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La costiera del Campidano dal Poetto alle coste di Quartu Sant’Elena, di Maracalagonis, di Sinnai, ed a VillasimiusIn questa tappa del nostro viaggio, visiteremo La costiera sud orientale Del Campidano di Cagliari, che si sviluppa ad est del capoluogo, e che appartiene ai comuni di Quartu Sant’Elena, di Maracalagonis e di Sinnai. Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant’Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius. Il tratto occidentale della costiera di Quartu Sant’Elena che va dal Poetto di Quartu fino a FluminiIniziamo il nostro viaggio partendo da quanto è stato descritto in una precedente tappa del nostro viaggio, nella quale abbiamo illustrato la costiera del comune di Cagliari, che prosegue, poi, con le molte spiagge nel territorio del comune di Quartu Sant’Elena. Raccontiamo, ora, seguendo la strada litoranea, la costiera di Quartu Sant’Elena, che si sviluppa partendo dalla spiaggia del Poetto, da dove si raccorda con la SP17 per Villasimius, e ci porta fino a Cala regina. La strada provinciale, a Quartu e negli insediamenti abitativi che lo seguono, prende il nome di viale leonardo da Vinci. La spiaggia del Poetto di Quartu Sant’ElenaLa continuazione della spiaggia del Poetto di Cagliari verso oriente, è rappresentata dalla spiaggia del Poetto di Quartu Sant’Elena, che arriva sino alla spiaggia del Margine Rosso. È facilmente raggiungibile sia dal capoluogo, procedendo sul lungomare oltre il Poetto di Cagliari sia da Quartu Sant’Elena, prendendo dal centro del paese il viale Cristoforo Colombo, che si sviluppa verso sud est e si collega, proprio dietro la spiaggia, alla strada litoranea SP17. Si posteggia alle spalle di tutto l’arenile, sfiorato dalla vecchia strada che riporta verso Cagliari. I resti della torre di Carcangiolas chiamata anche Torre di Serra PauliSulla spiaggia di Quartu, o, meglio, nel suo mare, si trovano i resti della Torre di Carcangiolas chiamata anche Torre di Serra Pauli. È una torre costiera eretta in periodo spagnolo alla fine del sedicesimo secolo, probabilmente prima del 1591. Costruita in materiale calcareo e granito, durante l’ultimo conflitto è stata riadatta a fortino. La torre è di difficile accesso poiché è ridotta ad un rudere, diviso in due tronconi rovesciati in mare, a pochi metri dalla spiaggia del Poetto di Quartu. Attualmente il comune ha finanziato le operazioni per riportarla nell’arenile. Lo stagno di Quartu Sant’ElenaSul retro della spiaggia del Poetto di Quatu Sant’Elena si sviluppa l’ampio stagno di Quartu che fa parte della più vasta area stagnale che si articola in due grandi bacini idrici, rappresentati dallo stagno di Molentargius di Cagliari e dallo stagno di Quartu, e comprende anche le Saline del Poetto, che si collocano nel settore sud occidentale dello stagno di Quartu. L’arco di spiaggia del Poetto rappresenta un cordone di spiaggia emerso durante l’ultima fase di sollevamento del livello del mare, avvenuta 6.500 anni fa, e la chiusura di un tratto di mare ad opera del cordone di spiaggia ha determinato la nascita dello stagno di Quartu. Il complesso del Molentargius è composto da una serie di bacini caratterizzati da acque a differente concentrazione salina. Si passa dal bacino ad acque dolci, in gran parte di origine fognaria, del Bellarosa Minore, al bacino di Bellarosa Maggiore con le vasche delle Saline di Stato, ed alle vasche dello stagno di Quartu, di salinità più elevata. Tra lo stagno di Molentargius e lo stagno di Quartu si sviluppa una vasta superficie piana, denominata Is Arenas, che rappresenta un cordone sabbioso emerso dal fondo del mare oltre 75mila anni fa, e costituisce una vasta area agricola, costantemente però minacciata dall’abusivismo edilizio e dalle discariche. Lo stagno di Quartu vanta anch’esso motivi di grande interesse paesaggistico e naturalistico, essendo frequentato dai fenicotteri e da tantissime altre specie dell’avifauna palustre. Lo stagno contiene, infatti, un’ampia varietà di nicchie ecologiche per la sosta e la riproduzione di una ricca avifauna acquatica di interesse comunitario. Come lo stagno di Molentargius, anche lo stagno di Quartu Sant’Elena non viene utilizzato per attività di pesca. La costa che parte dal Poetto verso oriente, è tutto un susseguirsi di insediamenti turistici appartenenti al comune di Quartu Sant’Elena, affacciati su spiagge non sempre bellissime. Li attraversiamo percorrendo la parte iniziale della strada panoramica di Cala regina. La lottizzazione del Margine Rosso con la spiaggia del Margine RossoPassato il litorale di Quartu Sant’Elena, a due chilometri e quattrocento metri da dove è arrivato dal centro dell’abitato il viale Cristoforo Colombo, si incontra una grande rotonda, passata la quale la SP17, che ha il nome di via leonardo da Vinci, entra nella lottizzazione denominata Margine Rosso il cui nome potrebbe derivare dal termine sardo Margiani Arrubiu, che indica la Volpe Rossa, che una volta era una specie autoctona della zona, oppure da Margini Arrubiu, il cui significato potrebbe essere da mettere in rapporto al colore delle sue rocce, della sua terra o della sua sabbia. Il quartiere del Margine Rosso è stato una delle prime zone a popolarsi, quando intorno al 1960 è iniziata l’urbanizzazione della zona costiera di Quartu Sant’Elena. Fino agli anni settanta la zona del Margine Rosso era ricoperta da bassa macchia mediterranea, da vigneti e vi crescevano piante di fico e di mandorlo, mentre oggi sul viale leonardo da Vinci, che è il nome che assume all’interno dell’abitato la SP17, si affacciano numerose ville. La lottizzazione si affaccia sul mare con la spiaggia del Margine Rosso, che e il naturale proseguimento della spiaggia del Poetto di Quartu Sant’Elena. La si raggiunge con la SP17, presa dopo un centinaio di metri la prima traversa a destra della SP17, che è la via Ponente, o la via Antas che si incontra cento metri più avanti. Alle sue spalle si trova l’ex campeggio Tamarix, e si trovano le numerose villette della lottizzazione, che svolgono anche funzione di riparo in caso di forte vento di maestrale. La chiesa parrocchiale di San Luca al Margine RossoDopo essere entrati nella lottizzazione Margine Rosso, presa dopo un centinaio di metri la prima traversa a sinistra della SP17, che è la via Melibodes, la seguiamo per quasi cinquecento metri, e troviamo, in cima ad una collinetta, la chiesa parrocchiale di San luca dalla cui piazza è possibile ammirare un bellissimo scorcio dall’alto del golfo di Cagliari. La chiesa, progettata dall’ingegner Antonio Tramontin di Cagliari, è di costruzione recente, la posa della prima pietra è del dicembre 1989, e la chiesa viene dedicata nel 2001. È l’unica parrocchiale, insieme con la chiesa di Santa Maria degli Angeli a Flumini, che non sorge all’interno della città. Il fortino sabuado che ha ospitato la prima chiesa di San Luca EvangelistaPer soddisfare le esigenze della popolazione, nel 1973 si è pensato di restaurare Su forti ossia la fortezza, un fortino Sabaudo risalente alla fine del settecento situato a trecento metri dall’attuale parrocchiale lungo la via su forti, che si trovava in condizioni di abbandono, e di adibirlo a luogo di culto. E l’anno successivo veniva inaugurata, in esso, la prima chiesa di San Luca Evangelista che verrà poi abbandonata all’apertura al culto dell’attuale parrocchiale. Per quanto riguarda la sua storia, va ricordato che nella località dove oggi sorge l’abitato del Margine Rosso spesso sbarcavano i Saraceni per le loro escursioni nell’entroterra, la più disastrosa delle quali è stata quella del 1582. Due secoli dopo, nel 1793, nella spiaggia del Margine Rosso sbarcano i Francesi, con lo scopo di occupare Cagliari via terra, ma si perdono in mezzo agli stagni ed ai canneti di Quartu, dove vengono assaliti dai Sardi, mentre una levantata distrugge la maggior parte delle loro navi. In seguito a questa incursione, viene costruito il fortino Sabaudo, che verrà riutilizzato durante la seconda guerra mondiale, e che ospiterà in seguito la chiesa. Un poco all’interno si trova la frazione su fortiDa dove abbiamo incontrato sulla SP17 la via Ponente a destra e la via Melibodes a sinistra, continuamo per un chilometro e quattrocento metri, alla rotonda prendiamo la seconda uscita che ci porta sulla via Marco Polo, ossia la SP15, che si dirige verso nord in direzione del bacino del Simbirizzi. La seguiamo per cinquecento metri, poi prendiamo tutto a sinistra la via Neapolis, la seguiamo per quattrocento metri, poi svoltiamo a destra in via Sirai, che, in poco più di duecento metri, ci porta all’interno della frazione su forti (altezza metri 19, distanza 7.4 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale si trova un insieme di abitazioni residenziali. Lungo la costa si trova la frazione litorale con la spiaggia del porticcioloProseguendo lungo la SP17 in direzione est, passata la rotonda dove arriva da nord, con il nome di viale Marco Polo, la SP15, che proviene dal bacino del Simbirizzi, sono presenti diverse abitazioni, che vengono attribuite alla frazione litorale (altezza metri 4, distanza 6.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che è una piccola frazione Quartu Sant’Elena situata lungo la costa, tra la frazione Margine Rosso e la frazione Foxi, che si trova a circa 6.3 chilomteri da dove avevamo imboccato la SP17. La frazione Foxi e l’allarme forte inquinamento alla foce del rio FoxiSulla SP17, a seicento metri dalla rotonda dove arriva da nord, con il nome di viale Marco Polo, la SP15, che proviene dal bacino del Simbirizzi, si incontra il ponte sul rio Foxi. Passato questo ponte, a circa 6.8 chilometri da dove avevamo imboccato la SP17, si entra nella frazione Foxi (altezza metri 7, distanza 7.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una frazione Quartu Sant’Elena che comprende un significativo insediamento abitativo e turistico, e dista circa sei chilometri da Quartu. La frazione prende il nome dal fatto che nel suo mare si trova la foce del rio Foxi. Nel 2020 legambiente, attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha lanciato l’allarme di forte inquinamento a Quartu Sant’Elena in località Foxi alla foce del rio Foxi, con valori di contaminazione microbiologica molto oltre i limiti di legge. I resti del Nuraghe su forti Becciu e la Batteria Antiaerea della seconda guerra mondialeVicino alla località Foxi si trovano i pochi resti del Nuraghe su forti Becciu che era il più vicino a Quartu, e la Batteria Antiaerea della seconda guerra mondiale costruita sopra di esso. Per raggiungerli si prende la prima traversa a sinistra dopo il ponte sul rio Foxi, che è la via Is Pardinas, dopo seicento metri si svolta a sinistra lungo la via Gennargentu, e, dopo seicento metri, si trovano sulla destra. Il Nuraghe è stato smantellato e trasformato durante l’ultimo conflitto mondiale, come altri nel territorio, per sfruttare la loro posizione strategica e di dominanza già studiata dai nuragici. L’installazione militare si trova sopra i resti del Nuraghe, che era originariamente costituito da tre torri con un cortile centrale, localizzato sotto l’attuale fortino. anticamente nell’area circostante doveva sorgere il villaggio ormai completamente scomparso. Oggi del Nuraghe non rimangono altro che pochi massi sparsi tutt'intorno, dato che i lavori di un cantiere edile, effettuati nell’area circostante, hanno distrutto le torri, che erano ancora visibili fino agli anni ’60, mettendo in luce una stratigrafia particolarmente ricca di materiali ceramici, litici e di resti di pasto. La spiaggia di FoxiFoxi si affaccia sul mare con la spiaggia omonima, che si raggiunge dalla strada provinciale, prendendo la prima traversa a destra dopo il ponte sul rio Foxi, centocinquanta metri più avanti, che è la via Cipro. Dopo duecento metri, prendendo a sinistra la via S’Oru e Mari, e dopo duecento metri, prendendo a destra la via Ischia che, in quattrocentocinquanta metri, ci porta alla spiaggia. La torre di FoxiNella spiaggia di Foxi, tra i diversi tratti di arenile, possiamo visitare la Torre di Foxi una torre costiera edificata in epoca spagnola, nel sedicesimo secolo, probabilmente nel 1578, costruita a protezione della costa dagli assalti dei pirati saraceni. La torre si trova a due metri sul livello del mare, ed ha una struttura tronco conica divisa in tre livelli. Costruita in materiale granitico, ha una volta a cupola. Era controllata da due soldati con armi leggere, che comunicavano a ovest con la Torre di Carcangiolas e a est con la Torre di Sant’Andrea, oggi distrutta. La torre è stata recentemente restaurata. La località S’Oru ’e Mari con la sua spiaggiaProseguendo dopo l’imbocco della via Cipro all’interno della frazione Foxi, cinquecentocinquanta metri più avanti, subito prima dell’hotel Setar, prendiamo a destra la via lipari che, in trecento metri, ci porta all’ingresso del Consorzio Velico città di Quartu, con il rimessaggio imbarcazioni e con la sua Scuola di vela e di motonautica. Di fronte all’ingresso, parallela alla costa, passa la via S’Oru ’e Mari, ci troviamo, infatti, nella località S’Oru ’e Mari che si affaccia sul mare con la spiaggia omonima. Nel maggio 2012, nel mare antistante la spiaggia di S’Oru ’e Mari, si è svolta un’affascinante Operazione di salvataggio di un delfino che si era arenato a pochi metri dalla spiaggia, ed è stato riportato in mare aperto. Non ce l’ha fatta, però, il delfino, che il giorno successivo è stato ritrovato senza vita a poche centinaia di metri dal luogo in cui era stato aiutato a raggiungere acque più profonde, ed a cui sono state fatali le pessime condizioni di salute. Nel 2020 legambiente, attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha lanciato l’allarme di inquinamento a Quartu Sant’Elena in un punto in mare nei pressi di via Maiorca in località S’Oru ’e Mari, con valori di contaminazione microbiologica oltre i limiti di legge. La frazione Sant’AndreaProseguendo sulla SP17, a circa 9.3 chilometri da dove avevamo imboccato questa strada provinciale, percorsi appena cinquecento metri, entriamo nella frazione Quartu Sant’Elena denominata Sant’Andrea (altezza metri 10, distanza 9.4 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Si tratta di un grande insediamento abitativo e turistico che si affaccia sul mare cristallino. Entrando nella frazione Sant’Andrea troviamo la località Sa Tiacca con la sua spiaggiaEntrati nella frazione Sant’Andrea, dopo cinquecento metri, circa un chilometro dopo S’Oru ’e Mari, seguendo le indicazioni prendiamo a destra la via Riccione, che ci porta nella localtà Sa Tiacca che si affaccia sul mare con la spiaggia omonima. Nella frazione Sant’Andrea visiteremo il parco Andrea Parodi dove si trova la chiesa di Sant’AndreaAltri cinquecento metri dopo aver incontrato la via Riccione, arriviamo a un bivio dove la SP17 svolta leggermente a destra, mentre a sinistra parte la via San Giovanni. Ad angolo tra le due strade si trova il Parco Andrea Parodi attrezzato a verde pubblico così da facilitarne la fruizione all’intera popolazione. È molto ampio, ed in esso sono presenti anche giochi per i bambini. Il parco è stato recentemente intitolato ad Andrea Parodi, cantante acclamato e famoso, morto nel 2006 a 51 anni, a causa del cancro di cui soffriva da circa due anni, nella sua casa di Flumini di Quartu, al cui nome è dedicato il festival del Jazz che si svolge ogni anno a Flumini di Quartu. All’interno del parco Andrea Parodi, al centro dell’ampia piazza Andrea Parodi, si trova la chiesa di Sant’Andrea che è stata edificata, probabilmente,su un precedente tempio romano. Risale al quindicesimo secolo, ma ha subito aggiunte e rifacimenti nel seicento. Edificata in stile gotico catalano, ha la facciata che termina con una cornice ornata da merli dentati, con al centro un rosone da cui entra la luce all’interno della chiesa, ed è sormontata da un piccolo campanile a vela. L’ingresso è preceduto da una piccola copertura. Nei prospetti laterali vi sono tre contrafforti, e tra quelli di destra sono stati costruiti la sacrestia e gli ambienti utilizzati per le feste. Sullo stesso lato è stata ricavata un’altra piccola loggia, in cui vi è l’ingresso secondario. L’interno è costituito da una sola navata rettangolare. Nella chiesa sono presenti pochi arredi, ossia un pulpito ligneo e la piccole statue di Sant’Andrea, di San Giovanni Battista e di Sant’Antonio da Padova. La chiesa è stata recentemente ristrutturata. Nella chiesa di Sant’Andrea, il 30 novembre si svolge la Festa di Sant’Andrea, con la processione intorno alla chiesa seguita dalla messa. Si deve citare, inoltre, la Sagra di San Giovanni Battista, per la quale i festeggiamenti religiosi avvengono il 24 giugno, giorno in cui si ricorda la nascita del Santo, presso questa chiesa, mentre i festeggiamenti cittadini avvengono l’ultimo sabato di luglio. La spiaggia di Sant’AndreaPer raggiungere la spiaggia di Sant’Andrea, sulla SP17, superata la piazza con il parco Andrea Parodi, manteniamo la destra, e lasciando la chiesa alla propria sinistra, dopo trecentocinquanta metri si trova l’incrocio sulla destra con la via Taormina, che percorriamo tutta per seicento metri, sino alla rotatoria che dà sui parcheggi a pochi metri dalla spiaggia. La Villa Romana di Sant’Andrea o su Stangioni dove sorgeva anche la torre di Sant’AndreaNel lato confinante con Sa Tiacca, la spiaggia di Sant’Andrea è delimitata da rocce, fra le quali si trovano i resti della Villa Romana di Sant’Andrea o su Stangioni del terzo secolo dopo Cristo, quasi completamente sommersa dalle acque. Si individuano vari ambienti di pianta quadrangolare in parte sommersi, ed uno di essi conserva ancora parte della pavimentazione in lastre di laterizio. Sono presenti due pozzi circolari, dei quali uno del tutto sommerso, ed un vano visibile dalla spiaggia, di pianta quadrangolare. resta anche un ambiente coperto a botte, sotto il giardino della moderna villa sovrastante, che conserva ancora il rivestimento della volta in lastroni di pietra. Al di sopra di quest'ultimo ambiente, che apparteneva al piano inferiore della struttura, resta ben leggibile parte del pavimento del vano del piano superiore e della relativa preparazione. Nell’arenile di Sant’Andrea, lungo il litorale quartese, si lavora per la riqualificazione dell’area archeologica della Villa Romana. Una stradina porterà alla piazzetta sul mare, che sarà illuminata e pavimentata con materiale ecologico di due colori, il giallo per le murature sottostanti, il rosso per le altre. Proprio all’ingresso della piazza è stato riportato alla luce un muro romano, ed una ringhiera sulla scogliera consentirà di affacciarsi ad ammirare le rovine. Quella che non è più visibile è la Torre di Sant’Andrea che si trovava sulla spiaggia nell’attuale sito archeologico della Villa Romana, e che è ormai scomparsa. La torre sarebbe stata edificata probabilmente prima del 1591, per volontà della Corona di Spagna, in attuazione di un piano di difesa dalle scorrerie dei Saraceni nelle coste sarde che, intensificatesi, provocavano gravi danni e la perdita di vite umane. Non si conoscono i particolari del suo abbattimento, ma pare che la torre sia stata distrutta con la dinamite nel 1965 per fare spazio a un terrazzamento per uso privato, facendo scempio totale non solo della torre, ma anche della Villa Romana che si trovava accanto ad essa. La frazione FluminiPercorsi sulla SP17 appena duecentocinquanta metri dopo aver incontrato la via Taormina, a circa 10.5 chilometri da dove avevamo imboccato questa strada provinciale, entriamo nella frazione Flumini (altezza metri 6, distanza 10.5 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una frazione Quartu Sant’Elena che prende il nome dal fatto che nel suo territorio passa un piccolo fiume, il Riu su Pau, che arriva al mare dopo aver attraversato lo stagno chiamato Bacino di Flumini. La chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli a FluminiEntrati nella frazione Flumini, dopo ottocentocinquanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo il viale dell’Autonomia regionale Sarda, percorriamo duecentocinquanta metri e troviamo sulla destra la via dei Mughetti. Ad angolo tra le due strade si trova la chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli costruita nella seconda meta del novecento ad opera di un sacerdote, per adeguarsi alla veloce espansione della frazione. La chiesa di Santa Maria degli Angeli, è l’unica parrocchiale, insieme con quella di San Luca al Margine Rosso, a non sorgere all’interno della città. È caratterizzata da una struttura in cemento armato, con pianta e prospetti composti da linee curve, e spezzate su livelli differenti. La facciata si presenta caratterizzata da un ampio loggiato aperto che segue il profilo curvilineo del fronte. L’interno è caratterizzato da un’unica aula circondata da setti non continui e spezzati, in cemento armato a vista. La luce penetra dalle aperture finestrate nella zona presbiteriale e da un doppio ingresso vetrato. L’interno si articola in diversi ambienti. ’e presente una zona di accoglienza dalla quale si accede alla Cappella feriale. Presso questa chiesa, il 26 ottobre si svolge la Festa di Santa Maria degli Angeli, preceduta da preghiere e riti religiosi per la durata di cinque giorni a scopo di ringraziamento e di propiziazione, e culminante nella solenne processione per le strade della frazione Flumini. La spiaggia di FluminiSi tratta di un grande insediamento abitativo e turistico che si affaccia sul mare, dalla parte orientale della spiaggia di Sant’Andrea, fino alla foce del fiume che ne attraversa il territorio. Abbiamo percorso quasi la metà della costiera del Campidano di Cagliari, ossia la costiera che va dalla spiaggia del Poetto di Quartu Sant’Elena fino alla spiaggia di Flumini. Il tratto orientale della costiera di Quartu Sant’Elena che va da Capitana fino a GeremeasInizieremo, ora, a percorrere il secondo tratto della costiera del Campidano di Cagliari, ossia la costiera che va dai primi insediamenti turistici di Capitana alla spiaggia di Geremeas, ai limiti orientali del territorio di Quartu Sant’Elena. La frazione CapitanaProseguendo, passato il ponte sul rio su Pau, a circa 13 chilometri da dove avevamo imboccato la SP17, entriamo nel noto insediamento turistico situato nella frazione Capitana (altezza metri 9, distanza 13.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una frazione Quartu Sant’Elena costituita da varie lottizzazioni, ciascuna con la sua spiaggia. Arrivando dalla frazione Flumini, appena entrati nella frazione Capitana, sulla costa si incontrano le spiagge dei diversi insediamenti turistici presenti nella cosiddetta Costa degli Angeli. Gli insediamenti turistici della costa degli Angeli si affacciano sul mare con le Spiagge di Marina residence, Santa luria, Stella di Mare. La spiagge si trovano, una dietro l’altra, in una graziosa insenatura, celata e protetta da una folta e verde vegetazione, con una bella spiaggia formata da ciottoli, affacciata su un mare dalle incredibili trasparenze. Sono spiagge aperte a tutti, alle quali si può accedere senza dover sottostare al pagamento di pedaggi dovuti a stabilimenti o altro. La spiaggia dell’insediamento turistico di Marina residenceSulla SP17, percorsi ottocento metri dal ponte sul rio su Pau, prendiamo verso destra la via lago di Varese, che attraversa l’Insediamento di Marina residence, l’esclusivo condominio sul mare organizzato con campi sportivi, tennis, calcio, pallacanestro, ed altro. La via lago di Varese, in circa seicento metri, porta alla spiaggia di Marina residence. La spiaggia dell’insediamento turistico di Santa luriaSulla SP17, percorsi appena duecentocinquanta metri dopo la via lago di Varese, prendiamo verso destra la via lago di Alserio, che attraversa l’Insediamento di Santa luria. La via lago di Alserio, in circa quattrocentocinquanta metri, porta alla spiaggia di Santa luria. La spiaggia dell’insediamento turistico di Stella di MareSulla SP17, percorsi quattrocentocinquanta metri dopo la via Alserio, seguendo le indicazioni per Stella di Mare, prendiamo verso destra la via Tirso, che si trova tra l’Insediamento Stella di Mare, che si trova alla sua destra, ed il più grande Insediamento di Costa degli Angeli, che si trova alla sinistra. La via Tirso, in circa quattrocentocinquanta metri, porta alla spiaggia di Stella di Mare. alla fine della via Tirso si trova una rotonda in cui si può parcheggiare e, sulla destra, fatti poche centinaia di metrisu un costone, si scendono alcuni gradini che portano alla spiaggia. Arriviamo a Marina di Capitana con il porticciolo turistico e con le sue spiaggePercorsi altri trecento metri sulla SP17, seguendo le indicazioni, prendiamo la via Serchio, che, in cinquecento metri, con qualche piccola deviazione, ci porta a Marina di Capitana. Qui troviamo un ben attrezzato Porticciolo turistico, in prossimità del bel complesso alberghiero dell’hotel Sighientu, affacciato sul mare, dotato di Spa, con talassoterapia, ampia piscina all’aperto e sala congressi. Il porticciolo turistico di Marina di Capitana è il primo porto che si incontra entrando nell’ampio Golfo degli Angeli. Ha posti barca per 480 imbarcazioni da 4 a 27 metri, con tutti i servizi in banchina, ed è protetto da due moli, uno maggiore ed articolato ad elle, di sopraflutto, e l’altro più breve e rettilineo, radicato sulla costa ed opposto al precedente. Il bacino risultante internamente è completamente banchinato e diviso in due ampie darsene, una più prossima all’imboccatura del porto è dotata di due pontili per l’ormeggio delle unità maggiori, mentre l’altra più interna è delimitata da un pennello ed attrezzata con tre altri pontili destinati alle imbarcazioni minori. La superficie totale della struttura è di circa 8cinquemila metri quadri,20.000 dei quali ospitano piazzali, il cantiere nautico con il travel lift, parcheggi e l’edificio principale, sede degli uffici della Marina, di un bar e ristorante, e di attività complementari al porto. Intorno al porticciolo turistico si trovano le spiagge, alla destra la spiaggia dell’hotel Sighentu, ed alla sinistra la spiaggia di Capitana. alla spiaggia dell’hotel Sighentu si arriva direttamente dal porticciolo turistico. La spiaggia di Capitana si sviluppa in due insenature presenti sulla costa subito alla sinistra del porticciolo turistico. alla prima parte della spiaggia di Capitana si arriva prendendo, lungo la SP17, una delle deviazioni verso destra più avanti rispetto alla via Serchio, la più comoda è, cinquecento metri più avanti, la via del Galeone, che in trecento metri porta alla spiaggia. alla seconda parte della spiaggia di Capitana, in alcune guide erroneamente indicata come spiaggia Baia Azzurra, si arriva dopo altri seicentocinquanta metri, prendendo, subito dopo il ponticello sul Riu S’Arrizzolu Saliu, la strada omonima sulla sinistra che porta al Camping Pini e Mare, e, subito all’inizio di questa strada, scendendo a sinistra seguendo le indicazioni con la discesa che passa sotto il ponticello e porta alla spiaggia.
Le calette della Baia Azzurra lungo la strada per Is MortoriusProseguendo lungo la SP17, dopo poco più di un chilometro da dove abbiamo incontrato la via S’Arrizzolu Saliu nella località di Capitana, superata un’ampia curva a sinistra, si trova il cartello segnalante la discesa a mare per Is Mortorius, che fa prendere sulla destra una sterrata che porta alla zona riservata al parcheggio. Lungo la strada che abbiamo percorsa, prima della curva, si trovano dei sentieri che permettono la discesa a mare sulla destra della strada, e che portano alle piccole calette della Baia Azzurra, che si trovano lungo la costiera occidentale del promontorio di Is Mortorius.
Gli importanti resti che si trovano sul promontorio di Is Mortorius compresa la torre omonimaTrovato il cartello segnalante la discesa a mare per la località Is Mortorius prendiamo sulla destra la sterrata che porta alla zona riservata al parcheggio. Lasciata la macchina, ci dirigiamo a destra e saliamo sul promontorio, dove raggiungiamo un tratto di costa cosparso dei resti dei fortini e delle altre strutture di difesa della Batteria antinavale Carlo Faldi, costruita nel 1936 a difesa del Golfo di Cagliari ed impiegata nella Seconda Guerra Mondiale. La batteria è stata disarmata dopo l’armistizio. Nella parte orientale della ex batteria, si trovano i resti della Tonnara di Is Mortorius, che è risultata sicuramente in funzione fino almeno al 1874. Degli impianti dedicati alla conservazione del pescato, e degli alloggi degli operatori della tonnara, rimane solo una piccola parte, ridotta però in stato di rudere. Le parti crollate delle strutture della tonnara di Is Mortorius, più vicine alla scogliera, erano situate vicino alla Torre di Is Mortorius, che è ridotta allo stato di rudere, dato che di essa non rimangono che poche pietre. Edificata in epoca spgnola, probabilmente prima del 1591, faceva parte del sistema difensivo costiero contro le incursioni dei pirati saraceni. In questa zona le tante guerre hanno lasciato molti tristi ricordi, è probabilmente per questo motivo, che la località ha assunto il nome di Is Mortorius, anche se un’altra versione attribuisce questa denominazione al fatto che l’antica strada, che passava a ridosso della scogliera, era molto pericolosa, e molte persone cadevano in mare andando incontro alla morte. I resti del Nuraghe DianaAll’interno dell’ampia curva a sinistra che abbiamo incontrato prima di arrivare alla discesa a mare per Is Mortorius, dall’altra parte della strada, su un’altura di 35 metri, si trovano i resti del Nuraghe Diana il cui nome deriva dal vocabolo sardo Janna, che significa porta, ed è l’unico Nuraghe del comune di Quartu Sant’Elena ad essere visitabile internamente. Le prime segnalazioni del sito archeologico risalgono agli anni cinquanta, mentre gli scavi sono cominciati nel 2000. Si tratta di un Nuraghe trilobato, con una torre centrale e due torri laterali voltate a tholos, collegate tra loro da cortine murarie. All’interno della torre centrale è presente un vano scala, che conduceva ai piani superiori. Durante l’ultima guerra mondiale la parte più alta della tholos è stata sfruttata per la creazione di un fortino in cemento armato. Attualmente i lavori di scavo nell’area circostante il Nuraghe sono bloccati per mancanza di finanziamenti e il sito non è visitabile. La spiaggia di Is MortoriusDa dove abbiamo lasciato la macchina nella zona riservata al parcheggio, possiamo, invece, dirigerci a sinistra, dove la sterrata ci porta a ridosso della piccola ma bella spiaggia di Is Mortorius.
Passiamo la localtà turistica S’Arpagiu recandoci verso Terra MalaDall’ingresso della spiaggia di Is Mortorius, procedendo sulla SP17, dopo trecento metri troviamo lo svicolo che ci potrebbe far prendere verso sinistra la SS554bis in direzione della SS125 Orientale Sarda. Qui, se prendiamo a sinistra la via Nettuno, in centocinquanta metri raggiungiamo la spiaggetta dell’insediamento turistico di S’Arpagiu, ossia la Spiaggetta di S’Arpagiu. Saltiamo questo svincolo e proseguiamo sulla SP17 e, in circa duecento metri, svoltando a destra, prendiamo via del Tritone, che, in altri centocinquanta metri, ci porta all’interno del piccolo insediamento turistico, dove si trova l’importante albergo Villa S’Arpagiu. La frazione Terra MalaProseguando, passato l’insediamento turistico di S’Arpagiu, raggiungiamo, a circa 18.2 chilometri da dove avevamo imboccato la SP17, la località nella quale si trova il più significativo insediamento turistico presente nella frazione Terra Mala (altezza metri 11, distanza 18.5 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che prende anch’esso il nome dalle tante guerre che hanno lasciato molti tristi ricordi nella popolazione. A poco meno di un chilometro da dove abbiamo incontrato la via del Tritone della frazione S’Arpagiu, passata una curva, prendiamo a destra la via delle Ninfee, la seguiamo tutta e, dopo quasi duecento metri, raggiungiamo uno spiazzo dove possiamo parcheggiare per visitare la parte marittima dell’insediamento turistico di Terra Mala, mentre la parte collinare si trova alla sinistra della strada provinciale. La spiaggia di Terra Malasettecentocinquanta metri più avanti, passate diverse curve nella strada in salita, arrivando in macchina è possibile parcheggiare sulla strada dopo il villaggio di Terra Mala, nello spiazzo a destra, in cima alla collina, e scendere a piedi per raggiungere la spiaggia di Terra Mala, o meglio, la Scogliera di Terra Mala.
Entriamo nella bella insenatura di Cala reginaPassata Terra Mala, proseguiamo verso la stupenda insenatura di Cala regina della quale seguiremo la costa fino a Capo Boi. Circa un chilometro e settecento metri dopo lo spiazzo per la discesa alla scogliera di Terra Mala, a circa 17 chilometri da dove avevamo imboccato la SP17, dopo una curva, troviamo segnalato lo svincolo con la deviazione sulla destra per l’insenatura di Cala regina. Seguiamo questa deviazione per trecentocinquanta metri, fino a raggiungere il grande parcheggio, che consente la sosta anche ai camperisti. La spiaggia di Cala reginaLa Cala regina è circondata dalle pareti rocciose e dagli scogli, che fanno di questa piccola insenatura, ben riparata dai venti e protetta dal maestrale, un angolo estremamente suggestivo, con la macchia mediterranea che si estende su tutta la zona circostante. L’insenatura è chiusa ad occidente da un promontorio, su cui sorge la Torre di Cala regina, mentre sul lato orientale si formando i ciottolosi arenili della spiaggia di Is canaleddus, che descriveremo più avanti. La torre di Cala reginaLa Torre di Cala regina costruita a 47 metri sul mare sulla sommità del promontorio di Cala regina, domina la spiaggia omonima. Costruita in pietrame granitico locale, possiede una volta a cupola. È stata realizzata in epoca spagnola, probabilmente nel 1578, e si trova in buono stato di conservazione. Posta su una ripida scogliera, ben visibile dal golfo, era una torre di difesa leggera, con una funzione soprattutto di sorveglianza dalle invasioni dei pirati saraceni, con una guarnigione di due soli soldati. La pineta e la spiaggia di Is canaleddus chiamata anche spiaggia del rio MurtaucciSuperato il bivio per Cala regina, proseguiamo per poco più di un chilometro sulla SP17 ed arriviamo alla rotonda alla quale dovrebbe essere realizzato, sulla sinistra, un raccordo con la nuova SS125 Orientale Sarda, che ancora oggi è chiuso. In prossimità della rotonda si nota sulla destra la deviazione che conduce all’ingresso della Pineta de is canaleddus, formata per lo più da eucalipti e ginepri, che offrono un poco di refrigerio durante le ore più calde della giornata, e dove e anche possibile parcheggiare l’auto. Nella pineta si trova l’ex campeggio di Murta Ucci, ed è ancora oggi un’area attrezzata per camperisti, e la pineta viene attraversata dal piccolo corso d’acqua chiamato rio Murtaucci. Proseguendo fino alla costa, arriviamo alla spiaggia di Is canaleddus, che viene chiamata anche con il nome di spiaggia del rio Murtaucci. La spiaggia di Mari PintauProseguendo verso Capo Boi, all’improvviso arriviamo a un’insenatura dai colori bellissimi. Siamo sempre sulla SP17, a poco più di un chilometro dll’ingresso della pineta de Is canaleddus, non ci sono indicazioni, lasciamo la macchina nello spiazzo che si apre alla destra della strada, fuori dalla carreggiata, e raggiungiamo a piedi in pochi metri la spiaggia. Ci troviamo circa a metà strada tra Cagliari e Villasimius, e qui troviamo la favolosa spiaggia di Mari Pintau, il cui nome significa letteralmente Mare dipinto, e basta scorgere le sue favolose acque per rendersi conto che non vi poteva essere nome più appropriato per questa spiaggia. La spiaggia è chiusa a sinistra, verso oriente, da un insolito promontorio, detto Bruncu de su Monte Moru, che la separa dalla successiva spiaggia di Kal’e Moru. Sulla collina posta dietro la spiaggia, si trova la struttura turistica del residence Belvedere Mari Pintau. Entriamo nella Baia di Geremeas con l’insediamento turistico nella frazione omonimaLa Baia di Geremeas, lunga quasi tre chilometri, è sicuramente una delle più belle della costa. A circa 22 chilometri da dove avevamo imboccato la SP17, troviamo la deviazione per la frazione Geremeas (altezza metri 8, distanza 22.4 chilometri, circa 19 abitanti), una frazione Quartu Sant’Elena nella quale è presente un importante insediamento turistico. La raggiungiamo arrivando a una rotonda, alla quale invece di procedere sulla provinciale, seguendo le indicazioni, procediamo dritti entrando nella via Antares, che ci porta sino ai parcheggi della sua prima spiaggia, che è quella di Kal’e Moru. Il primo tratto della spiaggia di Geremeas che è la spiaggia di Kal’e MoruProseguiamo sulla SP17 e, percorsi circa ottocento metri, arriviamo a una rotonda, alla quale troviamo la deviazione sulla destra per la lottizzazione di Kal’e Moru, che deve il suo nome alle antiche incursioni dei pirati saraceni, chiamati appunto Morus, che coinvolgevano questi tratti di costa depredandoli di uomini e cose, e terrorizzando la zona. Giriamo, dunque, a destra e prendiamo la via Sirio, dopo una cinquantina di metri svoltiamo a destra per rimanere sulla via Sirio, scendiamo per cinquecento metri, ed arriviamo sino all’ampio parcheggio in prossimità dell’arenile. Questa deviazione porta alla spiaggia di Kala ’e Moru, che è stata oggetto negli anni di un processo di notevole sviluppo turistico, relativamente, comunque, rispettoso dell’ambiente. La lottizzazione si trova proprio prima dell’insediamento turistico di Geremeas, e la sua spiaggia è il primo tratto dell’ampia spiaggia di Geremeas. Lungo la strada per la lottizzazione di Kal’e Moru si trova la chiesa di Nostra Signora di BonariaDalla rotonda, presa a destra la via Sirio, dopo una cinquantina di metri, invece che a destra, svoltiamo a sinistra nella via Ganimede, la seguiamo per duecento metri, e vediamo, alle destra della strada, la chiesa di Nostra Signora di Bonaria. L’edificio, di modesto interesse storico e architettonico, risulta costruito nel 1933 secondo modi improntati al gusto di un revival tardo gotico e neoclassico in forme molto ingenue e semplificate. Di impianto assai semplice, presenta un’unica navata cui si accede mediante un ampio portale modanato a sesto acuto, cui si contrappone un oculo crcolare ed un timpano di copertura triangolare fortemente aggettante. Sulla destra, si affianca un corpo di fabbrica a pianta poligonale, coperto con tetto a semipadiglione privo nei prospetti di elementi decorativi, ad eccezione delle quattro grandi monofore a sesto acuto. L’edifico caduto in disuso rapidamente è stato quasi completamente spogliato degli arredi e di molte parti architettoniche, ma si ritiene che potrà essere a breve ristrutturato. Il secondo tratto della spiaggia di Geremeas che è la spiaggia di MarongiuPercorrendo la SP17, appena seicentocinquanta metri dopo lo svincolo per Kal’e Moru arriviamo allo svincolo per la spiaggia Marongiu, dove prendiamo la deviazione a destra nella via Antares che, in cinquecento metri, ci porta alla spiaggia. Si tratta del tratto centrale del lungo litorale di Geremeas che comprende anche Kal’e Moru e Baccu Mandara. Si può posteggiare l’auto anche più ad ovest, in corrispondenza del villaggio Kal’e Moru, o più ad ad est, a un bivio posto un poco più avanti, verso il villaggio di Baccu Mandara, che sorge sul promonotrio che chiude a oriente la baia. Nel luglio del 2006 si è verificato, sulla spiaggia di Marongiu, Un evento eccezionale. C ’e stata, infatti, la prima, storica, deposizione di uova in una spiaggia della Sardegna, ad opera di una tartaruga marina della specie Caretta Caretta. Si è trattato di un evento assai raro e di eccezionale valore naturalistico. Il rio Geremeas che segna confine tra il comune di Quartu Sant’Elena e quello di MaracalagonisNel mare di Geremeas sfocia l’omonimo fiume, il Riu Geremeas, che durante la stagione invernale aumenta notevolmente la sua portata d’acqua arrivando a sfociare nel mare, mentre d’estate si riduce fortemente creando un piccolo laghetto a ridosso della spiaggia, dove è anche possibile vedere nuotare le anatre. È proprio questo fiume a segnare il confine tra il comune di Quartu Sant’Elena e quello di Maracalagonis, e Geremeas, che si trova nel territorio di Quartu Sant’Elena, è in parte, per la zona nuova denominata Geremeas 2, in quello di Maracalagonis. La costiera di MaracalagonisIl territorio comunale di Maracalagonis si estende verso sud est fino a raggiungere il mare, e la costiera di Maracalagonis comprende parte della frazione di Geremeas, quella di Baccu Mandara, e parte di quella Torre delle Stelle. Lo sbocco nel mare del fiume Riu Geremeas, separa ad ovest il tratto marino del territorio comunale di Quartu Sant’Elena, da quello ad est del territorio del comune di Maracalagonis. La foce del fiume si trova nella Baia di Geremeas, al termine della spiaggia di Marongiu che è l’ultima spiaggia di Quartu Sant’Elena, ed all’inizio della spiaggia di Baccu Mandara, che è la prima spiaggia del territorio di Maracalagonis e che la segue più ad est. L’insediamento Geremeas 2 nel quale si trova il Geremeas Coutry ClubSuperato il bivio per la spiaggia di Marongiu, procediamo ancora sulla SP17 costeggiando l’insediamento di Geremeas 2 nel quale si trova Geremeas Coutry Club, un villaggio turistico dotato di custode, che offre un servizio estivo di nettezza urbana, ristorante, bar e pizzeria, market generi alimentari. Il villaggio comprende un parco giochi per bambini da 2 a 12 anni, ed un’ampia spiaggia con la possibilità di affittare ombrelloni e sdraio. Nel villaggio sono anche presenti diverse strutture sportive, tra le quale un Campo da calcetto, ossia di calcio a cinque; un Campo da basket e pallavolo, nel quale è possibile praticare come discipline la pallacanestro e la pallavolo; e due Campi da tennis. Le diverse strutture sportive non sono dotate di tribune per gli spettatori. La spiaggia di Baccu MandaraProcediamo ancora sulla SP17 costeggiando l’insediamento di Geremeas 2, fino ad incontrare, dopo un chilometro e duecento metri, il bivio segnalato sulla destra, per la spiaggia di Baccu Mandara, dove giriamo e proseguiamo dritti per circa trecento metri, sino ad arrivare al parcheggio sterrato della spiaggia.
Sul retro dell’arenile, si trova il Geremeas Country Club. La spiaggia di Baccu Mandara è la prosecuzione verso est di quella di Marongiu, ed arriva sino alla fine della Baia di Geremeas, al promontorio che la chiude ad oriente, sul quale insiste la lottizzazione di Baccu Mandara, facilmente raggiungibile dalla spiaggia. L’insediamento turistico della frazione Torre delle StellePercorsi circa tre chilometri, a circa 26.5 chilometri da dove avevamo imboccato la SP17, arriviamo al grande complesso turistico residenziale della sua frazione Torre delle Stelle (altezza metri 86, distanza 26.4 chilometri, circa 107 abitanti), realizzato su un promontorio che è interamente occupato dalle innumerevoli villette costruite a ridosso di due piccole baie, dotate di due spiagge. Si tratta di un condominio vacanze creato negli anni cinquanta da una cordata di imprenditori belgi che hanno acquistato il pascolo di un pastore sinnaese, e che hanno italianizzato il nome sardo di Is Tellas, cioè pietre piatte, trasformandolo in Torre delle stelle. La sua estensione insiste in buona parte nel territorio comunale di Maracalagonis ad ovest, e in misura ridotta nel territorio comunale di Sinnai ad est. All’interno del villaggio, nel periodo estivo, sono attivi bar, ristoranti e pizzerie, un paio di supermercati non grandissimi ma ben forniti di prodotti tipici, una farmacia, servizio di guardia medica. Durante la bassa stagione, da ottobre a maggio, Torre della Stelle si trasforma in un paradiso naturale, luogo ideale per chi ricerca un angolo di pace e tranquillità dove rifugiarsi per sperimentare una vita immersa nel silenzio, dove la natura regna sovrana. Nell’abitato di Torre delle Stelle si trova la chiesa della Madonna della FiduciaSituata subito ad ovest del grande complesso turistico residenziale di Torre delle Stelle, la chiesa di Torre delle Stelle è accessibile facilmente dalla SP17, proseguendo per un chilometro e duecento metri dopo la deviazione per la spiaggia di Baccu Mandara, e imboccando a destra la via dell’Acquario, che scende verso sud. Seguita per cento metri la via dell’Acquario, alla destra della strada si vede la chiesa, realizzata in stile moderno, caratterizzata al suo interno da un’originale pianta di forma ottagonale. esternamente, l’edificio dalla struttura piuttosto bassa, presenta un semplice tetto in tegole con una piccola croce bianca al centro. La facciata di colore giallo, ospita un portone d’ingresso in legno intarsiato, ma anche negli altri lati dell’edificio si aprono altri ingressi e ampie finestre. L’Anfiteatro all’aperto e gli impianti sportivi di Torre delle StelleNel 2010 il comune di Maracalagonis ha effettuato lavori di miglioria del parco giochi presente nell’area con la costruzione di spogliatoi, di un cinema all’aperto che ogni estate ospita una rassegna di film e spettacoli, e di un Anfiteatro all’aperto per spettacoli estivi. Nel villaggio sono presenti diverse strutture sportive, tra le quali, in via dello Scorpione, che si dirige verso est, due Campi da bocce, senza tribune per gli spettatori. Inoltre in via del Sagittario, che scende verso sud, sono presenti un Campo da calcetto, ossia da calcio a cinque, dotato di tribune per una cinquantina di spettatori; un Campo da basket, dotato di tribune per una ventina di spettatori, nel quale praticare come disciplina la pallanestro; un Campo da pallavolo, senza tribune per gli spettatori; quattro Campi da tennis, dotati di tribune per una cinquantina di spettatori. Torre delle Stelle è senza dubbio la base ideale per chi vuole visitare il sud est della Sardegna, essendo a soli trenta chilometri da Cagliari, quindici da Villasimius e circa quaranta chilometri dal Parco Naturale dei Sette Fratelli. Le spiagge di Torre delle StelleLa frazione di Torre delle Stelle ha due spiagge che si raggiungono dall’interno dell’abitato, la spiaggia di Cann ’e Sisa sul lato occidentale e la spiaggia di Genn ’e Mari, ossia la porta verso il mare, sul lato orientale del promontorio. In entrambe le spiagge, immerse in una bella pineta, si trova una sabbia candida su uno splendido mare trasparente. Grazie alla presenza delle lottizzazioni alle spalle delle due spiagge, è possibile usufruire di vari servizi, tra i quali farmacia, supermercato, campetti sportivi, ed, inoltre, vi e l’opportunità di affittare gommoni, canoe, pedalò, ombrelloni, lettini e moto d’acqua. Le spiagge sono attrezzate con lo scivolo per le barche. Ambulanti vendono anche prodotti della terra e formaggi di produzione pastorale, ma anche libri e abbigliamento da mare. Una volta imboccato uno degli svincoli, si percorre la strada in terra battuta all’interno della lottizzazione, per qualche chilometro, sino ad arrivare a uno dei parcheggi che permettono di accedere alla due spiagge. Ad ovest la spiaggia di Cann ’e SisaSeguiamo la via dell’Acquario verso la spiaggia di Cann ’e Sisa in direzione della spiaggia, e raggiungiamo, dopo quasi settecento metri, il parcheggio, dal quale possiamo arrivare alla spiaggia.
La torre de Su Fenugu sul promontorio di Torre delle StelleProseguiamo lungo la SP17 per altri trecento metri, e prendiamo a destra la deviazione seguendo le indicazioni per la spiaggia di Genn ’e Mari, ossia la via Polluce che, dopo seicento metri, sbocca sulla via Sagittario, che prendiamo verso sinistra. Dopo circa cento metri, prendiamo la prima traversa a destra che, dopo duecentocinquanta metri, sbocca sulla via Capricorno, la seguiamo per cento metri, prendiamo a destra la via Pesci, e dopo poco più di cinquecento metri, poi prendiamo leggermente a destra la via del Leone, che seguiamo per settecento metri, fino alla fine. Da qui si può vedere, sul promontorio di Torre delle Stelle, la Torre de Su Fenugu che si trova ad 86 metri sul mare, a mezza costa. Questa torre faceva parte del sistema di avvistamento costiero realizzato dagli Spagnoli a partire dal 1570 circa, e risale probabilmente al 1578. realizzata in pietre di granito, ha una volta a cupola. Nel 2008 la torre ha subito un restauro, successivamente, nel 2010, appiccicata ad essa era comparsa una scala in ferro zincato posizionata per permettere l’accesso, che avrebbe dovuto esser provvisoria, per le giornate della manifestazione Settimana della Cultura, e che permane ancora, anche se pericolante. Ad est la spiaggia di Genn ’e Mari che si trova al confine tra l’area comunale di Maracalagonis e quella di SinnaiSituata un poco più ad est del grande complesso turistico residenziale di Torre delle Stelle, la spiaggia di Genn ’e Mari è accessibile prendendo dalla SP17 verso destra la via Polluce, poi, dopo seicento metri, prendendo a sinistra la via Sagittario, che seguiamo verso la costa, evitando la deviazione per il centro dell’abitato, e scendendo per poco più di un chilometro fino all’arenile che si trova al confine fra il territorio comunale di Maracalagonis e quello di Sinnai.
Siamo arrivati al confine tra il comune di Maracalagonis e quello di SinnaiPassata la deviazione sulla via Polluce indicata dalle indicazioni per la spiaggia di Genn ’e Mari, proseguiamo sulla SP17 e, dopo quattrocento metri, abbandoniamo il comune di Maracalagonis ed entriamo in quello di Sinnai. La costiera di SinnaiIl complesso turistico di Torre delle Stelle si trova a cavallo tra la costiera di Maracalagonis e quella di Sinnai, ed infatti, proseguendo, dalla costiera di Marcalagonis, entriamo all’interno del tratto di costiera appartenente al comune di Sinnai. Sul retro della spiaggia di Genn ’e Mari si trova l’Area attrezzata per sport nauticiAll’interno dell’abitato di Torre delle Stelle, frazione del comune di Maracalagonis, prendendo dalla SP17 verso destra la via Polluce, poi, dopo seicento metri, prendendo a sinistra la via Sagittario, che seguiamo verso la costa, evitando la deviazione per il centro dell’abitato, e scendendo per poco più di un chilometro fino a trovare, poco prima di raggiungere l’arenile, la deviazione sulla sinistra nella via del Porto, che pur essendo sul retro della spiaggia di Genn ’e Mari, si trova in territorio di Sinnai. La via del Porto porta all’Area attrezzata per sport nautici, un impianto inserito nel complesso del Club Nautico di Torre delle Stelle, di proprietà del condominio di Torre delle Stelle. All’interno di quest'area si possono praticare come discipline il canottaggio, la motonautica sportiva, la pesca sportiva ed attività subacquee. La frazione SolanasIl comune di Sinnai comprende anche una zona separata da quella nella quale si trova l’abitato comunale, si tratta dell’isola amministrativa di Solanas, situata sulla costa, ad est rispetto alla costiera di Maracalagonis e ad ovest rispetto a quella di Villasimius. Da Torre delle Stelle, percorsi circa quattro chilometri, all’altezza del chilometro 23.4 della SP17, troviamo il cartello indicatore che segnaL’ingresso nella frazione Solanas (altezza metri 26, distanza 33.6 chilometri, circa 121 abitanti), la frazione del comune di Sinnai che prende il nome dal fiume omonimo che la attraversa, il rio Solanas. La prima menzione di Solanas si trova in una carta nella quale il giudice di Cagliari Guglielmo I Salusio IV, noto anche come Guglielmo di Massa, decide in favore di Raimondo, priore di San Saturno di Cagliari, una controversia tra i monaci e gli abitanti di Mara per l’uso dei salti di Siruxi appartenenti alla Villa di Magia Raimondo, e nella quale compare tra i testimoni anche un tale Comita de Solanas. La Croce di SolanasSi tratta di una località balneare con un complesso turistico e residenziale che, nonostante lo sviluppo turistico, conserva l’aspetto di un paese, e che dista ben 34 chilometri dal comune di Sinnai, situata a circa 12 chilometri da quello di Villasimius. Appena passato il cartello segnaletico, lungo la SP17 troviamo un piccolo spiazzo alla destra della strada provinciale, che assume il nome di via delle Azalee. Qui si può lasciare la macchina per recarci a vedere, scendendo verso sud, a una cinquantina di metri di distanza, all’inizio della via Su Portu, la bella Croce di Solanas situata sulla sommità del colle al di sotto del quale si trova la bella spiaggia di Solanas. La chiesa di San Giuseppe di SolanasProcedendo per circa seicento metri, proprio di fronte al cartello segnaletico che indica il chilometro 24 della SP17, alla sinistra della strada al civico nomero 9 della la via delle Azalee, si affacciano i resti di quella che era la Casa Cantoniera di Solanas. L’immobile, che ha una consistenza di una diecina di vani ed è stato costruito negli anni cinquanta, nel 2020 è stato messo all’asta dalla città Metropolitana di Cagliari, per essere rsitrutturato ed adibito ad altro utilizzo. Di fronte alla Casa Cantoniera, alla destra della via della Azalee, si apre la piazza San Giuseppe, sulla quale a una cinquantina di metri di distanza si affaccia la vecchia chiesa di San Giuseppe Artigiano di Solanas, edificata nel 1930 in sostituzione dell’antica chiesa di San Pietro, nella quale il servizio religioso officiato dal parroco di Villasimius si è celebrato dal 1947 al 1958, quando è stata aperta la colonia estiva dei Salesiani ed il servizio religioso è stato trasferito nella sua cappella, che è stata a sua volta sostituita nel 1986 dalla nuova chiesa parrocchiale della Madonna della Fiducia. La chiesa di San Giuseppe è ormai abbandonata, ma, a fine 2011, la Giunta comunale di Sinnai ha approvato il progetto per la realizzazione delle opere per il suo consolidamento e restauro. Si trattava di una iniziativa particolarmente attesa, dato che la chiesa è ridotta in condizioni precarie. La chiesa parrocchiale della Madonna della Fiducia di SolanasProseguendo in direzione nord est lungo la via delle Azalee, dopo duecentocinquanta metri incrociamo la via al Mare, la prendiamo verso destra e, dopo altri centocinquanta metri, vediamo, alla sinistra della strada, l’ampio piazzale Solanas. Su questo piazzale si affaccia la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della Fiducia che si trova nella frazione Solanas, ed è la terza chiesa parrocchiale di Sinnai, dopo la chiesa di Santa Barbara Vergine e Martire e la chiesa di Sant’Isidoro Agricoltore, che si trovano all’interno dell’abitato di Sinnai. La chiesa della Madonna della Fiducia è stata costruita nel 1986, realizzata a forma di ventaglio, posta su più piani e caratterizzata dal prevalere di linee curve o spezzate. Chiusa da un cancello, la facciata ha una caratteristica forma semicircolare, e la struttura della chiesa presenta, sui due lati, delle piccole vetrate di forma rettangolare disposte su due serie da quattro per parte. Il campanile a pianta quadrata si innalza nella parte posteriore dell’edificio, ed un’ampia croce latina marmorea decora gran parte del suo fianco principale, sovrastata da un’ampia apertura posta in corrispondenza della cella campanaria. La struttura interna dell’edificio sacro si presenta semplice ed essenziale. Ogni anno a Solanas, presso questa chiesa parrocchiale e nel centro abitato, l’ultima domenica di luglio si celebra la Festa patronale della Madonna della Salute, con le cerimonie religiose e diverse manifestazioni civili. Il Campo da Calcetto di SolanasProseguendo lungo la via del Mare per alcune decine di metri, si incrociano verso sinistra la via delle Viole, e verso destra la via Su Portu. All’incrocio, prendiamo verso sinistra le via delle Viole e, percorso un centinaio di metri, si vede alla sinistra della strada il cancello di ingresso del Campo da Calcetto di Solanas, con fondo in materiali sintetici vari, senza tribune per gli spettatori, nel quale è possibile praticare come disciplina il calcio a cinque. L’Istituto dei Salesiani che ospita la Casa per ferie San Domenico SavioAll’incrocio prendiamo verso destra la via Su Portu, che conduce verso la spiaggia di Solanas. Percorsi meno di quattrocento metri, troviamo alla sinistra della strada al civico numero 69, l’ingresso dell’Istituto dei Salesiani di Solanas. Il desiderio e l’urgenza di avere i Salesiani in Sardegna, in particolare a Cagliari, risale al 1879, quando gli arcivescovi della città, monsignor Balma e poi monsignor Berchialla, hanno chiesto con insistenza a don Bosco la fondazione dell’Opera salesiana nel capoluogo sardo, presentandogli il problema della gioventù abbandonata. L’Istituto ospita la Casa per ferie San Domenico Savio, un ambiente sereno dove trascorrere una vacanza in compagnia dei propri cari. Una casa per esperienze di tipo educativo, formativo, sportivo, culturale e sociale, a pochi metri dal mare, che offre sistemazione in trenta comode semplici camere singole, triple o quadruple, con bagno interno e aria condizionata. Gli impianti sportivi dell’Istituto dei SalesianiNel complesso dell’Istituto dei Salesiani, sono presenti i loro impianti sportivi, che comprendono un Campo da calcetto, senza tribune per gli spettatori, con fondo in erba sintetica, senza tribune per gli spattatori, nel quale è possibile praticare come disciplina in calcio a cinque; ed un Campo polivalente, con fondo in materiali sintetici vari, anch’esso senza tribune per gli spettatori, nel quale è possibile praticare come discipline la pallacanstro e la pallavolo. La spiaggia di SolanasDalla via delle Azalee, dopo duecentocinquanta metri avevamo incrociato la via al Mare, la avevamo presa verso destra e, dopo altri centocinquanta metri, avevamo visto, alla sinistra della strada, l’ampio piazzale Solanas sul quale si affaccia la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della Fiducia. Proseguendo lungo la via del Mare, dopo cinquecento metri arriviamo a una rotonda dove prendiamo la seconda uscita, per rimanere sulla via del Mare, che, in duecento metri, ci porta al grande parcheggio di Solanas, che si trova nella zona verso est, quella sul lato più bello, caratterizzato da una curiosa duna appoggiata alla scoscesa parete posta alla base del Capo Boi. Il ristorante Da BarbaraDalla frazione Solanas prendiamo, in direzione nord ovest, la via delle Azalee, che all’uscita dall’abitato ci porta sulla SP17. Prima di uscire dall’abitato, alla destra della via delle Azalee si trova l’importante ristorante Da Barbara. Da Solanas un poco all’interno si raggiunge la frazione Cuili MurvoniDalla frazione Solanas prendiamo, in direzione nord ovest, la via delle Azalee, che ci porta sulla SP17. Dopo seicento metri, questa strada provinciale sbocca sulla SP20, la prendiamo verso sinistra dove assume il nome di via Santa Barbara, che è la Strada di penetrazione di Santa Barbara. Percorso un chilometro e seicento metri, raggiungiamo la frazione Cuili Murvoni (altezza metri 39, distanza 38.1 chilometri, circa 15 abitanti), una frazione di Sinnai che si trova vicino alla località Solanas, all’interno, a poco più di tre chilometri dal centro dell’abitato di Solanas. Il promontorio di Capo Boi che separa il territorio di Sinnai da quello di VillasimiusRiprendiamo la SP17, ossia la strada panoramica lungo la costa, dalla Croce di Solanas, ed arriviamo, dopo tre chilometri ed ottocento metri, in corrispondenza di una stretta curva verso sinistra, e vedere alla destra della strada un ampio spiazzo, sul quale è possibile parcheggiare. Da qui partono i sentieri che conducono sulla sommità del Promontorio di Capo Boi che si trova a poco più di otto chilometri da Villasimius, ed è sormontato dalla omonima torre, che appartiene, però ancora al territorio di Sinnai. Sotto il promontorio di Capo Boi si trova una baia caratterizzata da una costa molto frastagliata, con piccole cale, spiaggette e piccole scogliere. Il capo rappresenta il limite occidentale dell’area marina protetta di Capo Carbonara, nonché il confine litoraneo tra Campidano e Sarrabus. La torre di Capo BoiLa Torre di Capo Boi è situata in posizione dominante, sulla cima dell’omonimo promontorio, ad una altezza di circa 119 metri sul mare, e domina I’orizzonte dal litorale di Cagliari a quello di Villasimius. Per raggiungerla, lasciata l’auto lungo la stradina sterrata che aggira la collinetta, vanno percorsi circa 15 minuti a piedi. La torre è stata edificata in epoca spagnola, probabilmente nel 1591, con funzioni di avvistamento e difesa, e fa parte di quel sistema torri costiore volute dagli aragonesi nel sedicesimo secolo, per proteggore Ia costa meridionale sarda dalle invasioni saracene. Questo sistema difensivo era amministrato dalla reale Amministrazione delle Torri, che ne gestiva Ie costruzioni, Ie manutenzioni e anche I'arruolamento delle guardie. realizzata con una una struttura in granito o malta, è caratterizzata da una slanciata forma tronco conica, ed è dotata di volta a cupola. L’entrata era in alto, Ie guardie infatti entravano con una scala, che una volta all’interno veniva ritirata. La prosecuzione della visita della costiera del Campidano di CagliariPer proseguire la visita della costiera del Campidano di Cagliari, è possibile recarci in una prossima tappa del nostro viaggio, nella quale visiteremo dapprima il paese chiamato Villasimius con la sua costiera, una delle località turistiche più famose della Sardegna apprezzata soprattutto per i colori e la profondità del bellissimo mare e per la bellezza dei suoi oltre Trentacinque chilometri di spiagge. La prossima tappa del nostro viaggioCon questa tappa, abbiamo concluso la visita della città Metropolitana di Cagliari. Nella prossima tappa del nostro viaggio, inizeremo la visita della parte orientale della Provincia del Sud Sardegna. | ||||||||||
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