Caratteristiche uniche del territorio della Sardegna e di quasi 2000 chilometri di coste
In quest’isola si trova un Territorio estremamente vario, come diverse sono le sue Coste in grado di soddisfare qualsiasi aspettativa. Le caratteristiche uniche del suo territorioIl territorio della Sardegna è costituito da Colline ed Altopiani dai quali si staccano rocce disposte non in catene montuose ma per lo più come Massicci isolati. Nel tempo si è verificato un lento processo di erosione e di livellamento delle cime più alte, le altitudini non sono mai quindi molto elevate. Solo il 14% del territorio è montuoso, mentre ben il 68% è collinoso ed il 18% pianeggiante. La Sardegna ha Un solo lago naturale il lago Baratz a nord di Alghero. Sono stati però realizzati numerosi invasi artificiali in corrispondenza dei percorsi dei principali fiumi dell’Isola, che raccolgono nel periodo invernale e primaverile le acque Torrentizie, da utilizzare per l’irrigazione durante la stagione estiva o in particolari casi di siccità. Il territorio è invece assai ricco di Stagni e zone umide Di grande interesse naturalistico, molte delle quali protette. Le zone settentrionali e centrali dell’IsolaNell’estremo nord-orientale della Sardegna, la Gallura, ai trova un paesaggio costituito per lo più da graniti. Eccezionali i graniti della Valle della luna ad Aggius, ed il porfido color rosa acceso della Costa Paradiso. Il principale massiccio della Gallura è il Monte limbara1362 metri, da dove si origina la valle del Fiume Coghinas lungo il corso del quale è stato realizzato il Lago del Coghinas. Il fiume, che prende il nome dalle sorgenti termali vicine alla sua foce, nasce in Gallura, attraversa l’Anglona e sfocia nel golfo dell’Asinara. È il terzo fiume dell’isola con una lunghezza di 116 chilometri, ed il secondo per portata media e massima. A sud del Monte limbara, inizia una catena di altopiani che attraversa l’isola in diagonale scendendo verso sud ovest e separando le province settentrionali di Gallura e di Sassari, da quelle centrali di Nuoro e di Oristano. Incontriamo prima l’Altopiano granitico di Alà dei Sardi E Quello del Goceano sul quale svettano i profili seghettati della Serra di Buddusò e di quella di Bitti (il nome Serra deriva dallo spagnolo Sierra ossia Sega), quindi il Tavolato basaltico di Campeda e poco più a sud Quello del Marghine che arriva fino quasi a Macomer. Proseguendo verso sud, tra Macomer e Oristano, si sviluppa il grande massiccio di origine vulcanica del Monte Ferru1050 metri. Ad est del Monte Ferru ai trova l’Altopiano basaltico di Abbasanta. Più a sud si apre la vallata del Fiume Tirso che con i suoi 159 chilometri, è il fiume più esteso della Sardegna. Ha origine dalle acque che scendono dal monte longos, di 925 metri, e da Sa Janna Bassa, di 950 metri, tra Buddusò e Bitti, e attraversa le province di Sassari, Nuoro e Oristano. Sul suo percorso è stato realizzato il Lago Omodeo che, con una lunghezza di oltre venti chilometri, risulta essere il più grande lago artificiale d’Europa. Il lato orientale dell’IsolaPassando al lato orientale dell’Isola, sotto l’altopiano del Goceano, nella regione denominata Barbagia si sviluppa il grande, selvaggio e disabitato Altopiano calcareo del Supramonte che si affaccia a picco sul mare nel golfo di Orosei, in uno dei tratti di costa più caratteristici dell’Isola. Subito a sud del Supramonte si innalza il più importante complesso montuoso della Sardegna, il grande Massiccio del Gennargentu che con i 1834 metri di Punta la Marmora costituisce il punto più elevato dell’Isola. È costituito da rocce a base scistosa con inserti granitici. Principale caratteristica del territorio delle Barbagie meridionali e più a sud dell’Ogliastra, sono i tacchi aridi ed isolati altopiani presenti intorno al Gennargentu, nei versanti occidentale, meridionale ed orientale, e che contribuiscono a rimarcare le caratteristiche aspre del territorio. Si tratta di tavolati di roccia calcarea dolomitica risalenti per lo più al periodo Mesozoico, alla cui base giacciono argille e conglomerati, che con la loro porosità raccolgono le acque piovane in piccoli fiumi e laghi sotterranei. Tra i più interessanti il taccu di Monte Arbu, il taccu Arboredo, il taccu di Esterzili ed il taccu Texile di Aritzo. Sulla costa orientale dell’Ogliastra si incontrano le splendide scogliere di porfido rosso di Arbatax. Dal Gennargentu scende il Fiume Flumendosa che, con i suoi 127 chilometri, è il secondo fiume per lunghezza della Sardegna. Sul suo percorso si sviluppa una vallata che digrada verso sud fino al Massiccio del Sarrabus che con il monte dei Sette Fratelli arriva a 1023 metri. Il Flumendosa giunge fino all’estremo sud-orientale dell’Isola, per poi sfociare in mare a Porto Corallo. Lungo il suo corso sono stati realizzati il Lago Alto il Lago Basso ed il Lago Medio del Flumendosa. Le zone meridionali dell’IsolaNella regione centro-occidentale, a sud di Oristano, si incontra la Vasta pianura del Campidano che si estende verso sud est fino a Cagliari. Caratteristiche del territorio campidanese sono le Giare vasti altopiani spianati di origine vulcanica che chiudono verso nord ovest il Campidano, quasi fortezze inespugnabili che emergono in un paesaggio di pianure e dolci colline. La giara si presenta isolata, come un’isola nell’isola. La più famosa è quella di Gesturi, dove vivono ancora in Libertà i famosi cavallini selvaggi. Il Campidano è percorso dal fiume di Samassi o Flumini Mannu il quarto fiume della Sardegna, con una lunghezza di circa 86 chilometri, che scende con molti rami sorgentiferi dall’Altopiano calcareo del Sarcidano e, costituitosi in un unico corso, supera la gola del Furtei per sboccare nei pressi di Cagliari, dove forma gli stagni di Cagliari. Scendendo ancora più a sud, si incontra il Massiccio dell’Iglesiente con il Monte linas, che con Perda de Sa Mesa raggiunge i 1236 metri. La valle del fiume Cixerri lo separa dal Massiccio del Sulcis che arriva a 1116 metri. Quasi 2000 chilometri di costeIn quasi 2000 chilometri di Coste è presente un alternarsi di tratti sabbiosi, rocce e scogliere che fanno del mare della Sardegna uno dei più ammirati al mondo. Nel nostro viaggio percorreremo tutte le coste dell’Isola, fermandoci nelle principali baie che si trovano lungo esse, nelle diverse cale, calette e spiagge. Le diverse Spiagge vengono descritte con le loro principali caratteristiche, per indirizzare i visitatori ed i turisti nel loro viaggio. La costa settentrionaleSulla Costa settentrionale partendo dal golfo di Olbia, una valle sommersa galluresa detta in lingua sarda Ria, dove ai trova il Principale porto della Sardegna e l’Aeroporto Costa Smeralda percorrendo le coste in senso antiorario, si incontrano prima le alte falesie di Golfo Aranci, quindi la Costa Smeralda con i fiordi e le piccole insenature e spiaggette del golfo di Cugnana. Passata Porto Cervo, altri fiordi lungo il golfo di Arzachena, di fronte all’arcipelago di la Maddalena, fino a Santa Teresa di Gallura ed al promontorio di Capo Testa. Da qui fino all’Isola Rossa ci si imbatte in un tratto di costa caratterizzato dalle famose rocce di granito rosa, punteggiato da piccole baie e spiaggette, deturpata però dai grandi insediamenti turistici soprattutto in Costa Paradiso. La linea di costa diviene sabbiosa, con tratti dunosi, alla foce del fiume Coghinas, a Valledoria. Poi, da Castelsardo, è di nuovo rocciosa, scolpita dagli agenti atmosferici, fino a Punta Tramontana, per tornare sabbiosa verso Sorso dove si incontra la spiaggia di Platamona. A Porto Torres si trova il Secondo porto della Sardegna settentrionale. Da qui proseguiamo verso Stintino, con il suo mare dai colori incredibili, di fronte al quale si vedono l’isola Piana e l’Asinara, famosa per i suoi asinelli bianchi che vivono in assoluta Libertà. La costa occidentaleLa Costa occidentale Inizia con i costoni rocciosi di Capo Caccia, che divengono sabbiosi verso nord, a Porto Palmas, digradando in direzione della zona mineraria dell’Argentiera. Passata la città catalana di Alghero, presso la quale si trova l’Aeroporto di Fertilia il tratto di costa è incontaminato fino alla città fluviale di Bosa, dove di nuovo troviamo un tratto sabbioso in corrispondenza di Bosa Marina. Arriviamo quindi alla penisola del Sinis, rocciosa ma con spiagge sconfinate come quella di Is Arenas. Da non perdere la splendida spiaggia di quarzo di Is Arutas. Passata la foce del Tirso, gli stagni di Oristano e la zona della bonifica d’Arborea, in corrispondenza di quella che era la grande zona mineraria di Iglesias e Carbonia si attraversano gli insediamenti turistici della Costa Verde. Quindi, dopo le splendide immense dune di Piscinas, arriviamo, a sud di capo Pecora, al golfo di Palmas, il tratto di costa più naturale e incontaminato dell’isola tra quelli raggiungibili via terra. La costa meridionaleLa Costa meridionale Inizia con le isole di Sant’Antioco e San Pietro. In questo tratto di litorale, si trova il maggior numero delle oltre 100 torri di avvistamento edificate nel seicento dagli Spagnoli. Passato Porto Pino, con la sua spiaggia candida e le sue dune, si incontrano le falesie di Capo Teulada, zona soggetta a servitù militare. Percorriamo, poi, la rocciosa Costa del Sud per arrivare alle bianche spiagge di Chia. Da qui a Pula si incontrano insediamenti turistici che nascondono del tutto la costa, poi ampi tratti di territorio coltivato. Proseguendo, si giunge fino agli stagni di Cagliari, che costituiscono con i loro 5000 ettari una delle zone umide più importanti d’Europa. Lo stagno di Molentargius è la prima località in Italia nella quale il fenicottero rosa, divenuto stanziale per la sicurezza della zona e l’abbondanza nelle sue acque salate del piccolo crostaceo di cui si nutre, alcuni anni fa ha cominciato a riprodursi. Il Grande porto e l’Aeroporto internazionale di Cagliari offrono in ogni stagione, ma particolarmente in estate, decine di collegamenti con le maggiori capitali europee. Tornando alla descrizione del litorale, superata la lunga spiaggia del Poetto, si incontra un tratto di costa sabbiosa caratterizzato nuovamente da diversi insediamenti turistici e residenziali di dubbio gusto. Lungo la strada panoramica, si toccano diverse mete turistiche rinomate, Geremeas, Solanas, Torre delle Stelle, fino ad arrivare a Cala regina e quindi a Capo Carbonara, con le splendide spiagge di Villasimius. La costa orientaleIniziamo, quindi, a percorrere la Costa orientale. Passata la Costa rei e Capo Ferrato, si incontra la foce del fiume Flumendosa con i suoi stagni. Inizia un lungo tratto in cui la costa è raggiungibile solo in alcuni punti, tra l’altro molto distanti dalla strada principale che passa all’interno. Ci si riaffaccia sul mare a Barì Sardo, per poi raggiungere Arbatax, che ha anche un Piccolo porto ed Aeroporto. La località è celebre per gli Scogli Rossi che sembrano emergere dalla sabbia. Proseguiamo poi verso Santa Maria Navarrese, da dove inizia una serie di spiagge raggiungibili per lo più solo dal mare, onde evitare una faticosa escursione dall’interno, con barconi che partono da Santa Maria Navarrese e da Cala Gonone. Questo tratto di costa, che annovera perle quali Cala Goloritzè, Cala Mariolu, Cala Luna, è più facilmente raggiungibile dal comune di Dorgali, la cui stazione marittima è proprio Cala Gonone. Proseguiamo in direzione nord, verso la costa sabbiosa di Orosei e Siniscola. Giungiamo infine a San Teodoro, ove incontriamo numerosi stagni retrodunali. Proseguiamo per Capo Coda Cavallo e torniamo, infine, al punto di partenza di Olbia. La flora e la faunaLa flora e la fauna della Sardegna, ricche di specie endemiche e specie protette, offrono al visitatore un panorama di notevole interesse per gli appassionati. L’Isolamento geografico della Sardegna ha determinato lo sviluppo di un gran numero di specie vegetali ed animali autoctone. Le varietà presenti nelle aree interne e negli stagni costieri sono salvaguardate in parchi e aree protette che, con le riserve ed i parchi marini, sono diventati un’ambita meta per il turismo intelligente. La floraPer quanto riguarda La vegetazione in Sardegna ancora oggi il 75% del territorio è a vegetazione spontanea. Lungo la fascia costiera si trova quasi esclusivamente la vegetazione bassa tipica della Macchia mediterranea con olivastro, lentisco, ginepro, mirto, corbezzolo, caprifoglio ed edera. Verso l’interno si incontrano boschi di Leccio e Quercia da sugherosu un sottobosco ancora di macchia mediterranea. Oltre i 1000 metri si trova ancora qualche quercia da sughero, ma soprattutto boschi di Castagno Roverella e Nocciolo. Nell’isola non è presente il faggio mentre si trovano Noce Pioppo e Frassino. Si incontrano anche, a volte, il pino ed il cipresso, che non sono però autoctoni ma sono stati importati dal continente, prima della normativa che ha imposto il reimpianto nelle zone sottoposte a incendio boschivo esclusivamente con vegetazione autoctona. Oggi la Sardegna è la regione italiana con la Minor densità boschiva intendendosi i boschi ad alto fusto, mentre il totale di 1.242.880 ettari, pari al 50,36% dell’intero territorio regionale, è costituito da macchia mediterranea. Non va però dimenticato che un tempo l’isola era tutto un immenso bosco, come ancora è oggi, almeno in parte, la Corsica. Poi, lentamente, questo patrimonio è andato distrutto dal Disboscamento selvaggio iniziato in forma esasperata con l’occupazione piemontese, che utilizzava il legno per il trattamento dei prodotti minerari e per realizzare le traversine delle linee ferroviarie di tutta Europa, e il disboscamento prosegue ancora oggi, con gli incendi dolosi prodotti per favorire la speculazione edilizia. La faunaL’ambiente favorevole ha consentito la diffusione di un’Abbondante fauna selvatica. In particolare troviamo il Cinghiale La Lepre il Coniglio selvatico La Martora La Donnola La Volpe il Daino il Cervo sardo il Tasso soprattutto sopra i 1.000 metri. Famosi sono anche il Cavallo sardo, gloria e vanto della Sardegna. Come volatili, ci vivono l’Aquila reale il Falco ed una specie particolare di falco detto Falco della regina La Poiana l’Avvoltoio nero La Pernice rossa il Cavaliere d’Italia il Pollo sultano ed il Cormorano. Vi transitano, nelle loro migrazioni, Beccacce Quaglie Anatre ed il Fenicottero rosa che è divenuto stanziale in diverse zone umide dell’Isola. Nell’isola è presente anche la Testuggine sia marina che di fiume, e la Testuggine terrestre. Ci vivevano anche, ma sono anch’essi ormai estinti, il Lupo l’Orso e la Talpa. Data la sua distanza dal continente e la mancanza di collegamenti diretti, sono assenti del tutto, nell’isola, la Vipera e tutti gli altri rettili velenosi. Nei Suoi mari Vivono tutte le principali specie ittiche del Mediterraneo. Vi transita il Tonno che viene pescato soprattutto nelle isole di San Pietro e Sant’Antioco. Sono abbondantemente presenti i crostacei, soprattutto l’apprezzata Aragosta sarda l’Astice e la Cicala di mare. Sono famose le Cozza di Olbia. Troviamo il Corallo in grande abbondanza, soprattutto nella costa di Alghero. Nei Suoi stagni vivono numerose specie, tra cui il Muggine nome locale del cefalo, con le uova del quale si produce la famosa bottarga di muggine, più pregiata di quella che si ottiene dal tonno. La bottarga viene solitamente indicata come il Caviale del Mediterraneo. Specie animali endemichePer il già citato isolamento dal continente, diverse sono le specie Animali endemiche presenti cioè unicamente nel territorio sardo. Il Muflone progenitore della pecora domestica, è la sola pecora selvatica vivente in Europa. Si tratta di una specie autoctona della Sardegna, ma si trova con caratteristiche leggermente diverse anche in Corsica. Sull’isola di Figarolo vivono allo stato brado alcuni esemplari di un selvatico ibrido, il muflone dalla testa bianca, derivato da una qualche contaminazione con le pecore che vi venivano portate al pascolo in primavera. Altra specie endemica è il Grifone un grande avvoltoio del quale esiste qualche raro esemplare anche a Gibilterra. Tipico della Sardegna, e morfologicamente differente rispetto a quello continentale, è l’Asinello sardo; mentre assolutamente unico è l’Asinello bianco che vive sull’isola dell’Asinara. Unico è anche il Cavallino selvatico della Giara di Gesturi, molto più piccolo del cavallo ma altrettanto snello ed elegante. Ci viveva, ma è ormai estinta, la Foca Monaca nota anche come Bue Marino, ossia Monachus Monachus, il mammifero marino più in pericolo di sopravvivenza del Mediterraneo, che una volta si trovava in tutto il Mediterraneo, oggi è dichiarato estinto nelle acque italiane e ridotto a soli 300 esemplari che frequentano le acque della Turchia, Mauritania, Spagna, Tunisia e Grecia. È lungo circa tre metri e mezzo e può pesare fino a 300 chili, frequenta le aree costiere, si nutre di fino a cinque chili di pesci e cefalopodi al giorno. La difesa del territorio: il parchi e aree protettePer la difesa del territorio, sono stati realizzati in Sardegna diverse aree naturali protette, che comprendono tre parchi nazionali e diversi parchi regionali, oltre a cinque aree marine protette, ed a numerose zone umide inserite nella lista ufficiale della Convenzione di Ramsar, a molti monumenti naturali, e ad aree di rilevante interesse naturalistico. A queste aree si aggiungono le oasi della lIPU e del WWF, organizzazioni che da molto tempo sono attivamente presenti nell’Isola. I parchi nazionaliI parchi nazionali istituiti in Sardegna sono: Parco nazionale dell’arcipelago di la Maddalena. Parco geomarino caratterizzato dalla presenza di oltre 700 specie vegetali e con più di 50 specie endemiche. Il parco comprende anche la riserva naturale dell’isola Caprera. Parco nazionale dell’isola Asinara. Solo visite guidate a numero chiuso, da prenotare in anticipo. Una autentica perla del Mediterraneo ove si incontrano il muflone, il cinghiale, l’asinello sardo ed il tipico asinello bianco. Anche i fondali marini sono sottoposti a rigida tutela ambientale. Parco nazionale del golfo di Orosei e del Gennargentu. Vasto territorio tra i più selvaggi d’Italia costituito dal massiccio del Gennargentu, la lunga falesia del golfo di Orosei e il grande altopiano calcareo del Supramonte. Si incontrano il muflone, l’aquila reale, il Falco Pellegrino, il Falco della regina oltre al raro gabbiano corso. I parchi regionaliIn Sardegna, nel 1989, è stata prevista l’istituzione di nove parchi regionali in altrettante aree di grande interesse naturalistico, ma, a distanza di anni, la maggior parte di questi parchi non è diventata operativa. I parchi regionali già istituiti sono: Parco regionale di Porto conte. Si tratta di un’area naturale protetta nella Provincia di Sassari, che prende il nome dal sito di notevole importanza geo naturalistica di Porto conte. Parco regionale del Molentargius e delle Saline. Situata in Provincia di Cagliari, è una delle più importanti aree umide d’Europa, dato che lo stagno di Molentargius è riconosciuto negli elenchi ufficiali delle aree umide da sottoporre a tutela. Tra i parchi regionali in corso di istituzione, citiamo: Parco regionale del Monte limbara. Presso Tempio Pausania. Vasta area collinare e montuosa ricca di querce da sughero. Parco regionale del Monte Arci. Presso Ales, è un ampio massiccio di origine vulcanica con scorci sul golfo di Oristano e sull’entroterra. Parco regionale della Giara di Gesturi. Con ingresso da Albagiara o da Gesturi, è un suggestivo altopiano di 30 chilometri quadrati nel quale vedere i Paulis, laghetti che si formano in primavera, e dove vive allo stato brado il tipico cavallino selvatico. Parco regionale del Monte linas. Presso Villacidro, è un vasto massiccio di oltre 1000 metri di altezza dove vivono il muflone ed il cervo sardo. Parco regionale dei Sette Fratelli e del Monte Genis. Il parco si estende a sud orientale della Provincia di Cagliari e interessa nove comuni, occupando parte del Sarrabus e del Campidano di Cagliari. Si tratta di una zona poco abitata, dato che l’unico centro abitato di tutto il parco è Burcei. Con i suoi 58,846 ettari di estensione, è tra i più estesi parchi della Sardegna. Parco regionale del Sulcis. Ad oggi non è stato ancora costituito l’ente di competenza, tuttavia oltre un terzo del territorio interessato gode già dello status di area protetta in quanto di proprietà dell’Ente foreste della Sardegna o del WWF Italia. Le aree marine protetteIn Sardegna sono state istituite cinque aree marine protette registrate nell’elenco ufficiale del Ministero dell’Ambiente: Area naturale marina protetta di Capo Caccia e dell’sola Piana. È situata nel territorio amministrativo di Alghero, ed è classificata come area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. Area naturale marina protetta di Capo Carbonara. Si trova nella Sardegna sud orientale, nella zona del mare Tirreno che va da Capo Boi fino all’area antistante l’isola Serpentara. Area marina protetta dell’sola Asinara. Il tratto di mare tutelato dall’area marina protetta ricade interamente nel territorio amministrativo del comune di Porto Torres. Area marina protetta della penisola del Sinis e dell’isola Mal di Ventre. Tutela il vasto ambiente marino che comprende anche l’isola di Mal di Ventre e lo Scoglio del Catalano. Area naturale marina protetta Tavolara e punta Coda Cavallo. È situata in Provincia di Sassari, e si estende da Capo Ceraso all’Isola Rossa, a sud di Capo Coda Cavallo, includendo anche le isole di Molara e Molarotto. Le principali zone umide secondo la Convenzione di RamsarLa Sardegna è caratterizzata da un rilevante numero di zone umide rappresentate da lagune e stagni costieri, di grande o piccola estensione. Tra le zone umide, alcune sono inserite nella lista ufficiale della Convenzione di Ramsar, e tra esse citiamo: stagno di Santa Gilla o stagno di Cagliari. Per estensione e per rilevanza della biodiversità, costituisce una delle più importanti aree umide d’Europa. stagno di Cabras. Per estensione e per rilevanza della biodiversità, costituisce una delle più importanti aree umide della Sardegna. Situato nella parte settentrionale del golfo di Oristano, assieme alle zone umide di Mistras, Pauli ’e Sali e con lo stagno di Sale ’e Porcus forma un ecosistema palustre fra i più vasti d’Europa e protetto dalla Convenzione di Ramsar. Le principali oasi lIPU e WWFTra le oasi della lIPU e del WWF, citiamo: Oasi lIPU di Carloforte. È unìarea selvaggia di 284 ettari nella quale si incontrano Falco della regina, gheppio, poiana, falco pellegrino, marangone, magnina, sterpazzolina. Oasi WWF del monte Orriola. Presso Oschiri, è una delle foreste sempre verdi più vaste d’Europa, estesa per circa 3700 ettari. Oasi WWF di Monte Arcosu. Presso Siliqua, è un’area selvaggia di 3000 ettari con leccio e quercia da sughero, ove si incontra il cervo sardo. Oasi privata WWF dell’isola Razzoli. Nell’arcipelago di la Maddalena, è un’oasi di proprietà privata. La prossima paginaNella prossima pagina del nostro viaggio parleremo dell’Archeologia in Sardegna. Vedremo i Nuraghi, le domus de janas, il Megalitismo con i menhir, gli allineamenti ed i circoli di menhir, i Dolmen, le Tombe di giganti, i templi e tempietti, le fonti sacre ed i templi a pozzo, i villaggi preistorici, i villaggi santuari ed i villaggi fortificati. |