Santa Maria Coghinas ed i suoi dintorni sul lato sinistro del fiume Coghinas con le famose terme di Casteldoria
In questa tappa del nostro viaggio, da Viddalba entreremo nella regione storica dell’Anglona e ci porteremo a Santa Maria Coghinas che visiteremo con i suoi dintorni sul lato sinistro del fiume Coghinas e con le famose terme di Casteldoria. La regione storica dell’AnglonaL’Anglona è la regione storica della Sardegna che si affaccia sul golfo dell’Asinara, una ampia insenatura che si distende lungo il versante nord occidentale dell’Isola, delimitata a nord dal mare, a est dal fiume Coghinas, a sud dal monte Sassu e a ovest dal fiume Silis e dal monte Pilosu. Il suo territorio è prevalentemente collinare, composto da allipiani di natura vulcanica o calcarea, adagiatisu una base di tufo. Comprende una vasta regione costituita dall’Anglona propriamente detta, distinta fra Bassa Valle del Coghinas o Anglona marittima, ed un paese, Tergu, appartenuto nel passato più lontano alla regione di montes, ed Anglona interna. I comuni che fanno parte dell’Anglona marittima sono Castelsardo, Santa Maria Coghinas, Tergu, Valledoria; mentre quelli che fanno parte dell’Anglona interna sono Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas e Sedini. Grazie alla bonifica della bassa valle del Coghinas, effettuata tra il 1920 ed il 1930, che ha consentito di sfruttare meglio la piana del Coghinas, le coltivazione più diffuse sono quelle dei carciofi, soprallutto nella ricercata varietà denominata Spinoso sardo, e dei pomodori. Negli anni settanta del secolo scorso si è sviluppata, soprattutto nei comuni costieri, anche l’industria turistica. In viaggio verso Santa Maria CoghinasNell’ultima tappa avevamo visitato Viddalba, dalla quale usciamo per recarci a Santa Maria Coghinas. Dal Municipio di Viddalba prendiamo la via Antonio Gramsci, dopo novecento metri arriviamo alla fine di quasta strada che sbocca su una rotonda, prendiamo la prima uscita imboccando la SP35, che, in un centinaio di metri, ci porta a un’altra rotonda, dove prendiamo la prima uscita, che esce dal paese in direzione sud ovest con il nome di SP33. La frazione longaredduSeguiamo la SP33 per ottocento metri, arriviamo al cartello segnaletico che indica l’abitato di Santa Maria Coghinas, e prendiamo la deviazione sulla sinistra nel viale Cristoforo Colombo, che, dopo circa centocinquanta metri, ci fa attraversare la frazione longareddu (altezza metri 24, distanza 1.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 45), un insediamento abitato che si trova all’interno del territorio Comunale di Santa Maria Coghinas. Arriviamo al paese chiamata Santa Maria CoghinasEvitando la deviazione per longareddu, riprendiamo a SP33 verso sud ovest, e la seguiamo per poco più di cinquecento metri, quando ci porta all’interno dell’abitato di Santa Maria Coghinas, dove assume il nome di viale Sardegna. Dal Municipio di Viddalba a quello di Santa Maria Coghinas si percorrono appena 3.7 chilometri. Il comune chiamato Santa Maria CoghinasIl comune chiamato Santa Maria Coghinas o Santa Maria di Cuzina (nome gallurese Cuzina, altezza metri 21 sul livello del mare, abitanti 1.292 al 31 dicembre 2021) sorge nella parte centrale della Provincia di Sassari, nell’entroterra della costa. Si tratta di un centro agricolo situato in un territorio per la massima parte pianeggiante, ai piedi delle colline che delimitano la fertilissima bassa valle del fiume Coghinas. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 3 a un massimo di 378 metri sul livello del mare. Il paesaggio delle colline circostanti il fiume Coghinas è ricoperto dalla macchia mediterranea, costituita prevalentemente da ogliastri, sugheri e altre varietà tipiche, come il lentisco, l’alaterno e il cisto. Origine del nomeNonostante la mancanza di documenti certi che ne attestino l’origine, pare che il suo nome derivi dal nome di quella che è stata una graziosa piccola chiesa medievale eretta in seguito al ritrovamento, da parte di un gruppo di pastori, nelle acque del fiume Coghinas, di una cassa contenente una statua della Madonna. La sua economiaIl comune chiamato Santa Maria Coghinas basa la sua economia sull’attività agricola e zootecnica. L’agricoltura riveste un ruolo preminente nell’economia locale e si basa sulla coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta, dato che lunghi lavori di bonifica, iniziati in periodo fascista e continuati in questo dopoguerra, hanno provveduto ad arginare il fiume, ed a rendere coltivabile tutta la superficie disponibile. L’economia di Santa Maria Coghinas è, quindi, basata soprattutto sull’agricoltura intensiva. I suoi campi risultano oggi intensamente coltivati, vi prevalgono, accanto a taluni tratti coltivati a vigna, le vaste distese coltivate a carciofo. Viene praticato anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria, di scarse dimensioni, è costituita da aziende che operano nei soli comparti alimentare, estrattivo, della produzione di corrente elettrica ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Offre a chiunque vi si rechi la possibilità di trascorrervi rilassanti e piacevoli soggiorni all’insegna delle incontaminate bellezze naturali che la circondano, quali il lago del Coghinas, il vicino lago di Casteldoria. Di grande importanza sono, inoltre, le terme di Terme di Casteldoria, ossia di sorgenti calde che sgorgano sul letto del fiume Coghinas, ad una temperatura di oltre 75 gradi dalla viva roccia, conosciute per la loro qualità terapeutiche sin dal tempo dei Romani. Sul sito è stato costruito, pochi anni fa, un centro termale dotato di una struttura alberghiera. Brevi cenni storiciLa zona è stata abitata fino dalla prestoria come dimostrano i ritrovamenti in località la Sarra, ma l’abitato nasce nel Medioevo, ed entra a fare parte del Giudicato di Torres, le cui più antiche testimonianze sono la chiesa romanica intitolata alla Nostra Signora delle Grazie ed il Castello Doria. Poi, nel quattrocento, viene abbandonato a causa della malaria e delle incursioni dei pirati. Il suo insediamento vero e proprio sorge agli inizi dell’ottocento da un modesto gruppo di pastori della Gallura meridionale, e poi vi si stanziano numerosi pastori, con le loro greggi durante le stagioni delle transumanze. L’evoluzione del paese procede parallelamente al recupero dei suoi fertili terreni alluvionali. Sebbene ci si trovi in Provincia di Sassari e, nonostante faccia geograficamente parte delle regione storica dell’Anglona, il dialetto parlato, nonche gli usi e costumi sono tipicamente galluresi. Già parte del comune di Sedini, nel 1960 entra a far parte del nuovo comune di Valledoria, del quale costituisce una frazione, e nel 1983 se ne distacca divenendo comune autonomo. Le principali feste e sagre che si svolgono a Santa Maria CoghinasA Santa Maria Coghinas si svolgono poche feste e sagre, che potrebbero allietare la popolazione e richiamare numerosi visitatori dai dintorni. In particolare, vanno citate la Sagra del Carciofo Spinoso, che si tiene l’ultimo sabato di aprile, solitamente nella piazza Crimea; l’ultimo venerdì e sabato di giugno, la Festa in onore di San Giovanni Battista, che si celebra nell’antica Cappella presso le Terme di Casteldoria; la prima domenica di maggio si celebra la Festa patronale della Madonna delle Grazie; il primo venerdì di giugno, si celebra la Festa in onore del Sacro Cuore; il secondo fine settimana di agosto si svolge la Sagra del Cinghiale nelle piazze del paese, quando ai visitatori viene offerta una degustazione di gnocchetti sardi con sugo di cinghiale, carne di cinghiale alla cacciatora, formaggio pecorino, vino ed acqua a volontà; il terzo fine settimana di settembre si svolge la Festa Madonna delle Grazie. Visita del centro di Santa Maria CoghinasL’abitato, dominato dagli imponenti ruderi di un Castello, ha un andamento plano-altimetrico tipico di collina. Iniziamo, ora la visita del paese chiamata Santa Maria Goghinas. Iniziamo la visita del paese dai suoi cimiteriPassata la deviazione per la frazione longareddu, troviamo sulla sinistra della strada che ci sta portando a Santa Maria Coghinas il grande parcheggio del Cimitero, sul quale si affaccia il Vecchio Cimitero di Santa Maria di Coghinas, chiamato localmente Campusantu ’ecciu di Cuzina. E, proseguendo lungo la strada, subito dopo il parcheggio, passata il viale delle Terme, che porta alle Terme di Casteldoria, si vede l’ingresso del Nuovo Cimitero di Santa Maria Coghinas. L’antica chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle GrazieEntriamo in Santa Maria Coghinas seguendo il viale Sardegna, che attraversa tutto il paese da nord est a sud ovest. Entrati nell’abitato, a trecento metri da dove abbiamo incontrato il viale delle Terme, troviamo sulla sinistra della strada la deviazione in via Andrea Doria, dove, al civico numero 2, alla sinistra, possiamo visitare l’Antica chiesa di Nostra Signora delle Grazie che è la chiesa parrocchiale. Ad essa si deve il nome del paese, ed il suo primo impianto sarebbe del dodicesimo secolo, mentre l’attuale prospetto della facciata è del tredicesimo o quattordicesimo secolo, e le due cappelle laterali, edificate in una piccola area cimiteriale annessa alla chiesa, sarebbero del sedicesimo secolo. La chiesa è di impianto romanico, ma denuncia nella facciata e nei motivi ornamentali anche dell’interno i modelli gotici presenti nell’isola. L’impianto della chiesa è a navata unica, e conserva al suo interno il simulacro della Vergine. All’esterno la chiesa ha la facciata a spioventi, nella quale si notano le decorazioni della ghiera di un bel rosone circolare, e le decorazioni della centina del portale. I paramenti sono realizzati con conci di arenaria tufacea di media pezzatura. L’antica chiesa è stata completamente restaurata nel 2002. Secondo la leggenda, intorno all’anno 1000, un gruppo di pastori che pascolava le greggi lungo le rive del fiume Coghinas in piena per le piogge, vide una cassa che galleggiava sulle acque del fiume. recuperatala la cassa, trovarono al suo interno una statua lignea della Nostra Signora delle Grazie, e la chiesa romanica fu costruita nel punto in cui la cassa contenente la statua si era poggiata a terra. Presso questa chiesa parrocchiale la prima domenica di maggio si celebra la Festa patronale dedicata alla Madonna delle Grazie, con la cerimonia religiosa seguita dalla processione per le vie del apese, ed in seguito concerti e manifestazioni civili. Il complesso sportivo di Santa Maria CoghinasProseguendo lungo il viale Sardegna, percorso meno di un centinaio di metri, si trova sulla destra della strada la piazza Crimea, dalla quale parte la traversa chiamata via del Campo Sportivo, che ci porta al Complesso Sportivo di Santa Maria Coghinas, con un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare 150 spettatori, nel quale è attiva la società A.S.D. Coghinas calcio. Oltre al Campo da Calcio, nel complesso sportivo sono presenti, sul retro delle tribune del Campo da Calcio, un Campo da Calcetto, ossia di calcio a cinque, ed un Campo da Tennis. La nuova chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle GrazieProseguendo lungo il viale Sardegna, dopo novecentocinquanta metri troviamo, alla destra della strada, subito dopo la trasversale via degli Orti, uno spiazzo sul quale si affaccia la Nuova chiesa di Nostra Signora delle Grazie che è la nuova chiesa parrocchialedel paese. Costruita nel 1973, su progetto dell’architetto Gustavo Pesarin, ha una architettura moderna in cemento armato, con grandi vele, svettanti sui tetti. Sulla cima di ognuna di esse vi è collocata una croce, a segnalare la sacralità della struttura. Il Municipio di Santa Maria CoghinasRiprendiamo a seguire verso sud ovest il viale Sardegna, ed, un poco più avanti, percorso appena un centinaio di metri, sulla sinistra del viale si apre la piazza Aldo Moro. Entriamo in questa piazza e, sul suo lato opposto al Viale, vediamo che si affacciano gli edifici che ospitano il Municipio di Santa Maria Coghinas, con la sua sede ed i suoi uffici. Visita dei dintorni di Santa Maria CoghinasVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Santa Maria Coghinas, sono stati portati alla luce i resti del Protonuraghe Isolana; dei Nuraghi semplici Fattazzu, Pedru Malu, Pedru Malu II; del Nuraghe complesso Barula; ed anche dei Nuraghi Fattazzu II, monte Juanni, monte Viddanoa, tutti di tipologia indefinita; mentre del Nuraghe Seazzu non resta alcuna traccia, salvo alcune pietre nei muretti che sono stati identificati come conci a forma di T. Vediamo ora che cosa si trova nei dintorni di Santa Maria Coghinas, dalle terme di Casteldoria e dal Castello dei Doria, alle diverse località che si trovano nei dintorni dell’abitato. Da Santa Maria Coghinas ci recheremo verso sud est a visitare le terme di CasteldoriaSubito prima di entrare in Santa Maria Coghinas, all’imbocco di viale Sardegna, prendiamo verso sinistra il viale delle Terme, che ha inizio tra il parcheggio nel quale si trova il vecchio Cimitero, ed il nuovo Cimitero. Il viale ci porta nella gola di Casteldoria, il cui nome deriva dal Castello dei Doria, ben visibile in alto, sulla cima del monte Ortigiu, e che descriveremo più avanti. Percorsi seicento metri sul viale delle Terme, troviamo sulla destra la deviazione in via Marco Polo, che ci condurrebbe alla frazione la Scalitta. La evitiamo, e proseguiamo dritti sul viale delle Terme per circa un chilometro, fino ad arrivare ad un’ampia area di parcheggio sulla destra della strada, dopo la quale la strada stessa viene interrotta. Passata l’interruzione, si deve procedere a piedi, o in auto se autorizzati, per raggiungere, in circa trecento metri, le terme, con la loro più piccola area di parcheggio. Mentre facevo alcune fotografie, mi è stato suggerito di entrare al di là della sbarra che delimita l’accesso, e quando ho detto che non ritenevo opportuno passare una sbarra di delimitazione ho raccolto risate ed ironia. Le nuove terme sono state completate, se ho capito bene, nel 1998 e da allora, per una lunga ed irrisolta controversia tra la Provincia che le ha realizzate ed i comuni interessati, non erano mai state inaugurate... Evito qualsiasi ulteriore commento: al di là delle sue bellezze naturali, anche la Sardegna soffre dei disagi creati da una classe politica e burocratica che da questo punto di vista nulla ha a che invidiare a quella del continente. E questo ci riempie di tristezza. Decisamente incredulo mi sono avvicinato ed ho visto che il nuovo edificio delle terme aveva tutti i vetri con ancora applicati i bollini posti in fabbrica, e che nessun ingresso era agibile. Ho scoperto quindi che, al di là delle numerose indicazioni poste su tutte le strade, le vecchie terme non c’erano più da anni, e le nuove non c’erano ancora. Le poche persone che si spingevano fin quassù, se non volevano tornare indietro dopo un lungo viaggio a vuoto, non potevano far altro che immergersi al di fuori di qualsiasi stazione termale, scendendo lungo gli argini tra belle formazioni di alghe e muschio nelle calde acque del rio Coghinas, senza nessun servizio e nessuna struttura di supporto. Ci sono tornato nell’agosto del 2009 ed ho trovato la strada sempre interrotta, con un cartello che descrive i lavori di risanamento e completamento delle terme di Casteldoria, compresa la strada di accesso, con indicata la data di fine lavori il 7 ottobre 2006! |
Dopo che la Provincia ha speso circa 15 milioni di euro per far ripartire l’intero complesso termale, nell’ottobre 2010 ha ottenuto l’autorizzazione all’esercizio, e, finalmente, dall’8 novembre 2010 lo Stabilimento Termale di Casteldoria ha ufficialmente riaperto al pubblico. La chiesa campestre di Santu Gjuanni di li Caldani ossia di San Giovanni BattistaProseguendo lungo la via delle Terme e seguendo le indicazioni, circa trecento metri dopo l’interruzione della strada, prima di arrivare alle terme, troviamo sulla destra della strada la chiesa campestre di Santu Gjuanni di li Caldani ossia di San Giovanni Battista una piccola Cappella romanico pisana in ottimo stato di conservazione, costruita nel ventesimo secolo in prossimità dello stabilimento termale di Casteldoria. La Festa in onore di San Giovanni Battista inizia la sera dell’ultimo venerdì di giugno con la messa, che si celebra nella chiesa campestre presso le Terme di Casteldoria, seguita dalla processione del Santo fino all’antica chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle Grazie a Santa Maria Coghinas, e prosegue il sabato successivo, quando un comitato spontaneo organizza una cena a base di zuppa gallurese, bollito di carne, frutta, verdura, vino ed acqua a volontà per tutti i partecipanti. Si racconta che nella zona fosse presente anche un lebbrosario, che sarebbe stato situato proprio accanto al monastero di San Giovanni, di cui ora non si può vedere altro che la piccola chiesa. E che questo comunicasse, tramite una galleria, con la spiaggia fluviale di li Caldani, che abbiamo descritto quando abbiamo illustrato Viddalba, per il trasporto dei fanghi miracolosi che venivano raccolti sulle sua rive, ed anche con il Castello, per consentire ai Doria, che erano molto devoti a San Giovanni, di arrivare agevolmente a presenziare alle pratiche religiose. Le terme di CasteldoriaPassata la chiesa, subito più avanti, raggiungiamo l’ingresso delle Terme di Casteldoria realizzate dove le sorgenti calde gettano le loro acque nel rio Coghinas, che per questo veniva chiamato Thermus dai Romani. Le sorgenti termali sono disclocate lungo le principali linee di frattura della roccia vulcanica, in prossimità di affioramenti di lava. Ben conosciute sin dall’antichità per le loro acque salso: bromo-Iodiche che sgorgano ad alta temperatura quasi a livello del fiume Coghinas, le acque termali hanno proprietà terapeutiche conosciute da anni immemorabili, e raggiungono temperature tra i 65° e i 75°C tanto che possiamo fare il bagno in questo tratto di fiume in tutti i periodi dell’anno. L’esterno dell’edificio della stazione termale è completamente rinnovato, ed include anche quello che era il vecchio edificio delle terme. I giudizi di chi è stato nel rinnovato stabilimento ternale sono pressoche tutti estremamente positivi. Di fronte allo stabilimento termale si trova la spiaggia di li Caldani sulla riva sinistra del fiume, in territorio di Santa Maria Coghinas, dalla quale un interessante ponticello in legno porta al percorso naturalistico realizzato dentro il parco delle terme, che sbocca sulla spiaggia di li Caldani sulla riva destra del fiume, in territorio di Viddalba. Lungo la costa del fiume, ai due lati del ponticello in legno che porta al percorso naturalistico, si trova la spiaggia fluviale di li Caldani che prende il nome dalle calde acque benefiche che sgorgano in questi dintorni, situata sulla riva sinistra del fiume Coghinas, in territorio di Santa Maria Coghinas, circondata da una ricca vegetazione, e resa particolarmente suggestiva dalle vicine rocce rosse del monte Ruiu che si specchiano nelle acque del lago artificiale di Casteldoria. Siamo in un’insenatura situata sul lato opposto del fiume rispetto alla spiaggia di li Caldani in teritorio di Viddalba, che abbiamo visto nella tappa precedente. |
Dalla frazione la Scalitta andiamo a visitare i ruderi del Castello dei DoriaPrima di entrare in Santa Maria Coghinas, il viale delle Terme ci porta nella gola di Casteldoria, e, percorsi seicento metri sul viale delle Terme, troviamo sulla destra la deviazione in via Marco Polo, che, in quasi altri seicento metri, ci conduce alla frazione la Scalitta (altezza metri 79, distanza 1.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 49), con il suo ampio insediamento abitativo. A questa località si poteva arrivare anche da Santa Maria Coghinas, cento metri dopo il viale delle Terme, prendendo dal viale Sardegna, verso destra, la via Doria, che è la SP92, e che, in un chilometro e trecento metri, ci porta alla località la Scalitta. Passata la frazione la Scalitta, proseguiamo sulla SP92 in direzione sud est, e la strada ci porta nella gola di Casteldoria, il cui nome deriva dal Castello dei Doria, ben visibile in alto, sulla cima del monte Ortigiu, di 293 metri. La strada che attraversa la gola è caratterizzata dalla presenza delle caratteristiche rocce di granito rosa che la circondano completamente. Dopo un chilometro e seicento metri troviamo, sulla sinistra, la deviazione che, proseguendo su una strada con fondo in lastre di cemento di quattrocento metri, che sale sul colle, ci porta agli imponenti ruderi del Castello dei Doria che sorgono sulla cima del monte Ortigiu e sovrastano l’intero paese. Situato in una cornice di rocce rosso vivo, il Castello è stato fondato nel dodicesimo secolo da Brancaleone Doria, marito di Eleonora D’Arborea, successivamente restaurato nel 1354 da re Pietro D’Aragona, e demolito dai Piemontesi alla fine del settecento. Del Castello che aveva un aspetto massiccio, rimane in piedi solo un raro esempio di torre a pianta pentagonale, nonche parti della cisterna e delle mura perimetrali. Ai piede del monte sul quale sorge il Castello, dove il fiume Coghinas crea un’ampia ansa, si trovano le rinomate sorgenti termali di Casteldoria che descriveremo più avanti. La diga di Casteldoria sul Coghinas che genera il lago di CasteldoriaEvitando la deviazione per raggiungere il Castello, proseguiamo sulla SP92 per poco più di una cinquantina di metri, e, seguendo le indicazioni, prendiamo la deviazione sulla sinistra che, in poco meno di due chilometri di percorso di tutte curve, ci porta alla Diga di Casteldoria. Lo sbarramento, che è stato realizzato negli anni dal 1949 al 1963 su progetto dell’ingegner Umberto Messina, è costituito da una diga in calcestruzzo a gravità ordinaria, che, interrompendo il corso del fiume Coghinas, dà origine al lago di Casteldoria. Ha un’altezza di 26 metri e sviluppa un coronamento di 97 metri. La diga è dotata di un impianto idroelettrico che produce una quantità di energia elettrica pari a 11.863 Gigawattora all’anno. La diga, che è stata costruita sul corso del fiume Coghinas, ai piedi del monte Ruiu, ed ha generato il Lago di Casteldoria un bacino artificiale di oltre otto milioni di metri cubi d’acqua, per uso prevalentemente idroelettrico, ma, grazie alla quale, dopo la realizzazione di diversi canali, tutti i campi sono stati resi irrigui. La superficie del lago è di 0.4 chilometri quadrati, con una profondità media di venti metri. Il lago è alimentato non solo dal fiume, ma è in collegamento idraulico anche col più ampio lago del Coghinas, che abbiamo descitto in un’altra parte del nostro viaggio, quando abbiamo visitato il paese chiamato Oschiri. Sulle rive del lago di Casteldoria, è possibile ammirare alcune specie animali, soprattutto uccelli che vi sostano, svernano e nidificano. Alcune società sportive propongono, inoltre, la visita del lago sia in kayak che in canoa. La frazione Isolana affacciata sul lago di CasteldoriaPercorso un chilometro e seicento metri sempre verso sud, sulla SP92, arriviamo a un incrocio che, a destra, porta alla località Buroni, mentre prendiamo a sinistra la strada che, in circa un altro chilometri, ci porta a raggiungere la frazione Isolana (altezza metri 82, distanza 5.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), con diverse abitazioni, che è affacciata direttamente sul lato occidentale del lago di Casteldoria. Da Santa Maria Coghinas raggiungiamo verso sud ovest la frazione PedrumaluDa piazza Aldo Moro, sede del Municipio, la via Sardegna ci porta, in quattrocentocinquanta metri, a una rotonda, alla quale prendiamo la terza uscita, ossia l’uscita a sinistra, sulla via Manzoni, con la quale usciamo verso sud ovest con la SP133. Percorsa per poco più di un chilometro e mezzo, la strada provinciale ci fa attraverare la frazione Pedrumalu o Pedru Malu (altezza metri 104, distanza 2.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), con le sue poche abitazioni. Nei suoi dintorni, a sud ovest, si trovano i pochi resti del Nuraghe di Pedru Malu. Più a sud si trova la frazione Buroni alla quale si arriva dalla località Pedramalu o dalla IsolanaProseguendo verso sud, dopo quasi quattro chilometri la SP133 sbocca su una trasversale, alla quale prendiamo verso sinistra, e, in poco più di un chilometro, raggiungiamo la frazione Buroni (altezza metri 144, distanza 5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 25), una borgata rurale situata in nei dintorni di Santa Maria Coghinas. A questa località si poteva arrivare anche dalla strada che ci ha portati alla località Isolana, ed all’incrocio, prima di raggiungerla, prendendo a sinistra, poi, dopo un chilometro, prendendo, di nuovo a sinistra, la deviazione che, in poco più di un altro chilometro, ci conduce alla borgata rurale di Buroni. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio da Santa Maria Coghinas ci porteremo sulla costa, dove visiteremo Valledoria situata allo sbocco in mare del fiume Coghinas. A Valledoria avremmo potuto arrivare direttamente da Badesi, seguendo la strada costiera, dato che la sua spiaggia è la prosecuzione verso sud della spiaggia di Badesi. |