La tradizione enologica della Sardegna e le Cantine con tutti i migliori vini sardi
In questa pagina descriveremo la Tradizione enologica della Sardegna, descriveremo i principali vini e liquori sardi, ed alla fine illustreremo le migliori cantine ed i migliori vini sardi. I principali vini sardiLa vite, in Sardegna, sembra aver avuto una diffusione contemporanea a quella dell’uomo stesso. Sono numerosi i vini sardi, prodotti da vitigni autoctoni, o da vitigni importati che comunque si differenziano rispetto a quelli originari. Nel periodo medioevale vi è stato un periodo di decadenza nella produzione, che è ripresa già dal cinquecento, tanto che Giovanni Francesco Fara, storico sardo cinquecentesco, la ha confermata con la frase Sardinia insulla vini. Qui viene pubblicato il testo integrale del volume Vini di Sardegna: l’agroalimentare a marchio di qualità, nel quale sono descritte le principali caratteristiche dei diversi vini sardi. Il Cannonau di SardegnaIl Cannonau è il vitigno rosso più diffuso in Sardegna, dove nel complesso gli ettari coltivati a Cannonau sono circa 8.000. Tale vitigno rappresenta oltre il 28% della produzione viticola dell’Isola. È opinione comune che il vitigno sia stato importato dalla penisola iberica, date le sue forti analogie con lo spagnolo Alicante. Noi non ne siamo mai stati convinti, avendolo sempre ritenuto autoctono e rammentando come la zona di Dorgali, una tra le più note per la coltivazione di uve Cannonau, già al tempo degli antichi Romani venisse chiamata Viniola. La nostra ipotesi sembra confermata dagli studi in corso su semi di vite del 1200 avanti Cristo trovati da archeologi olandesi e italiani nell’agosto 2004 nei dintorni di Sardara. Studi che potrebbero cambiare le conoscenze sulle origini della vite, non solo in Italia ma addirittura nel mondo. Si riteneva, finora, che la vite provenisse dalla Mesopotamia; le recenti scoperte sembrano invece provare che la Sardegna sarebbe alle origini della produzione vinicola nel Mediterraneo. Le analisi di laboratorio hanno dimostrato che, con ogni probabilità, il Cannonau è il vitigno più antico del bacino mediterraneo ha dichiarato Fabrizio Grassi, dell’università di Stato di Milano. L’ipotesi che stiamo cercando di documentare proverebbe che questo avveniva in un periodo storico durante il quale la civiltà mesopotamica era ai suoi albori e quella egizia non era ancora iniziata. Si tratta di un vitigno di media vigoria che necessita di sistemi d’allevamento a media espansione e potatura corta. La produzione di uva che ne deriva è abbondante e abbastanza costante negli anni grazie alla spiccata resistenza alle insidie meteoriche e parassitarie. Il germogliamento inizia in epoca tardiva e la fioritura si evidenzia in epoca media, mentre l’uva matura a cavallo del terzo e del quarto periodo. Il vitigno Cannonau viene utilizzato per produrre, prevalentemente, il vino Cannonau di Sardegna che ha ottenuto il riconoscimento Doc nel 1972. È un vino dal colore rosso rubino più o meno intenso, tendente all’arancione con l’invecchiamento; con un odore gradevole, caratteristico; un sapore secco, sapido; una gradazione minima di 12,5 gradi l’invecchiamento minimo obbligatorio è di sette mesi in botti di rovere o di castagno; ha un uso da pasto. Si qualifica Superiore se ha un invecchiamento minimo di due anni e una gradazione alcolica minima del 13%; con un invecchiamento minimo di tre anni può portare la qualifica di Riserva. Tramite vinificazione in bianco si produce il tipo rosato, dal colore rosa brillante; mentre da uve passite, con l’eventuale aggiunta di alcool di origine viticola, si ottiene il tipo liquoroso dolce naturale, con una gradazione minima di 16 gradi ed il tipo liquoroso secco con una gradazione minima di 18 gradi. La sottodenominazione geografica Nepente di Oliena si ottiene quando le uve provengono dai vigneti ubicati nell’intero territorio Comunale di Oliena e in parte in quello di Orgosolo in Provincia di Nuoro. La sottodenominazione Capo Ferrato è riservata al vino proveniente dai vigneti situati nei comuni di Castiadas, Muravera, San Vito, Villaputzu e Villasimius in Provincia di Cagliari. La sottodenominazione Cannonau di Jerzu è, invece, riservata al Cannonau prodotto nei comuni di Jerzu e Cardedu nella Provincia dell’Ogliastra. Il Monica di Sardegna ed il Monica di CagliariIl Monica con il Cannonau, è il vitigno rosso più diffuso in Sardegna, caratteristico del Campidano di Cagliari e di quello di Oristano ma diffuso in tutta l’isola. Il suo nome deriva probabilmente dai monaci camaldolesi, che iniziarono a coltivarlo nei vigneti vicini ai conventi intorno all’undicesimo secolo; si può altrimenti ritenere che il vitigno Monica sia stato introdotto in Sardegna dagli Spagnoli con la denominazione Morillo, che significava Moro, da cui sarebbe poi derivato l’attuale nome di Monica. Si tratta di un vitigno di media vigoria che predilige la potatura corta, tanto che viene spesso allevato basso ad alberello con speroni di una o due gemme. Questo sistema porta comunque a ottenere produzioni abbondanti e costanti se abbinato a terreni profondi calcareo-argillosi in località calde. La ripresa vegetativa avviene in epoca media, cosìcome la fioritura; la maturazione dell’uva prosegue fino alla terza epoca. Con le uve del vitigno Monica si preparano diversi tipi di vino che si qualificano, prevalentemente, per la morbidezza e delicatezza nel gusto e per una equilibrata gradazione alcolica. Il vino Monica di Sardegna che ha ottenuto la denominazione Doc nel 1972. È caratterizzato da un colore rosso rubino chiaro, brillante, tendente all’amaranto con l’invecchiamento; un odore e profumo intenso, etereo, gradevole; un sapore asciutto nella versione secco oppure dry, oppure nella versione amabile è sapido con caratteristico retrogusto; una gradazione minima di 11 gradi l’invecchiamento minimo obbligatorio è di sei mesi ha un uso da pasto se secco, da fine pasto se amabile. Con un anno di invecchiamento ed una gradazione di 12,5 gradi, il tipo secco, può portare la qualificazione Superiore; con un invecchiamento di almeno due anni, di cui uno in botti di rovere o di castagno, può portare la qualifica Riserva. Viene prodotto anche nel tipo frizzante naturale. Il vino prodotto nelle province di Cagliari e di Oristano, più ricco di corpo e di alcool grazie all’appassimento delle uve sulla pianta, viene denominato Monica di Cagliari ed ha ottenuto un riconoscimento con Decreto del Presidente della repubblica nel 1979. Il Monica di Cagliari ha colore rosso rubino tenue, tendente all’arancione con l’invecchiamento; odore etereo, intenso, ma delicato; sapore gradevole, morbido e vellutato; una gradazione minima di 14 gradi per il tipo secco o dry, invece di 14,5 gradi per il tipo dolce; ha un uso da fine pasto. Il Monica di Cagliari liquoroso ha un sapore gradevole, morbido e vellutato, ma con maggiore finezza nell’odore e nel sapore ed un più spiccato aroma; una gradazione minima di 17,5 gradi un uso da dessert. L’affinamento obbligatorio è di nove mesi, e con un invecchiamento di almeno due anni, questi vini possono essere qualificati Riserva. La produzione del Monica di Cagliari è estremamente limitata. Il Carignano del SulcisIl vitigno Carignano Si classifica al terzo posto per importanza di produzione, tra le uve rosse coltivate in Sardegna, e viene spesso utilizzato per integrare altre coltivazioni di uve rosse. Non esistono certezze circa la provenienza, ma i più concordano nel ritenerlo di origine aragonese, in seguito esportato nelle province marittime della Francia meridionale, in Algeria, in Tunisia e quindi in Sardegna. Si tratta di un vitigno di buona vigoria che produce abbondantemente e costantemente, pur risentendo degli attacchi portati da peronospora e oidio. La ripresa vegetativa ha inizio verso l’ultima decade di aprile e dopo due mesi circa compaiono i primi fiori. Per la maturazione dell’uva bisogna attendere la fine di settembre. Con le uve del vitigno Carignano, minimo 85%, ed eventualmente con quelle di altri vitigni a bacca rossa della zona, soprattutto nella Provincia del Sud Sardegna viene prodotto il vino Carignano del Sulcis che ha ottenuto il riconoscimento Doc nel 1977. Viene prodotto nelle versioni rosso e rosato. Nella versione rossa ha un colore rosso rubino più o meno intenso; un odore vinoso gradevolmente intenso; un sapore asciutto, sapido, armonico; una gradazione minima di 12 gradi. Nella versione rosata ha un colore rosato più o meno carico; un odore gradevolmente vinoso; un sapore asciutto, armonico, caratteristico; una gradazione minima di 11,5 gradi. Esiste anche una versione di vino rosso novello, con una gradazione minima di 11,5 gradi. L’affinamento obbligatorio è di tre mesi e l’uso da pasto. Con una gradazione minima di 12,5 gradi ed un invecchiamento obbligatorio di due anni, di cui almeno sei mesi di affinamento in bottiglia, assume la qualifica di Riserva. Con una gradazione minima di 13 gradi ed un invecchiamento obbligatorio di due anni, di cui almeno sei mesi di affinamento in bottiglia, assume la qualifica di Superiore. Il Carignano del Sulcis Passito viene prodotto con uve scelte, sottoposte, sulla pianta e in locali idonei, a conveniente appassimento e ammostate tra il 10 di ottobre dell’anno di raccolta e il 31 marzo dell’anno successivo; ha un colore che varia dal rosso all’ambrato; odore intenso, caratteristico; sapore dolce, morbido, vellutato; una gradazione minima di 16 gradi un invecchiamento obbligatorio di sei mesi, di cui almeno tre di affinamento in bottiglia; un uso da dessert o da meditazione. Il vitigno Muristellu per la produzione e i vini Arborea e Campidano TerralbaIl Muristellu è un vitigno autoctono logudorese antico, che produce un’uva nera da vino, coltivato in molte regioni della Sardegna e chiamato anche Bovaleddu o Bovali Piticcu. Viene chiamato anche Vitis Affinis, avendogli trovato una certa somiglianza con il Monica. Viene comunque, più spesso, indicato come Bovale sardo, data l’analogia con il Bovale di Spagna, in catalano Monestrell ed in spagnolo Monestell, analogia che ha portato alcuni a ritenere che sia giunto in Sardegna dalla penisola iberica in periodo aragonese. Il Muristellu viene vinificato insieme ad altre varietà nere, per ottenere pregiati vini da carne. Insieme al Cannonau ed a volte al Monica viene utilizzato per produrre il vino Doc Mandrolisai. Insieme al Bovale di Spagna viene utilizzato per produrre il vino Doc Campidano di Torralba o il Torralba. In alcuni comuni della Provincia di Nuoro e nel comune di Samugheo in Provincia di Oristano, dalle uve di Bovale sardo, Cannonau e Monica, con l’eventuale aggiunta di altre uve della zona, si ottengono questi due tipi di vino Mandrolisai. Il Mandrolisai ha ottenuto la certificazione Doc nel 1982. É un vino con colore rosato tendente al cerasuolo; odore vinoso con profumo caratteristico e gradevole; sapore asciutto, sapido, con retrogusto gradevolmente amarognolo armonico, vellutato, caratteristico; una gradazione minima di 12,5 gradi. Viene prodotto anche nella variante rosato. In vari comuni della Provincia di Cagliari e in altri della Provincia di Oristano, con le uve di Bovale sardo e Bovale di Spagna e con l’eventuale aggiunta di quelle di Pascale di Cagliari, Greco nero e Monica, si ottiene il vino Arborea che ha ottenuto la certificazione Doc nel 1987. È un vino dal colore rosso rubino più o meno chiaro; odore vinoso, intenso; sapore asciutto, sapido, pieno, caratteristico. Gradazione minima 11,5 gradi. Soggetto a un affinamento obbligatoriodi cinque mesi, ha un uso da pasto. Prodotto in vari comuni della Provincia di Cagliari e in altri della Provincia di Oristano, con le uve di Bovale sardo e Bovale di Spagna e con l’eventuale aggiunta di quelle di Pascale di Cagliari, Greco nero e Monica, si ottiene il vino Campidano di Terralba che ha ottenuto la certificazione Doc nel 1975. Si tratta di un vino dal colore rosso rubino più o meno chiaro; odore vinoso, intenso; sapore asciutto, sapido, pieno, caratteristico; con una gradazione minima di 11,5 gradi. Soggetto a un affinamento obbligatorio cinque mesi, ha un uso da pasto. Girò di CagliariIl vitigno Girò è stato importato dagli Spagnoli nel periodo della loro dominazione e si era andato diffondendo in diverse zone, ma in seguito alla comparsa della fillossera la sua diffusione si è andata restringendo tanto da scomparire da alcune zone. È un vitigno dotato di media vigoria che preferisce sistemi d’allevamento a media espansione e potatura corta o media. Preferisce il clima caldo e asciutto, terreni calcareo argillosi, profondi, freschi, ma non umidi, ed esposizione a mezzogiorno in quelli a giacitura più elevata. L’inizio del germogliamento avviene in epoca tardiva, mentre la fioritura appare in epoca media. La maturazione dell’uva si ottiene verso il III periodo. Con le uve del vitigno Girò, prodotte nel territorio della Provincia di Cagliari e in parte di quello della Provincia di Oristano, viene preparato il vino Girò di Cagliari che ha ottenuto il riconoscimento Doc nel 1979. Viene prodotto nel tipo dolce naturale, dal colore rosso rubino, più o meno intenso, tenue; odore delicato con leggero aroma di uva; sapore gradevole, caldo e vellutato; con una gradazione minima 14,5 grad ed uso da fine pasto. Viene prodotto anche nel tipo secco o dry, con gradazione minima di 14 gradi ed uso da pasto. Nel tipo liquoroso dolce naturale e liquoroso secco o dry ha un colore rosso rubino tenue, brillante con una maggiore finezza nell’odore e nel sapore ed un più spiccato aroma; con una gradazione minima 17,5 gradi ed uso da dessert. Con un invecchiamento di due anni, di cui uno in legno, questi vini possono essere qualificati Riserva. Il Nuragus di CagliariIl vitigno Nuragus è sicuramente quello prodotto in maggiore quantità, tra i vini bianchi della Sardegna. Sono sconosciute le origini di questo vitigno, tanto da far ritenere che si tratti di un vitigno autoctono, portato dagli antichi navigatori Fenici e utilizzato per ornare i Nuraghi. In molte località dell’isola quest’uva viene ancora chiamata Burda, ossia selvatica. Nelle diverse zone dell’Isola, spesso frammiste con altre viti, si possono riscontrare due cloni di questo vitigno, che differiscono solo per il vigore e per la produttività. É un vitigno di media vigoria che sembra preferire sistemi d’allevamento a media espansione; il sistema d’allevamento più diffuso è quello alla latina, con speroni di media lunghezza e spesso con uno o due tralci lunghi piegati ad arco. La produzione che si ricava risulta abbondante e costante, ostacolata da una certa sensibilità agli attacchi dell’oidio. Sia l’inizio del germogliamento che della fioritura avvengono in epoca tardiva, la maturazione dell’uva si ottiene tra la terza e la quarta epoca. È l’uva che, in Sardegna, chiude la vendemmia, maturando dopo tutte le altre. Con le uve di Nuragus e con l’eventuale aggiunta di altri vitigni a bacca bianca, in tutta la Provincia di Cagliari, in quella di Oristano e in alcuni comuni della Provincia di Nuoro si produce il vino Nuragus di Cagliari che ha ottenuto il riconoscimento Doc nel 1975. Ha un colore paglierino tenue, talvolta con leggeri riflessi verdolini un odore vinoso, gradevole; un sapore secco oppure amabile, sapido, armonico leggermente acidulo, gradevole di buona beva; una gradazione minima è di 10,5 gradi. Il vino Nuragus viene apprezzato come aperitivo e come vino da pesce, da fine pasto se amabile. In questi ultimi anni, raccogliendo le uve con anticipo di maturazione, ha trovato utilizzo anche per la preparazione di vini spumante in versione brut e demi sec. Il Vermentino di Sardegna ed il Vermentino di GalluraOltre il 40% della produzione di vini Doc sardi è costituito da vini prodotti dal vitigno Vermentino che costituisce la seconda uva bianca della Sardegna, e viene esportato in tutta Europa e negli Stati Uniti. Durante la dominazione spagnola si è diffuso in Sardegna il Listan d’Andalusia, che predilige i terreni sabbiosi e rocciosi tipici del disfacimento granitico, e che in Corsica ed in Sardegna ha preso il nome di Vermentino. Si tratta di un vitigno di buona vigoria con germogliamento precoce, tralciò lungo, di discreta robustezza. Esige per la coltivazione località di collina arieggiate e terreni bene esposti, non fertili ed umidi. Si adatta a varie forme di allevamento, relativamente espanse ed a potature diverse, anche corte. É sensibile alle gelate e brinate tardive, teme l’oidio ed anche la peronospora al grappolo in annate particolarmente umide. Prevalentemente con le uve del vitigno Vermentino e con l’eventuale aggiunta di un massimo 15% di quelle provenienti da altri vitigni a bacca bianca, in tutta la Sardegna si produce il Vermentino di Sardegna che ha ottenuto il riconoscimento Doc nel 1975. É un vino dal colore che va dal bianco carta al giallo paglierino tenue, con leggeri riflessi verdolini, brillante; dal profumo caratteristico, delicato e gradevole; dal sapore secco o amabile, sapido, fresco, acidulo, con leggero retrogusto amarognolo; con una gradazione minima di 10,5 gradi ed un uso da aperitivo o da pesce. Si produce anche nel tipo spumante, con un colore e profumo uguale al tipo tranquillo; sapore secco o amabile, sapido, fresco, con retrogusto amarognolo, ed una gradazione minima di 11 gradi. Nell’estremo nord-orientale della Sardegna, nella Provincia di Sassari, e in particolare nell’intero territorio di ventuno comuni della provincia, con il 95-100% di le uve di Vermentino, a cui possono essere aggiunte minime quantità di uve di altri vitigni locali a bacca bianca, non aromatici, si produce in Vermentino di Gallura che ha ottenuto il riconoscimento Docg nel 1996. Si tratta di un vino dal colore giallo paglierino con leggeri riflessi verdognoli profumo sottile, intenso, delicato; sapore alcolico, morbido, con retrogusto leggermente amarognolo; una gradazione minima di 12 gradi ed un uso da pesce. Si qualifica Superiore il Vermentino Docg con una gradazione di almeno 13 gradi. Il Nasco di CagliariIl vitigno bianco Nasco anticamente chiamato Nascu, che deriverebbe dal latino Muscus, ossia muschio, a sottolineare il suo inconfondibile profumo di sottobosco, è un vitigno autoctono. La sua produzione è limitata, concentrata prevalentemente nei terreni calcarei situati nell’ambito della Provincia di Cagliari ed in alcuni territori in Provincia di Oristano. Il vino prodotto dal vitigno Nasco nelle province di Cagliari e di Oristano, il Nasco di Cagliari è tutelato dal riconoscimento Doc del 1972. Viene prodotto nei tipi dolce naturale e secco o dry, con un colore dal giallo paglierino al giallo dorato; un odore delicato con leggero aroma di uva; un sapore gradevole, con punta lievemente amarognola; una gradazione minima di 14,5 gradi un uso da aperitivo se secco, da fine pasto se dolce. Si produce anche il tipo liquoroso dolce naturale e liquoroso secco o dry, previa alcolizzazione del vino base o del mosto; con un colore dal giallo paglierino al giallo dorato brillante; con una maggiore finezza nell’odore e nel sapore ed un più spiccato aroma rispetto al vino precedente; una gradazione minima di 17,5; un uso da dessert. L’affinamento obbligatorio è di nove mes; con due anni di invecchiamento è prevista la qualificazione riserva. Il Nasco è stato presentato all’esposizione Universale di Vienna del 1873 a rappresentare i vini tipici sardi. Il Semidano di Sardegna ed il Semidano di MogoroIl vitigno bianco Semidano è uno dei tanti vitigni presenti in Sardegna e di cui non si conosce l’origine. Sarà arrivato negli approdi Karalis e Nora, e per tale ragione si è diffuso nel Campidano di Cagliari, come il Nuragus a cui generalmente si accompagnava nei vigneti. Diffuso nel Campidano prima dell’avvento della fillossera, il Semidano, è un vitigno che da sempre è stato vinificato insieme al Nuragus per la produzione di un vino bianco da pasto. In tutte le province della Sardegna, con le uve del vitigno Semidano, minimo 85%, a cui possono essere aggiunte quelle di altre varietà a bacca bianca della zona, non aromatiche, viene prodotto il vino Semidano di Sardegna tutelato dal riconoscimento Doc del 1995. É un vino bianco dal colore giallo paglierino con riflessi tendenti al dorato; con profumo delicato di fruttato; sapore morbido, sapido, fresco; una gradazione minima di 11 gradi un uso da pesce. Con una gradazione minima di 13 gradi assume la qualifica di superiore. Viene prodotto anche nel tipo spumante, di un colore giallo paglierino con riflessi tendenti al verdognolo; con un odore caratteristico, delicato; un sapore sapido, fresco, secco o amabile o dolce, leggermente aromatico; una gradazione minima di 11,5 gradi un uso da aperitivo se secco, da fine pasto se amabile o dolce.Con le uve sottoposte ad appassimento naturale su pianta o su graticci, si ottiene il tipo passito dal colore giallo oro; con un odore intenso, etereo, di frutta matura; un sapore dolce, pieno, mielato; una gradazione minima di 15 gradi un uso da fine pasto. Il vino bianco tranquillo con una gradazione minima di 11,5 gradi ottenuto da uve provenienti dai vigneti situati nel comune di Mogoro e nell’intero territorio dei comuni di Baressa, Gonnoscodina, Gonnostramatza, Masullas, Pompu, Simala, Siris e Uras, in Provincia di Oristano, e Collinas, Sardara e Villanovaforru, nella Provincia del Nuovo Campidano, si fregiano, nell’etichetta, dell’indicazione caratteristica di Semidano di Mogoro. Si tratta di un vino dal colore giallo paglierino carico, caratterizzato da un aroma intenso e delicatamente fruttato e da un gusto gradevolmente secco, morbido e fresco. La Vernaccia di OristanoIl vitigno Vernaccia di Oristano a origini molto antiche, tanto da ipotizzare la spontaneità della Vitis Vinifera. Il suo nome deriva dal latino Vernacula, vino del luogo, e il primo cenno storico scritto risale al 1327. Nel periodo giudicale, grazie al volere di Eleonora d’Arborea, si impose con la Carta de logu l’impianto di vitigni nei terreni incolti, con severe leggi per la loro salvaguardia. É un vitigno che risulta mediamente vigoroso, preferisce sistemi d’allevamento a media espansione e potatura media o corta, che permettono di ottenere produzioni abbondanti e costanti, nonostante una certa sensibilità agli attacchi della peronospora e dell’oidio. La ripresa vegetativa inizia precocemente; la fioritura appare nel periodo medio, la maturazione cade a cavallo della III e IV epoca. La coltivazione di questo pregiato vitigno è concentrata quasi esclusivamente nella Provincia di Oristano, dove sembra prediligere le terre basse derivate dalle alluvioni del Tirso e del rio Mannu. La Vernaccia di Oristano è un vino che non presenta alcuna somiglianza e nessun legame, se non nel nome, con le altre vernacce diffuse in diverse zone d’Italia, ed è tutelata dal riconoscimento Doc del 1971. È un vino generoso e squisito dal colore giallo dorato ambrato; profumo delicato, alcolico, con sfumature di fior di mandorlo; sapore fino, sottile, caldo, con leggero e gradevole retrogusto di mandorle amare; ha una gradazione minima di 15 gradi ed un uso da fine pasto. Richiede un invecchiamento di due anni in botti di rovere o di castagno; con gradazione minima di 15,5% e tre anni di invecchiamento può portare la qualifica Superiore; con invecchiamento in botte di almeno quattro anni può portare la qualifica Riserva. La Malvasia di BosaDal tempo della presenza bizantina sull’isola, è stata importata in Sardegna una Malvasia o Uva Grossa, diffusasi successivamente come Malvasia di Sardegna. Il vitigno Malvasia di Sardegna è un vitigno tipicamente locale, molto differente dalle altre Malvasie d’Italia. Oggi viene coltivata in varie zone dell’Isola, soprattutto in quella centro-orientale, in Provincia di Oristano, nel tratto compreso fra le foci del rio Mannu a sud ed Isola Rossa, nei pressi di Bosa a nord. Dal vitigno si ottiene il vino Malvasia di Bosa che ha ottenuto il riconoscimento Doc nel 1972 ed ha ottenuto importanti riconoscimenti come il WSET Awards, di londra. Viene prodotto nella tipologia dolce naturale o secco, con colore dal giallo paglierino al dorato; odore intenso delicatissimo; sapore dal dolce al secco, alcolico con retrogusto amarognolo; una gradazione minima 15 gradi ed un uso da fine pasto. Nella tipologia liquoroso ha le stesse caratteristiche, ma con una maggiore finezza e un più spiccato aroma sia nell’odore che nel sapore; una gradazione minima 17,5 gradi ed un uso da dessert; soggetto ad i nvecchiamento obbligatorio due anni. É un vino nobile da meditazione, ottimo anche per aperitivi e dessert. Ne testimonia la qualità una ricca letteratura, che porta le firme di esponenti dell’autorevolezza di Mario Soldati e di Luigi Veronelli, che definisce la Malvasia di Bosa uno dei suoi vini del cuore. recentemente queste uve, raccolte con anticipo di maturazione, concorrono alla produzione di un vino spumante, gradevolmente profumato e dal sapore dolce. Il Moscato di Sorso e Sennori, il Moscato di Cagliari ed il Moscato di SardegnaIn terreni tradizionali, non superiori ai 450 metri sul livello del mare, situati nell’intero territorio della Sardegna, si coltiva il vitigno Moscato bianco. Il suo nome è stato oggetto di molte interpretazioni. Secondo alcuni sarebbe derivato dal nome di una antica uva greca chiamata Moschaton, mentre per altri potrebbe derivare dal latino Musca, cioè mosca, insetto che come l’ape è fortemente attratta dai profumi e dai sapori zuccherini. In Sardegna, le origini della presenza del Moscato vengono fatte risalire ai Romani ed è noto anche con le voci dialettali Muscadella, riportata dal Manca dell’Arca, e Muscadeddu o Muscau, riportata dal Moris. Dal vitigno si produce su quasi tutto il territorio dell’isola il vino Moscato. La qualità del vino Moscato è tutelata da tre riconoscimenti Doc Moscato di Sorso: sennori, Moscato di Cagliari, Moscato di Sardegna. I primi due hanno un alto grado alcolico e un’alta percentuale di zuccheri naturali, mentre il terzo è spumantizzato, di gusto dolce come si conviene per un Moscato di buona qualità. Con l’eventuale aggiunta di altre uve bianche, si ottiene il Moscato di Sorso e Sennori che ha ottenuto la denominazione Doc nel 1972. Si tratta delle uve ottenute nella ristretta area dei comuni di Sorso e Sennori. É un vino spumante dal colore giallo dorato carico; odore ed aroma caratteristico, intenso; sapore dolce, pieno, fine; una gradazione minima 15 gradi ed un uso da dessert. Il Moscato di Cagliari La cui produzione è consentita nelle province di Cagliari e Oristano, ha ottenuto la denominazione Doc nel 1979. É un vino spumante dal colore giallo dorato brillante; odore intenso con un aroma caratteristico; sapore squisitamente dolce, vellutato, che ricorda l’uva; con una gradazione minima di 15 gradi ed un uso da dessert. Il Moscato di Sardegna è un vino che ha ottenuto la denominazione Doc nel 1979, la cui produzione è consentita nelle province di Cagliari, Nuoro, Oristano e Sassari. É un vino spumante dal colore giallo paglierino, brillante; odore aromatico, delicato, caratteristico; sapore dolce, delicato, fruttato, caratteristico di moscato; con una gradazione minima di 11,5 gradi ed un uso da fine pasto. Le sottodenominazioni geografiche Tempio Pausania o Tempio e Gallura sono riservate al vino prodotto in Gallura, nei territori di alcuni comuni in Provincia di Sassari e di altri in Provincia di Nuoro. I vini con la denominazione di Alghero DocNell’intero territorio del comune di Alghero, da cui prende il nome, e in quello di Olmedo, Ossi, Tissi, Usini, Uri e Ittiri, in Provincia di Sassari, e in parte del territorio del capoluogo stesso, si producono numerosi tipi di vino che hanno ottenuto nel 1995 la denominazione di Alghero Doc seguita o no dalle specificazioni Bianco, Rosso o Rosato. Da vitigni a bacca bianca, non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la Provincia di Sassari, con un minimo dell’85%, viene prodotto l’Alghero bianco. L’Alghero bianco ha colore giallo paglierino tenue; profumo delicato, gradevole; sapore secco, sapido, armonico; una gradazione minima di 10 gradi. L’Alghero bianco frizzante ha colore giallo paglierino scarico; profumo gradevole, fruttato, caratteristico; sapore secco o morbido, vivace, fragrante, persistente; una gradazione minima di 10,5 gradi. L’Alghero bianco spumante ha una spuma fine e persistente; colore giallo paglierino scarico; profumo gradevole, fruttato; sapore secco o amabile o dolce, fruttato, delicatamente aromatico; una gradazione minima di 11,5 gradi. L’Alghero passito ha colore giallo oro; profumo intenso, etereo, di frutta matura; sapore dolce, pieno, mielato; una gradazione minima di 15 gradi. Da vitigni a bacca rossa, non aromatici, raccomandati e/o autorizzati per la Provincia di Sassari, con un minimo dell’85%, vengono prodotti l’Alghero rosso e l’Alghero rosato. L’Alghero rosso ha colore rosso rubino, tendente al granata con l’invecchiamento; profumo vinoso, gradevole, caratteristico; sapore asciutto, corposo, leggermente tannico; una gradazione minima di 11 gradi. L’Alghero rosso novello ha colore rosso rubino con toni violetti profumo vinoso, fruttato, di fermentazione appena svolta; sapore asciutto o morbido, vivace, fragrante, persistente; una gradazione minima di 11gradi. L’Alghero rosso spumante ha spuma fine e persistente; colore rosso rubino intenso con riflessi violetti profumo vinoso, gradevole, caratteristico; sapore secco o amabile o dolce, gradevolmente aromatico; una gradazione minima di 11,5 gradi. L’Alghero liquoroso ha colore rosso granata tendente al mattone con l’invecchiamento; profumo intenso, complesso, etereo; sapore dolce, pieno, caldo, armonico; una gradazione minima di 18 gradi. L’Alghero rosato ha colore rosato; profumo vinoso, delicato, gradevole; sapore asciutto o morbido, armonico; una gradazione minima di 10,5 gradi. L’Alghero rosato frizzante ha colore rosato; profumo vinoso, delicato, gradevole; sapore asciutto o morbido, armonico, frizzante; una gradazione minima di 10,5 gradi. Il vitigno bianco Torbato è presente solamente nella zona di Alghero su una superficie di poco più di 90 ettari. É un vitigno di indubbia origine spagnola, e lo si ritiene importato durante la dominazione catalana. Da uve del vitigno Torbato con un minimo dell’85% viene prodotto l’Alghero Torbato che ha un colore giallo paglierino con riflessi inizialmente verdognoli profumo leggermente aromatico, caratteristico, intenso; sapore secco, sapido, armonico, dal retrogusto piacevolmente amarognolo; una gradazione minima di 11 gradi. L’Alghero Torbato spumante ha spuma fine e persistente; colore giallo paglierino scarico; profumo gradevole e caratteristico di fruttato; sapore secco o amabile o dolce, fruttato, gradevolmente aromatico; una gradazione minima di 11,5 gradi. Da uve del vitigno Sauvignon con un minimo dell’85% viene prodotto l’Alghero Sauvignon che ha un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli profumo gradevole, fruttato, con aroma caratteristico; sapore secco, pieno, persistente; una gradazione minima di 11 gradi. Da uve del vitigno Chardonnay con un minimo dell’85% viene prodotto l’Alghero Chardonnay che ha un colore giallo paglierino con riflessi inizialmente verdognoli profumo delicato, caratteristico, fruttato; sapore secco, sapido, pieno, caratteristico; una gradazione minima di 11 gradi. L’Alghero Chardonnay spumante ha spuma fine e persistente; colore giallo paglierino scarico; profumo gradevole e caratteristico di fruttato; una gradazione minima di 11,5 gradi. Da uve del vitigno Vermentino con un minimo dell’85% viene prodotto l’Alghero Vermentino frizzante che ha un colore giallo paglierino scarico; profumo gradevole e caratteristico di fruttato; sapore secco o morbido o amabile, frizzante; una gradazione minima di 10,5 gradi. Da uve dei vitigni Cabernet Francese, Cabernet Sauvignon, Carmenère, da soli o congiuntamente fino a un minimo dell’85%, viene prodotto l’Alghero Cabernet che ha un colore rosso rubino intenso fino al granata carico; profumo caratteristico, etereo; sapore asciutto, pieno, lievemente tannico; una gradazione minima di 11 gradi. Da uve del vitigno Sangiovese con un minimo dell’85% viene prodotto l’Alghero Sangiovese che ha un colore rosso rubino tendente al granata con l’invecchiamento; profumo vinoso, intenso; sapore asciutto, armonico; una gradazione minima di 11 gradi. Da uve del vitigno Cagnulari o Cagniulari con un minimo dell’85% viene prodotto l’Alghero Cagnulari o Cagniulari caratterizzato da un colore rosso rubino; profumo vinoso, caratteristico del vitigno; sapore asciutto, leggermente tannico, armonico; una gradazione minima di 11 gradi. Da uve del vitigno Cannonau viene prodotto il vino Anghelu Ruju Riserva un vino liquoroso dal sapore pieno, generoso e caldo con il tipico bouquet fortemente aromatico ed il pronunciato profumo con note di cannella e di mallo di noce; con una gradazione di 18,5 gradi è un vino da meditazione e dessert. Una raccolta tardiva delle uve, un prolungato appassimento all’aria aperta, l’invecchiamento in secolari fusti di rovere, rendono compiuto questo vino che viene prodotto, sempre in quantità limitate, solo dalla Cantina Sella & Mosca situata vicino ad Alghero. I liquori sardiTra i principali liquori sardi, il Mirto indubbiamente il più famoso liquore sardo, prodotto nella versione rossa dall’infusione a freddo nell’alcool con l’aggiunta di miele e zucchero delle bacche dell’omonima pianta della famiglia delle mirtacee. Esiste anche la versione bianca, che viene ottenuta dall’infusione delle foglie della pianta ed è molto più profumato e meno dolce. Il Limoncello viene ottenuto dall’infusione a freddo della scorza di limone ancora verde nell’alcool con l’aggiunta di miele e zucchero; ed il Corbezzolo viene ottenuto dall’infusione alcolica a freddo dei frutti maturi di corbezzolo. Il Filu ’e ferru è l’acquavite sarda, che prende il nome da una pratica usata in passato per nascondere il prodotto distillato clandestinamente. alla fine del settecento la dominazione piemontese impose, tra le altre, la tassazione della produzione anche domestica dei distillati, che costrinse la popolazione a nascondere i barilotti di acquavite nella campagna, segnando le posizioni con un pezzo di filo di ferro che usciva dal terreno, per poterli successivamente ritrovare. Da qui il nome Filu ’e ferru che conserva ancora oggi l’acquavite sarda. Le guide che citano i principali vini e le principali Cantine sardeNelle pagine che descrivono le diverse località della Sardegna, vengono descritti tutti i migliori vini sardi premiati con il riconoscimento 5StarWines a Vinitaly 2023 ed anche i vini suggeriti dalla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso. I migliori vini sardi premiati con il riconoscimento 5StarWines di Vinitaly 2023Nella descrizione delle cantine sarde, vengono citate anche tutte quelle che sono state premiate a Vinitaly, il salone Internazionale del vino e dei distillati che si tiene con cadenza annuale a Verona dal 1967, con il riconoscimento 5StarWines assegnato ai settantasette vini che hanno ottenuto da 90 a 100 punti dalla giuria nelle tre giornate di degustazione alla cieca. I premi sono stati assegnati a: il vino Cannonau di Sardegna Doc Riserva Sincaru 2018, il vino Vermentino di Gallura Docg Branu 2021, ed il vino Vermentino di Gallura Docg Montidimola 2020 della Cantina Surrau di Arzachena; il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore 2020 della Società agricola Tenute Campianatu di Arzachena; il vino Mandrolisai Doc Rosso Giuàle 2019 della Cantina della Famiglia Demelas di Atzara; il vino Mandrolisai Doc Rosso 2020, il vino Mandrolisai Doc Rosso Memorias Creccherie 2019, il vino Mandrolisai Doc Rosso Superiore Angraris 2017, il vino Isola Dei Nuraghi Igp Bianco Funtanafrisca 2021 della Vitivinicola Fradiles di Atzara; il vino Cannonau di Sardegna Doc Nalboni 2020, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Spumante Extra Dry Millesimato li Junchi 2021 della Cantina li Duni di Badesi; il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore lagrimedda 2021, ed il vino Cannonau di Sardegna Doc Maistrali 2018 della Cantina li Seddi di Badesi; il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Clos 2020, il vino Colli Del limbara Igt Rosso Maju 2019, il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Clos 2019, ed il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Crizia 2020 della Cantina Atlantis Berchidda della Società agricola Sannitu di Berchidda; il vino Colli Del limbara Igt Rosso Oltremare 2016, il vino Colli del limbara Igt Rosso Rosso Smeraldo 2018, ed il vino Isola Dei Nuraghi Igt Passito Smeraldo 2020 della Cantina Unmaredivino di Gioacchino Sini di Berchidda; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Bianco Passito lajcheddu 2017, ed il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Siddaju 2019 della Cantina Tenute Tondini di San Leonardo frazione di Calangianus; il vino Carignano del Sulcis Doc Riserva Bricco Delle Piane 2019 della Cantina di Calasetta di Calasetta; il vino Cannonau di Sardegna Doc Anzenas 2019, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Prendas 2021 della Cantine di Dolianova di Dolianova; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Hortos 2016 della Cantina di Dorgali di Dorgali; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Carignano Bàcco 2020, il vino Cannonau di Sardegna Doc Èrema 2020, il vino Cannonau di Sardegna Doc Riserva Fiola 2019, ed il vino Colli Del limbara Igt Rosso Tìros 2017 della Cantina Siddùra di Luogosanto; il vino Vino spumante di qualità Brut Metodo Classico Q della Cantina Quartomoro di Sardegna di Marrubiu; il vino Vermentino di Sardegna Doc Tramuntàna 2021 delle Cantine locci Zuddas di Monserrato; il vino Vermentino di Gallura Docg Funtanaliras 2021, ed il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Arakena 2019 della Cantina del Vermentino di Monti; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Serranu 2018 della Cantina Tani di Monti; il vino Vino Rosso Susu 2019 della Cantina Bentu luna di Neoneli; il vino Cannonau di Sardegna Doc Riserva Tararà 2017 della Cantina Vigneti Zanatta di Olbia; il vino Vernaccia di Oristano Doc Riserva Judikes 2008, il vino Valle Del Tirso Igt Bianco Terresinis 2021, ed il vino Vernaccia di Oristano Doc Superiore Juighissa 2013 della Cantina della Vernaccia di Donigala Fenughedu frazione di Oristano; il vino Marmilla Igt Bovale Su’Diterra 2020, il vino Vermentino di Sardegna Doc Su’Orma 2019, ed il vino Cannonau di Sardegna Doc Su’Anima 2020 della Cantina Su’Entu di Sanluri; il vino Cannonau di Sardegna Doc Riserva redìt 2017, il vino Alghero Doc Cagnulari Riserva recionta 2018, il vino Vermentino di Sardegna Doc Blu 2021, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Rafia 2020 della Cantina Santa Maria la Palma di Santa Maria la Palma frazione di Alghero; il vino Vermentino di Sardegna Doc Maisthràri 2020 della Cantina Bentu di Sassari; il vino Alghero Doc Torbato Centogemme, ed il vino Isola Dei Nuraghi Igt Cagnulari Kressia 2020 della Cantina Poderi Parpinello di Sassari; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Cagnulari Sass’antico 2019, il vino Vermentino di Sardegna Doc Arenu 2021, il vino Isola Dei Nuraghi Igt Carignano Pedrastella 2019, il vino Cannonau di Sardegna Doc Assolo 2020, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Galatea 2021 della Cantina Tenuta l’Ariosa dei Fratelli Rau di Sassari; il vino Moscato di Sorso Sennori Doc Passito Oro 2020, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Jolzi 2021 della Cantina Fara di Giorgio Fara di Sennori; il vino Vermentino di Sardegna Doc Istrale Black label 2021, ed il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Archeo 2020 della Cantina Nuovi Poderi della Società agricola Sequi di Senorbì; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Bianco Passito Oirad 2018 della Cantina Ferruccio Deiana di Settimo San Pietro; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Bianco Dejola 2020, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Ipno 2021 della Cantina delle Tenute Carlo Pili di Soleminis; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Bovale Omphalos 2020 della Cantina del Mandrolisai di Sorgono; il vino Cannonau di Sardegna Doc Manca 2019, ed il vino Mandrolisai Doc Rosato Garage 2021 della Cantina I Garagisti di Sorgono di Sorgono; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Herculis, il vino Isola dei Nuraghi Igt Rosso Hassan 2017, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Cayenna Submariner 2020 della Cantina Tenuta Asinara di Sorso; il vino Cannonau di Sardegna Doc Naniha 2019 della Cantina Tenute Perda Rubia di Talana; il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Canaily 2021, il vino Vermentino di Gallura Docg Piras Gold limited Edition 2020, ed il vino Vermentino di Gallura Docg Superiore Canaily 2020 della Cantina Gallura di Tempio Pausania; il vino Isola dei Nuraghi Igt Carignano la Giara 2020 della Cantina Sociale la Giara di Usellus; il vino Moscato di Sardegna Doc Passito Kentàles 2018, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc C’era Una Volta 2018 della Cantina dell’Azienda Vitivinicola Chessa di Usini; il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosato Tiressa 2021, ed il vino Vino spumante di qualità Brut Rosé Metodo Classico 2020 della Cantina Bastiano ligios di Valledoria. I suggerimenti della guida Vini d’Italia 2023 del Gambero RossoInoltre, nella descrizione delle cantine sarde, vengono citate anche tutte quelle che hanno ottenuto dalla guida Vini d’Italia del Gambero Rosso il riconoscimento Tre Bicchieri per la qualità di uno dei vini da loro prodotti. Sono sedici i vini premiati con i Tre Bicchieri dalla guida Vini d’Italia 2023 del Gambero Rosso, e sono: il vino Alghero Torbato Catore 2020 della Cantina delle Tenute Sella & Mosca di Alghero, il vino Vermentino di Gallura Superiore Sciala 2021, della Cantina Surrau di Arzachena, il vino Mandrolisai Fradiles 2020 della Vitivinicola Fradiles di Atzara, il vino Cannonau di Sardegna Barro su Franzisca Riserva 2019 della Cantina Giovanni Montisci di Mamoiada, il vino Cannonau di Sardegna Mamuthone 2020 della Cantina Giuseppe Sedilesu di Mamoiada, il vino Vermentino di Gallura Petrizza 2021 della Cantina Masone Mannu di Monti, il vino Sobi 2020 della Cantina Bentu luna di Neoneli, il vino Cannonau di Sardegna Classico Dule 2019 della Cantina Giuseppe Gabbas di Oliena, il vino Cannonau di Sardegna l’Ora Grande 2020 della Cantina la Contralta di Palau, il vino Su'Nico Bovale 2020 della Cantina Su'Entu di Sanluri, il vino Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2018 della Cantina Cantina Santadi di Santadi, il vino Cannonau di Sardegna Riserva 2019 della Cantina Antonella Corda di Serdiana, il vino Turriga 2018 della Cantina Argiolas di Serdiana, il vino Vermentino di Sardegna Camminera 2020 della Cantina Audarya di Serdiana, il vino Stellato Vermentino 2021 della Cantina Pala di Serdiana, il vino Vermentino di Gallura Superiore Kramori 2021 della Cantina Saraja di Telti. Le prossime pagineNella prossima pagina descriveremo le principali Manifestazioni tradizionali della Sardegna che sono le manifestazioni religiose, le celebrazioni della Settimana Santa, ed in particolare, nella Barbagia, sono quelle legate al Carnevale, diverse da una località all’altra. In tutte le festività si svolgono varie competizioni, sia moderne che tradizionali. Quelle che preferiamo sono le competizioni a cavallo ed i canti, i cori, le gare di poesia, le esibizioni dei gruppi folcloristici ed i balli tradizionali. In Sardegna si festeggia da diversi anni Sa die de Sa sardigna. |