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Bulzi con l’abitato e nei dintorni la chiesa di San Pietro delle Immagini ed i suoi siti archeologici


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita dell’Anglona interna recandoci a Bulzi dove visiteremo il piccolo paese ed i suoi dintorni con la chiesa di San Pietro delle Immagini.

La regione storica dell’Anglona

L’AnglonaL’Anglona è la regione storica della Sardegna che si affaccia sul golfo dell’Asinara, una ampia insenatura che si distende lungo il versante nord occidentale dell’Isola, delimitata a nord dal mare, a est dal fiume Coghinas, a sud dal monte Sassu e a ovest dal fiume Silis e dal monte Pilosu. Il suo territorio è prevalentemente collinare, composto da allipiani di natura vulcanica o calcarea, adagiatisu una base di tufo. Comprende una vasta regione costituita dall’Anglona propriamente detta, distinta fra Bassa Valle del Coghinas o Anglona marittima, ed un paese, Tergu, appartenuto nel passato più lontano alla regione di montes, ed Anglona interna. I comuni che fanno parte dell’Anglona marittima sono Castelsardo, Santa Maria Coghinas, Tergu, Valledoria; mentre quelli che fanno parte dell’Anglona interna sono Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis, Nulvi, Perfugas e Sedini. Grazie alla bonifica della bassa valle del Coghinas, effettuata tra il 1920 ed il 1930, che ha consentito di sfruttare meglio la piana del Coghinas, le coltivazione più diffuse sono quelle dei carciofi, soprallutto nella ricercata varietà denominata Spinoso sardo, e dei pomodori. Negli anni settanta del secolo scorso si è sviluppata, soprattutto nei comuni costieri, anche l’industria turistica.

In viaggio verso Bulzi

Dal centro di Sedini prendiamo la SS134 che esce dall’abitato verso oriente, e che, in circa tre chilometri, ci porterà al centro dell’abitato di Bulzi.

L’insediamento romano di Monti Maltu costruito sopra una precedente area sacra o funeraria preistorica

Bulzi: l’insediamento romano di Monti Maltu costruito sopra una precedente area sacra o funeraria preistoricaSubito, passato il Cimitero di Sedini, a poco meno di trecento metri da dove la via Roma si immette sulla SS134, passata una curva a sinistra in corrispondenza della quale parte sulla sinistra la via Giusppe Garibaldi, In corrispondenza della successiva curva a destra, vediamo in alto, alla sinistra della strada, l’Insediamento romano di Monti Maltu che è stato edificato al di sopra di una precedente area sacra o funeraria di Età preistorica. Nelle rovine si trovano resti di edifici preistorici, costruiti con conci a coda e con conci a forma di T. Si trovano, poi, vasche e pressoi di epoca romana destinati a particolari lavorazioni, ed inoltre è presente una scalinata scavata nella roccia. All’interno dei resti è stato rinvenuto un abbondante materiale che testimonia l’importanza del sito. Si tratta di frammenti di anfore sia repubblicane che imperiali, oltre a materiale ceramico, anfore, tegole in laterizio ed altro.

Arriviamo a Bulzi

Proseguendo sulla SS134, dopo solo un paio di chilometri, raggiungiamo il centro del paese chiamato Bulzi. Dal Municipio di Sedini a quello di Bulzi abbiamo percorso solo 3.2 chilometri.

Il comune chiamato Bulzi

Bulzi: veduta dell’abitatoBulzi-Stemma del comuneIl comune chiamato Bulzi (nome in lingua sarda Bultzi, altezza metri 200 sul livello del mare, abitanti 469 al 31 dicembre 2021) è un borgo agricolo situato nella parte centrale del territorio della Provincia di Sassari, a nord est dell’altopiano dell’Anglona, facilmente raggiungibile con la SS134 di Castelsardo, che attraversa il paese. Il paese, prevalentemente esposto a nord est, è situato alle falde di due colline, il monte Maltu ed il monte Sant’Elia. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 68 a un massimo di 361 metri sul livello del mare.

Con la visita del piccolo centro di Bulzi entriamo nell’Anglona interna, e questo è dimostrato dal fatto che in esso non si parla più il Gallurese, ma il sardo nella sua variante logudorese. Una particolarità della lingua parlata a Bulzi è quella relativa all’articolo plurale, dato che i nomi, sia quelli che al singolare sono maschili, sia quelli femminili, al plurale utilizzano sempre l’articolo femminile. Nel bulzese, infatti, non esiste l’articolo plurale maschile Sos, ma solo quello femminile Sas.

Origine del nome

Il nome del paese è attestato fino dal 1341, nelle diverse forme Gulte, Guloe e Gulsey. La sua etimologia è, molto probabilmente, di origine prelatina. Il primo riferimento sulla sua nascita si ritrova nei documenti della cosiddetta pace d’Arborea, siglata nel 1368, in cui si fa cenno a un certo Pietro de campo, rappresentante della comunità di Gulsei.

La sua economia

Bulzi: i genuini prodotti localiL’economia del paese è sempre stata prevalentemente di tipo agropastorale. L’agricoltura riveste un ruolo preminente nell’economia locale, dato che si producono grano, orzo ed avena, frumento, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta. Diffuso anche l’allevamento, preponderante quello ovino, ma è presente anche quello bovino, suino e caprino. L’industria, di scarse dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti alimentare ed edile. Interessante è l’artigianato, in particolare quello specializzato nella lavorazione dei cesti. Modesta è anche la presenza del terziario. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. Sebbene non figuri tra le mete turistiche più frequentate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i genuini prodotti locali, godere di una suggestiva cornice paesaggistica ed effettuare escursioni visitando le diverse testimonianze del suo passato sparse sul territorio.

Brevi cenni storici

Il suo territorio è ricco di reperti paleobotanici che risalgono a circa venti milioni di anni fa. Ad esempio, all’ingresso del centro abitato giungendo da Sedini, si trova una colonna di tronchi di palma pietrificati raccolti nel paese, sui quali è posta una Madonnina. La storia di Bulzi comincia nel Paleolitico inferiore, come attestato nel suo territorio dai resti di vari Nuraghi, di un Dolmen, di una Tomba di giganti con l’area sacrificale, di costruzioni megalitiche e di un villaggio nuragico. Molto probabilmente il piccolo centro nasce dall’unione dei due villaggi che sorgevano nei pressi dei due monasteri Benedettini più importanti del territorio, ossia di San Pietro delle Immagini, a tre chilometri dall’attuale centro abitato, e San Pietro di Simbranos, sito ormai scomparso e che oggi si trova alla periferia del paese. Durante il periodo medioevale, Bulzi appartiene alla Curatoria dell’Anglona, nel Giudicato del Logudoro. A partire dal tredicesimo secolo, viene governata dai monaci Benedettini di montecassino, al cui Ordine religioso il giudice Costantino I di Torres e la moglie Marcusa de Gunale donano la chiesa di San Nicola di Silanis, costruita prima del 1122 per volontà di Furatu de Gitil e della moglie Susanna de Lacon-Zori, di una nobile famiglia i cui componenti appartenevano alla corte giudicale di Torres. Successivamente entra a far parte dei possedimenti dei Doria, dei Malaspina, ed infine degli Aragonesi. Viene da questi concessa in feudo ai Pimentel, principi di Anglona, e, infine, ai Tellez-Giron. È uno dei comuni più antichi della Sardegna, infatti, sebbene molto piccolo, diventa un comune autonomo nella seconda metà dell’ottocento.

Personaggi nati a Bulzi

Bulzi dà i natali a importanti Cantadores, personaggi del canto popolare, e tra gli ultimi vanno citati Francesco Cubeddu, Leonardo Cabizza e Giovannino Casu.

Bulzi-Un disco di Francesco CubedduFrancesco Cubeddu nato nel 1924, fin da bambino ha preso a seguire i Cantadores, sempre più innamorato dei loro canti, e proprio in questo periodo ha conosciuto molti di loro, fra i quali Giovanni Gavino Degortes, Antonio Desole e luigino Cossu. Da alcuni è stato considerato il miglior Cantadore di tutti i tempi. Leonardo Cabizza nato nel 1924, è uno dei più grandi personaggi del canto sardo a chitarra, per il suo prestigioso talento, per l’impronta che ha lasciato con il suo stile, ma anche per aver contribuito all’affermazione di questa tradizione. Giovannino Casu nato nel 1941, è un Cantadore che proviene da una terra di grandi artisti, come Francesco Cubeddu e Leonardo Cabizza, del quale è nipote. Non poteva esserci aria migliore da respirare, per lui, e maestri dai quali apprendere con sicurezza e passione.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Bulzi

Con Bulzi entriamo nell’Anglona interna, tanto che vi si parla la lingua sarda, per cui siamo in una località nella quale si svolgono numerose feste e sagre. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Bulzi sono da segnalare il 20 gennaio, la Festa di Santu Bestianu, ossia di San Sebastiano Martire, che è il Patrono del paese; importanti sono a Bulzi i festeggiamenti del Carnevale antico, chiamato Carrasciale Antigu, che si conclude con Sapadu Iscasciadu, ossia con il sabato matto; per la Pasqua si svolgono i riti e le celebrazioni della Settimana Santa, Sa Chida Santa, che sono curati dai membri della antica Confratermita della Santa Croce, e significative sono anche le manifestazioni della Pasquetta, che viene chiamata Lunis de Pasca ’e Aprile; l’evento più significativo si svolge la vigilia della domenica dell’Ascensione di Nostro Signore, con la Festa de Sas Malaidos, ossia la Festa degli Ammalati e successivamente, la domenica dell’Ascensione, si svolge Sa Die de su Rughefissu, ossia il giorno del Crocefisso, con la processione e con S’Ardia, che qui viene chiamata Su Caragolu, attorno al paese ed attorno alla chiesa di San Pietro delle Immagini il 29 giugno, la Festa dei Santu Pedru e Paulu, ossia dei Santi Pietro e Paolo; il 14 settembre, la Festa di Santa Rughe, ossia della Santa Croce; dal 15 agosto al 13 settembre, si svolgono i festeggiamenti di Santu Isidoro e Santa lughia, ossia di Sant’Isidoro e Santa Lucia; il sabato precedente la penultima domenica di settembre, si svolge la celebrazione di Santa Lucia; la penultima domenica di settembre, la Festa di Sant’Isidoro.

Visita del centro di Bulzi

L’abitato, interessato da espansione edilizia, si adagia su una collina di modesta altezza. Entrando nel paese, la SS134 proveniente da Sedini prende il nome di via Nazionale.

Entrando nel paese si trovano i pochi resti delle fondamenta della chiesa di San Pietro di Simbranos

La chiesa di San Pietro delle Immagini o del Crocifisso, che si trova a circa tre chilometri dall’abitato e che descriveremo più avanti, viene spesso erroneamente indicata, nelle cartine ed itinerari turistici, come chiesa di San Pietro di Simbranos. Ma quest’ultima, ritenuta una delle creazioni più belle dello stile romanico in Sardegna, era situata ai limiti del centro abitato di Bulzi, e se ne conservano oggi solo, sottoterra, le fondamenta invase dalla vegetazione. I suoi resti si trovano a lato della SS134, a poco più di cento metri dal cartello indicatore dell’abitato, dopo aver preso sulla destra la traversale via Giuseppe Garibaldi. Subito si trova, a destra, una salita con l’indicazione per i resti della chiesa, che si trovano tra questa strada e la strada statale. Bulzi: i pochi resti delle fondamenta della chiesa di San Pietro di SimbranosLa chiesa, che era stata costruita prima del 1122 per volontà di Furatu de Gitil e della moglie Susanna de Lacon-Zori, di una nobile famiglia i cui componenti appartenevano alla corte giudicale di Torres, è stata, in seguito, governata dai monaci Benedettini di montecassino, al cui Ordine religioso il giudice Costantino I di Torres e la moglie Marcusa de Gunale la avevano donata. La chiesa è stata successivamente abbattuta, e già don Salis, ex parroco di Bulzi, aveva scritto un libretto, realizzato ricopiando un testo del settecento, nel quale riportava che Toda la pedra de San Pedro de Simbranis era stata usata per la facciata della parrocchiale, dalla quale distava poche centinaia di metri.

Poco più avanti si possono vedere i tronchi di palma pietrificati sui quali si trova la statua della Madonna

Bulzi: la statua della Madonna posta su una colonna formata da tronchi di palma pietrificatiPassato l’incrocio con la via Giuseppe Garibaldi, circa duecento metri più avanti proseguendo verso il centro lungo la SS134, che è diventata la via Nazionale, si trova alla destra della strada un ampio spiazzo nel quale è collocata una Statua della Madonna fatta realizzare, nel 1966, dal signor Francesco Mulargia, come ringraziamento alla Madonna per una grazia ricevuta. Tale statua è posta su una colonna di particolare pregio, formata da Tre tronchi di palma pietrificati risalenti al Miocene, che sono alcuni dei tanti reperti paleobotanici di cui il territorio di Bulzi è assai ricco.

Inizio della visita del paese

Passato lo spiazzo con la statua della Madonna, la via Nazionale compie una curva verso destra, e, dopo meno di duecento metri, troviamo alla sinistra della strada una piazza pedonale, con un monumento. Prendiamo sulla sinistra, ad angolo con la piazza, la via Celestino Segni, la seguiamo per una settantina di metri, ed alla sinistra, al civico numero 3, si trova l’edificio che ospita il Municipio di Bulzi, con la sue sede ed i suoi uffici.

Bulzi: la piazza ad angolo tra la via Nazionale e la via Celestino Segni Bulzi: l’edificio che ospita il Municipio di Bulzi

La chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire

Seguendo via Celestino Segni per un’altra settantina di metri, la strada sbocca sulla via Roma, che prendiamo verso destra, ossia verso ovest, e che, in centoventi metri, ci porta nella piazza San Sebastiano, nella quale troviamo, sulla sinistra, la settecentesca chiesa di San Sebastiano Martire che è la chiesa parrocchiale di Bulzi. Per quanto riguarda l’origine di questa chiesa, va ricordato che, nel quattordicesimo secolo, Bulzi deve affrontare un’epidemia di peste, che riduce il paese a poco più di 300 abitanti, e la popolazione decide di rivolgersi, con le sue preghiere, a San Sebastiano. Quando ha termine l’epidemia, i bulzesi decidono di ringraziare il Santo dedicandogli una chiesa. Nel 1796 la chiesa viene ingrandita, utilizzando le pietre dell’antica chiesa ormai distrutta di San Pietro di Simbranos, situato alla periferia del paese. Per motivi di sicurezza, in questa chiesa sono custodite le opere appartenenti alla chiesa campestre di San Pietro delle Immagini, che incontreremo più avanti. Si tratta del significativo gruppo in legno d’ontano che raffigura la Deposizione di Gesù dalla Croce ed è composto dalle figure di Cristo, San Giuseppe d’Arimatea, San Giovanni, la Vergine e un angelo. Il gruppo in legno, presumibilmente pervenuto dalla Toscana attraverso i monaci Benedettini, è considerato l’unica manifestazione rilevante di intaglio romanico esistente in Sardegna, dovrebbe risalire alla fine del tredicesimo secolo. Le altre opere presenti sono una Statua di San Pietro Apostolo del dodicesimo secolo, ed un Polittico pittorico settecentesco detto retablo de la Imagines.

Bulzi: chiesa di San Sebastiano Bulzi: chiesa di San Sebastiano: interno Bulzi: chiesa di San Sebastiano-gruppo in legno che raffigura la deposizione di Gesù dalla Croce Bulzi: chiesa di San Sebastiano: la statua di San Pietro Apostolo Bulzi: chiesa di San Sebastiano: il polittico pittorico settecentesco detto retablo de la Imagines

Il 20 gennaio si celebra la Festa di Santu Bestianu, ossia di San Sebastiano Martire, il Santo patrono del paese, che offre un raro esempio di messa officiata quasi interamente in lingua sarda. Dopo la processione, che accompagna la statua del Santo per le vie del paese, si celebra la messa con canti liturgici tradizionali. Si tengono inoltre balli e spettacoli folkloristici.

Anche se la chiesa dedicata a Santa Lucia non è più presente nel territorio, la tradizione del culto a lei riservato non si è spenta ed, a Bulzi, dal 15 agosto al 13 settembre, si svolgono i Festeggiamenti di Santu Isidoro e Santa lughia, ossia di Sant’Isidoro e Santa Lucia, organizzati dal Comitato di Santa Lucia e Sant’Isidoro con il patrocinio del comune. In seguito, il sabato precedente la penultima domenica di settembre, si svolge la Festa di Santa Lucia, mentre la penultima domenica di settembre, si svolge la Festa di Sant’Isidoro, entrambe con riti religiosi e cerimonie civili.

L’oratorio di Santa Rughe ossia della Santa Croce

Proseguiamo lungo la via Roma sempre verso est per una settantina di metri, poi prendiamo a destra la trasversale via Vittorio Veneto, che, in una trentina di metri, ci porta in piazza Santa Croce, che si trova alla sinistra della strada. Nella piazza troviamo la chiesa ed oratorio di Santa Rughe ossia di Santa Croce riedificato alla fine degli anni settanta del novecento su un edificio settecentesco, oratorio che è la sede dell’antica Confratermita della Santa Croce, alla quale è affidata l’organizzazione dei riti della Settimana Santa. All’interno della chiesa ed oratorio, sulle pareti, si trova una serie di affreschi rappresentanti la Via Crucis, realizzati da Giovanni Cau, conosciuto come Cau da Castelsardo, uno dei principali pittori sardi contemporanei, nato a Ortueri nel 1933. Al centro della parete dietro l’altare centrale, si trova il bellissimo Crocefisso de S’Isgravamentu, realizzato nel seicento. La Festa di Santa Rughe, ossia della Santa Croce, si celebra il 14 settembre, con una interessante serie di manifestazioni.

Bulzi: l’oratorio di Santa Rughe ossia della Santa Croce Bulzi: l’oratorio della Santa Croce: interno con gli affreschi che rappresentano la via Crucis Bulzi: l’oratorio della Santa Croce: bellissimo Crocefisso de S’Isgravamentu

La Funtana Manna

Bulzi: la Funtana MannaGuardando la facciata della chiesa ed oratorio, Prendiamo la stretta strada che lo costeggia sulla destra, che è la via la fonte, e che, in una cinquantina di metri, sbocca sulla via Sardegna. La prendiamo verso destra, ossia verso est, e, in una ventina di metri, troviamo alla sinistra della strada la bella fontana chiamata Funtana Manna. Costruita nel 1865 ed ultimata nel 1951, è un complesso idrico costituito da una fontana e da tre vasche, e veniva regolarmente usata dalla popolazione come sorgente, lavatoio e luogo per far abbeverare gli animali fino agli anni ’50 del novecento. La fontana è molto interessante dal punto di vista architettonico, poiché è alimentata da acqua sorgiva separata dall’acquedotto Civico.

Il Campo da Calcio di Bulzi

Bulzi: Campo da Calcio di BulziRitornati sulla via Nazionale, dalla piazza dove avevamo preso la via Celestino Segni, la seguiamo per altri trecentocinquanta metri, fino ad incontrare la deviazione sulla destra nella via Europa, che, percorsa per trecento metri, fino ai limiti dell’abitato, ci porta al Campo da Calcio di Bulzi, che si trova alla sinistra della strada, e che è in grado di ospitare 70 spettatori. Se proseguiamo lungo la via Europa, che esce dal paese verso sud ovest, arriveremo nel territorio di Sedini, alla chiesa di Santa Barbara e Sant’Anna ed alla chiesa romanica di San Nicola in Solio, che abbiamo già descritto quando abbiamo parlato dei dintorni di Sedini.

Il Cimitero di Bulzi

Bulzi: Cimitero di BulziDopo aver evitato la deviazione nella via Europa, proseguiamo lungo la via Nazionale, che esce dall’abitato verso est e si immette nuovamente sulla SS134. Percorsa la via Nazionale per circa centosettanta metri dopo la deviazione in via Europa, prima di riprendere la statale, troviamo sulla destra una deviazione in salita che costeggia la strada, e che ci conduce all’ingresso del Cimitero di Bulzi, che si trova sulla destra della deviazione.

Visita dei dintorni di Bulzi

Vediamo, ora, che cosa si trova nei dintorni di Bulzi, ossia la chiesa di San Pietro delle Immagini, i resti delle altre Chiese campestri ed i diversi siti archeologici, che comprendono ventuno Nuraghi e quattro villaggi preistorici, concentrati nei dintorni del Nuraghe Rodas. Sono stati, infatti, portati alla luce i resti della notevole muraglia megalitica del monte Pedrulongu; del Protonuraghe Concatile; dei Nuraghi semplici Badde Ozzastru, Bonaggiuta, conte, Cultu, Figone, Fughiles, Manos d’Oro, Muros, S’Arede, San Nicola, Sarula, Sas ladas; dei Nuraghi complessi Bonora, Malosa, Rodas; dei Nuraghi Contrainu, Sas Saraos, di tipologia indefinita; mentre i Nuraghi Bulzesu, Nuragheddu, Sa casazza dono stati completamente distrutti.

La chiesa di San Pietro delle Immagini

Bulzi: chiesa di San Pietro delle ImmaginiDal Municipio di Bulzi, torniamo sulla SS134 e la prendiamo in direzione sud est, ossia verso Perfugas. Dopo tre chilometri ed ottocento metri, troviamo una sterrata sulla sinistra contrassegnata da una crocesu un masso, e, in trecento metri, arriviamo a vedere, isolata in mezzo alla campagna, la bellissima chiesa de Santu Pedru de su Rughifissu ossia del Crocifisso detta anche chiesa di San Pietro delle Immagini. La chiesa è stata costruita intorno al 1050 ed ampliato tra il 1120 ed il 1225, ed in seguito, nel tredicesimo secolo, sono state ricostruite la facciata e l’abside, dai monaci Benedettini di montecassino. La bella chiesa ha forme romaniche arcaiche e recenti, con anche qualche aspetto gotico. La facciata è molto elegante, con fasce alternate in pietre di trachite rossa ed altre di calcare bianco, ed è decorata con colonnine e archetti pensili. Sopra l’architrave che sovrasta il portale c’è un bassorilievo con tre figure di cui quella centrale, barbuta, con le braccia rivolte al cielo in atteggiamento di invocazione, ed ai fianchi due monaci, forse rappresentava San Benedetto morente, sostenuto da due confratelli. Il presonaggio centrale è stato inoltre interpretato come un Abate assiso in preghiera, a testimonianza dell’esistenza di un monastero annesso alla chiesa, i cui resti sono ancora presenti, e soprattutto due vasche per la pigiatura dell’uva. Può darsi che siano queste le immagini che hanno dato il nome alla chiesa, sebbene la denominazione potrebbe esserle derivata anche dall’avere ospitato il Polittico pittorico settecentesco detto retablo de la Imagines. Invece, l’intitolazione al Crocifisso può derivare dal mirabile e preziosissimo gruppo ligneo della fine del tredicesimo secolo, che raffigura la Deposizione di Gesù dalla Croce, il quale si trovava al suo interno, e del quale nel presbiterio si trova una riproduzione. L’interno, suggestivo nonostante la modestia dell’ambiente, è composto da unica aula con copertura a capanna, dotato di transetto i cui bracci hanno volta a botte, ed anche qui si ripresenta l’alternanza cromatica, nella copertura delle volte e del catino absidale. L’altare in pietra si posiziona al centro del presbiterio, che è rialzato lievemente rispetto allo spazio riservato ai fedeli. L’acquasantiera è ricavata da un tronco d’albero pietrificato, a testimonianza di una remota foresta, i cui resti sparpagliati nel territorio sono ancora individuabili.

Bulzi: chiesa di San Pietro delle Immagini: facciata Bulzi: chiesa di San Pietro delle Immagini: il portone di ingresso Bulzi: chiesa di San Pietro delle Immagini: bassorilievo con tre figure di cui quella centrale ha grandi mani rivolte verso il cielo in atteggiamento di invocazione, che ha dato il nome alla chiesa Bulzi: chiesa di San Pietro delle Immagini: interno

La Festa di Santu Pedru e Paulu, ossia di San Pietro e Paolo, viene celebrata il 29 giugno. L’evento più significativo si svolge, però, la vigilia della domenica dell’Ascensione di Nostro Signore, quando si svolge la Festa de Sas Malaidos, ossia la Festa degli Ammalati, con la celebrazione eucaristica pomeridiana, seguita da un rinfresco; e successivamente, la domenica dell’Ascensione, si svolge Sa Die de su Rughefissu, ossia il giorno del Crocefisso, con la processione che parte dalla chiesa parrocchiale fino alla chiesa di San Pietro delle immagini, con S’Ardia, che qui viene chiamata Su Caragolu, attorno al paese ed attorno alla chiesa di San Pietro delle Immagini, e la messa alla quale partecipano numerose Confraternite dell’Anglona.

La chiesa di San Pietro delle Immagini o del Crocifisso viene spesso erroneamente indicata, nelle cartine ed itinerari turistici, come chiesa di San Pietro di Simbranos, ma, come abbiamo già visto, quest’ultima era situata ai limiti del centro abitato di Bulzi, e se ne conservano oggi solo le fondamenta.

I resti del Nuraghe complesso Rodas

Sul ciglio opposto dell’altura dove sorge la chiesa di San Pietro delle Immagini, più a nord rispetto ad essa, si trovano i resti del Nuraghe Rodas raggiungibile con una stradicciola che parte verso destra a metà della strada che porta alla chiesa, poco prima di arrivare ad essa, e poi prendendo a sinistra lungo il rio Silanis. Si tratta di un Nuraghe trilobato, formato da grandi massi di trachite, del quale mancano diversi filari. La camera centrale sembra quadrata alla base, poi comincia a chiudere a tholos circolare, ed è stata paragonata, dal Taramelli, alla tomba etrusca della Petriera di Vetulonia. Intorno alla costruzione, ancora in discreto stato, sono ben visibili numerose tracce di costruzioni circolari, ossia i resti di un villaggio nuragico. Poco distante dal Nuraghe Rodas, si trovano un pozzo a cisterna, e pochi resti di due Tombe di giganti purtroppo senza esedra. Il tutto, però, è un enorme groviglio di piante spinose e massi, in stato di totale abbandono.

I pochissimi ruderi della chiesa di Santa Lucia

Bulzi: i pochissimi ruderi della chiesa di Santa LuciaUscendo da Bulzi sulla prosecuzione di via Roma, che esce verso nord est dall’abitato sulla SS133 in direzione di Perfugas, subito dopo l’uscita dal paese, a quattrocento metri dalla chiesa parrocchiale troviamo una stradicciola sulla destra che ci porta ai pochissimi ruderi della chiesa di Santa Lucia. Si trovano in un terreno privato alla periferia del paese, e sono costituiti da pochi frammenti di tegole e alcuni conci di pietra che costituivano la struttura muraria, che stanno ad indicare il sito dove sorgeva l’antica chiesa medioevale dedicata a Santa Lucia. Non lontano vi era anche la chiesa di Santa Chiara, citata pure dall’Angius, della quale non vi è più alcuna traccia in quanto nel sito nel quale si trovava, che è stato inglobato nel perimetro urbano, sono stati costruiti alcuni moderni edifici.

Lungo la strada verso la chiesa di San Nicola si trovano i resti del Nuraghe semplice Muros

Ripresa la SS133 verso est, la seguiamo per circa un chilometro e quattrocento metri ed arriviamo a un bivio con le indicazioni a destra per il Nuraghe S’Arede e la Necropoli di S’Arede, ed alla sinistra per la chiesa campestre di San Nicola. Proseguiamo verso sinistra e, dopo quattrocento metri, prendiamo la deviazionesu una strada bianca in direzione della chiesa campestre. Percorsa per una quarantina di metri, troviamo sulla destra un cancello, passato il quale prendiamo una sterrata che, in un chilometro e ottocento metri, ci porta al Cuile Muros. Subito prima di arrivare all’edificio che ospita l’ovile ed il caseificio, troviamo, alla destra della strada, il Nuraghe Muros un Nuraghe semplice del quale rimangono solo i resti di una torre.

Lungo la stessa strada si trovano i resti del Nuraghe complesso Bonora

Bulzi: il Nuraghe BonoraRitornati sulla strada bianca in direzione della chiesa campestre di San Nicola, e proseguendo lungo essa, dopo seicentocinquanta metri troviamo, alla destra, tra due piccoli pilastri, un nuovo cancello, passato il quale possiamo prendere una sterrata che seguiamo per circa centocinquanta metri, e che ci porta a un altro ovile. Vicino ad esso, alla sua destra, si trova il Nuraghe Bonora un Nuraghe complesso un tempo imponente, ma quasi del tutto distrutto. In posizione pianeggiante è il Nuraghe di maggiori dimensioni presente nel territorio del comune. Si possono notare tre torrette, una delle quali centrale rispetto alle altre. In apparenza la struttura si presenta molto complessa su un area non molto grande, ma secondo le testimonianze del proprietario del terreno la struttura in origine era costituita da sette torri, demolite dai vandali in cerca di reperti, e da un villaggio di otto ettari di estensione. Il terreno circostante è ricco di cocci di vasellame. L’accesso al Nuraghe è difficoltoso in quanto è coperto di arbusti ed erbacce.

La chiesa campestre di Santu Nigola ossia di San Nicola in Concatìle

Tornati a dove avevamo svoltato a destra per il Nuraghe Bonora, riprendiamo la strada bianca e la seguiamo per settecento metri, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra, e, dopo Duecentotrenta metri, a sinistra, la strada che conduce nella regione di Concatìle, al confine con il territorio Comunale di Santa Maria Coghinas, in una zona caratterizzata dalla presenza di diversi Nuraghi e tombe preistoriche.

Bulzi: chiesa campestre di San Nicola in ConcatìlePercorsi quattrocentocinquanta metri, arriviamo al Cuile San Nicola, dal quale un sentiero verso est ci porta, in meno di duecento metri, alla chiesa campestre di Santu Nigola ossia di San Nicola in Concatìle. La chiesa è ben visibile anche da lontano, e pare sia stata costruita dai Benedettini nel dodicesimo secolo in forme romaniche, per essere poi rimaneggiata nel sedicesimo secolo. L’aula è a una sola navata, ed all’interno custodisce una statua lignea di San Nicola, Vescovo di Mira, risalente al cinquecento. All’esterno chiesa ha dimensioni abbastanza contenute, con due contrafforti esterni per lato. Ha due ingressi, uno sulla facciata abbellito da un timpano ed uno laterale con archetto a tutto sesto.

Non lontano dalla chiesa campestre, in località S’ Arede, Si trovano il Nuraghe San Nicola che è posizionato su un’altura a sud est, ed il Nuraghe S’Arede un poco più a sud rispetto ad esso. Un poco più a sud, sul fianco di piccoli affioramenti di roccia trachitica, si trova la Necropoli di S’Arede, che descriveremo più avanti.

I resti del Nuraghe semplice Cultu

Tornati a dove avevamo svoltato a destra per il Nuraghe Bonora, riprendiamo la strada bianca e la seguiamo per settecento metri, poi, seguendo le indicazioni, prendiamo a destra, evitiamo, dopo Duecentotrenta metri, la deviazione a sinistra per la chiesa campestre, ma proseguiamo dritti verso est per circa trecento metri, e troviamo sulla destra, su un rialzo immerso nella vegetazione, il Nuraghe Cultu quasi del tutto completamente distrutto, forse mai ultimato, comunque di difficile interpretazione.

I resti del Nuraghe semplice Figone

Percorsi poco più di altri cinquecento metri, arriviamo a un incrocio, dove sulla sinistra troviamo le indicazioni per la Necropoli di S’Arede, che si trova più a nord. Tra la strada che abbiamo percorso e quella che porta alla necropoli, si trova all’interno il Nuraghe Figone un Nuraghe semplice anch’esso semidistrutto e, quindi, di difficile interpretazione.

Passati il Nuraghe Cultu ed il Figone raggiungiamo la grande necropoli di S’Arede

Bulzi-Una delle tombe della necropoli di S’AredePresa a sinistra la strada seguendo le indicazioni per la Necropoli di S’Arede dopo un centinaio di metri troviamo le indicazioni per il sito archeologico, che va raggiunto a piedi, camminando tra la vegetazione. Un poco più a sud rispetto al Nuraghe San Nicola e al Nuraghe S’Arede, sul fianco di piccoli affioramenti di roccia trachitica, si trovano le tombe che costituiscono la necropoli, nella quale sono presenti dodici Domus de danas, due delle quali fatte saltare in aria nel periodo della guerra. Gli ipogei sono ricavati nella roccia, ma sono stati violati da vandali o cercatori di tesori in epoca remota.

Sul monte Pedrulongu si trovano i resti della grande muraglia megalitica del monte Pedrulongu

All’incrocio prendiamo, invece, verso destra, ossia verso sud ovest, la strada che, in un chilometro e settecento metri, porta sulla SS133. Lungo questa strada, percorsi circa quattrocento metri, alla sinistra vediamo il Monte Pedrulongu, una collina che si presenta di forma tronco conica a gradoni, somigliante ad Nuraghe di dimensioni gigantesche.

Bulzi: i resti della grande muraglia megalitica del monte PedrulonguLa sommità della collina, spianata, è un ellisse che misura sessanta metri nel suo asse maggiore e trenta metri il suo asse minore. La sommità è cinta da ciò che resta della notevole Muraglia megalitica del monte Pedrulongu che si estende da nord ovest a nord est, ma che probabilmente un tempo cingeva l’intera sommità poiché la muraglia è in gran parte crollata a valle e i suoi massi ne ricoprono le pendici in tutte le direzioni. Al centro della cima spianata della collina, e dunque all’interno delle muraglia megalitica, sono evidenti le fondamenta di quattro edifici o capanne, in parte demoliti o crollati, evidentemente parte di un unico edificio. È stato scritto che il complesso megalitico è da ritenersi una delle realizzazioni nuragiche più significative dell’Anglona, sia per le implicite valenze di luogo alto, che per l’impressionante sforzo edilizio, dato che tutti i grandi monoliti sono stati portati sull’altura da siti distanti circa un chilometro, superando un dislivello di cinquanta metri e pendenze molto pronunciate.

La collina è raggiungibile anche dalla SS133, a un chilometro e quattrocento metri da dove la avevamo imboccata, dove abbiamo incontrato sulla destra le indicazioni per il Nuraghe S’Arede e la Necropoli di S’Arede. Presa questa strada, percorso ancora circa un chilometro e quattrocento metri, sulla destra si vede la collina, quattrocento metri prima di arrivare all’incrocio che, a sinistra, ci porta verso la chiesa campestre di Santu Nigola ossia di San Nicola in Concatìle.

I resti del Nuraghe semplice Sarula

Bulzi: il Nuraghe Sarula o S’ArulaSeguendo la SS133, a un chilometro e quattrocento metri da dove la avevamo imboccata, incontriamo sulla destra le indicazioni per il Nuraghe S’Arede e la Necropoli di S’Arede. Presa questa strada, dopo soli trecento metri, troviamo, seguendo le indicazioni, una deviazione sulla destra, che seguiamo per un chilometro. Arriviamo a un incorcio dove prendiamo a destra, e, dopo una cinquantina di metri, vediamo alla destra della strada il Nuraghe Sarula. Si tratta di un Nuraghe che conserva la tholos intatta, ma per il resto è molto distrutto, l’ingresso è semisepolto e bisognerebbe penetrare carponi.

I resti del Nuraghe semplice Bonaggiuta

Bulzi: il Nuraghe Bona Jua o BonaggiutaSeguendo la SS133, a ottocentocinquanta metri da dove la avevamo imboccata, incontriamo una deviazione sulla destra. La seguiamo per circa un chilometro e, dopo una curva sulla destra, troviamo, alla destra della strada, i resti del Nuraghe Bona Jua o Bonaggiuta. Si tratta di un Nuraghe in gran parte diroccato, invaso dalla vegetazione, e quindi non facilmente esplorabile. Pur essendo di una tipologia non definita, rimangono evidenti la sala centrale, l’ingresso, ed un corridoio circolare.

I resti del Nuraghe complesso Malosa

Seguendo la SS133, a ottocentocinquanta metri da dove la avevamo imboccata, incontriamo la deviazione sulla destra, che seguiamo per appena trecentocinquanta metri, e troviamo una sterrata sulla destra che ci porta, dopo poco più di cinquecento metri, a trovare alla destra della strada i resti del Nuraghe Malosa che si trova a nord ovest rispetto al Nuraghe Rodas, che abbiamo già descritto. Anche questo Nuraghe è diroccato, di una tipologia non identificabile, ma si trattava probabilmente di un Nuraghe complesso con tre torri aggiunte, ossia di un trilobato.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio ci recheremo a visitare Perfugas dove vedremo il pozzo sacro Predio Canopoli, per recarci poi a visitare i suoi dintorni, tra i quali i famosi ritrovamenti del Paleolitico Inferiore nel greto del rio Altana.


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