San Nicolò Gerrei, nel quale si trova la sua sede, ed anche gli uffici adibiti a fornire i diversi servizi agli abitanti del paese.

Il Campo Sportivo

Arrivati dalla via Umberto I in piazza Salvatore Naitza, sul retro della piazza si trova il Campo Sportivo di San Nicolò Gerrei, al quale è possibile accedere attraverso un cancello prendendo a sinistra il vicolo subito prima della piazza. Ma il vero accesso al Campo Sportivo si ha dal suo ingresso principale, al quale si arriva prendendo, subito dopo la piazza, la via Grazia Deledda verso sinistra, seguendola per una novantina di metri fino ad arrivare a un bivio, dove si prende a sinistra in salita per rimanere sulla via Grazia Deledda. In un cinquantina di metri vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Campo Sportivo, che si trova al civico numero 13 della via Grazia Deledda.

San Nicolò Gerrei: Campo Sportivo: cancello di ingresso da piazza Salvatore Naitza San Nicolò Gerrei: Campo Sportivo: l’ingresso in via Grazia Deledda San Nicolò Gerrei: Campo Sportivo: campo da Calcio con nuovo fondo in erba sintetica

Nel Campo Sportivo si trova un campo da Calcio, completamente rinnovato con un nuovo fondo in erba sintetica. In questo campo gioca le sue partite casalinghe la squadra della Associazione Sportiva Dilettantesca Gerrei calcio, partecipante al campionato di calcio di Prima Categoria, nel Girone A in Sardegna.

L’ex Caseificio della Cooperativa Casearia del Gerrei

San Nicolò Gerrei: l’ex Caseificio della Cooperativa Casearia del GerreiDalla piazza Salvatore Naitza, prendiamo verso sud la via Grazia Deledda, la seguiamo per una ventina di metri, poi prendiamo a destra la via Roma e, dopo centocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, il cancello di accesso a quella che era l’area che, fino a dieci anni fa, ospitava il Caseificio della Cooperativa Casearia del Gerrei, il più grosso impianto per la lavorazione del latte del Sarrabus-Gerrei. Il Caseificio, per decenni simbolo dell’economia dell’intero Gerrei, è da tempo in liquidazione, e l’edificio, alla periferia del paese, rischia di crollare a pezzi. Dopo il fallimento, comunque, ora si aprono nuove interessanti prospettive di rilancio di una struttura che rischiava di trasfornarsi in una cattedrale nel deserto. Inutilizzati i macchinari che sono rimasti, si punta innanzitutto a ricavarne un piccolo caseificio, un nuovo piccolo caseificio, ma anche un centro di sosta e di macellazione del bestiame. ’e questo il piano di rilancio del fabbricato e dell’area che fino a dieci anni fa ospitava il Caseificio di San Nicolò Gerrei.

Visita dei dintorni di San Nicolò Gerrei

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di San Nicolò Gerrei, sono stati portati alla luce i resti archeologici del Circolo Megalitico di Mont’Ixi; dei Nuraghi Monti Taccu, su Nuraxi, tutti di tipologia indefinita; della grande capanna sacra di Forreddus, in località Pirari; della fonte sacre di su Musuleu, in cui furono ritrovate due lance in bronzo e la base di una statua; della fonte sacra di Is Mulineddus; del tempio a pozzo chiamato su Putzu de Santu Iacci, del quale non rimane però alcuna traccia.

La chiesa campestre di Santa Lucia

Usciamo dal’abitato con la SS387 del Gerrei verso nord in direzione di Ballao, la seguiamo per un chilometro e mezzo ed arriviamo allo svincolo dove questa strada statale incrocia da destra la SP27 proveniente da Armungia ed a sinistra la SP25 diretta a Silius. Qui, dove arriva la SP27, subito prima dello svincolo, si trova l’indicazione che dalla SP27 ci fa prendere a destra una strada in salita che in duecento metri porta alla chiesa campestre di Santa Lucia. Sebbene la sua costruzione sia di epoca recente, la chiesa è stata edificata nel 1963, in essa si conserva la memoria di una devozione molto antica alla Santa, dato che è stata costruita sopra i ruderi di un altro luogo di culto di cui si ha menzione in un documento del 1787.

San Nicolò Gerrei: chiesa campestre di Santa Lucia San Nicolò Gerrei: chiesa campestre di Santa Lucia: facciata San Nicolò Gerrei: chiesa campestre di Santa Lucia-Simulasco della Santa

San Nicolò Gerrei: locandina della sagra di Santa Lucia Ogni anno presso questa chiesa campestre, il lunedì successivo alla terza domenica di settembre, si svolge la Sagra di Santa Lucia, con tre giorni di festeggiamenti ricchi di celebrazioni religiose ed eventi civili; ed inoltre, il 13 dicembre, si svolge la Festa religiosa di Santa Lucia. Il occasione di queste celebrazioni, il simulacro di Santa Lucia viene accompagnato in processione dalla chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola di Bari alla sua chiesa campestre, dove si svolgono le cerimonie religiose, ed, a fine giornata, il simulacro ritorna alla chiesa parrocchiale. Le celebrazioni di settembre vengono organizzate da una associazione femminile, mentre quelle di dicembre da una maschile.

Il centro religioso dell’Opera della Santissima Trinità chiamata sa Domu de su Predi

San Nicolò Gerrei: centro religioso dell’Opera della Santissima TrinitàDal Municipio di San Nicolò Gerrei, prendiamo la via Eleonora d’Arborea che esce dall’abitato verso ovest con il nome di SS387 del Gerrei in direzione di Sant’Andrea Frius, dopo settecentocinquanta metri arriviamo a uno svincolo, dove parte a sinistra la SP14 per Dolianova, mentre noi prendiamo a destra una strada secondaria. La seguiamo per trecento metri, e vediamo, in località Santa Vittoria, alla sinistra della strada, una sterrata in salita che ci porta in posizione panoramica, dove sorge un Centro religioso dell’Opera della Santissima Trinità chiamato sul posto Sa Domu de su Predi. Si tratta di un’istituzione nata per realizzare progetti di sostegno ai sacerdoti, alle loro famiglie e ai poveri, fondata da Giovanni Axedu, sacerdote originario di San Nicolò Gerrei. Il centro è dotato di una cappella, affrescata dal pittore Gianni Argiolas di Monserrato, di sale per studi, sale per riunioni, e di 72 posti letto.

La foresta demaniale del Monte Genis

Villasalto: il Monte GenisDal Municipio di San Nicolò Gerrei, prendiamo la via Eleonora d’Arborea che esce dall’abitato verso ovest con il nome di SS387 del Gerrei in direzione di Sant’Andrea Frius, dopo settecentocinquanta metri arriviamo a uno svincolo, dove prendiamo verso sinistra la SP14 per Dolianova. La seguiamo per sei chilometri, e troviamo una deviazione a sinistra. La strada, in parte asfaltata, in circa dieci chilometri ci porta alle falde del Monte Genis, un massiccio alto 979 metri, è un enorme blocco granitico isolato, caratterizzato da una superficie disseminata di guglie, picchi e rocce delle più svariate forme. Entriamo nella Foresta demaniale del Monte Genis che è formata da alberi diversi, come ontani, ginepri e carrubi, e sino a pochi decenni fa non erano rare l’erica, la ginestra, la felce, l’iris e la peonia. La fauna è rappresentata da martore, donnole, cervi e mufloni. Tra gli uccelli si trovano falchi, aquile reali, barbagi anni e upupe.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da San Nicolò Gerrei faremo una deviazione a Silius che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il Castello di Sassai, e poi riprenderemo il nostro viaggio, che ci porterà a rientrare a Cagliari.


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