San Basilio con all’interno dell’abitato la chiesa di San Basilio Magno ed i resti delle Terme romane
In questa tappa del nostro viaggio, da Senorbì ci recheremo a San Basilio che visiteremo con il suo centro dove si trova la chiesa di San Basilio Magno e con i suoi dintorni nei quali è installato il Radiotelescopio SRT. La regione storica della TrexentaLa Trexenta è una regione storica della Sardegna situata nella parte settentrionale della Provincia del Sud Sardegna. La regione della Trexenta si trova interamente nella Provincia del Sud Sardegna ed i comuni che ne fanno parte sono Barrali, Gesico, Guamaggiore, Guasila, Mandas, Ortacesus, Pimentel, Sant’Andrea Frius, San Basilio, Selegas, Senorbì, Siurgus Donigala, Suelli. Il territorio è prevalentemente collinare nella parte orientale e più pianeggiante verso ovest. La zona della Trexenta è un susseguirsi di rigogliose campagne, dove i frutteti si alternano a vigne, oliveti e coltivazioni di cereali. Le sue condizioni climatiche, favorite anche dall’abbondanza d’acqua, determinano una rinomata produzione di vino, olio e grano. In viaggio verso San BasilioTornati a Senorbì, dal centro dell’abitato usciamo verso est con la via Roma, che fuori dal paese prende il nome di SP23, la tortuosa strada che da Senorbì passa per la frazione Arixi e più avanti conduce in direzione di Goni, e, percorsi circa sei chilometri da Senorbì, porta all’interno dell’abitato di San Basilio. Dal Municipio di Senorbì a quello di San Basilio si percorrono 6.9 chilometri. Il comune chiamato San BasilioIl comune di San Basilio (pronuncia San Basìlio, nome in lingua sarda Santu ’Asili o anche Santu ’Asili ’e Monti, altezza metri 420 sul livello del mare, abitanti 1.132 al 31 dicembre 2021), situato alle pendici della collina Pitz ’e Pranu, si estende nella parte nord orientale della Provincia del Sud Sardegna, a est dei colli Trexenta, e costituisce un punto di passaggio tra la pianeggiante Trexenta e le alture del Gerrei. La leggenda vuole che il nome al paese sia stato dato dai monaci greco bizantini seguaci di San Basilio Magno, Vescovo di Antiochia, i quali vi costruirono un sontuoso monastero. L’abitato è raggiungibile tramite la SS128 Centrale Sarda, che dista soli sette chilometri dall’abitato passando per Senorbì, dove si trova anche la stazione di riferimento, lungo la linea che collega Cagliari con Isili. Il territorio Comunale, di notevole importanza geologica per la presenza di fluorite e di fossili del Miocene, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 710 metri di quota. Origine del nomeIl nome del paese, attestato nell’anno 1341 come Ecclesie San Basilii, costituisce la traduzione italiana della denominazione sarda Santu 'Asili, che riflette il culto di San Basilio, ed il termine Basili o Asíli, secondo qualche studioso, deriverebbe dal greco bizantino Básilis, letteralmente reggio o regale, piuttosto che da quello di tradizione latina Basilius. La sua economiaSi tratta di un comune collinare la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. Il settore economico primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutta; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il settore secondario è costituito da piccole imprese che operano nei comparti lattiero caseario ed edile. Il terziario si compone di una modesta rete distributiva. Nel paese è presente un fiorente artigianato, con la lavorazione del legno, la tessitura artistica al telaio sardo, al lavorazione del formaggio e della ricotta. Infatti, nel piccolo borgo si produce ancora il formaggio con metodi tradizionali, questo è legato alla pastorizia, importante settore dell’economia del paese. Carni ovine, caprine, dolci, pane e il rinomato torrone di mandorle sono prodotti tipici di San Basilio. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ambite della zona, non è del tutto priva di attrattive, dato che la bella posizione verso la piana della Trexenta, circondata dai rilievi montuosi, esercita un forte richiamo soprattutto sugli amanti dell’ambiente naturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciSan Basilio è stato un centro importante anche nel periodo nuragico, vi sono, nel territorio circostante il paese, numerosi pozzi sacri, nei quali è presente anche dell’acqua. Il Nuraghe più importante è Sa Domu ’e S’Orcu, chiamato così, probabilmente, per la sua maestosità. Nelle campagne che circondano il paese vi sono resti di antiche città, come i resti di un abitato romano in località Pranu Gennas. La leggenda vuole che debba il nome al Santo Vescovo di Cesarea in Cappadocia, a cui una comunità di monaci greco bizantini, i Basiliani appunto, intitolano intorno al nono o decimo secolo un sontuoso monastero, realizzato riutilizzando le terme romane. Attorno ad esso si aggrega il primo centro abitato. Nel medioevo viene conosciuto come Sanctu Basili de Montis, denominazione che, in lingua sarda è rimasta pressoché invariata, ed appartiene alla curatoria della Trexenta, nel Giudicato di Càralis. Nel 1119 il giudice Torgotorio di Cagliari fa dono dell’Incontrada di Trecenta al figlio Salusio di Laconi, e il villaggio di San Basilio è menzionato nell’atto di donazione dove compaiono i dati sull’abitato che era composto da 525 case disposte in maniera irregolare, strade irregolari e fangose nei periodi piovosi. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, il territorio passa per breve tempo al Giudicato di Arborea, finché nel 1295 il giudice Mariano II lascia in eredità i territori dell’ex Giudicato di Càralis alla repubblica di Pisa, feudo dei Visconti. Nel 1324 il paese passa agli Aragonesi. Nel 1497 il paese è unito alla conte di Villasor, feudo di Giacomo de Alagón, conte che nel 1594 è trasformata in Marchesato, ed il paese entra a far parte di quest'ultimo, feudo degli stessi Alagon. alla fine del sedicesimo secolo inizia la costruzione della parrocchia di San Pietro Apostolo che termina all’inizio del diciottesimo secolo. Nel 1703 il feudo viene donato da Artale de Alagón alla figlia Isabella, sposata con Giuseppe da Silva. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, il paese venne riscattato all’ultimo feudatario, Francesco Da Silva y Alagon marchese della Santa Croce, per divenire un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Nel maggio 1928 al comune di San Basilio viene accorpato il comune di Goni, per essere poi ricostituito come comune indipendente nel 1945. resta nella Provincia di Cagliari fino alla riforma del 2016, quando il paese viene aggregato alla nuova Provincia del Sud Sardegna. Le principali feste e sagre che si svolgono a San BasilioA San Basilio è attiva l’Associazione Culturale Gruppo Folk di San Basilio che si esibisce a riChiesta in occasione di feste e manifestazioni, e nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale del paese. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a San Basilio vanno citate, tra il 17 ed il 20 gennaio la Festa di Sant’Antonio Abate e di San Sebastiano, con l’accensione del falò, chiamato localmente Su Foghidoni; ai primi di febbraio, solitamente la prima settimana, si realizza Sa Cursa de Sa Pudda, ossia la corsa della gallina; il 20 maggio, la Festa di Santa Greca e Sant’Isidoro, con processioni in onore dei Santi che vengono accompagnati per le vie del paese con carri a buoi e cavalli bardati di fiori guidati da cavalieri in costume tradizionale, e per le quali alle celebrazioni religiose si accompagnano balli in piazza; il 12 e 13 giugno, la Festa di Santa Barbara, nella piccola chiesa dedicata alla Santa; il 14 giugno, la Festa di San Basilio, nella chiesa a lui dedicata; il 29 giugno, si celebra la Festa patronale di San Pietro Apostolo; l’ultima domenica di agosto, la Festa di San Giovanni Battista protettore dei pastori, con la Sagra della pecora, con degustazione di prodotti della pastorizia e vini locali nella piazza principale, processione, intrattenimenti musicali, e con falò nelle strade; l’ultima domenica di settembre, la Festa di Sant’Ignazio da Laconi, con degustazione di formaggi, dolci e vini locali offerti da tutte le persone di nome Ignazio, ed anch’essa con falò nelle strade. Sa Cursa de Sa PuddaOgni anno a San Basilio, ai primi di febbraio, solitamente la prima settimana, si realizza Sa Cursa de Sa Pudda, ossia la corsa della gallina, una sorta di competizione tra cavalieri, molto simile alla Sartiglia di Oristano solo, che al posto di acchiappare la stella, si acchiappa una gallina in legno. Visita del centro di San BasilioL’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località collinari. Lo sviluppo dell’impianto urbano segue l’andamento delle curve di livello, con raccordi trasversali che determinano un tessuto vario, a maglie irregolari. Le strade del paese appaiono delimitate dalle alte cortine murarie di recinzione degli edifici delle abitazioni, presentando poche aperture, limitate in qualche caso al solo portale di accesso. Entrata all’interno dell’abitatoArriviamo a San Basilio da ovest con la SP23 che, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, assume il nome di via Umberto I. Percorsa appena un’ottantina di metri lungo la via Umberto I, parte a destra la via Dante Alighieri, e, ad angolo tra le due strade,su una piazzola alla destra della via Umberto I, si vede la Statua del redentore che è rivolta verso l’abitato. Proseguiamo verso il centro del paese e, dopo duecentocinquanta metri, parte a sinistra la via Eleonora d’Arborea, che si sviluppa in salita. Ad angolo tra le due strade, alla sinistra della via Eleonora d’Arborea, si vede l’antica a fontana chiamata Funtan ’e idda restaurata. La chiesa bizantina di San Basilio Magno ed il monasteroDopo aver incontrato la via Eleonora d’Arborea, percorsa un’altra cinquantina di metri lungo la via Umberto I, si vede, alla destra della strada, una scalinata in discesa, che porta sulla sottostante via San Basilio. Presa la via San Basilio verso destra, si vede alla destra della strada, in un antico cortile, la piccola ChiesA bizantina di San Basilio Magno. Questa chiesa è stata edificata dai Monaci Basiliani nel dodicesimo secolo, ma ha la facciata anteriore che risale. al sedicesimo secolo. In passato ha anche svolto il ruolo di parrocchia del paese, e di Cimitero. È recentemente iniziato il suo restauro. alla metà del mese di giugno, presso questa chiesa si tiene la Festa di San Basilio Magno, con un calendario ricco di cerimonie religiose e manifestazioni civili. Si tratta di una delle sagre più suggestive della zona, che richiama numerosi fedeli provenienti oltre che dalla Trexenta anche dal Gerrei e dal Campidano. San Basilio figlio di un ricco retore e avvocato, nasce a Cesarea, di Cappadocia, nel 329 in una famiglia cristiana, e suo nonno muore Martire nella persecuzione di Diocleziano. Sua nonna Macrina, la madre Emmelia, i fratelli Gregorio Vescovo di Nissa, e Pietro Vescovo di Sebaste, e la sorella primogenita, Macrina, sono pure venerati dalla chiesa cattolica come Santi. Basilio studia la Teologia con numerosi studiosi del suo tempo, e per questo Viaggia moltissimo, facendo visita a molti anacoreti dell’Egitto, della Siria, della Palestina e della Mesopotamia per comprendere meglio il loro stile di vita. Discepolo di Gregorio Taumaturgo del Ponto, diviene molto amico di Gregorio Nazianzeno, venerato come Santo e commemorato nello stesso giorno, il 2 gennaio. porta anche i titoli di Confessore e Dottore della chiesa. muore nella sua città natale l’1 gennaio del 378. San Basilio è il primo Santo che dedica una preghiera agli animali, composta nel 370, nella quale si evidenziano tutte le tematiche relative ai diritti degli animali. Il maggior contributo San Basilio lo ha dato con due sue opere, ossia con La Grande regola e La Piccola regola, due trattati per l’orientamento della vita dei Monaci, che ancora oggi ispira la vita dei Monaci Basiliani. È, inoltre, autore di molte opere di carattere dogmatico, ascetico, discorsi ed omelie, scrive un trattato per i giovani sull’uso e il comportamento da tenersi nello studio dei classici pagani, e moltissime lettere sui più svariati argomenti. |
Sotto la chiesa dedicata a San Basilio, si trovano i resti del monastero greco bizantino realizzato dai Monaci Basiliani sui ruderi di terme di epoca romana, sotto il quale si trova una parte degli antichi edifici termali. I resti delle Terme romaneI resti delle Terme romane sono state trovati per caso circa dodici anni fa, quando si sono effettuati i primi scavi. Risalente al II secolo d.C. il complesso termale di San Basilio in origine comprendeva il Frigidarium, il Tiepidarium, il Calidarium e il Laconicum. Si tratta di strutture che normalmente costituiscono quello che era l’impianto termale di epoca romana, ma che testimoniano anche, seppur in piccolo, come questo centro della Sardegna fosse assai importante in epoca imperiale. Quello che rimane del complesso è formato da una camera centrale absidata, lunga otto metri e larga tre, con ingresso volto a sud, suddivisa a sua volta in tre vani. Il secondo ambiente è simile ad una casetta rettangolare con due ingressi, uno a sud e l’altro ad ovest, con gran parte del tetto crollato, nel quale si può ancora notare un piccolo affresco raffigurante un cielo stellato. Il terzo ambiente, invece, conserva ancora il tetto, l’ingresso è volto verso ovest. Queste Terme sono state, in seguito, utilizzate dai monaci bizantini come basi per edificare il loro monastero, del quale si scorgono i ruderi tutto intorno e vicino alla piccola chiesa bizantina di San Basilio. Sono in fase di svolgimento alcuni interventi per rendere fruibile il sito. La chiesa parrocchiale di San Pietro ApostoloPassata la scalinata che porta sulla sottostante via San Basilio, proseguiamo per altri duecento metri verso est con la via Umberto I, e raggiungiamo la piazza Giovanni XXIII, alla sinistra della quale si vede la facciata della chiesa di San Pietro Apostolo che è la parrocchiale di San Basilio. La chiesa è stata costruita tra il 1593 e il 1723, ma le notizie al riguardo sono poche a causa di un incendio che ha praticamente distrutto gli archivi parrocchiali. La facciata attuale, purtroppo, non è quella originaria. L’edificio è preceduto da una scalinata e caratterizzato da una facciata che presenta un piatto terminale decorato da merlature. Queste ultime sono poste lateralmente, una per parte, rispetto al campanile a vela a due luci ad arco a sesto acuto. Centralmente si apre il portale ligneo lunettato. La parte mediana del prospetto si caratterizza per la presenza di due finestre di forma rettangolare poste ai lati di una cella centrale con la statua di San Pietro. All’interno, la chiesa ha una pianta a croce romana, e completano la struttura il transetto contenente due cappelle che costituiscono le braccia laterali e altre due cappelle ad ogni lato della navata. Il battistero, in seguito ai lavori di ricostruzione, è stato collocato a sinistra sotto il campanile, mentre originariamente era sito a destra. L’attuale abside, l’altare maggiore e Sa trona, che è il pulpito dove i sacerdoti tenevano il sermone in occasione di festività importanti, sono stati costruiti nel 1810. A San Basilio, ogni anno presso questa chiesa il 29 giugno, data della sua ricorrenza, si celebra la Festa patronale, che è la Festa di San Pietro Apostolo, con riti religiosi e manifestazioni civili, tra le quali i balli tradizionali in piazza. Il Monumento ai CadutiArrivati con la via Umberto I nella piazza Giovanni XXIII, dopo una cinquantina di metri, passata la piazza, si incontra un bivio, dove a destra si prende la via Roma, mentre a sinstra prosegue la via Umberto I. Proseguendo lungo la via Roma, dopo una settantina di metri si vede, alla destra della strada, un giardinetto nel quale si vede il Monumento ai Caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un monumento a cippo realizzato nel 1981, con la base in cemento, sulla quale sono presenti elementi in acciaio, senza alcun soggetto particolare. Nel prospetto è presente una lapide in metallo sulla quale è incisa la la dizione San Basilio ai suoi caduti per la Libertà, seguita dal nome dei caduti di San Basilio. Sa Ruxi del FerruArrivati con la via Umberto I nella piazza Giovanni XXIII, dopo una cinquantina di metri, passata la piazza, si incontra un bivio, dove a sinstra prosegue la via Umberto I, mentre a destra si prende la via Roma. Prendiamo verso destra la via Roma. Proseguendo per un centinaio di metri lungo la via Roma, arrivimo a un bivio, dove a sinistra prosegue la via Roma, mentre prendiamo verso destra la via Croce di ferro. Lungo la via Croce di ferro, dopo un’altra cinquantina di metri, raggiungiamo uno slargo con all’nterno una rotonda, al centro della quale si trova il monumento sopra il quale si trova la famosa Sa Ruxi de Ferru ossia la Croce di ferro, uno dei simboli più significativi di San Basilio. Passata la Croce di ferro raggiungiamo il Municipio di San BasilioPassata la rotonda, proseguiamo per un’altro centinaio di metri, e vediamo, alla destra della strada, al civico numero 32 della via Croce di Ferro, in un ampio giardino, l’edificio nel quale si trova il Municipio di San Basilio, che ospita la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini, ossia gli uffici dell’area Amministrativa, area Tecnica, area Economico Finanziaria, area Socio Asistenziale, Culturale, Ricreativa e Sportiva. Per quanto riguarda la Polizia Municipale, il Servizio è stato trasferito in Gestione Associata all’Unione di comuni del Gerrei. Passato il Municipio, proseguiamo verso sud con la continuazione della via Croce di ferro, che è la via Pibitziu. Seguendo questa strada, subito ai limiti meridionali dell’abitato, troviamo il Cimitero ed il Campo Sportivo comunali. Il Cimitero ComunaleDal Municipio di San Basilio, proseguiamo verso sud con la prosecuzione della via Croce di ferro, che è la via Pibitziu, che uscirà a sud dall’abitato come SP24 in direzione di Sant’Andrea Frius. Percorsi appena centosettanta metri dal Municipio, svoltiamo, a destra sulla via Circonvallazione, la quale, dopo appena un centinaio di metri, ci porta a vedere, alla sinistra della strada, un ampio spazio cintato, all’interno del quale si trova il muro di cinta con l’ingresso del Cimitero Comunale di San Basilio. Il Campo Sportivo ComunaleEvitando la deviazione sulla via Circonvallazione, comtimuiamo verso sud sulla prosecuzione della via Pibitziu, che diventa la SP24 e si muove in direzione di Sant’Andrea Frius. Percorsi altri quattrocento metri, arrivati in località Serra Mesu vediamo, alla destra della strada, il muro di cinta con i cancelli di ingresso del Campo Sportivo Comunale di San Basilio. All’interno di questi impianti sportivi, è presente un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune per 300 spettatori. È presente anche un Campo da Calcetto, ossia da Calcio a cinque, con pavimentazione in materiali cementizi o asfaltoidi, e con tribune in grado di ospitare una sessantina di spettatori. Visita dei dintorni di San BasilioVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di San Basilio, sono stati portati alla luce i resti dei pozzi sacri Bau Crabas I e Bau Crabas II; della Tomba di giganti di Minza Piseddu; dei Nuraghi complessi Bruncu Pei Cani, e Cuccuru Nuraxi Agus; dei Nuraghi semplici Bruncu Montari I, Bruncu Montari II, Bruncu Nurazzolu, Cuccuru Adulu, Genna Urra, Muri Eguas, Perda ’e lua, Perdu Molas o Sa Domu ’e S’Orcu, Pizzu Pranu, Pranu Mois, S’Umprixi, San Sebastiano, Serra ’e Mesu, Serra Nuxis. La chiesa campestre di San Sebastiano MartireDalla piazza Giovanni XXIII, prendiamo, di fronte alla chiesa parrocchaile di San Pietro Apostolo, la via Monte Granatico che, in trecentocinquanta metri, ci porta di fronte al muro di cinta dell’area nella quale si trova quello che resta oggi della chiesa campestre di San Sebastiano Martire edificata su uno sperone roccìoso nel sito in cui viene identificato, da diversi documenti d’archivio, il primo nucleo abitativo del paese, in una zona denominata Gennas. L’edificio religioso è improntato ad una estremao semplicità, con una navata unica fortemente sviluppata in lunghezza, con pareti laterali che paiono prive di aperture se non per l’ingresso pincipale e la traccia di un accesso secondario sul prospetto meridionale, e l’abside posteriore a pianta semicircolare. L’assenza di elementi architettonici formalmente connotati, rende difficile ipotizzare la datazione del primo impianto, si ritiene, comunque, che la sua tipologia a navata unica più o meno allungata e absidata, sia presente nell’isola con datazione tra il decimo e l’undicesimo secolo, e si ritiene sia stata edificata come atto votivo della popolazione in seguito ad una pestilenza. Nei secoli successivi, la chiesa viene abbandonata e di conseguenza cade in rovina fino a diventare un rudere. recentemente è iniziato il suo restauro in modo da poterla restituita al culto e al paese, che ha sempre avuto una grande affezione per la sua antica piccola chiesa. Come in gran parte della Sardegna, anche a San Basilio si svolge, un giorno tra il 17 e il 20 gennaio, la Festa di San Antonio Abate e Di San Sebastiano, per la quale nello spiazzo antistante l’antica chiesa dedicata a San Sebastiano, si dà dimostrazione diretta degli antichi saperi, con la cottura del pane tradizionale chiamato Madditzosu e Pani cun gerda, fattura del formaggio di pecora, fattura del torrone, ferratura dei cavalli, esposizione delle casse sarde e delle pietre scolpite, ed altro. La Festa inizia di buon mattino con la partenza dei carri per il taglio e la raccolta della legna, rientro in paese con sfilata e accatastamento della legna per il falò. Poi il pranzo all’aperto, al pomeriggio benedizione del fuoco e spettacolo pirotecnico, quindi rinfresco a base di dolci tipici e vino, e poi balli sardi fino a tarda notte. Segue la celebrazione messa all’aperto, la processione dei due Santi, ed il rinnovo dell’antico rito de Su Foghidoni, ossia l’accensione del falò in onore dei Santi. I resti del Nuraghe semplice Perdu Molas o Sa Domu ’e S’OrcuDal Municipio di San Basilio, proseguiamo verso sud con la prosecuzione della via Croce di Ferro, che è la via Pibitziu, e, percorsi appena centosettanta metri dal Municipio, evitiamo la deviazione sulla via Circonvallazione che porta al Cimitero. Continuiamo verso sud sulla prosecuzione della via Pibitziu, che diventa la SP24 e si muove in direzione di Sant’Andrea Frius, dopo quattrocentocinquanta metri proseguiamo dritti e, percorsi altri trecentocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, un’altura sulla quale si trovano i resti del Nuraghe semplice Perdu Molas o Sa Domu ’e S’Orcu il più significativo Nuraghe presente nel territorio di San Basilio. Edificato a 348 metri di altezza, si tratta di un Nuraghe a torre semplice con interno a tholos, costruito con conglomerati di arenaria, messi in opera dopo una lavorazione sommaria. Il Nuraghe è demolito fino alla base verso sud, ma raggiunge a nord ovest un’altezza massima di quattro metri e settanta, con undici filari residui che degradano a ovest e ad est. Il diametro della torre, a quell’ altezza, è di undici metri, e lo spessore del muro di tre metri e mezzo. L’ingresso è rivolto a sud. Nelle pareti interne della cella sono ricavati, uno a sinistra e l’altro a destra del corridoio, due nicche. Intorno al Nuraghe, gli avanzi ceramici di età nuragica sono mescolati a frammenti di embrici in terracotta e di stoviglie di argilla rossa, del periodo romano. Si trovano pure nelle vicinanze del Nuraghe tracce di fondazioni rettilinee, che si ritiene si riferiscano a rustiche abitazioni dei coloni romani. I resti dei due pozzi sacri in località Bau CrabasDal Municipio di San Basilio, proseguiamo verso sud con la prosecuzione della via Croce di ferro, che è la via Pibitziu, e, percorsi appena centosettanta metri dal Municipio, svoltiamo, a destra sulla via Circonvallazione, che seguiamo per settecentocinquanta metri, finché questa si immettesu una strada proveniente dal centro dell’abitato. La prendiamo verso sinistra in direzione sud ovest, la seguiamo per seicento metri, poi svoltiamo a sinistra in una deviazione che si dirige verso sud. Seguita per un chilometro e cento metri, raggiunta la località Bau Crabas ossia il guado delle capre, parte alla sinistra della strada un sentiero che, in un altro centinaio di metri, porta a vedere i resti del pozzo sacro Bau Crabas II un monumento apprezzabile anche per il buono stato di conservazione. Percorso, poi, un altro centinaio di metri, si vede alla sinistra della strada un cancello, passato il quale partono sue sentieri, uno verso destra e l’altro a sinistra. Preso quello a sinistra, si raggiungono, dopo una trentina di metri, i resti del pozzo sacro Bau Crabas I La cui struttura è quasi del tutto interrata, tanto che è difficile scorgerlo ed individuarlo. La presenza di due pozzi sacri tra loro vicini, cosa abbastanza rara a parte i tre pozzi sacri di Matzanni in territorio di Vallermosa, lascia supporre l’esistenza, in periodo nuragico, di un vero e proprio complesso sacrale, precipuamente dedicato al culto delle acque. I pochi resti della Tomba di giganti di Minza PisedduDove la via Umberto I sbocca sulla piazza Giovanni XXIII, prendiamo a sinistra la via Surcuri, cha passa alla sinistra della chiesa parrocchiale, la seguiamo per circa trecento metri, dopo di che la strada sbocca su una traversa. Svoltiamo a sinistra sulla via Antonio Rosas, dopo una cinquantina di metri arriviamo a un bivio dove prendiamo la deviazione a sinistra in discesa, dopo settecento metri svoltiamo a sinistra, e proseguiamo in una strada secondaria per un paio di chilometri per arrivare a dove, sulla sinistra, a più di cinquecento metri di distanza, si trovano i pochi resti della Tomba di giganti di Minza Piseddu. La tomba, che si trova tra il territorio di San Basilio e quello di Siurgus Donigala, è notevolmente sconvolta a causa di scavi abusivi, e conserva un masso che è un probabile grosso frammento della stele centrale dell’esedra, caso assai raro in quest'area. La pineta Comunale di Sa Pala o di Pitzu PranuDove la via Umberto I sbocca sulla piazza Giovanni XXIII, prendiamo a sinistra la via Surcuri, cha passa alla sinistra della chiesa parrocchiale, la seguiamo per circa trecento metri, dopo di che la strada sbocca su una traversa. Svoltiamo a sinistra sulla via Antonio Rosas, dopo una cinquantina di metri arriviamo a un bivio dove proseguiamo dritti lungo la strada in salita verso destra, che ci porta all’interno di un vastissimo Parco pineta che si sviluppa sulla collina chiamata Sa Pala considerato oggi uno dei polmoni verdi più vasti della zona, che si sviluppa per una superficie complessiva di circa quarantacinque ettari. All’interno del parco pineta si trovano spazi per pic-nic e percorsi natura per chi ama praticare jogging. In giornate particolarmente limpide, è possibile scorgere il mare del Golfo degli Angeli di Cagliari. Sull’altopiano, la cui cima più alta viene chiamata Pitzu Pranu si trova anche il Centro Polifunzionale di Pitzu Pranu un complesso turistico comprensivo di sala convegni, ristorante, pizzeria, bar, discoteca, maneggi, campi da Tennis e polivalente per raggiungere il quale si procede dal bivio sulla via Antonio Rosas per un chilometro e duecento metri, in salita all’interno del parco, fino a trovare alla sinistra della strada la deviazione che, in altri trecento metri, ci porta la Centro. Sull’altopiano si trovano, anche, i pochissimi resti del Nuraghe di Pitzu Pranu un Nuraghe semplce monotorre edificato a 556 metri di altezza, che sono presenti all’interno della pineta, un poco più a nord rispetto ai campi da Tennis del Centro Polifunzionale La chiesa campestre di Santa BarbaraPassata la deviazione che ha portato al Centro Polizunzionale, proseguendo per un’ottantina di metri lungo la strada che ha attraversato tutta la pineta, si vede, alla sinistra della strada, la facciata della piccola chiesa campestre di Santa Barbara costruita nel 1973 nel parco pineta grazie all’interessamento dei minatori di San Basilio che lavoravano nelle miniere di fluorite, barite e galena di Silius. All’interno questa piccola chiesa dispone di un’unica navata. Ogni anno, il 12 e 13 giugno si svolge la Festa di Santa Barbara, che è la Festa dei minatori, con una processione solenne lungo i sentieri del parco pineta all’interno del quale si trova la piccola chiesa dedicata alla Santa, nella quale si celebra la Santa messa. L’area di San Basilio dove è installato il Radiotelescopio SRTNell’estremo sud ovest dell’area Comunale di San Basilio, vicino al confine con l’area Comunale di San Nicolò Gerrei, è stato realizzato il più grande Radiotelescopio d’Europa chiamato SRT, ossia Sardinia Radio Telescope. Per raggiungerlo, usciamo a sud da San Basilio con la SP24, che, dopo circa sette chilometri, entrata nell’area Comunale di Sant’Andrea Frius, sbocca sulla SS387 del Gerrei, la prendiamo verso sinitra e la seguiamo in direzione est per sette chilometri, poi, entati nell’area Comunale di San Nicolò Gerrei, svoltiamo a sinistra sulla SP25 che, dopo un altro chilometro percorso verso nord, ritornati nell’area Comunale di San Basilio, ci porta a vedere, alla sinistra della strada, il Radiotelescopio SRT. Ideato per applicazioni di radio astronomia, geodinamica e scienze spaziali, vanta numeri da record in quanto dotato di uno specchio con superficie attiva del diametro di sessantaquattro metri. La sua antenna parabolica orientabile è la più grande delle antenne italiane e vicina ai vertici mondiali. Ciò che la rende realmente eccezionale sono le tecnologie all’avanguardia che garantiscono un’elevata efficienza nelle osservazioni ad altissima frequenza. Grazie a un complesso sistema di attuatori ad alta precisione che controllano i mille pannelli che formano la parabola, il Sardinia Radio Telescope è infatti in grado di modificare la forma della sua superficie per compensare variazioni termiche, gravitazionali ed eoliche, riuscendo così a raggiungere livelli di precisione molto superiori rispetto alle infrastrutture di vecchia concezione. Inoltre, è in grado di cambiare velocemente i ricevitori e dunque può passare in pochi minuti ad osservazioni di frequenze molto diverse. Inoltre, grazie al nuovo collegamento in fibra ottica di 107 chilometri, i dati della più moderna e tecnologica antenna parabolica d’Europa, potrann o essere a disposizione in tempo reale per la comunità mondiale dell’astrofisica. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Senorbì ci recheremo a visitare Ortacesus paese noto per la Festa del grano, che visiteremo con il suo centro ed i suoi dintorni dove si trovano il Nuraghe Sioccu chiamato anche S’Omu de S’Orcu, la fontana bizantina di Sa Mitza de Orrù e la necropoli punica e romana di Sa Mitza de Siddi. |