Sant’Andrea Frius con la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea Apostolo
In questa tappa del nostro viaggio, da Senorbì ci recheremo a visitare Sant’Andrea Frius che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea Apostolo e con i suoi dintorni. La regione storica della TrexentaLa Trexenta è una regione storica della Sardegna situata nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna. La regione della Trexenta si trova interamente nella Provincia del Sud Sardegna ed i comuni che ne fanno parte sono Barrali, Gesico, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, Sant’Andrea Frius, San Basilio, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli. Il territorio è prevalentemente collinare nella parte orientale e più pianeggiante verso ovest. La zona della Trexenta è un susseguirsi di rigogliose campagne, dove i frutteti si alternano a vigne, oliveti e coltivazioni di cereali. Le sue condizioni climatiche, favorite anche dall’abbondanza d’acqua, determinano una rinomata produzione di vino, olio e grano. In viaggio verso Sant’Andrea FriusDal centro di Senorbì prendiamo verso sud la via Carlo Sanna e, arrivati alla rotonda, proseguiamo verso sud est con il viale Piemonte, che esce dall’abitato come SS547 di Guasila, e, dopo circa otto chilometri, ci porta all’interno dell’abitato di Sant’Andrea Frius. Dal Municipio di Senorbì a quello di Sant’Andrea Frius si percorrono 8.9 chilometri. Il comune chiamato Sant’Andrea FriusIl comune di Sant’Andrea Frius (nome in lingua sarda Santu Andria Frius, altezza metri 300 sul livello del mare, abitanti 1.709 al 31 dicembre 2021) è un centro agricolo che si estende nella parte centrale della Provincia del Sud Sardegna, a ovest dei monti Gerrei, posizionato in un territorio situato fra la Trexenta ed il Gerrei, con andamento irregolare e aspro, fatto di colline e piccole pianure, bagnato dal rio Coxinas e dal Cirras, affluenti del rio Mannu. L’abitato è facilmente raggiungibile tramite la SS547 di Guasila che arriva da nord ovest provenendo da Senorbì sempre in Trexenta, e la SS387 del Gerrei che arriva da nord est da San Nicolò Gerrei nella regione storica del Gerrei, e prosegue verso sud in direzione di donori e Dolianova nella regione storica del Partòlla e si dirige poi verso Cagliari nel Campidano. La sua posizione geografica è di grande interesse, perchché si trova al nodo di convergenza delle tre arterie stradali sulle quali viene deviato un notevole flusso di traffico veicolare, permettendo il collegamento tra il Gerrei, la Trexenta e il Campidano. Il territorio Comunale, prevalentemente collinare, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, che variano da punte massime che sfiorano i 650 metri ad un minimo di 140 metri sopra il livello del mare. Origine del nomeAlcuni studiosi ritengono che il nome del paese, documentato nell’anno 1765 come San Andrea de Frias, rappresenti il composto di un agionimo, Sant’Andrea, e del termine Frius, corrispondente al campidanese Frius, cioè freddo, derivante dal latino Frigidus. Secondo il linguista Massimo Pittau, invece, sarebbe abbastanza facile fare riferimento a Sant’Andría Priu, che è la denominazione di un importante complesso di domus de janas nei pressi di Bonorva, diventato già in epoca nuragica un luogo di culto, il quale in seguito, in epoca bizantina, è stato consacrato al Santo cristiano Andrea, e quindi la dizione Sant’Andría Priu andrebbe spiegata come Sant’Andrea tardivo, derivando l’ultimo vocabolo dall’aggettivo Prigu, Priu, ossia pigro, lento, tardo, tardivo, derivante dal latino Pigrum. La sua economiaSi tratta di un comune collinare caratterizzato da un’economia di tipo agro pastorale. Il settore economico primario è presente con la produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta; si allevano anche bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti alimentare, metalmeccanico ed edile. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva. La posizione favorevole fa di essa una delle mete turistiche più interessanti della zona. La zona collinare è ricoperta da una natura assai variegata in tutti i suoi aspetti, dato che in gran parte è caratterizzata da una vegetazione a cespugli e a macchia mediterranea, ossia da querce, mirto, oleandro, fico, cisto, corbezzolo, asfodelo e lavanda, presenti nell’intero territorio. Tra le specie faunistiche presenti nel suo territorio, si trovano anfibi come la raganella sarda, rettili come la lucertola, mammiferi come la lepre, il cinghiale, la volpe e diversi tipi di pipistrelli. Tra i volatili, è possibile avvistare alcuni tipi di rapaci, come la pernice e la civetta. Il suo territorio è stato migliorato grazie ad interventi di forestazione produttiva promossi dall’amministrazione Comunale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciIl territorio è abitato già in epoca nuragica, ma le sue radici nascono da uno stanziamento punico, nato grazie alla posizione del territorio posto fra Cagliari e Isili, ed il periodo punico è rappresentato dal sito di linna Pertunta, vicino al paese, nel quale, in un edificio a pianta rettangolare, sono stati rinvenuti numerosi ex-Voto in terracotta, riproducenti parti del corpo umano di diversa grandezza, oltre a gioielli di varia foggia come orecchini d’argento, un orecchino d’oro a forma di cuore con uno smeraldo incastonato e numerose monete, che sono oconservati nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Nel periodo romano assolve al ruolo di avamposto per l’osservazione e il controllo dell’area, e nel centro abitato è stata rinvenuta una tomba a cassone del tezo secolo dopo Cristo, descritta da Torquato Taramelli, con gli scheletri di due inumati, un uomo e una donna, e con testimonianze consistenti in un corredo funerario costituito da una ciottola, una brocchettina, una lucerna e un pendaglio con alcune maglie di una catenina in bronzo. Dell’età romana rimangono anche resti di ville rustiche, ed inoltre sono state rinvenute una piccola fibula, varie perline in pasta vitrea e due monete forate da un grosso buco. Le notizie storiche relative alle prime vicende del borgo risalgono, però, solo all’undicesimo secolo, quando viene compreso nel Giudicato di Càralis, nella curatoria della Trexenta. Nel 1119 viene donato, insieme ad altre ville della Trexenta, dal giudice Mariano Torchitorio II al figlio Costantino Salusio III, e, nell’atto di donazione, Frius appare esplicitamente indicata. Nel 1258, dopo la caduta del Giudicato di Càralis, viene annesso dal Giudicato di Arborea. Nel 1295 Mariano II di Arborea cede il paese coi suoi territori alla repubblica di Pisa, e nel 1326 passa direttamente alla corona aragonese, che demanda la sua amministrazione ai Pisani, ma ne prende possesso solamente nel 1353, dopo gli scontri fra Pietro IV d’Aragona e Mariano IV di Arborea. Le ostilità fra corona d’Aragona e Giudicato di Arborea sfociano nella battaglia di Sanluri del 1409, a seguito della quale numerosi territori, compreso quello di Sant’Andrea Frius, passano alla corona d’Aragona. Nel 1420 il paese viene amministrato da Giacomo De Besora e nel 1434 diviene feudo della stessa famiglia, che lo cedono agli Alagon e successivamente ai De Silva Alagon, i quali lo mantengono fino al 1839, quando, con la soppressione del sistema feudale, il paese venne riscattato all’ultimo feudatario. Nel seicento il paese era stato abbandonato, fino a quando don Artale di Alagon, feudatario del luogo, nel 1699, aveva trapiantato nel territorio numerose famiglie di contadini originari di Nuraminis e Villagreca, alle quali si deve l’attuale configurazione urbana, fatta di una rete di stradine e basse case in pietra intorno alla piccola parrocchiale di Sant’Andrea. Nel 1821 Sant’Andrea Frius viene incluso nella Provincia di Cagliari, e resta nella Provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a Sant’Andrea FriusA Sant’Andrea Frius è attiva l’Associazione Culturale E Folkloristica Sant’Isidoro di Sant’Andrea Frius, nelle cui esibizioni nel paese ed in altre localtà dell’isola è possibile ammirare il costume tradizionale del paese. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Sant’Andrea Frius vanno segnalate, a gennaio, i falò in onore di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano; a febbraio, il Carnevale, chiamato Carnevalli Santandriesu; nell’ultima settimana di maggio, sono abbinate, in Sa Festa Manna, la Festa di Sant’Andrea di Maggio, che era la Festa dei pastori, e la Festa di Sant’Isidoro, che era la Festa degli agricoltori; la prima domenica di agosto, si svolge l’importantissima Sagra del mandorlo, accompagnata da mostre artigianali e da spettacoli musicali, durante la quale è possibile assaggiare la varietà di dolci a base di mandorla, ed il culmine è il concorso per il miglior Gatteau, dolce a base di zucchero e mandorle; il 15 maggio, la Festa dell’Assunta, per la quale il giorno della vigilia si svolge la messa e la processione, nella quale vengono portati i due simulacri della Madonna, ossia quella addormentata, che viene portata da quattro persone, e quella che ascende al cielo, che viene portata dal trattore; la prima domenica di settembre, la Festa della Madonna di Bonaria, nella chiesa campestre a lei dedicata; il 30 novembre si celebra la Festa di Sant’Andrea di Novembre, un evento dedicato al Santo patrono. Il Carnevale di Sant’Andrea Frius con la Corsa del dragoMolto importante a Sant’Andrea Frius è il Carnevale, chiamato Carnevalli Santandriesu, che viene celebrato nelle due domeniche poste a cavallo del martedì grasso. La prima domenica è dedicata alla sfilata delle maschere e dei carri allegorici, che sfilano per le vie periferiche del borgo, con la distribuzione di zeppole e fave lesse alla popolazione. La seconda domenica è dedicata, invece, all’equitazione, e durante questa domenica i cavalieri partecipano a un Palio che prende il nome di Corsa del drago, durante il quale alcuni cavalieri, detti Cavalieri di San Giorgio, indossando vestiti tradizionali, debbono con uno spadino trafiggere l’immagine di un drago appeso a un filo, mentre altri cavaieri eseguono suggestive acrobazie a priglia in sella ai loro cavalli. La figura del drago si riferisce ad un’antica leggenda, secondo la quale in località Pranu Sanguni sarebbe avvenuta la lotta tra San Giorgio e un drago, che sarebbe morto dissanguato, tanto che ancora oggi in quel punto cresce solamente un’erbetta rossa, macchia di sangue del drago, e nient'altro, tutto il resto si secca... Visita del centro di Sant’Andrea FriuseL’abitato, interessato da crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Il tessuto urbano del paese ha mantenuto la sua dimensione originaria e si compone principalmente di case in pietra ad un solo piano. Le abitazioni tradizionali sono prevalentemente a un solo piano, con l’edificio sul fondo del lotto, ed il cortile aperto verso la strada da un ampio portale. Provenendo da Senorbì arriviamo da ovest con la SS547 di Guasila che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via Giuseppe Garibaldi. La chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea ApostoloPresa la via Giuseppe Garibaldi, la seguiamo verso est per settecento metri, ed arriviamo in una piazza, nella quale si affaccia, alla destra, la chiesa dedicata a Sant’Andrea Apostolo che è la parrocchiale di Sant’Andrea Frius. L’antica chiesa di Sant’Andrea, risalente al diciassettesimo secolo, è stata rasa al suolo a metà degli anni cinquanta del secolo scorso, per far posto ad una chiesa moderna che è stata inaugurata nel 1958. La chiesa presenta una struttura moderna, ed il frontale è stato arricchito da un mosaico policromato realizzato nel 1971, nel quale è raffigurato il patrono Sant’Andrea in atto di pescare. L’interno ha un’unica navata voltata a botte, con due cappelle. Nel 1992 è stato dedicato l’altare fisso e l’ambone in granito sardo, e nel 1995 è stato realizzato un affresco dietro l’altare raffigurante la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli e Maria. Il patrono è celebrato a fine maggio con Sa Festa Manna, quando la Festa di Sant’Antonio è abbinata alla Festa di Sant’Isidoro, e a fine novembre con un evento nel quale si può assistere alla creazione di candele artistiche a opera di maestri della cera e si possono gustare piatti tipici della cucina campidanese. In origine, Sant’Andrea di Maggio era la Festa dei pastori, che la finanziavano con la vendita del latte munto in una giornata particolare chiamata Sa Muda. Il venerdì pomeriggio si tiene la processione in onore di Sant’Andrea Apostolo, accompagnata dai Cavalieri di San Giorgio. Sant’Isidoro è, invece, il patrono degli agricoltori, ed in onore di questo Santo, che viene ricordato con una messa solenne, si tiene la domenica mattina la processione, accompagnata dai cavalieri e da tanti agricoltori con le loro traccas, ossia con i trattori addobbati a festa. I due festeggiamenti sono stati da tempo abbinati, quando la popolazione ha deciso di finanziare collettivamente le due feste. Il 30 novembre si celebra Sant’Andrea di Novembre, un evento quasi esclusivamente religioso dedicato al Santo patrono, per la quale la sera della vigilia è prevista una suggestiva processione formata da cavalieri e da suonatori di launeddas, ed in occasione della Festa è possibile assistere alla creazione di candele artistiche, ad opera degli antichi artigiani detti Is Maistus de Gera, ossia gli artigiani che lavorano la cera, ed è possibile degustare i prodotti de Is Ziusu de Is turroisi e Costeddeddasa de paradasa, che sono i bancarellisti venditori di torrone e biscotti sardi, i prodotti de Is Pisciaiusu cun Sa lissa e S’anguidda arrustia, ossia i pescivendoli di muggine e anguille arrosto, e visitare le Su Pranteri de cibudda, le bancarelliste di piantine di cipolla. Quindi si possono gustare torrone, biscotti, Pardulas che sono dolcetti a base di ricotta e zafferano, porchetto aromatizzato, carne di agnello, vini e liquori. Il Municipio di Sant’Andrea FriusArrivati nella piazza nella quale si affaccia la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, seguendo le indicazioni per Ballao, prendiamo a sinistra la via Libertà, che è il nome che assume all’interno dell’abitato della SS387 del Gerrei, e si dirige verso nord. Seguiamo la via Libertà per poco meno di trecento metri, e prendiamo verso destra la via Enrico Fermi, lungo la quale, dopo un centinaio di metri, alla sinistra si vede la facciata dell’edificio in cui è ospitato il Municipio di Sant’Andrea Frius, con la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. Il complesso sportivo don Boscorestano da descrivere gli impianti sportivi di Sant’Andrea Frius, per visitare i quali dobbiamo tornare a quando siamo arrivati nell’abitato provenendo da Senorbì con la SS547 di Guasila, che aveva assunto il nome di via Giuseppe Garibaldi. Appena percorsi centocinquanta metri lungo la via Giuseppe Garibaldi, prendiamo a destra la via don Bosco e, dopo una settantina di metri, troviamo una deviazione sulla destra lungo la quale è presente il cancello di ingresso al Complesso Sportivo don Bosco. All’interno di questo complesso sono presenti un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare 700 spettatori; un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con fondo in erba artificiale, dotato di tribune per 200 spettatori; un Campo Sportivo polivalente, con pavimentazione in materiali cementizi o asfaltoidi, dotato di tribune per 60 spettatori, nel quale praticare come discipline pallacanestro, pallavolo e tennis. Vicino a questi impianti sportivi all’aperto, è presente, inoltre, una Palestra, alla quale è possibile accedere anche proseguendo lungo la via don Bosco per un’altro centinaio di metri e prendendo a destra la via Meirana, lungo la quale alla detra di trova il cancello di ingresso. Questa Palestra ha pavimentazione in materiali sintetici vari, è dotata di tribune in grado di ospitare 135 spettatori, ed in essa è possibile praticare come discipline pallavolo, pallacanestro, Taekwondo, calcio, calcetto ossia calcio a cinque, e Danza sportiva. Visita dei dintorni di Sant’Andrea FriusVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sant’Andrea Frius sono stati portati alla luce diversi resti di costruzioni del periodo nuragico, tra le quali quelli del Nuraghe complesso Bruncu S’Ollastu; ed anche del Nuraghe Mannu o Is Piagas, di tipologia non definita. Il Cimitero di Sant’Andrea FriusDal centro dell’abitato, dalla piazza nella quale si affaccia la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, seguendo le indicazioni per Ballao, prendiamo a sinistra la via Libertà, e proseguiamo per cinquecento metri. Qui, passato il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, la strada diventa la SS387 del Gerrei che si dirige verso San Nicolò Gerrei. Percorsa appena una cinquantina di metri, vediamo alla sua sinistra il vialetto in salita di accesso pedonale, tra due file di cipressi, che permette di raggiungere il muro di cinta con il cancello di accesso al Cimitero Comunale di Sant’Andrea Frius. La chiesa campestre di Nostra Signora di BonariaDal centro dell’abitato, dalla piazza nella quale si affaccia la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, seguendo le indicazioni per Cagliari, prendiamo a destra la via Cagliari, e proseguiamo per quattrocentocinquanta metri. Qui, appena usciti dall’abitato, la strada diventa la SS387 del Gerrei che si dirige verso sud in direzione di donori e Dolianova nella regione storica del Partòlla e si dirige poi verso Cagliari nel Campidano. Percorsi duecento metri, parte a sinistra della strada una deviazione verso l’interno, e ad angolo tra le sue strade, sulla sinistra, con evidenti indicazioni, si vede il vialetto in salita che porta su un piccolo colle, sul quale è presente la chiesa campestre dedicata a Nostra Signora di Bonaria. La piccola chiesa è stata costruita nel 1963 grazie alla donazione del terreno su cui sorge da parte della famiglia Cocco di Sant’Andrea Frius, consacrata al culto cattolico nel 2003, a seguito di lavori di restauro in quanto la chiesa si presentava in uno stato fatiscente, e nel 2008 si è effettuata la cerimonia di dedicazione alla Madonna di Bonaria della chiesa e del suo altare in marmo. A Sant’Andrea Frius, la prima domenica di settembre si svolge la Festa della Madonna di Bonaria, nella chiesa campestre a lei dedicata, per la quale il simulacro della Santa viene accompagnato alla piccola chiesa campestre e riportato nella chiesa parrocchiale con la partecipazione del grupp folk e dei cavalieri che indossano i vestiti tradizionali. In questa occasione nella chiesa, e sopprattutto nel piccolo Anfiteatro adiacente, viene celebrata la messa con la partecipazione della popolazione. Le cerimonie nel giorno liturgico della Madonna di Bonaria si tengono, invece, il 24 aprile. Il Crossodromo di Is CarboniscusPresa in direzione sud la SS387 del Gerrei, a duecento metri dall’uscita dall’abitato si trova alla sinistra della strada la deviazione verso l’interno, alla sinistra della quale si è trovato il vialetto di accesso alla chiesa campestre di Nostra Signora di Bonaria. Seguiamo questa strada verso l’interno per trecentocinquanta metri, poi prendiamo una deviazione sulla destra e, dopo cinquecento metri, vediamo, alla sinistra di questa deviazione, nei campi le piste del Crossodromo di Is Caboniscus. Si tratta di una pista da motocross, una pista con sali e scendi naturali, salti in discesa e in salita, terreno medio duro, aperta in condizioni normali solo il sabato e la domenica. Il Nuraghe Mannu o Is PiagasPassata la deviaziona dalla quale abbiamo riaggiunto il crossodromo, proseguiano verso sud con la SS387 per due chilometri e quattrocento metri e, pocoprima del cartello segnaletico che indica il chilometro 32, vediamo, alla sinistra della strada un’altura sopra la quale si vedono, a 300 metri di altezza, i pochi resti del Nuraghe Mannu o Is Piagas di tipologia indefinita, che si trova al confine fra i territori comunali di Sant’Andrea Frius e di donori. Dalla costruzione megalitica si beneficia di un bellissimo panorama. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Senorbì ci recheremo a San Basilio che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa di San Basilio Magno e con i suoi dintorni nei quali è installato il Radiotelescopio SRT. |