Tertenia città natale dello scultore Albino Manca con la costiera di Marina di Tertenia
Nella prima tappa del nostro viaggio entreremo nella regione dell’Ogliastra, partendo da Muravera e superato Villaputzu, la SS125 Orientale Sarda si porta verso l’interno. Proseguiamo, quindi, verso nord, in una zona montagnosa, passando dal Serrabus alla regione dell’Ogliastra, dove inizieremo con la visita della parte meridionale delle sue coste, ossia di Tertenia con la sua bella costiera. La regione storica dell’OgliastraL’Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde. In viaggio verso TerteniaUsciamo da Muravera verso nord ovest con la via Roma, che diviene la SS125 Orientale Sarda, poi deviamo a sinistra sulla SS387 del Gerrei, che si dirige verso San Vito, dopo seicento metri troviamo uno svincolo, al quale prendiamo verso destra la SS125var. Procediamo in direzione nord sulla SS125var, dopo quasi diciassette chilometri prendiamo lo svincolo per Tertenia, che ci porta a svoltare a sinistra e prendere la SS125 Orientale Sarda, che in circa tredici chilometri ci porta nell’abitato di Tertenia. Dal Municipio di Muravera a quello di Tertenia si percorrono 36.5 chilometri. Il comune chiamato TerteniaIl comune chiamato Tertenia (altezza metri 121 sul livello del mare, abitanti 3.801 al 31 dicembre 2021) è un importante centro agropastorale situato nella parte sud orientale della Provincia di Nuoro, sulla costa, sviluppatosi in questi ultimi anni anche turisticamente. L’abitato è raggiungibile mediante la SS125 Orientale Sarda, il cui tracciato si snoda a soli tre chilometri dall’abitato. Situato all’interno, sorge nella valle compresa tra l’ampio massiccio di origine vulcanica del Monte Ferru ed il tacco di Monte Arbu, ed è il paese più meridionale della regione storica dell’Ogliastra e si trova in un territorio variegato, aspro e fortemente frastagliato, dominato dagli altipiani dolomitici del Taccu Mannu e del Tacchixèddu. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. Origine del nomeIl suo nome non ha una chiara origine, tuttavia, alcuni studiosi ritengono che appartenga allo strato linguistico preromano. Secondo Giovanni Spano, uno dei pochi storici che parlano di Tertenia, il suo nome deriverebbe dal fenicio Tzar, ossia fortezza, perché il paese si trova in una costa. Ma per altri storici, il nome Tertenia deriverebbe da Dardani o Tartani, nomi con cui venivano chiamati i Troiani. Quindi Tertenía, potrebbe essere nient’altro che lo svolgimento dell’antico nome Tyrsenía, da intendersi come città dei Tirseni o Tirreni, cioè città dei costruttori dei Nuraghi; e pare che sia fondata la tradizione popolare secondo cui il paese di Tyrsenía, poi Terthenía, fosse situato in origine sulla costa del Mar Tirreno, nella zona di San Giovanni di Sarrala, e che sia stato spostato verso l’interno nell’Alto Medioevo, allo scopo di sfuggire alle continue e feroci incursioni dei pirati saraceni. Infatti, secondo Alberto Ferrero della Marmora, tra i Sarcopitani sul livello del mare, abitanti del Sarrabus, ed i Sulsitani, che si trovavano nel territorio di Tortoli, c’erano i Saralapenses, abitatori dell’antica Saralapis, dalla quale è derivato il nome attuale di Sarrala, territorio posizionato sulla Marina di Tertenia. Tertenia viene chiamata negli elenchi delle rendite pisane nel Giudicato di Càralis agli inizi del quattordicesimo secolo con il nome di Villa Tertenie; viene poi citata nella Chorographia Sardiniae di Giovanni Francesco Fara, della metà del cinquecento ma rimasta inedita sino all’ottocento, come Oppidum Tertaniae della diocesi di Suelli. La sua economiaSi tratta di un centro collinare con un’economia basata sulle tradizionali attività agro pastorali ed industriali. Il settore primario è presente con la produzione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, uva da cui si ricava il famoso vino Cannonau, olive, agrumi e frutta; ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’industria, di discrete dimensioni, fa registrare un buon andamento nei settori lattiero caseario, alimentare, della lavorazione del vetro, della fabbricazione di mobili ed edile. Il terziario non assume dimensioni rilevanti. La sua favorevole posizione geografica, tra la costa e la montagna, la rende meta di numerosi turistii, dato che offre la possibilità di trascorrere delle piacevoli vacanze lungo le chilometriche spiagge della Marina di Terrenia, di San Lorenzo e di Sarrala. Non meno attraenti e spettacolari sono le aree dell’entroterra, caratterizzate da una serie di rilievi orografici dai sostrati rocciosi variegati, tra cui si alternano scisti e graniti, calcari e porfidi, basalti e trachiti. Anche la gastronomia locale rappresenta motivo di attrazione, con i suoi arrosti di pecora e agnello, i tipici Culurgionis, Pardulasa e Gattò, i Pani Pintau e Pistoccu, la focaccia di zucca e i formaggi pecorini del caseificio locale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Brevi cenni storiciLe prime tracce di presenza nel suo territorio risalgono al Neolitico recente e sono attribuibili alla Cultura di Ozieri. Oltre a strumenti in ossidiana, sono presenti necropoli ipogeniche a domus de janas. In località Magalàu era presente una necropoli composta da tre ipogei scavati nello scisto, il cui solo superstite è composto da un’unica cella con una nicchia; in località Santa lugia un’unica grotticella artificiale, simile a quella di Magalàu ma con una camera secondaria. Dai documenti medievali si sa con certezza che appartiene al Giudicato di Càralis, nella curatoria del Sarrabus della quale fu capoluogo. Nel 1258, alla caduta del Giudicato, passa per breve tempo al Giudicato di Gallura, poi al comune di Pisa, che la governa fino a quando, nel 1324, ad essi subentrano gli Aragonesi. Sotto il dominio aragonese il paese viene incorporato nella conte di Quirra, formata dal re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso e data in feudo ai Carroz. Nel 1603 la conte viene trasformata in Marchesato, feudo prima dei Centelles e poi degli Osorio de la Cueva. Intorno al sedicesimo secolo, per vigilare sul litorale, viene costruita la Torre di San Giovanni di Sarrala, ossia Santu Juanni de Sàrrala. Nel diciottesimo secolo, a sud di Tertenia, scompaiono i paesi di Ullu, ai piedi del Castello di Quirra, e Tovuda Billamonti, nella località Bidda ’e Monti, in agro di Tertenia. Il paese viene riscattato agli Osorio, ultimi feudatari, nel 1839 con l’abolizione del sistema feudale, per cui diviene un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Del comune di Tertenia nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro. A Tertenia è nato lo scultore Albino MancaTra i principali personaggi nati a Tertenia, va citato lo scultore Albino Manca. Lo scultore Albino Manca nasce nel 1899, secondo di otto figli tutti artisticamente dotati. Completa gli studi all’Accademia di Belle Arti a Roma, dove si afferma negli anni venti e ’30 assimilando la cultura del classicismo, che si ritrova nelle sue opere. Sono di quegli anni numerosi ritratti ed altri bronzi. Nel 1938 si trasferisce a New York, dove vive nel Greenwich village, il quartiere degli artisti, e dove viene consolidata la sua affermazione artistica. Ottiene il massimo riconoscimento quando, nel 1963, vince la gara per la realizzazione del monumento in memoria dei marinai statunitensi caduti nella Seconda Guerra Mondiale. È la Diving Eagle, una delle statue più famose e simboliche d’America, una enorme aquila di bronzo in picchiata, che sovrasta il Memorial Battery Park all’estremità di Manhattan, in riva all’Hudson, proprio di fronte alla statua della Libertà. L’aquila, stilizzatata in bronzo che artiglia una corona d’alloro, è alta otto metri con un’apertura alare di circa tredici metri,su un basamento di granito nero e circondata da monoliti che riportano i nomi dei 4596 marines caduti durante la seconda guerra mondiale. L’opera mostra il talento artistico dell’autore, lo scultore Albino Manca, capace di dare al soggetto uno stile inconfondibile, e la sua perizia tecnica che traspare dalle scelte pensate per la buona riuscita della fusione in bronzo. In piazza John Fitzgerald Kennedy, nel centro di Tertenia, è possibile ammirare una copia in scala ridotta della Diving Eagle. Nel 1965 gli viene affidato l’incarico di coniare la medaglia d’oro commemorativa della visita di papa Paolo VI all’ONU. Sempre a New York, realizza il grande cancello di bronzo dello Children Zoo. Sono sue anche le quattro colossali statue in bronzo realizzate nel 1932 che ornano la legione dei Carabinieri di Cagliari. muore nel 1976 a New York lasciando numerose opere e strumenti di lavoro al comune di Tertenia, che li raccoglie nel 1998 nel Museo Civico d’Arte Moderna. |
Dal 31 marzo al 2 maggio 2010 si è tenuta a Roma, nel complesso del Vittoriano in Sala Zanardelli, l’esposizione Albino Manca: l’officina di uno scultore dal mito di Roma al sogno americano, a cura della F.A.S.I. ossia della Federazione delle Associazioni Sarde in Italia. Ci ha scritto dagli Stati Uniti un visitatore del sito, Elliott KoreMan, che è stato a Roma ed ha visitato la mostra. Egli aveva conosciuto Albino Manca al Greenwich village, ed alla sua morte la moglie, prima di tornare in Italia, gli ha regalato un centinaio di medaglie contenute in scatole, con la descrizione di ognuna. Riportiamo la riproduzione di quattro di queste medaglie. Le principali feste e sagre che si svolgono a TerteniaA Tertenia sono attivi il Gruppo launeddas di Tertenia, un gruppo che tiene alta la cultura e la tradizione di questa terra; e la Associazione Turistica Pro Loco Terteniese, della quale fa parte il Gruppo Folk Santa Sofia di Tertenia, nelle cui esibizioni è possibile ammirare il costume tradizionale del paese. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Tertenia, merita di essere citato, il 17 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate ed il 20 la Festa di San Sebastiano Martire, che è la Festa Patronale del paese, con i falò in onore dei Santi; il Carnevale Tradizionale Terteniese; il 13 giugno la Festa del Corpus Domini, una Festa religiosa viene celebrata con una processione religiosa in costume, canti di gasos e sfilate di cavalli; tra giugno e luglio, o i primi di agosto, la Festa di San Pietro, nella omonima chiesa campestre; durante la prima decade di agosto, la Sagra dei prodotti tipici, occasione nella quale vengono offerti i prodotti tipici di Tertenia come la pecora arrosto o bollita, il formaggio, il vino, ed alto; nella seconda metà del mese di agosto, la manifestazione Su Biginau Antigu, ossia l’antico vicinato; il primo settembre, la Festa di Santa Sofia; la domenica più vicina al il 15 ottobre, la Festa di Santa Teresa, alla quale è collegata la Festa del Pane Pintau, ossia la manifestazione intitolata C’era una volta il pane... La manifestazione su Biginau AntiguOgni anno, la Proloco Terteniese, col patrocionio del comune di Tertenia, nella seconda metà del mese di agosto, organizza la manifestazione Su Biginau Antigu, ossia l’antico vicinato. In quei giorni, il paese fa rivivere uno spaccato della vita di fine ottocento ed inizio novecento, attraveso l’allestimento delle case antiche ancora esistenti, i mestieri antichi e la degustazione dei piatti tipici. Si tratta di una manifestazione che fa rivivere la quotidianità del passato, con le botteghe di fabbri, falegnami e tessitori che vengono ricreate e mostrate al pubblico, nella quale sono previste degustazioni e laboratori sulla lavorazione dei prodotti tipici. Lungo le vie interessate dalla manifestazione si possono ascoltare le musiche delle launeddas, e si può assistera ai balli del gruppo folk di Tertenia. L’ingresso al percorso è gratuito. Visita del centro di TerteniaL’abitato di Tertenia, attualmente interessato da una forte espansione edilizia, si distende in un caratteristico vallone di origine tettonica circondato da vasti vigneti, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico delle localtà collinari. Arrivandoci da sud provenendo da Muravera con la SS125 Orientale Sarda, usciamo allo svincolo dalla strada statale seguendo le indicazioni per raggiungere il paese Tertenia e, dopo circa un chilometro e mezzo, passato il ponte sopra il torrente Quirra, troviamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso all’interno dell’abitato, dopo il quale la strada entra nel paese ed assume il nome di via Roma. Il Campo Sportivo ComunalePassato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, percorriamo verso nord quattrocento metri lungo la via Roma, e, arrivati in località Is Arranas, vediamo, alla destra della strada, il cancello di ingresso del Campo Sportivo Comunale. All’interno di questo Iimpianto sportivo, si trova un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatatori. In questa campo gioca le sue partite casalinghe la squadra di calcio del Gruppo sportivo Tertenia, partecipante al campionato Prima Categoria, nel girone A di Sardegna. Accanto al Campo da Calcio, è presente anche un più piccolo Campo polivalente all’aperto, senza tribune, con fondo in materiali cementizi o asfaltoidi, nel quale è possibile praticare incontri di calcio, calcetto ossia calcio a cinque, pallacanestro, pallavolo, tennis. La piazza John Fitzgerald Kennedy con una copia della Diving EaglePercorsi settecento metri verso nord lungo la via Roma, arriviamo a un incrocio con al centro una rotonda, dove davanti a noi muove leggermente verso destra la via principassa Maria, leggermente verso sinistra prosegue la via Roma, mentre a destra parte la via Sardegna, ed a sinistra, più stretta ed in salita, la via Sant’Isidoro. Proseguiamo lungo la via Roma e, dopo circa duecento metri, si apre, alla sinistra, la Piazza John Fitzgerald Kennedy In questa piazza è stata posizionata una copia in bronzo, a scala molto ridotta, della Diving Eagle, ossia dell’aquila commemorativa dei caduti americani nella Seconda Guerra Mondiale situata a Manhattan, donata al paese di Tertenia. La chiesa di Santa Teresa d’AvilaProseguendo lungo la via Roma, una cinquantina di metri dopo la piazza, prendiamo a destra la via Massimiliano Kolbe, la seguiamo per una quarantina di metri, ed, alla destra, parte in salita la scalinata, alla sinistra del quale,su un’altura tra la via Massimiliano Kolbe ed il vico, si trova la chiesa di Santa Teresa d’Avila. Questa piccola chiesa è stata edificata nel diciottesimo secolo nella parte bassa dell’abitato. L’edificio, caratterizzato da una estrema semplicità, si sviluppa in un’unica navata scandita da archi a tutto sesto che sorreggono la copertura. Il modesto altare in pietra è sormontato da un’edicola che ospita la statua della Santa. Nella piccola facciata di colore bianco si apre un portone ligneo intarsiato, sormontato da un piccolo oculo ottagonale chiuso da una grata. alla sommità del tetto a capanna con copertura in tegole, spicca una croce. Il sabato e la domenica più vicina al il 15 ottobre, viene organizzata la Festa di Santa Teresa d’AvilaA. Si parte il sabato pomeriggio con la messa che viene celebrata nella chiesa dedicata alla Santa, alla quale segue la processione verso la chiesa parrocchiale, accompagnata dai suonatori di launeddas. In serata, presso la zona storica del paese, si tiene la Giornata del Pane, con la preparazione in alcuni forni del pane tradizionale, di cui un assaggio viene distribuito ai partecipanti. Segue una cena a base di carne di vitello arrosto, che viene offerto ai presenti, ed uno spettacolo musicale. I festeggiamenti religiosi e civili riprendono la domenica, fino allla messa serale nella chiesa parrocchiale, seguita da una fiaccolata verso la chiesa di Santa Teresa, accompagnata dai suonatori di launeddas. Il Municipio di TerteniaTorniamo sulla via Roma e proseguiamo verso nord, o meglio verso nord ovest, per appena un’altra ottantina di metri, ed arriviamo a vedere, alla destra della strada, l’edificio del Municipio di Tertenia, che si trova al civico numero 173 della via Roma. Questo edificio ospita la sede municipale, oltre che gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini di Tertenia. Il Museo Civico d’Arte Moderna Albino MancaPassato il Municipio, procediamo lungo la via Roma, dopo centottanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Principe Umberto, dopo centocinquanta metri svoltiamo a destra e prendiamo la stretta via San Pietro, dopo venticinque metri arriviamo a un bivio e prendiamo leggermente a destra la via Andrea Doria, la seguiamo per una sessantina di metri, e vediamo, alla destra della strada, al civico numero 12, il Museo Civico d’Arte Moderna Albino Manca il cui lato posteriore si affaccia sulla retrostante via Giuseppe Garibaldi. Il Museo è stato inaugurato nel 1998, e raccoglie le opere più significative ed alcuni strumenti da lavoro dello scultore Albino Manca, lasciati al suo paese dall’artista ogliastrino, che era cugino di don Egidio Manca. Si possono ammirare, tra le varie sculture in bronzo, la Fanciulla dormiente, il Busto di un vecchio forse suo padre Vincenzo, la Gazzella e Fico d’India, la Gru Coronata, la Madonna col bambino, ed anche la riproduzione dei Bozzetti preparatori della Diving Eagle tuttora presente al Battery Park di Manhattan. La chiesa parrocchiale della Beata Vergine AssuntaDa dove avevamo preso la stretta via San Pietro, dopo venticinque metri eravamo arriviamo al bivio, qui ora prendiamo leggermente a sinistra la via della chiesa, dalla quale, dopo una quarantina di metri, parte a destra, in salita, una strada a traffico limitato, che, in una sessantina di metri, ci porta in un’ampia piazza nella parte alta di Tertenia. In questa piazza si affaccia la chiesa della Beata Vergine Assunta che è la parrocchiale di Tertenia. Si tratta di uno dei più interessanti edifici sacri della Sardegna del dopoguerra, interamente ricostruito dal parroco Egidio Manca tra il 1938 ed il 1953 in stile neoromanico lombardo. La maestosa facciata rettangolare ospita, all’interno di un ampio arco con cornice, il magnifico portale in bronzo formato da dieci pannelli che riproducono scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. La parte superiore del prospetto è conclusa da un grande timpano triangolare rifinito da una spessa cornice aggettante e alleggerito da una serie di monofore ogivali. Sul lato destro dell’edificio si erge l’alto campanile a canna quadrata con terminale piatto, alleggerito nella parte superiore da monofore ogivali. Questa chiesa è chiaramente ispirata alla chiesa Santa Maria Annunciata in chiesa Rossa, edificata a Milano da Giovanni Muzio, autore tra l’altro anche del palazzo della Triennale. L’interno è caratterizzato da una pianta a croce latina articolata in una sola navata con copertura in legno. Nel presbiterio, delimitato da un arco trionfale a tutto sesto e rialzato di alcuni gradini dal piano della navata, si trova, dopo un arco trionfale il semplice altare. Nei due lati del transetto sono invece collocati due altari settecenteschi provenienti della vecchia chiesa. Lungo le pareti laterali dell’edificio, quattro grandi nicchie accolgono degli altari sormontati dalle raffigurazioni di Sant’Antonio da Padova, di San Sebastiano che è il Santo patrono del paese, dell’Immacolata Concezione e della Deposizione. Di Egidio Manca, oltre che parroco anche pittore e scultore, sono l’affresco dell’abside con l’Assunta, il martirio di San Sebastiano, la via Crucis in arenaria, e le 10 formelle bronzee del portale con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento. Nella piazza è stato collocato, sopra una colonna in granito, un busto raffigurante don Egidio Manca cha la ha fatta interamente ricostruire. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla Beata Vergine Assunta alla quale è dedicata. Ogni anno, il 20 gennaio presso questa chiesa si svolge la Festa di San Sebastiano Martire, che è la Festa patronale, e viene organizzata da Is Obreris, i membri di tre famiglie, che a loro volta designeranno le famiglie che dovranno occuparsi dei festeggiamenti l’anno seguente. Si inizia con la recita del rosario e con la messa, alla quale seguono la processione con il simulacro del Santo per le vie del paese, poi la benedizione e l’accensione del falò in suo onore. Si conclude con panini e salsiccia e con del buon vino, accompagnati dal suono della fisarmonica. Questa Festa viene abbinata con la precedente Festa di Santo Stefano Abate, che si svolge il 17 gennaio, quando in serata si inizia con il rosario, la messa, alla quale seguono la processione, la benedizione e l’accensione del falò. Il piazzale davanti alla ex Scuola Materna raggiungiamo il Cimitero di TerteniaEvitando la deviazione a destra in salita che ci aveva portati alla piazza sulla quale si affaccia la chiesa parrocchiale, proseguiamo lungo la via della chiesa, la quale, dopo quasi un centinaio di metri, sbocca sulla via Nuoro, che prendiamo verso sinistra, ossia in direzione nord. All’angolo tra la via della chiesa e la via Nuoro, si trova un ampio piazzale normalmente utilizzato come parcheggio, che si trova davanti agli edifici della Ex Scuola Materna. È in questo piazzale che vengono accesi i due falò, il 17 gennaio per la Festa di Sant’Antonio Abate, ed il 20 gennaio per quella di San Sebastiano Martire. Raggiungiamo il Cimitero di TerteniaDalla via della chiesa prendiamo verso sinistra la via Nuoro, la seguiamo in direzione nord per quasi trecento metri, fino a che questa strada arriva ad una rotonda, alla quale prendiamo la prima uscita, che è il viale del Cimitero, ed è la prosecuzione della via Roma che proviene dal centro di Tertenia. Il viale del Cimitero, in una settantina di metri, ci porta a vedere, alla sinistra della strada, il muro di cinta del Cimitero di Tertenia, al centro del quale si trova il suo portone di ingresso. Visita dei dintorni di TerteniaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tertenia sono presenti 77 Nuraghi,22 villaggi,34 Tombe di giganti e un pozzo sacro risalenti al periodo nuragico. Sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Ante Taccu, Crabiolu, Genna Pira, Perdu Pabali, Piddeddu, Tacchixeddu; dei Nuraghi complessi Aleri, Anastasi, Genna Didu, Is Casadas, Marosini, Sa Picca, Su Concali; ed anche dei Nuraghi Baccu S’Ortu, Barisoni, Biddu e Monti, Bruncu e Narba, Calavrigus, Ceroddi, de Accu, de lua, de Sa Teria, Erbeis, Floris, Foxi Manna, Gilia, Giuilea, Grabieli, Grutas, lionaggi, Longu, Maddaleni ’e Chiccu, Marragi, Mincineddu, Murcu, Murta Arba, Nurassolas, Orrubiu, Orruttu, Pissigorru, Pittiu, di Punta Moros, Romana, Sa Cannera, Sa Cresia, Sa Scafa, San Nicola, Sant’Elia, Santu Perdu, Serra Suia, S’Omu S’Orcu, su Preti, S’Ulimu, Tettioni, tutti di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla dei Nuraghi Acu de Narbonis, Brecconi, Erriu Olia, Fraili, Fusti e Carca, Giuncargiu, Maroi, Murcu, nurageddus, Pardu ’e Sua, Salada, che sono stati distrutti. Il Campo Sportivo su FossuDal centro di Tertenia prendiamo verso nord la via Roma, che diventa il viale del Cimitero. Passato l’ingresso del Cimitero di Tertenia, proseguiamo per trecento metri superando il piccolo ponte sul rio Abis, troviamo il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, passato il quale, seguendo le indicazioni, prendiamo una sterrata subito a destra che, in trecentocinquanta metri, ci porta al Campo Sportivo su Fossu. Dopo circa ventitre anni di abbandono, nel 2015 ha riaperto questo storico terreno di gioco del Tertenia, che a partire dalla fine degli anni Cinquanta, era diventato per più di ventiquattro anni Teatro di tante battaglie. All’interno è presente un Campo da Calcio, con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. La chiesa campestre di San Pietro ApostoloEvitando la deviazione per il Campo Sportivo su Fossu, proseguiamo verso nord lungo il viale Cimitero, che ci porta verso la Zona Industriale di Tertenia, che si trova in località San Pietro. Percorso un chilometro e seicento metri dal cartello segnaletico che ha indicato l’uscita dall’abitato, svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il Caseificio Tertenia e, dopo un’altra quarantina di metri, svoltiamo a destra. Proseguiamo per poco meno di ottocento metri lungo questa strada, attraversando tutta la zona industriale, ed arriviamo dove la strada asfaltata termina e prosegue una strada bianca, la prendiamo e, dopo circa duecento metri, arriviamo a vedere, alla destra della strada, la chiesa campestre di San Pietro Apostolo che è rimasta abbandonata per molto tempo. Presso questa chiesa campestre, tra giugno e luglio, o i primi di agosto, si svolge la Festa di San Pietro Apostolo, i cui festeggiamenti sono ripresi grazie ai comitati spontanei di giovani del paese e al contributo della Pro Loco. Oggi il Santo viene festeggiato con una processione in costume, spettacoli folkloristici e fuochi d’artificio. I pochi resti del Nuraghe Santu PerduNella campagna, proprio sul retro della chiesa campestre di San Pietro Apostolo, si trovano i pochi resti del Nuraghe Santu Perdu. Si tratta di un Nuraghe che è stato edificato in materiale indeterminato a 162 metri di altezza sopra il livello del mare, ed intorno ad esso si trovano quelli che sono stati ritenuti i resti di un probabile insediamento abitativo nuragico. Pur trattandosi di un Nuraghe di tipologia indefinita, le poche ricerche effettuate su di esso portano a ritenere che potrebbe trattarsi di un Nuraghe complesso. La chiesa campestre di Santa SofiaDal Municipio di Tertenia, prendiamo verso nord ovest la via Roma, dopo centottanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Principe Umberto, la seguiamo per centocinquanta metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via San Pietro, dopo una settantina di metri prendiamo a sinistra la via Andrea Doria, e, dopo una cinquantina di metri, svoltiamo leggermente a destra e prendiamo la via Santa Sofia. Percorsa per secento metri, ci porta in località Bidda ’e Susu, dove vediamo, alla destra della strada, la chiesa campestre di Santa Sofia che è una chiesa di impianto bizantino. Presso questa chiesa campestre si svolge la Festa più sentita a Tertenia, che è indubbiamente quella per Santa Sofia, la più importante del paese. I festeggiamenti durano dal 1 al 3 settembre e constano di celebrazioni eucaristiche, processioni alla volta della chiesa campestre dalla chiesa parrocchiale della Beata Vergine Assunta, eventi musicali e gastronomici fino agli immancabili fuochi d’artificio in località su Canali. Ma l’elemento caratterizzante ogni momento della Festa è la presenza del Gruppo Folk Santa Sofia di Tertenia, i cui componenti indossano abiti della Festa appartenenti alla tradizione tertenese, gli uomini esibiscono un gilet blu petrolio, mentre le donne indossano un abito viola e nero con un velo in testa dello stesso colore. Questo Gruppo Folk si esibisce durante la Festa con balli e sfilate, al suono delle caratteristiche launeddas, strumento musicale a fiato tipico della terra sarda. I ruderi della chiesa campestre di Santa LuciaDal Municipio di Tertenia, prendiamo verso sud est la via Roma, dopo centottanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Ogliastra, la seguiamo per quattrocento metri, poi Svoltiamo a Sinistra in Via Funtana Esy, che prosegue con la via Sant Isidoro, e, dopo settecentocinquanta metri sbocca su una trasversale, subito prima del passaggio sul rio Corongiu. Qui prendiamo un sentiero proseguendo più o meno dritti, che conduce alla località S’Arcu ’e Sa Rugi, e, dopo circa cinquecento metri, arriviamo a vedere, sulla destra, i Ruderi della chiesa campestre di Santa Lucia protettrice della vista, della quale rimangono oggi solo i muri perimetrali, e che oggi è in fase di ristrutturazione. Le ultime tracce della Festa di Santa Lucia con riti religiosi nella sua piccola chiesa risalivano al 1692. Il pomeriggio del 12 dicembre 2015, accompagnato dai fedeli, il simulacro di Santa Lucia è tornato nella sua piccola chiesa nei dintorni di Tertenia. La popolazione di Tertenia si è radunata, nel pomeriggio, attorno alla struttura in fase di restauro per festeggiare la protettrice della vista. La processione di fedeli in suo onore è partita nel pomeriggio dalla chiesa parrocchiale, ed hanno raggiunto l’edificio rimasto abbandonato per due secoli e mezzo. Qui hanno pregato insieme al parroco. Il giorno successivo, nell’antica chiesa, è avvenuta la celebrazione della messa, ed, a seguire, si sono svolti i festeggiamenti civili con la favata. In seguito un gruppo di volontari ha avviato le opere di restauro della piccola chiesa. Passata la frazione Is Erriolus visitiamo i resti del Nuraghe complesso MarosiniDal Municipio di Tertenia, prendiamo verso sud est la via Roma, la seguiamo per settecento metri, poi svoltiamo a sinistra in via Sarrala, che, in altri settecento metri, ci porta alla frazione Is Erriolus (altezza 108 metri, distanza in linea d’aria circa 1.29 chilometri sul livello del mare, abitanti 48). Passata questa frazione, proseguiamo dritti lungo la strada panoramica che conduce verso il golfo di Sarrala e, dopo altri sei chilometri di tornanti, troviamo sulla destra della strada il cartello che indica il Nuraghe Marosini. Presa la deviazione, percorriamo duecentocinquanta metri, e prendiamo un sentiero sulla destra che, in circa duecento metri, ci porta a vedere i ruderi del Nuraghe Marosini, che prende il nome dalla località nella quale è situato. Si tratta di un Nuraghe complesso, edificato in granito grigio e rossiccio a 97 metri di altezza, costituito da una torre principale e due torri secondarie laterali, o secondo Giovanni secondo Lilliu una sola torre secondaria. Intorno ad esso sono presenti tracce di un insediamento abitativo. Il Nuraghe si trova all’interno di una propietà privata, ed è in condizioni di completo degrado. Passata la località Marosini ci recheremo verso la Marina di TerteniaPassato il punto dove parte a destra la deviazione che porta al Nuraghe, proseguiamo dritti lungo la strada panoramica che conduce verso il golfo di Sarrala, e che, dopo appena duecentocinquanta metri, arriviamo nella località Marosini, dove la strada si biforca, per portare a sinistra alla spiaggia di Sa Foxi Manna, ed a destra verso sud alle spiagge Melisenda e Barisoni. Sono tutte località della Marina di Tertenia che si presenta con spiagge ben riparate dal maestrale. Lungo il litorale della Marina di Tertenia si alternano spiagge, rocce e scogliere, è una zona ancora estremamente naturale, poco sfruttata dal turismo. I resti del Nuraghe complesso Longualla biforcazione, prendiamo verso sud la via Barisoni, che porterà alla Torre di San Giovanni di Sarrala, con brevi deviazioni non segnalate che conducono alle belle spiagge Melisenda, nota anche come spiaggia di Sa Foxi Murdegu, oltre la quale troviamo la spiaggia di Foxi de lioni, la spiaggia su Prettu, per arrivare, infine, alla spiaggia Barisoni ed alla costiera di Porto Santoru. Lungo la via Barisoni, che è la strada costiera verso sud, dopo due chilometri e quattrocento metri, seguendo le indicazioni, prendiamo verso destra la via Sa Mandra, la seguiamo per seicento metri, poi svoltiamo a sinistra e, dopo un centinaio di metri arriviamo a un bivio dove prendiamo leggermente a sinistra in via Nuraghe Longu. Dopo seicento metri, troviamo sulla destra il sentiero che porta al Nuraghe Longu un Nuraghe complesso che si trova all’interno di una proprietà privata. Il Nuraghe è edificato a 126 metri di altezza in metriale indetreminato. È di tipo a tholos con pianta complessa, e conserva la torre principale in posizione centrale rispetto al bastione. Ha un mastio di forma tronco conica estremamente slanciata con la tholos ancora intatta. Verso sud la via Barisoni ci porta ai resti del Nuraghe complesso su ConcaliLungo la via Barisoni, che è la strada costiera verso sud, dopo due chilometri e quattrocento metri, seguendo le indicazioni, prendiamo verso destra la via Sa Mandra, la seguiamo per seicento metri, poi svoltiamo a sinistra e, dopo un centinaio di metri arriviamo a un bivio dove prendiamo leggermente a sinistra, dopo centocinquanta metri svoltiamo a sinistra. Qui, alla distanza di circa quattrocento metri, sulla sommità di un’altura tra grandi boschi, si trovano i resti del Nuraghe su Concali. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in blocchi di granito a 134 metri di altezza. Il Nuraghe consta di una torre centrale con entrata verso sud est, e due torri addossate una sul lato est e l’altra sul lato nord ovest, con entrate independenti. Secondo il Piano Urbanistico Comunale di Tertenia, si dovrebbe, però, trattare di un Nuraghe polilobato, con tre o quattro torri aggiunte. Proseguendo raggiungiamo la frazione Sarrala con la Torre di San GiovanniLungo la via Barisoni, che è la strada costiera verso sud, dopo tre chilometri e duecento metri, seguendo le indicazioni, svoltiamo a sinistra e, in circa seicento metri, sfiorando il piccolo borgo agricolo di Sarrala, formato da casette coloniche e ville sparse nella campagna, raggiungiamo la frazione San Giovanni di Sarrala (altezza 7 metri, distanza in linea d’aria circa 7.24 chilometri sul livello del mare, abitanti 10). Sul piccolo promontorio che si dirige verso il mare della frazione si trova la Torre di Sarrala, chiamata anche Torre di San Giovanni, che è stata edificata a una quota di diciannove metri sul livello del mare, ed è facilmente raggiungibile dalla spiaggia di Melisenda. Edificata in epoca spagnola con la funzione di controllare la zona tra la Quirra e il capo Sferracavallo, per sventare eventuali sbarchi di pirati barbareschi, probabilmente risale al 1639. realizzata in granito, si presenta su due piani, con le stanze dotate di volta a cupola, e comunicanti tra loro per mezzo di scale interne agli ambienti. Durante la seconda guerra mondiale è stata modificata, in conseguenza al suo adattamento a bunker. La piccola spiaggia di SarralaSotto la Torre di Sarrala, verso sud, si trova la piccoLa Caletta della Torre di Sarrala, all’intero della quale possiamo vedere la spiaggia di Sarrala. Sotto la Torre di San Giovanni di Sarrala troviamo la piccola spiaggia di Sarrala nota anche con il nome di spiaggia della Caletta della Torre di Sarrala, che si presenta come una distesa a mezzaluna posta di fianco al promontorio su cui sorge la torre aragonese di San Giovanni di Sarrala. L’arenile è costituito da sabbia bianco grigia chiara, che si mesta a ciottoli e ciottolini in alcune porzioni dell’arenile. Il mare cristallino ha un fondale basso e sabbioso, e si presenta di un colore che varia tra il celeste ed il verde. Non è molto affollata in alta stagione, piuttosto riparata dai venti, con ampi spazi disponibili, salvo che nei pressi dei posteggi e negli accessi. |
Nella località Sa Foxi Murdegu si trovano le spiagge Melisenda e Foxi de lioniDa dove avevamo preso la deviazione per la Torre di Sarrala, proseguiamo verso sud lungo la via Melisenda, dopo seicento metri prendiamo, seguendo le indicazioni per le spiagge, la deviazione in una strada bianca verso sinistra che ci porta nella frazione Foxi Murdegu (altezza 4 metri, distanza in linea d’aria circa 7.38 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 11). Percorsi ottocentocinquanta metri, arriviamo a vedere verso nord la spiaggia Melisenda, che si trova all’interno del borgo agricolo e turistico di Melisenda, realizzato su un preesistente villaggio di minatori, in una località chiamata Sa Foxi Murdegu, dal nome dello stagno che si trova all’estremo nord della spiaggia. Qui incontriamo la spiaggia Melisenda nota anche come spiaggia di Sa Foxi Murdegu, una spiaggia lunga poco meno di un chilometro, il cui arenile è costituito da sabbia fine, di colore bianco ambrato ricca di conchigliame che non ne pregiudica comunque la consistenza morbida. Si affaccia nel bellissimo mare con l’acqua limpidissima, dai colori tra il verde e l’azzurro. Privo di posidonie, il mare ha un fondale basso e sabbioso, ideale per le famiglie e per immergersi in tranquillità e sicurezza. Lungo la parte nord della spiaggia, vi è la foce del piccolo rio, che d’estate si prosciuga quasi completamente. Risulta mediamente affollata durante i mesi estivi. |
Da dove siamo arrivati sulla costa, verso sud si sviluppa la spiaggia di Foxi de lioni, che si trova appunto nella località omonima. Subito oltre la spiaggia Melisenda, procedendo verso sud, si incontra la spiaggia di Foxi de lioni in cui l’arenile ha una forma ad arco, ed è caratterizzata dalla presenza nell’arenile di ciottoli e sabbia a grana grossa, di colore ambrato. Alle spalle della spiaggia si trova una piccola scogliera ricoperta dalla vegetazione che la ripara dal vento di maestrale, rendendo piacevole la sosta su questa spiaggia. Il mare cristallino presenta un fondale basso e misto con sabbia e ciottoli, con acque di colore cangiante tra l’azzurro ed il verde. Non risulta mai affollata neanche durante il periodo di alta stagione. Riprendiamo il viaggio verso sud e, guardando indietro, possiamo ammirare tutta la costa, dalla spiaggia di Sa Foxi Manna a Melisenda, fino alla Torre di San Giovanni. |
I resti del Nuraghe complesso Anastasi o NastasiPercorsi ancora cinquecento metri, a quattro chilometri e trecento metri da dove avevamo preso la via Barisoni, prendiamo la prima sterrata sulla destra poco dopo aver superato il ponte sul torrente Nastasi, e, ercorsi quasi trecento metri, vediamo, sula destra, la collinetta sulla quale si trovano, a 42 metri di altezza, i resti del Nuraghe Anastasi chiamato anche Nuraghe Nastasi. Si tratta di un Nuraghe complesso immerso in una fitta vegetazione, che presenta una massiccia torre centrale tronco conica, cinta da un bastione difensivo dotato di quattro torri secondarie, ed all’interno due cortili. Intorno si trovano tracce di un villaggio nuragico. Questo monumento è stato oggetto di indagine, nel 1966 e 1967, da parte della Soprintendenza alle antichità di Sassari e Nuoro, sotto la direzione di Ercole Contu. I sondaggi, condotti a diverse quote nei vani delle torri e nei due cortili del Nuraghe, non hanno, però, messo in evidenza alcuna stratigrafia. Le ceramiche rinvenuta all’interno di questo Nuraghe sono esposte al Museo Archeologico Giovanni Antonio Sanna di Sassari. Tra i materiali inediti suscita particolare interesse un frammento di ceramica dipinta, rinvenuto nel livello più profondo della torre occidentale, di argilla arancio con inclusi bianchi, superficie esterna grigio verdina e banda nera leggermente lucente, di cui non è possibile ricostruire la forma vascolare. Dalla stessa quota e luogo provengono due frammenti di lingotto dei tipi Serra Ilixi e l’umbone dello scudo di un bronzetto di guerriero. La spiaggia di su PrettuProcedendo verso sud, in direzione di Barisoni, il paesaggio diviene sempre più selvaggio, le zone agricole tendono a diminuire e a sparire completamente lasciando spazio a una natura incontaminata e selvaggia. Proseguendo verso sud per un chilometro e duecento metri da dove avevamo trovato la deviazione per il Nuraghe Anastasi, troviamo una sterrata sulla sinistra che, in circa cinquecento metri, ci porta alla spiaggia di su Prettu, che si trova più a sud della spiaggia di su Foxi de lioni, dalla quale è separata dalla sporgenza nel mare della punta su Prettu. La spiaggia di su Prettu è costituta da un piccolo arenile con un fondo misto sabbioso e ciottoloso, con prevalenza di quest'ultimo. La sabbia ha un colore ambrato ed a grani medio grossi e ciottoli chiari. Il mare è trasparente e di un bellissimo colore tra il verde bottiglia e l’azzurro, come del resto in tutta la zona della Marina di Tertenia. Ha un fondale basso e misto e risulta ben riparata dal maestrale. Non è mai altamente frequentata, nemmeno in alta stagione. Alle sue spalle si vede solamente la campagna ogliastrina, che le fa da contorno. |
Raggiungiamo il borgo turistico di Barisoni con la sua spiaggiaProcedendo verso sud, dopo circa un chilometro, a sei chilometri e cinquecento metri da dove avevamo preso la via Barisoni, dove la strada asfaltata termina, raggiungiamo la frazione Barisoni (altezza 4 metri, distanza in linea d’aria circa 8.33 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 22), dove si trova il borgo turistico di Barisoni, realizzato anch’esso su un preesistente villaggio di minatori, e che si affaccia sulla spiaggia Barisoni. Siamo arrivati al termine della costiera meridionale di Tertenia. Dopo la fine della via Barisoni, si prosegue verso sudsu una sterrata chiamata la strada per Santoru, che porta in un’isola amministrativa di Loceri, poi in una di Lanusei, ed infine in una di Arzana, passata la quale si entra nel territorio Comunale di Villaputzu nella Provincia del Sud Sardegna. Verso est raggiungiamo la frazione Zinnibiri MannuDal centro di Tertenia la via Sarrala ci aveva portati alla frazione Is Erriolus ed eravamo arrivati alla biforcazione, dove avevamo preso vero destra la via Barisoni, che ci aveva portati verso sud. alla biforcazione prendiamo, invece, la strada verso est, che, dopo un chilometro e duecento metri, continua sulla la via Aldo Moro. Dopo quattrocentocinquanta metri troviamo una deviazione a destra, presa la quale, dopo trecento metri, la strada prima in salita poi in discesa ci porta alla frazione Zinnibiri Mannu (altezza 12 metri, distanza in linea d’aria circa 7.05 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 14), dove si trova il grosso insediamento turistico di Sa Foxi Manna. La spiaggia di Sa Foxi MannaLa via Aldo Moro, sia proseguendo con la strada dritta fino alla costa, che deviando a destra per raggiungere l’insediamento turistico, si affaccia sul mare con la spiaggia di Sa Foxi Manna. Qui troviamo la spiaggia di Sa Foxi Manna il cui bianco arenile prende il nome dall’ampia foce del torrente che in essa sbocca. Si tratta di un arenile di grandi dimensioni, costituito da una lunga ed ampia lingua di sabbia dorata chiara fine, circondata da scogli, ed affacciato su un mare verde azzurro, poco profondo, con acqua trasparente e cristallina, ricca di sassolini colorati e di conchiglie, che diviene quasi subito alta. La spiaggia è accessibile da vari punti, con piccoli posteggi e brevi percorsi a piedi, individuabili senza eccessiva difficoltà. Si tratta di una attrezzata, in essa vi è la disponibilità di bar, ristoranti, negozi e servizi vari. La spiaggia non è mai affollata, neanche in alta stagione, salvo che nei pressi dei posteggi e nei punti di accesso. |
Verso nord raggiungiamo la frazione DispensaEvitando la deviazione verso la frazione Zinnibiri Mannu e la costa, proseguiamo invece dritti lungo la via Aldo Moro, che si dirige poi verso nord, e che, in quattrocentocinquanta metri, ci porta, ai piedi del bellissimo Monte Cartucceddu, all’interno della frazione Dispensa (altezza 8 metri, distanza in linea d’aria circa 7.01 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 43), località turistica del comune di Tertenia. Lungo la strada per la frazione Dispensa si trovano iesti del Nuraghe complesso AleriPrima di raggiungere la frazione Dispensa, prendendo un sentiero tra le case sulla sinistra, si raggiungono su una collina, in posizione dominante su tutta la costa, a 46 metri di altezza, i resti del Nuraghe Aleri. È un Nuraghe complesso in buono stato di conservazione, costruito interamente in trachite, con un mastio e tre torri aggiunte, collegate internamente da corridoi e fasciate da un ampio antemurale esterno. Dall’ingresso del Nuraghe parte un lungo corridoio e una scala. Nella camera principale in cui è crollata la copertura, sono presenti due nicchie. L’architrave dell’ingresso è in granito. Comunque, secondo il Piano Urbanistico Comunale, il Nuraghe conterebbe ben cinque torri aggiunte. Nei pendii della collina sulla quale sorge il Nuraghe vi sono i resti di murature circolari e ovali, probabilmente appartenenti a un villaggio. Il sito è stato frequentato sino all’età punica romana. Proseguendo in direzione di Capo SferracavalloLa spiaggia di Sa Foxi Manna prosegue fino quasi al Capo Sferracavallo al di là del quale verso nord troviamo le spiagge della Marina di Gairo, che incontreremo più avanti nel nostro viaggio. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, inizieremo a visitare l’Ogliastra interna meridionale. Da Tertenia proseguiremo sulla SS125 Orientale Sarda verso Cardedu, a 10 chilometri da Tertenia una deviazione a sinistra ci farà imboccare la SP11 che porta a Jerzu La città del vino. Da Jerzu, poi, scenderemo verso sud, fino a raggiungere il paese chiamato Perdasdefogu che si trova ai confini con la Provincia di Cagliari. |