Stintino e i meravigliosi colori del suo splendido mare sul capo Falcone la punta nord occidentale della Sardegna
In questa tappa del nostro viaggio, da Porto Torres ci recheremo a visitare Stintino una delle località turistiche più famose della Sardegna. Stintino è apprezzata soprattutto per gli incredibili colori del suo splendido mare e per la bellezza delle sue, purtroppo, affollatissime spiagge. Da Stintino si parte per visitare l’isola Asinara, che vedremo nella prossima tappa del nostro viaggio. La regione storica della NurraLa Nurra l’antica Nure, che costituiva un’antica curatoria del Giudicato di Torres, è una regione della Sardegna posta all’estremità nord occidentale dell’Isola, che forma un quadrilatero compreso tra il golfo dell’Asinara a nord est ed il Mar di Sardegna ad ovest, delimitata dal rio Mannu a est e dai rilievi del Logudoro a sud est. I comuni che fanno parte della Nurra sono: Alghero, Olmedo, Porto Torres, Stintino, e numerose frazioni del comune di Sassari. Si tratta di una zona prevalentemente pianeggiante scarsamente popolata, il cui territorio conserva traccia degli insediamenti sparsi dei pastori e contadini, che abitavano in ricoveri di bestiame denominati Cuiles. I punti più alti sono il monte Forte di 464 metri e il monte Doglia di 437 metri. L’economia è basata sull’agricoltura, favorita da importanti opere di bonifica, la pastorizia, la pesca ed il turismo balneare. Importante è stato anche lo sfruttamento minerario della zona, ossia le estrazioni di piombo e zinco ad Argentiera, e minerali di ferro a Canaglia. In viaggio verso StintinoPer recarci a visitare il borgo marinaresco di Stintino, usciti dal porto commerciale di Porto Torres prendiamo corso Vittorio Emanuele II, svoltiamo a destra e passata la ferrovia ci avviamo verso il Porto Industriale. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 4 Vele al comprensorio del Golfo dell’Asinara, della costa nord occidentale dell’isola e del parco Naturale dell’Asinara. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
Seguendo le indicazioni prendiamo sulla sinistra la SP34 verso Stintino, che permetterà di risalire tutta la penisola per portarci fino a capo Falcone. Percorsi due chilometri e settecento metri, arriviamo a una rotonda, alla quale prendiamo la prima uscita per rimanere sulla SP34. Proseguiamo per un chilometro e trecento metri, evitiamo di prendere a sinistra la SP42 dei Due Mari che ci porterebbe ad Alghero, evitiamo anche di continuare leggermente più a sinistra sulla SP34 che ci porterebbe, in 11.8 chilometri, alla frazione pozzo San Nicola, e prendiamo la prima uscita, che è la più comoda SP57, e che ci porta, in 11.1 chilometri, anch’essa a pozzo San Nicola. Passata la frazione pozzo San Nicola, la SP34 prende a salire verso nord fino a punta Negra, che costituisce la punta più a nord della penisola. Lungo la SP34 si trovano i due stagni della penisola di capo Falcone, lo stagno di Pilo e lo stagno di Casaraccio, che costituiscono due importanti zone umide della Sardegna. La frazione pozzo San NicolaA circa 17 chilometri da Porto Torres, all’altezza del piccolo borgo agricolo frazione Stintino Pozzo San Nicola (altezza metri 35, distanza in linea d’aria circa 12 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 145), sulla SP34 si immette, proveniente da Porto Torres, la SP57. Il borgo, nel suo nucleo originario, comprende la chiesa dedicata a San Nicola che è la chiesa parrocchiale di pozzo San Nicola. Si tratta di un edificio inizialmente adibito a scuola, e che in seguito ha ospitato la Guardia medica e locali dell’Ente foreste della Sardegna, uno spaccio alimentare e alcune abitazioni. La chiesa di Sant’Isidoro a ErcoliUscendo dalla frazione pozzo San Nicola, prendiamo verso destra la SP34 e la seguiamo verso nord per un chilometro e mezzo, poi prendiamo la deviazione sulla sinistra seguendo le indicazioni per Ercoli. Seguita per un chilometro e trecento metri, prendiamo verso sinistra e, dopo trecento metri, arriviamo alla piccola chiesa campestre dedicata a Sant’Isidoro il Santo spagnolo patrono dei contadini, che, nel 2008, la famiglia del priore Marino Piga, con la moglie Anna Dessì, hanno donato all’amministrazione Comunale di Stintino. La Festa è curata dal comitato che, da due anni, la vede organizzare, e, dopo la messa, si svolge la processione che, con il simulacro del Santo patrono portato a spalla da alcuni volontari, tocca alcune delle case che compongono la piccola borgata di Ercoli, nei pressi della frazione pozzo San Nicola. Lungo il primo tratto della strada che prosegue verso nord troviamo la centrale di Fiume SantoDa dove, alla rotonda sulla SP34, avevamo preso la SP57, la seguiamo per sette chilometri, poi, invece di proseguire in direzione di pozzo San Nicola, prendiamo a destra la deviazione che, in circa due chilometri e mezzo, ci porta fino quasi alla costa, alla grande Centrale termica ed eolica di Fiume Santo che si trova, comunque, all’interno del territorio del comune di Sassari. Nei dintorni della centrale sono presenti numerose pale eoliche, e vicino alla strada è stato installato un ampio parco di pannelli solari. Nel giugno 2014 il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha inaugurato il primo impianto, dei sette previsti, della chimica verde, per la riconversione del polo petrolchimico in una Bioraffineria integrata di terza generazione, capace cioè di produrre materie plastiche e non solo utilizzando come materia prima prodotti di origine vegetale. L’unità che è stata inaugurata produrrà monomeri, intermedi per la sintesi di bioplastiche, con una capacità di 32 mila tonnellate annue. Ben più ambizioso il traguardo una volta terminata la costruzione degli impianti, cioè arrivare a 350 tonnellate all’anno di prodotti di origine vegetale intermedi, plastiche, lubrificanti, additivi. Che verranno prodotti partendo dalle coltivazioni locali, in questo caso il cardo, ricavate mettendo a reddito i terreni marginali della Sardegna. La frazione NodighedduEntriamo in territorio di Stintino, e, un poco più avanti, in località Issi, si trova, affacciato quasi sulla costa orientale, lo stagno di Pilo, al quale ci porta una deviazione verso destra, ossia verso est, dalla SP34, tre chilometri e mezzo più avanti rispetto all’immissione su di essa della SP57, nella località pozzo San Nicola. settecento metri dopo la deviazione verso destra, raggiungiamo la piccola frazione Nodigheddu (altezza metri 12, distanza in linea d’aria circa 8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 16). Superata la frazione, dopo poco più di tre chilometi e mezzo raggiungiamo lo stagno di Pilo. Dalla frazione Nodigheddu allo stagno di PiloLo stagno di Pilo è costituito da un sistema stagnale di retrospiaggia, legato all’emersione di una freccia litorale evolutasi in cordone di spiaggia, e presenta diversi cordoni sabbiosi paralleli tra i quali periodicamente compaiono ristagni d’acqua. Ha un’estensione di circa 120 ettari e una profondità massima di 2 metri. Il suo bacino imbrifero ha un sviluppo complessivo di circa 56 chilometri quadrati, che in buona parte coincide con il bacino idrografico del rio Badde d’Issi. È alimentato da piccoli ruscelli che ne addolciscono le acque in maniera irregolare in più punti, ed è separato dal mare da una sottile duna sabbiosa. La banchina, ricoperta da sale ed un tappeto di frammenti di conchiglie, è molto soffice, in certi punti è persino cedevole, e non si presta ad essere percorsa a piedi, se non con molta attenzione. La comunicazione con il mare è stata realizzata artificialmente attraverso un’apertura posta nel settore settentrionale dello stagno. Per aumentare la capacità del bacino il fondale è stato dragato e approfondito. Nello stagno di Pilo, soprattutti per il fatto che è nascosto dallo sguardo dei curiosi, data la sua posizione interna rispetto alla strada principale, sono visibili, in alcuni periodi dell’anno, i fenicotteri rosa, che qui nidificano, come in altri stagni salati della Sardegna. Ma lo stato di abbandono nel quale si trova gli ha conferito un aspetto sinistro, tanto che, sulla costa, ogni tanto si trovano le carcasse di grossi pesci e altri animali. Lo stagno di Pilo è caratterizzato da una ricca vegetazione acquatica sommersa, con un’importante formazione psammofila sul sistema dunare, e costituisce un’importante zona umida della Sardegna, che, nel 1992, ai sensi della Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, è stata classificata come Sito di Importanza comunitaria. Inoltre, nel 1996, dalla regione Autonoma della Sardegna è stata inclusa in un’Oasi permanente di protezione faunistica e di cattura. Lo stagno viene considerato, dal 1971, dal Gruppo Conservazione della Natura, di Rilevante interesse vegetazionale meritevole di conservazione in Italia. È, inoltre, considerato un’importante area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario, ospita una rilevante colonia di uccelli di specie rare, ed è stato dichiarato anche Riserva Naturale della Sardegna. Lo stagno di Pilo è pescosissimo, ma la pesca viene praticata da un unico pescatore professionista, che cattura soprattutto anguille con l’uso di bertovelli. Le rese risultano in calo negli ultimi anni. Tra lo stagno di Pilo e lo stagno delle Saline si trovano la spiaggia di Pilo, di Ezzi Mannu e di PazzonaLungo la costa orientale del promontorio che ci porta a nord dello stagno di Pilo, si trovano la spiaggia di Pilo, la spiaggia di Ezzi Mannu, la spiaggia di Punta Elice e quella della Pazzona. alla spiaggia di Pilo si arriva dalla SP34 per Stintino, poco prima della località di Issi si svolta per una strada verso la centrale eolica, vicino al suo ingresso, si può lasciare l’auto e si è arrivati alla spiaggia. La spiaggia di Pilo è una spiaggia ampia ma poco frequentata, dato che è situata a fianco della centrale termica ed eolica di Fiume Santo. La sabbia è fine e chiara, l’acqua limpida con fondali bassi e sabbiosi, ed, alle sue spalle, si trovano piccole dune ricoperte da vegetazione, che la separano dallo stagno di Pilo, dove è possibile vedere aironi, garzette, qualche pollo sultano e falco di palude. |
Proseguendo un poco verso nord sulla SP34, e altre deviazioni sterrate e non segnalate portano verso la costa, dove troviamo la spiaggia di Ezzi Mannu. Molto più semplice è arrivarvi a piedi da nord, ossia dalla spiaggia di torre Saline. Più a nord di Ezzi Mannu, l’arenile continua, bellissimo, ed assume diversi nomi, per prima la piccola spiaggia di Punta Elice, e più avanti la spiaggia di Pazzona. Seguendo la SP34, poco dopo il chilometro numero 25, sulla destra, si arriva ad un incrocio con una strada sterrata, ed i cartelli presenti indicano le spiagge di Pazzona e punta Elice. Si può girare, quindi, a destra e procedere sempre dritti sino alla spiaggia. La spiaggia di Pazzona è caratterizzata da un lungo arenile con sabbia bianca candida a grani medi, calda e soffice, con la presenza di piccoli ciottoli e una battigia che presenta bellissime striature e sfumature di rosa in alcuni parti. Il bellissimo mare cristallino, ha un fondale medio basso e sabbioso, con una stupenda policromia tra il turchese e l’azzurro e relative sfumature, che grazie al gioco di luci dovuto ai raggi solari rende il mare brillante e il paesaggio affascinante. La spiaggia è mediamente frequentata nel periodo estivo, si può riscontrare la presenza di posidonie in limitata quantità, sintomo del buono stato di salute del mare. |
Prima di arrivare alla frazione Tonnara Saline troviamo lo stagno e la spiaggia delle SalineProseguendo verso nord sulla SP34 per quattro chilometri e mezzo, arriviamo a una rotonda, con la deviazione sulla destra che, seguendo le indicazioni, ci porta in breve alla spiaggia delle Saline. Dietro l’arenile, si sviluppa il piccolo stagno delle Saline poco profondo, che occupa una superficie di circa 7,5 ettari. Lo stagno è separato dal mare da una sottile striscia di sabbia ed ha uno sviluppo in lunghezza, in senso perpendicolare alla linea costiera, di circa ottocento metri, contro una larghezza di soli cento metri. Nella stagione calda lo stagno è quasi sempre in secca, e su di esso si passa con delle assi per raggiungere la spiaggia delle Saline, una spiaggia di ghiaietta sottile, che si trova, appunto, vicino alla Torre delle Saline, che la divide in due parti. La frazione Tonnara Saline con il suo villaggio turistico e la Torre delle SalinePoco prima di giungere in paese, in località Tonnara, si vede, sulla destra della strada, la frazione Tonnara Saline (altezza metri 2, distanza in linea d’aria circa 3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 7), dove è stato realizzato il Villaggio turistico Tonnara Saline e, subito più avanti, si vede la Torre delle Saline. Passata la torre, di fianco ad una casa, troviamo sulla destra una stradicciola sterrata non segnalata ma individuabile che porta anch’essa alla spiaggia. Situata in riva al mare, nei pressi delle tonnare, la Torre delle Saline è stata realizzata in epoca spagnola, probabilmente nel 1572, in materiale di scisto. Ha una struttura cilindrica di sei metri di diametro, alta otto metri, con l’ingresso all’altezza di quattro metri dal suolo. Ha due piani, il primo coperto da una volta a fungo, con un pilastro centrale, ed il secondo copreto da una volta a cupola, anch’esso con pilastro. I diversi ambienti, terrazzo compreso, comunicano con scale interne alla muratura. Lo stagno di CasaraccioAll’altezza della deviazione verso destra per la spiaggia delle Saline, se ne trova un’altra verso sinistra, che porta in circa due chilometri al secondo stagno della penisola di capo Falcone, ossia lo stagno di Casaraccio costituito, come lo stagno di Pilo, di acqua salmastra. Lo stagno è costituito da un sistema stagnale legato all’emersione di una barra sabbiosa, con acque salmastre la cui originaria comunicazione col mare si è insabbiata, ma che mantiene però il paesaggio vegetale dominante delle piante alofite, con una forte resistenza alla siccità. Lo stagno ha un’estensione di circa 85 ettari e la profondità massima è di 2 metri. Il suo bacino imbrifero ha un’estensione di 11,7 chilometri quadrati. Attraverso il cordone litorale, è stato aperto un breve canale artificiale per consentire il ricambio idrico. In molti punti si possono notare depositi salini, che si formano per l’abbassarsi del livello dell’acqua nei periodi più aridi. In entrambi gli stagni, il lato che costeggia il mare è soggetto a costanti infiltrazioni di acqua salmastra, e, quindi, la vegetazione è costituita solo da specie dotate di alta resistenza alla salinità del suolo. Si tratta di formazioni a cespuglio e giunchi e, nelle parti più interne, tamerici. Il paesaggio vegetale è caratterizzato dai salicornieti, che, insieme ai canneti, costituiscono un ambiente adatto al rifugio ed alla nidificazione dell’avifauna delle zone umide costiere, Ove sovente i loro frutti costituiscono una primaria fonte di cibo per diverse specie d’uccelli. Lo stagno di Casaraccio è considerato un’importante area per la sosta e per la riproduzione di avifauna acquatica di interesse comunitario, e costituiscono importanti zone umide della Sardegna, che, nel 1992, ai sensi della Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, è stata classificata come Sito di Importanza comunitaria. Inoltre, nel 1996, dalla regione Autonoma della Sardegna è stata inclusa in un’Oasi permanente di protezione faunistica e di cattura. Il grande insediamento turistico sulla punta su TorrioneDallo stagno di Casaraccio, una strada verso ovest ci porta a Punta su Torrione dove è stato realizzato un complesso turistico che ha letteralmente sconvolto l’intero ambiente di Punta su Torrione, area di straordinario valore naturalistico. Il complesso è stato realizzato da una società costruttrice che ha subito dopo dichiarato fallimento, e, successivamente, sul posto è stato realizzato il Villaggio Country Paradise, il grosso insediamento dotato di centro commerciale, chiesa, animazione, residenze turistico alberghiere, ristoranti, bar, ed altro. Come denunciato già alcuni anni fa da legambiente, si è trattato di una delle più grosse colate di cemento sulle coste sarde quantificabile in 322 mila metri cubi,1400 ville per un totale di settemila posti letto. La strada panoramica che ci porta al paese passando per la frazione Pischina SaliddaSuperate le Saline, trecento metri dopo il ponte sullo stagno di Casaraccio, al bivio, possiamo scegliere se prendere il ramo sulla sinistra, che ci permetterebbe di imboccare la circonvallazione, che è la SP34 e che, evitando l’attraversamento del paese chiamato Stintino, ci porterebbe subito alle spiagge di Stintino, o quello a destra, che ci fa imboccare la strada panoramica che ci porta, lungo la costa, verso il paese chiamato Stintino. Preferiamo prendere la bella Strada panoramica costiera, che ci fa arrivare fino al paese chiamato Stintino, percorrendo una costa affascinante, punteggiata da molte graziose insenature nelle quali si trovano piccole spiaggette, affacciate sul suo splendido mare. Lungo la strada panoramica, verso la metà, incontriamo la piccola frazione Pischina Salidda (altezza metri 3, distanza in linea d’aria circa 1 chilometro sul livello del mare, abitanti circa 3), una rinomata località balneare, con molte strutture turisiche e con anche la sua piccola spiaggia, che costituisce un insediamento residenziale con popolazione non stabile. La strada panoramica ci porta all’abitato di Stintino, senza dubbio una delle località più famose dell’Isola. Sulla costa di Pischina Salidda, si trova la piccola spiaggia dell’Isolotto, così chiamata perché posizionata di fronte al piccolo isolotto che si trova proprio di fronte alla costa. La spiaggia de l’Isolotto è costituita da una distesa di sabbia di colore ambrato chiaro, a grani medio fini, con la presenza di qualche ciottolo alle estremità. Il mare, molto trasparente, ha un fondale sabbioso e basso, anche se lascia spazio talvolta a rocce e scogli, ha un colore prevalentemente verde smeraldo ed azzurro, ed è mediamente frequentata nei periodi estivi. |
Verso il paese chiamato StintinoDal Municipio di Porto Torres a quello di Stintino, percorrendo prima la SP34, poi la SP57, e poi di nuovo la SP34 che risale tutto il promontorio, si percorrono 29.1 chilometri. Il comune chiamato StintinoIl comune di Stintino (nome sassarese Isthintinu, altezza metri 5 sul livello del mare, abitanti 1.535 al 31 dicembre 2021) è situato nella parte centro occidentale della Provincia di Sassari, all’estremità occidentale del golfo dell’Asinara, tra Sassari e l’isola amministrativa isola Piana, appartenente al comune di Porto Torres. insiste sulla penisola di capo Falcone, ultimo lembo del territorio che, dalla piana della Nurra, si protende verso l’isola dell’Asinara, situata a breve distanza. L’isola, che appartiene al comune di Porto Torres, è situata all’interno del parco nazionale dell’Asinara, istituito nel 1997, e per la quale il porto di Stintino rappresenta l’imbarco più prossimo. Il territorio Comunale, classificato di pianura, comprensivo delle isole marittime dei Porri e torre Pelosa e dell’area speciale stagno di Tonnara Saline e casaraccio, ha un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate. Origine del nomeIl nome, di difficile individuazione a causa della mancanza di documenti che ne attestino l’origine, sembra provenga dal dialetto sassarese, e starebbe a significare un Budello o Intestino, e dovrebbe derivare dalla posizione dell’insediamento, dato che la parte vecchia dell’abitato sorge tra due profonde insenature, con una lingua di terra interposta, appunto, a guisa di budello. La sua economiaSi tratta di un comune rivierasco di origine moderna, che è un caratteristico villaggio di pescatori d’inverno, ed una rinomata località turistica d’estate, con un’economia basata su tutti i settori produttivi. L’agricoltura, sebbene abbia fatto registrare, negli ultimi anni, un sensibile calo degli addetti al settore, mantiene una buona produttività, e si coltivano cereali, frumento e foraggi. Si pratica anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore industriale, di discrete dimensioni, è costituito da aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, alimentare, della fabbricazione di mobili, della produzione di gas ed edile. La particolarissima posizione geografica, le splendide spiagge delle Saline e della Pelosa, le limpidissime acque e l’estrema vicinanza all’affascinante isola dell’Asinara, la rendono meta di un significativo afflusso turistico internazionale. Le strutture ricettive offrono ampia possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciStentino nasce come piccolo borgo di pescatori nel 1885, quando sull’isola dell’Asinara viene istituita, con la costruzione del carcere, una colonia penale agricola, ed una stazione sanitaria internazionale, ossia un luogo di quarantena. Ben quarantacinque famiglie di agricoltori sardi e pescatori Genovesi, che fino ad allora l’avevano abitata, devono lasciare le loro vecchie case per spostarsi altrove, verso Sassari e verso Porto Torres. Altri, invece, portano con sè la statua della Beata Vergine della Difesa, e costruiscono nuove abitazioni, in una terra vicina, sul promontorio di capo Falcone, una piccola penisola stretta tra due profonde insenature, che possono comprare con il denaro dato loro dal governo a titolo d’indennizzo. Così nasce il nuovo insediamento abitativo, che è per molto tempo solo un centro della pesca delle aragoste e del tonno, per svilupparsi, in seguito, turisticamente, da semplice borgo di pescatori diventando un importante centro turistico, grazie soprattutto alla incredibile bellezza del mare turchese e trasparente. Le sue origini moderne giustificano la mancanza di significativi resti monumentali, tuttavia sono degni di nota la grande piazza dalla pavimentazione rossa e il nuovo Porto Turistico. La borgata di Stintino, già frazione del comune di Sassari, diventa comune autonomo nel 1988 staccandosi dal comune di Sassari. Dopo la costituzione in comune autonomo, a Stintino vengono realizzate strutture ricettive in grado di ospitare un numero altissimo, a nostro avviso eccessivo, di turisti, per cui in estate il paese si popola in modo esagerato. Purtroppo le uniche spiagge sono la Pelosa e la Pelosetta, che si trasformano in estate in una distesa di ombrelloni e di corpi sdraiati sulla sabbia, tra i quali è persino difficile arrivare a raggiungere il mare. I turisti sono costretti a conquistare un fazzoletto di spiaggia arrivando la mattina molto presto, oppure devono accontentarsi delle meno belle spiagge dei dintorni. Come ad esempio la spiaggia delle Saline, che abbiamo già descritto, e che è assai meno bella. L’abitato di Stintino, caratterizzato dalle tipiche case tinteggiate color pastello, è circondato da una costa bassa a est e alta e rocciosa a ovest. Le principali feste che si svolgono nel paeseTra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Stintino, meritano di essere citate, verso la fine di luglio, nella piazza dei 45, la Sagra del Polpo alla stintinese, manifestazione che propone al un pubblico di buongustai il piatto tipico della tradizione di Stintino, ossia il polpo con patate, olio e prezzemolo; l’ultima settimana di agosto, la regata della Vela latina; l’8 settembre, data della celebrazione della nascita di Maria, si celebra la Festa della Patrona, la Beata Vergine della Difesa, con la caratteristica processione a mare della statua della Madonna, in ricordo della traversata fatta nel 1885 con la Vergine dall’Asinara a Stintino, con musiche in piazza e grigliata di pesce. Le regate che hanno reso famosa StintinoStintino è una delle località preferite per le regate, che vedono arrivare nel suo mare centinaia di imbarcazioni da tutta la Sardegna e dal continente. Famose sono le regate riservate alle Imbarcazioni a vela latina, la vela triangolare che veniva usata sulle barche romane e che qui resta una importante tradizione. Tra le manifestazioni più importanti di Stintino c'è senza dubbio la regata della Vela latina, denominata anche Trofeo Presidente della repubblica, che vede impegnati molti scafi tradizionali, che in qualche edizione hanno superato il numero di cento. Questa regata fa parte del Circuito Vela latina, una Rassegna internazionale dedicata alla vela latina che si compone di diverse regate che si svolgono da maggio a settembre, e che attraversa l’Italia toccando anche Francia e Tunisia, in più di 15 città di mare e più di 350 imbarcazioni di cui 60 straniere. Visita del centro di StintinoIl grazioso borgo di Stintino, antico villaggio di pescatori, è ricco di bellezze naturali e storiche. Entriamo in Stintino da sud, dalla frazione Pischina Salidda, attraverso la via Lepanto, che in circa un chilometro ci porta all’interno dell’abitato, la cui parte vecchia sorge tra due profonde insenature, ed è caratterizzato dalle tipiche case tinteggiate color pastello, circondato da una costa bassa verso est, ed alta e rocciosa verso ovest. Tra le strutture culturali si segnala il Museo della TonnaraPresa la via Lepanto, a un centinaio di metri dal cartello indicatore dell’ingresso nell’abitato di Stintino, troviamo alla sinistra della strada l’edificio che ospitava l’ex ALPI, una fabbrica di scatolame per tonno gestito dall’Azienda lavorazione Produzione Ittica, ora chiusa, che è in attesa di ristrutturazione per il trasferimento in essa del Museo delle Tonnare. realizzato nel 1995, il Museo della Tonnara - Il ricordo della memoria edificato all’interno di una struttura modulare costruita probabilmente allo scopo di poter essere trasportata, progettata nel 2012 dall’architetto Francesco Dettori e dall’ingegnere Gianni Marras, sorge difronte al porto Minori. Vuole essere un tributo a tutti coloro che per anni hanno operato nel settore della pesca del tonno, ed è diviso in sei camere, la camera grande, la camera bordanello, la camera bordonaro, la camera bastardo, la camera di Ponente e la camera della morte. Il visitatore viene accompagnato in un itinerario nel quale vengono affrontati i vari aspetti, economico, sociologico, storico e psicologico, caratteristici della vita di una tonnara. In particolare, nel Museo vengono riproposti i colori e le immagini che accompagnavano quella solenne liturgia che si concludeva con la morte del tonno e la Festa dei tonnarotti. Il porto Minore di StintinoAll’interno del paese incontriamo una caratteristica Marina formata da tre porti turistici. Si tratta del vecchio Porto Minore, situato nella zona sud dell’abitato, di un porto nuovo chiamato Porto Mannu, e, molto più a nord rispetto al paese, dal piccolo porticciolo dell’Ancora. Il primo che incontriamo è il Porto Minore di Stintino. Entrati, infatti, all’interno del centro abitato, troviamo, alla destra della strada, il Porto Minore, la struttura meridionale del porto di Stintino, che sorge nel fiordo a sud del paese, ed è in grado di ospitare 110 imbarcazioni, con tutti i principali servizi in banchina. La piazza dei 45 con il Monumento ai Caduti in armi di StintinoProseguendo lungo via Lepanto per trecentocinquanta metri dal troviamo sulla sinistra la Piazza dei 45 un grande slargo che prende il nome dalle 45 famiglie di agricoltori sardi e pescatori Genovesi che, dopo la costruzione del carcere dell’Asinara, dovettero lasciare le loro vecchie case per costruirne di nuove sul promontorio di capo Falcone. alla piazza si arriva seguendo la via torre Falcone, ed in questa piazza si svolgono le principali manifestazioni che hanno luogo a Stintino, sorattutto d’estate. Al centro della piazza si trova il Monumento ai Caduti Di Stintino, nel quale,su un bassorilievo, è scolpita la frase La comunità stintinese ai propri figli caduti in armi, cioè a tutti i caduti di Stintino in servizio nelle forze armate, sia durante le guerre che in tempo di pace. Il Municipio di StintinoProseguendo lungo la via torre Falcone, si arriva a piazza del Municipio, nella quale si trova la sede del Municipio di Stintino con i suoi uffici aperti al pubblico. Aggirata questa sede, la strada prosegue su via Tonnara, che ci riporta nel centro storico dell’abitato. Il palazzetto dello sport di StintinoPartendo dalla piazza dei 45, prendiamo verso sud la via delle Frecce Tricolori, ed arriviamo, percorso meno di un centinaio di metri, al civico numero 2, al Palazzetto dello Sport di Stintino, una Palestra polifunzionale la cui struttura è stata ultimata nel 2010, che è in grado di ospitare 300 spettatori. La Palestra è in grado di accogliere partite di pallacanestro, di pallavolo, di calcio e di calcio a cinque, ossia di calcetto. Il Cimitero di StintinoPassato il palazzetto dello sport, proseguiamo lungo la via delle Frecce Tricolori verso sud per circa duecentocinquanta metri, passiamo il piccolo Campo Sportivo di Stintino che si trova alla destra della strada, ed arriviamo la Cimitero di Stintino, al cui accesso è stato predisposto, a partire dal 2013, un nuovo parcheggio in luogo dello sterrato che ospitava le auto fino a quel momento. La chiesa dell’Immacolata ConcezioneDa dove, partendo dalla via Lepanto, eravamo arrivati a trovare sulla sinistra la piazza dei 45, proseguiamo per un centinaio di metri, ed arriviamo ad incrociare la via Sassari. La prendiamo verso destra e, dopo un altro centinaio di metri, troviamo, alla destra della strada, la facciata della chiesa dell’Immacolata Concezione che è la parrocchiale del paese. Di fronte alla facciata della chiesa, si trova un’ampia strada a traffico limitato, che è la via Cala d’Oliva. Di antica fondazione, questa chiesa conserva pregevoli opere d’arte provenienti dall’Asinara, tra le quali un dipinto dei martiri turritani, la statua dell’Immacolata, e la statua della Madonna della Difesa. Per questo la chiesa viene, a volte, chiamata anche chiesa della Beata Vergine della Difesa. Nella chiesa ha sede la Confraternita della Beata Vergine della Difesa, nata sull’isola dell’Asinara nel 1864, quando il simulacro della Madonna venne portato, per la prima volta, nella piccola chiesa di Cala d’Oliva, da dove divenne la protettrice dell’isola e dei pescatori. Nel 1885, dopo l’espropriazione dell’Asinara e la creazione del borgo di Stintino, divenne invece la protettrice degli stintinesi, e la Confraternita interruppe le sue attività sino al 1893, quando a Stintino nacque la prima chiesa, quasi in riva al mare, in via Marco Polo, sostituita in seguito dall’attuale parrocchiale. Il porto Mannu che costituisce il porto principale di StintinoPassata la chiesa, proseguiamo sulla via Sassari, che, dirigendosi verso est, sbocca sul lungomare Cristoforo Colombo, il quale, con un’ampia curva, torna verso ovest, costeggiando lungo il lato meridionale l’ampio fiordo nel quale si trova il Porto di Stintino Mannu chiamato solitamente Porto Mannu che costituisce la struttura principale del porto di Stintino, da dove partono tra l’altro i traghetti che portano all’isola Asinara. Il porto Mannu sorge nel fiordo a nord del paese. Si tratta di una nuova struttura in grado di ospitare 500 posti barca, con tutti i più importanti servizi in banchina. Proseguendo, il lungomare ci riporta, svoltando a sinistra, sulla via Sassari, che fiancheggia l’estremità occidentale del fiordo. Prendendo, poi, a destra la via Grecale, ne costeggiamo il lato settentrionale, per arrivare fino alle strutture orientali del porto principale di Stintino. Le piccole spiagge di Portu Mannu e dell’IsolottoAllo sbocco di via Sassari sul lungomare, alla destra della strada si trova la piccola spiaggia di Porto Mannu, subito a sud dell’imboccatura dell’area portuale principale di Stintino. La spiaggia di Portu Mannu è accessibile dalla strada soprastante per mezzo di una scalinata. È l’unico arenile del centro abitato di Stintino, posto proprio all’imboccatura del porto, dotato di sabbia dorata scura, che si affaccia su un mare verde, profondo, poco trasparente. La spiaggia, molto affollata in alta stagione, ha la disponibilità di bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari nei suoi dintorni. |
Uscendo dal centro di Stintino in direzione del capo FalconeRitornando dalla via Grecale sulla via Sassari, la seguiamo fino in fondo, dove sbocca in una rotonda che ci fa immettere sulla SP34, la strada provinciale che esce dal centro abitato e procede verso la parte nord del promontorio in direzione di capo Falcone, dove ci porterà a visitare le famose spiagge di Stintino. Visita dei dintorni di StintinoVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Stintino, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Cuili Ercole, e Unia; del Nuraghe complesso Casteddu; ed anche del Nuraghe monte Atene, di tipologia indefinita. Dal promontorio di Punta Negra le spiagge della frazione le VeleDal Municipio di Stintino, prendiamo a sinistra la via Sassari e la seguiamo per cinquecento metri, arriviamo a una rotonda dove prendiamo la prima uscita, che è la SP34. Seguita per duecentocinquanta metri, arriviamo a un’altra rotonda, alla quale prendiamo la seconda uscita per rimanere sulla SP34, la seguiamo per altri duecentocinquanta metri, e prendiamo a destra, seguendo le indicazioni per Cala lupo e punta Negra. La frazione le VelePercorsi circa settecentocinquanta metri sulla strada che porta al promontorio fortemente urbanizzato di Punta Negra, con le sue diverse insenature. Qui si trova la frazione le Vele (altezza metri 14, distanza in linea d’aria circa 1 chilometro), dove si trova il grande insediamento turistico, con i suoi complessi residenziali, un villaggio pieno di abitazioni, negozi ed altre attività commerciali. La Cala lupo con la sua spiaggiaTra le insenature lungo la costa orientale del promontorio di Punta Negra, proprio di fronte all’insediamento le Vele, si trova la Cala lupo. Il paesaggio in cui è immersa la baia è incantevole e molto suggestivo, per la rigogliosa vegetazione che la circonda e gli aspri scogli della baia che si specchiano nel mare. All’interno della Cala si trova la spiaggia di Cala lupo formata da rocce e sabbia a grana grossa, affacciata su un mare straordinariamente limpido, con tonalità che vanno dal verde smeraldo al celeste. La cala, con la sua spiaggia, sono molto amati dagli appassionati di immersioni subacquee. La spiaggia è l’ideale per gli amanti della pace e della tranquillità in quanto non è mai molto affollata. Offre un parcheggio e nelle sue vicinanze si trovano bar, ristorante ed Hotel. |
La spiaggia di Punta NegraRisalendo lungo la costa orientale, passato l’insediamento le Vele, poco prima della sommità della punta Negra, si trova la spiaggia di Punta Negra, incorniciata da scogli e macchia mediterranea. La spiaggia di Punta Negra è una tra le più caratteristiche della costa, costituita da una spiaggia finissima chiara, da un fondale digradante sabbioso, e con alcuni scogli affioranti. La spiaggia è finissima e impalpabile come del borotalco, e si affaccia su un’acqua pulita e limpida, il che rende la spiaggia una meta estremamente ambita per il suo fascino. La spiaggia è delimitata da brune scogliere e circondata da una profumata macchia mediterranea, con alberi vicino alla riva, ed offre un’incantevole vista sul golfo di Stintino e sulla Torre della Pelosa. |
Risalendo la costa verso capo Falcone troviamo il porticciolo dell’AncoraMolto più a nord, passata la località le Vele e risalendo con la SP34 verso capo Falcone, a un chilometro e quattrocento metri da dove abbiamo preso la deviazione per la frazione le Vele, arriviamo a trovare il Porticciolo dell’Ancora. Nel porticciolo ha la propria sede lo Yacht Club di Stintino. Si tratta d’una marina privata che dispone di un centinaio di posti barca della lunghezza massima di venti metri, ma è attivo solo d’estate. È anche disponibile un centro commerciale nelle vicinanze. Il Club Hotel Ancora di fronte al porticcioloDi fronte al porticciolo dell’Ancora si trova il Club Hotel Ancora. All’interno di un bel complesso residenziale, il Club Hotel Ancora si caratterizza per la sua perfetta simbiosi con la macchia circostante. Si tratta di un elegante e confortevole complesso immerso nel verde e raggiungibile dal mare per un sentiero alberato senza attraversamento di strade. Al suo interno, camere rinnovate in stile mediterraneo, e dal curato girdino si accede direttamente alla spiaggia attrezzata, nella quale si trova anche una piscina. Gli Chef del Club Hotel Ancora fanno assaporare agli ospiti i piatti della migliore tradizione mediterranea. |
La frazione Rocca Ruja con la sua spiaggiaProseguiamo lungo la SP34 per circa seicento metri ed arriviamo a un bivio, al quale la strada provinciale prosegue verso sinistra. Noi prendiamo a destra, e, dopo meno di duecento metri, arriviamo alla frazione Rocca Ruja (altezza metri 12, distanza in linea d’aria circa 3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Qui si trova la spiaggia di Rocca Ruja, che sorge proprio di fronte all’Hotel omonimo, che ne occupa una parte per le persone che risiedono nei suoi insediamenti turistici. La spiaggia di Rocca Ruja ha un litorale costituito da un’incantevole linea di sabbia bianca, in parte privatizzata dagli Hotel che sorgono alle sue spalle, ma che presenta anche un ampio tratto di spiaggia libera. Si tratta di una spiaggia il cui arenile è caratterizzato da sabbia bianca, fine e morbida, l’acqua è trasparente e cristallina di colore verde smeraldo con sfumature azzurre e turchesi, il fondale è sabbioso e poco profondo. Molto frequentata nei mesi estivi. Dalla spiaggia di Rocca Ruja si può arrivare alla spiaggia la Pelosa comodamente a piedi passando per la battigia e per la bassa scogliera che le divide. Servizi presenti punti ristoro e noleggio attrezzatura da spiaggia. Nelle immediate vicinanze troviamo ristoranti, bar, pizzerie, market. |
La bellissima spiaggia della Pelosa con il suo splendido mareProseguendo, dopo circa settecento metri circa arriviamo, finalmente, alla spiaggia della Pelosa, e quindi, trecento metri più avanti, si trova la più piccola spiaggia della Pelosetta. Dietro la spiaggia della Pelosa si trova il grande insediamento turistico denominato della Pelosa. Nella stupenda spiaggia della Pelosa è presente un parcheggio, a pagamento nella stagione estiva, e c'è la possibilità di una limitazione all’accesso delle auto private. Chiudono la spiaggia morbide formazioni dunali, mirabilmente disegnate dal vento, che contrastano con il colore scuro delle rocce scistose circostanti, della penisola di capo Falcone, che si trova subito alle sue spalle, con rocce alte 110 metri a picco sul mare. L’arenile è costituita da sabbia finissima, quasi impalpabile, affacciata su acque di colori diversi. La spiaggia della Pelosa viene considerato il più bell’arenile della zona, e uno dei più belli di tutta l’isola, per le trasparenze dell’acqua, e per lo sguardo che spazia dalla caratteristica torre Pelosa, che sorge sul lato nord, mentre a nord est il panorama comprende l’isola Piana e l’isola Asinara. Sull’arenile sono presenti bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. La spiaggia è affollatissima in alta stagione, assolutamente da evitare nei mesi di luglio e di agosto. Nella classifica stesa da TripAdvisor sulla base della qualità e quantità delle recensioni e del giudizio attribuito dai suoi viaggiatori nel 2017, la spiaggia della Pelosa si posiziona al quinto posto tra le dieci spiagge più belle d’Italia. |
La non meno bella spiaggia della PelosettaTrecento metri più avanti, arriviamo alla spiaggia della Pelosetta. La spiaggia della Pelosa e quella della Pelosetta, una volta, erano due spiagge separate, ora sono quasi collegate tra loro, a formare un unico litorale, di sabbia bianca finissima. La spiaggia della Pelosetta si trova un poco più a nord, e, proprio di fronte, c’è l’Isolotto della Pelosa. Di fronte alla spiaggia della Pelosa ed a quella della Pelosetta, il mare assume colorazioni affascinanti, che vanno dal verde smeraldo all’azzurro, dal bianco al blu. Si tratta di una spiaggia di grande bellezza, incastonata in un paesaggio di grande effetto e suggestione, con a destra le isole Piana e l’Asinara e di fronte l’isolotto della Pelosa, mentre a nord e delimitata da capo Falcone. All’isolotto della Pelosa vi si puo accedere anche tramite un guado naturale circondato da un mare meravigliosamente limpido. La spiaggia presenta in larga misura scogli ed uno scarso arenile sabbioso ed e affacciata su un bellissimo mare azzurro, trasparente e cristallino. La Pelosetta è molto frequentata ed in alta stagione spesso sovraffollata, anche grazie ai numerosi servizi che offre, tra cui bar, ristoranti, punti di ristoro ed Hotel nelle vicinanze. |
Le due belle spiagge sono protette dai faraglioni di Capo Falcone e sugli scogli che fiancheggiano la spiaggia non è difficile vedere, tra un tuffo e l’altro, asciugarsi al sole i cormorani. Verso l’estremo nord del promontorio di capo FalconeSeguendo la costa, si arriva alla sommità del promontorio di Capo Falcone La punta estrema a nord ovest della Sardegna. Il promontorio è caratterizzato da una vasta estensione di macchia mediterranea, all’interno della quale si trova l’insediamento turistico di Torre Pelosa, cotituito da numerose villette, che circondano il La Pelosetta residence Hotel. Lo sviluppo turistico degli ultimi decenni è dovuto principalmente alle spiagge, che hanno fatto sì che questa zona diventasse meta turistica tra le più rinomate e frequentate della Sardegna. L’isolotto della Pelosa con la Torre della PelosaSull’Isolotto della Pelosa che si trova di fronte alla spiaggia della Pelosetta, sorge la Torre della Pelosa costruita a sette metri sul mare al centro dell’isolotto della Pelosa, raggiungibile in brevissimo tempo con una barca. Edificata in epoca spagnola, nel 1578, è realizzata con scisti, ha una camera suddivisa in tre settori, con la volta a cupola e con un pilastro centrale. Una scala interna alla muratura, comunica con il terrazzo. Dal punto di vista architettonico si tratta di una costruzione di pietra, cilindrica ad un solo piano con volta a fungo, alta sei metri, con l’ingresso all’altezza di tre metri dal suolo, che si trova in uno stato di conservazione alquanto scadente. Di fronte alla Pelosa si vedono l’isola Piana e l’isola AsinaraDi fronte alla Pelosa ed alla Pelosetta, che sono le principali spiagge di Stintino, si può ammirare l’Isola Piana appartenente al comune di Porto Torres, raggiungibile anche a nuoto. Poco oltre l’isola Piana si vede l’Isola Asinara anch’essa appartenente al comune di Porto Torres, che una volta era sede del carcere di massima sicurezza ed oggi al centro del parco Naturale dell’Asinara. Le visiteremo nella prossima tappa del nostro viaggio. La Torre di capo FalconeRaggiunta la punta di capo Falcone, iniziamo a discendere, in modo da raggiungere la sua costa occidentale. Passata la punta di capo Falcone, la parte nord occidentale è bagnata dal Mare di Fuori, o Mar di Sardegna, e presenta numerosi strapiombi sul mare. Prendiamo la strada che costeggia ad ovest l’insediamento turistico di Torre Pelosa, dopo circa un chilometro, dall’insediamento turistico de La Pelosa, si trova una strada che porta, verso nord ovest, in poco più di seicento metri, alla cosiddetta Valle della luna di capo Falcone, che si trova sulla costa ocidentale, più o meno in corrispondenza di dove, sulla costa orientale, si trova la spiaggia di Rocca Ruja. Proseguiamo un altro mezzo chilometro sulla SP34 che prendiamo, ora, verso sud. La seguiamo per trecento metri, poi prendiamo a destra la strada che costeggia ad ovest l’insediamento turistico della Pelosa. Dopo poco più di un chilometro troviamo sulla destra la deviazione verso nord ovest, che ci porta, in circa due chilometri, alla Torre di capo Falcone. Il promontorio di capo Falcone prende il nome da una torre costiera collocata a 189 metri sul mare, chiamata appunto Torre del Falcone o Torre di capo Falcone costruita in epoca spagnola, nel 1557, a difesa delle coste dalle incursioni saracene e, quindi, antico baluardo difensivo. alla torre, distante qualche centinaio di metri dalla linea di costa, si può arrivare, con qualche difficoltà, a piedi con un’ora di cammino dagli agglomerati turistici, oppure in fuoristrada. Costruita con pietrame di scisto, ha una forma tronco conica ad un solo piano, con un diametro alla base di quasi nove metri, una volta a cupola con un pilastro centrale ed una scala per l’accesso al terrazzo. Sono presenti anche una cisterna, sotto il pavimento e il caminetto cucinino. La scala esterna in muratura è stata, però, realizzata di recente. Al contrario della Torre della Pelosa, si trova in un ottimo stato di conservazione. Le altre cale lungo la costa occidentaleAll’altezza della località l’Ancora, sulla costa occidentale si trova l’insenatura della Cala Secca mentre all’altezza dell’abitato di Stintino di trova la Cala degli Scoglietti. Un poco più a nord rispetto allo stagno di Casaraccio ed al Villaggio Country Paradise, sulla costa occidentale si trova l’ampia insenatura denominata Cala di Capotagliato. All’altezza dello stagno delle Saline, sulla costa occidentale si trova la Cala Coscia di donna chiusa a sud dal promontorio chiamato Coda della CaraSanta. Le diverse cale sono raggiungibili seguendo verso sud la SP34 e prendendo diverse deviazioni sulla destra, che ci portano presso di esse, che sono raggiungibili con un difficile percorso a piedi. Sono, quindi, più facilmente raggiungibili via mare. L’isola dei PorriL’Isola dei Porri si trova sul lato occidentale del tratto di costa che porta a Stintino, più o meno all’altezza in cui, sul lato orientale, si trova la spiaggia di Ezzi Mannu. Un tempo era raggiungibile percorrendo la SP34 in direzione di Stintino, e prendendo a sinistra, circa 22 chilometri da Porto Torres, quando siamo a soli sette chilometri da Stintino, una stradetta sterrata verso alcuni ovili, che poi continuava e conduceva in breve fino alla costa, su una collina alle spalle dell’isola dei Porri. Ma in seguito, i proprietari dei terreni hanno chiuso l’accesso, per impedire danneggiamenti a causa dell’eccessiva frequentazione della zona. Oggi ci si arriva, quindi, via mare, e solo con mare calmissimo. Ci si può arrivare, omunque, anche con un lunghissimo percorso via terra, da Stintino, prendendo la SP34 verso sud, in direzione di Porto Torres, poi svoltare per il Villaggio Bagaglino, e più avanti subito a sinistra, su una strada molto malagevole in direzione della Cala Coscia di donna. Qui si lascia l’auto e si prosegue a piedi lungo la costa, effettuando un’escursione molto lunga, che richiede almeno mezza giornata tra andata e ritorno. L’isola dei Porri, separato dalla costa da uno stretto canale, è caratteristica soprattutto per la sua forma trapezoidale, e per i suoi fianchi rocciosi e scoscesi. Proseguendo verso sudSeguendo la SP34 verso sud, arriviamo di nuovo alla frazione pozzo San Nicola, da dove avevamo iniziato il nostro viaggio per visitare Stintino ed il promontorio di capo Falcone. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Stintino ci recheremo a visitare l’Isola Asinara all’interno del parco Naturale istituito dopo la dismissione del supercarcere per preservarne le caratteristiche ambientali assolutamente uniche. Arrivati a Fornelli e visto quello che resta del supercarcere, percorreremo l’unica strada carrozzabile dell’isola fino alla bellissima Cala Sabina. Incontreremo diversi animali selvatici come cavalli, cinghiali ed il famoso asinello bianco dell’Asinara. |