Anela che visiteremo con la sua foresta demaniale ed i resti archeologici con la necropoli di Sos Furrighesos
In questa tappa del nostro viaggio, partendo da Bultei proseguiremo sulla SS128bis che ci porterà a raggiungere il paese chiamato Anela con la sua foresta demaniale e la necropoli di Sos Furrighesos. La regione storica del GoceanoIl Goceano (nome in lingua sarda Sa Costèra) è la regione della Sardegna centro settentrionale che comprende il tratto del bacino superiore del fiume Tirso, di fronte al quale si affaccia la catena montuosa che porta il nome della regione stessa. Secondo lo storico Giovanni Francesco Fara, il Goceano, in latino Gothiani, dovrebbe il suo nome ai Goti che vi si stabilirono, mentre secondo altri il termine Goceano, o Guttiánu, Deriverebbe da Gúttiu, ossia goccia, ad indicare l’abbondanza di sorgenti d’acqua. I comuni che fanno parte del Goceano sono Anela, Benetutti, Bono, Bottidda, Bultei, Burgos, Esporlatu, Illorai e Nule. Le principali risorse del suo territorio sono la cerealicoltura, praticata nel fondovalle, la pastorizia e lo sfruttamento forestale. In viaggio verso AnelaUsciamo da Bultei in direzione sud seguendo la SS128bis, che muove verso sud ovest ed, in meno di due chilometri, ci porta ad Anela. Sono solo 2,6 chilometri quelli che separano il Municipio di Bultei da quello di Anela. Il comune chiamato AnelaIl comune chiamato Anela (altezza metri 446 sul livello del mare, abitanti 584 al 31 dicembre 2021) è un piccolo centro pastorale posizionato alle falde della montagna sulla quale spicca la punta Masiennera. Secondo alcuni il suo nome può derivare dal sardo Anela, che sta ad indicare una località senza sole, poco soleggiata; secondo altri dal termine sardo Anella, ad indicare un anello di ferro per legarvi i cavalli. Il paese è circondato da una foresta demaniale, che si estende per circa 1000 ettari, formata da lecci, roverelle e agrifogli, di grande interesse naturalistico e paradiso degli amanti del trekking. La sua economiaIl principale settore dell’economia di Anela è rappresentato dall’agricoltura, soprattutto la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, viti e ulivi, frutta, ed anche dall’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Brevi cenni storiciIl territorio è abitato fino dalla preistoria, e nel suo territorio si trovano alcuni siti di grande interesse, come numerose domus de janas, Nuraghi ed un pozzo sacro. Molti storici sono concordi nel credere che Anela sia uno dei paesi più antichi del Goceano, essendo stato fondato probabilmente dai Romani che vi impiantano una colonia di latini all’epoca di Silla, quando è sede di una Mansio, ossia di una fattoria. In periodo medioevale, durante l’epoca giudicale, viene inglobata nel Giudicato di Logudoro, e presto diviene capoluogo della curatoria del Goceano, che assume la sua stessa denominazione, conservando tale funzione per diversi secoli. Per Anela sonoanni di grande prosperità è di benessere. Divenuta conte del Giudicato di Arborea, appartiene al Marchesato di Oristano. In seguito alla sconfitta di Leonardo de Alagon, avvenuta nel 1478, viene nominata feudo regio, ma durante la dominazione aragonese, le malattie e la fame decimano la popolazione che, verso la fine del 1600, si riduce a circa Duecento persone. Decimata dalle pestilenze, Anela cede la sua supremazia al vicino centro di Bono, dato che il capoluogo della Curatoria si è ridotto a un paese con strade irregolari e mal tenute e con la chiesa parrocchiale, dedicata ai martiri Cosma e Damiano, priva di arredi sacri. Durante il periodo nel quale la Sardegna appartiene ai Savoia, nel 1830 il paese conta appena 430 abitanti raggruppati nel rione della chiesa parrocchiale. Con la fine della feudalità, il suo territorio venne riscattato al demanio. Le principali feste e sagre che si svolgono ad AnelaCome in altri paesi della Sardegna, anche ad Anela il 17 gennaio si svolge la Festa di Sant’Antonio Abate, una Festa con il tradizionale falò in piazza la sera della vigilia. Visita del centro di AnelaEntriamo in Anela provenendo da Bultei con la SS128bis, e la strada, che, all’interno del centro abitato, assumendo il nome di via Roma, attraversa tutto il paese, da nord est a sud ovest. Visita del centro storicoLa via Roma attraversa il vecchio centro storico di Anela, all’interno del quale si possono vedere dei bei murali. Altre significative costruzioni che si trovano nella centro storico di Anela sono una fontana in granito del 1887, situata al centro del paese, chiamata Funtana Noa, ed una caratteristica Torre del 1886. La chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Cosma e DamianoProseguiamo lungo la via Roma fino a trovare la piazzetta Roma, di fronte alla quale, alla sinistra della strada, parte la via San Cosimo, o via dei Santi Cosma e Damiano, che ci porta nella piazza omonima. Sulla piazza si trovava la vecchia chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, che è stata demolita per far posto all’attuale chiesa parrocchiale dedicata anch’essa ai Santi Cosma e Damiano consacrata nel 1968. della vecchia chiesa rimane il campanile, di epoca successiva rispetto alla costruzione della chiesa, recentemente restaurato. fra le opere d’arte sono da ammirare i numerosi mosaici, in particolare quello rappresentante i due Santi titolari, che domina l’aula dall’alto dell’abside. Il 26 settembre si svolge la Festa dei Santi Cosma e Damiano, che inizia la sera precedente con la celebrazione dei vespri e una serata di spettacoli, musica e gare poetiche in sardo. Il giorno della festa, oltre alle cerimonie religiose, ha luogo la processione lungo le vie del paese, che accompagna il simulacro dei Santi e il loro stendardi, tra fedeli e cavalieri in costume. Ad Anela tra i cavalieri vi sono anche donne, abbigliate anch’esse nel costumetradizionale. La processione termina con balli sardi in piazza e esibizione di tenores. Il Municipio di AnelaRitornati sulla via Roma, le seguiamo fino ad arrivare a trovare alla destra della strada il palazzo che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Anela, che si trovano al civico numero 65 della via Roma. Un altro ingresso del palazzo che ospita il Municipio si trova sul suo retro, sulla via Giovanni Pascoli, al civico numero 5, e questa viene considerata la sede ufficiale del Municipio di Anela. Il Cimitero di AnelaProseguiamo lungo la via Roma fino a quando esce a sud ovest dall’abitato, con il nome di SS128bis che conduce a Bono. Passate le ultime case di Anela, troviamo sulla sinistra della strada l’ingresso del suo Cimitero. Il Campo Sportivo ComunalePercorsi ancora solo cento metri, troviamo una deviazione in salita sulla destra, che porta al Campo Sportivo Comunale Bastianino lendini Bulla di Anela. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di AnelaSubito prima di trovare il palazzo del Municipio, a un bivio, dalla via Roma parte, sulla sinistra, la SP104. Anche questa strada esce dall’abitato, questa volta verso sud est, e, dopo poco meno di un chilometro, si trovano i ruderi di ciò che resta della Ex Stazione ferroviaria di Anela, che era una stazione sulla ferrovia che portava da Tirso a Chilivani. Del complesso rimane unicamente il rudere del fabbricato passeggeri, di cui sopravvivono solo i muri esterni e le pareti divisorie interne, mentre il resto è stato completamente saccheggiato e devastato. Visita dei dintorni di AnelaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Anela, sono stati portati alla luce i resti della necropoli di Sos Furrighesos; della Tomba di giganti Sa Pruna; dei Protonuraghi Ferulas, Siana, Siccadores; dei Nuraghi semplici Cambadu, Figu Niedda, Fraschiosu, Orchinele II, Pranu Urchi, Sa Mela, Sa Pruna, Torra; dei Nuraghi complessi Biliole, Orchinele, Pianu Oschiri, Tremmini; ed anche dei Nuraghi Castanza, Mariane ledda, Orgodori, Pedra Dolada, tutti di tipologia indefinita. La chiesa di Santa Maria di MesumunduProvenendo da Bultei, prima di entrare in Anela, sulla sinistra della SS128bis venendo da Bultei troviamo la chiesa di Santa Maria di Mesumundu nota anche come chiesa della Madonna delle Rose che sorge a un centinaio di metri a nord ovest dall’abitato. Costruita durante la prima metà del dodicesimo secolo, e consacrata nel 1162, ha notevolmente conservato la struttura originaria, caratterizzata da un gusto architettonico che vede una sorta di transizione fra il romanico e il gotico, che privilegia forme semplici ma eleganti, con l’uso di blocchi squadrati in pietra tufacea locale, disposti su filari regolari di diversa altezza. Questa chiesa sta a dimostrare l’importanza di Anela nel periodo medioevale, come capoluogo della Curatoria del Goceano. L’anno successivo alla consacrazione, la chiesa è stata donata dal Vescovo di Castro ai monaci Camaldolesi insieme a quelle di San Saturno, a Bultei lungo la strada che la collega a Benetutti, ed a quella di San Giorgio di Aneletto, situata dei dintorni di Anela. Presso questa chiesa non viene edificato un monastero, ma è una semplice residenza di monaci, priva di priore o Abate. Anche in assenza di notizie certe, è facile supporre che i monaci dovettero risiedere presso Santa Maria almeno fino al trecento o al quattrocento, come nel resto dell’Isola. L’impianto interno è a navata unica con abside orientata a nord est, la copertura è a capriate lignee a vista, mentre l’absideha una volta a semicupola. All’interno era conservata una statua lignea policroma del cinquecento della Beata Vergine delle Rose, che ora si trova nella chiesa parrocchiale di Anela, e qui è stata sostituita da una copia. Vi è, inoltre, conservata un’altra statua lignea di San Francesco d’Assisi del seicento rivestita di stucco policromo. Nel 1977 è stato eseguito un importante restauro che ha portato alla ricostruzione di ciò che restava della facciata principale. L’ultima domenica di maggio si svolge la Festa di Santa Maria di Mesumundu. All’imbrunire, una fiaccolata accompagna il simulacro dal paese fino alla chiesa campestre ad essa dedicata, e termina con un rinfresco di vino e dolci offerto a tutti i presenti. I resti di un avamposto militare bizantino con la chiesa dedicata a San Giorgio di AnelettoPer arrivare all’insediamento fortificato bizantino di San Giorgio di Aneletto, da Anela ci si deve dirigere verso Bono e, dall’abitato, usciamo da viale Italia verso nord ovest sulla SP6 in direzione del Monte Rasu. Dopo circa cinque o sei chilometri di strada in salita, si svolta a destra verso punta Masiennera, dopo circa tre chilometri si trova una biforcazione dove si prende a destra, verso il campeggio montano Badu Addes, e, poco dopo, si gira a sinistra in una sterrata che porta alla fortezza medioevale denominata Castrum di San Giorgio di Aneletto. Questo insediamento era un avamposto militare costruito in epoca bizantina ad oltre mille metri di altezza, composto da una cinta muraria di circa 300 metri con quattro torri angolari, ed all’interno della muraglia si sono trovate resti delle fondazioni delle case dell’antico abitato, ed anche alcune sepolture. Al di sopra di una delle torri si trovano le rovine di una piccola chiesa romanica dedicata a San Giorgio di Aneletto eretta nel 1100, circa cinque secoli dopo dell’insediamento bizantino nel settimo secolo, e donata dal Vescovo di Castro ai monaci Camaldolesi nel 1163, che vi sono rimasti fino al trecento o quattrocento. Poco distante, nella piana della foresta di Anela, è stata edificata la Nuova chiesa di San Giorgio di Aneletto presso la quale la prima domenica di agosto si tiene la festa. La Festa di San Giorgio ha tutte le caratteristiche delle tradizionali feste campestri. I partecipanti salgono a piedi, seguendo i vecchi tratturi secondo le antiche tradizioni, o in auto, fino alla chiesa, dove si celebra la messa seguita da un pranzo offerto dai pastori a base di piatti tipici locali. La foresta demaniale di AnelaLa Foresta demaniale di Anela è molto vasta e suggestiva e rappresenta la meta più significativa nei dintorni. Quest’area naturale fa parte delle loreste demaniali del Goceano, suddivise in tre sezioni. Si tratta, da nord verso sud, della Foresta di Fiorentini, nel comune di Bultei della Foresta di Anela, nel comune omonimo, e della Foresta del monte Pisanu, nei comuni di Bono e Bottidda. La possiamo raggiungere proseguendo lungo la strada che ci ha portato alla deviazione verso il campeggio montano, e che ci fa raggiungere, dopo poco più di un chilometro, la caserma della Guardia forestale di Anela, a 998 metri sul mare. Ci si può arrivare anche direttamente da Anela, uscendo verso ovest verso la SP36. Seguita questa strada per circa due chilometri, deviamo a sinistra sulla SP36, che, seguiamo per circa 2.2 chilometri, poi svoltiamo tutto a sinistra e prendiamo una strada che, in circa duec hilometri, sbocca sulla strada che conduce alla caserma della Guardia forestale, che dista poco più di cento metri. La strada prosegue, e ci porta, più avanti, a raggiungere la vetta della punta Masiennera, di 1157 metri, la seconda vetta del Goceano dopo il Monte Rasu, e che si trova nel demanio forestale di Anela. I resti della necropoli di Sos FurrighesosIn territorio di Anela, al confine con il territorio di Nughedu San Nicolò, recenti scavi hanno messo in luce la Necropoli di Sos Furrighesos in parte ancora da scavare, difficile da raggiungere, che è ai limiti nord occidentali della sua area Comunale. Da Anela si prende la SP36, che è la strada per Nughedu San Nicolò, e, dopo poco più di diciannove chilometri, si svolta del tutto a sinistra sulla SP133, seguendo le indicazioni. La si segue per circa otto chilometri, dove si mantiene la sinistra per rimanere sulla SP133, e si segue per circa 2,7 chilometri. Qui si arriva a una deviazione sulla sinistra che, oltrepassando diversi cancelli che bisogna aprire e richiudere, ci porta ad arrivare alla fine della strada, ad una azienda zootecnica di vacche da latte. Andando a destra della strada, si trova uno strapiombo dal quale si possono vedere le Domus de ajnas dall’alto, e con un pò di difficoltà si può provare a discenderlo. L’accesso è molto difficoltoso. La necropoli è composta da venti tombe, sette delle quali decorate con bassorilievi rituali raffiguranti protomi taurine e false porte. Altre sei presentano ancora tracce della pittura rossa che originariamente ricopriva le pareti. I particolari architettonici delle tombe, come i pilastri, gli architravi e le lesene, le rendevano simili alle case abitate in vita. Gli ingressi di quasi tutte le tombe sono rialzati rispetto al terreno, e ad alcune si accede mediante gradini scavati nella roccia. La tomba nono, nota come tomba del re, ossia Sa tumba de su re, reca scolpita all’esterno una stele: il porta, come quelle delle Tombe di giganti ossia una monumentale stele a prospetto alta quasi quattro metri. La necropoli è attribuita alla Cultura di San Michele di Ozieri, che si è sviluppata secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo. In seguito è stata riutilizzata dalle culture successive. Ad esempio, nella seconda tomba sono presenti incisioni dell’ultima fase delle domus de janas, quella della Cultura di Filigosa che si è sviluppata secondo la cronologia calibrata tra il 3000 ed il 2900 avanti Cristo, e secondo una datazione tradizionale, basata su considerazioni strettamente tecnologiche o etnologiche, tra il 2600 ed il 2500 avanti Cristo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, proseguiremo la visita del Goceano e ci recheremo a visitare Bono città natale di Giovanni Maria Angioy, che visiteremo con i suoi dintorni. |