La costiera da Olbia a Golfo Aranci, l’abitato con le sue spiagge, il promontorio di Capo Figari e l’isola di Figarolo
In questa tappa del nostro viaggio, partendo da Olbia ci recheremo a visitare la sua costiera verso Golfo Aranci e poi visiteremo la costiera e il paese chiamato Golfo Aranci. Visiteremo poi il promontorio di Capo Figari con le sue spiagge raggiungibili quasi esclusivamente via mare. Vedremo anche l’isola di Figarolo posta quasi a far da Guardia all’ingresso del porto di Golfo Aranci. La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale. La costiera orientale di Olbia verso Golfo AranciCi rechiamo, ora, a visitare le spiagge della costiera orientale di Olbia, le prime delle quali si incontrano percorrendo una stradicciola costiera, più oltre si arriva lungo la SP82 che ci porterà a Golfo Aranci. Dal centro prendiamo corso Umberto I, in piazza regina Margherita svoltiamo a destra in via Ponte Romano che diventa via Gabriele D’Annunzio, e che si immette su via dei lidi, che diventa la SP82 per Golfo Aranci. Percorsa per tre chilometri la SP82, si trova una rotonda con le indicazioni sulla destra per il nuovo Porto Industriale, sulla sinistra per Golfo Aranci ed al centro verso Cala Saccaia. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 3 Vele al comprensorio del Golfo di Olbia, della costa nord orientale dell’isola e dell’area Marina Protetta dell’isola Tavolara. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
L’insenatura di Cala SaccaiaPresa la strada al centro, la seguiamo fino in fondo, e dopo poco più di due chilometri arriviamo alla piccola Baia di Cala Saccaia. Qui, tra Cala Saccaia e Pittulongu, per contrastare i contrabbandieri del sale che veniva estratto dalle saline a sud di Olbia, nell’ottocento il Governo aveva deciso la costruzione di una caserma per i doganieri della quale resta solamente il rudere della struttura e della cisterna, colma di rifiuti. Da quel punto le guardie potevano controllare il movimento dei velieri autorizzati al carico del sale delle saline, ed era più facile intervenire per contrastare il caricamento di contrabbando del prodotto. I resti della Vecchia Dogana con la spiaggia della Dogana VecchiaPassata Cala Saccaia, prendiamo una stradicciola costiera che fiancheggia il promontorio che chiude verso nord l’insenatura nella quale si trova il porto di Olbia, e sul quale si trovano per primi i resti della Vecchia Dogana. Passata la vecchia Dogana, percorrendo la strada costiera troviamo la spiaggia della Dogana Vecchia, Che si trova in una insenatura poco profonda, costituita da sabbia chiara, lambita da un mare cristallino. Si tratta di un arenile costituito da sabbia crema scura a grana grossa, l’acqua è di colore verde, il fondale ciottoloso e profondo. La spiaggia è scarsamente utilizzata per la balneazione, proprio per questo è una delle spiagge meno frequentate della zona, e non dispone di stabilimenti o servizi. |
La spiaggia di GiovanellaPassato il promontorio che chiude verso nord l’insenatura nella quale si trova il porto di Olbia, e passata la punta di Filio, arriviamo alla spiaggia di Giovanella. Anche questa spiaggia è raggiungibile percorrendo la stradicciola costiera. Percorrendo la strada costiera si può raggiungere la spiaggia di Giovanella che è ottima per stare in pace senza la folla estiva, anch’essa costituita da sabbia crema scura a grana grossa, lambita da un mare cristallino, e senza stabilimenti e servizi. La zona è disseminata di casermette e fortini risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. |
Oltre questa, la stradicciola ci porta alla spiaggia del lido di Pittulongu che descriveremo più avanti. Sul promontorio che separa la spiaggia di Giovanella da quella del lido di Pittulongu, si trova una postazione per mitragliatrice della Seconda Guerra Mondiale. La frazione Pittulongu con la spiaggia del lido di PittulonguTornati alla rotonda sulla SP82, prendiamo a sinistra e, dopo circa quattro chilometri, al chilometro 5.5 della SP82 svoltiamo a destra e dopo quattrocento metri arriviamo alla frazione Olbia denominata Pittulongu (altezza metri 11, distanza 8.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 683), inizialmente un agglomerato nato e cresciuto in modo assolutamente spontaneo, come somma di singoli edifici, in genere residenziali, utilizzati principalmente nel periodo estivo, slegati da qualunque intento pianificatorio, ma che poi ha assunto alcuni dei caratteri distintivi di una porzione di città. La chiesa parrocchiale della Madonna del MareAll’interno della frazione Pittulongu, in via Mar Egeo, prima che questa diventi via della spiaggia e che porti alla spiaggia di Mare e Rocce, si trova la chiesa di Santa Maria del Mare che, da quando nel 2015 è stata inaugurata, ospita la parrocchia nata nel 2011. Nel luglio 2015 una folla di fedeli ha partecipato alla processione in onore di Santa Maria del Mare, con un corteo religioso tra le vie principali del quartiere di Mare e Rocce. Durante la processione, a suggellare la prima Festa della chiesa, sono stati lanciati petali di fiori da un elicottero, e, al termine della messa, il comitato dei festeggiamenti ha offerto un rinfresco a base di cozze di Olbia cucinate alla marinara. Il lido di Pittolongualla frazione appartiene il Lido di Pittulongu che dista dal centro della città soli circa otto chilometri, e le sue spiagge sono quindi le preferite dagli olbiesi. Nel 2001 è stato avviato un importante progetto di riqualificazione del territorio alle spalle dell’arenile, che verrà trasformato in un parco attrezzato. Il lido offre una infinità di spiagge, tutte molto belle e apprezzate. Per prima si trova la spiaggia de la Playa, poi più avanti altre deviazioni sulla destra portano a diverse spiagge dal fondale basso, tutte molto belle e apprezzate, con il nome che deriva da quello dell’Hotel o del ristorante che ci si affaccia. Le diverse spiagge sono caratterizzate da un arenile formato da sabbia bianca e fine, che si affaccia su un mare azzurro, poco profondo. La grande spiaggia de la PlayaA una settantina di metri dal cartello indicatore dell’abitato di Pittulongu, prendiamo sulla destra la quasi parallela via Bora e, dopo duecento metri, prendiamo la traversa sulla destra che prosegue sempre con il nome di via Bora per poi diventare via Tramontana, e che arriva fino alla spiaggia de la Playa e la costeggia curvando verso destra. La prima spiaggia è la cosiddetta spiaggia de la Playa molto cara agli Olbiesi, sicuramente la più frequentata e la più attrezzata, nella quale si possono noleggiare ombrelloni sdraio e fare sport d’acqua. Offre ottimi ristoranti e bar situati di fronte al mare, con una splendida vista sull’isola di Tavolara. Inoltre permette lunghe passeggiate vista la sua notevole estensione. |
Dove la via Bora curva e si dirige verso il mare, ad angolo sulla destra, si trova l’Hotel Stefania. Arrivando in località Pittolongu, lungo la via Bora che porta alla prima spiaggia, si trova l’Hotel Stefania un incantevole Boutique Hotel 4 stelle, affacciato sul mare cristallino della splendida spiaggia di Pittulongu, in Provincia di Olbia Tempio, Sardegna nord orientale. A pochi passi dal mare, in una grande baia di fronte l’imponente e spettacolare isola di Tavolara, ha una struttura di tipo arabo moresco, con ampio e curato giardino, piscina panoramica, camere ampie e confortevoli, servizi e atmosfera cordiale rendono l’Hotel Stefania la destinazione ideale per un soggiorno indimenticabile in Sardegna. |
La spiaggia dello SqualoSubito dopo la Playa si trova la spiaggia dello Squalo, dietro la quale si sviluppa lo stagno retrodunale dello Squalo. La spiaggia dello Squalo è anch’essa molto bella ed accogliente, separata dalla spiaggia de la Playa da una piccola scogliera . Ad essa si arriva prendendo la prosecuzione di via Bora, e, dopo un centinaio di metri, prendendo a destra la via levante, che ci porta nella parte sud della spiaggia. Oppure proseguendo dalla via Bora in via libeccio, e, dopo duecentocinquanta metri, prendendo a destra la via degli Etesi, che ci porta nella parte nord della spiaggia, subito dopo aver incontrato sulla sinistra della strada il ristorante Pizzeria lo Squalo. |
La spiaggia del PellicanoPassato un promontorio sul quale si trovano numerose abitazioni del lido di Pittulongu, incontriamo la spiaggia del Pellicano. La spiaggia del Pellicano è più piccola della Playa ma non per questo meno bella. Per arrivarci conviene proseguire sulla SP82 per poco più di un chilometro dal cartello segnaletico dell’abitato di Pittulongu, e, seguendo le indicazioni per The Pelican Beach resort, prendere sulla destra la via Mare Adriatico che, in circa trecento metri, subito dopo aver passato l’albergo, ci porta alla spiaggia. |
La spiaggia prende il nome dall’Hotel che si trova sulla sua costa. In località Pittolongu, lungo la via Mare Adriatico, arrivati in prossimità della spiaggia si trova The Pelican Beach resort. Circondata da un verde giardino, questa bella risorsa si divide in due strutture: l’edificio principale, chiamato Casa garden, a 150 metri dall’costa, e la villa sul mare, chiamata Casa beach. Camere confortevoli in entrambe le costruzioni. Dispone di piscina all’aperto, area solarium, un ristorante con spaziosa terrazza e vista sulla spiaggia e zona fitness all’aperto. Al ristorante oltre al menù degustazione, la carta offre specialità locali e di pesce. Per assicurare il relax ai propri ospiti, la direzione accetta prenotazioni solo per adulti. |
La spiaggia di Mare e RoccePiù avanti, raggiungibile a piedi, si trova la spiaggia di Mare e Rocce, così chiamata visto che le due spiagge sono divise solamente da un gruppo di rocce. La spiaggia di Mare e Rocce è rinomata per la sua sabbia finissima e le trasparenze dell’acqua, ugualmente bella e dotata di un caratteristico chiosco sul mare, dove ci si può rifocillare in qualsiasi momento della giornata. Per raggiungerla si può proseguire sulla via Mare Adratico, che, dopo aver incontrato l’Hotel Pellicano d’Oro, curva a sinistra e prosegue parallela alla costa, e prendere la traversa sulla destra, via della spiaggia, che ci porta appunto alla spiaggia. |
Proseguendo in direzione di Golfo Aranci si trova la spiaggia di BadosProseguendo sulla SP82 verso Golfo Aranci, a 1.9 chilometri da dove avevamo incontrato il cartello indicatore della frazione Pittulongu, usciamo dal territorio di Olbia ed entriamo in quello di Golfo Aranci. Circa duecento metri prima di uscire dal territorio di Olbia, prendiamo sulla destra della strada provinciale la via Mar Caspio che, trecento metri più avanti, svolta verso sinistra e segue la costa nella quale si trova la bella spiaggia di Bados. La spiaggia di Bados presenta un bel panorama sulla riva, ed ha un arenile costituito da un fondo di sabbia chiara e sottile, dalle tonalità tendenti al grigio, con scogli affioranti, affacciata su un mare azzurro, con il fondale poco profondo. La spiaggia è affollatissima in alta stagione. |
La spiaggia di BadoS è chiusa a nord da un promontorio, passato il quale si trova una piccola spiaggetta chiusa da un altro promontorio sul quale si trova il borgo turistico di Punta Bados, che si trova già in territorio di Golfo Aranci. La costiera ad ovest di Golfo AranciProseguiamo ed usciamo dal comune di Olbia per entrare in quello di Golfo Aranci, al quale appartengono le numerose insenature e spiagge che si trovano lungo la costa. Gli stagni che costituiscono la laguna di Bados e più avanti la località punta Bados con il suo insediamento turisticoEntrati in territorio di Golfo Aranci, al confine tra i territori di Olbia e di Golfo Aranci, sul retro della spiaggia di Bados e della successiva spiaggetta, oltre che del promontorio che le separa, si trovano i grandi stagni che costituiscono la laguna di Bados. Percorsi quattrocentocinquanta metri dal cartello segnaletico che indica l’uscita dalla frazione Pittulongu, troviamo una deviazione sulla destra che porta in località Noda Pianu, e, dopo seicento metri, al bivio prendiamo verso destra e la strada ci porta nella frazione punta Bados (altezza metri 20, distanza 10.0 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), che si presenta con il suo insediamento turistico. La frazione Nodu Pianu con la spiaggia di Cala BananaSe al bivio prendiamo verso sinistra, dopo poco più di un chilometro arriviamo al colle pianeggiante, coronato da una cresta rocciosa, che ospita la piccola frazione Nodu Pianu (altezza metri 17, distanza 10.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 7), che è la frazione nella quale sono presenti gli impianti sportivi di Nodu Pianu. Dall’abitato, si raggiunge l’insenatura denominata Cala Banana. Non si conosce l’origine dell’insolito nome dato qualche decennio fa a questa insenatura, che si apre tra la costa di Bados e quella di Cala Sassari, e che i pescatori continuano a chiamare con il vecchio nome Su Polt ’e Paza. Forse deriva dalla sua forma naturale che ricorda appunto una banana. Per raggiungere la spiaggia, lungo la strada che ci porta alla frazione Nodu Pianu, svoltiamo a destra in una sterrata e, dopo duecentocinquanta metri, parcheggiamo sugli stagni in secca ed arriviamo alla spiaggia. La spiaggia di Cala Banana ha un arenile costituito da sabbia chiara e sottile, con sfumature tendenti al grigio, caratterizzato da dune basse, circondate a tratti da macchia mediterranea, mista a rocce che si specchiano in acque colore tra l’azzurro ed il color smeraldo, poco profondo, e con scogli affioranti. Sulla sabbia nascono in abbondanza i gigli selvatici. La spiaggia è affollata in alta stagione. La spiaggia, una delle poche rimaste ancora abbastanza selvagge, è divisa in due da un pontile di ormeggio per le imbarcazioni. Mentre facevo il bagno mi sono accorto che, a un metro da me, stava nuotando per nulla intimorito dai bagnanti un cormorano: si tuffava per catturare i pesciolini dei quali si alimenta ed emergeva di tanto in tanto nuotando quasi in slalom tra i bagnanti. |
Di fronte al promontorio che chiude a destra l’insenatura di Cala Banana, ossia di fronte al promontorio sul quale è situato l’insediamento turistico di Nodu Pianu, si trova l’Isola dei Porri. La frazione Terrata con la spiaggia di Sos AranzosL’ampio promontorio che si trova a nord est della frazione Nodu Pianu, si spinge in mare e termina con la Punta delle Casette, dopo la quale si apre l’insenatura di Sos Aranzos. Passata la punta, a 2.7 chilometri dalla deviazione per Nodu Pianu, ossia a poco meno di 12 chilometri dal centro di Olbia, arriviamo alla frazione Terrata (altezza metri 18, distanza 7.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 34). Qui svoltiamo a destra. Non andiamo dritti sulla strada nuova verso il Villaggio Vacanze Baia Aranzos, ma svoltiamo a sinistra in una stradicciola che, dopo un chilometro, ci porta alla spiaggia di Sos Aranzos. Le frazioni Sottomonte e SopramonteTornati sulla SP82 dalla deviazione che ci ha portati alla frazione Terrata, proseguiamo per settecentocinquanta metri e svoltiamo a sinistra su una strada che conduce all’interno, dopo circa centisessata metri prendiamo una deviazione sulla destra, e, dopo poco più di duecento metri, ci porta all’interno, alla frazione Sottomonte (altezza metri 42, distanza 6.7 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), nella quale si trova il residence Sottomonte, che ospita, tra l’altro, il ristorante E pizzeria da Giovannino, che offre i tipici sapori sardi. Evitiamo la deviazione per la frazione Sottomonte, prosegiamo dritti e, percorsi circa cinquecento metri, prendiamo la deviazione a sinistra, poi, dopo una settantina di metri, svoltiamo a destra e, in circa un chilometro e mezzo, arriviamo alla frazione Sopramonte (altezza metri 200, distanza 8.9 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). La frazione punta Pedrosa con la sua spiaggia e con la spiaggia di Cala SassariTornati sulla SP82, ancora quattrocento metri, e troviamo sulla destra la deviazione per Cala Sassari. La strada ci porta, in novecento metri, al promontorio di Punta Predosa, sul quale si trovano le abitazioni della piccola frazione punta Pedrosa (altezza metri 10, distanza 5.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 4). Il promontorio di Punta Pedrosa è noto per le sue spiagge. Sul lato sud del promontorio si trova la spiaggia di Punta Pedrosa, costituita da due piagge separate da un piccolo promontorio. Ci dirigiamo in direzione di Punta Pedrosa, ma circa duecento metri prima di arrivare alla punta del promonotrio troviamo una sterrata sulla destra, che ci porta, in meno di cento metri, a sud del promontorio di Punta Pedrosa, dove si aprono le due piccole Spiagge di Punta Pedrosa separate da un piccolo promontorio. Sono due spiaggette meno conosciute della spiaggia di Cala Sassari. |
Sul lato nord del promontorio si affaccia l’ampia Cala SassarI, una vasta insenatura della costa che si ritiene debba il suo nome al naufragio all’interno dell’insenatura di un’imbarcazione il cui nome era appunto Sassari. In essa si trova la bella spiaggia di Cala Sassari. alla deviazione per punta Pedrosa, dopo quattrocento metri arriviamo alla frazione, e qui giriamo a sinistra e dopo cinquanta metri ancora a sinistra, ed infine dopo quattrocento metri troviamo la bellissima spiaggia di Cala Sassari il cui arenile è costituito da un fondo di sabbia dorata un pò scura, molto sottile, alternata a tratti di granelli più grossi, con scogli granitici affioranti, che si affaccia su un mare verde, poco profondo. La spiaggia è parzialmente attrezzata ed in essa è presente un bar ristorante. Dietro la spiaggia si sviluppano i due stagni retrodunali di Cala Sassari. |
Di fronte alla spiaggia di Cala Sassari si trova l’Isolotto di Cala Sassari. La spiaggia Bianca e le spiagge di Cala DelfinoRiprendiamo la SP82 e la seguamo per un chilometro e ottocento metri, arrivando a quattordici chilometri dal centro di Olbia. Qui, seguendo le indicazioni, deviamo sulla destra, prendendo una strada che inizialmente corre parallela alla strada provinciale, e che, in circa ottocento metri, ci porta ad un promontorio sul quale si trova la frazione spiaggia Bianca (altezza metri 30, distanza 5.0 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 11), dove si trova il Villaggio spiaggia Bianca. Circa duecento metri prima di arrivare alla frazione, una deviazione sulla destra ci conduce, a sud del promontorio, alla Spiagga Bianca, estesa per qualche centinaio di metri e protetta alla estremità da due lingue rocciose. Ad essa si può arrvare anche dalla Cala Sassari, percorrendo un viottolo che segue tutta la costa. Dall’alto, prima di scendere alla spiaggia, si gode una splendida vista dell’intera insenatura, nella quale si trovano sia a sud la Cala Sassari che a nord la Cala della spiaggia Bianca. Dopo seicento metri dalla deviazione che ci porta alla frazione, al bivio che incontriamo, prendiamo la deviazione sulla destra, e, dopo circa trecentocinquanta metri, arriviamo al famoso arenile della spiaggia Bianca costituito da un basso fondale di sabbia candida e finissima, digradante per un centinaio di metri in un mare limpido di colore azzurro intenso. La spiaggia è coronata da dune sulle quali, nella macchia mediterranea, fioriscono i gigli selvatici, ed è attrezzata con uno stabilimento balneare. |
Lungo la strada che ci ha portati alla frazione spiaggia Bianca, circa centocinquanta metri prima di arrivare alla deviazione che porta, a sud del promontorio, alla spiaggia Bianca, parte una deviazione sulla sinistra che, in settecentocinquanta metri, porta al residence Cala Delfino, un ristretto numero di villette circondate, a pochi metri dal mare, dalla tipica macchia mediterranea. Sul lato settentrionale del promontorio che ospita la frazione spiaggia Bianca, e che termina con la Punta di Caltabassa, si trovano le due piccole Spiagge della Cala Delfino. Costeggiando sulla sinistra il residence Cala Delfino, si può prendere una sterrata, dalla quale, al bivio che si incontra, ne parte un’altra sulla sinistra, che ci porta alla piccola spiaggia di Cala Delfino. |
Dalla piccola spiaggia di Cala Delfino, proseguendo verso destra lungo la costiera, percorriamo ancora poco più di cento metri ed arriviamo alla più piccola Spiaggetta di Cala Delfino. Ad essa si può arrivare anche dalla spiaggia Bianca, percorrendo una sterrata che costeggia tutto il promontorio, portandoci dalla sua costa sud alla costa nord. |
Verso il Golfo di MarinellaTornati dalla frazione spiaggia Bianca sulla SP82, proseguiamo per poco più di un chilometro ed arrivimo a una rotonda, alla quale prendiamo a sinistra la SP16 e la seguiamo per poco più di quattro chilometri, fino a che raggiungiamo il golfo di Marinella. É questo il modo più semplice per raggiungere la frazione Golfo Aranci denominata Marinella, che descriveremo nei dettagli più avanti nel nostro viaggio, dopo aver percorso tutto il litorale di Capo Figari. Proseguiamo in direzione di Gofo AranciTornati dalla frazione spiaggia Bianca sulla SP82, proseguiamo per poco più di un chilometro ed arrivimo a una rotonda, qui proseguiamo verso destra sulla prosecuzione della SP82 che assume il nome di via Libertà per poco più di due chilometri, ed arriviamo nell’abitato di Golfo Aranci. Dal Municipio di Olbia a quello di Golfo Aranci, seguendo la SP82 ed entrando in Golfo Aranci attraverso la via Libertà, abbiamo percorso 18.3 chilometri. Da Olbia potevamo prendere la SS125 Orientale Sarda, proseguire dopo sei chilometri e seicento metri a destra sulla SP16, ed entrare in Golfo Aranci attraverso la via Guglielmo Marconi, ed in questo caso si percorrono 20.1 chilometri. Il comune chiamato Golfo AranciIl comune di Golfo Aranci (nome gallurese Figari, altezza metri 19 sul livello del mare, abitanti 2.366 al 31 dicembre 2021) è una ridente borgata marinara alla base del promontorio di Capo Figari, sviluppatasi e divenuta, con Olbia, un importante scalo marittimo. L’area Comunale si estende nella parte nord orientale del territorio della Provincia di Sassari, nel golfo di Olbia, ai confini con il comune di Olbia. È raggiungibile dalla SP82, oltre che dalla SS127 Settentrionale Sarda, il cui tracciato passa a diciotto chilometri dall’abitato, e che lo raggiunge con la SP16. I collegamenti ferroviari sono assicurati dalla linea che collega Ozieri Chilivani con Golfo Aranci, che ha uno scalo sul posto, ed ha un proprio porto, per i movimenti merci e passeggeri. Il suo territorio, classificato di collina, ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. Il mare antistante il promontorio di Capo Figari offre, a pochi metri di profondità, un grande patrimonio di fauna marina, e su tutto il promontorio è possibile intravedere esemplari di una fauna ormai in estinzione, come ad esempio il Falco Pellegrino. Origine del nomeIl nome del paese risale al 1839 ed è stato coniato dal generale Alberto Ferrero conte della Marmora, che lo ha derivato da golfo dei Granchi, che in gallurese viene indicato come Golfu di li Ranci, a sottolineare l’abbondanza di aragoste e altri crostacei, non dagli aranci che non sono stati mai coltivati in questa zona, mentre lo sono i fichi da cui il nome di Capo Figari e dell’isola di Figarolo. L’attuale nome del paese è, quindi, di origine non isolana, attribuito da cartografi che, non comprendendo il significato del nome originario, l’hanno adattato all’italiano in modo incoerente, ed a motivare questo nome è sorta una leggenda sul naufragio, in quelle acque, di una nave carica di arance. La sua economiaL’economia di Golfo Aranci è decisamente debole, basata principalmente sul turismo e sulla pesca, oltre che sulla produzione industriale e sul terziario. L’economia locale, che non ha abbandonato l’agricoltura, è caratterizzata, tra l’altro, dalla coltivazione di ortaggi, foraggi, ulivi e dalla pratica dell’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini e avicoli. L’industria è costituita da un discreto numero di aziende che operano nei comparti della pesca e della piscicoltura, dei prodotti petroliferi, elettrico, cantieristico, della fabbricazione di mobili, edile e della gioielleria e oreficeria. Il terziario si compone di una buona rete distributiva. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. La sua costa frastagliata, di gande bellezza, llungo la quale si aprono, a sud del promontorio di Capo Figari, le spiagge della Cala Sassari e, a nord, quelle della Cala Sabina e della Cala Moresca, è meta agognata di numerosi turisti. Altre spiagge di particolare bellezza sono quelle della punta Marana e del Golfo di Marinella. Interessante è, inoltre, la risalita verso il faro panoramico, a trecento metri d’altezza, di Capo Figari, cui si giunge percorrendo un’erta mulattiera. Di notevole importanza sarà il nuovo Porto Turistico il cui progetto è stato approvato nel 2007, nel quale la maggior parte dei golfarancini confidano per la rinascita del turismo. Brevi cenni storiciIl territorio è stato frequentato sin dall’età preistorica, la prova è data dall’esistenza del pozzo sacro di Milis. Inoltre nelle acque di Cala Moresca sono stati rinvenuti reperti databili a partire dal terzo secolo avanti Cristo in poi. I primi abitanti golfarancini sono stati pastori e contadini che hanno allargato i loro pascoli nella lingua di terra golfarancina durante il regno d’Italia, agli inizi del novecento. Il territorio di Golfo Aranci appare come uno scalo naturale, ciò ha determinato la sua vocazione marittima e commerciale. Sorto come villaggio di pescatori, lo sviluppo del paese è, però, iniziato quando vi è stata realizzata, nel 1883, la stazione terminale della ferrovia proveniente da Cagliari, ed è stato creato, presso tale stazione un porto cui faceva capo fino al 1920 il servizio postale con la Penisola. Vi si sono quindi insediati alcuni pescatori di tutto il mar Tirreno, arrivando ad una vera e propria colonizzazione da parte dei pescatori dell’isola di Ponza, i puzzulani, che hanno determinato il nascere dell’attività della pesca e dell’allevamento delle aragoste. Lo sviluppo successivo è stato determinato in periodo repubblicano, agli inizi degli anni settanta, dall’averne fatto uno dei capilinea delle navi traghetto delle Ferrovie dello Stato provenienti da Civitavecchia e Genova, seguite quindi dalla compagnia privata Sardinia Ferries che ne ha fatto il suo scalo principale in Sardegna, e poi da altre compagnie sia pur solo per alcuni viaggi, dato che conservano per la maggior parte di essi lo sbarco a Olbia. In conseguenza alla costruzione del porto mercantile, Golfo Aranci ha iniziato ad ospitare famiglie provenienti da tutta Italia, che hanno trovato lavoro con le navi statali, insediandosi e contribuendo ad un vero miscuglio di etnie. E di conseguenza la parlata golfarancina racchiude termini e cadenze proprie delle diverse regioni di provenienza dei suoi abitanti. Solo di recente, nel 1979, distaccandosi da Olbia ed elevandosi a comune, ha assunto la sua autonomia amministrativa. Il comune di Golfo Aranci, nel 2001, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia di appartenenza dalla Provincia di Sassari nella nuova Provincia di Olbia e Tempio Pausania, per poi tornare nel 2016, dopo l’abolizione di questa nuova provincia, nella Provincia di Sassari. Le principali feste e sagre che si tengono a Golfo AranciDa anni, con i suoi canti popolari in logudorese e gallurese, il Coro Polifonico Sos Astores diffonde la cultura e le tradizioni dell’isola per rafforzare l’identità sarda nel paese golfarancino. Il gruppo, composto da venti voci maschili, è nato nell’ambito dell’Associazione Culturale San Giuseppe, costituita nel 2005 per iniziativa di alcuni componenti del coro parrocchiale e del loro maestro. Tra le tradizionali manifestazioni folcloristiche e religiose meritano di essere citate il 19 marzo, giorno in cui si celebra il Santo patrono, si svolge la Festa di San Giuseppe, con i festeggiamenti accompagnati dalla Sagra della Salsiccia; in occasione della Pasqua a Golfo Aranci si svolge la via Crucis, caratterizzata da una rappresentazione teatrale con artisti locali in costume; la prima domenica di maggio si svolgono le celebrazioni in onore della Madonna del Monte nella frazione Marinella; il 20 giugno, si svolge la Festa di San Silverio, introdotta dai pescatori ponzesi in onore del Santo patrono dell’isola di Ponza, caratterizzata dalla caratteristica messa e dalla processione nel golfo a bordo di pescherecci e barche di pescatori che trasportano il simulacro del Santo; il 29 giugno si svolge anche la Festa di San Pietro, con festeggiamenti in onore del Santo; a ferragosto a Golfo Aranci si tiene la Sagra del Pesce, che prevede la degustazione di pesce fresco pescato dai pescatori locali e donato per lo svolgimento della festa, ed a far da cornice ai tre giorni di Festa c’è la processione a Mare con fiaccolata, che prevede un giro nel golfo con imbarcazioni rese disponibili dai pescatori locali, con intrattenimenti musicali il 15 agosto si svolge anche la Festa della Vergine Assunta; per favorire l’incontro tra la costa e i paesi dell’interno, ogni anno l’Associazione Culturale San Giuseppe e il Coro Polifonico Sos Astores organizzano il Simposio di canti corali del mediterraneo, un evento che coinvolge diversi comuni dell’interno con i loro cori, i loro prodotti e le loro tradizioni, offrendo un’importante vetrina di promozione all’entroterra. Visita del centro di Golfo AranciL’abitato, interessato da forte espansione edilizia, offre incantevoli scorci panoramici. Entriamo in Golfo Aranci dalla SP82 che, entrando nel centro urbano, prende il nome di via della lbertà ed attraversa da ovest ad est tutto l’abitato. La nuova chiesa parrocchiale di San GiuseppeNella visiita del paese, percorso un chilometro e trecento metri dal cartelli indicatore dell’abitato, sulla sinistra di via della lbertà, al civico numero 142, sulla prosecuzione a sinistra della traversa via Aldo Moro che arriva dalla destra, possiamo ammirare la nuova chiesa parrocchiale di San Giuseppe che è il patrono del paese. Si tratta di una struttura nuova, che conserva al suo interno numerose opere di artisti locali. La chiesa è meta di fedeli e curiosi per la comparsa, su una sua parete, di misteriose macchie che, secondo molte persone, ricorderebbero un ritratto di Padre Pio. Il 19 marzo, giorno in cui si celebra il Santo patrono, a Golfo Aranci si svolge la Festa di San Giuseppe, con una processione che percorre tutte le vie del centro dell’abitato. I festeggiamenti sono accompagnati dalla Sagra della Salsiccia. L’Istituto per la ricerca applicata sui delfiniGolfo Aranci è il posto più rappresentativo per svolgere studi sull’interazione dei delfini con le attività umane, sia la pesca artigianale che altre attività come per esempio l’acquacoltura. E proprio a Golfo Aranci, in una traversa un’ottantina di metri più avanti in via della lbertà sulla sinistra, in via Armando Diaz 4, si trova le sede del noto centro internazionale di ricerca denominato Bottlenose Dolphin research Institute ossia Istituto per la Ricerca Applicata sui Delfini, creato dal Biologo spagnolo Bruno Díaz lópez, nel quale lavorano ricercatori provenienti da tutto il mondo. Il Campo da Calcio e calcetto di Golfo AranciTornati su via della lbertà, procediamo per circa centottanta metri e prendiamo la prima a sinistra, che ci porta a superare la parallela via Guglielmo Marconi, e ci fa arrivare al Campo da Calcio e calcetto di Golfo Aranci, in grado di ospitare 500 spettatori. Il campo ospita le partite della squadra di calcio Golfo Aranci, una squadra che gioca del campionato di Prima categoria nel girone D della Sardegna. Il Municipio di Golfo AranciRitorniamo sulla via Libertà, che attraversa da ovest ad est tutto l’abitato, e la seguiamo per altri circa cinquecento metri. Qui, alla sinistra della strada, al civico numero 74, troviamo uno slargo sul quale si affaccia il nuovo bell’edificio che ospita il Municipio di Golfo Aranci, con la sua sede ed con gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. L’importante villa Margherita HotelPercorso un centinaio di metri lungo la via della lbertà, alla destra della strada, al civico numero 91, si trova l’Hotel villa Margherita. Il Villa Margerita è un signorile Hotel a conduzione diretta ubicato in centro, che fronteggia la spiaggia, e costituisce una tranquilla finestra sulle luccicanti acque del Golfo Aranci in Sardegna. Possiede un ameno giardino con piscina, camere di buon livello tutte rinnovate, una piacevole zona relax con bagno turco. Il ristorante Il Grill si specializza nella cucina regionale sarda, con particolare enfasi su preparati a base di pesce e crostacei, tutti creati con freschissimi ingredienti locali e di stagione. L’ambiente raffinato e ricercato con vista sul mare è luminoso ed arieggiato, e beneficia per gli amanti del fresco di un ampio patio e di tavoli esterni sulla terrazza circondati da verdi piante tropicali ed illuminato dalla luce delle candele. |
Lungo la via della lbertà si trovano i resti della storica villa PiroPercorso un altro centinaio di metri lungo la via della lbertà, alla destra della strada, al civico numero 79, si trova il cancello di ingresso della storica Villa Piro e dell’ampio parco che la circonda. Nel 2012, il consiglio Comunale di Golfo Aranci ha deciso il suo vincolo, escludendo, in ragione delle sue particolari e specificate qualità storiche, architettoniche o urbanistiche, qualsiasi intervento di demolizione e ricostruzione. La Stazione ferroviaria di Golfo AranciProseguiamo lungo la via della lbertà verso sud per poco più di centocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Cagliari, e, dopo una cinquantina di metri, a destra il viale Sardegna. La seguiamo per duecentocinquanta metri, poi, invece di prendere sulla destra la sopraelevata che conduce al porto, seguiamo la sua prosecuzione sulla sinistra, che diventa la via Stazione, dopo centocinquanta metri passa sotto la sopraelevata, e che ci conduce, in altri centocinquanta metri, alla Stazione ferroviaria di Golfo Aranci che si trova alla sinistra della strada. Si tratta di una stazione di categoria Silver posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda, dopo la stazione di Cala Sabina, e prima della ex stazione di Golfo Aranci Marittima, che era il capolinea della tratta. La decisione di costruire questa stazione è dettata dalla decisione, nel 1881, di spostare l’attracco delle navi postali e passeggeri da Terranova Pausania, oggi Olbia, al molo di Golfo Aranci, che di Terranova era solo una frazione. Decisione che porta la Compagnia reale delle Ferrovie Sarde, che aveva completato la linea tra Cagliari e Terranova Pausania, ad allungarla costruendo nel 1883 ulteriori ventitre chilometri di binari, tra la stazione centrale di Terranova e il molo di Golfo Aranci, collegato dai piroscafi con Civitavecchia. Nel 1920 la stazione passa alle Ferrovie dello Stato, in seguito lo scalo assume una certa importanza nel secondo dopoguerra, quando le stesse Ferrovie decidono di istituire un regolare servizio di traghetti attrezzati al trasporto di passeggeri, automezzi e carri ferroviari provenienti e diretti a Civitavecchia, inaugurato nel 1961. Dal 2001 le Ferrovie dello Stato proseguono la loro gestione tramite la controllata RFI. A livello infrastrutturale la stazione è dotata di tre binari utilizzabili per il servizio passeggeri, uno attiguo al fabbricato viaggiatori e due serviti da un marciapiede raggiungibile tramite passerella. Dietro la stazione si trovano i binari delle linee ferroviarie, ed altri binari si trovano, invece, alla destra della strada che conduce alla stazione, e sono quelli che portano le linee ferroviarie all’imbarco dei traghetti. Il pozzo sacro di MilisRaggiunta la Stazione ferroviaria, prendiamo i binari che si trovano alla destra della strada, li seguiamo verso sud est per trecento metri, sino alla fine del muro della stazione, poi, sulla sinistra, si trova il cancelletto di accesso al pozzo sacro, del quale non esistono indicazioni, i cancelletti sono tutti chiusi, senza una guida non lo si trova. Il pozzo sacro di Milis è stato scoperto nel 1883, durante lo sbancamento per la posa dei binari da parte delle ferrovie dello stato, e si presume che durante l’operazione siano andati perduti preziosi reperti, comunque sono stati trovati vari reperti quali anelli e monete, tutti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. Il monumento è costruito con filari regolari di conci di scisto, calcare e, più raramente, di granito, accuratamente lavorati, e si presenta con la parte esterna gravemente danneggiata dai lavori per la costruzione della linea ferroviaria, ma conserva la scala e la camera del pozzo, che sono di proporzioni imponenti. Non rimane traccia del vestibolo che doveva precedere monumento. La parte interna è costituita da una ripida e stretta scala, dei 40 gradini in origine, caso unico tra i pozzi sacri conosciuti, se ne contano 22, è lunga circa 9,50 metri, larga 1,5 ed alta da 2 a 4 metri. La scala, che è attualmente chiusa da un muro di recente costruzione, ha la copertura architravata costituita da blocchi che formano una scala rovesciata. Alcuni gradini sono coperti dall’acqua, che scende molto in profondità e porta alla camera a pozzo nel quale vi è la sorgente ancora attiva. La camera, di forma ellittica con un diametro tra 2,4 e 3 metri, ha una copertura ad ogiva piuttosto slanciata alta oltre 9 metri, che in origine doveva raggiungere addirittura gli 11 metri. Si ritiene che in origine fosse uno dei più importanti pozzi sacri della zona. La parte esterna doveva essere imponente, anche se è così danneggiata che è impossibile intuire quale fosse l’aspetto dell’esedra. Il porto di attracco dei traghettiDal Municipio di Golfo Aranci proseguiamo verso sud lungo la via della lbertà per circa quattrocento metri, poi prendiamo a sinistra la via Cagliari e la seguiamo fino in fondo, per centotrenta metri, dove sbocca sulla via Cala Moresca, che prendiamo verso destra. Dopo poco meno di trecento metri arriviamo a un bivio e prendiamo, leggermente verso sinistra, la sopraelevata, che è il viale Stazione, che curva verso destra passando sopra le linee ferroviarie. Dopo poco più di duecento metri la strada, prima di arrivare alla fine, si biforca, e prendiamo verso destra la strada che, in un centinaio di metri, ci porta al parcheggio del porto di attracco dei traghetti. Il Porto di attracco dei traghetti di Golfo Aranci è costituito dalla banchina commerciale e da due grandi moli con la radice in comune, che formano due invasature per le navi traghetto, ed è uno dei più trafficati scali marittimi dell’isola grazie alla particolare esposizione geografica che lo rende il più vicino alla penisola. Ad esso attraccano alcune importanti società di navigazione, soprattutto la Sardinia Ferries per i collegamenti passeggeri e merci con Livorno e Civitavecchia, e Bluvia del gruppo Ferrovie dello Stato per il collegamento solo merci con Civitavecchia. I traghetti attraccano alla sinistra della via della lbertà, che ci ha portato al parcheggio del porto di attracco. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di Golfo Aranci Marittimaalla destra della strada che ci ha portati al parcheggio del porto di attracco dei traghetti, si trovano i binari della Ex Stazione ferroviaria di Golfo Aranci Marittima ed i locali dove oggi sono ospitati i passeggeri in attesa dell’imbarco al molo di attracco dei traghetti. Questa era la stazione terminale della Dorsale Sarda, dopo quella di Golfo Aranci. L’inaugurazione della linea tra Terranova Pausania, oggi Olbia, e Golfo Aranci, nel 1883, coincide con l’apertura dello scalo di Golfo Aranci Marittima, dove i treni trovano il loro capolinea di fronte all’attracco delle navi, nei pressi dei vecchi uffici della Marina. Il vicino porto viene attrezzato per le esigenze delle navi, e con esso anche lo scalo ferroviario di Golfo Aranci Marittima e il relativo collegamento con la stazione di Golfo Aranci centrale. Lo scalo passa sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato nel 1920, e dal 2001 prosegue la sua gestione tramite la controllata RFI. All’inizio del decimoundicesimo secolo l’attività delle navi del gruppo Ferrovie dello Stato nello scalo è andata in costante diminuzione, e dal 2008 il gruppo ha annunciato la cessazione del servizio marittimo merci tra Golfo Aranci e Civitavecchia, e quindi la cessazione dell’attività della stazione. Il porticciolo turistico di Golfo AranciDall’imbarco di Golfo Aranci, prendiamo sulla destra la via Libertà, dalla quale muove a sinistra la via del Porto, che ci conduce in piazza dei Pescatori, dove si affaccia il bel Porticciolo turistico di Golfo Aranci, ben riparato, che permette l’attracco di imbarcazioni da diporto e di una piccola flotta pescherecci, in grado di ospitare un centinaio di imbarcazioni, con servizi essenziali e pompa carburante. Le spiagge all’interno dell’abitato di Golfo Aranci parendo dalla Prima spiaggiaIl comune si affaccia sul mare e diverse stradine permettono di accedere alle Cinque Spiagge cittadine. Le visiteremo nell’ordine nel quale le troverebbe il passeggero sbarcato al porto di attracco dei traghetti, percorrendo la via della lbertà che dal porto di Golfo Aranci porta verso Olbia. Il litorale delle cinque spiagge è costituito da un fondo di sabbia bianca e molto sottile. Dal porto di Golfo Aranci torniamo lungo la via della lbertà all’incrocio sulla destra con la via Cagliari, che raggiungiamo dopo trecento metri, proseguiamo fino al Municipio di Golfo Aranci, che raggiungiamo dopo altri quattrocento metri, e proseguiamo fino a che, dopo poco più di centocimquanta metri, parte sulla sinistra il lungomare chiamato via Cristoforo Colombo, che fiancheggia da est ad ovest tutta la costiera dell’abitato di Golfo Aranci. All’arrivo della via della lbertà, prima di prendere la via Cristoforo Colombo, parte verso il mare, la via Magellano, al termine della quale, dopo circa centoventi metri, arriviamo alla Prima spiaggia di Golfo Aranci. La Prima spiaggia è la spiaggia più ampia e centrale del paese, e, di conseguenza, la più frequentata. Ben attrezzata, con lo stabilimento balneare spiaggia Ida proprio di fronte al ristorante La Spigola, con chioschi ed un bar, è caratterizzata da un fondo di sabbia bianca e molto sottile, che si affaccia su un’acqua cristallina e pulita. Il fondale, parte di sabbia, parte di pietra, è occupato da banchi di posidonie che attestano con la loro presenza la pulizia e l’ottima qualità delle acque. Dalla Prima spiaggia cui si può ammirare il bellissimo spettacolo di tutto il golfo ed anche dell’isola di Tavolara. |
La Seconda spiaggiaDalla Prima spiaggia, torniamo indietro con la via Giovanni da Verrazzano che, dopo una cinquantina di metri, incrocia la passeggiata lungomare di viale Cristoforo Colombo, lo prendiamo verso sinistra e, trecentocinquanta metri più avanti, prendiamo sulla sinistra la via dei Cormorani, che è la prosecuzione della via Sebastiano Satta, e che, in una cinquantina di metri, ci porta alla Seconda spiaggia di Golfo Aranci. La deviazione in via dei Cormorani ci porta alla Seconda spiaggia di Golfo Aranci. Si tratta di una spiaggia molto piccola, anch’essa caratterizzata da un fondo di sabbia bianca e molto sottile, che si affaccia su un’acqua cristallina e pulita, ed è come le altre una spiaggia sia libera che parzialmente attrezzata. La Seconda spiaggia è separata dalla Prima spiaggia, alla sua sinistra, da un grande sperone granitico, ed è separata, alla sua destra, dalla Terza spiaggia, da un promontorio sul quale si trova l’Hotel Gabbiano Azzurro. |
Il Gabbiano Azzurro Hotel & SuitesTra la Seconda e la Terza spiaggia, al termine della via dei Gabbiani, sulla costa si trova l’Hotel Gabbiano Azzurro. Il Gabbiano Azzurro Hotel & Suites è un Hotel a conduzione familiare ubicato all’inizio della Terza spiaggia, con una straordinaria posizionesu una spiaggia privata di sabbia e una vasca idromassaggio. Offre una terrazza con 2 piscine e una bella vista panoramica sul mare dalle terrazze e da alcune delle confortevoli camere. Anche salla sala ristorante si scorge l’isola Tavolara. Mangiare al Gabbiano Azzurro è un’esperienza culinaria di piacere, con a scelta due ristoranti a la carte, un grill’bar in spiaggia e un cocktail bar sulla terrazza con piscina per un leggero spuntino estivo. La cucina è prevalentemente a base di pesce. |
La Terza spiaggiaTornati un poco più avanti, da via Cristoforo Colombo prendiamo sulla sinistra la via dei Fenicotteri, o la via dei Gabbiani, o ancora la via degli Aironi, che sboccano sulla via degli Albatros, che prendiamo verso destra, ossia verso ovest. Si può prendere anche la via degli Asfodeli, che passa lungo la costa, ed al lato della quale si trova la Terza spiaggia. alla via degli Albatros si poteva arrivare direttamente dalla Seconda spiaggia di Golfo Aranci, prendendo la strada che segue la costa verso destra, e la troviamo subito dopo aver superato l’Hotel Gabbiano Azzurro. Nella località Terza spiaggia si trova il ristorante omonimoNella località Terza spiaggia si trova lo stabilimento balneare con il ristorante Terza spiaggia. Lungo la via degli Asfodeli, sulla costa della località Terza spiaggia, si trova l’importante ristorante Terza spiaggia un locale specializzato nella cucina di pesce e frutti di mare in un ambiente accogliente. Approdare ad una spiaggia così, è il sogno di tutti, ed in essa si trova uno stabilimento balneare di giorno che diviene un romantico ristorante la sera. Ospita solo pochi coperti, ed offre un’interessante cucina a base di pesce. Il ristorante è aperto solo a cena in alta stagione. |
La Quarta spiaggiaDalla Terza spiaggia torniamo indietro lungo la via degli Aironi, che, in centocinquanta metri, ci porta sulla via della lbertà. La prendiamo verso sinistra, ossia verso ovest, e la seguiamo per seicentocinquanta metri, poi prendiamo sulla sinistra la via degli Asfodeli, e, subito, a destra la via degli Ulivi, che parte parallela alla via della lbertà, poi compie una curva verso sinistra e si dirige verso il mare. Dopo Duecentotrenta metri arriviamo alla Quarta spiaggia di Golfo Aranci. La Quarta spiaggia di Golfo Aranci è una spiaggia caratterizzata da un fondo di sabbia bianca e molto sottile, che si affaccia su un’acqua cristallina e pulita, ed è come le altre una spiaggia sia libera che parzialmente attrezzata. La Quarta spiaggia si trova molto vicina alla successiva Quinta spiaggia, dalla quale è separata solo da un piccolo sperone granitico. |
La Quinta spiaggiaTornati sulla via della lbertà, la percorriamo per circa trecento metri, e, prima di arrivare all’uscita dal paese, seguendo le indicazioni per il complesso turistico di Baia Caddinas, prendiamo sulla destra via Concas Caddinas. La seguiamo per centocinquanta metri, poi prendiamo la deviazione sulla sinistra in via dei Gerani, che, in poco meno di duecento metri, ci porta alla piccola Quinta spiaggia di Golfo Aranci. La Quinta spiaggia è una piccola spiaggia caratterizzata da un fondo di sabbia bianca e molto sottile, che si affaccia su un’acqua cristallina e pulita, ed è come le altre una spiaggia sia libera che parzialmente attrezzata. Si tratta di una bella spiaggia che, sul lato destro, è separata dalla Quarta spiaggia da un piccolo sperone granitico; mentre sul lato sinistro, è chiusa dal promontorio alberato sul quale si trova il complesso turistico di Baia Caddinas. |
Il complesso turistico di Baia Caddinas con la sua spiaggiaPrima di arrivare all’uscita dal paese con la via della lbertà, seguendo le indicazioni per il complesso turistico di Baia Caddinas, prendiamo sulla destra via Concas Caddinas, la seguiamo evitando la deviazione per la Quinta spiaggia, ed arriviamo sul lato occidentale del promontorio sul quale è stato edificato il Complesso turistico di Baia Caddinas, realizzato da un grande gruppo trentino, il gruppo Dalle Nogare. La struttura comprende un Hotel e diverse tipologie di appartamenti, è immersa in un grande parco ed è presente una piscina, con un’area coperta riservata al centro benessere dell’Hotel. un’ulteriore grande piscina con ombrelloni e lettini si trova ai margini del prato, dove è presente anche un bar. Il complesso turistico di Baia Caddinas è dotato di una sua piccola, bella, spiaggia privata, chiamata appunta la spiaggia di Baia Caddinas. La si raggiunge seguendo la via Concas Caddinas per novecento metri, e prendendo, sulla sinistra, la strada senza nome, che ci porta alla spiaggia in un centinaio di metri. Al termine di via Concas Caddinas, sulla sinistra prendiamo una breve strada che ci porta alla piccola spiaggia di Baia Caddinas di sabbia finissima alternata a tratti di costa rocciosa, e bagnata da un’acqua color smeraldo. La spiaggia è ben attrezzata, ed in essa è possibile usufruire di noleggio di windsurf, canoe e mangiare sulla spiaggia nel ristorante e bar che si trova direttamente sulla spiaggia. É una spiaggia che, data la posizione, è però frequentata quasi esclusivamente dai residenti. Nel mare, appena al largo di Baia Caddinas, vive un gruppo stanziale costituito da un centinaio di delfini. |
alla sinistra della spiaggia si trova il porticciolo privato Marina di Baia Caddinas, un porticciolo riparato da occhi indiscreti, dove essere proprietari di un posto barca rappresenta un privilegio per pochi. Il porticciolo è in grado di ospitare oltre cento imbarcazioni di lunghezza massima di 23 metri, con la pompa di carburante e con tutti i servizi più importanti presenti in banchina. I servizi alle imbarcazioni sono tutti all’avanguardia, dalle colonnine di erogazione di acqua ed energia elettrica all’impianto WI-FI che copre tutta l’area portuale. La spiaggia di S’Abba e Sa PedraDa Baia Caddinas un sentiero che segue la costa ci porta alla piccola Cala di S’Abba e Sa Pedra, una balla Cala di non facile accesso. La spiaggia è raggiungibile anche percorrendo uno stretto sentiero che parte sulla sinistra dalla prosecuzione della via della lbertà, un chilometro più avanti di dove la avevamo lasciata per arrivare al complesso turistico di Baia Caddinas, poco prima della rotatoria, sentiero segnalato da una roccia, e che si districa tra la bassa macchia mediterranea. Nella Cala di S’Abba e Sa Pedra si trova la spiaggia di S’Abba e Sa Pedra nella quale il panorama è tale da mozzare il fiato. Si tratta di una spiaggia il cui arenile è caratterizzato da sabbia bianca a grana fine e media, l’acqua è di colore turchese e azzurro, il fondale è basso e sabbioso. La spiaggia è abbastanza frequentata in alta stagione, e nel mare è possibile la presenza di posidonie. Nessun servizio è presente direttamente sulla spiaggia. |
Visita dei dintorni di Golfo Aranci fino ad arrivare a Capo FigariVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Golfo Aranci, sono stati portati alla luce i resti del pozzo sacro di Milis, che abbiamo già descritto; ed inoltre quelli del Nuraghe semplice di Monte Conia, un Nuraghe monotorre che si trova a nord dell’abitato di Olbia ma appartiene al territorio Comunale di Golfo Aranci, ai suoi liniti occidentali. Vediamo ora le ultime spiagge del paese lungo la strada che porta al promontorio di Capo Figari, e poi visiteremo questo promontorio con le sue caratteristiche, e con le molte cale e spiagge che si trovano lungo la sua costa. Dal Municipio di Golfo Aranci, su via Libertà, dopo quattrocento metri prendiamo verso sinistra la via Cagliari, che, in centotrenta metri, ci porta in via Cala Moresca, che prendiamo verso destra. Potevamo anche, dal Municipio, prendere, dopo appena una cinquantina di metri, la prima a sinistra, poi, dopo una settantina di metri, a sinistra la via Guglielmo Marconi, che, in trecentocinquanta metri, continua sulla via Cala Moresca. Verso il promontorio di Capo Figari si trovano i resti della villa Tamponi ed il deposito la CidoniaPresa la via Cala Moresca e passata la deviazione sulla sinistra per via della Stazione, che imbocca un viadotto e passa sopra la via stessa per portare all’imbarco dei traghetti, proseguiamo lungo la via Cala Moresca, passiamo sotto il viadotto, e, subito dopo, vediamo sulla sinistra, in via Cala Moresca al civico numero 9, il vicolo che, in una cinquantina di metri, porta ai resti della Villa Tamponi ossia la villa della famiglia dei proprietari terrieri della zona. Nel 2012, il consiglio Comunale di Golfo Aranci ha deciso il suo vincolo, escludendo, in ragione delle sue particolari e specificate qualità storiche, architettoniche o urbanistiche, qualsiasi intervento di demolizione e ricostruzione. Centocinquanta metri più avanti lungo la via Cala Moresca, proprio di fronte alla facciata interna della stazione che si posiziona al di là dei binari che scorrono alla destra della strada, si vede l’ingresso del Deposito la Cidonia un bunker che si trova in una proprietà privata, in quale contiene un deposito sotterraneo di carburanti per l’aviazione militare costruito in epoca fascista dall’Impresa romana Pietro Cidonio, che da essa ha preso il nome. Il deposito si compone di due cisterne in calcestruzzo a pianta quadra di trentadue metri di lato, interrate su piani differenti e ricoperte da strati di roccia e terra. L’accesso al tunnel si trova ad una profondità di quattro metri, e vi si accede da una porta blindata, dopo un percorso di circa sessanta metri S’incontra una diramazione, una porta alla prima cisterna, e l’altra, dopo un percorso di ottanta metri, alla seconda. La chiesa antica di San GiuseppeLungo la via Cala Moresca, appena passato il vicolo che porta alla Villa Tamponi, Si vede la facciata della piccola chiesa antica di San Giuseppe che è stata la prima parrocchiale del paese, ed è stata edificata nel 1914 Per chi approda all’ospitale terra sarda, per i naviganti tutti. Questa costruzione è stato il primo edificio di culto del paese, ed in origine era solo una cappella, ma nel 1962 è stata trasformata in parrocchia. Golfo Aranci negli anni è divenuto l’importante centro che oggi noi tutti conosciamo, il che ha comportato la costruzione di una seconda chiesa, sempre intitolata a San Giuseppe ma molto più grande, la nuova chiesa di San Giuseppe, in via della lbertà, al civico numero 142. Il 19 marzo, giorno in cui si celebra il Santo patrono, a Golfo Aranci si svolge la Festa di San Giuseppe, con una processione che percorre tutte le vie del centro dell’abitato. I festeggiamenti sono accompagnati dalla Sagra della Salsiccia. Dalla spiaggia dei Baracconi al promontorio di Capo FigariPercorsa tutta la via Cala Moresca, a circa un chilometro e cento metri dalla chiesa di San Giuseppe, troviamo una sterrata sulla destra, la seguiamo, superiamo il sottopasso ferroviario e raggiungiamo la località Baracconi, dove è possibile parcheggiare auto e soprattutto camper, e dove si trova il litorale chiamato spiaggia dei Baracconi. La spiaggia dei Baracconi che prende il nome dai Baracconi, che erano le piccole casupole abitate un tempo da pastori e pescatori, è un litorale di medie dimensioni, caratterizzato dall’alternanza di spiaggette e scogli tra i più suggestivi, nel quale si trova una spiaggia quasi inesistente, ma il mare è stupendo, bellissimo per nuotare, rilassarsi e vedere qualche pesce. La spiaggia dei Baracconi non ha alcun servizio, ma un parcheggio da utilizzare anche per raggiungere a piedi Cala Moresca, che è tra le più famose spiagge di Golfo Aranci. Dalla spiaggia dei Baracconi si può ammirare una vista splendida e mozzafiato sul Golfo di Golfo Aranci, e si vede tutto il fianco sud di Capo Figari, oltre che un bella visuale dell’isola di Figarolo. |
Iniziamo quindi a costeggiare il promontorio di Capo Figari alto 344 metri e con circa duecento metri di roccia a picco sul mare, caratterizzato da alte falesie e con un gran ginepreto sulla sommità. Tutti i fondali che circondano Capo Figari e l’isola di Figarolo, sono una splendida meta per chi desidera immergersi, sia con le bombole che senza. Le molte insenature, con una grande varietà di rocce, e la varietà della fauna marina, meritano una attenta osservazione. La Cala Moresca con le sue spiagge, la fornace abbandonata e la vecchia fabbrica di cementoPercorsi circa cinquecento metri, lasciamo la macchina e proseguiamo a piedi dato che per la protezione dell’area naturale il traffico è interdetto. Percorrendo via Cala Moresca, a 2,5 chilometri dal passaggio a livello arriviamo alla pineta da cui raggiungiamo la pittoresca baia denominata Cala Moresca immersa nella natura. Nella Cala Moresca si trova la spiaggia di Cala Moresca fronteggiata dalla bella isola calcarea di Figarolo, e formata da due spiaggette separate da un piccolo promontorio sul quale sorgono le strutture turistiche. Le spiaggette hanno un arenile di sabbia chiara dorata e fine, con sfumature tendenti al grigio, mista a sassolini di ghiaia e alternata a scogliere affioranti, e che si affaccia su un mare verde e trasparente, con fondali che diventano profondi velocemente. È la più nota delle insenature presenti lungo la costa del promontorio, e deve il suo nome al ricordo delle incursioni dei pirati saraceni, o forse perché chiamata un tempo Cal’e Sa Figu Murìsca, ossia Cala dei Fichidindia. |
L’intatto ambiente naturale della Cala Moresca è arricchito dalla presenza, sul promontorio che separa le due spiaggette, dell’abbandonata Fornace di Cala Moresca nei cui forni veniva prodotta la calce che era estratta dalle cave vicine, che costituisce un interessante esempio di archeologia industriale. Nel 1967, dietro la spiaggia di Cala Moresca, è stato realizzato anche un grande forno elettrico, ma il suo uso è stato assai limitato nel tempo, perché il personale impiegato nella cava non aveva le capacità necessarie per utilizzarlo correttamente, e, per questo motivo, la calce che vi veniva prodotta spesso non era conforme. La cava è stata, in seguito, completamente abbandonata. La vecchia fornace è nascosta alla vista dalla rigogliosa macchia mediterranea, e l’accesso è, oggi, precluso ai visitatori. È possibile, invece, vedere poco distante da essa, la Nicchia di Cala Moresca situata sulla roccia che domina la Cala e che costiuisce un passaggio obbligato per coloro che si recano alla spiaggia, a punta Filasca o a Cala Greca, che le passano accanto e in tanti si fermano, pregano, e lasciano una piccola offerta. È stata edificata verso il 1930 in segno di ringraziamento per uno scampato pericolo, ed in essa è stata collocata una statuetta dell’Immacolata, e qualche tempo dopo, a quella della Madonna, è stata aggiunta una statuetta di Santa Rita. La Fabbrica di cemento dismessa si raggiunge prendendo la strada sterrata che si trova sulla sinistra della via Cala Moresca, e che si dirige sul retro del promontorio che separa le due spiagge. Si tratta di resti della Seconda Guerra Mondiale, un impianto di produzione del cemento purtroppo in stato di completo abbandono. In essa si fabbricava il cemento che veniva usato per costruire l’osservatorio di Capo Figari. Una volta pronto il cemento veniva trasportato con una sorta di funivia, della quale alcuni resti dei cavi si possono ancora vedere tra la vegetazione. Proseguendo sul promontorio di Punta Filasca che ci porta verso la Cala GrecaEvitata la deviazione a sinistra verso la fornace e proseguendo, invece, sulla prosecuzione della via Cala Moresca, dopo centosettanta metri arriviamo a un bivio, dove prendiamo un sentiero sulla destra che ci porta sul Promontorio di Punta Filasca, che separa la Cala Moresca dalla successiva Cala Greca. Circa centoventi metri dopo l’inizio di questo sentiero, evitando la deviazione sulla sinistra che porta verso la Cala Greca, proseguiamo sulla destra seguendo un sentiero che porta fino alla costa, ma prima si trova sulla destra il Nautofono di Punta Filasca, l’avvisatore consistente nell’emissione di segnale sonoro di una nota singola, che viene utilizzato in mare in caso di nebbia o scarsa visibilità. Superato il quale, a quattrocento metri dalla deviazione per la Cala Greca, si arriva al bunker di comando della Batteria costiera Luigi Serra che era composta da una postazione principale e da cinque vani, per il rilevamento dei dati del bersaglio, da comunicare alle quattro postazioni di cannoni, disposte tutte a raggiera su differenti livelli. Seguendo il sentiero che porta sul Promontorio di Punta Filasca, prendendo dopo centoventi metri la deviazione sulla sinistra che porta verso la Cala Greca, troviamo, dopo altri centoventi metri, una stradina sulla sinistra, che conduce al Cimitero dei naufraghi di Cala Greca detto anche Cimitero degli inglesi, nel quale si trovano anche numerose tombe di marinai italiani periti in vari naufragi nel corso degli anni. Una lapide ricorda i naufraghi della motonave Generoso 2°, affondata nel 1887, ed un giovane marinaio inglese morto di febbre mediterranea nel 1900 sulla nave inglese Vulcan. La Cala Greca con la sua spiaggiaPassata la deviazione per il Cimitero, e proseguendo ulteriormente lungo questo sentiero, arriviamo in circa duecento metri sulla costa, alla Cala Greca dove si trova la spiaggia di Cala Greca. La spiaggia di Cala Greca non è di sabbia, ma è formata da sassi e scogli rosati, bagnata da acque limpide e cristalline. Il nome della Cala Greca deriva dal fatto che la baia risulta esposta al quadrante di venti proveniente da nord est che comprende il vento denominato grecale, o secondo altri dalla probabile antica presenza, nei dintorni, di un edificio di culto bizantino. |
Sul monte Ruiu arriviamo all’antico semaforo di Capo Figari e alla costa orientale del promontorioRitornati sulla prosecuzione della via Cala Moresca dopo aver visitato la sua spiaggia, dopo centosettanta metri arriviamo a un bivio, dove prendiamo un sentiero sulla sinistra, che conduce alla sommità di Capo Figari, sul Monte Ruiu, a 342 metri di altezza. La strada termina, dopo tre chilometri, all’Antico semaforo e stazione radio di Capo Figari. Nell’ex semaforo realizato nel 1890, ormai abbandonato, all’inizio del secolo, nel 1928, Guglielmo Marconi inaugurò il ponte radio e la centrale amplificatrice di Cala Spada, ed avvenne la prima comunicazione morse attraverso il mare. Il sito è stato utilizzato anche, durante la Seconda Guerra Mondiale, come osservatorio. La strada che porta all’ex semaforo ci conduce all’interno del promontorio, nel quale si trova anche l’importante Riserva Naturale regionale, dove si possono trovare mufloni e numerose specie di avifauna, nonche ginepri secolari e molti altri tipi di flora. La strada qui termina, per cui le altre spiagge del promontorio sono raggiungibili solo via mare. La costa frastagliata prosegue da Cala Greca fino all’estremo orientale, ed a metà si trova la cosiddetta Sa Mama Chiatta, cioè la signora grassa, il cui nomignolo è dovuto alla particolare forma della roccia che ricorda un attempato profilo femminile. All’estremità orientale del promontorio si trova la Punta di Capo Figari dopo di che possiamo iniziare a seguire la costa nel lato settentrionale del promontorio, da est verso ovest. La costa settentrionale del promontorio con la Cala del SonnoA metà della costa settentrionale del promontorio, a ridosso di Capo Figari, in un paesaggio aspro e selvaggio, incontaminato, si estende la baia denominata Cala del Sonno. Nella Cala del Sonno si trova la spiaggia della Cala del Sonno. É una spiaggia di ciottoli, con un mare dai colori intensi e i fondali che la rendono ideale per gli appassionati di immersioni subacquee. La spiaggia è raggiungibile facilmente via mare, ma è possibile raggiungerla anche con un impervio percorso a piedi tra scogli e rocce, seguendo il sentiero che, partendo da Cala Moresca, ci ha portato alla fabbrica di cemento dismessa, e proseguendo lungo questo sentiero, che attraversa tutto il promontorio a sud a nord. |
La costa prosegue oltre la Cala del Sonno, estremamente frastagliata, con diversi promontori che si spingono nel mare, fino ad arrivare al promonotrio di Punta d’India. A nord dell’abitato troviamo la Cala di SpadaRaggiungiamo, quindi, l’insenatura nella quale si trova la Baia di Cala di Spada con la sua piccola spiaggia, a ridosso della quale si trovano edifici residenziali, dato che la costa raggiunge le ultime case dell’abitato di Golfo Aranci. La Baia di Cala di Spada è, infatti, raggiungibile anche da via Guglielmo Marconi, girando su via Alessandro Volta e da qui su via Cala Spada. All’interno della baia troviamo la piccola spiaggia di Cala di Spada situata tra le due lingue di terra che abbracciano l’intera insenatura. Si tratta di un bellissimo angolo della costiera di Golfo Aranci, la sua spiaggia è costituita da sabbia grossa dello stesso colore scuro delle rocce che l’accolgono. Cala di Spada è un posto tranquillo adatto a chi vuole passare del tempo in relax avvolto dal rumore del mare, della brezza che sfiora le rocce più alte. |
In località Cala Spada ogni anno, il durante il mese di maggio, in ricordo della ricorrenza della sua morte, si svolge la Festa di Santa Rita, con diversi festeggiamenti in onore della Santa. Passata la Cala del Mortale arriviamo alla Cala Fenice con il Cimitero dei naufraghi della Tartana FeniceRisalendo la costa, molto più avanti si trova la Cala del Mortale al di là della quale si arriva al promontorio più a nord di tutta la costiera del promontorio di Capo Figari, che termina con la Punta del Mortale, detta anche Punta del Canigione. Si inizia, poi, a scendere verso sud lungo la costiera del promontorio e si raggiunge la Cala Fenice, nota anche come Cala Pasquale. Passata la Punta del Mortale arriviamo a Cala Fenice nota anche come Cala Pasquale nome che va fatto risalire, probabilmente, ai pescatori ponzesi che, stabilitisi in Golfo Aranci, hanno contribuito al suo incremento demografico, e che avrebbero indicato la Baia con il nome di Cal’è Pascale. La Cala è raggiungibile anche, uscendo da Golfo Aranci con via Guglielmo Marconi e percorrendola tutta, fino ad arrivare ad una rotonda, dalla quale, prendendoo a destra, si imbocca una strada che si dirige verso nord fino a raggiungere la costa. |
Sul lato orientale dell’insenatura, si trova il Cimitero dei naufraghi della Tartana Fenice affondata nelle acque di Punta del Mortale nel 1896. Aveva a bordo otto marinai dei quali ne morirono sette, fra di essi due ragazzi, uno di 14 anni ed il marinaio Viareggino Clodoveo Cupisti di soli 11 anni. Si salvò solo il capitano. Altri quattro bastimenti naufragarono in quella notte di tempesta tra la Corsica e la Sardegna, due dei quali, la bilancella Ida ed il cutter Efigenia, con la perdita totale degli uomini e del carico. La Cala Sabina con la sua spiaggiaPassato il promontorio che chiude ad ovest la Cala Fenice, si apre di fronte a noi la grande insentura chiamata Cala Sabina nella quale è presente la grande e bella spiaggia di Cala Sabina. La spiaggia di Cala Sabina è un grande arenile che presenta un fondo di sabbia chiara e finissima con tonalità tendenti al grigio, alternato a sassolini e scogli, contornato di piccole dune e immerso in una fitta macchia di ginepri e da una colorata macchia mediterranea. La Cala è circondata da un panorama rilassante e di grande bellezza. Il mare è limpido e blu, con fondali molto bassi fino al largo. Possiamo raggiungerla via terra, prendendo, alla rotonda al termine di via Guglielmo Marconi, la prima sulla destra, che è la via Cala Sabina, e seguendola per poco più di un chilometro. Oppure prendendo la seconda, che è la SP18, percorrendola per poco più di due chilometri e mezzo, poi prendendo a destra in direzione della località Golfo di Marinella e quindi della località villa Blu, dove prendiamo la strada verso est, ed arriviamo, seguendo le indicazioni, a Cala Sabina in poco più di tre chilometri. La si può raggiungere anche via treno, dato che è presente una Stazione ferroviaria. |
La fermata ferroviaria di Cala Sabinaalla Cala Sabina ed alla sua spiaggia possiamo arrivare anche in treno, che ferma alla Fermata ferroviaria di Cala Sabina dopo un breve tragitto panoramico lungo la costa del versante settentrionale del promontorio. Si tratta di una stazione che si trova alla destra della SP18 provenendo da Golfo Aranci, poco prima di arrivare alla Cala Sabina, ed è una stazione di categoria Bronze posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda da Olbia in direzione di Golfo Aranci, dopo la stazione di Marinella e prima della stazione di Olbia, che è il capolinea della linea. La piccola spiaggia di liscia longaLa Cala Sabina è chiusa ad ovest dal promontorio che termina a nord con la Punta Iscia longa, ossia della striscia lunga, chiamata così dai pescatori golfarancini perché alla vista si presenta come una striscia di terra lunga a forma di penisola triangolare che ha per base la terra ferma. Scendendo lungo il lato occidentale del promontorio, si trova la piccola spiaggia di Iscia longa. La piccola spiaggia di Iscia longa contenuta all’interno dell’insenatura, è raggiungibile solamente via mare. Non sono presenti servizi su questa piccola spiaggia. |
Sul promontorio che chiude a sud l’insenatura nella quale si trova la piccola spiaggia di Iscia longa, all’interno, si trova una nicchia sulla roccia che domina la Cala di Marana, ed è un passaggio obbligato per chi vi accede dal mare. La nicchia è stata costruita circa quarata anni or sono, in segno di ringraziamento per l’abbondare di pesci e di buon auspicio, da un pescatore golfarancino, e vi sono state collocate alcune statuette, tra le quali, quella di Santa Rita e dell’Immacolata, successivamente vi è stata aggiunta anche quella di Padre Pio. In seguito, per le intemperie e della furia del mare, la nicchia è stata quasi completamente distrutta, ma è stata ricostruita da un’impresa edile del luogo, che ha realizzato l’opera gratuitamente. La Baia di Bahas con la sua spiaggiaPassata la piccola spiaggia di Iscia longa, scendendo alla base del pormontorio arriviamo alla Baia di Bahas nella quale, passato il villaggio Vela Blu, si trova il Villaggio Baia di Bahas, inserito in una cornice di macchia mediterranea. La Baia, che si trova ad est rispetto al villaggio, è una piccola laguna protetta dal vento. La possiamo raggiungere anche dalla SP16, a due chilometri e mezzo dalla rotonda di Golfo Aranci, prendendo la deviazione sulla destra per la località villa Blu, proseguendo in direzione nord per quattrocentocinquanta metri, poi prendendo a destra la strada che porta al Villaggio Baia di Bahas. La seguiamo per seicentocinquanta metri, poi prendiamo a destra e, dopo cinquanta metri, a sinistra, seguiamo la strada che conduce verso il lato occidentale del promontorio, ossia verso la Baia di Marana, la seguiamo per centocinquanta metri, poi prendiamo la deviazione a destra che, in duecento metri, ci porta al lato orientale del promontorio, dove si trova la spiaggia di Baia di Bahas. Il villaggio Baia di Bahas si affaccia sulla spiaggia di Baia di Bahas che si sviluppa sulla costa orientale del promontorio a nord del villaggio, nel quale si trovano diverse spiaggette e piccole cale intercalate da rocce, ideale per le famiglie, nella quale il basso fondale rende agevole il gioco dei bambini. Nella spiaggia si trova anche un molo di attracco per barche e gommoni. |
La Baia di Marana con la sua spiaggiaLa Baia di Bahas è chiusa ad ovest da un promontorio, che si affaccia sulla successiva Baia di Marana, una volta caratterizzata da piccole paludi e stagni dai quali deriva il suo nome. La baia è chiusa ad ovest dal promontorio di Punta Marana, sulla quale si sviluppa il residence Borgo di Punta Marana. All’interno della baia, si trovano alcune spiagge, tra le quali la principale è la spiaggia di Marana. La si raggiunge dalla SP16, a due chilometri e mezzo dalla rotonda di Golfo Aranci, prendiamo la deviazione sulla destra per la località villa Blu che seguiamo in direzione nord per quasi duecento metri, poi prendiamo a sinistra e, dopo duecentocinquanta metri, all’incrocio, prendiamo a sinistra la strada che porta in località villa Eucaliptus, dopo cinquecento metri, alla rotonda, a destra la strada che porta in località villa Cala reale, e, dopo centocinquanta metri, prendiamo verso destra la strada che porta in località punta Marana. Seguita per poco più di un chilometro, all’interno del residence di Punta Marana, troviamo sulla destra la deviazione che ci porta alla spiaggia di Marana. La spiaggia di Marana si trova sul lato est dell’insenatura, inserita in una suggestiva baia ricca di altre piccole spiagge. Si tratta di uno splendido arenile di medie dimensioni di sabbia dorata chiara e fine, dove si notano numerose rocce granitiche scolpite dall’erosione, e che si affaccia su un mare verde, poco profondo e trasparente, con fondali che digradano dolcemente verso il largo. Nella spiaggia e nei suoi dintorni sono disponibili bar, alberghi, ristoranti, negozi e servizi vari. La spiaggia di Marana risulta sempre molto affollata in alta stagione. |
La frazione Golfo Aranci chiamata Marinella con il porticciolo turistico di Punta MaranaSuperato il promontorio di Punta Marana, entriamo nel golfo di Marinella, sul quale si affaccia il litorale di Punta Marana. Il golfo di Marinella si sviluppa parzialmente nel territorio di Golfo Aranci, dove si trova la frazione Marinella (altezza metri 43, distanza 6.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 58), con il porticciolo di Punta Marana ed un piccolo tratto orientale della sua spiaggia, ed in parte anche nel territorio di Olbia, dove si trova, invece, la maggior parte della sua spiaggia. alla frazione si arriva dalla SP16, a due chilometri e mezzo dalla rotonda di Golfo Aranci, prendiamo la deviazione sulla destra per la località villa Blu che seguiamo in direzione nord per quasi duecento metri, poi prendiamo a sinistra e, dopo duecentocinquanta metri, all’incrocio, prendiamo a sinistra la strada che porta in località villa Eucaliptus, dopo cinquecento metri, alla rotonda, a destra la strada che porta in località villa Cala reale, e, dopo centocinquanta metri, prendiamo verso destra la strada che porta in località punta Marana. alla sinistra di questa strada si trova la frazione Marinella. Ad ovest del promontorio, confinante con la spiaggia di Marinella, che appartiene però al territorio di Olbia e che descriveremo quindi nella prossima tappa, si trova il Porticciolo turistico di Punta Marana, a gestione privata, in grado di ospitare 320 imbarcazioni della lunghezza massima di 16 metri, con la pompa di carburante e con tutti i servizi più importanti presenti in banchina. Due dighe foranee parallele ed orientate a nord ovest proteggono l’accesso al porto. All’interno la forma irregolare della darsena è scandita dalla presenza di tre pontili. La chiesa parrocchiale di Nostra Signora della paceA destra rispetto al porticciolo, ai margini del residence, si trova la chiesa di Nostra Signora della pace La chiesa parrocchiale della località di Marana nella frazione Marinella. La chiesa è architettonicamente ispirata all’architettura povera campestre dei luoghi di culto del bacino mediterraneo, che si contraddistingue per i singolari campanili. Tutta la struttura è concepita con linee semplici esaltate dal contrasto del bianco puro con il blu del cielo. L’entrata principale della chiesa è orientata ad oriente, e, contrapposta quindi a ponente, si trova la seconda entrata, che si apre verso il porticciolo turistico. Sul frontale centrale in legno massiccio sono scolpiti i tre simboli, che sono, la croce che rappresenta la fede, un’ancora che rappresenta la speranza, ed un cuore che rappresenta la carità. L’interno della chiesa è di chiara ispirazione francescana, spartana, con pavimento e colonne in granito. La fermata ferroviaria di MarinellaLa frazione Marinella è raggiungibile anche in treno, dato che, subito a sud dell’abitato, in località villa Eucaliptus, alla rotonda alla quale avevamo preso a destra per arrivare a Marinella, proseguiamo invece dritti per cinquecento metri, e prendiamo una starrata sulla sinistra che ci porta alla Fermata ferroviaria di Marinella al servizio dell’omonima frazione balneare di Olbia. Si tratta di una stazione di categoria Bronze posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda da Olbia in direzione di Golfo Aranci, dopo la stazione di Rudalza, e prima della successiva stazione di Cala Sabina, lungo la tratta che conduce verso il capolinea di Golfo Aranci. L’impianto nasce negli anni ottanta dell’ottocento, decennio in cui viene ultimata la Dorsale Sarda, principale linea ferroviaria dell’Isola, nel cui tratto gallurese la Compagnia reale delle Ferrovie Sarde realiza questa fermata atta a servire la località di Marinella, divenuta nel secondo dopoguerra un centro a forte vocazione turistica. Nei dintorni di Marinella si trova il Santuario di Nostra Signora del MonteTorniamo sulla SP16, dopo due chilometri e mezzo dalla rotonda di Golfo Aranci arriviamo alla deviazione sulla destra che ci ha portati a Marinella, evitiamo questa deviazione e proseguiamo sulla SP16 per quasi un chilometro, dove, seguendo le indicazioni, deviamo sulla sinistra, seguiamo questa strada per un chilometro e novecento metri, ed arriviamo sul colle di Santa Maria di Figari, sovrastante il golfo di Marinella. Qui si trova il Parco di Nostra Signora del monte, dal quale si gode un ottimo panorama, ed all’interno del quale si trova il Santuario di Nostra Signora del Monte fatto edificare nel corso dell’ottocento da alcuni marinai di Viareggio scampati ad un naufragio, infatti si racconta che il capitano di una nave in difficoltà si sarebbe votato alla Vergine Maria, promettendo di edificarle una cappella, se fosse riuscito ad approdare incolume sulla terraferma. La chiesa è affacciata sul golfo di Marinella da un lato e su Golfo Aranci dall’altro. Al primo minuscolo impianto, che corrisponde all’attuale presbiterio, è stata, in seguito, aggiunta la navata. La chiesa presenta un campanile a vela sul retro, e slla facciata una nicchia con contorni in granito che ospita una seconda campana. L’interno è caratterizzato da un arco ogivale, quasi un triangolo, che è l’unico elemento in pietra non intonacata, a separare la sala dal presbiterio, ed ha una copertura a capriate lignee, e la pavimentazione in cotto. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per la devozione dei fedeli alla statua della Madonna del Monte che si venera in questa chiesa, la quale è in realtà la Madonna di Bonaria, e della quale è presente una statua posta in una nicchia sull’altare, e un’altra statua è presente in una vetrina posta un poco più in alto. Le due statue sono venerate allo stesso modo, ma la prima posta è quella alla quale tutti i devoti si rivolgono con le loro preghiere. La prima domenica di maggio, preceduta dal vespro, nella piccola chiesa settecentesca, si svolge la Festa di Nostra Signora del monte, una Festa religiosa accompagnata da balli, canti, piatti tipici della tradizione pastorale. Il Santuario è circondato dalla Cumbessias nelle quali vengono ospitati i pellegrini nel giorni della festa. L’isola di Figarolo Arrivando in traghetto a Golfo Aranci, quasi a far da Guardia all’insenatura si vede, sul suo lato sud-orientale, sorgere dal mare l’Isola di Figarolo che si trova proprio di fronte a Cala Moresca, con una estensione di 22 ettari ed una forma approssimativamente conica. È un tavolato calcareo geologicamente simile all’isola di Tavolara, che neI punto più alto tocca i 139 metri, e poggia sullo zoccolo granitico sottomarino. Anche l’isola di Figarolo era frequentata sin dall’epoca fenicio punica e romana; a suffragare ciò vi è su di essa una serie di testimonianze archeologiche. All’interno dell’Isola, nel suo lato sud est, si trova un faro che viene chiamato Fanale di Figarolo edificato su un casotto a fasce bianche e nere, alto sei metri. Sull’isola di Figarolo è presente, nella sua estremità nord occidentale, una spiaggetta modellata dalle correnti marine, che viene chiamata spiaggia di Figarolo di sabbia sottile e candida. L’isola è raggiungibile via mare, con un attracco per piccole imbarcazioni, e ci si puo ancorare vicino alla spiaggia dell’Isola, su un fondo sabbioso profondo tra i quattro ed i dieci metri. |
Non molto al largo dell’isola di Figarolo, e possibile, con un’adeguata attrezzatura e con una esperta guida, visitare il piccolo relitto di un Mercantile in legno affondato in queste acque a metà del novecento, che è ormai perfettamente integrato nel paesaggio marino. La fauna con il muflone ed il muflone dalla testa biancaL’isola è stata da sempre meta di uccelli marini come il gabbiano, il cormorano e la berta minore; vi transitano la poiana ed il corvo imperiale, ed a volte vi nidificano anche alcuni falchi pellegrini. Vi abitava come mammifero solo il topo, la cui presenza vi aveva attratto i falchi pellegrini. alla metà dell’ottocento, allo scopo di realizzare una riserva di caccia, vi venne introdotto, prelevandolo dal Monte Albo, il Muflone, Ovis Musimon, progenitore della pecora domestica. È l’unica pecora selvatica vivente in Europa, specie autoctona della Sardegna dove viene chiamato Su mugrone o Sa mugra, che si trova con caratteristiche un po diverse anche in Corsica. Non supera i 70 centimetri di altezza al garrese e i 50 chili di peso, è ricoperto da pelo bruno o rossastro corto, con peli più lunghi sul petto dove formano una specie di criniera. Il ventre, il muso e la parte inferiore delle zampe sono biancastre. Nella specie sarda solo il maschio porta le corna che possono raggiungere gli 80 centimetri di lunghezza, ricurve indietro e verso il basso. Il muflone vive in branchi sotto la guida di una vecchia femmina, che segnala al branco l’avvicinarsi di un pericolo, lanciando un caratteristico grido d’allarme. Negli anni trenta l’isola è stata affittata da un pastore di Buddusò, che ha cominciato a portare le sue pecore in primavera in transumanza nei pascoli costieri di Golfo Aranci e sull’isola. Per evitare possibili commistioni con la ventina mufloni presenti, vi venivano traghettate solo femmine impuberi con pochi maschi, ma questa precauzione non è riuscita a evitare comunque qualche Incidente. Così dagli anni ’40 si individuano alcuni mufloni con chiazze bianche anomale sul mantello, soprattutto sul collo, più estese nelle femmine rispetto ai maschi. Ed ancora oggi vivono allo stato brado alcuni esemplari di questo ibrido che viene chiamato Muflone dalla testa bianca. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo la Costa a nord di Olbia iniziando con la visita del golfo di Marinella e di Porto Rotondo, per recarci poi a Cugnana. Dopo una deviazione a San Pantaleo, pittoresca frazione Olbia, ci recheremo verso Portisco.
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