Silius con i resti del Castello di Sassai e la miniera di fluorite di Muscadroxiu
In questa tappa del nostro viaggio, da San Nicolò Gerrei faremo una deviazione a Silius che visiteremo con il suo centro ed i dintorni dove si trova il Castello di Sassai, e poi riprenderemo il nostro viaggio, che ci porterà a rientrare a Cagliari. Il Gerrei nella regione storica del Sarrabus-GerreiIl Sarrabus-Gerrei è la regione storica della Sardegna sud orientale che anticamente, come territorio, apparteneva al Giudicato di Càralis, alle Curatorie di Sarrabus, Colostrai e Gerrei. Il Sarrabus-Gerrei viene distinto nei due territori del Gerrei all’interno, caratterizzato dalla pastorizia, e del Sarrabus, verso la costa e verso sud, agricolo e turistico. Il territorio del Gerrei si trova tra il Sarrabus a est, la Trexenta a ovest, il Campidano di Cagliari a sud, e l’Ogliastra a nord. I comuni che fanno parte del Gerrei sono Armungia, Ballao, Escalaplano, Goni, San Nicolò Gerrei, Silius, Villasalto. Questo territorio è un’area occupata da una serie di altopiani e profonde valli in cui cresce rigogliosa la macchia mediterranea, attraversata dal fiume Flumendosa. Sorgenti d’acqua irrorano le valli che sono ricoperte di macchia mediterranea ed hanno abbondanza di sugheri, lecci ed olivastri. In viaggio verso SiliusUsciamo dal’abitato di San Nicolò Gerrei con la SS387 del Gerrei verso nord in direzione di Ballao, la seguiamo per un chilometro e mezzo ed arriviamo allo svincolo dove questa strada statale incrocia a sinistra la SP25, la seguiamo per quattro chilometri e mezzo ed entriamo nell’abitato di Silius. Dal Municipio di San Nicolò Gerrei a quello di Silius si percorrono 6.1 chilometri. Il comune chiamato SiliusIl comune di Silius (altezza metri 570 sul livello del mare, abitanti 1.060 al 31 dicembre 2021) è situato nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna, sui monti Gerrei, alle pendici del monte Ixi. L’abitato è raggiungibile tramite la SS387 del Gerrei, che scorre soltanto a sei chilometri di distanza. Il territorio nel quale sorge l’abitato è ancora oggi poco popolato, e presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono gli 830 metri di quota. Nella zona è presente una miniera di fluorite e barite, una delle poche se non la sola miniera ancora in produzione della regione sud orientale della Sardegna. Origine del nomeIl toponimo non ha chiara origine, verosimilmente sarebbe il plurale del cognome latino Silinus, di proprietari romani di una villa o tenuta o anche di una miniera. La sua economiaSi tratta di un comune collinare che, alle tradizionali attività agricole, ha affiancato modeste iniziative industriali. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, vite, olivo e frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti dell’estrazione, meccanico ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, non è del tutto priva di attrattive, dato che agli appassionati di speleologia offre la possibilità di visitare le antiche miniere, incassate negli scisti, che offrono migliaia di esemplari mineralogici. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio è abitato già in epoca nuragica, passa poi sotto l’occupazione romana, e la presenza dei Romani nel Gerrei è documentata sul piano archeologico, soprattutto in vista dello sfruttamento dei giacimenti di minerali ivi esistenti. Poche sono le notizie storiche relative alle prime vicende del borgo. Nel medioevo, nell’undicesimo secolo, viene compresa nella curatoria del Gerrei, nel Giudicato di Càralis. Nel territorio sorge un Castello, detto di Sassai o Orguglioso, che protegge la villa di Silius e quella di Sassai, che nelle guerre tra Arborea e Aragona, per la conquista aragonese della Sardegna, rimane distrutta insieme al Castello stesso. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, passa ai Visconti di Gallura e dopo la morte di Nino Visconti, nel 1298, fu sotto il controllo dei Pisani, e intorno al 1324 sotto quello aragonese. Nel 1363 gli Aragonesi la danno in feudo a Berengario Carroz, nel 1681 il paese viene incorporato nella conte di Villasalto, feudo degli Zatrillas, e vent’anni dopo viene annesso al Marchesato di villaclara, feudo prima degli stessi Zatrillas, e poi, nel 1814, dei Vivaldi Pasqua. Venne riscattato ai Vivaldi Pasqua nel 1839, con la soppressione del sistema feudale e diviene un comune autonomo. Quindi il territorio del feudo passa al demanio dello Stato e, per le leggi successive, passa al comune. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a SiliusRicchi e pieni di fascino i costumi tradizionali, sia quello maschile che quello femminile, ricchissimi di gioielli d’oro e di corallo. A Silius le attività religiose sono curate da tre Prioresse, Is Priorìssasa, donne maritate secondo il rito di Santa Romana chiesa, assistite ognuna da Is Treziàriasa, anch’essa sposata, e da Is Offrèrasa, una ragazza nubile. La Prioressa viene nominata ogni anno a inizio ottobre dalla precedente Prioressa in carica, e a sua volta sceglie le collaboratrici. La principale è Sa Priorìssa de Sa Madonna de S’Arroseri, che svolge il proprio servizio sotto il patrocinio della Madonna del Rosario, si dedica alla cura della chiesa parrocchiale e porta in processione lo stendardo della Madonna del Rosario che chiude il corteo; le altre sono Sa Priorìssa de su Santissimu, che svolge il proprio servizio sotto il patrocinio del Santissimo Sacramento, si dedica alla cura della chiesa di San Sebastiano e porta in processione lo stendardo del Santissimo Sacramento che occupa il primo posto dopo la croce; e Sa Priorìssa de Santu Franciscu, che svolge il proprio servizio sotto il patrocinio di San Francesco d’Assisi, si dedica alla cura della Cappella del Cimitero, dell’occorrente per le messe in Cimitero nel mese di Novembre e porta in processione lo stendardo di San Francesco. Per tutte le feste religiose è prevista la processione e la celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale, tranne che per quelle di San Sebastiano e Santa Barbara, per le quali la messa viene celebrata nella chiesa a loro dedicata. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Silius meritano di essere menzionate, la domenica successiva al 17 gennaio, la Festa di San Sebastiano; il 2 febbraio, la Presentazione di Gesù al tempio, popolarmente chiamata Candelora, che è la Festa principale della Prioressa della Madonna del Rosario; il 7 marzo, la Festa delle Santissime Felicita e Perpetua, che è la Festa patronale del paese; il 24 aprile, la Festa di Nostra Signora di Bonaria; a fine aprile la manifestazione Atobiu in Is Alineddus; la prima domenica di maggio, la Festa di Nostra Signora del Rosario, seconda Festa della Priorìssa della Madonna del Rosario; la prima domenica di giugno, la Sagra de Sa Pardula; la seconda domenica di giugno, una seconda Festa di Santa Felicita e Santa Perpetua; il 21 giugno, la Festa di San Luigi Gonzaga; la seconda domenica di luglio, la Sagra di Santa Barbara, protettrice dei minatori; alla fine della terza settimana di agosto, Sonos a Silius, rassegna di suoni tradizionali della Sardegna, nella quale si esibiscono numerosi artisti che danno prova delle loro capacità nelle specialità della fisarmonica, dell’organetto, delle launeddas, dell’armonica a bocca, della trunfa, del sulitu e della pietra; i giorni intorno all’ultimo lunedì di settembre, la Festa della Madonna della Salute; il 4 ottobre, la Festa di San Francesco d’Assisi; la prima domenica di ottobre, la Festa di Nostra Signora del Rosario; il 4 dicembre, la Festa di Santa Barbara; l’8 dicembre, l’Immacolata Concezione. La manifestazione Atobiu in Is AlineddusLa manifestazione Atobiu in Is Alineddus consiste in una giornata dedicata alla scoperta della località siliese e del territorio circostante, immersi nella natura tra i paesaggi, i colori e i profumi della primavera. Is Alineddus, è una località situata nella parte più alta del territorio di Silius, alla sommità di un vasto e movimentato altipiano che dalla scarpata sul Flumendosa, si eleva sino ai 750 metri di altezza. Rinomata in tutto il circondario per una storica fonte d’acqua perenne attorniata da ontani naturali, chiamati appunto Àlinos in lingua sarda, questa località costituisce, assieme al soprastante Mont’Ixi di 838 metri di altezza, un comprensorio di notevole pregio naturalistico che ben si presta a escursioni tematiche per le sue peculiarità geomorfologiche e archeologiche. A motivo della sua altitudine l’area offre molti punti di interesse panoramico, proiettati su grandi spazi quasi disabitati dove il visitatore può stabilire un intenso contatto emotivo con l’ambiente naturale ricco di fascino e suggestione. La Sagra de Sa PardulaLa Sagra de Sa Pardula ogni anno richiama a sé un nutrito numero di turisti provenienti dai paesi vicini e non solo. Le pardule sono un dolce tipico della Sardegna a base di ricotta o altri formaggi, e sono sicuramente tra le ricette tipiche più conosciute in tutta l’isola, con ovvie differenze legate alla regione o al paese nel quale vengono preparate. Come di consueto, durante la Sagra è possibile osservare le diverse fasi della preparazione di questo piatto tipico sardo, e naturalmente anche procedere alle degustazioni presso gli appositi stand sistemati per l’occasione all’interno del paese. Durante la Sagra vengono inoltre organizzate diverse attività correlate, rientranti nell’ambito dell’agropastorale sardo, è possibile, ad esempio, osservare la tosatura, la preparazione dei formaggi e partecipare alle visite guidate alla scoperta delle bellezze del territorio. Non mancano anche gli stand con i prodotti tipici dell’artigianato locale e regionale, i momenti di Festa con balli, musica, spettacoli che sono soliti chiudere la manifestazione nel corso della serata, e che spesso hanno visto anche la partecipazione di gruppi folk e delle maschere tradizionali della Sardegna. Visita del centro di SiliusL’abitato, che non mostra segni di crescita edilizia, ha l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Arriviamo a Silius da sud con la SP25 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via Rinascita. La chiesa parrocchiale dedicata alle Sante Felicita e PerpetuaPresa la via Rinascita, la seguiamo verso nord per circa duecento metri, e troviamo una deviazione sulla destra che, in una cinquantina di metri, ci porta nella piazza Monsignor Antonio Piga, alla sinistra della quale si affaccia la chiesa dedicata alle Sante Felicita e Perpetua che è la parrocchiale di Silius. La chiesa è una delle sole due in Italia, l’altra è a Roma, intitolata alle Sante cartaginesi martirizzate nel 203, il cui culto fu forse portato a Silius da monaci greco bizantini che si insediarono nel confinante San Basilio. Non si conosce la data della sua costruzione, se ne parla nel 1656 negli atti in cui vengono nominate le Sante quali titolari della parrocchia di Silius, ed in seguito, nel 1838, nel dizionario del casalis, Vittorio Angius, alla voce Silius, parla di una chiesa parrocchiale, distinta da quella di Santa Caterina e di San Sebastiano, descrivendola come poco decente. È dunque possibile che la vecchia chiesa parrocchiale, andata in rovina, sia stata demolita, e che al suo posto sia stata edificata una Cappella vicino al vecchio Cimitero. Poi, negli anni successivi, la Cappella cimiteriale viene prolungata con una navata rettangolare, vengono aggiunte due cappelle laterali, così da ottenere una forma a croce latina, e viene aggiunto il campanile a vela a due luci sul lato destro. Nel 1949 iniziano lavori di riparazione, durante i quali viene costruita la cupola in cemento armato, ed il nuovo campanile a base quadrangolare sul lato sinistro, inaugurato nel 1955. Oggi la chiesa presenta una facciata dal terminale a capanna, con il portale in legno circondato da una cornice in pietra, così come la sovrastante apertura finestrata, con una vetrata installata nel 2013 raffigurante le Sante. Sul fianco sinistro dell’edificio, si innalza il campanile a pianta quadrata cupolato, con la struttura spartita in tre parti da modanate e aggettanti cornici marcapiano, ed alleggerita, in corrispondenza della cella campanaria, da monofore ad arco a tutto sesto. L’ampia aula interna risulta spartita in tre navate da archi a tutto sesto, e caratterizzata da una copertura lignea. Ai lati si aprono quattro cappelle laterali, due per ciascun lato, dedicate al Sacro Cuore, alla Madonna della Salute, a San Giuseppe e alla Madonna di Bonaria, le prime due dotate rispettivamente di un altare marmoreo e uno ligneo. Le cappelle sono unite alla navata centrale da archi a tutto sesto e tra loro da archi a sesto ribassato. Presso questa chiesa la Festa patronale si svolge due volte l’anno. Nella data del martirio, il 7 marzo, si svolge la prima Festa di Felicita e Perpetua, nella quale viene celebrata nella chiesa parrocchiale la messa cantata, preceduta dalla processione. Ma la Festa principale si svolge la seconda domenica di giugno ed il lunedì successivo, ed è la Festa patronale dedicata alle Santissime Santa Felicita e Santa Perpetua, che vengono festeggiate in pompa magna, con la messa cantata, preceduta dalla processione con il simulacro delle Santissime Patrone accompagnate dal giogo di buoi, dai gruppi folk, da cavalieri e dalle musiche a launeddas. Il secondo lunedì di giugno è anche il giorno di astensione dal lavoro per gli abitanti di Silius. La Palestra ComunaleDa dove avevamo presa la deviazione sulla destra che ci ha portati allla piazza Monsignor Antonio Piga, proseguiamo verso nord lungo la via Rinascita, dopo poco più di cento metri, si trova la deviazione sulla destra nella via Padre Ilario Orrù, che, in Duecento meri, ci porta alla Palestra Comunale di Silius, di proprietà del comune. All’interno della palestra, che non è dotata di tribune, si praticano diverse discipline sportive, ossia la pallacanestro o basket, la pallavolo o Volley, il calcio, ed il calcetto ossia calcio a cinque. Il Municipio di SiliusPassata la deviazione per la Palestra Comunale, proseguiamo lungo la via Rinascita per una cinquantina di metri, poi prendiamo a destra la via Aldo Moro, che, in un’altra cinquantina di metri, ci porta di fronte all’edificio al civico numero 14 della via Aldo Moro, nel quale si trova il Municipio di Silus, che ospita la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. L’Ufficio relazioni con il pubblico, presso il comune, fornisce informazioni risponde alle riChieste dei cittadini fornendo informazioni di carattere generale. La piazza Sa PortaLa via Rinascita prosegue verso nord e, dopo duecento metri, inizia una svolta a sinistra, che la fa procedere verso ovest. A duecentocinquanta metri da dove era partita a via Aldo Moro, la via Rinascita termina in uno slargo, dove al centro e sulla destra si sviluppa la piazza Sa Porta. Fino all’ottocento tutti gli sbocchi verso la campagna erano chiusi da porte, realizzate per impedire l’accesso del bestiame ai terreni privati, delle quali Sa porta era la principale, nella quale convergevano due delle vie più frequentate dal paese, e dalla quale partivano tre vie verso la campagna più fertile e verso la carreggiabile che conduceva all’antico villaggio di Sassai e al paese di Ballao. della piazza è in corso una prossima ristrutturazione per renderla molto più agibile, dato che in essa si svolgono i principali eventi folcloristici di Silius, come, ad esempio, le manifestazioni Sagra de Sa Pardula e Sonos a Silius. Dalla piazza, la prosecuzione della via Rinascita è la via Cagliari, un poco più a sinistra parte la via Roma, mentre del tutto a sinistra si trova lo stretto vico Sa Porta. La chiesa di San Sebastiano e Santa BarbaraDalla piazza Sa Porta, prendiamo la via Roma e la seguiamo per duecento metri, fino a vedere, alla sinistra della strada, la facciata della chiesa di San Sebastiano e Santa Barbara. Non si conosce la data della sua costruzione, se ne parla nel 1656 negli atti in cui vengono nominate le Sante quali titolari della parrocchia di Silius, ed in seguito, nel 1838, nel dizionario del casalis, Vittorio Angius, alla voce Silius, cita la chiesa di San Sebastiano, insieme alla chiesa parrocchiale e alla chiesa di Santa Caterina. Dopo diverse ristrutturazioni, l’attuale chiesa è stata dedicata ai martiri San Sebastiano e Santa Barbara dal cardinale Sebastiano Baggio, arcivescovo metropolita di Cagliari il 7 dicembre 1972. La facciata della chiesa è a capanna ed è sormontata da un campanile a vela ad unica luce. L’accesso all’edificio è un portale ligneo ad arco a tutto sesto sovrastato da una finestra di forma rettangolare. L’interno presenta un’unica navata. Lungo la parete di sinistra si aprono tre nicchie nelle quali si trovano le statue della Madonna di lourdes, del Sacro Cuore e della Vergine Addolorata. Sul presbiterio è presente un altare tridentino, sormontato da un maestoso crocifisso e da un affresco inserito in una cornice modanata ad arco a sesto acuto in gesso. L’affresco è affiancato da due nicchie contenenti le statue di San Sebastiano e della Madonna col Bambino. Lungo la parete di destra sono presenti sette finestre a sesto acuto, tre delle quali sono state chiuse durante i lavori di restauro, durante i quali, tra la terza e la quarta finestra, è stata ricavata una nicchia per la statua di Santa Barbara. La seconda domenica di luglio, presso questa chiesa si svolge la Sagra di Santa Barbara, protettrice dei minatori, che viene festeggiata in pompa magna. Il primo giorno dei festeggiamenti è il sabato precedente, quando il simulacro, partendo dalla sua chiesa, dopo una breve sosta dinanzi al Monumento ai Caduti nel lavoro in miniera in piazza Sa Porta, viene portato in processione verso la miniera su di un camion addobbato. Nella miniera ha luogo un’altra processione con sosta al pozzo centrale, qui, il parroco, i dirigenti della miniera e un minatore scendono a portare dei fiori ad una statuetta situata in una galleria sotterranea, successivamente vengono poi lanciati nel pozzo mazzi di fiori dai familiari dei minatori caduti durante il lavoro. La processione prosegue per tornare nel luogo dove viene celebrata la messa. Il lunedì successivo viene celebrata la messa cantata, preceduta dalla processione, nella chiesa a lei dedicata. La Santa Barbara viene festeggiata anche il 4 dicembre, con la Festa di Santa Barbara, per la quale viene celebrata la messa cantata, preceduta dalla processione, nella chiesa a lei intitolata. Il Cimitero di SiliusArrivando con la via Rinascita in piazza Sa Porta, prendiamo verso destra la via Carbonia che si dirge verso nord est e conduce in direzione di Ballao. Percorsi circa centocinquanta metri dalla piazza, si vede, alla sinistra della strada, il muro di cinta con i cancelli per l’ingresso al Cimitero di Silius. Subito più avanti la strada esce dall’abitato come Strada Comunale Silius: ballao, infatti, appena passato il Cimitero, alla sinistra della strada si trova il cartello segnaletico che indica l’ingresso nel paese di Silius per chi proviene dal paese di Ballao. Il Campo Sportivo ComunaleArrivando con la via Rinascita in piazza Sa Porta, prendiamo la prosecuzione della via Rinascita, ossia la via Cagliari, che è la prosecuzione della SP25, e si dirige verso ovest e poi curva a sinistra e si dirige verso sud in direzione di Cagliari. La percorriamo per settecentocinquanta metri, e, subito prima dell’uscita dall’abitato, vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso del Campo Sportivo Comunale con spazi sportivi di proprietà del comune di Silius e da esso gestiti. All’interno del campo Comunale è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 640 spettatori. Sono presenti, inoltre, un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba sintetica; un Campo da Tennis; un Campo polivalente, nel quale praticare, come discipline, la pallacanestro e la pallavolo. Questi spazi sportivi non sono dotati di tribune per gli spettatori. Visita dei dintorni di SiliusVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Silius, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Arrularis, Cuccuru domu ’e S’Orcu, Cuccuru domu ’e S’Orcu II, Foddi, Is Carroccias, Padenti Scurosu, Pizzu Ibas, Santu Damianu, Sassai, Zoppana; ed anche dei Nuraghi complessi Bruncu Mannu, Bruncu su Carraxiu, S’Acqua Frida. Il Castello Orguglioso o di SassaiDalla piazza Sa Porta, prendiamo verso destra la via Carbonia che si dirge verso nord est e porta al Cimitero, e subito più avanti esce dall’abitato come Strada Comunale che collega Silius con Ballao. A tre chilometri e duecento metri dalla piazza, si vedono, alla destra, tre gradini che portano a una sterrata in salita. È il percorso pedonale di trecento metri, attraverso il bosco di Padenti, che permette di arrivare, sulla cima della collina alta 430 metri, al Castello Orguglioso detto anche Orgoglioso meglio conosciuto come Di Sassài. L’edificio, costruito nel dodicesimo o tredicesimo secolo dai Pisani, espugnato verso il Trecento dai giudici d’Arborea, passa poi sotto il dominio aragonese, nel 1353 viene attaccato dai partigiani di Mariano d’Arborea, durante la guerra contro gli Aragonesi, i quali, avendolo preso, lo distruggono, prima della pace tra Aragonesi ed Arborea del 1355. Del Castello parla, con informazioni non esaurienti, Giovanni Francesco Fara che lo chiama Orguglioso mentre in seguito viene chiamato Castello di Sassai, poi ne parlano Raimondo Carta Raspi che riporta le parole del Fara, un disegno aragonese del 1358 da cui risulta semi diroccato, e ne parla il generale Alberto Ferrero della Marmora, il quale probabilmente non lo visitò, ma vedendolo in lontananza, probabilmente percorrendo la strada da Ballao a Pauli Gerrei, lo identificò con il Castello descritto dal Fara. Fino a pochi anni fa il Castello era costituito da un cumulo di rovine, ma attualmente gran parte di esso è stata riportata alla luce da numerosi scavi. Ha la forma di un rettangolo, con i lati più lunghi esposti a nord ed a sud che si estendono per più di venticinque metri, mentre i lati più corti ad est e ad ovest sono lunghi quasi diciotto metri. Si conserva la parte inferiore di una torre nell’angolo orientale del Castello, attualmente alta sei metri. Dalla sommità del tronco di torre si gode un vasto orizzonte da ogni parte, si vede Silius, si scorge il paese di Ballao e un buon tratto del Flumendosa, si distinguono le valli e i corsi d’acqua. Un osservatore, situato sul Castello poteva controllare qualunque movimento di truppe nemiche e preparare tempestivamente tutto l’occorrente alla difesa. Durante i recenti scavi, sono venuti alla luce una cisterna e un forno per il pane, ed ultimamente sono stati rinvenuti due ambienti sotterranei con il tetto a cupola e con anelli lungo il muro, forse utilizzati come prigioni. Una leggenda popolare narra che, molti secoli fa, la castellana di Sassai tesseva col telaio d’oro tele finissime, e che, quando i nemici penetrarono nel Castello, le fecero cadere le volte sulla testa, sicché ella rimase seppellita col suo prezioso telaio, e spesso durante la notte si odono i suoi fievoli lamenti. Il Nuraghe semplice Santu DamianuTra i siti archeologici in territorio di Silus il più significativo è il grande e maestoso Nuraghe semplice Santu Damianu uno dei più imponenti del Gerrei, che si trova molto a nord est, ai limiti della sua area Comunale, quasi confinante con quella di Ballao. È difficile raggiungerlo, da dove aravamo arrivati con la via Rinascita in piazza Sa Porta, prendiamo a destra la via Carbonia verso Ballao, e, dopo una settantina di metri, svoltiamo a sinistra nella parallela alla via Cagliari, che si chiama anch’essa via Carbonia, ed esce dall’abitato come SP26 dirigendosi verso Goni. La seguiamo per tre chilometri e duecento metri, ed arriviamo a un bivio, dove prendiamo a destra verso il Piano Insediamenti Produttivi, dove poco più avanti vediamo, alla sinistra della strada, il Caseificio Murtas, specializzato nella produzione e commercializzazione del formaggio Pecorino sardo. A cinque chilometri e duecento metri dal bivio, alla sinistra di questa strada partono una strada bianca ed un sentiero in salita. Presa la strada bianca, la seguiamo per un chilometro e trecento metri, e si vede, alla sinistra della strada, un sentiero che porta al Nuraghe, costruito in pietra calcarea, che, inserito in un ambiente suggestivo di montagna, a 458 metri di altezza, si erge in perfetta solitudine tra grovigli di vegetazione e materiale di crollo, che ne rendono molto difficile l’accesso. Il parco e la sorgente di Is AlinosArrivando con la via Rinascita in piazza Sa Porta, prendiamo la prosecuzione della via Rinascita, ossia la via Cagliari, che è la prosecuzione della SP25, e si dirige verso ovest e poi curva a sinistra e si dirige verso sud in direzione di Cagliari. La seguiamo e, dopo quasi tre chilometri, troviamo le indicazioni che ci fanno prendere la deviazione sulla sinistra che, in circa un chilometro, ci porta al Parco di Is Alinos realizzato in localtà Is Alineddos, ossia gli Ontani, nel quale si può piacevolmente sostare in una dolce e verde natura regolata dall’attività umana, ben diversa dai primordiali boschi di rio Padenti. Il grazioso parco Comunale offre la sorgente perenne, aree relax allestite sotto gli alberi e un piccolo parco giochi per i bambini. Vicino al parco, si trova la Sorgente di Is Alinos che sgorga a un’altezza di quasi 800 metri, ed è posta sul Monte Ixi che con i suoi 840 metri è il rilievo più elevato del territorio Comunale, situato al confine del territorio Comunale di Silius con quello di San Nicolò Gerrei. La miniera di fluorite di MuscadroxiuDalla deviazione per il parco di Is Alinas, proseguiamo per un altro chilometro sulla SP25, e troviamo le indicazioni che ci fanno prendere la deviazione sulla destra, che, in circa un chilometro, ci portano alla Miniera di fluorite di Muscadroxiu. La storia della miniera comincia nel 1916, con le prime ricerche della galena, che è un solfuro di piombo. Poi, agli inizi degli anni Cinquanta, l’attenzione si sposta sugli importanti affioramenti di fluorite, un fluoruro di calcio. Nel 1953 nasce la Mineraria Silius, che ottiene le concessioni minerarie a Genna Tres Montis e Muscadroxiu, per lo sfruttamento del giacimento di galena e fluorite. Negli anni ottanta si impegano oltre 500 dipendenti, le due miniere crescono e si arriva, alla profondità di 400 metri, ad unire le due miniere con un’unica galleria di trasporto del minerale. Ma nel 1987 l’ONU introduce norme per la riduzione dell’uso delle sostanze che danneggiano lo strato di ozono, crolla quindi il mercato legato all’estrazione della fluorite, e la Mineraria Silius rischia la chiusura. La regione interviene e nel 1992 contribuisce alla costituzione della Nuova Mineraria Silius, che continua i lavori di coltivazione del giacimento. Dal 2002 il mercato della Fluorite riprende dato che la più grande esportatrice, la Cina, riduce fortemente le esportazioni, e il valore del minerale riprende a lievitare. Nasce, quindi, l’esigenza del rinnovamento delle strutture minerarie, ormai vetuste, ci si prepara alla ripresa produttiva dopo aver scongiurato la chiusura dell’attività, ma, nel 2006, arriva un procedimento di infrazione della Commissione Europea per gli avvenuti aiuti di Stato. La coltivazione del giacimento viene fermata definitivamente nel 2006, e la società viene messa in liquidazione. In seguito, nel 2007, nasce la Fluorite di Silius, che si aggiudica le concessioni minerarie in territorio di Silius e San Basilio, con impianto di trattamento mineralurgico ad Assemini, ma, in seguito al procedimento di infrazione, la nuova società non può intraprendere la coltivazione del giacimento di fluorite, che contiene ancora due milioni di tonnellate di minerale, e costituisce un patrimonio che però non è disponibile. Pertanto oggi la Fluorite di Silius si è occupata prima della manutenzione e bonifica delle strutture minerarie, ed in seguito della loro custodia e del mantenimento in condizioni di sicurezza. Il rientro a CagliariDa Silius torniamo a San Nicolò Gerrei, da dove la SS387 del Gerrei ci porta, in sedici chilometri, a Sant’Andrea Frius. Da qui, dopo quindici chilometri, raggiungiamo Serdiana; dopo altri quattordici chilometri raggiungiamo Monserrato e dopo altri tredici chilometri rientriamo a Cagliari. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Campidano di Cagliari e ci recheremo a visitare Burcei con il suo centro ed i suoi dintorni dove vedremo la via dell’Argento e la foresta demaniale del rio Brabaisu. |