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La costiera a nord di Olbia dal Golfo di Marinella a Porto Rotondo, con Cugnana, San Pantaleo ed infine PortiscoDopo la deviazione all’interno della Gallura, in questa tappa del nostro viaggio, visiteremo la Costa a nord di Olbia iniziando con la visita del golfo di Marinella e di Porto Rotondo, per recarci poi a Cugnana. Dopo una deviazione a Pan pantaleo, tipica frazione Olbia, ci recheremo verso Portisco. La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale. Lungo la costiera a nord di Olbia verso Porto RotondoPer raggiungere il golfo di Marinella, che abbiamo già visto nella precedente tappa in cui abbiamo visitato Golfo Aranci, usciamo da Olbia sulla SS125 Orientale Sarda in direzione nord verso Palau. Da Olbia alla sua frazione MarinellaDopo circa cinque chilometri e quattrocento metri, prendiamo verso destra la SP16 in direzione di Golfo Aranci. Seguiamo questa strada e, dopo sei chilometri e duecento metri, troviamo sulla sinistra la deviazione per il Golfo di Marinella, molto bello ma con un esagerato sfruttamento turistico che rischia di rovinare del tutto la bellezza del paesaggio, mentre proseguendo dritti si continuerebbe sulla SP16 in direzione di Golfo Aranci. Percorsi trecentocinquanta metri sulla strada verso il golfo di Marinella, arriviamo a una rotonda dove, prendendo a destra, la strada che porta in località villa Eucaliptus che porta verso punta Marana e Cala reale, mentre proseguendo dritti prendiamo la via Marinella, che ci porta nella frazione Marinella (altezza metri 8, distanza 14.4 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 102). Presa la via Marinella, dopo quasi duecentocinquanta metri, troviamo sulla destra la via su Casotto, la seguiamo e prendiamo una sterrata di trecento metri ci porta all’ampia spiaggia la Marinella, che dista quindici chilometri da Olbia e soli quattro chilometri da Porto Rotondo.
La località Palumbalza con il suo porticcioloLungo la costa a nord della spiaggia, che risale verso Porto Rotondo, a circa due chilometri da quest’ultimo, si trova la località Palumbalza, alla quale si arriva proseguendo lungo la via Marinella per circa novecento metri, svoltando a destra in via Palumbalza, seguendola per duecentotrenta metri, e prendendo a destra la continuazione di via Palumbalza, che seguiamo per altri quattrocento metri. Qui si trova il Porticciolo di Palumbalza detto anche Porto Oro si tratta di un porticciolo privato di forma circolare per meno di 50 posti barca, senza pompa carburante, collegato al mare tramite un canale lungo cinquanta metri e largo 15, che ha uno sviluppo di banchine di 300 metri. Questo porticciolo è molto riparato dai venti. Dalla frazione sole Ruiu alla chiesa campestre di San GemmaTornati indietro sulla SS125 Orientale Sarda, la riprendiamo verso nord e dopo meno di un chilometro arriviamo a una rotonda chiamata la rotonda Pili ’Ezzu, dalla quale parte sulla destra la SP73 dell’area del Consorzio Costa Smeralda. Se qui, alla rotonda, invece, proseguiamo lungo la SS125 verso nord, dopo quasi quattro chilometri troviamo la deviazione sulla sinistra in via sole Ruju, che, in poco più di un chilometro, ci porta alla frazione Olbia denominata frazione sole Ruiu (altezza metri 201, distanza 14 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). All’interno della frazione si trovano il villaggio e le case vacanze omonimi. Dalla località sole Ruju prendiamo la strada verso sud, dopo settecentocinquanta metri svoltiamo a destra e, dopo centosettanta metri, prendiamo, verso sinistra, la via Plebi, che porta in direzione del monte Plebi, sul quale si trova la miniera inattiva di amianto. Percorsa la via Plebi per due chilometri e mezzo, arriviamo a un bivio, dove prendiamo leggermente sulla sinistra la strada che, in trecento metri, ci porta a trovare la deviazione sulla destra, che, in una trentina di metri, ci fa arrivare di fronte alla chiesa campestre di San Gemma. Presso questa chiesa, la terza domenica di agosto si svolge la Festa della Madonna delle Grazie, i cui festeggiamenti, della durata di due giorni, si svolgono presso la piccola chiesa campestre posta subito dopo la cima di Monte Plebi. Dopo le cerimonie freligiose, si svolgono balli sul sagrato antistante la chiesa, accompagnati da musica e canti tradizionali. Per questa festa, la chiesa viene chiamata anche chiesa di Nostra Signora delle Grazie. Passata la frazione casagliana arriviamo alla frazione Cantone SaraghinuEvitando la deviazione per la località sole Ruju, percorso ancora un chilometro e duecento metri, raggiungiamo la frazione Olbia denominata frazione casagliana (altezza metri 84, distanza 16.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Proseguendo ancora sulla SS125 Orientale Sarda, dopo cinque chilometri e duecento metri arriveremo a prendere sulla destra la via Stazzu Saraghinu, che ci porta nella frazione Cantone Saraghinu (altezza metri 29, distanza 17.8 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). La frazione Olbia denominata Rudalzaalla rotonda Pili ’Ezzu sulla SS125 Orientale Sarda, giriamo a destra sulla SP73 dell’area del Consorzio Costa Smeralda, che percorriamo per un chilometro e settecento metri, poi svoltiamo a destra sulla SP99, chiamata anche viale Rudalza, e, dopo due chilometri e nevecento metri, troviamo una rotonda con la deviazione, verso nord, in monte ladu, per Rudalza. Vera e propria frazione del comune di Olbia è la frazione Rudalza (altezza metri 46, distanza 13.2 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 288), che si estende tra la parte occidentale del golfo di Cugnana e il golfo di Marinella e confina con Olbia disrante nove chilometri, con Porto Rotondo che dista solo tre chilometri, e con Golfo Aranci distante nove chilometri. Rudalza è divisa solamente dalla linea ferroviaria dai complessi residenziali della Marinella, ed è raggiungibile anche con la ferrovia, sulla linea che collega Olbia con Golfo Aranci. La chiesa di Sant’Antonio da Padova a RudalzaTornati alla rotonda sul viale Rudalza, prendiamo la deviazione verso sud, in via Sant’Antonio e Isidoro, che, ci porta nella periferia sud del paese chiamato Rudalza. Percorsa per quasi duecento metri, una deviazione sulla sinistra, in una cinquantina di metri, ci porta nel parco di Sant’Antonio, al centro del quale si trova la chiesa di San’Antonio da Padova costruita nel 1929 in seguito ad un contributo straordinario, concesso da papa Pio XI per la costruzione di case parrocchiali e Chiese in Sardegna e nel meridione d’Italia. alla fine della terza settimana di agosto nella località di Rudalza si svolgono Festeggiamenti in onore di Sant’Antonio di Rudalza e Sant’Isidoro a Cabidanni, che veniva festegiato alla fine dell’anno agrario. Le celebrazioni sacre e profane, sin dai primi anni Ottanta, si svolgono la prima domenica dopo Ferragosto mentre, fino ad allora, si tenevano all’inizio di settembre. I simulacri dei due Santi, Antonio e Isidoro, circondati dalle bandiere votive, vengono stati portati a spalle dai fedeli sino alla rotatoria sulla strada provinciale. La fermata ferroviaria di Rudalza e Porto RotondoPassata la chiesa, proseguendo verso sud per circa quattrocentocinquanta metri lungo la via Sant’Antonio e Isidoro, arriviamo a un sottopasso che ci fa transitare sotto la linea ferroviaria, poi prendiamo a sinistra ed arriviamo alla Fermata ferroviaria di Rudalza e Porto Rotondo una stazione di categoria Bronze posta sulla linea ferroviaria a scartamento ordinario denominata Dorsale Sarda in direzione di Golfo Aranci, dopo la stazione di Olbia e la stazione dismessa di Olbia Marittima isola Bianca, e prima della stazione di Marinella. Dalla stazione di Rudalza si può raggiungere in treno Sassari, con cambio ad Olbia e successivamente a Chilivani. Dalla stazione di Rudalza, a pochi minuti a Porto Rotondo, si può raggiungere la splendida spiaggia di Cala Sabina, situata tra la spiaggia di Marinella ed il promontorio di Capo Figari, che abbiamo descritto nella precedente tappa del nostro viaggio. La frazione turistica di Porto RotondoProseguendo verso nord oltre la frazione Rudalza, la via monte ladu ci conduce a Porto Rotondo, che raggiungiamo dopo poco più di tre chilometri. Anche Porto Rotondo è una frazione Olbia, non siamo ancora nell’area del Consorzio Costa Smeralda ma già a Porto Rotondo si comincia a respirarne l’aria. La frazione Porto Rotondo (altezza metri 7, distanza 16.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 305) è un importante insediamento turistico realizzato nel comune di Olbia sull’onda del successo dell’area del Consorzio Costa Smeralda, al centro della penisola di Rudalza, in un’area ricca di tafoni, ossia rocce cave dove recentemente sono state rinvenute interessanti ceramiche preistoriche. Origine del nomeIl suo nome deriva dalla struttura urbanistica, che prevede la realizzazione dell’insediamento turistico intorno all’insenatura del porto, che è caratterizzato dalla sua forma rotondeggiante. Brevi cenni storiciNato inizialmente a imitazione del villaggio di Porto Cervo, a partire dal 1963, per volontà dei due fratelli veneziani donà delle Rose, che vollero ricreare in Sardegna l’atmosfera della città di Venezia con i suoi ponti sospesi sulle acque. Porto Rotondo si è venuto a sviluppare nel decennio successivo crescendo in modo disordinato ed occupando gran parte del promontorio di Punta di Volpe, tra rocce granitiche e macchia mediterranea. A Porto Rotondo sono stati realizzati diversi locali alla moda, quali il Black Moon ed il Black Sun, il Charro Cafè, il Country Club, il Mantra, il Penta, il Rha, la Tartaruga. Visita del centro dell’insediamento turistico di Porto RotondoPer visitare il paese, entriamo nel borgo turistico che si sviluppa sulla sinistra della strada che porta alla Punta di Volpe. Ci entriamo da via monte ladu provenendo da Rudalza, che, dopo le prime case dell’abitato, arriva a una grande rotonda chiamata rotonda delle Colonne Romane, dalla quale si può prendere la prosecuzione a destra o a sinistra. La piazza Quadraalla rotonda delle Colonne Romane, alla quale ci ha portato la via monte ladu, prendiamo a destra ed arriviamo, in meno di cento metri, a una seconda, più piccola, rotonda, dalla quale partono sulla destra la via della Cava del Tom, e sulla sinistra la via Porto Rotondo. Prendiamo quest’ultima e la seguiamo per circa trecento metri, dopo di che prendiamo la traversa sulla sinistra che ci porta, in un’ottantina di metri, alla Piazza Quadra nata come zona di parcheggio in uno dei punti nevralgici dell’abitato. La piazza, grazie alla sua posizione strategica ed alle numerose attività commerciali, rimane un punto di riferimento per le attività commerciali molto vivace. La chiesa parrocchiale di San LorenzoTornati sulla via Porto Rotondo, dopo una cinquantina di metri prendiamo verso destra, ossia verso nord, la via Riccardo Belli, la percorriamo per circa cento metri, poi svoltiamo a destra in via Mario Cerioli ed arriviamo di fronte alla chiesa di San Lorenzo che si trova alla sinistra della strada, ed è la chiesa parrocchiale di Porto Rotondo. Si tratta di una chiesa dalle forme moderne in granito a vista, con il tetto a forma di carena di nave, che unisce la tradizione con splendidi incastri di granito e legno. L’altare è stato realizzato da Andrea Cascella, e l’interno è decorato da sculture sagomate in legno di pino di Russia realizzate dallo scultore Mario Ceroli tra il’69 ed il’75 del novecento, che rappresentano figure storiche del villaggio. L’Anfiteatro Mario CeroliRitornati indietro sulla via Porto Rotondo, percorriamo un’altra cinquantina di metri e vedamo, alla sinistra della strada, il grande Teatro all’aperto nato da un’idea dello dallo scultore chietese Mario Ceroli e realizzato nel 1995 dagli architetti Gianfranco Fini e Marina Sotgiu. È formato da una gradinata semicircolare di granito grezzo della Gallura, da un colonnato e da un palco in legno con un fondale fisso in muratura, con finestre ad arco ed architrave. Sono evidenti i richiami ai teatri dell’antichità. Le spiagge lungo la costa del promontorio di Punta VolpeSe, dalla via Porto Rotondo, invece di entrare in paese, proseguiamo diritti, troviamo alcune delle principali spiagge di Porto Rotondo. La via Porto Rotondo, passato il Teatro all’aperto, termina a circa seicento metri dalla rotonda Colonne Romane, e prosegue su via punta Volpe. Percorsi settecento metri lungo la via punta di Volpe, arriviamo alla strettoia all’ingresso del promontorio di Punta Volpe. Poprio ai lati della strada, sulla destra si trova la spiaggia delle Alghe, mentre sulla sinistra si sviluppa la spiaggia dei Sassi.
Proseguendo lungo la costa, a nord della spiaggia dei Sassi si trovano la spiaggia di Shirley Bassey e, ancora più a nord, la spiaggia la Rusca chiamata anche spiaggia Hruska. Seguendo via punta Volpe fino alla fine, arriviamo all’estremo nord del promontorio di Punta Volpe, chiamato un tempo Iscia Segada. alla sinistra della punta si trova la spiaggia di Punta Volpe. Torniamo nel centro di Porto Rotondo, da piazza San Marco, che si affaccia direttamente sul Porto Turistico, prendiamo la via della Passeggiata del Porto verso sinistra, ossia in direzione ovest, la strada fiancheggia tutta la zona del porto, prima verso sud e poi, costeggiando il lato sud del porto, risale verso nord. Proseguendo per settecento metri, la strada prosegue verso sinistra in via Andrea Campesi, che, dopo un centinaio di metri, continua su via della Marina. Percorsa per una quarantina di metri, prendiamo a destra la via del Sagittario, la seguiamo per una quarantina di metri, al bivio prendiamo verso sinistra la strada che, dopo una sessantina di metri, sbocca sulla via della Bilancia, che, presa verso destra e percorsa per poco più di centocinqianta metri, ci porta a vedere, alla sua sinistra, la Spiaggetta di Rudargia. La piazza San Marco, cuore della vita di Porto Rotondo, e le altre piazza del centroDalla piazza Quadra, prendiamo verso nord la via del Molo, che ci porta fino alla zona portuale. La via del Molo sbocca sulla via della Passeggiata del Porto che fiancheggia tutta la zona del porto. Presa verso destra, ci porta alla Piazza San Marco intorno alla quale è costruito tutto il centro di Porto Rotondo, e che nel nome ricorda la città di Venezia. Si tratta di una piazza rotonda disegnata dallo scultore pescarese Andrea Cascella, circondata dagli edifici ed aperta in direzione del mare. Decorata da grandi conci di granito a cerchi concentrici, ha, al centro, una scultura che le da profondità. Rappresenta il cuore del centro storico e ne costituisce il principale punto di incontro per abitanti e turisti, circondata dagli edifici che vi si affacciano, da numerose attività commerciali, e dall’Hotel Colonna San Marco, costruito su un progetto dell’architetto alessandrino Giovanni Gamondi. Collocata a ridosso della piazza San Marco, alla sua destra gurdando verso il mare, si trova la Piazzetta della Darsena Vecchia disegnata dall’architetto Giancarlo Sangregorio, che ha come particolarità l’utilizzo di tre diversi materiali: granito rosa, granito grigio e trachite. Proseguendo lungo la passeggiata del porto, sulla destra la scalinata della Casbah ci porta nella Piazzetta della Casbah cui si può accedere anche dalla piazza della Vecchia Darsena, considerata il salotto di Porto Rotondo, sotto i cui portici si alternano graziosi negozietti dove è impossibile astenersi da fare shopping, costituisce un punto di passaggio obbligato per la passeggiata degli abitanti e dei turisti, ed è un piccolo gioiello, frequentatissima proprio per i piccoli e caratteristici negozi. In prossimità della Vecchia Darsena e la Casbah, si trova anche la Piazzetta dei Deiana di recente costruzione, che ospita anch’essa caratteristici negozi. Il Porto Turistico di Porto RotondoLa piazza San Marco si affaccia direttamente sul Porto Turistico sempre colmo di barche da diporto, realizzato nella ampia insenatura tondeggiante che da il nome a Porto Rotondo. È un porto molto frequentato che dispone di 634 posti barca, con possibilità di rifornimento di acqua e carburante in banchina. Il porto è costeggiato dalla passeggiata del Porto, che arriva, in circa quattrocento metri, fino alla piazzetta del Porto. Vicino al porto si trova l’Hotel SportingPresa la passeggiata del Porto, la seguiamo per duecentocinquanta metri poi prendiamo una deviazione sulla destra che ci conduce all’interno e, in poco più di un centinaio di metri, sbocca sulla via Clelia donà dalle Rose, sulla quale si affaccia l’Hotel Sporting.
Verso la punta Nuraghe di trova la bella spiaggia di IraProprio all’ingresso di Porto Rotondo, alla grande rotonda Colonne Romane, se invece di proseguire dritti verso punta Volpe prendiamo a sinistra via punta Nuraghe, che, dopo cinquecentocinquanta metri, diventa via Giovanni Bonanno. La seguiamo per cinquecento metri ed arriviamo ad un ampio parcheggio, distante un centinaio di metri dall’arenile raggiungibile a piedi. Sulla destra della strada si trova la spiaggia di Ira, ed alla sinistra della strada si trova alla Spiaggetta di Punta Nuraghe che vedremo più avanti. Dopo altri duecento metri, si arriva alla Punta Nuraghe, ove sorge un Nuraghe millenario, ed è un promontorio che divide il golfo di Porto Rotondo da quello di Cugnana. Sul golfo di Cugnana si affaccia la spiaggetta di Punta NuragheArrivati al parcheggio, alla sinistra della strada che ci porta alla punta Nuraghe si trova la Spiaggetta di Punta Nuraghe, che si affaccia sul golfo di Cugnana. A sud della spiaggetta di Punta Nuraghe si trova la spiaggia di Punta AsfodeliAffacciata sul golfo di Cugnana, un poco più a sud della spiaggetta di Punta Nuraghe, si trova la Baia degli Asfodeli. Per raggiungerla, dalla rotonda delle Colonne Romane, dobbiamo riprendere la via monte ladu, verso sud, in direzione di Rudalza. La seguiamo per un chilometro ed ottocento metri, e prendiamo verso sinistra la via Iscia Piumica, che, in novecento metri, ci porta alla spiaggia, che si trova alla sinistra. La spiaggia di Punta Asfodeli si affaccia proprio di fronte al porticciolo di Marina di Cugnana, che vedremo più avanti. Nel febbraio 2016 è stato depositato davanti al TAR della Sardegna il ricorso dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico contro l’autorizzazione per la realizzazione di un pontile galleggiante e opere connesse, dato che la piccola baia è già interessata da una struttura di servizio alla nautica con pontile, e nelle sue acque sono presenti numerosi esemplari di Pinna Nobilis, ossia delle cosiddette Nacchere, che sono tutelate dalla direttiva CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora. La baia appartiene al demanio marittimo ed è tutelata con specifico vincolo paesaggistico, nonché con vincolo di conservazione integrale. A Porto Rotondo si trova la famosa villa la Certosa di Silvio BerlusconiSul promontorio dove si sviluppa l’insediamento turistico di Porto Rotondo, si trova la famosa Villa la Certosa una delle più importanti residenze estive di Silvio Berlusconi. Per raggiungerla, dove la via Porto Rotondo diventa via punta Volpe, seguiamo quest'ultima per quasi duecento metri, svoltiamo leggermente a destra e prendiamo via punta lada, la seguiamo per circa un chilometro, all’incrocio prendiamo a sinistra per rimanere in via punta lada, dopo centocinquanta metri svoltiamo tutto a destra e prendiamo via della Certosa, che, in circa cinquecento metri, ci porta alla villa. L’acquisizione del terreno sul quale è stata edificata la villa nasce sull’onda del successo dell’area del Consorzio Costa Smeralda, dalla fine degli anni ’60 del novecento, quando numerosi imprenditori d’assalto iniziano a concentrare le loro speculazioni sulla Sardegna, ed in particolare sulla costiera di Olbia. Si è trattato di una gran brutta storia di amicizie pericolose e speculazione edilizia, tra massoneria e malaffare. Da quel progetto entra nelle disponibilità di Silvio Berlusconi un terreno del faccendiere Flavio Carboni a Punta lada, sul lato orientale del promontorio su cui sorge il paese chiamato Porto Rotondo, sulla quale verrà edificata la famosa villa la Certosa. Negli anni della sua seconda Presidenza del Consiglio, Berlusconi fa effettuare nella villa numerosi lavori, che sono da anni oggetto di aspre critiche, soprattutto perché sarebbero state effettuate modifiche all’interno di un’area soggetta a protezione ambientale, sui quali non è possibile neppure alla magistratura effettuare accertamenti, dato che il governo Berlusconi li protegge con il segreto di Stato. Nel parco di sessanta ettari di prato a pascolo che circonda la villa, che tra l’altro è dotata anche di un bunker antinucleare, vengono realizzati un Teatro greco-Romano, un Campo da Calcio, la statua della donna: cavallo, l’angolo dei Dolmen, la piscina con acqua di mare a forma di palma per la talassoterapia con intorno i cactus, piante inesistenti in Sardegna, ed inoltre finti Nuraghi, ed un laghetto artificiale con un’isoletta. Inoltre la cosiddetta collina dei pensieri, una collina artificiale alta dieci metri realizzata con milioni di metri cubi di terra, che permette di godere dalla panchina posta sulla sommità lo straordinario panorama di Punta Volpe. Il 19 marzo 2005 un centinaio di attivisti del movimento indipendentista sardo nonviolento IRS, Indipendèntzia repùbrica de sardigna, entra pacificamente a villa la Certosa, la residenza protetta da segreto militare, per affermare la sovranità del popolo sardo su ogni angolo di Sardegna. Nell’ultimo periodo della seconda Presidenza del Consiglio di Silvio Berlusconi, viene fotografato un cantiere, quasi sicuramente abusivo, per la realizzazione di un tunnel in riva al mare, una struttura di tubi Innocenti ripresa dai fotografi dalla distanza, che nasconde grandi benne, escavatori, ed una grotta naturale verrebbe allargata, rivestita, attrezzata, forse percorsa da un ascensore, per collegare le stanze della villa di Berlusconi a un attracco in mare. Ma gli accertamenti sono inutili, dato che c'èl’approvazione, nel novembre 2005, di una legge delega per il riordino della normativa ambientale, che prevede, per le costruzioni edificate in zone protette, un parziale condono, e che riguarda anche le opere realizzate a villa la Certosa. Inoltre, nel 2010, il piano casa della regione Sardegna, approvato dalla giunta regionale presieduta da Ugo Cappellacci, del Popolo della Libertà, permette al presidente del Consiglio di realizzare nuovi bungalow abitabili, nel complesso di villa la Certosa. Vi raccontiamo una brutta storia di amicizie pericolose e speculazione edilizia tra massoneria e malaffare che sono riportate integralmente nella pagina a lui dedicata. Verso l’ingresso dell’area del Consorzio Costa SmeraldaSulla SP73 torniamo indietro dalla deviazione per Rudalza, la riprendiamo verso San Pantaleo, ed entriamo nel golfo di Cugnana, una valle sommersa detta in lingua sarda Ria, un antico rifugio di marinai e pescatori dal tempo degli antichi Romani e per questo conosciuta come Antico Porto Romano. Lo stagno peschiera di Cugnana e il pozzo sacro di CugnanaAll’ingresso del golfo di Cugnana, sulla SP73, dopo un chilometro e settecento metri dal bivio per Rudalza, troviamo le indicazioni per raggiungere, sulla destra della strada, il grande Campeggio di Cugnana, che si affaccia sulla foce del rio di Cugnana, in un estuario paludoso di tipo lagunare, detto stagno di Cugnana che viene reso utilizzabile come peschiera. Lo stagno peschiera ha una superficie di 1.39 chilometri quadrati ed una salinità media di 30.7 practical salinity unit. Proseguendo verso nord con la SP73 per circa un chilometro, prendiamo verso sinistra, subito prima dell’Hotel Ristorante Il Timone, la via li Tauli, la seguiamo per poco meno di duecento metri, ed arriviamo, alla destra della strada, al pozzo sacro di Cugnana. In realtà il sito era già noto al comune di Olbia che ne aveva attrezzato un piccolo parco, con annesse panchine e sentierino, che arrivava proprio all’antico tempio, la cui struttura richiama quella del pozzo sacro di Sa Testa, sempre ad Olbia, ed il pozzo sacro di Milis, a Golfo Aranci. Il sito è privo comunque di segnaletica, un tempo sicuramente presente, ma non è comunque difficile da raggiungere. All’interno si trova la frazione Cugnana VerdeTornati sulla SP73, percorso circa un chilometro, troviamo alla sinistra della strada l’indicazione che ci porta all’interno, e raggiungiamo, in due chilometri e quattrocento metri, la frazione Cugnana Verde (altezza metri 196, distanza 15.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 16), una frazione Olbia nella quale sono presenti un residence, un villaggio e diverse abitazioni. Il Centro Vacanze Cugnana Verde, costruito negli anni ’80 del novecento, è composto da un migliaio di appartamenti immersi in un parco Naturale di macchia mediterranea, e, con la sua posizione panoramica dominante il Golfo di Cugnana, permette di godere di un clima sempre ventilato e di un’eccezionale vista su Porto Rotondo. Nella frazione Cugnana si trova il porticciolo della Marina di CugnanaProseguendo centocinquanta metri lungo la SP73, arriviamo nella frazione Cugnana (altezza metri 16, distanza 13.2 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Presa sulla destra, seguendo le indicazioni, la strada che si muove quasi parallela alla SP73, arriviamo sulla costa, dove si trovano le banchine del pontile di attracco per barche e gommoni, che nel loro insieme costituiscono il porticciolo della Marina di Cugnana realizzato nella parte sud ovest del Golfo di Cugnana, costituito da pontili galleggianti e quindi non protetto da moli dedicati all’ormeggio delle imbarcazioni. L’insenatura del golfo di Cugnana, per la sua particolare natura, rappresenta la rada più sicura della zona marittima che va da Golfo Aranci a Poltu Quatu, e le uniche problematiche per i naviganti sono la bassa profondità e la presenza della peschiera in concessione a privati. Nelle immediate vicinanze della Marina di Cugnana c’è il Nottambula, uno del locali più alla moda dall’ambiente giovanissimo e frizzante, affollatissimo d’estate, tra i preferiti dai giovani olbiesi. La frazione Olbia denominata Milmeggiu e la frazione Aglientina con la chiesa campestre di Santa ChiaraPassata Cugnana, proseguendo sulla SP73 dopo poco più di due chilometri troviamo il bivio al quale, sulla destra, parte la SP94 dell’area del Consorzio Costa Smeralda. Proseguiamo, invece, a sinistra, sempre sulla SP73, andando in direzione di San Pantaleo. Dopo un chilometro e duecento metri, troviamo sulla destra la deviazione che, in circa duecento metri, ci porta alla frazione Milmeggiu (altezza metri 68, distanza 20.8 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 11), una piccola frazione Olbia. Proseguendo sulla SP73 per circa settecentocinquanta metri, arriviamo nella frazione Aglientina (altezza metri 114, distanza 17.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), dove una deviazione sulle destra della strada, ci porta in uno spiazzo sul quale si affaccia la chiesa campestre di Santa Chiara. Presso questa chiesa, la prima domenica di giugno si svolge la Festa di Santa Chiara, i cui festeggiamenti, che si svolgono in una piccola piccola chiesa nella località di Milmeggiu a pochi chilometri da San Pantaleo, durano due giorni e prevedono balli di liscio, canti folcloristici. Passata la località Aglientina, alla sinistra della strada si può vedere il tipico Hotel Rocce Sarde, in una posizione d’assoluto privilegio che lo rende un luogo particolarmente felice ed unico, dato che da una collina, sovrastata dalla macchia mediterranea, si affaccia sul golfo di Cugnana, e, quasi fosse un antico convento, appare sereno, tra i graniti rosa, custodi una straordinaria tranquillità. Arriviamo a visitare San Pantaleo che è una pittoresca frazione OlbiaDa qui proseguiamo sulla SP73 verso San Pantaleo, che raggiungiamo a quasi quattro chilometri da Milmeggiu, lungo una strada che, man mano che ci avviciniamo, diventa sempre più bella passando tra le alte rocce di granito tipiche della Gallura. Tra gli altri, si vede il massiccio della Cugnana, un massiccio granitico che raggiunge i 649 metri di quota e domina tutto il golfo omonimo. Dalla sua cima è possibile ammirare gran parte della Gallura, l’arcipelago di la Maddalena fino alla Corsica, ed il suo versante orientale presenta una distesa di macchia impenetrabile, formata prevalentemente da cisto e ginestra, mentre il versante occidentale ospita soprattutto boschi di quercie e ulivi. Le suggestive formazioni granitiche che giungono a ridosso dell’abitato di San Pantaleo comprendono, da nord a sud, la punta Sant’Andrea di 336 metri, la punta Pelchia Manna di 421 metri, la punta Muvrone di 451 metri, e la punta Balbacanu. Arriviamo alla frazione San Pantaleo (altezza metri 176, distanza 21.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 654), una pittoresca frazione Olbia, interamente realizzata in puro stile gallurese nell’ottocento intorno a una chiesa campestre, divenuta parrocchia a partire dal 1895, e ad un piccolo stazzo sotto gli alti monti omonimi, culminanti nella punta Mucrone, che si affacciano fino quasi sul paese. L’artigianato di San Pantaleo, conosciuto anche al di fuori della Sardegna, produce ed esporta i suoi manufatti in legno, ferro e ceramica, in tutto il mondo. San Pantaleo rappresenta un piacevole luogo di villeggiatura per chi vuole evitare la confusione della costa. Ci si può muovere, infatti, da questo paese per visitare interno e coste della Gallura. Proprio ispirandosi allo stile gallurese che trova in San Pantaleo la sua più significativa espressione, è stata realizzata nella metà degli anni ’60 del novecento l’architettura di Porto Cervo, e più in generale delle diverse località dell’area del Consorzio Costa Smeralda. La chiesa parrocchiale dedicata a San Pantaleo MartireEntrando nell’abitato, la SP73 assume il nome di via Zara. Seguendo questa strada, arriviamo in piazza Arborea, dalla quale parte sulla sinistra la via della basilica, che porta al centro dell’abitato, dove, in piazza della chiesa, si vede la facciata della chiesa dedicata a San Pantaleo Martire che è divenuta la chiesa parrocchiale della frazione a partire dal 1895. Il culto di San Pantaleo, medico personale dell’Imperatore Galerio, che subì il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano, ha radici profonde in Sardegna. Insieme ai Santi Cosma e Damiano, viene considerato patrono dei medici e delle ostetriche. È considerato uno dei quattordici Santi ausiliatori, ossia che vengono invocati contro le infermità di consunzione. Ogni anno in tre giorni intorno al 27 luglio, ricorrenza della sua morte, a San Pantaleo, presso la chiesa parrocchiale, si svolge la Festa di San Pantaleo, una Festa che, dopo le cerimonie religiose, prevede spettacoli diversi e danze tradizionali. Nella piazza della chiesa si trova il ristorante Giagoni in piazzaAl centro dell’abitato di San Pantaleo, nella piazza della chiesa, si trova il ristorante Giagoni in piazza.
A ovest di San Pantaleo si trova la chiesa campestre di Santu Micali d’Alzachena ossia di San Michele ArcangeloDalla rotonda sulla SS125 Orientale Sarda, proseguendo per circa un chilometro e cento metri, subito prima di incontrare l’Ippodromo di San Pantaleo, troviamo sulla destra della strada l’ingresso del Parco di Santu Micali o di San Michele, all’interno del quale si trova la chiesa campestre omonima. Secondo la tradizione la costruzione della chiesa campestre di Santu Micali d’Alzachena ossia di San Michele Arcangelo, risalirebbe alla fine del settecento, quando i Saraceni infestavano le coste con frequenti razzie nelle quali catturavano uomini, donne e bambini della zona di Monti di Mola, l’attuale Porto Cervo. Questi, durante la prigionia, avrebbero scoperto che i Saraceni veneravano anche San Michele, al quale avrebbero fatto un voto, ed in seguito, in segno di ringraziamento per la Libertà riconquistata, avrebbero eretto la chiesa, che si trova in territorio di Arzachena, anche se appartiene ecclesiasticamente alla parrocchia di San Pantaleo. L’edificio, ad una sola navata, ha il pavimento in cotto ed il soffitto costruito con travi di castagno e ginepro, con interposti mattoni rossi. Nell’altare è collocata la statua di San Michele, e nella parete destra è sistemata un’altra statua del Santo che viene portata in processione durante le feste. Nella chiesa campestre si celebra l’8 maggio la Festa di San Michele Arcangelo. Vi si celebra inoltre, il 16 maggio, la Festa dedicata alla Vergine, organizzata esclusivamente Da li femini, ed infine una terza Festa il 29 settembre. Sull’altro lato della strada statale, a breve distanza dalla chiesa, una stradicciola portava al vecchio Cimitero di San Michele chiamato Lu Chiappittu, demolito nel 1958 per edificare un nuovo Cimitero. Il Petra Segreta resortDal centro di San Pantaleo, in piazza Arborea svoltando a sinistra sulla stretta discesa di via del Volontariato, alla rotonda prendendo la terza uscita che è la via Saraghinu, seguendo i cartelli. Dopo poche centinaia di metri svoltando a sinistra in via Buddeu, poi, seguendo i cartelli, seguendo la strada di Buddeo per circa e chilometri, fino a raggiungere il Petra Segreta resort. Ci si poteva arrivare anche arrivando con la SS125 Orientale Sarda, lungo la quale, duecentocinquanta metri prima della deviazione per la chiesa campestre, si trova a destra la deviazione per la località litarru Ruju. La seguiamo per quattrocento metri, poi deviamo a destra, dopo ottocento metri ancora a destra ed, in quattrocentocinquanta metri, raggiungiamo l’Hotel. Il ristorante Il Fuoco Sacro premiato dalla Guida Michelin con una stella ed al quale il Gambero Rosso ha assegnato le Due ForchetteL’importante ristorante Il Fuoco Sacro, ospitato all’interno del Petra Segreta resort, è uno dei sei ristoranti sardi premiati dalla Guida Michelin con una stella ed al quale il Gambero Rosso ha assegnato le Due Forchette. A quasi una quindicina di chilometri si trova la frazione PirazzoluProseguendo in direzione nord lungo la SS125 Orientale Sarda verso la località litarru Ruiu, dopo quasi un chilometro alla rotonda prendiamo la terza uscita che ci porta verso sinistra sulla SP14, la seguiamo per quasi quattro chilometri e mezzo ed arriviamo a un’altra rotonda, dove prendiamo la terza uscita che ci fa imboccare la SS427 della Gallura centrale. La seguiamo verso sud per poco più di sette chilometri, e prendiamo verso destra la deviazione che ci porta nella frazione Pirazzolu (altezza metri 172, distanza 33.4 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), quasi al confine con il territorio Comunale di Sant’Antonio di Gallura, nella quale si trova lo Stazzo Pirazzolu. A nord est di San Pantaleo verso montecanaglia si trova la chiesa campestre di San Salvatore da HortaDal centro di San Pantaleo prendiamo la SP73 verso est, in direzione di Portisco, e, dopo trecento metri, passato sulla sinistra il ristorante Pizzeria Da Nico, prendiamo a sinistra la via Zara vicolo C. La seguiamo per due chilometri ed arriviamo a un bivio, dove prendiamo verso detra la strada in direzione di montecanaglia, frazione del comune di Arzachena. La seguiamo per un chilometro e quattrocento metri, e troviamo alla sinistra della strada, su un rialzo, la chiesa campestre di San Salvatore da Horta. Presso questa piccola piccola chiesa in località Cugnana, a pochi chilometri da San Pantaleo, il primo maggio si svolge la Festa si San Salvatore, per la quale i festeggiamenti durano un giorno. Tornati sulla costa imbocchiamo la strada panoramica del Consorzio Costa Smeralda che ci porta a PortiscoPassata Cugnana, proseguendo sulla SP73, dopo circa tre chilometri abbiamo trovato il bivio che, sulla sinistra, proseguendo la SP73, ci ha portati a Milmeggiu, la località Aglientina, e San Pantaleo. Qui imbocchiamo, invece, sulla destra, la SP94, nota anche come strada panoramica del Consorzio Costa Smeralda, e dopo cento metri troviamo l’indicazione per Portisco, Cala di Volpe e Porto Cervo. Svoltiamo a destra, dovesu una roccia è descritta la località, e la strada ci porta nella frazione Portisco (altezza metri 14, distanza 16.6 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 17), una frazione Olbia che, benché non fosse una località molto popolata, negli ultimi anni si è fatta conoscere a livello nazionale grazie soprattutto alla sua posizione strategica, a metà strada tra le due località più importanti della costa, vale a dire tra Porto Rotondo e Porto Cervo. residence e ville di Lussuose occupano il suo territorio, in gran parte popolato da numerosi stabilimenti balneari. Dopo la deviazione a destra, percorsa la strada per altri cento metri arriviamo a un bivio, dove, prendendo a destra, in alcune centinaia di metri arriviamo a Marina di Portisco dove è presente anche un Porto Turistico in grado di ospitare 589 imbarcazioni, con tutti i principali servizi, situato in buona posizione proprio all’imbocco del fiordo che costituisce il golfo di Cugnana, che viene utilizzato anche dai mega yacht che navigano per l’area del Consorzio Costa Smeralda. Al bivio prendendo, invece, a sinistra, dopo ottocento metri arriviamo vicino ai campi sportivi di Portisco, ad est dei quali si trova la bella spiaggia di Portisco, che è delimitata a nord da una lingua rocciosa sulla quale è presente altra parte dell’insediamento turistico di Portisco, e dall’isolotto di Portisco. Sul retro della spiaggia si trovano i Campi sportivi di Portisco, mentre di fronte all’abitato di Portisco si trova l’Isolotto di Portisco sul quale è presente una piccola spiaggetta. Entriamo nell’area del Consorzio Costa Smeralda e incontriamo le sua prime spiaggeDa Portisco, che avevamo incontrato alla fine della tappa precedente, torniamo sulla SP94, nota anche come strada panoramica del Consorzio Costa Smeralda. A un chilometro e cento metri da dove abbiamo imboccato la SP94, passata la deviazione per Portisco, e, prima di arrivare nella Cala Razza di Junco, alla destra della strada si trova un grande Masso di granito con il simbolo del Consorzio dell’area del Consorzio Costa Smeralda: il pur trovandoci ancora in territorio di Olbia, poco prima di entrare in quello di Arzachena, è questo il punto di ingresso nell’area del Consorzio Costa Smeralda. La spiaggia di Sa rena Bianca e le spiagge di Razza di Juncu o di Giunco sud e nordPiù a nord rispetto all’insenatura nella quale si trova la frazione Portisco con la sua spiaggia, si apre un’altra baia con la spiaggia di Sa rena Bianca e le tre spiagge di Razza di Juncu o di Giunco, che si trovano a cavallo tra il territorio di Olbia e quello di Arzachena. Si tratta di quattro piccole calette, tutte collegate da un sentiero bellissimo e molto agevole, che passa attraverso la macchia mediterranea, con quattro stagni, da dove partono le piccole calette rocciose e le spiaggette di sabbia sottile candidissima, affacciatesu un mare che, a seconda dell’ora, varia dal celeste all’azzurro intenso. L’arenile ha una sabbia finissima e bianchissima, la più bianca di tutta la costa di Olbia e l’area del Consorzio Costa Smeralda, ed il mare è quasi sempre calmo, trasparente, dal celeste più chiaro nell’ampio bassofondale, al blu scuro dove è più profondo, mentre in primavera, il verde dell’entroterra si colora di bellissime fioriture. Percorsi sulla SP94 circa trecentocinquanta metri dal masso che segnaL’ingresso nella Costa Smeralda, seguendo le indicazioni, prendiamo la deviazione sulla destra e, dopo quasi cinquecento metri, arriviamo alla spiaggia di Sa rena Bianca. Dalla spiaggia di Sa rena Bianca, seguendo la costa, un sentiero ci conduce alla spiaggia sud di Razza di Juncu o di Giunco, una spiaggetta molto più piccola della precedente. Proseguendo per ottocento metri verso nord sulla SP94, subito prima del cartello indicatore dell’entrata nel territorio di Arzachena, troviamo la successiva deviazione sulla destra, che, in quasi cinquecento metri, ci porta alla spiaggia nord di Razza di Juncu o di Giunco. Arrivati a questo punto, lasciamo la costiera a nord di Olbia ed entriamo nella costiera di Arzachena, la famosa Costa Smeralda, che visiteremo nella prossima tappa del nostro viaggio. La prossima spiaggia è quella di Razza di Junco, nome che assume in territorio di Arzachena la quarta delle spiagge sopra descritte, che si trovano in parte in territorio di Olbia ed in parte in quello di Arzachena. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo la costiera di Arzachena. Entreremo nell’area del Consorzio Costa Smeralda, il tratto di costa più famoso della Sardegna, ed andremo a visitare le diverse spiagge e cale che hanno reso indimenticabili queste località. Visiteremo poi il suo capoluogo, Porto Cervo, e le ultime spiagge dell’area del Consorzio Costa Smeralda, per poi proseguire lungo il Golfo di Arzachena in direzione di Palau. | ||||||||
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