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Sedini con l’abitato dove si trova la domus de janas Sa Rocca e con i suoi dintorniIn questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo La visita dell’Anglona recandoci nel paese chiamata Sedini che visiteremo con il suo abitato con la domus de janas Sa Rocca, e con i suoi dintorni. La regione storica dell’Anglona
In viaggio verso SediniDa Valledoria, passata la località la Muddizza, proseguiamo con la SP90 per un chilometro, ed arriviamo a uno svincolo, dove questa strada si immette sulla nuova SP90, ossia sulla strada provinciale che collega Santa Teresa di Gallura con Castelsardo. Da Valledoria ci dirigiamo verso Castelsardo e SediniPassata la località la Muddizza, proseguiamo con la SP90 per due chilometri e mezzo, ed arriviamo a uno svincolo, dove questa strada si immette sulla nuova SP90, ossia sulla strada provinciale che collega Santa Teresa di Gallura con Castelsardo. La seguiamo per due chilometri, poi, invece di proseguire verso Santa Teresa di Gallura, prendiamo verso destra la vecchia SP90, nota anche come SP90bis, che attraversa la località Multeddu e ci porta sulla SS134, a un bivio, con indicato sulla sinistra Sedini ed a destra Castelsardo.
Potevamo arrivare sulla SS134 anche, con una seconda strada meno suggestiva ma più veloce. Dallo svincolo per immettereci sulla nuova SP90, possiamo prendere, seguendo le indicazioni per Sedini, una deviazione verso sud, che, in tre chilometri e trecento metri, ci porta sulla SS134 che ci conduce a Sedini, sette chilometri più avanti di dove la avevamo presa precedentemente. Passiamo accanto alla frazione littighedduPresa la SS134 in direzione di Sedini, dopo sette chilometri arriviamo ad incontrare le seconda deviazione da Valledoria, più avanti, percorso un chilometro e trecento metri, troviamo una deviazione sulla destra che, in un chilometro e Settecento metri, ci porta alla frazione littigheddu (altezza metri 411, distanza 4.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 34).
Arriviamo al paese chiamata SediniRitornati dalla località littigheddu sulla SS134, la seguiamo per poco più di due chilometri e mezzo, ed arriviamo all’interno dell’abitato di Sedini. Dal Municipio di Valledoria a quello di Sedini, seguendo la prima strada, molto più bella e suggestiva, si sono percorsi 20.8 chilometri, mentre, seguendo la seconda strada si sono percorsi solo 12.2 chilometri. Il comune chiamato Sedini
A Sedini si parla il Gallurese, nella variante castellanese, che è quella parlata a Castelsardo, dal che si deduce che in origine la sua popolazione è stata di origine còrsa, come si deduce dal rione detto Capo Corso, ma è probabile che la località fosse originariamente abitata da una popolazione di origine sarda, come si deduce dall’altro rione che è nominato Capo sardo. Origine del nomeLa sua denominazione, che si ritrova nelle forme medievali di Sein o Sey, ha una origine non chiara, che si tende a far risalire al protosardo. Alcuni ritengono, però, che il nome potrebbe avere un riferimento con quello della città biblica di Setin, città dalla quale Giosuè inviò i propri esploratori a Gerico prima di conquistarla, il che farebbe ipotizzare che vi abitassero nuclei di ebrei, come a Martis, Laerru e Perfugas. La sua economiaIl comune di Sedini basa la sua economia sull’attività agricola e zootecnica, dato che, pur avendo il suo territorio una conformazione collinare, non mancano tratti di pianura, anche abbastanza estesi, dove si praticano l’agricoltura estensiva e l’allevamento. Le coltivazioni più diffuse sono il frumento, l’orzo, le fave, oltre a vari legumi quali i piselli, i ceci e le lenticchie. Si semina, inoltre, il lino, che viene venduto in tutta la Gallura. I suoi principali prodotti tipici sono il miele, il torrone ed il vino. Si pratica, inoltre, l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria, di modeste dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare ed edile. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più frequentate della zona, la sua vicinanza alla zona costiera che si affaccia sul Golfo dell’Asinara nonché a importanti strutture religiose quali le abbazie di San Nicola di Silanis e San Pancrazio, rappresentano delle ragioni sufficienti ad attirare un discreto flusso di visitatori. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Brevi cenni storiciLe origini di Sedini risalgono alla preistoria, dato che le colline tra le quali si sviluppa il paese sono ricche di grotte, nelle quali si insediarono probabilmente i suoi primi abitanti, e nel centro abitato si trova una maestosa domus de janas, insieme di tombe ipogeiche scavate nella roccia, risalente all’età della pietra. Durante il periodo medioevale Sedini fà parte dell’antica Curatoria dell’Anglona, nel Giudicato di Logudoro. La zona nella quale si trova Sedini viene affidata nel 1113 ai monaci Benedettini di montecassino, che si stabiliscono nell’Abbazia Benedettina di San Nicola di Silanis, alla quale appartengono le diverse Chiese presenti nel territorio. Viene in seguito duramente contesa tra i Doria e gli Aragonesi, fino a che questi ultmi prevalgono. Nel 1656, a causa delle epidemie e della terribile pestilenza, perde l’importanza che aveva acquisito fino ad allora, e viene successivamente ceduta dagli Aragonesi, come feudo, alla famiglia dei Pimentel e, infine, a quella dei Tellez-Giron. Entrata nel Regno di Sardegna e successivamente in quello d’Italia, poi nella repubblica, Sedini ha, fino agli anni ’60 del Novecento, una importanza maggiore rispetto a quella attuale, basti pensare che sia il comune di Valledoria che quello di Santa Maria Coghinas facevano parte del comune di Sedini. Da questo hanno ottenuto l’autonomia nel 1960, costituendo il nuovo comune di Valledoria, dal quale successivamente nel 1983 si è staccata Santa Maria Coghinas. Le principali feste e sagre che si tengono a Sedini
Visita del centro di SediniL’abitato, che si sviluppa all’interno di una gola, nel suo nucleo originario è circondato da antiche abitazioni che si mescolano con le rocce, nelle quali spesso si prolungano. Molto singolare è il centro storico, di origine medioevale, caratterizzato da scalinate e sottopassaggi, e soprattutto, particolarità che lo rendono unico nel suo genere, da molte case scavate nella roccia. Entriamo in Sedini da nord ovest con la SS134, che nel centro abitato prende il nome di via Nazionale. Iniziamo la visita del paese dal Municipio di Sedini
I giardini pubblici con il Monumento ai Caduti della Prima Guerra MondialeTornati sulla via Nazionale, alla sinistra della strada si trovano i Giardini pubblici di Sedini, che fanno angolo con la via la Rampa. A una quarantina di metri da dove abbiamo imboccato la strada che ci ha portati al Municipio, troviamo sulla sinistra l’ingresso ai giardini, di fronte al quale si trova, su un cippo realizzato con diversi massi di trachite, il Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale che raffigura un soldato in combattimento nell’atto di lanciare una bomba a mano con la mano destra, mentre stringe la baionetta nella mano sinistra, ed ai suoi piedi giace accasciata la figura di un altro giovane soldato caduto sul campo di battaglia. Sulla parte frontale sono applicate le lapidi, quella centrale riporta i nomi dei caudti della grande guerra, mentre le due lastre laterali sono un’aggiunta successiva e riportano i nomi dei caduti della seconda guerra mondiale. La domus de janas Sa RoccaProseguendo per circa cento metri lungo la via Nazionale, vediamo alla destra della strada la caserma dei Carabinieri. A una cinquantina di metri, passata una curva a 90 gradi a sinistra delle strada, in corrispondenza del numero 35 della via Nazionale, troviamo, sulla destra della strada, la Domus de janas Sa Rocca di notevoli dimensioni, realizzata nel Neolitico recente, periodo che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4200 ed il 4000 avanti Cristo. E secondo la datazione tradizionale tra il 3400 ed il 3200 avanti Cristo. É scavata in un grande masso calcareo isolato, alto dodici metri, in bilico sul vallone di Baldana, che dall’altopiano di Sedini digrada rapidamente verso la fertile vallata del rio Silanis, tanto che all’origine il suo accesso si trovava in corrispondenza di questa valle. Alcune stanze sono completamente scavate nella roccia, altre sono state integrate con murature e solai. La domus de janas si sviluppa su due piani, ed al piano inferiore è presente una botola che porta alla tomba vera e propria, utilizzata anche come Cantina. La domu comprende sei celle disposte su piani diversi e tra loro comunicanti. Nella prima sono presenti tre nicchie sopraelevate, che venivano probabilmente utilizzate per la deposizione di offerte. La seconda ha forma quadrangolare, e da essa un portello sopraelevato conduce alla terza, di forma quasi ovale, che è collegata alla quarta di forma approssimativamente tonda. Dalla prima e dalla seconda cella si passa alle ultime due, che ora sono unite a formare un unico locale. Abitata fino in anni recenti, si dice sia stata utilizzata dal periodo medioevale fino al 1850 come prigione, dal che deriva il suo nome Sa Rocca, pur essendo poco capiente e poco sicura. Successivamente è stata utilizzata come casa di civile abitazione, come negozio, sede di partito ed altro. Attualmente è stata acquisita dall’amministrazione Comunale, ed al suo interno è stata ricostruita una casa rurale che costituisce quasi un piccolo ma interessante Museo Etnografico. La Chiesa parrocchiale di Sant’AndreaProseguendo lungo la via Nazionale, dopo una cinquantina di metri prendiamo a sinistra la via della parrocchia, che, in un’altra cinquantina di metri, ci fa vedere sulla sinistra la facciata della Chiesa di Sant’Andrea che è la Chiesa parrocchiale di Sedini. Costruita nel 1517-27 in forme gotico aragonesi, sopra una precedente struttura risalente al tredicesimo secolo, e successivamente restaurata tra il Settecento e l’Ottocento. Il 1527 è la data scolpita nel pilastro a destra della seconda campanata. La Chiesa ha un bel portale gotico decorato da un’apertura archivoltata con motivi floreali. Nell’interno, a una navata, sono particolarmente eleganti le due cappelle a sinistra, la prima con arco a sesto acuto, la seconda a tutto sesto, entrambi scolpiti e abbelliti da fantasiosi capitelli figurati. Nel presbiterio, che si apre con un arco trionfale dai capitelli pure figurati, è conservata una copia della Trasfigurazione di Raffaello, eseguita nel 1597 dal pittore manierista sardo Andrea lusso. Una singolare tradizione vuole che a Sedini, nell’arco di tre giorni, vengano celebrate le feste di tre Santi protettori di questa comunità, e precisamente la prima domenica di ottobre la Festa della Madonna del Rosario, il lunedì successivo la Festa di Sant’Isidoro, ed il martedì la Festa di Sant’Antonio da Padova. Tre celebrazioni, e quindi tre diverse processioni che attraverseranno il paese, con, ovviamente, l’immancabile corollario di riti religiosi e di festeggiamenti civili. La Festa di Sant’Andrea, patrono di Sedini, si celebra il 30 novembre presso la Chiesa e poi in tutto il paese, preceduta da due giorni di festeggiamenti. Per questa festa, si tengono a Sedini numerose iniziative organizzate dalla parrocchia, dal comune e dai giovani del paese. Fuori dall’abitato verso est si trova il Cimitero di Sedini
La Chiesa di Nostra Signora del RosarioDal Cimitero, ripresa all’indietro la via Roma, la seguiamo fino alla piazzetta antica e Brundanu, poi, passata la via Unione che ci porta nella piazza dell’unione, prendiamo la continuazione della via Roma, che è la via Municipio, la quale, dopo centocinquanta metri, continua sulla lunga via Coghinas.
Il Campo Sportivo Comunale di Sedini
La Chiesa di San Giacomo Apostolo
Fine della visita del paese chiamata SediniPassata la Chiesa di San Giacomo Apostolo, la strada svolta verso sinistra, e, dopo duecentocinquanta metri, sbocca sulla via Madonnina, che prendiamo verso destra, e che, percorsi altri trecento metri, ci porta alla rotonda sulla SS134, che abbiamo incontrato all’inizio della nostra visita all’abitato di Sedini. Visita dei dintorni di SediniVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sedini, sono stati portati alla luce i resti della domus de janas Sa Rocca che abbiamo già descritta; della necropoli di Conca Mariana; dei Protonuraghi Cannalzu, e Lu Furrazzeddu; dei nuraghi semplici Bagnu, Conca Niedda, la Marmuradda, monte Fulcadu, Monti Longu, Paulu littu, San Salvatore, Tanca Noa, Tintizzi; dei nuraghi complessi Longu, Lu Padru, Preadu; ed anche dei nuraghi Lu Culumbazzu, Lu Saltu, monte Vignoli, Pedra Mulchitta, tutti di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla del nuraghe Calzunaggiu, che è stato completamente smantellato. Verso nord si può raggiungere la Chiesa abbandonata di San Salvatore o del Santissimo Salvatore
I resti del nuraghe complesso Longu e del nuraghe semplice Monti LonguRitornati sulla prosecuzione della via Coghinas verso nord, in direzione di Valledoria, la seguiamo per circa un chilometro e duecento metri, poi prendiamo una sterrata sulla sinistra che conduce verso il Cuile Piana. La seguiamo per trecentocinquanta metri, poi prendiamo il sentiero sulla sinistra che conduce, appunto, al Cuile, vicino al quale si trovavano i resti del Nuraghe Longu edificato a 112 metri di altezza. Si tratta dei resti di un nuraghe complesso, costruito in trachite, caratterizzato da una torre centrale, rinforzata da bastioni che probilmente collegavano altre torri, e con intorno le poche tracce di un insediamento abitativo.
I resti del nuraghe semplice di Conca Niedda con vicino il Santuario nuragicoA Quattrocentocinquanta metri dalla rotonda che ci ha portati all’interno dell’abitato, prendiamo sulla destra la quasi parallela via Margherita di Savoia, che si dirige verso sud ovest, e, dopo una sessantina di metri, prendiamo a destra la via San Pancrazio, che ci porta fuori dall’abitato in direzione sud ovest. La seguiamo per circa un chilometro e mezzo, poi troviamo alla sinistra della strada un cancello con le indicazioni, passato il quale, invece di proseguire dritti sulla deviazione, prendiamo subito a destra la sterrata che, in meno di un chilometro, ci porta a vedere, sulla destra della strada, il Nuraghe di Conca Niedda. Si tratta di un piccolo nuraghe semplice, monotorre, costruito in pietra calcarea e trachite, edificato a 296 metri di altezza. Intorno sono pesenti le tracce di un insediamento. Vicino al nuraghe è presente il Santuario nuragico di Conca Niedda che è dotato di una piccola Torre di avvistamento. Nei pressi del nuraghe e del Santuario nuragico, è presente anche una capanna preistorica, con all’interno una rotonda provvista di un bacile. La grotta di Conca Niedda
Proseguendo raggiungiamo la Chiesa romanica di San Pancrazio di NursiProseguendo in direzione sud ovest sulla prosecuzione della via San Pancrazio, dopo circa Settecento metri, passato il pontesu un corso d’acqua, prendiamo la deviazione che costeggia la strada sulla sinistra. Percorsi trecentocinquanta metri, prendiamo una sterrata sulla sinistra che, in altri trecentocinquanta metri, ci porta in località Nursi, dal quale si controlla una vasta zona della campagna sedinese.
I resti del Protonuraghe la Furrazzedda detto anche Protonuraghe di ConchiTornati a Sedini, riprendiamo la via Margherita di Savoia verso sud ovest, e, dall’imbocco della via San Pancrazio, circa duecentocinquanta metri più avanti, troviamo un’altra deviazione sulla destra verso sud est, che è la via Armando Diaz. Questra strada, in solo poco più di duecentocinquanta metri, ci porta a vedere alla destra della strada i pochi resti del Protonuraghe la Furrazzedda chiamato anche Protonuraghe di Conchi, dal nome della località nella quale si trova. Si tratta di un Protonuraghe costruito in pietra calcarea, a corridoio cieco, edificato a 354 metri di altezza, che si trova però in uno stato fortemente distrutto. La grotta di Conchi
La Chiesa abbandonata di Santa Maria in Solio o dell’AnnunziataProseguendo lungo la via Margherita di Savoia, la seguiamo anche quando diventa la via Giardino Sanna ed esce dall’abitato in direzione sud est. Dopo l’imbocco della via Armando Diaz, percorsi seicentocinquanta metri, passato sulla sinistra un abbeveratoio, troviamo sulla destra una deviazione in salita che seguiamo per poco più di un chilometro e mezzo, fino a trovare, alla sinistra della strada, un’area di sosta dalla quale è possibile raggiungere i ruderi di un’antica Chiesa abbandonata.
La grotta di Speluncas chiamata anche fossa di la lorigaProseguendo per poco più di duecento metri, troviamo sulla destra un sentiero che conduce alla Grotta di Speluncas chiamata anche Fossa di la loriga una bella grotta naturale che si apre sulla collina di Lu Padru. La grotta comprende camere di circa dieci metri di altezza, contenenti bellissime stalattiti e stalagmiti. I resti del nuraghe complesso di Lu Padru detto anche nuraghe Bianco
La Chiesa abbandonata di Sant’Elia di Setin
Subito dopo il Cimitero si trova la necropoli di Conca MarianaDal centro dell’abitato prendiamo la prosecuzione della via Coghinas, che è la via Roma e che ci porta ad uscire verso est. Qui troviamo il Cimitero di Sedini, al termine del quale un viottolo ci porta verso nord est alle Necropoli di Conca Mariana. Si tratta di una necropoli costituita da due domus de janas pluricellulari scavate nel calcare, più una terza iniziata e non portata a termine, della quale è stato scavato solo il dromos. Una delle due tombe si apre in parete presso il Cimitero, mentre la seconda, insieme alla tomba incompiuta, si apre a sud est, sul bordo del pianoro denominato monte Sant’Elia, in direzione di Bulzi, e, secondo alcuni, apparterrebbe alla sua area Comunale. La Chiesa di Sant’Anna e Santa BarbaraPer arrivare alla Chiesa di Santa Barbara e Sant’Anna conviene partire dall’abitato di Bulzi, che raggiungiamo proseguendo verso est la SS134, anche se la Chiesa si trova all’interno dell’area Comunale di Sedini. Entrati in Bulzi, la attraversiamo interamente da est ad ovest con la via Nazionale, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SS134, e, quasi all’uscita, prendiamo verso destra la via Europa, che, in trecento metri, ci porta al Campo da Calcio di Bulzi.
La Chiesa abbandonata di San Nicola in Solio chiamata più comunemente San Nicola di Silanis
La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio proseguiremo la visita dell’Anglona interna recandoci a Bulzi dove visiteremo il piccolo paese ed i suoi dintorni con la Chiesa di San Pietro delle Immagini. | ||||
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