Tissi con la visita dell’abitato e con le tombe a prospetto architettonico di Sas Puntas e di Monte Sant’Antiogu
In questa tappa del nostro viaggio, da Ittiri torneremo a Usini da dove ci recheremo a visitare Tissi con i resti archeologici che si trovano nei suoi dintorni, in particolare con le tombe a prospetto architettonico di Sas Puntas e di Monte Sant’Antiogu. La regione storica del Sassarese chiamata anche Logudoro TurritanoIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. Più in particolare, il Sassarese (nome in lingua sarda Su Tataresu) è tutta un’area con una forte impronta agropastorale, con splendidi panorami, dominati da rilievi d’origine vulcanica, ampi tratti pianeggianti, scarse foreste che interrompono le grandi distese di pascoli. L’antico popolamento della zona, territorio ideale per i popoli preistorici dal punto di vista ambientale, è testimoniato dai cospicui resti archeologici, cui si aggiungono alcuni notevoli monumenti medioevali. I comuni che fanno parte del Sassarese sono Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Monteleone Rocca Doria, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Putifigari, Romana, Sassari, Tissi, Uri, Usini, Villanova Monteleone. Oggi alcuni considerano in questa ragione anche Porto Torres, che però attribuiamo alla Nurra. Si parla il Sassarese o Turritano, una lingua romanza nata intorno al dodicesimo secolo da una base toscano corsa, evolutasi poi autonomamente con influenze liguri, iberiche e soprattutto sardo logudoresi. In viaggio verso TissiPossiamo raggiungere Tissi da Ittiri, dove eravamo arrivati nella precedente tappa del nostro viaggio. Da qui possiamo tornare indietro sulla SP15M per circa dodici chilometri e mezzo, dopo di che al chilometro 5.5 troviamo sulla destra l’uscita sulla SP3 per Tissi, che raggiungiamo a circa diciassette chilometri dal centro di Ittiri. Possiamo raggiungere Tissi anche partendo da Sassari. Dalla piazza Santa Maria di Betlem prendiamo in direzione sud ovest ed imbocchiamo la via dei Gremi. Dopo 350 metri, alla rotonda che incontriamo, imbocchiamo la SP15M, che è la strada provinciale che collega Sassari a Ittiri. La seguiamo per cinque chilometri e mezzo, dopo di che, passato il ponte sul Rio Mascari e sulla linea ferroviaria, troviamo sulla sinistra l’uscita sulla SP3 verso Tissi, e raggiungiamo dopo quattro chilometri l’abitato di Tissi, a poco meno di dieci chilometri dal centro di Sassari. Il comune chiamato TissiIl comune chiamato Tissi (altezza metri 225 sul livello del mare, abitanti 2.359 al 31 dicembre 2021) è un centro agricolo adagiato su un territorio collinare, un piccolo abitato che però ha aumentato la sua popolazione ed è in costante crescita perché molti Sassaresi hanno deciso di stabilirvisi, preferendo un paese tranquillo al caos cittadino. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che sono comprese tra i 69 e i 372 metri sul livello del mare. Negli ultimi tempi, soprattutto le nuove generazioni, mostrano di preferire le attività lavorative nei diversi settori del terziario. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale città del VinoQuesto paese dal 2020 è entrato a far parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania. Origine del nomeLa sua denominazione, attestata in testi medievali con la stessa forma di oggi, presenta un etimo incerto ed è di probabile derivazione preromana. La sua economiaL’agricoltura rappresenta tuttora il settore principale dell’economia locale, dato che si coltivano ortaggi, foraggi, viti, ulivi e frutta e si pratica l’allevamento di suini, ovini ed equini. L’economia del territorio è caratterizzato da una intensa attività agricola, ed è coltivato soprattutto a vigneti e oliveti. Molto rinomati sono i suoi vini che vantano eccellenti caratteristiche, soprattutto il vino rosso da pasto prodotto dal vitigno a uva nera Cagnulari. Gli olivi, a cespuglio, producono un olio dal sapore mediterraneo. Di minori dimensioni è il comparto industriale costituito da aziende che operano nei comparti alimentare, tessile, della fabbricazione di mobili ed edile. Il terziario è caratterizzato da una sufficiente rete commerciale, in grado di soddisfare le esigenze primarie della popolazione, e dell’insieme dei servizi. Tissi non rappresenta meta di significativo afflusso turistico, tuttavia le incontaminate bellezze del suo ambiente naturale, l’aria salubre e il clima mite permettono, a quanti vi si rechino, di effettuare piacevoli e rilassanti escursioni. Nei suoi dintorni è inoltre possibile visitare un interessante ipogeo preistorico, sito in regione Signora Rosa, e diversi Nuraghi. L’apparato ricettivo offre la sola possibilità di ristorazione. Brevi cenni storiciLe più antiche attestazioni della presenza umana nel territorio risalgono alla Preistoria nel Neolitico recente, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4200 ed il 4000 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3400 ed il 3200 avanti Cristo. Ne costituiscono una testimonianza le numerose domus de janas rinvenute, dato che sono stati censiti una decina di ipogei ubicati in gran parte nei pressi del centro urbano e che proprio per questo hanno subito radicali trasformazioni in funzione del loro riutilizzo. Il primo abitato sorge durante il periodo della dominazione dei Romani, che ne hanno fatto una stazione di rifornimento. Numerosi nei secoli sono stati i ritrovamenti di età romana, bizantina e medievale. Nel medioevo, in seguito alla costituzione dei quattro regni indipendenti, Tissi appartiene al Giudicato di Torres e fà parte della curatoria di Coros. Il paese allora sorgeva in una località non lontana da quella attuale, verso la chiesa di Santa Vittoria. Nel 1259, alla caduta del giudicato, passa sotto il dominio dei Malaspina, ed in seguito degli Aragonesi diventando un feudo. Il villaggio resiste alle carestie, guerre e pestilenze del quattordicesimo e quindicesimo secolo, ma viene decimato dalla peste del 1528, che ha costretto i superstiti a rifugiarsi altrove. In seguito viene ripopolato da alcune decine di famiglie di Ossi, per accordo fra il barone di Usini e quello di Ossi, tra il 1599 e il 1600. Nel periodo dello spopolamento gestione e officiatura delle Chiese di Tissi erano passate al clero di Ossi, giacché le sue Chiese non risultano mai, nelle fonti, in stato di abbandono. Dopo la ricostruzione, che ha seguito un modello diverso da quello medievale, con strade diritte e ampie allineate idealmente alla nuova parrocchiale di Sant’Anastasia, il paese viene incorporato nella contea di San Giorgio, feudo dei Manca di Sassari, insediatasi nel diciottesimo secolo, ai quali è riscattato nel 1839 con l’abolizione del sistema feudale, diventando un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio Comunale. Personaggi nati a Tissi ed altre particolaritàTissi ha dato i natali tra gli altri all’avvocato e poeta Andrea Mulas, e all’archeologo di fama mondiale frà Damiano Pinna. A Tissi sono state effettuale, inoltre, nel 1974 le riprese del film Proibito, di Mario Monicelli. Nato da famiglia benestante di Tissi nel 1850, Andrea Mulas aveva conseguito la laurea in Giurisprudenza e si era impiegato alla Provincia di Sassari, sino a divenirne vice segretario. Vivendo così tra città e paese, aveva finito per sposarsi in età piuttosto avanzata con la sassarese Cristina Capra, nel 1890. Nel 1902 pubblica a Sassari Poesie dialettali tissesi, un’opera meritoria che raccoglie versi risalenti agli anni dal 1750 al 1850 e si mantiene viva nonostante sia trascorso più di un secolo dalla sua prima uscita. Il volume è stato, poi, ristampato nel 1989 e nel 2010. Andrea Mulas era rimasto, però, sconcertato dalla scarsa considerazione che, nelle sue raccolte, l’archeologo e linguista canonico Giovanni Spano aveva avuto per i poeti tissesi, tanto che alcuni eccellenti autori erano stati completamente ignorati. La salute non lo assisteva e una grave malattia lo ha condotto a morte il 13 settembre del 1903, quando non aveva ancora compiuto i 53 anni. |
A Tissi è nato nel 1877 il frate Damiano Pinna, un umile laico francescano affermato come archeologo, che ha contribuito alla scoperta delle Catacombe del convento di San Sebastiano a Roma, primo luogo di sepoltura ufficiale dei cristiani. Egli, nell’intento di arrivare al centro della basilica, nella convinzione che lì fosse il tesoro dell’intero sito, iniziò uno scavo nel quale scoprì un Colombario Pagano, prova che qualcosa sotto la basilica esisteva. Qualche anno dopo si imbattè finalmente in quell’ambiente che oggi viene definito Triclia, una sala coperta porticata utilizzata per banchetti funebri. Con immensa gioia ed ammirazione trovò più di seicento graffiti che recavano invocazioni ai Santi Pietro e Paolo, in greco e latino. Era il 15 marzo del 1915. La conclusione era la stessa di coloro che l’avevano preceduto, ossia che le spoglie mortali dei due Santi avevano dimorato per un tempo in questa Catacomba. Il frate Damiano Pinna è morto a Roma il 2 ottobre 1949, e le sue spoglie riposano proprio nella basilica di San Sebastiano. |
A Tissi sono state effettuate nel 1954 le riprese di Proibito, il film di esordio di Mario Monicelli tratto dal romanzo La Madre di Grazia Deledda, con Henry Vilbert, Amedeo Nazzari, Mel Ferrer, lea Massari, Paolo Ferrara. alla realizzazione della pellicola hanno preso parte numerosi residenti come comparse, e gli attori hanno soggiornato per un breve periodo nelle case del paese. Il film racconta il ritorno del giovane sacerdote don Paolo nel suo paesino natale in Sardegna, per assumere l’incarico di parroco dell’unica, piccola e dimessa chiesa. Qui ritrova non solo la sua anziana madre e la bellissima Agnese, amore d’infanzia mai davvero sopito, ma deve confrontarsi anche con le dinamiche e gli effetti della faida tra due famiglie da tempo immemore rivali, i Barras e i Corraine, che non risparmierà omicidi, duelli e turbamenti, in un continuo alternarsi di punti di vista tra la legge degli uomini, quella dello Stato e quella di Dio. |
Le principali feste e sagre che si svolgono a TissiA Tissi svolge la sua attività il Gruppo Folk San luigi, nelle cui esibizioni nel paese e in altre località è possibile ammirare il costume tradizionale del posto. Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Tissi, è da anni divenuta ormai prassi inaugurare il nuovo anno, in piazza, con la manifestazione Cantende, Buffende e Bicculende!, durante la quale si passa di cantina in cantina degustando vini novelli accompagnati da formaggi, carne grigliata e piatti tradizionali, un appuntamento appositamente non pubblicizzato e quindi in controtendenza, consumato solo tra compaesani; vanno inoltre segnalate a fine aprile, la Sagra dell’Asparago Selvatico, con degustazione di piatti a base di asparagi, prodotti locali, e musica nel verde della Colonia di San Pietro; il 15 maggio, la Festa di Santa Vittoria; la seconda domenica di settembre, la Festa patronale di Sant’Anastasia; sempre a settembre, la Festa della birra artigianale di Tissi; il 25 ottobre, la Festa di San Luigi Gonzaga. Visita del centro di TissiL’abitato di Tissi sorge su una collina calcarea che guarda verso il Rio Mascari ed è interessato da forte espansione edilizia. Entriamo in Tissi con la SP3 che entra nel paese da nord ovest e, all’interno dell’abitato, passato il cartello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato a due chilometri e ottocento metri da dove la avevamo imboccata, assumerà il nome di via Brigata Sassari. Il nuovo Municipio di TissiArrivati a Tissi con la SP3, seguiamo la via Brigata Sassari che curva e si dirige verso sud. Dopo settecentocinquanta metri, al termine prima che questa strada diventi la via Camillo Benso di Cavour, si sviluppa sulla sinistra la via Dante Alighieri, che si dirige verso est. Percorsi centoventi metri lungo la via Dante Alighieri, al lato sinistro della strada, al civico numero 5, si trova l’edificio che ospita il nuovo Municipio di Tissi, nel quale si trovano la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi agli abitanti del paese, ossia l’Ufficio Segreteria; l’Ufficio Edilizia Privata; l’Ufficio Servizi Sociali; l’Ufficio Tributi; l’Ufficio Ragioneria; l’Ufficio Tecnico lavori Pubblici; l’Ufficio Anagrafe, Stato Civile, Elettorale; l’Ufficio Servizi generali, cultura, pubblica istruzione, sport e politiche giovanili; la Polizia municipale; l’Ufficio Protocollo; e l’Ufficio del personale. Dalla via Brigata Sassari alla via Camillo Benso di CavourTorniamo dalla via Dante Alighieri sulla via Brigata Sassari e la prendiamo verso sud, seguendola per una sessantina di metri fino a che questa strada divenga la via Camillo Benso di Cavour. alla destra della via Brigata Sassari si trova l’Anfiteatro di Tissi, dove si svolgono diverse manifestazioni civili. Al termine della via Brigata Sassari, proprio dove parte a sinistra la via Roma, parallela a via Dante Alighieri, che attraversa da nord ovest a sud est tutto il paese, alla destra della strada si trova un Monumento ai Caduti, nel quale è presente una statua che rappresenta un uomo ferito sdraiato per terra, appoggiato a un muro, e preceduto da un libro sul quale sono riportati i dati dei morti in guerra. La chiesa parrocchiale di Santa AnastasiaSeguiamo la via Camillo Benso di Cavour per una sessantina di metri e troviamo sulla sinistra la via Roma. Dopo un’altra sessantina di metri, sul lato sinistro della strada al civico numero 2/A della via Roma, si apre la piazza Santa Anastasia, nella quale troviamo la chiesa di Santa Anastasia, che è la chiesa parrocchiale del paese, con facciata in calcare bianco. Il titolo di Sancta Nastasia compare, per la prima volta, nel 1082, tra le pertinenze della chiesa di San Michele di Plaiano, che si trova sulla strada tra Sassari e Platamona. La chiesa di Santa Anastasia ha la facciata sul lato destro della piazza, ed il fianco sinistro che si sviluppa lungo la via Roma. È stata realizzata alla fine della prima metà del dodicesimo secolo in stile romanico pisano, e l’edificio originariamente presentava un’aula unica, con abside a sud est, ma le forme romaniche rimangono solo all’esterno, nei tratti dove si conservano le mura originarie, edificate con conci calcarei squadrati. La facciata, in conci di calcare decorata da lesene e archetti ciechi, è tripartita da lesene che la dividono in tre specchi, separati orizzontallmente in due settori. Il portale, architravato, è sormontato da un arco a tutto sesto, e, nella lunetta semicircolare, nel diciassettesimo secolo sono state inserite delle cornici modanate inclinate che disegnano un timpano. Allo stesso periodo si deve anche l’apertura degli oculi negli specchi laterali superiori. Al lato sinistro della facciata della chiesa, ad angolo con la via Roma, si trova il campanile, che parte con base quadrangolare e si sviluppa verso l’alto con base ottogonale. L’assetto interno attuale deriva da un rifacimento del diciassettesimo secolo, che ne ha modificato l’impianto planimetrico, sono state, infatti, aperte tre cappelle per lato racchiuse fra robusti contrafforti esterni, e, per effettuare questo ampliamento, sono stati sfondati i muri laterali dell’edificio. Si conserva, dietro la quinta dell’altare, l’abside. Ogni anno a Tissi, presso questa chiesa e nel centro dell’abitato, si svolge la seconda domenica di settembre, la Festa di Sant’Anastasia, che è la festa popolare più rilevante e si protrae per due giorni con un ricco programma di manifestazioni folcloristiche. Nel giorno della festa si svolgono numerose cerimonie religiose, che comprendono la messa seguita dalla processione per le strade del paese con la statua della Santa, e sono seguite da diverse manifestazioni civili. L’oratorio della Santa CroceSul lato sinistro della piazza Santa Anastasia, al civico numero 1, proprio di fronte alla facciata della chiesa parrocchiale, si trova un basso edificio chiamato Casa Sant’Angela. alla fine del lato destro della chiesa, affacciato sulla via Roma, si trova l’oratorio della Santa Croce, al quale si accede dalla sacrestia che si trova sul fianco destro della parrocchiale di Sant’Anastasia, e che comunica appunto con l’oratorio. È ubicato a lato del campanile della parrocchiale, che ne ingloba le strutture, e, dell’edificio, sono visibile il fianco meridionale ed il retrospetto, che si conclude con archetti a tutto sesto, messi in opera in modo irregolare. Archetti simili si trovano anche lungo la fine della fiancata. In base allo stile, e in particolare per gli ornati dei peducci, la chiesa e l’oratorio possono essere datati verso la seconda metà del dodicesimo secolo. L’oratorio, che era la sede della Confraternita della Santa Croce, si può visitare previa riChiesta diretta in parrocchia. La chiesa di Santa Vittoria MartireSeguiamo tutta la via Roma da nord ovest verso sud est e, dalla parte opposta dell’abitato, troviamo sulla destra della strada la chiesa di Santa Vittoria Martire, in sile romanico pisano. Originariamente l’edificio presentava impianto longitudinale ad unica aula, di dimensioni modeste, ma canoniche per le Chiese di piccola mole che punteggiano l’Isola, con copertura a capriate e abside semicircolare. Era sede di Pievania, con giurisdizione su diverse Chiese di centri scomparsi pertinenti all’attuale territorio di Ossi. La chiesa è stata ristrutturata nel diciassettesimo secolo, e, per edificare dei contraffrorti esterni, sono stati reimpiegati i conci del preesistente edificio romanico. Il portale è architravato con lunetta semicircolare, e nell’arco si individuano dei conci di trachite alternati a quelli calcarei, in bicromia. della chiesa romanica si conserva solo la facciata, edificata con blocchi di calcare tagliati a spigolo vivo che realizzano dei filari regolari decorati da archetti ciechi. Dell’antica chiesa romanica si conserva solo la facciata, edificata con blocchi di calcare tagliati a spigolo vivo che realizzano dei filari regolari, talora non unitari. Appare priva di paraste d’angolo, e negli spigoli risvolta una semplice cornice modanata sulla quale poggia il primo degli archetti a doppia ghiera sottile. Uno degli archetti è decorato con motivi geometrici incisi, e nei peducci, inferiormente con fregio a fuseruole, sono scolpite protomi umane alle estremità, bucrani, foglia d’acqua e protome d’ariete. Nella ricostruzione del diciassettesimo secolo è stata modificata anche la struttura interna della chiesa, alla quale sono state aggiunte due cappelle laterali ai lati del presbiterio quadrangolare. La chiesa è stata coperta con una volta a botte a pieno centro, percorsa da sottarchi. Si data a questa ristrutturazione anche la realizzazione del campanile a vela alla sommità della facciata. Ogni anno, a Tissi il 15 maggio si celebra la Festa di Santa Vittoria Martire, preceduta da un triduo con recita del rosario e della messa, e nel giorno della festa, dopo la messa mattutina, una messa solenne seguita dalla processione per le strade del paese con il simulacro della Santa, accompagnata da coro e associazioni folk. Alle cerimonie religiose si accompagnano numerose manifestazioni civili. Il vecchio Municipio con la lapide che ricorda i Caduti di Tissi in tutte le guerreTorniamo nella via Camillo Benso di Cavour dove avevamo imboccato a sinistra la via Roma. Proseguiamo verso sud con la via Camillo Benso di Cavour e, dopo una quarantina di metri, svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Municipale, così chiamata perché portava al vecchio Municipio. Percorsi circa duecento metri vero ovest lungo la via Municipale, alla sinistra della strada al civico numero 21, in un tratto di strada ad esclusivo accesso pedonale chiamato piazza Municipale, si affaccia l’edificio che ospitava appunto il vecchio Municipio di Tissi, che è stato in attività fino al ventesimo secolo, quando è stato sostituito dal nuovo Municipio. L’edificio è in corso di ristrutturazione. Sulla facciata del vecchio Municipio si trova la Lapide in marmo di forma centinata che ricorda i Caduti di Tissi in tutte le guerre, con un bassorilievo raffigurante un soldato in ginocchio, morente, che offre il petto e regge la bandiera nella mano destra. Ai lati sono riportati i nomi dei Caduti ed inferiormente la dedica, decorata con due fasci littori e rami di quercia ai lati. Una piccola lastra marmorea centrale, aggiunta in seguito, riporta i nomi dei Caduti nelle guerre successive. Sopra i nominativi trascritti ai lati sono incise due croci mentre in basso, all’interno di due corone d’alloro, sono riportate le date della guerra, in quella a sinistra 1915, ed in quella a destra 1918. La realizzazione del monumento è attribuita ad Antonio Usai, lo scultore nato a Sassari nel 1873. Il vecchio Municipio ristrutturatoAll’altro lato della piazza Municipale, di fronte al vecchio Municipio, si affaccia il vecchio Mercato Civico che, dopo essere stato ristrutturato, ha riaperto alla cittadinanza in altra veste, riprendendo un ruolo pubblico e una funzione che ne valorizza la struttura e la storia. È divenuto la sede del Centro di catalogazione del Sistema Bibliotecario Coros Figulinas, ed ha aperto le porte a tutti coloro che vogliono utilizzare le attrezzature informatiche di cui dispone, dove è possibile collegarsi alla rete internet, stampare, fare scansioni o semplicemente studiare nelle postazioni messe a disposizione degli utenti di tutte le biblioteche del Sistema. La Cooperativa agricola TissesePercorsi altri centottanta metri verso ovest lungo la via Municipale, alla destra della strada la civico numero 82 si trova la sede della Cooperativa agricola Tissese. Fondata il 7 aprile 1907 da Gerolamo Pinna, maestro elementare ed illuminato fortemente impegnato nel miglioramento dell’agricoltura, è nel settore la più antica cooperativa agricola della Sardegna, e da allora un punto di riferimento sul territorio locale come «contrasto al grave fenomeno della disoccupazione, alla gestione clientelare del mercato del lavoro da parte dei proprietari ed ai conseguenti bassi salari». La nascita e lo sviluppo iniziale della Cooperativa non avviene su terreni fertili, i primi passi sono incerti e pieni di ostacoli, in quanto gli allora proprietari terrieri di Tissi non vogliono concedere terreni in affitto alla cooperativa, per cui i soci sono quindi costretti a ricorrere a terre dell’agro di Ossi. Ma, nonostante queste difficoltà e le dure critiche che riceve, la gestione amministrativa presenta sempre bilanci in attivo. Dopo gli anni quaranta del novecento e la fine del regime fascista, i soci sanno conquistare la fiducia dei possidenti di Tissi, valorizzando e tramandando sino ai nostri giorni l’arte della coltivazione dei vigneti, ed insieme ad essa i processi di vinificazione e la conseguente commercializzazione sfusa del vino, coniugando l’antica tradizione con le tecniche più moderne. Il Campo Sportivo di TissiRitornati indietro lungo la via Municipale, torniamo nella piazza Municipale e, proprio di fronte al vecchio Municipio, prendiamo verso sud la via Giuseppe Garibaldi che, dopo una trentina di chilometri, incrocia la via Angioy. Passato l’incrocio, con una breve deviazione, proseguiamo verso sud sulla via dei Caduti di Superga, che seguiamo per circa centottanta metri, poi svoltiamo a sinistra nella via Pietro Cherchi, dopo un’ottantina di metri svoltiamo a destra nella via Antonio Gramsci, ed in una settantina di metri arriviamo di fronte al cancello di ingresso del Campo sportivo di Tissi. All’interno di questo complesso sportivo, si trova un Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. Evitando la deviazione nella via Pietro Cherchi, proseguiamo lungo la via dei Caduti di Superga per un’altra ottantina di metri, e vediamo alla sinistra della strada il cancello di ingresso degli altri campi sportivi. Si arriva prima a un Campo da Tennis, e più avanti a un Campo da pallacanestro, entrambi senza tribune per gli spettatori. Il lavatoio ComunaleTorniamo nella via Camillo Benso di Cavour dove avevamo imboccato a sinistra la via Roma e poi, dopo una quarantina di metri, di nuovo a sinistra la via Municipale. Da qui riprendiamo verso sud la via Camillo Benso di Cavour e la seguiamo per un’altra quarantina di metri, poi svoltiamo a destra nella via Pozzo Nuovo e, dopo centotrenta metri, vediamo alla sinistra della strada il Lavatoio Comunale. Il lavatorio pubblico di Tissi è stato costruito su progetto dell’ingegner Franchetti nel 1905, periodo in cui nel paese si sono svolti i lavori per la realizzazione e il restauro della maggior parte delle fonti, abbeveratoi ed acquedotti. Il lavatoio è costituito da un fabbricato in pietra calcarea di forma rettangolare squadrata, del quale nelle due facciate maggiori sono presenti una serie di aperture prive di vetri, delimitate lateralmente da pilastrini che sostengono l’ossatura portante del tetto in legno, di più recente ricostruzione. All’interno vi è un muro portante centrale interrotto da ampie arcate con costolatura in mattoni pieni, circondato da un grande vascone in pietra impermeabilizzato con smalto cementizio. Il Cimitero Comunale di TissiEvitando la deviazione nella via Pozzo Nuovo, proseguiamo verso sud con la via Camillo Benso di Cavour che, percorsa una trentina di metri, termina sboccando sulla via Angioy. Prendiamo verso destra la via Angioy e, dopo una ventina di metri, svoltiamo a sinistra nella via 4 Novembre che, in circa duecento metri, ci porta a vedere alla sinistra della strada il muro di cinta con il portale di ingresso del Cimitero Comunale di Tissi, all’interno del quale sono presenti numerose tombe e monumenti funebri in ricordo dei più significativi cittadini nati a Tissi. Visita dei dintorni di TissiPer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Tissi, sono stati portati alla luce numerosi ipogei sparsi, escavati per lo più su bassi banconi di roccia calcarea e solo raramente su pareti verticali: il maggior numero di questi si localizza nell’area settentrionale del territorio, ove sono stati censiti una decina di ipogei ubicati in gran parte nei pressi del centro urbano e che proprio per questo nella quasi totalità dei casi hanno subito radicali trasformazioni in funzione del riutilizzo. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti della fonte sacra di Tres Nuraghes; delle due domus de janas di Sas Puntas, scavate nel calcare e scolpite a imitazione delle tombe dei giganti; delle Tombe di giganti ipogeiche di Monte Capitta, e di Sas Puntas; del Protonuraghe lustria; del Nuraghe complesso Tre Nuraghes, del tipo a tholos; dei Nuraghi semplici Mamuga, di Monte ’e Sant’Andria, di Monte ’e Tissi; ed anche del Nuraghe Ziprianu, di tipologia indefinita; mentre non resta più nulla del Nuraghe Tissi, che secondo fonti orali si trovava all’interno dell’abitato, e vicino a dove doveva sorgere sono stati eseguiti scavi archeologici su un insediamento abitativo nuragico. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. La Colonia di San PietroUscendo da Tissi con la SP3 in direzione nord ovest dirigendosi verso la SP15M che collega Sassari a Ittiri, circa ottocento metri dopo il cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato, prendiamo a sinistra la via Sandro Pertini. Percorsi circa trecento metri lungo la via Sandro Pertini, seguendo le indicazioni prendiamo una deviazione sulla destra e in quasi quattrocento metri raggiungiamo, in località Su Monte ’e Sa Tanca, il complesso religioso conosciuto come la Colonia di San Pietro. Si tratta di una colonia campestre, realizzata dai Frati Minori Conventuali, che comprende un’ampia area verde, con all’interno una significativa struttura di tipo ricettivo, ed anche una chiesa per le cerimonie religiose. Nell’area verde della Colonia di San Pietro si svolge, ogni anno, la manifestazione nota come la Sagra dell’Asparago Selvatico, con degustazione di piatti a base di asparagi, prodotti locali, e musica. Il complesso archeologico di S’AttentuA oltre seicento metri di distanza in direzione ovest dalla Colonia di San Pietro, all’interno di una vasta area di circa venti ettari di proprietà Comunale oggetto di un’attività di rimboschimento, sono stati rinvenuti i resti del Complesso archeologico di S’Attentu. Il sito si estende sull’estremità occidentale di un altopiano calcareo, che degrada con ripidi pendici a sud ovest, dove a valle si trova una falda acquifera che era di sicuro un elemento determinante per l’ubicazione del sito. Attualmente sul terreno, sono individuabili tracce costruttive che si estendono in una superficie di almeno diecimila metri quadri. Nel sito ci sono diverse strutture, per lo più di pianta quadrangolare, realizzate con blocchi di calcare di grandi dimensioni, che si elevano per un massimo di circa sessanta centimetri dal terreno, e in alcuni casi, è leggibile il doppio paramento. Particolarità del sito, è la presenza di ampi tratti di cocciopesto, ossia di un impasto di calce, sabbia e frammenti di laterizio, che ha proprietà impermeabilizzanti e che veniva utilizzato nei rivestimenti delle vasche di balneazione degli edifici termali o di cisterne, il che indurrebbe a ipotizzare la presenza di una di queste. Fra i materiali individuati in superficie, ci sono molti reperti fittili frammentari, relativi soprattutto a ceramiche da cucina e da mensa. Lungo il tragitto di accesso al sito, circa trecento metri a nord est, si localizzano quattro tombe a fossa, scavate nel calcare. La Stazione ferroviaria dismessa di Tissi e UsiniUscendo da Tissi con la SP3 in direzione nord ovest dirigendosi verso la SP15M che collega Sassari a Ittiri, dal cartello segnaletico che indica l’uscita da Tissi percorriamo due chilometri e trecento metri, ed arriviamo a un bivio dove prendiamo la deviazione verso destra seguendo le indicazioni per Molafà. Percorsi altri poco più di cinquecento metri, prima di passare sotto la sopraelevata che sostiene la SP15M, vediamo alla destra della strada una deviaizone in una strada bianca che porta ai resti della Stazione ferroviaria di Tissi e Usini, una piccola stazione sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda in direzione di Sassari e Porto Torres Marittima, dopo la stazione di Ploaghe e le stazioni dismesse di Campomela e di Scala di Giocca, e prima della stazione dismessa di Caniga, e della Stazione ferroviaria di Sassari. Edificata da parte della Compagnia reale delle Ferrovie Sarde nel 1874, nel 1920 la gestione è passata alle Ferrovie dello Stato, che nel 2001 ne hanno ceduta la gestione alla controllata RFI. Si tratta di una fermata in superficie, passante, che è stata dismessa ed è pertanto chiusa al servizio viaggiatori. Le principali domus de janas nel pressi dell’abitatoNel territorio di Tissi, e in particolare nei pressi del centro urbano soprattutto ad ovest, sono stati individuati vari ipogei oramai completamente trasformati per riutilizzi, ma che verosimilmente dovevano essere stati escavati per usi funerari nel Neolitico recente. Per lo stato di conservazione si distingue la domus de janas di Ziprianu ’e Fora, situata sulla collina alla destra della SP3, a circa seicento metri dal cartello segnaletico che indica l’uscita dall’abitato verso la SP15M che collega Sassari a Ittiri. Si tratta di un ipogeo pluricellulare che è stato, però, parzialmente riadattato per il ricovero di animali con l’abbattimento di alcune pareti. Originariamente si articolava in sei vani di accurata esecuzione, con superfici ben levigate. Passato il cartello segnaletico ed entrati nell’abitato con la via Brigata Sassari, passati trecento metri si trova a sinistra la via Enrico Berlinguer, che porta alla Tomba di giganti di Sas Puntas, che vedremo più avanti. Proseguendo lungo la via Brigata Sassari, dopo un centinaio di metri alla destra della strada è stata individuata la domus de janas Sa Conza, che era una tomba monocellulare. La Tomba di giganti ipogeica di Sas PuntasLa Tomba di giganti ipogeica di Sas Puntas si trova in prossimità dell’abitato di Tissi, a 193 metri di altezza. Per raggiungerla percorrendo la SP3, appena entrati in Tissi, percorsi trecento metri dal caretello segnaletico che indica l’ingresso nell’abitato, svoltamo a sinistra nella via Enrico Berlinguer. Percorsi poco più di duecento metri diventa una strada bianca che svolta a destra, e qui è possibile lasciare il mezzo. L’accesso al sentiero in leggera discesa si trova nei pressi di questa curva, sulla sinistra. Il sentiero va percorso per qualche decina di metri fino a raggiungere un altro cartello, che indica di seguire il percorso lungo una piccola ma ripida discesa, che porta al bancone calcareo dove è scavata la tomba, che si trova a mezza costa, in un ripido pendio degradante verso valle. L’ipogeo è scavato su un basso bancone calcareo ubicato a mezza costa di un ripido pendio che degrada su un solco vallivo, coronato a nord da pareti calcaree ove si apre un’altra tomba della stessa tipologia chiamata la Tomba di giganti ipogeica di Monte Sant’Antiogu. Si tratta di una delle più importanti Tombe di giganti a prospetto architettonico della Sardegna, nota nella letteratura archeologica sin dagli anni sessanta del novecento dato che la prima notizia è stata data già da Giovanni Lilliu, che ne ha dato una breve descrizione. In seguito Editta Castaldi ha prodotto una prima scheda descrittiva, corredata da apparato grafico e fotografico nel 1970, ma diversi cenni si trovano anche su studi più recenti sull’architettura nuragica, tra gli altri quello di Ercole Contu, che propone la ricostruzione ideale di questo ipogeo e vi fa riferimento per l’esegesi della Tomba di giganti soprattutto per quanto concerne il bancone sedile che si sviluppa lungo l’intero arco dell’esedra, che in questo monumento appare ben evidente. La facciata descrive un ampio arco al centro del quale si staglia la stele centinata, rilevata rispetto alle fiancate. La parte inferiore della stele risulta divisa mediante una fascia dal soprastante motivo a lunetta. L’ingresso è stato notevolmente rimaneggiato, non è chiaro se i due gradini che fungono da bancone sedile che lo incorniciano, già in origine si interrompessero per l’apertura, o se più verosimilmente quello superiore coincidesse con l’architrave del portello. retrostante il portello d’accesso si apre un breve corridoio che immette in una cella di pianta ovale ove si aprono, sopraelevate, una nicchia per lato. Il soffitto appare concavo, nel piano pavimentale si apre, verso il fondo, una cuppella, ed una seconda fossetta più piccola, decentrata, è scavata vicino all’ingresso. In essa converge una canaletta che attraversa anche il piano pavimentale dell’esedra. Sia l’esedra superiore che quella inferiore presentano degli incavi quadrangolari di varie dimensioni, ovvero delle vaschette scavate nella roccia che si ritiene siano posticce, e che altro non siano che un ingegnoso sistema di raccolta di acque piovane effettuato successivamente. I resti del Nuraghe TresNuraghesAi confini del territorio Comunale di Tissi con quello di Ossi si trovano i resti del Nuraghe TresNuraghes, che pur appartenendo all’area meridionale di Tissi è, però, raggiungibile esclusivamente da Ossi. Infatti, da Tissi raggiungiamo con la SP3 l’abitato di Ossi, dal quale usciamo verso sud con la SP97bis. Dal cartello segnatico che indica l’uscita dall’abitato, dopo trecento metri troviamo la deviazione in una strada bianca sulla destra per la necropoli di Noeddale, la superiamo e precorriamo altri due chilometri e mezzo, dove troviamo un’altra strada bianca sulla destra, che porta in meno di duecento metri ai resti del Nuraghe TresNuraghes. Si tratta di un Nuraghe complesso costruito in pietra calcare a 347 metri di altezza, con un mastio del tipo a tholos, e l’addizione frontale di due torri minori, che viene così chiamato perché le tre torri lo facevano considerare come fosse stato formato da tre Nuraghi. Ad oggi del Nuraghe è quasi impossibile leggere la planimetria visto il pessimo stato di conservazione, nel paramento murario si individuano, comunque, dei filari più o meno regolari. Il crollo di parte della torre centrale consente di osservare l’articolazione dello spazio interno, dove a sinistra, nello spessore murario, si individua la scala d’andito, mentre a destra si sviluppa la camera. Vicino al Nuraghe è stato rinvenuto, tra l’altro, un concio a T in basalto, che ha fatto presumere l’esistenza, nei pressi del Nuraghe, di una fonte sacra, la quale è stata chiamata appunto la Fonte sacra di Tres Nuraghes. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Tissi ci recheremo a visitare Ossi con i diversi resti preistorici che si trovano nel suo territorio, tra i quali la necropoli di Noeddale, quella di S’Adde ’e Asile e quella di Mesu ’e Montes. Da Ossi ci recheremo a visitare Muros dove in località Sa Turricola è stato rinvenuto il principale esempio insediativo della cultura Bonnanaro nel suo periodo più tardo. Da Muros ci recheremo a Cargeghe che visiteremo con i suoi dintorni e le sue zone archeologiche. |