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Bessude che visiteremo con il suo centro ed i dintorni con le Chiese campestri e la necropoli di Enas de Cannuja


In questa tappa del nostro viaggio nel Meilogu ci recheremo nel paese chiamato Bessude che visiteremo con il suo centro ed i dintorni, con le diverse Chiese campestri e con i suoi siti archeologici.

La regione storica del Meilogu, chiamata anche Mejlogu o Logudoro Meilogu

La regione storica del MeiloguIl Logudoro è stato, nel periodo medioevale, uno dei quattro Giudicati che ha avuto come capoluogo prima Porto Torres, in seguito Ardara, ed infine Sassari. Oggi possiamo dividere questa regione in tre parti: Logudoro Turritano, il cosiddetto Sassarese, a nord; il Logudoro Meilogu a ovest; ed il Logudoro Montacuto a est. In particolare, il Meilogu ha il nome che deriva dal suo posizionamento in Mediu logu, vale a dire nel cuore del Giudicato. I comuni che fanno parte del Meilogu sono Ardara, Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, Borutta, Cheremule, Cossoine, Giave, Ittireddu, Mara, Mores, Padria, Pozzomaggiore, Semestene, Siligo, Thiesi, Torralba. Il Meilogu è caratterizzato da un territorio prevalentemente pianeggiante, che produce cereali, verdure, ortaggi. Sono fiorenti gli allevamenti ovini, da cui deriva la ricca produzione casearia. Le numerose sorgenti e corsi d’acqua favoriscono questa ricchezza.

In viaggio verso Bessude

Arriviamo a Bessude partendo da Siligo. Dal centro di Siligo, dove in via Vittorio Emanuele, al civico numero 32, si trova il Municipio di questo paese, si procede in direzione sud est seguendo la via Vittorio Emanuele, che esce dall’abitato con il nome di SP23. Dopo circa quattro chilometri, arriviamo al centro di Bessude, in via Roma, dove, al civico numero 38, si trova il Municipio.

Il comune chiamato Bessude

Bessude: veduta dell’abitatoBessude-Stemma del comuneIl comune chiamato Bessude (altezza metri 447 sul livello del mare, abitanti 391 al 31 dicembre 2021), situato su di un colle posto alle pendici del monte Pelau, è assai caratteristico per la sua posizione tra l’altopiano di Logudoro e Meilogu, ed anche per le campagne circostanti. Il comune è facilmente raggiungibile con la SS131 di Carlo Felice bis Carlo Felice, che dista solo quattro chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale, ricco di corsi d’acqua e di sorgenti, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 324 a un massimo di 695 metri sul livello del mare.

Origine del nome

La sua denominazione, è attestata sino dal 1341, nelle sue diverse forme Versute, Versutta, Versuta, che, secondo gli studiosi, avrebbe origine dalla voce fenicia Beth Tzud, ossia Casa forte. un’altra interpretazione è basata su una leggenda, che narra come paese fosse attraversato da un piccolo torrente, Su rio de Mesu Idda, che ora è stato ricoperto e quindi rimane quasi invisibile, e quindi il nome di Bessude deriverebbe dal fatto che l’abitato si trovasse tra le due sponde del corso d’acqua, ossia tra le due onde, in latino Bis Undas.

La sua economia

L’economia del paese è basata sull’agricoltura e sull’allevamento, e la principale fonte di reddito è data dalla coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumi e frutta, nonche dall’allevamento di bovino, suino, ovino, caprino, equino e avicolo. L’industria è scarsamente sviluppata, ed anche il terziario è poco sviluppato. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno.

Brevi cenni storici

La zona di Bessude viene abitata fin dalla preistoria, come testimoniano i resti di età prenuragica e nuragica rinvenuti localmente tra i quali il Nuraghe di San Teodoro, situato nei pressi della città. Viene successivamente occupata dai Romani nel corso delle loro incursioni sull’isola. L’attuale centro abitato, però, esiste solo dal periodo medioevale, essendo stata creato nel tredicesimo secolo. Durante il periodo giudicale appartiene al Giudicato del Logudoro, inglobata nella curatoria del Meilogu, che, successivamente, entra a far parte dei possedimenti dei Doria. Dopo la conquista aragonese, viene ceduta come feudo, insieme ad altri territori della zona, a don Giacomo Manca, che, con i suoi successori, la controlla per ben quattro secoli. Nel diciassettesimo secolo, anche Bessude viene colpita da un’ondata della peste, che decima la popolazione. Il malcontento popolare per il dominio vessatorio aragonese e, successivamente, dei Savoia, esplode nel 1800, durante un moto antifeudale, che, però, viene duramente represso.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Bessude

Tra le principali feste e sagre che si tengono a Bessude, vanno citate, nella prima decade di agosto, la caratteristica Sagra de Sos Ciciones e Sa Mendula Bellinda, nella quale si può gustare la tipica e prelibata pasta locale, ossia gli gnocchetti, preparati a mano dalle donne di Bessude, caratterizzati dalle piccole dimensioni rispetto agli altri gnocchetti comuni in quasi tutti i paesi della Sardegna; la prima domenica dopo il ferragosto, nell’abitato di Bessude si svolge la Festa della Beata Vergine Assunta, caratterizzata da riti sacri, seguiti dalla processione, ed in seguito le manifestazioni civili, con canti e balli in piazza; presso l’omonima chesa campestre si svolge la Festa della Madonna di Runaghes, che ha inizio il 21 agosto e dura fino all’8 settembre; la Festa del Patrono, San Martino, si celebra l’11 novembre.

Visita del centro di Bessude

L’abitato, interessato da espansione edilizia, si sviluppa su di un colle posto alle pendici del monte Pelau.

Caratteristiche dell’abitato e dell’antico centro storico

L’antico centro storico ha una disposizione quasi triangolare, i cui vertici sono segnati dalle Chiese della Santa Croce, dalla chiesa di San Leonardo, e dalla fontana Poja, che si trova sulla strada che porta al quartiere nuovo, chiamato dagli abitanti Sa Sea. I due rioni sono collegati da una strada, chiamata la via Poja, sulla quale si affacciano nmerose case popolari. Sempre in questa strada si trova un antico abbeveratoio, ed anche un ruscello, Su rio de ’Inza Ena, che scompare per la maggior parte dell’anno.

Una nota di colore è costituita dai numerosi murali dipinti sulle facciate di alcune case. All’interno del caratteristico centro storico ben conservato, si trovano molti bei murali, il primo dei quali ricorda il pauroso incendio scoppiato nelle campagne del paese il 3 agosto del 1988, nel quale, mentre faceva un giretto per i campi, accerchiato dalle fiamme, perdeva la vita il tredicenne Tonino Tanca, il primo bambino morto in un incendio. Molto bello anche il murale che rappresenta la preparazione degli gnocchetti da parte delle donne del paese, ed il vecchio con la barba che si muove per le vie del paesesu una vespa, accostamento tra tradizione e modernità.

Bessude-Murale dell’incendio del 1988 Bessude: un murale nelle vie del paese Bessude: un murale nelle vie del paese

La chiesa della Santa Croce

Entrati nell’abitato da est con la SP23, che diventerà la via Monsignor Giuliano Cabras, troviamo subito sulla destra la via Santa Croce, che ci porta alla chiesa della Santa Croce in lingua sarda Santa Rughe, una chiesa assa semplice, con grandi contrafforti esterni. La chiesa è stata recentemente restaurata, comprese le decorazioni presenti sull’altare. Occasionalmente viene utilizzata anche per manifestazioni di culto, ma più spesso per qualche mostra o per altre manifestazioni culturali.

La chiesa parrocchiale di San Martino

Bessude: chiesa parrocchiale di San MartinoDalla via Santa Croce, prendiamo a destra ed arriviamo in piazza San Martino. Siamo nel centro dell’abitato, e qui si trova la chiesa di San Martino che è la chiesa parrocchiale di Bessude, che prende il nome dal patrono del paese, San Martino di Tours. È stata edificata nel 1620 in stile gotico, quando si dovette abbandonare la parrocchiale più antica, ossia la chiesa di San Leonardo, ed è composta da una navata centrale e da due cappelle per ogni lato. A sinistra la prima è dedicata alla Madonna Assunta, con le statue di San Pietro e San Sebastiano, e la seconda è dedicata a Sant’Antonio, con la statua di San Giovanni. A destra la prima è dedicata all’Immacolata, la cui statua è al centro, fra quelle di Santa Lucia e di Santa Rita, e la seconda è dedicata a San Giuseppe. Nella Cappella di Sant’Antonio, una lapide indica la tomba di Francesco Carboni, poeta e gran latinista, nato a Bonnanaro nel 1746 e morto a Bessude nel 1817. Nella Cappella di San Giuseppe c'è, invece, la tomba di Monsignor Giuliano Cabras, nato a Bessude nel 1840, che è rappresentato sulla lapide con un busto di marmo. In quest’ultima Cappella è stata sistemata anche un’antica statua di Maria Bambina che, dopo essere rimasta a lungo in una casa privata, è stata recentemente restaurata.

L’11 novembre di ogni anno si svolge la Festa di San Martino, il patrono di Bessude, con i festeggiamenti di tipo religioso, che sono seguiti da manifestazioni di tipo civile.

La ex sorgente Poja sulla strada verso il quartiere nuovo

Dalla piazza San Martino, prendiamo verso nord la via Vittorio Emanuele, che sfocia sulla via della fontana, che conduce dal vecchio centro storico alla città nuova. La ex Sorgente Poja era una sorgente situata sul lato sinistro della strada, a lato di un ponte costruito negli anni ’50 del novecento sul ruscello Su rio de ’Inza Ena. Dalla fontana, purtroppo, l’acqua è ormai scomparsa, ma, fino a qualche anno fa, essa era in grado di dissetare persone e animali durante tutta l’estate.

Il Campo da Calcetto

Proseguendo per circa centocinquanta metri, lungo la strada che ci porta all’interno del quartiere nuovo, troviamo alla destra della strada il Campo da Calcetto di Bessude.

Il Municipio di Bessude

Ritornati indietro lungo la via Vittorio Emanuele e, passata la piazza San Martino, la strada incrocia sulla sinistra la via Umberto, parallela alla via Monsignor Giuliano Cabras, e sulla destra, ossia verso ovest, la via Roma. Prendiamo quest’ultima e, al civico numero 38, troviamo l’edificio che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Bessude.

La chiesa di San Leonardo

La via Roma sbocca sulla via San Leonardo, che prendiamo verso destra, ossia verso nord. Su questa strada si trova la grande chiesa medioevale di San Leonardo risalente al quattordicesimo secolo, realizzata in una pregevole architettura tardo gotica. Presso questa chiesa si trovava, fino all’ottocento, il Cimitero, nel quale veniva sepolta la popolazione, mentre i sacerdoti avevano la loro sepoltura nella chiesa parrocchiale. L’edificio ha una facciata a capanna, con campanile biforato a vela, e l’abside contraffortata. All’interno, la chiesa ha tre navate, quella centrale è segnata ai lati da tre arcate ogivali di stile gotico, e nella navata destra e nel presbiterio si possono notare le originali volte gotiche a crociera. Ben conservati sono anche i pregevoli capitelli dei pilastri absidali. Fino a qualche decennio fa la sua pertinenza veniva utilizzata come area per il ricovero del bestiame trovato a pascolare in proprietà altrui, e poteva essere recuperato dai legittimi proprietari mediante il pagamento di una multa. La chiesa è stata sottoposta recentemente a un lungo lavoro di restauro, ma rimane ancora da sistemare l’area esterna.

Il Cimitero di Bessude

Prendiamo la via San Leonardo verso sud, che sbocca sulla via Monsignor Giuliano Cabras, che prendiamo verso destra. La via Monsignor Giuliano Cabras esce dall’abitato in direzione sud est e, dopo quattrocento metri, sulla sinistra della strada, vediamo l’ingresso del Cimitero di Bessude.

Visita dei dintorni di Bessude

Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Besude, sono stati portati alla luce i resti della necropoli di Enas de Cannuja; ed anche dei Nuraghi Badde, Cannisones, Cheia, Crastu, Cunzada ’e Cheia, Iscala de Ilde, Ozzastru, Pumari, S’Ena, S’Ena de Mesu, San Teodoro, su Pedrosu, tutti di tipologia indefinita.

I resti della chiesa di San Teodoro ed il Nuraghe omonimo

Lungo la via della fontana, che porta dal centro storico di Bessude verso il qaurtiere nuovo, seguendo le indicazioni troviamo sulla destra una strada che si dirige verso nord est. Dopo 400 metri, al bivio prendiamo verso destra, e, dopo altri 250 metri, ci immettiamo sulla SP23, che seguiamo per circa 350 metri. Potevamo prendere la SP23 direttamente da Bessude, verso nord est, dato che questa è la strada che porta a Siligo. Seguendo la SP23 per circa 350 metri, si trova un viottolo sulla sinistra della strada provinciale, che conduce ai pochi resti della chiesa di San Teodoro. La chiesa si trova allo stato di rudere ed è caratterizzata dalla presenza di un interessante architrave.

A poche decine di metri dalla chiesa di San Teodoro si trova il Nuraghe di San Teodoro che dista circa cinquecento metri dalla strada provinciale. È un Nuraghe di tipo indefinito in buono stato di conservazione, e domina l’intera vallata tra Bessude e Siligo. In cima al Nuraghe si trova una pietra bianca, che emette un suono quasi metallico.

La chiesa di Santa Maria della Natività nota anche come Nostra Segnora de Runaghes

Bessude: chiesa di Santa Maria della Natività nota anche come Nostra Segnora de RunaghesUscendo da Bessude verso sud ovest con la SP23 che porta in direzione di Thiesi, dopo circa 700 metri troviamo, alla sinistra della strada, la chiesa di Santa Maria della Natività nota anche come Nostra Segnora de Runaghes o De Kabidanni. La chiesa era già presente nel quindicesimo o sedicesimo secolo, dato che una relazione pastorale del 1688 la elenca tra le Chiese del territorio. La chiesa ha un’aula unica, con un presbiterio con la volta a crociera, e un portico sorretto da pilastri, addossato lungo il fianco sinistro, che protegge l’ingresso laterale. Sul lato sinistro si trova una cappella, forse ottocentesca. Sopra il portale che si apre nella facciata, è ricavata una finestra a rombo, e, in asse con essa, si trova il campaniletto a vela. Durante i lavori di restauro condotti tra il 1971 ed il 1979, sono state rinvenute alcune sepolture che potrebbero appartenere alle persone decedute durante una pestilenza, nel corso del cinquecento, che aveva decimato la popolazione. L’antica statua lignea del diciassettesimo secolo che rappresentava la Maria Bambina, dato che era tarlata, è stata sostituita nel 1909, all’interno della piccola chiesa, da un simulacro in gesso raffigurante la Vergine col Bambino. Questo simulacro in gesso è stato utilizzato sino al 1986 per la festa. In questa data il primo simulacro, che era stato conservato presso un’abitazione privata, è stato recuperato, restaurato e posizionato nella Cappella di San Giuseppe, all’interno della chiesa parrocchiale. E da allora viene riprosposto per la festa.

La Festa della Madonna di Runaghes ha inizio il 21 agosto, quando si svolge la novena, poi, la sera, la statua della Madonna viene portata con una fiaccolata alla chiesa parrocchiale. L’8 settembre, data della Natività della Beata Vergine Maria, si svolge la messa mattutina, e la statua viene fatta rientrare in processione alla piccola chiesa. In serata, il comitato, composto prevalentemente da giovani donne, offre la cena comunitaria a base di pecora bollita. Per l’occasione vengono organizzate manifestazioni folkloristiche caratterizzate da balli, canti tradizionali e vengono offerte deliziose prelibatezze enogastronomiche.

Il Campo Sportivo di Bessude

Percorsi ancora circea duecentocinquanta metri sulla SP23 in direzione di Thiesi, troviamo alla destra della strada una sterrata che conduce al Campo Sportivo di Bessude, che si posiziona al di fuori dell’abitato.

I resti della chiesa di Santa Barbara

Uscendo da Bessude verso sud ovest con la SP23 che porta in direzione di Thiesi, dopo circa 700 metri troviamo, alla sinistra della strada, i resti della chiesa di Santa Barbara. Di questa chiesa, che apparteneva al villaggio scomparso di Mogoro, rimane solamente una porzione della muratura esterna.

I resti della necropoli di Enas de Cannuja

La Necropoli di Enas de Cannuja si trova nel comune di Bessude, ma per raggiungerla si deve fare un lungo giro che passa per Thiesi. Proseguendo lungo la SP23, dopo due chilometri e mezzo raggiungiamo l’abitato di Thiesi, dove svoltiamo a destra e prendiamo la SS131bis che da Thiesi muove in direzione di Ittiri. Percorsi circa undici chilometri e mezzo, si trova sulla destra della strada la Cantoniera Pianu, qui si svolta nella prima sterrata sulla sinistra, che si segue per circa un chilometro. In un blocco di tufo sono scavate sei tombe ipogeiche, purtroppo mal conservate. La più interessante è la cosiddetta Tomba dei Pilastri Scolpiti, con un portello di accesso sormontato da doppie corna scolpite nella roccia. È composta da un atrio con tracce di decorazioni in rosso, e da una cella rettangolare con al centro due pilastri ricavati nella roccia e decorati a spina di pesce. Il soffitto è scolpito a doppio spiovente. Sulla parete di fondo della cella c’è una finta porta scolpita nella roccia, come rappresentazione del passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, da Bessude ci recheremo a Mores dove vedremo l’Autodromo nazionale Franco di Suni ed il Dolmen Sa Coveccada, il più grande ritrovato all’interno di tutta l’area mediterranea.


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