Un sito di oltre 450 pagine che descrive tutta l’Isola e che pur non vendendo niente riceve da 400 a oltre 1400 visitatori ogni giorno

La mia SardegnaLa bandiera della Sardegna

Home page Guest book SOSTIENICI Mappa del sito


Pagina precedenteIndice precedenteVisita del sito istituzionale del comunePagina successiva

La città di Sorso con la sua costiera, da Marina di Sorso a Platamona, le sue frazioni ed i suoi siti archeologici


In questa tappa del nostro viaggio, proseguendo lungo la costiera a ovest di Castelsardo, entreremo nella regione storica denominata Romangia, e raggiungeremo la costiera di Sorso con le sue spiagge, per recarci, poi, a visitare questa città con le sue frazioni ed i suoi siti archeologici.

La regione della Romangia

La regione storica della RomangiaLa regione storica della Romangia si sviluppa dalla Marina di Sorso, quindi dal golfo dell’Asinara, fino ad arrivare ai 350 metri sul mare, su cui è posta Sennori. Si tratta, quindi, del breve territorio a ridosso dei due centri principali, ed in più una piccola parte si sviluppa nel comune di Sassari. della Romangia fanno parte solo i comuni di Sorso e di Sennori, ed alcune frazioni del comune di Sassari. Il nome di questa regione storica, ossia Romangia, è di origine romana, era infatti consuetudine dei Romani definire i territori conquistati Romanìa, da cui deriva appunto il termine Romangia, mentre quelli nei quali non riuscivano ad entrare venivano definiti Barbarìa, da cui deriva il termine Barbagia. La Romangia era un’antica curatoria del Giudicato di Torres, il cui territorio era composto, oltre che dai paesi che attualmente ne fanno parte, anche da altri villaggi oggi non più esistenti.

Lungo il litorale in viaggio verso Sorso

Nella tappa in cui abbiamo visitato Castelsardo, eravamo arrivati a scendere lungo la sua costa occidentale, fino alla frazione Punta Tramontana, e da questra partiamo per visitare la costiera di Sorso.

La Cantina Tenuta Asinara con tre vini inseriti nella guida 5StarWines di Vinitaly

Dalla frazione di Castelsardo denominata Punta Tramontana, continuiamo a discendere la costa con la SS200, e, dopo aver percorso circa un chilometro e duecento metri, seguendo il cartello segnaletico, prendiamo la deviazione sulla sinistra in una strada bianca chiamata via Giacomo Tachis, la seguiamo per circa un chilometro e raggiungiamo la Cantina della Tenuta Asinara.

Il riconoscimento 5starwines Sorgono-Cantina della Tenuta Asinara

La Tenuta Asinara è un’azienda agricola a conduzione familiare, nata nel 2008 da una scelta di vita della famiglia Sassu. La sfida imprenditoriale dei componenti della famiglia fin dall’inizio è stata quella di dar nuovo lustro al territorio della Romangia, sul Golfo dell’Asinara, il cui il vino è di casa da sempre. Il nome dell’azienda non prende ispirazione soltando dal golfo vicino, ma anche dalla presenza di asinelli bianchi che hanno molto in comune con la produzione di buon vino, in quando anche questa necessita tenacia e ostinazione, note caratteriali che contraddinstinguono gli asinelli. Così, Indolente, tipico degli asinelli, è il nome di un paio di etichette, l’Indolente Rosso, un Cannonau, e l’Indolente Bianco, il Vermentino; mentre Herculis, un taglio Bordolese, oltre ad essere uno dei vini migliori dell’azienda, è anche l’antico nome dell’isola dell’Asinara. Altri vini sono il Birbante, uno spumante prodotto con grappoli del diradamento tardivo; e l’ultimo nato è l’Hassan, un taglio Bordolese che affina quattordici mesi in barrique, il quale deve il nome al terzo re di Algeri, Hassan il Bello; ed appassito in cantina per cinque mesi prima della vinificazione, produce l’Hassan Passito, che riposa in barrique tre anni prima di vedere la luce.

Sorso-Vini della Cantina della Tenuta Asinara Sorso-L’asinello bianco dell’Asinara Sorso-Vini della Cantina della Tenuta Asinara

Il vino Isola Dei Nuraghi Igt Rosso Herculis, il vino Isola dei Nuraghi Igt Rosso Hassan 2017, ed il vino Vermentino di Sardegna Doc Cayenna Submariner 2020, della Cantina Tenuta Asinara di Sorso, sono stati inseriti nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly.

La Villa Romana e chiesa di Santa Filitica o Filidiga

Sorso: la Villa Romana e chiesa di Santa Filitica o FilidigaPercorso un centinaio di metri lungo la SS200, prendiamo un’altra deviazione, questa volta sulla destra, che ci porta verso il mare, lo seguiamo verso destra, e, dopo duecento metri, arriviamo al parcheggio per la Villa Romana e la chiesa di Santa Filitica o Filidiga si trova sulla linea di costa, tra i fiumi Silis e Pedras de Fogu. Il nome del paese della zona, nota come Santa Filitica, fa riferimento alle Sante martiri africane Felicita e Perpetua, il cui culto è poco attestato in Sardegna. Si tratta dei resti di una chiesa paleocristiana costruita un un impianto termale romano, facente parte di una villa di epoca tardo imperiale, che rappresenterebbero la prima fase dell’impianto, da un edificio cruciforme riutilizzato come luogo di culto cristiano e da due distinti abitati rustici di età vandalica e bizantina. Nella Villa Romana gli scavi hanno messo in luce una cisterna ed alcuni ambienti, tra cui un grande vano rettangolare con pavimento decorato a mosaico, collegato ad ambienti minori e ad una vasca di forma esagonale, probabilmente pertinenti ad un impianto termale.

La frazione Tonnara

Dalla deviazione per la Villa Romana e chiesa di Santa Filitica o Filidiga, continuiamo a discendere la costa con la SS200, e, dopo aver percorso circa un chilometro e seicento metri, arriviamo alla piccola frazione Sorso denominata Tonnara (altezza metri 7, distanza 8.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 35), che si affaccia sul mare.

La frazione Marritza

Percorsi altri due chilometri, sempre sulla SS200 discendendo lungo la costiera, raggiungiamo la frazione Marritza (altezza metri 11, distanza 6.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 31), anch’essa affacciata sul mare, che si trova alla destra della strada statale. Qui, all’altezza del cartello segnaletico che indica il chilometro 18 della SS200, si arriva a un bivio, al quale, sulla sinistra, prosegue la SS200 che porta verso l’abitato di Sorso, mentre sulla destra si sviluppa la SP81, che segue la costiera in direzione di Porto Torres.

La frazione Eden Beach

Al bivio in località Maritza, invece di seguire la SS200 verso l’interno, proseguiamo sulla destra prendendo la SP81 verso Porto Torres, che ci porta lungo una bella costiera con belle formazioni rocciose corrose dal mare e dal vento e qualche piccola spiaggetta.

Sorso: la costa Sorso: la costa Sorso-una piccola spiaggia

Percorsi circa due chilometri, troviamo le deviazione sulla destra che, in ottocento metri, ci porta all’interno dell’abitato della importante frazione chiamata Eden Beach (altezza metri 12, distanza 5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 87), nella quale si trovano numerose strutture turistiche affacciate sulla costa o non molto distanti da essa. Qui inizia la costiera di Marina di Sorso un lungo tratto di costa caratterizzato da spiagge sabbiose, raggiungibili dalle numerose discese a mare, chiamate Pettini, che permettono, dalla strada principale, di raggiungere i parcheggi, alle spalle dell’arenile. Le discese a mare sono segnalate e numerate, a partire, da ovest, ossia dalla rotonda di Platamona, dove parte il primo pettine, fino a subito prima della spiaggia di Eden Beach, dove si trova il nono pettine che conduce alla foce del fiume Silis. Al lato destro della strada, i Pettini portano verso il mare, mentre alla sinistra della strada si sviluppa un’ampia e bella pineta.

Sorso: la strada verso Marina di Sorso attraverso la pineta Sorso: la pineta di Marina di Sorso

Raggiungiamo quindi la costiera di Marina di Sorso con le sue spiagge

Percorsi da Eden Beach circa un chilometro e duecento metri, troviamo la discesa a mare numero otto, al centro del Cantiere Forestale di Marina di Sorso, e, dopo un chilometro e ottocento metri, arriviamo a un incrocio, al quale, prendendo a destra, imbocchiamo la discesa a mare numero sette, ossia il settimo pettine, che ci porta al grande parcheggio dal quale si può accedere alla grande spiaggia della Marina. All’incrocio che ci ha portato a Marina di Sorso, proseguendo dritti continuiamo sulla SP81, mentre parte, verso sinistra, la SP130 che si dirige verso l’interno, e che, in poco più di quattro chilometri, porta fino all’abitato di Sorso, che, visiteremo più avanti..

Sorso: la spiaggia di Marina di SorsoLa spiaggia di Marina di Sorso alla quale si accede con il Pettine numero sette, è attrezzata, dotata di un belvedere dal quale con tre rampe di accesso si scende alla spiaggia, percorse da centinaia di persone soprattutto nel periodo estivo. La spiaggia è costituita da un arenile di sabbia dorata scura, con ciottoli medi e piccoli, policromi, affacciato su un mare verde, profondo. Risulta molto frequentata in alta stagione.

La bandiera BluLa spiaggia della Marina alla quale si accede con il settimo pettine è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

Sorso-Sulla costiera di Platamona la Bau Bau BeachLe altre discese a mare portano alle diverse altre spiagge della costiera di Marina di Sorso. Dopo un chilometro e seicento metri, passato, sulla sinistra della strada, il Camping villaggio li Nibari, troviamo la discesa a mare numero sei, e, dopo settecentocinquanta metri, la discesa numero cinque. Dopo altri ottocento metri, si trova la discesa a mare numero quattro, che ci porta alla cosiddetta Bau Bau Beach La spiaggia di circa centocinquanta metri quadri Pet friendly, dove da alcuni anni cittadini e turisti possono portare gli amici a quattro zampe per trascorrere insieme le vacanze al mare, spiaggia nella quale è possibile accedere con ingresso libero, con i propri cani, che potranno tranquillamente godersi la spiaggia e il mare.

La maggior parte delle Spiagge della Marina alle quali si accede con i diversi Pettini dal numero sei al numero due, è costituita da un arenile ininterrotto, di quasi sette chilometri, ombreggiato da una folta foresta di pini e ginepri, anch’essa di sabbia dorata scura, piuttosto fine e soffice. Il mare ha un fondale sabbioso non basso, con una tonalità di colore prevalentemente verde con striature di azzurro. Risulta essere mediamente frequentata durante i mesi estivi. Alle spalle della spiaggia, si trova la macchia mediterranea che domina letteralmente il paesaggio.

Sorso-Spiagge della Marina Sorso-Spiagge della Marina

La bandiera BluLa spiaggia di Marina di Sorso soprattutto nella parte compresa tra il quarto ed il quinto pettine è stata insignita anche per il 2018 della Bandiera Blu della Federazione Europea dell’Ambiente, che celebra non solo le migliori spiagge del nostro paese, ma anche quelle con i maggiori servizi sul territorio. Obiettivo principale del programma Bandiera Blu è quello di indirizzare la politica di gestione locale di numerose località rivierasche, verso un processo di sostenibilità ambientale.

Percorso un altro chilometro e cento metri, si trova il terzo pettine, dal quale è possibile raggiungere sulla destra l’Hotel Del Golfo, mentre sulla sinistra si trova un grande Centro Commerciale. Passato, sempre sulla destra, il Villaggio Grigio Riviera di Sorso, percorso un chilometro si arriva alla discesa a mare numero due, alla sinistra della strada inizia a svilupparsi il grande stagno di Platamona. Passato il Villaggio residence casamare ed il Villaggio dei Pini, percorso un chilometro si trova il secondo accesso alla prima discesa a mare, della quale, dopo un chilometro e seicento metri, si trova il primo accesso, e, tra i due accessi, si sviluppa la lunga spiaggia di Platamona.

La frazione turistica denominata Platamona con lo stagno di Platamona o di Casaniu

La strada provinciale SP81, quindi, proseguendo attraverso la pineta, ci porta, dopo circa poco quasi dodici chilometri dalla frazione Eden Beach, alla deviazione sulla destra per la frazione turistica di Sorso denominata Platamona (altezza metri 7, distanza 9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 23). Il nome in sassarese è Pratamona, e si ritiene derivi dal greco Platamon-onos, ovvero superficie piana, spiaggia piana e larga. Anche qui, dietro la strada, si trova un’ampia pineta.

Alle spalle della frazione Platamona, al di là della strada costiera, si trova l’ampio stagno di Platamona, che costituisce un ambiente umido di grande rilevanza naturalistica. Lo stagno di Platamona o di Casaniu è un sistema stagnale che si sviluppa prevalentemente in senso longitudinale, parallelamente alla costa e alla SP81 che collega Marina di Sorso a Porto Torres. Ha una superficie di 95 ettari, è affiancato da una fascia dunosa ed è circondato da una grande pineta. Legato all’emersione di una freccia litorale, si è evoluto nelle condizioni di stagno a seguito di opere di ingegneria eseguite negli anni ’60 del novecento, che hanno detreminato l’occlusione dei tre canali che consentivano la comunicazione dello stagno con il mare, insieme ad altri interventi in campo edilizio, agricolo e forestale che hanno determinato una generale situazione di degrado ambientale. Nello stagno si trova un importante sistema di dune mobili, con fitti canneti che tendono a impaludare il bacino, caratterizzato da un basso grado di salinità dovuto alla mancanza di una comunicazione diretta con il mare.

Sorso: lo stagno di Platamona Sorso: lo stagno di Platamona

Lo stagno di Platamona possiede peculiarità floristiche e vegetazionali di notevole valore, tra le quali va citato il ginepreto di Platamona. L’area viene, infatti, considerata dal 1971, dal Gruppo Conservazione della Natura, di Rilevante interesse vegetazionale meritevole di conservazione in Italia. È, inoltre, considerata un’importante area di sosta e nidificazione di avifauna acquatica di interesse comunitario, ed è stato dichiarato Riserva Naturale della Sardegna.

La spiaggia di Platamona lido

Sorso: la strada verso la spiaggia di Platamona attraverso la pinetaPer recarci a visitare il borgo di Platamona lido, subito dopo essere arrivati al primo accesso che porta alla lunga spiaggia di Platamona, troviamo sulla strada un semaforo, con l’indicazione sulla destra per Platamona lido, mentre dritta prosegue verso Porto Torres e Stintino, e, verso sinistra, in direzione di Sassari e Cagliari. Prendiamo la deviazione sulla destra che ci fa arrivare alla spiaggia di Platamona, che è la tradizionale spiaggia frequentata dai Sassaresi, dato che è la spiaggia geograficamente più vicina alla città, dalla quale dista circa appena una decina di chilometri, ed è raggiungibile anche direttamente dal capoluogo, percorrendo la SP60 detta anche la strada di Buddi Buddi.

La spiaggia di Platamona è dominata nella parte occidentale dalla torre aragonese di Abbacurrente, e possiede anche alcuni stabilimenti balneari attrezzati, con la disponibilità di bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. Si tratta di una spiaggia lunga e sabbiosa, con la sabbia dorata scura, con ciottoli medi e piccoli, policromi, che si affaccia su un mare verde, profondo. È ricca di dune sulle quali fioriscono gigli selvatici, e si sviluppa ai lati della rotonda con parcheggio, dividendo il mare dall’omonimo stagno retrostante. Circondata da una bella pineta e ben attrezzata come strutture turistiche, è la spiaggia preferita dai sassaresi dal momento che è facilmente raggiungibile dalla città.

Sorso-Veduta della grande spiaggia di Platamona Sorso: la spiaggia di Platamona Sorso: la spiaggia di Platamona Sorso: la spiaggia di Platamona Sorso-gigli selvatici sulla spiaggia di Platamona

Sorso-Sulla spiaggia di Platamona vengono alla luce le piccole tartarugheNell’ottobre 2014, a due passi dalla città, lungo la frequentatissima spiaggia di Platamona, precisamente al quinto pettine, sono nate numerose Tartarughe marine del tipo Caretta Caretta. Il primo emozionante avvistamente di un esserino che si affacciava tra la sabbia per raggiungere il mare l’ha fatto un pescatore, che subito ha chiamato le guardie forestali che si sono adoperate per cinturare la zona e lasciare che la natura portasse a termine la sua opera. A loro, alle guardie forestali, si sono aggiunti i veterinari che hanno presidiato la spiaggia per tutta la notte. Le tartarughine in gran numero hanno guadagnato il mare e adesso a Platamona c’è una nuova bella storia da raccontare.

Passata la Torre di Abbacurrente la strada costiera prosegue in direzione di Porto Torres

Proseguendo sulla strada costiera, a poco più di un chilometro dall’accesso a Platamona lido, incontriamo, sulla destra della strada, un promontorio sul quale si trova la Torre di Abbacurrente una delle torri di avvistamento spagnole che punteggiano le coste della Sardegna. Edificata a un metro sul mare, sulla riva ad ovest della spiaggia di Platamona, risale probabilmente al 1577. Composta da materiale calcareo, ha una volta a cupola con nervature. Purtroppo, oggi la torre si trova in pessimo stato di conservazione. Nelle calette di sinistra, dopo la torre in direzione Platamona, si ha qualche presenza naturista.

Sorso: da Platamona a Porto Torres: la torre Abbacurrente Sorso: da Platamona a Porto Torres: la torre Abbacurrente Sorso: da Platamona a Porto Torres: la torre Abbacurrente

La strada costiera prosegue, quindi, verso Porto Torres. In quest’ultimo tratto di strada, prima di raggiungere Porto Torres, a due chilometri e duecento metri dalla Torre di Abbacurrente, vediamo sulla destra la Piccola chiesa di Balai lontano, poi troviamo un bivio che verso sinistra porta in centro mentre sulla destra ci fa proseguire lungo la costa dove, dopo un paio di chilometri, troviamo la piccola chiesa e la bellissima spiaggia di Balai. La descriveremo in una prossima tappa, quando parleremo appunto delle spiagge di Porto Torres.

Dalla costiera ci dirigiamo verso la città di Sorso

Presa la SS200, a circa quattro chilometri e quattrocento metri dall’ultima frazione Castelsardo che è la frazione Punta Tramontana, raggiungiamo la frazione Sorso denominata Marritza, dove, all’altezza del cartello segnaletico che indica il chilometro 18 della SS200, si arriva a un bivio, al quale, sulla destra, si sviluppa la SP81, che segue la costiera in direzione di Porto Torres, mentre sulla sinistra prosegue la SS200, che ci porta, in quasi sette chilometri e mezzo, all’interno dell’abitato di Sorso. Seguendo questa strada, dal Municipio di Castelsardo arriviamo a quello di Sorso percorrendo 23.5 chilometri.

Si può arrivare a Sorso anche più avanti, proseguendo sulla strada costiera SP81, fino a raggiungere Marina di Sorso, dove, in corrispondenza della discesa a mare numero sette, possiamo prendere verso l’interno la SP130, che ci porta, appunto, in meno di undici chilometri, all’interno dell’abitato di Sorso. Percorrendo la strada costiera, dal Municipio di Castelsardo arriviamo a quello di Sorso percorrendo 26.9 chilometri.

La città di Sorso

Sorso: veduta dell’abitatoSorso-Stemma del comuneLa città di Sorso (nome sassarese Sossu, altezza metri 136 sul livello del mare, abitanti 14.383 al 31 dicembre 2021), grande e importante centro agricolo al quale appartengono le ampie pinete e le famose spiagge di Marina di Sorso e di Platamona, si sviluppa nella parte centro occidentale della provinciale di Sassari, sulla costa, ai piedi del Monte Cau, appartenente all’altopiano Anglona, nel Golfo dell’Asinara. Si tratta del quarto comune per numero di abitanti della Provincia di Sassari, ed è facilmente raggiungibile dalla SS200 dell’Anglona, che ne attraversa il territorio. Sorso dista appena tredici chilometri, con la SS200, da Sassari, a cui nel 1930 è stata collegata con un tratto di ferrovia, che fa parte della linea che collega Sassari con Tempio Pausania e poi con Palau. Il territorio Comunale, classificato di pianura, comprensivo dell’area speciale dello stagno di Platamona, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate variazioni altimetriche.

Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città del VinoQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania.

Origine del nome

Il nome ha un etimo non ben accertato. Secondo alcuni studiosi, le sue origini andrebbero rintracciate nella voce fenicia Sos o Sus, che indica il Cavallo, in riferimento all’antica produzione di ottime razze di cavalli. Secondo altri studiosi, potrebbe aver avuto origine da un avverbio latino Sursum versus, ossia In su, Verso l’alto, per indicare la posizione di Sorso più in alto rispetto a quella di Turris lybisonis, l’attuale Porto Torres, dalla quale gli abitanti partivano per recarsi a Sorso.

La sua economia

L’economia di Sorso è basata prindipalmente sull’agricoltura, con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, ulivi, agrumi, e frutta. Molto sviluppata è anche la produzione vitivinicola, e, in particolare, del famoso vino Doc Cannonau. Accanto al lavoro dei campi si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, di modeste dimensioni, è costituita da aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, alimentare, della lavorazione del legno, dei laterizi, della fabbricazione di strumenti ottici e fotografici, della gioielleria e oreficeria, edile e della produzione di energia elettrica. Il terziario è caratterizzato da una sufficiente rete distributiva e dall’insieme dei servizi. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno, e, tra le prelibatezze della produzione sorsense, sicuramente i vini pregiati, dal vermentino al moscato, l’olio e i gustosissimi dolci della tradizione come i papassini e Li Cozzuli di Saba. La città possiede una Cantina sociale e per i suoi prodotti è entrata nel novero delle città del vino. Le sue belle e attrezzate località turistiche, che affacciano sullo splendido golfo dell’Asinara, rappresentano, in estate, fonti di significativa attrazione per numerosi bagnanti. Di particolare bellezza sono le spiagge di Platamona e della Marina di Sorso, frequentate anche da molti sassaresi.

Brevi cenni storici

Il territorio di Sorso è ricco di testimonianze archeologiche risalenti al periodo preistorico. Del periodo prenuragico, rimangono le domus de janas di l’Abbiu e il sito di Geridu, tra Sorso e Sassari. Sono invece propriamente riconducibili al periodo nuragico i Nuraghi di Bachileddi, Sa Corona Ruja e San Biagio. È presente anche un pozzo sacro denominato Serra Niedda. Nel quinto secolo i Cartaginesi hanno trasformato Sorso in una fortezza, di cui oggi ci rimane il sito di Santa Filitica. L’attuale abitato è nato, però, nel periodo della dominazione romana, e si sviluppa nell’ottavo e nono secolo, grazie all’afflusso di profughi provenienti da Porto Torres. Nel periodo medievale appartiene al Giudicato del Logudoro, nella Curatoria di Romangia e montes, entro la quale sono documentati Sorso, assieme a Sennori, Osilo e Sassari. In questo periodo Sorso diventa un grosso centro religioso. Nel 1300, passa attraverso diversi feudatari, e viene più volte attaccato e distrutto dagli abitanti di Castel Genovese, l’attuale Castelsardo, e dalla famiglia Doria. Nel quattordicesimo secolo diviene possedimento dei giudici d’Arborea, i quali la coinvolgono nelle continue guerre intraprese contro gli Aragonesi, sotto il cui dominio passa nel 1417. Nel 1436, le cittadine di Sorso e Sennori vengono vendute, insieme, a Gonario Gambella e invasa da un corpo di spedizione francese, e da quel momento le sorti dei due paesi vengono a coincidere. In periodo sabaudo, nel 1821, diventa uno dei capoluoghi della Provincia di Sassari. La agricoltura e l’allevamento, a Sorso, hanno evidenziato terreni adatti a tutti i tipi di coltura, mentre gli scarsi pascoli potevano provvedere al solo sostentamento del paese. Nel 1859 Sorso viene inserita nella ricostituita Provincia di Sassari.

Nel 2004 Sorso viene elevata al rango di città

Dopo la costituzione della repubblica Italiana, Sorso nel 2004 viene elevata da Carlo Azeglio Ciampi al rango di città con Decreto del Presidente della repubblica dell’11 maggio 2004.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Sorso

Sorso: costume tradizionale di SorsoDal dicembre 2002 è stata costituita l’Associazione Folcloristica Sorso, che ha portato alla riscoperta del costume tradizionale ed all’esibizione di diversi gruppi folkloristici. Tra le diverse principali feste e sagre che si svolgono a Sorso, si segnalano i riti della Settimana Santa, organizati dall’Arciconfraternita della Sacra Croce; il prima maggio la fiaccolata, ed a fine maggio le tradizionali celebrazioni religiose in onore della Vergine del Noli me tollere; il 17 maggio, la Festa di San Pasquale Baylon, che si svolge presso l’omonima chiesa campestre di proprietà privata; il 13 giugno, la Festa di Sant’Antonio da Padova; il 2 luglio, la Festa della Madonna degli Angeli il 7 luglio, la Festa di San Costantino; il 27 luglio, si celebra la Festa del Patrono, San Pantaleo; il 10 agosto, a Sorso si tiene la manifestazione denominata Calici di Stelle, una manifestazione di degustazione di vini e prodotti tipici locali, che si svolge in diversi punti della città, ed una analoga manifestazione si svolge anche a Sennori a metà del mese di settembre si svolge, per tre giorni, la manifestazione chiamata Water Music Festival, che è una significativa manifestazione musicale e culturale.

Visita del centro della città di Sorso

L’abitato di Sorso, interessato da una forte espansione edilizia, è circondato da oliveti e vigneti, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico di una città di pianura. Entriamo in Sorso con la SP130, proveniente da Marina di Sorso, che, all’interno dell’abitato, assume il nome di viale Marina.

La nuova chiesa parrocchiale di Santa Monica

Seguendbo il viale Marina all’interno di Sorso, percorsi duecentocinquanta metri dal cartello segnaletico che, all’altezza del chilometro 0 della SP130, indica l’ingresso nell’abitato, arrivati alla prima rotonda, prendiamo la prima uscita verso destra, che è la via Genova, che, in meno di cento metri, ci porta di fronte alla chiesa di Santa Monica che è la seconda, nuova, chiesa parrocchiale di Sorso. Dopo avere fondato la parrocchia di Santa Monica in un garage di via Puggioni, alla fine degli anni ’80 del novecento, nel 2004 viene consacrata la chiesa attuale, realizzando il sogno di dare alla comunità una vera casa. Si tratta di una chiesa di fattura moderna, con tetto a cuneo e tre rondoni sulla facciata.

Sorso: chiesa parrocchiale di Santa Monica Sorso: chiesa parrocchiale di Santa Monica: interno

Il Campo Sportivo Comunale la Piramide e lo storico Campo Sportivo intitolato a Salvatore Madau

alla prima rotonda, prendendo, invece, la terza uscita, verso sinistra, dopo centoventi metri la strada svolta verso sinistra assumendo il nome di via Rosa dei Venti, poi subito a destra in via Santoni, che, in cento metri, diventa la via Giovan Battista Melis, e, dopo altri cento metri, sbocca sulla trasversale, che è la via Ugo Poggioni, alla cui destra si trova la grande staruttura del Campo Sportivo Comunale. Potevamo arrivarci anche proseguendo per duecento metri sulla via Marina, fino ad arrivare alla seconda rotonda, alla quale arriva da destra la via Cristoforo Colombo, prendiamo, invece, sulla sinistra la via Giuseppe Dessì, la seguiamo per trecentocinquanta metri, poi la strada svolta a sinistra e diventa la via Ugo Poggioni, alla cui destra si trova il Campo Sportivo Comunale.

Sorso: Campo Sportivo Comunale la PiramideIl nuovo Campo Sportivo Comunale la Piramide che si trova affacciato sulla via Ugo Poggioni, comprende un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitre 500 spettatori. Il Campo Sportivo la Piramide viene costruito con i contributi del Coni ed inaugurato nel 1986, la prima stagione che vede il Sorso calcio giocare in Serie C2. La struttura consta in un rettangolo di gioco regolamentare in erba naturale, circondato da una pista per l’atletica leggera. Il Sorso calcio viene sciolto nel 2006 nel settore adulti per dedicarsi oggi unicamente al calcio giovanile, e l’impianto viene affidato alla squadra più piccola della città, la Romangia Sorso. Affidato l’impianto Comunale la Piamide alla squadra più piccola della città, la Romangia Sorso, che, prima di allora, disputava le partite interne allo storico Campo Sportivo intitolato a Salvatore Madau, situato nella via omonima e che visiteremo più avanti, questra squadra, dopo essere partita dalla terza categoria, sale in prima, e disputando il primo campionato alla Piramide, pur se a periodi alterni, guadagna la promozione. retrocessa e dopo un periodo buio di un anno nel quale la squadra retrocede in seconda categoria, la Romangia cambia il suo corso e inizia un nuovo progetto, prendendo il nome di Sorso calcio 1930, guadagna nel 2011 la prima categoria e dopo un anno di transizione in cui riesce a salvarsi punta al nuovo balzo in promozione.

La Cantina Sociale di Sorso-Sennori diventata Cooperativa Romangia

Ripresa la via Marina dalla seconda rotonda, dove è arrivata da destra la via Cristoforo Colombo, evitiamo la deviazione per il Campo Sportivo, e proseguiamo per trecento metri, dove sulla sinistra inizia il muro di cinta del Cimitero, mentre sulla destra, al civico numero 5, si trova l’edificio che ospita la Cantina Sociale di Sorso-Sennori.

Sorgono-La Cooperativa RomangiaSorso è nota come la città del vino per la produzione soprattutto del Moscato di Sorso e Sennori. Fino a pochi anni fa esisteva la Cantina Sociale di Sorso e Sennori nata negli anni Sessanta da un consorzio di produttori del comune di Sorso e del vicino comune di Sennori. La storia parte dal 1955, anno in cui inizia l’attività e si conclude nel 1995. Nel 2001 nasce a Sorso la Cooperativa Romangia e la sede, oltre che i locali di vinificazione, sono quelli della vecchia Cantina Sociale. I vini, tutti Doc, provengono da un territorio unico, dove le vigne circondate da ulivi e macchia mediterranea si trovano a stretto contatto con il mare. interessanti il Moscato di Sorso e Sennori I.G.T. E il Cannonau Jennos. Oggi i soci conferitori sono solo venti e gli ettari a disposizione dell’azienda sono circa una settantina. Esistono comunque numerosi altri produttori artigianali che producono Moscato di qualità.

Sorso: la Cantina di Sorso Sorso: la Cantina di Sorso Sorso: la Cantina di Sorso-I vini della Cantina di Sorso

Dal Cimitero di Sorso al Campo Sportivo intitolato a Salvatore Madau

Sorso: Cimitero di SorsoProseguendo, il viale Marina fiancheggia il grande Cimitero Comunale di Sorso, che si sviluppa alla sinistra della strada, ed ha diversi ingressi su di essa. Sorso: lo storico Campo Sportivo Comunale Salvatore MadauPercorsi duecento metri, arriviamo all’ingresso principale del Cimitero, dopo di che la strada arriva a una rotonda, alla quale sulla destra arriva il viale Fratelli Borio, e sulla sinistra il viale G. Borio, che, dopo trecentocinquanta metri incrocia la via Salvatore Madau. Presa verso sinistra, questa strada in poco più di cinquanta metri ci porta all’ingresso dello storico Campo Sportivo intitolato a Salvatore Madau un campo in terra battuta che si trova alla destra della strada, e che abbiamo già descritto.

Il santuaro dei Cappuccini detto anche Santuario di Noli me tollere

Passato l’incrocio con la via Salvatore Maddau, nella parte settentrionale del centro abitato, il viale G. Bovio termina nel largo dei Cappuccini, dove, al civico numero 7, troviamo il seicentesco Santuario dei Cappuccini detto anche Santuario di Noli me tollere. La chiesa, di impianto seicentesco, ha un interno di una sola navata con volta a botte, fiancheggiata da cappelle comunicanti, ed è caratterizzata dalla facciata, realizzata in tempi più recenti, in cui si alternano strisce orizzontali, determinate da lastre di marmo scuro e di travertino. Al suo interno conserva il simulacro della Vergine del Noli me tollere, la cui denominazione deriva del racconto che, nel 1208, un muto si sarebbe recato sulla spiaggia della rena Bianca di Sorso, all’altezza del primo pettine, e lì avrebbe incontato una bella signora che gli avrebbe detto che i cittadini avrebbero dovuto recersi alla riva del mare, per prenderla e portarla con loro, al fine di proteggerli. Il muto sarebbe andato in paese, e, di fronte al parroco, la sua voce avrebbe iniziato ad uscire. Gli abitanti, recatisi sulla spiaggia, avrebbero portato la statua nella chiesa di San Pantaleo. Il giorno dopo, però, la statua non c’era più. La avrebbe ritrovata un contadino sopra un albero, nei suoi campi, e la avrebbe riportata nella chiesa. Ma anche il giorno seguente la statua era tornata nel campo, ed, in quell’occasione,su una pietra di marmo, era riportata la scritta Noli me tollere, ossia Non mi spostate. Così da quel giorno sarebbero iniziati i lavori per la costruzione della nuova chiesa, che venne ultimata dopo appena un anno. Nel Santuario viene data la sua collocazione definitiva la statua, tuttora situata sull’altare maggiore, e,su una parete della chiesa, si può scorgere il frammento di un’iscrizione marmorea che, secondo la tradizione, sarebbe quella trovata secoli addietro ai piedi della statua.

Sorso-Santuario del Noli me tollere Sorso-Santuario del Noli me tollere: interno Sorso-Santuario del Noli me tollere: la statua della Madonna

La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli al simulacro della Vergine del Noli me tollere conservato al suo interno. Ogni anno, a fine maggio, a Sorso si celebra la Festa del Noli me tollere, una Festa maestosa, in parte agreste e in parte cittadina. Nel 2008 è ricorso l’ottavo centenario dell’apparizione. La processione dei fedeli che arrivano dai loro rioni al Santurio cappuccino, ma il simulacro della Madonna, per volontà della stessa Vergine, non esce in processione nel giorno della sua Festa se non in casi eccezionali come ricorrenze, eventi o giubilei, ed al suo posto esce, invece, il Santissimo Sacramento, portato dal Padre provinciale, che percorre un breve tragitto passando davanti alla parrocchia di San Pantaleo per poi tornare al Santuario, nel quale pronuncerà una breve predica ai fedeli.

L’oratorio della Santa Croce sede dell’omonima Arciconfraternita

Passato il largo dei Cappuccini, il viale G. Bovio prosegue con il nome di via Noli me tollere. Presa, invece, sulla destra la via dei Cappuccini, la seguiamo per centottanta metri, fino a dove si trova sulla sinistra la via del Mercato, prima della quale si trova, alla sinistra della strada, la facciata della chiesa ed oratorio della Santa Croce. Si tratta di una chiesa realizzata nel sedicesimo secolo, in stile tardogotico, con l’interno a navata unica e volta a botte, e l’abside quadrangolare con volta a crociera, più bassa e stretta dell’aula, e con decorazioni in stile gotico catalano. All’esterno presenta un bel portale con arco a sesto acuto, decorazioni in stile gotico catalano, e, sul lato destro, un campanile a vela. L’oratorio è sede dell’Arciconfraternita della Santa Croce, alla quale è affidato il compito di organizzare i riti delle Settimana Santa a Sorso.

Sorso: l’oratorio della Santa Croce Sorso: l’oratorio della Santa Croce: interno

La chiesa parrocchiale dedicata a San Pantaleo Martire

La via Cappuccini termina, dopo una cinquantina di metri, in piazza San Pantaleo, nella quale arriva anche, dalla destra, la via Castelsardo, che è il nome con il quale viene denominata, all’interno del centro abitato, la SS200 proveniente dalla località Maritza. La grande piazza si sviluppa alla destra della strada che ci ha portati ad essa, e, sul suo lato sinistro, si affaccia la chiesa dedicata a San Pantaleo Martire che è la storica chiesa parrocchiale di Sorso, la cui costruzione viene iniziata nel 1836 dal sassarese Antonio Cano,su un’area che fino al 1835 era occupata dall’altra antica parrocchiale, della quale sono stati riutilizzati i materiali per edificare la nuova chiesa. La facciata è quasi terminata nel 1840, ma l’improvvisa scomparsa del progettista provoca un rallentamento dei lavori, e l’incarico di portare avanti la fabbrica viene affidato agli architetti Francesco Agnesa e Angelo Maria Piretto, ma numerose interruzioni caratterizzano la prosecuzione dei lavori. Seppur non ancora terminato, l’edificio viene aperto al culto nel 1856. La chiesa si ispira a canoni neoclassici. Presenta una pianta centrale imperniata su un’ampia cupola emisferica ma con l’asse trasversale leggermente più corto di quello longitudinale, ulteriormente prolungato dal profondo presbiterio absidato. Quattro cupolette semiellissoidiche coprono i vani agli angoli dell’edificio, mentre nel vano presbiteriale trova spazio un’altra cupola emisferica. All’esterno si trova la torre campanaria, costruita solamente nel 1899, e tutto l’esterno è caratterizzato dall’andamento sinuoso delle absidi e dalla bianca facciata, a due livelli, scandita da lesene e coronata da un fastigio curvilineo. Le nicchie accolgono statue degli Apostoli, dello stesso Cano, mentre nelle grandi nicchie all’interno dell’edificio sono collocate statue in stucco raffiguranti gli apostoli, realizzate da Salvatore Demeglio e datate 1858.

Sorso-basilica di San Pantaleo Sorso-basilica di San Pantaleo: interno Sorso-basilica di San Pantaleo: la cupola

La Festa di San Pantaleo, patrono del paese, si svolge il 27 luglio, e, dopo le cerimonie religiose, prevede balli in piazza, albero della cuccagna, e manifestazioni sportive e folkloristiche.

Passata la Biblioteca arriviamo a vedere la fontana detta Billellera o Billellara

Sorso: la Biblioteca Comunale Salvatore FarinaDa piazza San Pantaleo prendiamo, alla destra della facciata della chiesa parrocchiale, il corso Vittorio Emanuele, che esce dall’abitato in direzione nord est con il nome di SS200, e, subito dopo, sulla destra la quasi parallela via Siglienti, dove, al civico numero 1, troviamo la Biblioteca Comunale Salvatore Farina situata nei locali ristrutturati dell’ex Mattatoio, alla periferia del paese, proprio dietro la parrocchiale di San Pantaleo.

Sul retro della Biblioteca, si trova la Fontana detta Billellera o Billellara del sedicesimo secolo. Il nome della fontana indica la pianta dell’Elleboro, una pianta molto apprezzata per la fioritura anticipata, comunemente chiamata rosa di natale, che anticamente veniva usata per curare la pazzia o l’epilessia. A questa pianta, essendo velenosa, è stato attribuito il potere di rendere folli, poi esteso alla stessa acqua della fontana. Ha analogie con la sassarese fontana del Rosello, è squadrata e l’acqua scorre all’esterno da tre protomi leonine. Era situata ai piedi una rampa gradinata e immersa nel verde degli olmi, poi, negli anni ’80 del novecento, è stata circondata da un ampio Anfiteatro in cemento armato, di dubbio gusto.

Sorso-Fontana della Billellera Sorso-Fontana della Billellera

Sull’edificazione di questa fontana, sono sorte a Sorso diverse leggende. La prima versione narra che gli abitanti di Sorso, gelosi della fontana del Rosello di Sassari, avrebbero tentato di spostarla con delle corde e portarla Via, e che i sassaresi, per questo, li avrebbero apostrofati come Macchi, ossia come pazzi, per aver bevuto l’acqua della Billellera. La seconda versione, invece, narra che l’appellativo di Macchi per aver bevuto l’acqua della fontana, sia stato dato dalle popolazioni dei paesi vicini a Sorso, per la gelosia dovuta alle proporzioni e l’eleganza dell’opera, che da questi era ritenuta inadeguata per le esigenze del luogo.

La chiesa di Sant’Anna

Sorso: chiesa di Sant’AnnaDalla piazza di San Pantaleo, prendiamo la prosecuzione della via dei Cappuccini, che è la via Fiorentina, ossia la SS200 dell’Anglona, la seguiamo per trecento metri, poi svoltiamo a destra prendendo la via Capo d’Orso, e, dopo appena una trentina di metri, a sinistra la via Sant’Anna, sulla quale si trova la facciata della piccola, ma graziosa, chiesa di Sant’Anna. Disposta fra due strade d’angolo, la via San Cristoforo e la via Sant’Anna, la chiesa di Sant’Anna ha sul fianco grossi contrafforti in corrispondenza di due diaframmi arcuati che reggono gli spioventi del tetto a capanna. Edificata nel diciassetesimo secol, presenta un’aula con una sola navata con copertura a botte, sulla quale si affacciano alcune cappelle laterali. All’interno custodisce un pregevole altare policromo in legno, intagliato di forme barocche, e, di fronte all’ingresso laterale, si trova una piccola Cappella che ospita un altarino.

Nella piazza Giuseppe Garibaldi si trova il Municipio di Sorso

Sorso: il piazza Giuseppe GaribaldiSorso-Municipio di SorsoPassato l’incrocio con la via Sant’Anna, proseguiamo lungo la via Capo d’Orso per circa duecento metri, poi deviamo a destra in via Marte, che, in un centinaio di metri, ci porta nella grande e bella Piazza Giuseppe Garibaldi. Si tratta di un piazza alberata, con al centro due scalinate che la separano in due parti, quella superiore, alla quale siamo arrivati, e quella inferiore. La piazza Giuseppe Garibaldi è una delle più importanti di Sorso, ed in essa, al civico numero 1, sul lato destro guardando verso le scalinate e verso la via Marte dalla quale ci siamo arrivati, si trova il grande edificio che era sede dell’antico convento dei Frati Antoniani, e nel quale è oggi ospitato il Municipio di Sorso, con la sua sede e tutti i suoi uffici.

Il Palazzo Baronale

Sorso: il Palazzo BaronalePassata la piazza Giuseppe Garibaldi, prendiamo a destra via convento, nella quale, dopo centocinquanta metri, al civico numero 13, alla destra della strada, si trova l’interessante Palazzo Baronale del 1692, appartenuto un tempo agli Amat, Baroni di Sorso e, quindi, feudatari del villaggio, che vi risiedono per molto tempo. Viene considerato la principale espressione di architettura civile presente a Sorso. Il palazzo ha una forma all’incirca quadrata, e presenta due brevi avancorpi nel lato principale, che erano un tempo collegati architettonicamente al pianterreno, a protezione del portone d’ingresso. Successivi restauri, condotti fino al 1990, hanno permesso di sfondare il soffitto del primo piano, sopra il quale si apre il secondo, con un ballatoio. Oggi il Palazzo Baronale ospita numerose manifestazioni culturali, e l’amministrazione Comunale ha il progetto di attrezzarlo perché vi si possano tenere le sedute del Consiglio Comunale.

La chiesa della Vergine d’Itria

Sorso: la piazza Pasquale MarginesuDalla piazza Giuseppe Garibaldi, invece di prendere a destra la via convento, prendiamo verso sinistra la via Romangia, che ci porta nella Piazza Pasquale Marginesu un’altra bella piazza alberate, al centro della quale si trova il Monumento ai Caduti Di tutte le guerre. Dopo la piazza parte verso ovest il viale Salvatore Cottoni, dal quale si può accedere alla SP25 che conduce, in direzione nord ovest, verso Porto Torres, e dall’altra parte verso sud.

Qui, sul lato sinistro della strada, sul retro del Monumento ai Caduti, si affaccia la chiesa della Vergine d’Itria. realizzata nel diciassettesimo secolo, a somiglianza della sassarese chiesa di San Pietro di Silki, era annessa all’antico convento dei Frati Antoniani, che attualmente ospita il Municipio di Sorso, e che abbiamo già visto. Attraverso un bel portale in legno intagliato, si entra nella navata, coperta da un’ampia volta a botte lunettata, che termina con un profondo presbiterio. Mediante arconi, parte a tutto sesto e parte a due centri, si aprono cappelle laterali di diversa profondità. All’esterno presenta una facciata divisa da lesene e da fasce. Presenta il timpano arcuato, e una finestra centrale illumina tutto l’ambiente interno.

Sorso: chiesa della Vergine d’Itria Sorso: chiesa della Vergine d’Itria: facciata

Il nome d’Itria è la contrazione di Odigitria, parola che significa Mostra la Via. Veniva così chiamato il tempio che si trovava a Costantinopoli, eretto per custodire ed onorare un quadro che raffigurava la Madonna. Non si sa come la venerazione della Madonna d’Itria sia giunta in Italia, ma si ritiene che il suo culto possa essere legato a un quadro della Vergine dipinto da San Luca Evangelista. Il culto della Vergine d’Itria a Portoscuso sembra risalire al periodo dell’attività della tonnara, ed è attestato fino dal 1630, ed il sito attuale nel quale sorge la chiesa dovrebbe corrispondere a quello, dove, nel 1655, il marchese Vivaldi Pasqua fece costruire una piccola chiesa col medesimo titolo. Il quadro raffigurante la Madonna d’Itria, secondo una tradizione popolare, era stato portato nella chiesa dove, durante un’incursione saracena, venne colpito da alcuni proietili. Dopo molti anni, il proprietario della tonnara lo portò a Genova per farlo restaurare, ma da dove il quadro non fece più ritorno a Portoscuso, ed in sua sostituzione, vi venne portato il simulacro che riproduceva la Santa.

La Stazione ferroviaria

Sorso: la Stazione ferroviariaPercorriamo tutta la via Romangia, che, dopo duecento metri, continua su via Virdis, la quale, dopo altri cento metri, sbocca sulla via Europa, che prendiamo verso destra, per poi svoltare dopo una cinquanina di metri a sinistra sul viale Cottoni. La seguiamo ed arriviamo in piazza Stazione. Qui troviamo alla destra della strada la Stazione ferroviaria di Sorso, inaugurata nel 1930 con l’apertura della linea che collegava Sassari con Tempio Pausania e Palau. La stazione, che è oggi la terminale della linea che arriva da Sassari, subito dopo la stazione di Funtana Niedda, presenta il fabbricato viaggiatori suddiviso in due piani, di cui solo il pianterreno è attualmente utilizzato per il servizio ferroviario. Sull’asse estremo della stazione, di fronte alla rimessa, si trova la piattaforma girevole che veniva, in passato, utilizzata per invertire il senso di marcia dei treni a trazione unidirezionale. Le corse del servizio sostitutivo della ARST Ferrovie di Sardegna, fanno sosta in viale Cottoni, a pochi metri dalla stazione, dove è presente la fermata degli autobus.

Visita dei dintorni della città di Sorso

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Sorso, sono stati portati alla luce i resti del tempio nuragico a pozzo di Serra Niedda; del Nuraghe complesso la Farrosa; ed anche dei Nuraghi Bacchileddi, Cantaru a Pittu, Corona Ruia, monte Cau, monte Coivo, Pala Cannedda, tutti di tipologia indefinita.

A Predugnanu la Cappella dedicata alla Vergine del Noli me Tollere

Sorso: l’edicola posta sulla SP130 ad indicare la deviazione per raggiungere la cappellaDal centro di Sorso prendiamo la SP130, che ci porta alla Marina di Sorso. Percorso poco meno di un chilometro dal cartello segnaletico che ci ha indicato l’abitato, prendiamo una deviazione sulla destra, segnalata da un’Edicola della Vergine del Noli me tollere, la seguiamo per quasi cinquecento metri ed arriviamo in località Lu Padru. In questa località, a Predugnanu, si trova la Cappella del Noli me tollere.

Sorso: il predugnanu: la Cappella dedicata alla Vergine del Noli me tollereLa Cappella dedicata alla Vergine del Noli me Tollere è stata costruita in ricordo della sosta effettuata il 26 maggio 1208, quando si portava la statua della Madonna del Noli me Tollere dalla spiaggia di rena Bianca, all’altezza del primo pettine, fino alla parrocchia di Sorso. Infatti, durante la processione che portava il simulacro dalla spiaggia alla parrocchia, si tenne una sosta in località Preddugnanu, e la statua, posta a terra per permettere ai portatori di riposarsi, lasciò un’impronta impressa su un masso. Da quel momento il luogo viene definito sacro, e nel 1908 i Frati erigono una stele per segnalarne la Santità, finche nel 1949, la Società degli Agricoltori, in segno di ringraziamento alla Madonna per gli scampati pericoli della guerra, realizzano la cappella, inglobando all’interno il masso che reca l’impronta. La cappelletta, rinnovata recentemente, è una costruzione in mattoncini, con accesso frontale e profilo a capanna. Sulla facciata sono affisse due lastre marmoree, una che ricorda la sua realizzazione e l’altra nella quale si legge Fermati o passeggero e il capo china, saluta nel ciel la gran regina. La nicchia della parete di fondo, ospita la copia dell’immagine originale, che da oltre 800 anni, è custodita e venerata nel suo Santuario a Sorso.

Sorso-Spiaggia di rena Bianca: la scultura della Madonna di Noli me tollere con lo sguardo rivolto verso la cittàOgni anno, la Cappella è protagonista della Fiaccolata del primo maggio, ed alla fine dello stesso mese, della Processione del Noli me tollere, che esce da Sorso seguendo la via Tirso, ed arriva fino alla Cappella di Preddugnanu, per poi procedere verso il mare, dove, in località rena Bianca, all’altezza del primo pettine, oggi, si trova una scultura della Madonna del Noli me tollere, con lo sguardo rivolto verso la città. Il pellegrinaggio vede tantissima gente seguire la statua della Madonna, portata a mano da alcuni religiosi del paese.

La frazione Arboriamar

Da Sorso prendiamo la SP130 in direzione di Marina di Sorso, e la seguiamo per altri quattrocento metri, fino al suo incrocio con la SP48. Prendiamo questa strada verso sinistra e la seguiamo per poco più di un chilometro, poi svoltiamo a destra e, dopo poco meno di un chilometro e mezzo, raggiungiamo la frazione Arboriamar (altezza metri 18, distanza 3.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 37), una piccola frazione Sorso nella quale sono presenti diverse possibilità di alloggio.

La frazione Serralonga

Ritornati sulla SP48, la seguiamo ancora per due chilometri, poi prendiamo una deviazione sulla destra in direzione del consorzio Strada Vicinale per Serralonga e Pinu, che ci porta verso nord ovest, la seguiamo per circa seicentocinquanta metri, svoltiamo a sinistra, e, dopo trecentocinquanta metri, raggiungiamo la frazione Serralonga (altezza metri 15, distanza 5 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 261), una frazione Sorso più significativa per le numerose possibilità di alloggio.

La frazione San Michele

Dal centro di Sorso, in piazza Marginesu, prendiamo verso ovest il viale Salvatore Cottoni, dopo duecento metri prendiamo a destra la via porto Torres, che, in duecento metri, arriva a una rotonda, dalla quale possiamo prendere la seconda uscita che, uscendo dall’abitato, assume il nome di SP25. Proseguimo su questa strada provinciale, e, dopo circa due chilometri e mezzo, troviamo un bivio. La SP25 prosegue verso destra, mentre noi prendiamo a sinistra la strada che si dirige verso la SP60. In poco meno di altri due chilometri e mezzo, arriviamo alla frazione San Michele (altezza metri 87, distanza 4.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 108), una importante frazione Sorso per la presenza in essa della chiesa di San Michele di Plaiano o Plaianu.

La chiesa di San Michele di Plaiano

Sorso-San Michele: chiesa di San Michele di PlaianoNella frazione si trova la chiesa di San Michele di Plaiano in sassarese Santu Miali de li Plani, dal cognome del latifondista latino Plarianus. L’antica chiesa, edificata da padre Mariano I, viene ceduta al comune di Pisa, attraverso l’Opera di Santa Maria, da Costantino I, che è stato giudice di Torres dal 1082 al 1127. Si tratta di una chiesa campestre della Romangia, che costituisce il più antico edificio medievale del territorio, anche se dipende dalla parrocchia di Nostra Signora del latte Dolce di Sassari. Si tratta di una tra le Chiese romaniche pisane di campagna costruite sul modello della chiesa di Santa Maria del regno di Ardara, e presenta diverse analogie con la chiesa di San Nicola di Trullas, a Semestene, e con la chiesa di Santa Anastasia, a Tissi.

La frazione Terrada

Dalla frazione San Michele prendiamo, verso sud, la SP60, ed, in circa cinque chilometri e mezzo, arriviamo a una rotonda, che ci porta a raggiungere la frazione Terrada (altezza metri 89, distanza 4.7 chilometri, non è attualmente disponibile il numero di abitanti), che si sviluppa ai due lati della strada provinciale.

Lungo la strada per la frazione Taniga Malafede troviamo la chiesa di San Pasquale Babylon

Proseguiamo verso sud con la SP60 per circa un chilometro, poi prendiamo una deviazione a sinistra sulla Strada Vicinale Crabulazzi, che seguiamo per poco più di un chilometro e mezzo, svoltiamo di nuovo a sinistra sulla Strada Vicinale Ponte Brandinu Funtana Niedda, e, dopo ancora circa un chilometro e mezzo, troviamo, sulla destra, un cancello che ci immette, verso sud est, sulla Strada Vicinale San Pasquale.

Sorso-Malafede: chiesa campestre di San Pasquale Baylon conosciuta anche come San Pasquale di MalafedeQuesta strada, in seicento metri, ci porta alla chiesa campestre di San Pasquale Baylon conosciuta anche come San Pasquale di Malafede in quanto si trova nell’omonima località, costruita da Michele Dais o Dessì nel 1780, e per circa un secolo ha ospitato la campana che era appartenuta alla chiesa urbana sassarese della Nostra Signora della Misericordia, finita poi in un possedimento privato e della quale non si sa più nulla. La chiesa, restaurata di recente, è tuttora di proprietà privata e si trova all’interno di una piccola masseria quadrilatera, un’azienda agricola circondata da uliveti, dotata di abitazione, magazzini e cortile centrale provvisto di pozzo per l’acqua. Nella pavimentazione del piazzale è infissa una marmetta a base quadrata con la parte superiore semicircolare, nella quale si leggono, il simbolo IHS e due lettere B e S, mentre un’altra scritta risulta illeggibile. La presenza del simbolo IHS ha lasciato supporre che l’edificio fosse appartenuto all’Ordine Gesuitico, ma ciò sembra da escludere, perché il Santo titolare della piccola chiesa, Pasquale Baylon, era un frate francescano. La facciata ha la parete intonacata e dipinta in celestino, mentre le paraste, gli stipiti del portale e l’oculo, sono in pietra a vista. anticamente, ai lati dell’ingresso erano collocate due panche in pietra e dopo la loro rimozione, sono stati posati due proiettili sferici litici per catapulta. L’oculo a rene presenta tra i due risvolti, una decorazione a forma di coccarda, e poco più sopra si trova un campaniletto a vela. L’aula in origine aveva forse volta a botte, oggi è coperta da un tavolato a capanna. Sopra l’altare si trova la nicchia nella quale trova posto la moderna statua del titolare, mentre l’antico simulacro, privo di mani ed in attesa di restauro, è attualmente riposto su un tavolino. Essendo la chiesa di proprietà privata, i coniugi che vi abitano la aprono in rare occasioni, e per la Festa di San Pasquale Baylon, che si svolge il 17 maggio con una celebrazione serale e la cena a base di pecora in cappotto.

La Stazione ferroviaria di Funtana Niedda

Sorso: la Stazione ferroviaria di Funtana NieddaProseguendo sulla Strada Vicinale Ponte Brandinu Funtana Niedda per circa quattrocento metri dopo il cancello che ci ha fatti immettere sulla sulla Strada Vicinale San Pasquale, troviamo alla destra della strada la Stazione ferroviaria di Funtana Niedda ossia di fontana nera, che è posta in aperta campagna, in una zona ricca di oliveti, campi coltivati e giardini intersecata da strette strade prevalentemente di interesse rurale. Si tratta di una stazione della linea da Sassari a Sorso, dopo la stazione di Rodda Quadda e la successiva fermata di Crabulazzi, e prima della stazione terminale di Sorso. Il fabbricato viaggiatori si presenta su due piani con due ingressi sulla facciata davanti al binario. Il fabbricato viaggiatori, ben conservato e recentemente restaurato nell’intonaco esterno, si presenta aperto e funge anche da controllo di un vicino passaggio a livello su una stradina locale.

Raggiungiamo la frazione Taniga Malafede

Altri cinquecento metri, e troviamo, alla destra della strada, la significativa frazione Taniga-Malafede (altezza metri 148, distanza 2.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 49), una frazione Sorso alla quale si poteva arrivare anche dal centro di Sorso, in piazza Marginesu, prendendo verso ovest il viale Salvatore Cottoni, che esce dall’abitato verso sud con il nome di SP25, seguendolo per un chilometro e duecento metri, e prendendo una deviazione a sinistra per cinquecento metri, poi a destra per un chilometro, a sinistra per cinquecento metri, ed ancora a sinistra per un altro chilometro.

La piccola frazione Trunconi

Dal centro di Sorso, in piazza Marginesu, prendiamo verso ovest il viale Salvatore Cottoni, che esce dall’abitato verso sud con il nome di SP25. Lo seguiamo per novecento metri e, all’alteza del cartello segnaletico che indica l’uscita da Sorso, prendiamo, passando sulla linea ferroviaria, una parallela, che seguiamo per un chilometro e trecento metri poi prendiamo un sentiero in salita sulla destra, che ci porta alla piccola frazione Sorso chiamata Trunconi (altezza metri 121, distanza 1.5 chilometri, non è attualmente disponibile il numero di abitanti).

L’insediamento medioevale di Geridu

Evitando la deviazione per la frazione Trunconi, proseguiamo sulla SP25 per un chilometro e quattrocento metri, ed, alla sinistra della strada, si trova il sito di Geridu con il suo insediamento medioevale, nel quale gli scavi hanno riportato alla luce resti che vanno dal periodo dell’occupazione romana al successivo periodo medioevale. Il villaggio apparteneva alla Curatoria di Romangia, ma, a partire dalla seconda metà del quattordicesimo secolo, venne investito da un progressivo e continuo spopolamento, sino alla sua completa estinzione nei primi decenni del sedicesimo secolo. Il sito era originariamente denominato Jelithon o Gelithon, e, dal quindicesimo secolo, si è pensato per molto tempo che questo fosse l’antico nome di Sorso, anche se la storicità di tale affermazione è stata più volte messa in discussione. In un Condaghe del diciassettesimo secolo, chiamato Condaghe de lo primeros moradores de ciudad de Sacer, veniva spiegata la rivalità tra Sorso e Sassari, che sarebbe sorta addirittura nel quinto secolo, e l’esistenza di un capostipite della popolazione di Sorso, chiamato Gelidon, al quale, oltre la fondazione del paese, veniva attribuita un’indole ribelle e folle, la stessa che, a detta di molti, ancora contraddistingue gli abitanti di Sorso.

All’interno di questo sito sono visibili, a livello di fondazione, diverse case, separate da strette vie, sono ancora visibili i muri di recinzione di un’abitazione medioevale, ed i Ruderi della chiesa denominata Sant’Andrea d’Elighe che è stata però abbattuta nel diciannovesimo secolo per recuperare materiali per la costruzione della chiesa parrocchiale di San Pantaleo.

Sorso-Gerido-resti dell’insediamento medioevale Sorso-Gerido-resti di una abitazione medioevale Sorso-Gerido: ruderi della chiesa denominata Sant’Andrea d’Elighe Sorso-Gerido: la grotta di Sant’Andrea

All’altro lato della strada provinciale, ossia sulla sua destra, è visibile la grande Grotta di Sant’Andrea.

Il tempio nuragico a pozzo di Serra Niedda con i diversi rinvenimenti dell’Età del Bronzo

Da Sorso, sul retro della chiesa parrocchiale di San Pantaleo, prendiamo il corso Vittorio Emanuele, che esce dall’abitato in direzione nord est con il nome di SS200, e, subito dopo, sulla destra la quasi parallela via Siglienti, dove, al civico numero 1, si trova la Biblioteca Comunale. Percorso un chilometro e quattrocento metri, arrivimo a un bivio, dove la strada prinncipale prosegue verso destra, ma prendiamo la deviazione a sinistra, e la seguiamo per ottocento metri, che ci porta, sulla sinistra. al Tempio nuragico a pozzo di Serra Niedda scavato e studiato dal 1985 al 1988. All’interno del Santuario si vede un pozzo sacro, con la camera circolare, munito di una rampa discendente formata da undici gradini, tutti costituiti da blocchi di calcare, eccetto gli ultimi tre che sono scavati direttamente nella roccia. Intorno al pozzo sacro si trova un edificio, realizzato con tecnica isodoma, ossia costituita da file di uguale altezza, costituite di grandi blocchi di pietra disposti in file orizzontali, con ogni fila sfalsata rispetto a quella su cui si appoggia, e diverse capanne, edificate in tempi successivi.

All’interno del Santuario nuragico, sono stati trovati numerosi reperti dell’epoca e molti bronzetti. Tra essi, molto significativo un modellino di Nuraghe a quattro torri. É stato rinvenuto anche un bronzetto che rappresenta un Capo tribù munito di lancia, che tiene un ariete o un muflone al guinzaglio, numerose spade ed altro. I bronzetti rinvenuti a Serra Niedda sono ora conservati nel Museo Archeologico ed Etnografico Giovanni Antonio Sanna di Sassari.

Sorso-Serra Niedda: modellino di Nuraghe quadrilobato Sorso-Serra Niedda: capo tribù munito di lancia con un ariete o muflone al guinzaglio e spada

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Sorso ci recheremo a Sennori l’altro comune che appartiene alla regione storica della Romangia, dove visiteremo il paese con i suoi dintorni.


Pagina precedenteIndice precedenteSostieniciPagina successiva

Tutte le foto e riprese sono state effettuate a scopo amatoriale per uso personale senza fini di lucro. Alle nostre foto se ne aggiungono altre inviateci da amici ed alcune tratte da Internet. Alcune informazioni sulle descrizioni dei comuni sono tratte da italiapedia.it, informazioni sui siti archeologici da tharros.info e molte foto da donnanuragica.com, descrizoni e foto di Chiese da Chiesedisardegna.weebly.com, foto di impianti sportivi da sardegnasport.it, altre da siti differenti. È consentito scaricare testi, foto e riprese dell’autore per uso privato senza eliminare i riferimenti. Libri e filmati sono riprodotti per farli conoscere ma non è consentita la riproduzione delle foto di terzi, dei libri, dei filmati e di altro materiale non realizzato dall’autore. È vietato qualsiasi utilizzo commerciale del materiale in assenza di apposita autorizzazione.

  

© Claudio de Tisi 2002-2023 - Codice Fiscale DTSCLD44M23F132W