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Villasor con la visita del suo centro e dei dintorni dove vedremo i resti del complesso nuragico su Sonadori


In questa tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Campidano di Cagliari e ci recheremo a visitare Villasor con il suo centro ed i suoi dintorni dove vedremo tra l’altro i resti del Nuraghe su Sonadori.

Il Campidano di Cagliari

Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant’Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius.

In viaggio verso Villasor

Dal centro di Decimoputzu prendiamo verso nord est la via Roma e la seguiamo, fino a un incrocio, dopo il quale la strada prosegue con la via S0Acxqua Cotta, d’sinistra arriva la via centrale, e verso destra la sua continuazione è la via Sardegna. Prendiamo verso destra la via Sardegna, dopo un chilometro e trecento metri, passato il ponte sul rio Mannu, arriviamo a uno svincolo dove verso destra parte la deviazione per Decimomannu, mentre noi proseguiamo dritti. Percorso un chilometro e novecento metri, Svoltiamo a Sinistra e prendiamo la SS196 di Villacidro.

Passiamo per la località casa Fara

Percorsi ottocento metri sulla SS196 di Villacidro, si trova alla sinistra della strada la località casa Fara (altezza metri 22, distanza 2.8 chilometri dal comune di Villasor, non è disponibile il numero di abitanti), che può essere ritenuta una frazione Villasor.

Proseguendo arriviamo a Villasor

Dopo un altro chilometro sulla SS196 di Villacidro, arriviamo a una rotonda. Qui la SS196 prosegue con la seconda uscita più a sinistra, mente noi prendiamo la prima uscita, ossia la SS196 Diramazione che prende anche il nome di SP7, che ci porta nel centro di Villasor con il nome di via Cagliari. Dal Municipio di Decimoputzu a quello di Villasor si percorrono 7.2 chilometri.

Il comune chiamato Villasor

Villasor-Stemma del comuneIl comune chiamato Villasor (nome in lingua sarda Bidda Sorris, altezza metri 25 sul livello del mare, abitanti 6.554 al 31 dicembre 2021) è un importante centro di probabile origine bizantina, situato a sud della piana del Campidano, nei pressi del rio Malu, in un territorio caratterizzato da terreni molto fertili e presenza di risorse idriche che hanno permesso lo sviluppo dell’attività agricola. È facilmente raggiungibile tramite la SS196 di Villacidro e la SS196 Diramazione, che ne attraversano il territorio. La linea ferroviaria che collega Cagliari con Ozieri Chilivani ha uno scalo sul posto. Il territorio Comunale presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, dato che si raggiungono appena quasi i duecento metri di quota.

Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda

Questo paese fa parte dell’Associazione delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor.

Origine del nome

Il nome è composto di Villa e di una designazione locale Sor, e starebbe, forse, ad indicare il paese edificato sulle rovine dell’antica Sorris o Sorres. La tradizione popolare vuole, invece, che il paese avrebbe preso il nome di Villa delle due sorelle, da due sorelle che in essa si erano rifugiate.

La sua economia

Villasor: carciofo spinoso di VillasorVillasor è un centro di pianura, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e il terziario. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olivo, agrumi, uva utilizzata per la produzione di vino, e altra frutta. Significativa è in questo centro la produzione del carciofo spinoso sardo, il cui sapore intenso e la sua tenerezza rappresentano per chi li assaggia la prima volta un’esperienza indimenticabile. È presente anche l’allevamento di bovini, suini, ovini, equini e avicoli. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra cui il lattiero caseario, nella produzione di mangime, del legno, dei materiali da costruzione, dei laterizi, metallurgico, della fabbricazione di macchine per l’agricoltura e di strumenti ottici fotografici, della produzione e distribuzione di energia elettrica ed edile. Il terziario si compone di una buona rete distributiva e dell’insieme dei servizi. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Villasor possiede numerose attrattive sia naturalistiche che architettoniche, in grado di richiamare i turisti. A pochi chilometri dal borgo, è possibile immergersi in un ambiente naturale di particolare bellezza, la Pineta su Padru, ottimo posto dove poter trascorrere una giornata in mezzo al verde, dato che la pineta è dotata di tavolini ed è presente anche una fonte, la fonte su Padru.

Brevi cenni storici

Il territorio viene abitato fin dall’epoca prenuragica e nuragica, come testimonia la presenza dei ruderi del complesso nuragico Su Sonadori. Nel periodo dell’occupazione romana, il suo territorio viene sfruttato per colture cerealicole, tanto che si ritiene che il nome Sorres con il quale viene chiamato possa derivare dal termine latino che indica il Granaio. Durante l’epoca giudicale il territorio di Villasor appartiene al Giudicato di Càralis, e fa capo alla curatoria di Gippi, quando diviene un centro bizantino di una certa importanza verso l’anno mille, per la presenza della rilevante chiesa di Santa Maria di Gippi, che è oggi scomparsa, ma di essa si conservano dei frammenti marmorei con delle iscrizioni in greco nel Museo Archeologico di Cagliari. Il suo abitato è costituito da numerosi villaggi che, a causa di pestilenze, carestie e scontri armati tra gli Aragona e gli Arborea, non sopravvivono oltre il quattordicesimo secolo. Passata ai conti della Gherardesca e quindi al comune di Pisa, il comune di Villasor sorge nel 1414, sulle rovine dell’ormai quasi spopolato centro di Sorres, quando l’arcivescovo di Cagliari Pietro Spinola concede la zona in feudo al catalano Giovanni Sinelleris o Sivilleri, doganiere del Castello di Cagliari e procuratore reale, con lo scopo di ripopolare l’area, mediante la costruzione di una fortezza sulle rovine della vecchia chiesa parrocchiale, al fine di difenderla dalle incursioni dei ribelli arborensi e dai banditi barbaricini. Da quel momento, il villaggio diviene centro di attrazione per gli abitanti degli altri villaggi della zona, tanto da ingrandirsi e divenire il capoluogo della Curatoria. Nel 1537, la Curatoria diviene contea, e nel 1594 viene elevata a Marchesato dal re spagnolo Filippo II a favore di Giacomo Alagon. La famiglia Alagon, una delle più importanti ed illustri della Sardegna ed una delle più antiche d’Europa, mantiene il Marchesato all’abolizione del feudo nel 1839. Con l’abolizione del feudo, Villasor diviene un centro agricolo di particolare importanza, grazie alla fertilità dei suoi terreni, e con una ubicazione di rilevanza strategica, come dimostrato dall’inaugurazione del primo tronco ferroviario della Sardegna, avvenuta nel 1871, che riguarda il tratto che collega Cagliari con Villasor. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla nuova Provincia del Sud Sardegna.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Villasor

Villasor-Sfilata del 'Gruppo Folkloristico San Biagio' di VillasorA Villasor svolgono la loro attività il Gruppo Folkloristico San Biagio di Villasor, ed anche l’Associazione Culturale di Tradizioni Popolari Sorres di Villasor, nelle cui esibizioni nel paese e fuori è possibile ammirare il costume tradizionale di Villasor. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Villasor, vanno ricordate il 3 febbraio, la Festa patronale di San Biagio; la seconda domenica dopo Pasqua, la Festa di Sant’Antioco; a maggio, la Sfilata dei traccas, ossia dei carri a buoi riccamente addobbati, in concomitanza con la Festa di Sant’Isidoro; il secondo lunedì di ottobre, la Festa di Santa Vitalia; a dicembre, la Festa di Babbo Natale con la distribuzione dei doni.

Visita del centro di Villasor

L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Per visitare il centro di Villasor, da Decimoputzu arriviamo con la SS196 di Villacidro alla rotonda, dove la strada prosegue con la seconda uscita verso sinistra, mentre noi prendiamo verso destra la prima uscita, che ci fa imboccare la via Cagliari, che è la SS196 Diramazione e che prende anche il nome di SP7. Percorsi settecento metri, arriviamo a un bivio, dove la SP7 prosegue verso destra, mentre noi proseguiamo dritti con la via Cagliari ossia la SS196 Diramazione, che ci porta all’interno dell’abitato.

La casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller

Proseguendo lungo la via Cagliari, dopo ottocentocinquanta metri arriviamo a un incrocio, con verso destra la via Sivilleri ed a sinistra la via Castello. Prendiamo la via Castello che, dopo un’ottantina di metri, incrocia la via Baronale, e, ad angolo tra le due strade, si trova uno tra i monumenti più importanti presenti a Villasor.

Villasor: la casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller-ocandina della Giornata nazionale dei CastelliSi tratta della Casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller, un palazzetto fortificato in stile gotico aragonese che rappresenta un raro esempio di architettura civile e militare in Sardegna. La pianta dell’edificio ha, grosso modo, la forma di una U, mentre le sommità delle mura agli angoli e nel prospetto principale sono coronate da una merlatura guelfa. Edificato nel 1420 dal nobile aragonese Giovanni Siviller, doganiere e procuratore reale nominato feudatario del paese nel 1414, su autorizzazione dell’arcivescovo di Cagliari, sulle rovine della chiesa parrocchiale di Santa Maria, al fine di proteggere la zona dalle incursioni dei ribelli arborensi, superstiti della guerra tra gli Arborea e gli Aragona durata oltre cinquanta anni. L’edificio passa alla famiglia Alagon, in seguito al matrimonio di un rappresentante di questa famiglia con Isabella, figlia di Giovanni Siviller. In seguito, nel diciottesimo secolo, il casato Alagon si fonde con il casato De Silva, tramite il matrimonio tra Manuela Alagon Arborea, Marchesa di Villasor, con Giuseppe de Silva, formando il casato Alagon Arborea de Silva, il cui stemma campeggia sopra l’ingresso principale del Castello. Nel corso della storia, a seguito dell’abolizione del feudalesimo, l’edificio viene adibito a diversi usi, ossia caserma, prigione, sede scolastica, per essere infine abbandonato e destinato a semplice rimessa agricola. Nel 1991 la fortezza viene acquisita al patrimonio Comunale, sottoposta ad opere di restauro e di rivalutazione da parte degli amministratori locali. Il monumento, che nel 2016 è entrata a far parte della cerchia dei castelli più importanti d’Italia ed a cui è arrivata come prestigioso attestato la targa dell’Istituto Italiano dei Castelli, è stato recentemente restaurato ed è visitabile rivolgendosi al comune.

Villasor: la casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller Villasor: la casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller Villasor: la casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller Villasor: la casa forte degli Alagon detta anche Castello Aragonese o Castello Siviller: stamma del casato degli Alagon Arborea de Silva

La chiesa parrocchiale di San Biagio

Proseguendo, la via Cagliari sbocca, dopo un centinaio di metri, al centro del paese nella piazza Giacomo Matteotti, ed a destra si trova la chiesa di San Biagio che è la chiesa parrocchiale di Villasor. Edificata tra la fine del quattrocento e l’inizio del cinquecento in stile tardo gotico aragonese secondo il modello della chiesa di San Giacomo a Cagliari, viene ristrutturata alla fine del settecento in maniera sostanziale, soprattutto nella parte posteriore, che la modifica in stile neoclassico, ma conserva tracce della struttura primitiva nel bel campanile, in stile gotico a pianta quadrata, e nel portale principale. L’interno, che richiama il duomo di Cagliari, ha pianta a croce latina, distinta in tre navate e coperta da volta a botte, con transetto e presbiterio sopraelevato cinto da una balaustra marmorea, sorretta da leoni dello stesso materiale. All’incrocio della navata centrale e del transetto sorge la cupola, retta su tamburo ottogonale. All’interno sono presenti nove altari, tra cui spiccano quello maggiore in marmi policromi ad intarsio, l’altare dedicato alla Madonna del Rosario nella Cappella che era appartenuta all’omonima Confraternita, e l’altare dedicato a Sant’Efisio, ove si trovano due scudi gentilizi, che riportano la data del 1747, provenienti dalla demolita chiesa cagliaritana di San Francesco a Stampace. Sono inoltre presenti alcune pregevoli statue lignee, tra le quali una di San Biagio del sedicesimo secolo, una di Sant’Efisio del diciottesimo secolo ed una di San Giuseppe. All’esterno presenta una facciata a capanna, dove si aprono un finestrone rettangolare e il portale gotico, e sulla sinistra della facciata si innalza la torre campanaria a canna quadrata in stile gotico.

Villasor: chiesa parrocchiale di San Biagio Villasor: chiesa parrocchiale di San Biagio: facciata Villasor: chiesa parrocchiale di San Biagio: l’altare maggiore Villasor: chiesa parrocchiale di San Biagio: ingresso della Canonica Villasor: chiesa parrocchiale di San Biagio: ingresso dell’oratorio del Rosario

Dolianova-San Biagio di SebasteVissuto tra il terzo e il quarto secolo dopo Cristo a Sebaste in Armenia, San Biagio è un medico che viene nominato Vescovo della sua città. A causa della sua fede viene imprigionato dai Romani. Durante il processo, egli rifiuta di rinnegare la fede cristiana, e per punizione viene straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana, per poi morire decapitato in Anatolia nel 316 dopo Cristo. Martirizzato, viene considerato il protettore dei malati alla gola, dato che la leggenda narra che, mentre viene portato al martirio, salva un giovane a cui si era conficcata una lisca di pesce nella gola. Il culto del Santo è stato introdotto dai Bizantini nel sesto secolo, ed in Sardegna il Santo viene venerato a Villasor ed a Dolianova.

Villasor-Festa di San Biagio: la processioneSempre sulla piazza Giacomo Matteotti, la chiesa è affiancata, alla sinistra della facciata, dalla Canonica, ed alla destra dall’oratorio del Rosario, nel quale era attiva la Confraternita della Madonna del Rosario, sorta a Villasor nel 1586. A Villasor ogni anno, il 3 febbraio, si svolge la Festa di San Biagio, il Santo Martire che protegge i fedeli dal mal di gola. Si tratta della Festa patronale del paese, che si celebra con la messa, seguita da una processione accompagnata dai gruppi folk, ed in seguito si svolge la serata musicale e teatrale.

Il Municipio di Villasor

Villasor-Municipio di VillasorSiamo arrivati in piazza Giacomo Matteotti da sud con la SS196 Diramazione, che all’interno dell’abitato aveva assunto il nome di via Cagliari. Passata questa piazza, la prosecuzione della via Cagliari verso nord prende il nome di via Vitale Matta, che è la continuazione della SS196 Diramazione, mentre dalla piazza parte, un poco più verso sinistra, in direzione nord ovest, la via Felice Serra. Ad angolo tra queste due strade si trova l’edificio nel quale è ospitata la sede del Municipio di Villasor, che si posiziona al civico numero 1 della piazza Giacomo Matteotti, nel quale si trova la sua sede e si trovano gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini.

La Stazione ferroviaria di Villasor

Villasor: la Stazione ferroviaria di Villasor in corso di restauroDalla piazza Giacomo Matteotti prendiamo la via Felice Serra e la seguiamo per quattrocentocinquanta metri arrivando all’estremo ovest dell’abitato, dove vediamo sulla sinistra la piazza Stazione, dalla quale parte verso sud la via Ignazio da Laconi. Al civico numero 41 della via Ignazio da Laconi, si trova la Stazione ferroviaria di Villasor una stazione di categoria Silver posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda, dopo la stazione di Decimomannu e prima di quella di Serramanna Nuraminis, realizzata al servizio del comune di Villasor. Costruita dalla Compagnia reale delle Ferrovie Sarde ed inaugurata nel 1871, costituiva il capolinea del primo tronco della ferrovia, che collegava Cagliari proprio con Villasor. In seguito, la ferrovia è proseguita da Villasor verso nord in direzione di Golfo Aranci, divenendo l’attuale Dorsale Sarda. Dal punto di vista infrastrutturale, questa stazione è dotata di due binari passanti, ognuno dotato di relativa banchina. La stazione è attualmente attiva per il solo servizio passeggeri.

L’Anfiteatro di Villasor

Villasor: l’Anfiteatro Comunale di VillasorDalla piazza Giacomo Matteotti prendiamo verso nord la via Vitale Matta, che è la continuazione della SS196 Diramazione, la seguiamo per trecento metri, poi prendiamo a destra il viale della repubblica, dopo centoventi metri, alla rotonda, prendiamo la  seconda uscita, che è il corso ventesimo V Aprile, lo seguiamo per trecento metri verso nord, e troviamo a destra la breve traversa che ci porta in uno spiazzo, nel quale è ospitato l’Anfiteatro Comunale di Villasor, che viene chiamato anche Piazza Skate, data la presenza in essa di scivoli per offrire uno spazio alla locale comunità skaters, che permettono esibizioni di giovani sugli sketeboard.

La chiesa di Sant’Antioco Martire presso l’ex convento dei Frati Cappuccini

Villasor: la piazza Nino BrunduVillasor: chiesa di Sant’Antioco Martire con il convento dei Frati CappucciniDalla piazza Giacomo Matteotti, guardando l’edificio che ospita il Municipio, prendiamo verso destra la via Roma, che veniva un tempo chiamata la via Centrale, e la seguiamo per circa cinquecento metri, dove si apre sulla sinistra della strada uno spazio pedonale chiamato piazza Nino Brundu. Presa verso sinistra, percorsa una cinquantina di metri, passata la via Nuova, si vede alla destra la facciata della chiesa dedicata a Sant’Antioco Martire che è strettamente legata al convento dei Frati Cappuccini cui apparteneva e che si trova a fianco ad essa, un poco più avanti sulla piazza, che prende anche il nome di piazza del convento.

Il volume Il convento dei Cappuccini a VillasorLa fondazione del convento viene deliberata dall’assemblea dell’Ordine tenutasi a Sorso nel 1612, a seguito degli accordi intercorsi tra gli stessi Cappuccini, il marchese e la comunità della villa di Sorris, ed esso viene costruito per la congregazione degli Osservanti nel 1630 da un certo Basquis, canonico di Cagliari, prebendato di Villasor e Sanluri. Il convento ha subito gli effetti del regio Decreto 7 luglio 1866, che sopprime gli ordini, le corporazioni, le congregazioni e i conservatori religiosi, e impone la cessione dei beni ad essi appartenuti al demanio dello Stato, e, nei locali dell’ex convento, vengono trasferiti il Municipio, che vi rimane fino al 1934 quando viene portato nell’attuale sede, e le scuole che vi rimangono fino agli anni sessanta. Dopo il restauro del 1967, ospita l’asilo infantile, poi Scuola materna Comunale San Giuseppe che vi rimane sino al 2002. Dal 2015 ospita la Biblioteca Comunale di Villasor.

Villasor: convento dei Cappuccini: esterno Villasor: convento dei Cappuccini: interno

Non si sa con certezza se la chiesa sia stata costruita contemporaneamente al convento, oppure se, come sostengono alcune fonti, si tratti della ristrutturazione di una chiesa già dedicata al Santo, costruita nei primi anni del seicento. Si sa, invece, con certezza che il 13 dicembre del 1629, alla presenza del sindaco, del marchese, del Padre provinciale dell’Ordine, e col consenso dell’arcivescovo di Cagliari, viene innalzata e benedetta la croce nel piazzale della chiesa in costruzione, per la quale, nel 1630, grazie anche alle donazioni effettuate dalla popolazione di Villasor, i lavori di costruzione vengono portati a termine. La chiesa, che in passato è stata abbandonata, è stata di recente oggetto di importanti restauri ed è stata riaperta al culto. Al suo interno sono presenti il fonte battesimale del 1743, l’altare principale in legno con un dipinto del diciassettesimo o dicottesimo secolo, una fonte battesimale raffigurante due angeli in adorazione e due altari in legno intarsiati del diciassettesimo secolo, due grandi tele anch’esse del diciassettesimo o diciottesimo secolo raffiguranti l’una Cristo in croce con la Madonna, e l’altra San Felice da Cantalice con Madonna e Bambino, mentre un terzo dipinto, raffigurante Cristo con alcuni frati ai piedi della sua croce, si trova presso la Sopraintendenza ai beni artistici di Cagliari, per il restauro.

Villasor: chiesa di Sant’Antioco Martire Villasor: chiesa di Sant’Antioco Martire: altare con affresco raffigurante Cristo in croce con la Madonna Villasor: chiesa di Sant’Antioco Martire: affresco raffigurante San Felice da Cantalice con Madonna e Bambino Villasor: chiesa di Sant’Antioco Martire: simulacro di Sant’Antioco

Villasor-Festa di Sant’Antioco Martire: la processioneA Villasor ogni anno, la seconda domenica dopo Pasqua, la Festa di Sant’Antioco, Martire sulcitano. In passato questa Festa era molto sentita soprattutto dagli abitanti del rione, ed il Santo veniva invocato affinché facesse piovere e permettesse il regolare svolgimento dell’attività agricola, veniva acceso un falò, Su Foghilloi de Sant’Antiogu, nello spiazzo tra la via Roma, la via Cimitero e la piazza Nino Brundu, ed il giorno successivo molti si recavano sui resti del fuoco per prendere dei tizzoni da tenere in casa come amuleti, in venerazione del Santo. Grazie all’impegno di un comitato formato prevalentemente da giovani, dopo un breve periodo di abbandono, la Festa negli ultimi anni è ripresa. Il programma religioso ha inizio il sabato con la vestizione del Santo, il Rosario meditato, la messa e i canti in lingua in onore del Santo Martire. La domenica, giorno della festa, si celebra la messa solenne all’aperto in piazza Nino Brundu, la processione per le vie del rione addobbate a festa, ed, al termine, la messa solenne di ringraziamento. Per quanto riguarda il programma civile, si svolgono numerose iniziative.

Gli impianti sportivi San Biagio

Dalla piazza Nino Brundu, proseguiamo lungo la via Cimitero per quattrocento metri, fino al termine di questa strada, prendiamo a destra la strada che conduce al Cimitero, chiamata anch’essa via Cimitero, e, dopo poche decine di metri, troviamo sulla destra l’ingresso degli impianti sportivi San Biagio di Villasor. Entrando, si trova sulla destra della strada il Campo da Tennis, e sulla sinistra la Pista da atletica, dotata di tribune in grado di ospitare 150 spettatori, nella quale si svolgono competizioni d’atletica leggera, corse su pista, salto in alto, salti in estensione e salto con l’asta. Proseguendo, di fronte si arriva al Pattinodromo, nel quale si svolgono competizioni di Hockey e Pattinaggio a rotelle. A destra di esso si trova il Campo da Calcio, con fondo in erba, dotato di tribune in grado di ospitare oltre 1100 spettatori. Dietro di esso si trovano il Campo da Calcetto, con fondo in terra battuta, nel quale si svolgono competisioni di calcio a cinque, ed il Campo polivalente, per competizioni di pallacanestro e pallavolo.

Villasor: impianti sportivi San Biagio: ingresso Villasor: impianti sportivi San Biagio: Campo da Tennis Villasor: impianti sportivi San Biagio: il pista da atletica Villasor: impianti sportivi San Biagio: Pattinodromo Villasor: impianti sportivi San Biagio: Campo da Calcio Villasor: impianti sportivi San Biagio: Campo da Calcetto Villasor: impianti sportivi San Biagio: campo polivalente

Il Campo da Calcio San Biagio ospita le partite interne della Unione Sportiva Dilettantistica Villasor, la cui squadra partecipa al campionato di calcio di Prima Categoria Girone A in Sardegna, i cui colori sociali sono il giallo ed il nero.

Il Cimitero di Villasor

Villasor: ingresso del Cimitero di VillasorDalla piazza Nino Brundu, proseguiamo lungo la via Cimitero per quattrocento metri, fino al termine di questa strada, prendiamo a destra la strada che conduce al Cimitero, chiamata anch’essa via Cimitero, che costeggia la parete di recinzione del Cimitero di Villasor, parete che si trova alla sinistra della strada. Dopo poche decine di metri, troviamo sulla sinistra della strada l’ingresso del Cimitero che si trova proprio di fronte all’ingresso degli impianti sportivi San Biagio.

Gli impianti sportivi Ignazio Orru

Quando siamo arrivati a Villasor da Decimoputzu, percorsi settecento metri con la via Cagliari e siamo arrivati a un bivio, dove prosegue dritta la via Cagliari ossia la SS196 Diramazione, mentre sulla destra prosegue la SP7. Seguita questa strada per poco meno di un chilometro, la strada sbocca sulla SP4, cge prendiamo verso sinistra e che porta all’interno dell’abitato con il nome di via San Sperate. Percorsa per duecento metri, si vede alle detra della strada l’ingresso degli impianti sportivi Ignazio Orru. Entrando, di fronte si trova il Campo da Calcio, con fondo in terra battuta, e dotato di tribune in grado di ospitare 500 spettatori. alla sua sinistra, si trovano due Campi di calcetto, per partite di calcio a cinque.

Villasor: impianti sportivi Ignazio Orru: ingresso Villasor: impianti sportivi Ignazio Orru: Campo da Calcio Villasor: impianti sportivi Ignazio Orru: uno dei due campi da Calcetto

Visita dei dintorni di Villasor

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Villasor, sono stati portati alla luce i resti dei Nuraghi semplici Cuccuru Canalis, monte Zippireddu, Serra Crabas II; dei Nuraghi complessi Carronca Simoi, monte Zippiri, Serra Crabas, su Sonadori; ed anche dei Nuraghi Carronca Simoi II, e Sa Matta de S’Ollastu, entrambi di tipologia indefinita.

La chiesa di Santa Vitalia Martire

Dal Municipio di Villasor, prendiamo verso nord ovest la via Felice Serra, la seguiamo per circa seicento metri, e prendiamo la deviazione verso sinistra che ci porta di fronte all’antica chiesa di Santa Vitalia dedicata alla Martire venerata in diversi centri del Campidano, costruita alla fine dell’ottocento non lontano dal luogo dove sorgeva una precedente chiesa, che era stata edificata nel 1875 dalle ricche famiglie di Efisio Medda e di Maria Rosa Pintus a proprie spese, in un loro terreno di campagna non troppo distante dal paese. Essa era stata interdetta al culto il 2 giugno1888 dall’arcivescovo di Cagliari a causa delle discordie tra gli eredi riguardo alle sue precarie condizioni. Dopo il crollo dell’edificio religioso, si pensa, quindi, di costruire un nuovo edificio, grazie anche all’offerta di un nuovo terreno da parte di un ricco possidente, probabilmente Nicolò Zedda, e grazie a donazioni della popolazione. I lavori di costruzione della nuova chiesa iniziano nel 1894 e terminano probabilmente l’anno successivo, come testimoniato dall’inventario fatto compilare dal Vescovo nel 1902. Per la costruzione dell’edificio vengono utilizzati materiali provenienti dalla precedente chiesa, ormai distrutta, e dall’antica chiesa di Santa Sofia. Nel 1930 viene costruito il loggiato laterale sinistro. La chiesa sorge non lontano dal centro abitato, risulta preceduta da un loggiato che corre anche lungo i suoi fianchi, ed ha la facciata rivolta quasi verso il paese, e nel costruirla è stato preso ad esempio la facciata parrocchiale che si presenta a capanna, culminante con campanile a vela due luci. La parte superiore, timpanata, ingloba centralmente una cornice lunettata, in asse con la sottostante finestra e con il portale in legno. L’interno presenta una pianta a una sola navata, spartita in campate da archi a tutto sesto, ed i pilastri e gli archi sono realizzati con mattoni pieni e pietre squadrate. La copertura è lignea. Al centro del presbiterio pende la copia di un Crocifisso di San Damiano. un’ampia apertura finestrata di forma rettangolare si apre sulla parete di fondo della chiesa. All’esterno, la mensa è costituita da un grosso blocco di pietra, con sopra un tavolo di legno, che poggia su una macina sarda. L’edificio viene sottoposto, negli anni ottanta del secolo scorso, e, successivamente, nel 2010, a significativi lavori di restauro. La facciata si è arrichita di un porticato con colonne in petra e copertura lignea, la pavimentazione interna è stata sostituita e si è provveduto alla spicconatura degli archi interni.

Villasor: chiesa di Santa Vitalia Villasor: chiesa di Santa Vitalia: interno Villasor: chiesa di Santa Vitalia-Simulacro di Santa Vitalia Villasor: chiesa di Santa Vitalia: esterno

Villasor: chiesa di Santa Vitalia-ocandina della Festa di Santa VitaliaLa chiesa di Santa Vitalia, sita nella periferia del paese, è sede della Festa di Santa Vitalia, che si tiene annualmente il secondo lunedi ottobre, e che dura, per tradizione, tra manifestazioni religiose e civili, quattro giorni, e durante la quale molti fedeli, provenienti anche da altre parti della Sardegna, si raccolgono per onorare la Santa. È la Festa più importante dell’anno a Villasor, più importante di quella di Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, di Sant’Antioco e di San Biagio, patrono del paese. I festeggiamenti prevedono, tra le celebrazioni religiose, anche una processione con accompagnamento di gruppi in costume tradizionale e launeddas, spettacoli di musica leggera e cabaret, ballo liscio, fuochi d’artificio. In passato, in occasione della Festa si teneva un’importante Fiera, alla quale partecipavano produttori e commercianti di tutta la zona, per la compravendita di bestiame.

Villasor-Festa di Santa Vitalia Villasor-Festa di Santa Vitalia Villasor-Festa di Santa Vitalia

Santa VitaliaSanta Vitalia il lingua sarda Santa Vida è stata una Santa, che non è riconosciuta però dalla chiesa universale. Si tratta di una giovane sarda martirizzata, secondo le ricostruzioni storiche, con l’amica Santa lucifera, nell’anno 120, ed è oggetto di un culto che esiste ed è stato tramandato da alcuni secoli. Su riChiesta dell’allora arcivescovo di Cagliari, nel 1614 viene dato incarico di ritrovare le reliquie dei Santi presenti nella basilica paleocristiana di San Saturno e nelle zona circostante la chiesa di San lucifero. alla presenza del Vicario Generale della diocesi, vengono, quindi, trovati nella basilica di San Saturno due Loculi o piccoli sarcofagi, uno con l’epigrafe di tarda epoca latina Ic Iacet Benem Morie Bitalea…, ossia Qui giace la Vitalia di buona memoria, e l’altro con l’iscrizione Hic requievet B. M. Lucifera, ossia Qui riposa la B. M. Lucifera, l’altra Martire sarda. Da queste due frasi i glottologi e gli studiosi hanno potuto capire che entrambi i resti appartenevano a due giovani donne, martirizzate il 14 novembre dell’anno 120, al tempo dell’Imperatore Adriano. Nei Loculi delle due martiri, le scritte Benem Morie e B. M., stanno ad indicare che erano vergini e martiri.

Lungo la strada si trovano due frazioni di Villasor

Villasor-frazione Pixina Martzoellu: ingresso della stazione EnelProseguiamo lungo la via Felice Serra dopo la deviazione per la chiesa di Santa Vitalia, e vediamo che la strada esce dall’abitato con il nome di SS196 di Villacidro. Percorso poco più di un chilometro lungo questa Strada Statale, si trova una deviazione sulla destra e, tra la strada e questa deviazione, si trova la frazione Pixina Martzoellu (altezza metri 23, distanza 2.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), Villasor-frazione Cantoniera Masainas: la casa CantonieraNella quale è stata realizzata la Stazione Enel Villasor 1, una centrale elettrica da 220 kV in corrente alternata.

Proseguiamo ancora in direzione ovest lungo la SS196 di Villacidro, e, dopo altri sei chilometri e trecento metri, arriviamo alla frazione Cantoniera Masainas (altezza metri 53, distanza 8.5 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale, alla destra della strada, si può vedere l’omonima ex casa Cantoniera Masainas.

I resti del Nuraghe complesso su Sonadori

Villasor-resti del Nuraghe su SonadoriIl volume Scavi nel Nuraghe su SonadoriUscendo da Villasor verso Villacidro sulla SS196, a due chilometri e mezzo dalla casa Cantoniera Masainas, ossia a undici chilometri dal Municipio di Villasor, la SS196 incrocia la SS293 di Giba. La prendiamo verso sinistra, ossia in direzione sud, e, percorso un chilometro e settecento metri, nei pressi della sorgente termale di S’Acqua Cotta, che viene sfruttata dal modesto stabilimento delle Idroterme di Villasor, la strada costeggiare sulla destra la bassa collina su cui sorge, a 81 metri di altezza, il Complesso nuragico su Sonadori costruito in pietra scistosa locale. Il sito è stato interessato da cinque campagne di scavo tra il 1994 e il 2000, e di esse è riportata la relazione finale.

Villasor: il planimetria del Nuraghe su SonadoriIl complesso in origine era formato da un’unica torre con intorno le capanne del villaggio nuragico, che sono state successivamente inglobate con la costruzione del muraglione difensivo protetto da sei torri laterali ai vertici, e risulta, quindi, costituito da un mastio, un corpo esagonale, un cortile davanti all’ingresso del Nuraghe, ed un villaggio. Il mastio, di pianta circolare, ha un diametro esterno di quasi dieci metri, e la muratura è costituta da blocchi di notevoli dimensioni ricavati dalla roccia locale argilloso scistosa. La torre centrale è priva di una scala. L’ingresso alla torre è sopraelevato rispetto al piano del cortile di circa un metri, ed il corridoio retrostante, strombato e discendente verso l’ingresso della camera, presenta il pavimento parzialmente lastricato. La camera, del diametro di quasi quattro metri e mezzo, è priva della copertura, nella parete opposta a quella d’ingresso si conservano tracce di un bancone sedile, ed in essa non rimane traccia della scala, ne è possibile ipotizzare la presenza di una camera superiore della torre. Il mastio è circondato dal bastione costituito da sei edifici diversi per forma e dimensione, e collegati da cortine murarie rettilinee e curvilinee, che racchiudono un ampio cortile. Di questi edifici, due presentano strutture piuttosto esili, con ridotto spessore murario, mentre gli altri quattro presentano strutture murarie più massicce. L’ingresso della cinta muraria si apre ad est, attraverso un corridoio lastricato dotato, sulla destra, di una piccola nicchia, che, attraverso uno stretto passaggio tra il mastio e l’edificio, si collega con il cortile, sul quale convergono gli ingressi degli altri edifici.

Villasor-resti del Nuraghe su Sonadori Villasor-resti del Nuraghe su Sonadori Villasor-resti del Nuraghe su Sonadori

Intorno al Nuraghe sono presenti strutture ancora inesplorate, ed i probabili resti di alcune capanne nuragiche. Il luogo è stato in seguito abbandonato, per essere poi, durante il periodo romano, nuovamente rioccupato per alcuni secoli.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Campidano di Cagliari e ci recheremo a visitare Burcei con il suo centro ed i suoi dintorni dove vedremo la foresta demaniale del rio Brabaisu.


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