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Visita della periferia della città di Sassari al di fuori del suo centro storico


In questa tappa del nostro viaggio, dopo aver visitato il centro storico di Sassari, visiteremo i quartieri periferici della città di Sassari.

La regione storica del Sassarese chiamata anche Logudoro Turritano

Il SassareseIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Sassarese (nome in lingua sarda Su Tataresu) è tutta un’area con una forte impronta agropastorale, con splendidi panorami, dominati da rilievi d’origine vulcanica, ampi tratti pianeggianti, scarse foreste che interrompono le grandi distese di pascoli. L’antico popolamento della zona, territorio ideale per i popoli preistorici dal punto di vista ambientale, è testimoniato dai cospicui resti archeologici, cui si aggiungono alcuni notevoli monumenti medioevali. I comuni che fanno parte del Sassarese sono Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Putifigari, Romana, Sassari, Tissi, Uri, Usini, Villanova Monteleone. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Porto Torres, che però attribuiamo alla Nurra. Si parla il Sassarese o Turritano, una lingua romanza nata intorno al dodicesimo secolo da una base toscano corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, iberiche e soprattutto sardo logudoresi.

Visita della città di Sassari al di fuori dal centro storico

Vediamo ora che cosa si trova nelle zone periferiche di Sassari che si trovano fuori dal centro storico. Le visiteremo partendo dalla piazza davanti alla chiesa della Madonna di Betlem. Vedremo poi che cosa si trova nelle zone periferiche di Sassari che si trovano nei quartieri a nord e ad est del centro storico, al di là del Fosso della Noce, il fossato che separa il centro storico dell’abitato di Sassari dalla sua parte orientale. Le visiteremo partendo dalla piazza davanti alla chiesa del Carmelo.

Dal centro storico verso nord incontriamo il Cimitero Comunale

Partendo dalla piazza Santa Maria, davanti alla chiesa della Madonna di Betlem, prendiamo verso nord ovest la via Predda Niedda, che uscirà dall’abitato come SS291 variante della Nurra e che si dirigerà verso Alghero. La strada passa sotto il viadotto delle linee ferrate, per poi iniziare a fiancheggiare i muri laterali occidentali del Cimitero Comunale di Sassari. La parte più antica del Cimitero viene inaugurata nel 1837, edificata su progetto dell’architetto Angelo Maria Piretto nell’area dell’orto dei Frati Mercedari del convento annesso alla chiesa di San Paolo, e ad essa è stato, n seguito, affiancata una parte nuova. Al Camposanto vecchio, detto Monumentale, si accede dal Cimitero moderno, oppure da un ingresso situato presso la chiesa di San Paolo.

Sassari: Cimitero Monumentale: ingresso visto dall’alto Sassari: Cimitero Monumentale: interno Sassari: Cimitero Monumentale: interno

Vicino al Cimitero si trova la chiesa di San Paolo fuori le mura chiamata anche San Paolo al Cimitero

Sassari: chiesa di San Paolo fuori le muraAppena passati sotto il viadotto della ferrovia, svoltiamo a destra nella via San Paolo, che fiancheggia il muro laterale meridionale del Cimitero, e, dopo circa centocinquanta metri, al termine del muro frontale, parcheggiamo ed arriviamo a piedi alla chiesa di San Paolo fuori le mura chiamata anche San Paolo al Cimitero edificata nel 1311, nel 1620 è divenuta la casa dei Mercedari di Sassari. La chiesa di San Paolo per la sua vicinanza al Cimitero ha svolto in passato la funzione di ultima sosta per i feretri prima della sepoltura. Dopo decenni di completo abbandono, durante i quali è stata chiusa ed era inagibile, la chiesa è stata recentemente restaurata.

Nel quartiere San Pietro nella zona sud occidentale della città si trova la chiesa del Santissimo Sacramento

Dalla piazza Santa Maria, davanti alla chiesa della Madonna di Betlem, prendiamo verso sud ovest la via Padre Zirano, che diventerà fuori dall’abitato la SP15M. Dopo circa quattrocento metri, alla prima grande rotonda, prendiamo a sinistra, a 90 gradi, la via Giovanni Amendola, dopo cinquecento metri svoltiamo a destra in viale Italia, e poi la prima a destra che è via Giacomo Matteotti, lungo la quale troviamo sulla sinistra della strada, al civico numero 56, la chiesa del Santissimo Sacramento. La chiesa è affidata alle suore del Getsemani, le Manzelliane, un Ordine religioso fondato da padre Giovanni Battista Manzella, che, traendo origine dall’agonia di Gesù nell’orto dei Getsemani, tende alla promozione umana dei poveri e degli ultimi. Vicino alla chiesa sorge il convento delle Manzelliane ed anche la loro scuola.

La chiesa, che sorge ai margini del quartiere San Pietro, un quartiere che si sviluppa nella zona sud occidentale della città, a ovest di viale Italia ed a sud di via Giacomo Matteotti, è stata realizzata, a partire dal 1940 e terminata nel dopoguerra, ed è caratterizzata dall’alto campanile, posto al centro della facciata, che ingloba l’ingresso, ripetendone le aperture in una successione verticale che arriva fino alla sommità, dove si trova la cella campanaria.

Sassari: chiesa del Santissimo Sacramento Sassari: chiesa del Santissimo Sacramento Sassari: chiesa del Santissimo Sacramento: interno Sassari: chiesa del Santissimo Sacramento: statua di padre Giovanni Battista Manzella

Il Santuario di San Pietro in Silki con il convento Frati Minori Conventuali di San Pietro

Sassari: chiesa di San Pietro in SilkiRimanendo nel quartiere San Pietro, proseguiamo su via Giacomo Matteotti fino al termine, prendiamo a sinistra la via San Pietro, alla quale potevamo arrivare anche direttamente da via Giovanni Amendola evitando la deviazione alla chiesa del Santissimo Sacramento. Dopo quattrocento metri prendiamo a destra via delle Croci, e, dopo circa 250 metri, vediamo sulla destra il piazzale nel quale si trova la chiesa di San Pietro in Silki, una delle Chiese più belle ed antiche di Sassari, chiesa parrocchiale del quartiere San Pietro. La chiesa viene fondata in un antico villaggio chiamato Silki tra gli anni 1065 e 1082, almeno a quanto risulta dal Libellus Judicum Turritanorum, ed in origine era annessa a un’Abbazia dei Benedettini. L’edificio viene riedificato in stile romanico nel tredicesimo secolo, ed il monastero passa ai Francescani nel 1467. Il Santuario di San Pietro di Silki è stato dedicato anche alla Madonna delle Grazie, dopo il misterioso ritrovamento dell’immagine della Vergine. La tradizione vuole che il simulacro sarebbe stato rinvenuto nel 1472 sotto il basamento della Colonna del miracolo, durante una predica del beato Bernardino da Feltre. In seguito al ritrovamento la statua viene sistemata nel luogo dove in seguito sarebbe stata eretta la Cappella che ha dato vita al culto della Vergine delle Grazie. Dell’edifio romanico rimangono poche parti, che vengono risparmiate dalle successive riedificazioni, effettuate tra il quindicesimo ed il diciassettesimo secolo. Alcuni tratti murari dell’aula risalgono all’edificio duecentesco, così come i primi due ordini del campanile, decorato esternamente da archetti pensili.

Sassari: chiesa di San Pietro in Silki Sassari: chiesa di San Pietro in Silki Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: facciata Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: torre campanaria

La chiesa di San Pietro presenta una facciata seicentesca in stile classico, tripartita da quattro lesene, con tre aperture rettangolari disposte lungo una cornice. Attraverso un arco a tutto sesto, sormontato dallo stemma del Antonio Mereu che, nel 1677, ha finanziato il restauro della facciata, si accede al portico presente davanti all’aula. Questa è a pianta rettangolare, con quattro cappelle sul lato sinistro, e il presbiterio rettangolare sul fondo, che ospita il fastoso altare maggiore in legno dorato. La volta a botte della navata ha sostituito nel seicento quella a capriate. La prima Cappella dopo l’ingresso è dedicata alla Madonna delle Grazie, edificata dopo il ritrovamento tra il 1472 e il 1478 in stile gotico catalano, e ampliata nel diciassettesimo secolo. La Cappella mantiene anche oggi la sua struttura originaria, è a pianta rettangolare con volta a crociera con semicolonne sugli angoli, l’arco all’ingresso è a sesto acuto ed è impostato su pilastri polistili con capitelli. Questa Cappella e di proprietà dell’antico gremio dei Massai ed ospita il suo antico Candeliere che risale alla meta dell’ottocento. Oltre alla Cappella della Madonna, si trovano nella chiesa anche quella del Crocifisso, e quella di San Salvatore da Horta che è di forma allungata e che si chiude con un’esedra semicircolare. Da segnalare anche la Cappella di San Pasquale di Baylon, sempre sulla navata nella parte sinistra.

Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: il portico davanti all’aula Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: interno Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: l’altare maggiore Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: candeliere del gremio dei Massai Sassari: chiesa di San Pietro in Silki: simulacro di Santa Vittoria

La chiesa viene definita anche il Santuario, ossia il luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, Dedicato a Santa Maria delle Grazie nella chiesa di San Pietro di Silki, per la devozione dei fedeli che in essa si recano numerosi in pellegrinaggio, dato che al suo interno si venera la statua in ceramica policroma che raffigura la Vergine con il Bambino. La statua sul retro appare piatta, segno che indica che in passato apparteneva a una composizione più complessa. Al Santuario è annesso il convento Frati Minori Conventuali di San Pietro, edificato insieme ad esso.

Il quartiere di Monserrato con il suo parco e la sua casa padronale

Dalla chiesa di San Pietro in Silki, riprendiamo la via delle Croci, che prosegue in via Enrico De Nicola, lasciando sulla sinistra l’Ospedale Civile di Sassari. Dopo circa 250 metri, prendiamo a destra viale Italia, che ci porta all’interno del quartiere Monserrato. In 250 metri continua verso sinistra su via Budapest, che seguiamo per circa 750 metri ed arriviamo a trovare sulla destra della strada il Parco di Monserrato.

Sassari: il parco di Monserrato Sassari: il parco di Monserrato Sassari: il parco di Monserrato Sassari: il parco di Monserrato

Il parco di Monserrato è un’area verde di Sassari, situata nella periferia sud occidentale della città, che si estendesu un’area di circa sei ettari. Grazie a un intervento di restauro conservativo è stato recentemente riportato all’antico splendore e riaperto ai cittadini. Il parco è adagiato lungo una conca naturale ed è attraversato da alcuni Viali principali, ciascuno di un tema vegetazionale differente. Si può attraversare il viale dei Tigli, il viale dei lecci e dei Carrubi, il viale dei Cipressi e quello dei Pini. In posizione baricentrica rispetto al parco, sei isole di coltivazione, divise da piccoli Vialetti, ospitano svariate piante di arancio. Proprio ai limiti occidentali del parco, troviamo la Villa Pinna, una villa pericolante che si sviluppa in piano terra adibito forse a stalla, sottopiano in cui è presente una galleria di venti metri con una diramazione, e piano sopraelevato. Accanto alla villa si trova la chiesa padronale del parco del Monserrato, che è la chiesa di Nostra Signora di Monserrat patrona del gremio dei Sarti, sottoposta recentemente a un ottimo restauro.

Sassari: chiesa di Nostra Signora di Monserrat Sassari: chiesa di Nostra Signora di Monserrat

La chiesa di San Vincenzo de Paoli

Proseguiamo su via Budapest fino alla rotonda, alla quale torniamo indietro, ripercorrendo all’indietro via Budapest e corso Italia. All’incrocio riprendiamo a destra la via Enrico De Nicola, che sbocca sulla via Filippo Turati, dove, al civico numero 62, si trova la chiesa di San Vincenzo de Paoli una chiesa parrocchiale presso la quale opera la Congregazione delle Figlie della Carità di San Vincenzo, e dove si svolgono diverse attività assistenziali.

Sassari: chiesa di San Vincenzo de Paoli Sassari: chiesa di San Vincenzo de Paoli: interno

La nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni Bosco

Sassari-La nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni BoscoProseguiamo su via Filippo Turati fino ad arrivare a una rotonda, la passiamo e proseguiamo dritti su via Washington, dove, al civico numero 3, alla sinistra della strada, si trova la chiesa di San Giovanni Bosco che è la parrocchiale del quartiere. La parrocchia è stata fondata nel 1970, e si era cominciato a dire messa in un vecchio capannone di Rizzeddu, fino a quando è stata edificata la Torre di Rizzeddu, e la chiesa aveva trovato spazio in un salone al pianoterra del grattacielo. Di anno in anno maturava la speranza di realizzare una chiesa vera, ma quando si pensava potesse essere imminente la posa della prima pietra, c’era sempre qualcosa a frapporsi e bloccare il progetto. Finalmente, la nuova chiesa è stata realizzata e, ben 42 anni da quando la parrocchia era stata fondata, nell’ottobre del 2012 è stata recentemente inaugurata la nuova chiesa.

Nel quartiere San Paolo nella periferia sud della città si trova la chiesa di San Paolo Apostolo

Torniamo indietro fino alla rotonda, prendiamo a destra la SS127, che prende il nome di via Rockfeller e che continua su via Verona, fino ad arrivare a un’altra rotonda, al di là della quale si sviluppa il quartiere San Paolo, un quartiere ubicato a sud della città. Qui prendiamo a sinistra la via Milano, poi, dove questa finisce, prendiamo a destra la via Duca degli Abruzzi, e dopo circa 250 metri, svoltiamo a destra in via Enrico Besta, dove, al civico numero 11/a, troviamo la chiesa di San Paolo Apostolo che è la chiesa parrocchiale del quartiere. Questa chiesa gestisce numerosi impianti sportivi, ossia campi di calcetto, di basket, e di altri sport, oltre a un bel parco giochi per bambini.

Sassari: chiesa di San Paolo Apostolo Sassari: chiesa di San Paolo Apostolo Sassari: chiesa di San Paolo Apostolo Sassari: chiesa di San Paolo Apostolo: interno Sassari: chiesa di San Paolo Apostolo: Campo da Calcio

I resti dell’ex Fondazione della Brigata Sassari

Ritornati sulla via Duca degli Abruzzi, dopo trecentcinquanta metri, passata la piazza duca di Moriana che si trova alla destra della strada, arriviamo a una rotonda, alla quale arriva da sinistra dal centro la via Rom, e dalla quale svoltiamo a destra in via Carlo Felice. Passata una prima rotonda, proseguiamo e troviamo sulla sinistra della strada i resti dell’ex Fondazione della Brigata Sassari.

Sassari: i resti dell’ex Fondazione della Brigata Sassari Sassari: i resti dell’ex Fondazione della Brigata Sassari

Sull’altro lato della strada, a destra, si trova la caserma del 152° reggimento della Brigata Sassari.

Nel quartiere Carbonazzi nella periferia sud orientale della città si trova la chiesa del Cristo redentore

Proseguiamo sulla via Carlo Felice, ed alla seconda rotonda la prima uscita ci fa prendere a destra la via Carlo Forlanini, che compie una curva verso sinistra, e la seguiamo fino alla fine, dove prendiamo, svoltando a destra, la via Ugo la Malfa, e poi, svoltando a sinistra, la via Paolo De Muro. Qui, al civico numero 1, troviamo la chiesa del Cristo redentore istituita nel 1986 perché gli abitanti del recente quartiere di Carbonazzi avessero un punto di riferimento, e che è chiesa parrocchiale del quartiere.

Sassari: chiesa del Cristo redentore Sassari: chiesa del Cristo redentoreo Sassari: chiesa del Cristo redentore

La chiesa si trova, infatti, nel quartiere Carbonazzi un quartiere della periferia sud orientale della città, edificato tra la fine degli anni settanta e la prima metà degli anni ’80 del novecento.

La pizzeria RE | MI premiata con i Tre Spicchi dal Gambero Rosso

Ritorniamo dove eravamo arrivati con la via Carlo Felice alla seconda rotonda, e la terza uscita ci prendere la prosecuzione dalla via Carlo Felice. Seguiamo la via Carlo Felice per circa centocinquanta metri e prendiamo a sinistra la via Salvatore Coradduzza lungo la quale, dopo una cinquantina di metri, alla sinistra al civico numero 17, si trova la pizzeria RE | MI, che viene generalmente considerata una delle migliori pizzerie della Sardegna.

Tra pizze del Gambero RossoSassari-La pizzeria RE | MIA Sassari si trova la Pizzeria RE | MI, con la quale Sandro Cubeddu, con un passato da panificatore, ha portato la pizza più moderna nel capoluogo del nord Sardegna. All’interno il locale è di stile industriale e abbastanza minimal. Niente tovaglia, ma tovagliolo in stoffa. Il personale è giovane e spontaneamente gentile e simpatico. Le pizze sono create con una base leggera e molto ben lievitata e, seppure con cornicione, rimane croccante. La sua pizza è una delle quattro in Sardegna premiate con i Tre Spicchi nella sezione della pizza all’italiana, il riconoscimento che la Guida alle pizzerie d’Italia 2023 del Gambero Rosso ha assegnato alle pizze ritenute migliori dai giudici dopo averne esaminato lievitazione, farine usate per impasto, selezione della materia prima cottura, la cottura e soprattutto il sapore.

Nella periferia orientale della città troviamo la piazza Antonio Segni con le sue strutture sportive

Sassari-La piazza con lo stadio Comunale Acquedotto Vanni SannaRitorniamo a dove dalla via Carlo Felice avevamo preso la via Salvatore Coradduzza, poi dopo altri circa centocinquanta metri lungo la via Carlo Felice, svoltiamo a sinistra nella via Giampietro Chironi, che ci porta dopo duecentocinquanta metri, nell’ampia piazza Antonio Segni. Nella piazza Antonio Segni si trova il Palasport di Sassari, una struttura articolata su tre piani, che ospita un campo centrale in parquet omologato per la gare di palla canestro sino al campionato nazionale, palestre di boxe, arti marziali, ginnastica e per l’attrezzistica. Si trova, inoltre, lo Stadio Comunale Acquedotto Vanni Sanna che ha una capienza di oltre dodicimila posti ed ospita le partite casalinghe della A.S.D. Torres calcio 1903.

Vicino alla piazza si trova l’Hotel Marini

Dalla piazza Antonio Segni prendiamo la prosecuzione della via Giampietro Chironi, che è la via Pietro Nenni, alla destra della quale, al civico numero 2, si trova l’Hotel Marini, nel quale abbiamo soggiornato spesso nelle nostre permanenze a Sassari.

L’Hotel Marini un albergo 3 stelle situato a Sassari, la città più importante del nord Sardegna, dal 1986 è gestito con amore e infonde in tutti gli ambienti un’atmosfera serena e gioviale. L’Hotel Marini gode di una posizione ideale, dato che si trova di fronte allo stadio, ad una ventina di minuti dalla spiaggia e, con una piacevole passeggiata, permette di raggiungere il centro storico di Sassari, tra la meravigliosa cattedrale di San Nicola e la fontana di Rosello, uno dei simboli più riconosciuti della città. Arrivati, basta lasciare l’auto nel parcheggio interno e si inizia a sentirsi a casa. Il ristorante dell’Hotel non farà poi mancare il gusto della più autentica tradizione sarda.

La chiesa parrocchiale della Sacra Famiglia

Sassari: chiesa della Sacra FamigliaPassata la piazza, proseguiamo in via Pietro Mastino, poi prendiamo la prima a sinistra che è la via Alcide De Gasperi, lungo la quale troviamo, sulla sinistra, al civico numero 8, la chiesa della Sacra Famiglia che è una chiesa parrocchiale. Presso questa chiesa, nel 1989 è stata costituita la Polisportiva Sacra Famiglia allo scopo di creare, in seno alla parrocchia, un centro di aggregazione, e che ora ha la sua sede presso il complesso sportivo ex Fondazione Brigata Sassari, situata sul retro della Fondazione, con ingresso da viale Adua.

La chiesa parrocchiale della Mater Ecclesiae

Sassari: chiesa della Mater EcclesiaeProseguendo lungo via Alcide De Gasperi, al suo termine prendiamo verso destra la via Antonio Gramsci. La seguiamo per poco più di cinquecento metri, fino alla fine, dove troviamo un incrocio e svoltiamo a sinistra su via luna e Sole, e, dopo trecento metri, troviamo alla sinistra della strada il grande complesso della chiesa della Mater Ecclesiae ossia della Beata Vergine Maria Madre della chiesa, Che è unadelle Chiese parrocchiali di Sassari. La chiesa è stata ufficialmente istituita nel 1966, e l’attuale edificio è stato realizzato nel 1973, con struttura in cemento armato, ed ha una forma semicircolare, composta da unica navata con una Cappella laterale.

A est del centro storico troviamo la chiesa dei Cappuccini o chiesa di San Francesco, con il convento dei Cappuccini

Per recarci a visitare la chiesa dei Cappuccini, dalla chiesa di Nostra Signora del Carmelo proseguiamo verso nord ovest sul corso Trinità fino ad arrivare alla rotonda, dove prendiamo il viale San Francesco che ci porta in piazza dei Cappuccini, dove si trova la chiesa dei Cappuccini chiamata poi chiesa di San Francesco d’Assisi una chiesa parrocchiale con l’annesso convento dei Cappuccini. La chiesa di San Francesco d’Assisi dei Frati Cappuccini, è una antica chiesa, immersa nel verde degli ulivi, fuori le mura della città, costruita dai Servi di Maria nel periodo catalano aragonese e dedicata alla Madonna, e, nel 1544, viene edificato, intorno ad essa, il convento. alla fine del sedicesimo secolo, con l’arrivo a Sassari dei Frati Cappuccini, la chiesa e il convento passano al nuovo ordine Francescano, che vi appone il sigillo di San Gavino di Torres, martirizzato sotto Diocleziano insieme ai Santi Proto e Gianuario. Con l’avvento dei Cappuccini, la chiesa della Vergine e il convento vengono ricostruiti in forme gotico catalane. Nel 1932 violente piogge danneggiano la facciata e il portico laterale, e, nel corso del nuovo restauro, si scopre un sarcofago romano del terzo secolo, sul quale si trova la croce, segno della fede a Sassari fino dai primi secoli del cristianesimo. Nel 1937 l’antica chiesa di Valverde viene dedicata a San Francesco d’Assisi. La chiesa ha una sola navata con una volta a crociera, e con cappelle laterali.

Sassari: chiesa dei Cappuccini chiamata anche chiesa di San Francesco Sassari: chiesa dei Cappuccini chiamata anche chiesa di San Francesco Sassari: chiesa dei Cappuccini chiamata anche chiesa di San Francesco Sassari: convento dei Cappuccini

Dalla piazza dei Cappuccini, giriamo a destra in via Marongiu del Rio, poi svoltiamo a destra in viale Trieste, prendiamo a destra viale Goffrado Mameli, ed infine svoltiamo a sinistra su via San Francesco, che ci riporta alla rotonda alla fine del corso Trinità.

Il quartiere del Sacro Cuore

Il quartiere del Sacro Cuore prende il nome dalla chiesa omonima, che si trova proprio al suo centro, ed è nato, insieme al quartiere monte Rosello, intorno al 1930, a seguito della politica di edilizia pubblica promossa dal regime fascista, dopo la costruzione di un nuovo, grande ponte, il Ponte Rosello sulla valle del Rosello, che separa idealmente i quartieri meridionali del centro storico e dei Cappuccini, dai quartieri monte Rosello e Sacro Cuore, situati a nord. Il ponte Rosello è stato inaugurato nel 1934, con la iniziale denominazione di Ponte littorio. La sua principale caratteristica sono i fasci littori in bronzo che adornano le balaustre, mentre, ai lati opposti del ponte, ci sono ancora le campane che segnalavano il coprifuoco nel periodo fascista.

La basilica del Sacro Cuore che è la parrocchiale del quartiere del Sacro Cuore

Lettura di 'Fede ed arte nella basilica del Sacro Cuore'Per arrivare al quartiere Sacro Cuore, alla rotonda prendiamo l’ultima uscita, su corso Giovanni Pascoli, passiamo il ponte Rosello e, dopo circa trecento metri, prendiamo a sinistra via Pietro Micca, che ci porta nella piazza del Sacro Cuore, nella quale si trova la basilica del Sacro Cuore, che è la chiesa parrocchiale del quartiere del Sacro Cuore. La costruzione della chiesa si deve all’arcivescovo Arcangelo Mazzotti, che commissiona il progetto all’architetto Ambrogio Annoni. Egli presenta nel 1935 due progetti, uno con linee più tradizionali e uno con un’impianto moderno che diviene poi il definitivo. L’architetto Annoni cerca comunque di di far confluire nel disegno complessivo motivi tradizionali con impostazioni più moderne. La chiesa parrocchiale viene edificata a partire dal 1943, ed aperta al culto nel 1952. Le decorazioni sono terminate solo nel 1969, e nel 1980 la chiesa è stata elevata alla dignità di basilica Minore, denominazione onorifica che il papa concede a edifici religiosi particolarmente importanti attribuendovi il rango di basilica. L’edificio ha una facciata rettilinea percorsa da lesene e arrotondata negli angoli laterali, con un campanile che si innalza in asse con il portale, diminuendo progressivamente la sua base quadrata con tre volumi sovrapposti. All’interno una navata unica si apre in larghezza a mano a mano che si avvicina al presbiterio. A sinistra dell’abside, si trova l’organo a canne Tamburini opus 649, costruito nel 1972, uno strumento a trasmissione mista, meccanica per i manuali e il pedale, ed elettrica per i registri e le combinazioni. La sua consolle è a finestra e dispone di tre tastiere di 61 note ciascuna, con la pedaliera concavo-radiale di 32 note. Le porte bronzee sono state realizzate dallo scultore toscano Mario Moschi nel 1968.

 

Sassari: chiesa del Sacro Cuore Sassari: chiesa del Sacro Cuore: facciata Sassari: chiesa del Sacro Cuore: interno

La chiesa è definita il Santuario, ossia il luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, Dedicato al Sacro Cuore di Gesù, per la devozione dei fedeli che in essa si recano numerosi in pellegrinaggio soprattutto per ammirare i pregevoli affreschi di Costantino Spada. Il tema del Sacro Cuore di Gesù viene riportato soprattutto nelle decorazioni. Gli affreschi e alcune pale d’altare, realizzate tra il 1960 e il 1968, sono opera del pittore sassarese Costantino Spada, che ha eseguito anche i disegni per i mosaici e le vetrate della chiesa.

Il quartiere del Monte Rosello

Dopo aver visitato la chiesa, giriamo tutta la piazza, prendendo a destra via Francesco Petrarca, poi a sinistra via Cesare Pavese, che continua in via Luigi Canepa, svoltiamo leggermente a sinistra in via Leonardo Da Vinci, e poi dopo circa duecento metri, ancora leggermente a sinistra in via Grazia Deledda, che ci fa uscire dal quartiere del Sacro Cuore.

Ci rechiamo, ora, nel quartiere del Monte Rosello in sassarese Monti Ruseddu, che si trova più ad est rispetto al quartiere Sacro Cuore, ed è nato insieme ad esso, intorno al 1930, a seguito della politica di edilizia pubblica promossa dal regime fascista. Il quartiere monte Rosellu è diviso in due parti dalla via Giovanni Pascoli. Nella parte bassa, che è quella che abbiamo indicata come quartiere Sacro Cuore, si trovano il Museo d’arte contemporanea Masedu e la basilica del Sacro Cuore. Invece nella parte alta, la più estesa, dove si trovano i primissimi palazzi in stile anni trenta, sono presenti anche la nuova Questura della polizia, e due parchi, il parco di via montello e il parco di Baddimanna.

La chiesa del Cuore Immacolato di Maria parrocchiale del quartiere del Monte Rosello

Per arrivare nel quartiere monte Rosello, proseguiamo lungo la via Grazia Deledda, che attraversa tutto il quartiere, poi, dopo circa seicento metri, passato l’incrocio con la via Giosuè Carducci, troviamo, sulla sinistra della strada, la chiesa del Cuore Immacolato di Maria che è la parrocchiale del quartiere di Monte Rosello, edificata nel 1950.

Sassari: chiesa del Cuore Immacolato di Maria Sassari: chiesa del Cuore Immacolato di Maria

Il quartiere Baddimanna

Più a nord rispetto al quartiere monte Rosello, si trova il quartiere Baddimanna sorto anch’esso intorno al 1930, grazie alla politica di edilizia pubblica promossa dal regime fascista, che ha individuato a Baddimanna una zona di sviluppo della città. Nel quartiere di Baddimanna si trova il Parco di Baddimanna una grande pineta realizzata negli anni ’50 del novecento, successivamente ad un incendio che aveva distrutto totalmente la vegetazione spontanea presente. Ha un’estensione di circa 10 ettari, e al suo interno sono presenti numerosi esemplari di pino, per questo viene denominato anche Pineta di Baddimanna, oltre a un sottobosco caratterizzato da essenze endemiche. Al suo interno è presente il monumento ai fanti della Brigata Sassari. Negli ultimi anni il parco è stato sottoposto a grandi lavori di riqualificazione che hanno comportato la creazione di Viali ciclopedonali, piazzole di sosta per il picnic ed un palco fisso per manifestazioni e concerti, ma attualmente si trova in uno stato di grave degrado ed abbandono.

La chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni appartenete alla confessione religiosa dei Mormoni

Sassari: chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi GiorniPer arrivare al quartiere Baddimanna, dal quartiere monte Rosello prendiamo la via Giosuè Carducci, dopo quattrocento metri svoltiamo a destra in via Sennori, poi a sinistra in via Alessandro Manzoni che, attraversata la grande via Giovanni Prati, diventa la via Torralba. Dopo 250 metri, prendiamo a sinistra la via Mores, che ci porta, in circa trecento metri, alla chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni appartenete alla confessione religiosa dei Mormoni, la religione fondata negli Stati Uniti meno di Duecentoanni fa da Joseph Smith, considerato dai Mormoni un profeta e fondatore della chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, la branca maggioritaria del Mormonismo.

La chiesa di Gesù Buon Pastore che è la parrocchiale del quartiere Baddimanna

Sassari: chiesa parrocchiale di Gesù Buon PastoreTornando indietro da via Mores, proseguiamo su via Torralba, che sbocca sulla via Giovanni Prati. La prendiamo verso destra e seguiamo l’ampia curva verso sinistra, che ci porta in via Ossi. Arriviamo a una rotonda, alla quale possiamo prendere a destra la via Poligono, ma, se continuiamo dritti, arriviamo in via Ludovico Ariosto, dove, al civico numero 2, si trova la chiesa di Gesù Buon Pastore che è la chiesa parrocchiale del quartiere Baddimanna. Si tratta di una chiesa in stile moderno, ma le linee sono semplici, in sintonia con le indicazioni della Conferenza episcopale italiana e con il nuovo corso avviato da papa Francesco. Semplici sono anche i materiali impiegati per costruire l’edificio e le sue pertinenze: pietra, legno e ferro. L’elemento architettonico più evidente è la copertura a capriate, realizzata in legno lamellare, che conferisce all’ambiente interno un’atmosfera calda e accogliente. Lo sfondo è caratterizzato da un dipinto policromo di grandi dimensioni che raffigura Gesù Buon Pastore con una pecorella sulle spalle.

Lo stadio dei Pini intitolato a Tonino Siddi

Se seguiamo la via Giovanni Prati, evitando la curva che porta in via Ossi, ma proseguendo drittti, sbocchiamo sulla via Baldedda. La prendiamo verso sinistra e la seguiamo per poco più di cinquecento metri, lasciando al termine sulla destra lo Stadio dei Pini intitolato a Tonino Siddi, che costituisce l’impianto d’atletica leggera di Sassari. Ci si può arrivare anche da via Poligono, prendendo sulla destra la via Baldedda, che porta allo stadio.

Il quartiere latte Dolce

A nord ovest del quartiere Baddimanna, si trova il quartiere latte Dolce in sassarese Latti Dozzi, anch’esso un quartiere di edilizia popolare, che oggi ospita piu di 9000 abitanti. Nel periodo medioevale a zona era nota con il nome del paese di Bosove, ed in essa si trovavano i possedimenti di alcune antiche famiglie logudoresi. Per arrivare al quartiere latte Dolce, appena passato lo stadio, dalla via Baldedda svoltiamo a destra, in via Poligono, proseguiamo fino a una rotonda, alla quale proseguiamo diritti in via Vincenzo Bellini, che dopo poco più di cinquecento metri svolta leggermente a sinistra e diventa via Kennedy. Arriviamo a un bivio, dove proseguiamo prendendo la prosecuzione di via Kennedy.

L’antica chiesa di San Leonardo di Bosove

Sassari: chiesa di San Leonardo di BosoveDopo aver percorso circa settecento metri sulla via Kennedy, troviamo, sulla sinistra della strada, i resti delle chiesa di San Leonardo di Bosove una chiesa romanica che apparteneva all’antico villaggio di Bosove. Nel condaghe di San Gavino si racconta che gli abitanti del villaggio di Bosove diedero una mano per il trasporto in lettiga del giudice Comita del Logudoro che, malato di lebbra, si recava a Porto Torres per dedicare una chiesa ai martiri Gavino, Proto e Gianuario. La lebbra era nel destino del villaggio perchché poco tempo dopo, nel 1177, un successore di Comita, Barisone II col consenso della moglie Preziosa de Orrù e del figlio Costantino, vi fonda un Ospedale per la cura della terribile malattia dotandolo di terreni e di molti altri beni, amministrato da rettori del monastero di San Leonardo di stagno fino al 1257, e quindi dalle clarisse del monastero di Santa Chiara di San Miniato in Provincia di Pisa. In quel periodo viene costruita anche la piccola chiesa, intitolata in origine a San Leonardo. La chiesa abbandonata nel cinquecento, quando era andata completamente in rovina, in seguito, nei primi lavori di restauro nel 1825, è stato scoperto, sotto i rovi che ricoprivano la lunetta ogivale del portone di facciata, un affresco che rappresentava la Madonna che allatta il bambino, con ai lati Santa Lucia e Sant’Anna, la quale è stata ritenuta miracolosa ed è divenuta meta di pellegrinaggio. La struttura originaria della chiesa, realizzata con conci di calcare tufaceo, presentava una navata unica con copertura a capriate lignee, della quale rimangono attualmente solo i fianchi meridionale e settentrionale ed esternamente, nel muro settentrionale, una serie di archetti pensili poggianti su peducci sagomati con figure antropomorfe, zoomorfe e motivi geometrici, risalenti al duecento. Al trecento risale invece l’abside gotica quadrata, leggermente più bassa e stretta della navata. Nell’ottocento la chiesa viene voltata e la facciata viene ricostruita. Con il restauro del 1954 l’edificio subisce notevoli modifiche strutturali, con la ricostruzione del tetto, la sostituzione del piccolo campanile a vela con uno più grande, l’asporto dell’intonaco dalle pareti, la ricostruzione della bifora absidale e la costruzione di un portichetto rustico in corrispondenza dell’ingresso.

Il Santuario della Madonna di latte Dolce che è la parrocchiale del quartiere omonimo

Subito più avanti, alla destra della strada, si trova il grande Santuario della Madonna del latte Dolce, che è la chiesa parrocchiale del quartiere latte Dolce. Si tratta di una nuova chiesa, edificata nel 1827 dopo che il degrado aveva costretto ad abbandonare la chiesa di San Leonardo di Bosove. Una leggenda popolare racconta che la chiesa sarebbe stata costruita con le ricchezze trovate grazie alle indicazioni fornite dalla Madonna a un ragazzo malato di mente, il quale, dopo l’incontro con lei, aveva riacquistato la ragione. Anche questa chiesa ha conservato l’intitolazione a San Leonardo fino al 1882, quando, dopo la scoperta dell’affresco nella chiesa di San Leonardo, è divenuta il Santuario di Nostra Signora del latte Dolce, ampliata per accogliere i fedeli che accorrevano sempre più numerosi.

Sassari: chiesa campestre di Nostra Signora del latte Dolce Sassari: chiesa campestre di Nostra Signora del latte Dolce

La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli che in essa si recano sempre più numerosi per onorare la Madonna del latte Dolce. Il rinvenimento dell’affresco nella chiesa di San Leonardo è stato subito considerato miracoloso dagli abitanti che cominciarono a chiamare tutta l’area nei pressi della chiesa Zona del latte Dolce. Negli anni successivi il quartiere, sviluppatosi presso l’edificio nel secondo dopoguerra con i finanziamenti degli americani, tanto da venire anche chiamato Quartiere americano.

Il quartiere di Santa Maria di Pisa

A sud del quartiere latte Dolce, si sviluppa il quartiere di Santa Maria di Pisa un altro quartiere popolare che si è venuto a sviluppare vicino alla chiesa omonima, che si posiziona al suo interno, oggi ai suoi limiti orientali. Per arrivare al quartiere Santa Maria di Pisa, dal quartiere latte Dolce, tornando indietro dopo aver visitato la chiesa della Madonna del latte Dolce, lungo la via Kennedy, prendiamo la prima a destra, che è via leoncavallo, la percorriamo fino a che essa svolta a destra, mentre noi proseguiamo dritti su via Franceso Cilea, e, dopo meno di cento metri, troviamo a sinistra la via Luigi Solari.

La chiesa dedicata a Santa Maria di Pisa che è la parrocchiale del quartiere omonimo

All’incrocio tra via Francesco Cilea e via Luigi Solari, si trova la chiesa di Santa Maria di Pisa, che è la chiesa parrocchiale del quartiere di Santa Maria di Pisa, oggi di proprietà del Pime, Pontificio Istituto Missioni estere. Intorno alla chiesa di trova un monumentale giardino barocco, di fatto un’enclave verde all’interno dell’omonimo e popoloso quartiere. Si tratta di un’area di un ettaro e trecento metri quadrati, nella quale gli alberi, che nessuno ha curato, rimangono gli imponenti custodi delle statue, delle fontane e degli arredi, che risultano un poco malandati.

Sassari: il palazzo del Pime da cui dipende la chiesa di Santa Maria di Pisa Sassari: chiesa di Santa Maria di Pisa Sassari: chiesa di Santa Maria di Pisa

Il quartiere Santa Maria di Pisa con le Chiese dedicate a Santa Maria di Pisa ed a Santa Maria Bambina

Torniamo su via Francesco Cilea e la seguiamo anche nell’ampia curva verso destra, e, dopo quattrocento metri, troviamo sulla sinistra della strada la grande chiesa di Santa Maria Bambina.

Sassari: chiesa di Santa Maria Bambina Sassari: chiesa di Santa Maria Bambina

La stazione ferrovoaria di Santa Maria di Pisa

Sassari-La Stazione ferroviaria di Santa Maria di PisaProseguendo lungo la via Cilea, alla rotonda, prendiamo l’uscita sulla via Gaetano donizetti, e, dopo quattrocentocinquanta metri, vediamo alla sinistra della strada la Stazione ferroviaria di Santa Maria di Pisa della linea che collega Sassari con Sorso. La stazione è situata a breve distanza dal passaggio a livello, sotto il cavalcavia che collega il quartiere con la strada a scorrimento veloce diretta verso Porto Torres. Il fabbricato viaggiatori è di architettura moderna, ed attualmente la stazione, oltre a costituire tappa del percorso ferroviario, rappresenta il capolinea della linea metrotramviaria cittadina sassarese, e, nei suoi pressi, vi è l’area con le pensiline delle linee ARST.

Il quartiere Sant’Orsola

A ovest del quartiere latte Dolce si trova il quartiere Sant’Orsola un altro quartiere di edilizia popolare che viene solitamente distinto in Sant’Orsola vero e proprio, Sant’Orsola nord, che si trova a nort est del quartiere vero e proprio, e Sant’Orsola sud, che si trova a sud est. Per arrivare al quartiere Sant’Orsola, proseguiamo lungo la via Gaetano donizetti.

La chiesa di Sant’Orsola che è la parrocchiale del quartiere omonimo

Sassari-Sant’Orsola: chiesa di Sant’OrsolaSeguiamo la via Gaetano donizetti ed al bivio che incontriamo, prendiamo verso sinistra la via Martiri delle Foibe, che ci porta nel quartiere Sant’Orsola sud, dove continua, poi, sulla via Aldo Cesaraccio. A circa un chilometro da dove abbiamo imboccato la via Martiri delle Foibe, entrati nel quartiere Sant’Orsola vero e proprio, arriviamo a un incrocio, dove prendiamo a destra la via Edina Altara, e qui troviamo, sulla sinistra, la piazza sulla quale si affaccia la grande chiesa di Sant’Orsola che è la chiesa parrocchiale del quartiere.

La nuova Stazione ferroviaria di Rodda Quadda

A ottocento metri da dove abbiamo imboccato la via Martiri delle Foibe, prendiamo a destra la via Benvenuto lobina, che continua su via Sette Fratelli e ci porta nel quartiere Sant’Orsola nord. Sassari-Sant’Orsola: la Stazione ferroviaria di Rodda QuaddaPercorsi ottocento metri, arriviamo a una rotonda, alla quale prendiamo a sinistra la via Buddi Buddi, la seguiamo per quattrocento metri, alla rotonda proseguiamo dritti per altri centoquaranta metri. Poi prendiamo leggermente a sinistra la strada che costeggia la via Buddi Buddi, e, dopo circa trecento metri, svoltiamo leggermente a destra e imbocchiamo la Strada Vicinale Rodda Quadda. La seguiamo per trecentocinquanta metri, prendiamo a destra la strada che, in un’ottantina di metri, ci porta alla nuova Stazione ferroviaria di Rodda Quadda il cui fabbricato viaggiatori è ripartito su due piani con doppio ingresso sulla facciata, di tipica architettura anni trenta delle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna. Di recente sono state rinnovate le banchine, l’illuminazione, gli accessi ed il passaggio a livello automatico, forse in vista di una trasformazione in metropolitana leggera.

La vecchia Stazione ferroviaria di Sant’Orsola chiusa al servizio viaggiatori

Sassari-Sant’Orsola: la Stazione ferroviaria di Sant’OrsolaDove la via Martiri delle Foibe ci ha portati nel quartiere Sant’Orsola sud, che continua sulla via Aldo Cesaraccio, la seguiamo fino in fondo, dove sbocca sulla via Sant’Orsola, che prendiamo verso sinistra, ossia verso sud ovest. In duecentocinquanta metri, questa strada ci porta all’estrema periferia sud occidentale dell’abitato, di fronte alla vecchia Stazione ferroviaria di Sant’Orsola una stazione sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda in direzione di Porto Torres Marittima, dopo la stazione di Sassari, e prima delle stazioni dismesse di San Giorgio, di San Giovanni, e della Stazione ferroviaria di Porto Torres. Edificata da parte della Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, nel 1920 la gestione passa alle Ferrovie dello Stato, che nel 2001 ne cedono la gestione alla controllata RFI. Si tratta di una fermata in superficie, passante, ed è chiusa al servizio viaggiatori.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, dopo aver visitato il centro storico e la periferia di Sassari, visiteremo i Dintorni della città di Sassari con le sue principali frazioni. Le frazioni più lontane sono già state descritte in una precedente tappa del nostro viaggio.


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