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Noragugume dove vedremo il suo centro e poi nei dintorni il famoso menhir Sa Pedra ’e Taleri


In questa tappa del nostro viaggio, entreremo nella regione storica del Marghine e visiteremo il piccolo borgo agricolo di Noragugume dove vedremo il suo centro, e poi, nei dintorni, il famoso menhir Sa Pedra ’e Taleri.

La regione storica del Marghine

La regione storica del MarghineIl Marghine (pronuncia Màrghine) prende il nome dalla omonima catena montuosa, non molto estesa ed idealmente collegata alla vicina catena del Goceano, dalla quale nascono molti fiumi tra i quali il Tirso. Il Marghine è un grande altopiano formato da colate laviche post Mioceniche ad opera dei vulcani del Montiferru. I comuni del Marghine sono: Birori, Bolotana, Borore, Bortigali, Dualchi, lei, Macomer, Noragugume e Silanus. Il Marghine presenta un paesaggio variegato, che conserva un patrimonio ambientale eccezionale. Nel Marghine e nella vicina Planargia vive, ad esempio, il grifone, in una delle ultime colonie presenti nel bacino del Mediterraneo. Una piccola parte settentrionale del Marghine si trova nella Provincia di Sassari, mentre la parte meridionale appartiene alla Provincia di Nuoro.

In viaggio verso Noragugume

Nell’ultima tappa del nostro viaggio, eravamo arrivati a Ottana, al confine tra Barbagia e Marghine. Da qui prendiamo la SP17, verso ovest per sei chilometri e mezzo, poi deviamo a sinistra sulla SP33. Dopo circa otto chilometri, troviamo sulla sinistra una deviazione sulla strada locale che ci arrivare sulla strada di circonvallazione, dalla quale prendiamo a destra ed entriamo nell’abitato di Noragugume. Dal Municipio di Ottana a quello di Noragugume abbiamo percorso 17 chilometri.

Il piccolo comune agropastorale chiamato Noragugume

Noragugume-Stemma del comuneIl piccolo borgo agropastorale di Noragugume (pronuncia Noragùgume, altezza metri 288 sul livello del mare, abitanti 286 al 31 dicembre 2021) è situato nella parte centro occidentale della Provincia di Nuoro, ai confini con quella di Oristano, in una zona collinare di tipo alluvionale, a nord est dell’altopiano basaltico di Abbasanta, a nord del lago Omodeo, a sud della catena montuosa del Marghine, affacciato sulla piana di Ottana. I collegamenti stradali sono assicurati dalla SS131 di Carlo Felice, che si trova a tredici chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale ha un profilo con variazioni altimetriche non molto accentuate, che vanno da un minimo di 141 a un massimo di 310 metri sul livello del mare.

Origine del nome

Il nome, attestato in documenti del 1341 e successivi nella forma Noracucuma, ha un’origine che non è chiara, e che, secondo gli studiosi, potrebbe appartenere allo strato linguistico protosardo. Secondo altri, il paese prenderebbe il nome da un Nuraghe a forma di pentola.

La sua economia

Noragugume ha un’economia basata sulle tradizionali attività agricole e zootecniche. L’agricoltura conserva un ruolo importante nell’economia locale, dato che si producono cereali, frumento, ortaggi, foraggi, olive, uva e altra frutta; inoltre parte della popolazione pratica l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il settore economico secondario, modestamente sviluppato, è costituito da piccole aziende che operano nei comparti estrattivo, edile e alimentare. Modesta è anche la presenza del terziario. Le strutture ricettive offrono possibilità di soggiorno ma non di ristorazione. Non è meta di rilevante afflusso turistico.

Brevi cenni storici

Il territorio è stato abitato dall’epoca preistorica, come dimostrato dai diversi monumenti quali il menhir Sa Perda ’e Taleri e i diversi Nuraghi presenti nella zona, tra i quali significativo è il Nuraghe Tolinu. Nel periodo medioevale il nome del villaggio, che fa parte del Giudicato di Torres nella curatorìa del Marghine, è Nuracogomo o Noracucuma. Successivamente passa sotto il dominio dei giudici d’Arborea e, più tardi ancora, sotto quello aragonese. Il centro storico dell’attuale borgo risale al quindicesimo secolo, e la piccola chiesa di Santa Rughe, ossia della Santa Croce, ne è un’importante testimonianza. Nel corso del diciottesimo secolo entra a far parte dei territori del Marchesato del Marghine e viene concesso in feudo ai Pimentel. Del comune di Noragugume nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Il comune di Noragugume nel 1928 viene aggregato al comune di Borore, del quale nel 1939 viene modificata, per la parte relativa a Noragugume, la denominazione da Borore a Dualchi. Il comune di Noragugume nel 1946 viene separato dal comune di Dualchi.

Le principali feste e sagre che si svolgono a Noragugume

Tra le principali feste e sagre che si svolgono a Noragugume, e che sono in grado di richiamare visitatori dai centri limitrofi, si segnalano la Festa di Sant’Antonio Abate, il 16 e il 17 gennaio; la Festa della Madonna d’Itria, il martedì successivo alla Pentecoste; il 24 giugno si celebra la Festa di San Giovanni il 25 luglio la Festa di San Giacomo, che è il Patrono del paese.

Visita del centro di Noragugume

L’abitato è immerso in un suggestivo paesaggio naturalistico, ed è interessato da espansione edilizia. Il suo andamento altimetrico è quello tipico collinare. Arriviamo a Noragugume con la SP33 e prendiamo a sinistra la strada di criconvallazione del paese.

Il Cimitero di Noragugume

Lungo la strada di circonvallazione di Noragugume che seguiamo in senso orario, percorsi circa trecentocinquanta metri dal cartello indicatore dell’abitato, prendiamo tutto a destra una strada in salita seguendo le indicazioni per il Cimitero e per il parco di San Giovanni, dopo duecento metri svoltiamo a sinistra in via San Giovanni, la seguiamo per un’ottantina di metri lasciando sulla sinistra il parco, poi, seguendo le indicazioni, imbocchiamo a sinistra una stretta strada che, in meno di un centinaio di metri, ci porta all’ingresso del Cimitero di Noragugume.

Il Campo da Calcio di Noragugume

Evitando la deviazione per il Cimitero, riprendiamo la strada di circonvallazione di Noragugime, la seguiamo per circa cinquecento metri, poi prendiamo a destra, seguendo anche qui le indicazioni per il Cimitero e per il parco San Giovanni, la via don Falchi, che ci porta all’intrno dell’abitato. Subito alla sinistra della strada si trova il Campo da Calcio di Noragugume.

Il Municipio di Noragugume

Noragugume-Municipio di NoragugumeDopo aver seguito per cento metri la via don Falchi, prendiamo a sinistra la via S’Ortu e S’Ena, la seguiamo per duecento metri, fino a dove la strada sbocca sulla via Vergine d’Itria. Prendiamo questa strada verso destra e la seguiamo per centocinquanta metri, e troviamo alla destra di questa strada la piazza 4 Novembre, nella quale, al civico numero 1, si trova l’edificio del Municipio di Noragugume, che ospita la sua sede e gli uffici in grado di fornire i loro servizi ai cittadini.

La chiesa della Beata Vergine o della Madonna d’Itria

Noragugume: chiesa della Beata Vergine o della Madonna d’ItriaDi fronte al palazzo del Municipio, al centro della piazza, si trova la chiesa della Beata Vergine o della Madonna d’Itria di impianto gotico: catalano, edificata nel 1623. La chiesa, posta al centro del paese, ha una facciata di forma rettangolare rivolta ad occidente, con un bel portale ad arco a tutto sesto in trachite rossa di stile aragonese, e sul lato destro si eleva il campanile a vela. Sul fianco destro si apre una porta laterale, che nell’architrave reca incisa la scritta S. Maria Itria 1623 e il crittogramma IHS, ossia Iesus Hominum Salvator, tra due foglie di quercia e un cherubino. L’interno è a navata unica, affiancata da due cappelle per parte, e terminante con la Cappella dell’altare principale, nella quale si trova un monumentale retablo, nella cui nicchia centrale è alloggiato il gruppo statuario della Vergine d’Itria. La copertura è un tetto a due spioventi impostato su due archi acuti. La chiesa è stata ristrutturata ne 1985, e durante tali lavori sono stati rinvenuti numerosi resti umani, con indumenti ed oggetti di particolare interesse, a testimonianza sia dell’usanza di seppellire i defunti dentro le Chiese, ma anche della maestria degli artigiani dell’epoca nel lavorare il ferro, il legno e la terracotta.

Il nome d’Itria è la contrazione di Odigitria, parola che significa Mostra la Via. Veniva così chiamato il tempio che si trovava a Costantinopoli, eretto per custodire ed onorare un quadro che raffigurava la Madonna. Non si sa come la venerazione della Madonna d’Itria sia giunta in Italia, ma si ritiene che il suo culto possa essere legato a un quadro della Vergine dipinto da San Luca Evangelista. Il culto della Vergine d’Itria a Portoscuso sembra risalire al periodo dell’attività della tonnara, ed è attestato fino dal 1630, ed il sito attuale nel quale sorge la chiesa dovrebbe corrispondere a quello, dove, nel 1655, il marchese Vivaldi Pasqua fece costruire una piccola chiesa col medesimo titolo. Il quadro raffigurante la Madonna d’Itria, secondo una tradizione popolare, era stato portato nella chiesa dove, durante un’incursione saracena, venne colpito da alcuni proietili. Dopo molti anni, il proprietario della tonnara lo portò a Genova per farlo restaurare, ma da dove il quadro non fece più ritorno a Portoscuso, ed in sua sostituzione, vi venne portato il simulacro che riproduceva la Santa.

Molto sentita è la Festa della Madonna d’Itria, che si tiene il martedì successivo al giorno della Pentecoste. Nel corso di tale Festa si svolge anche un’Ardia, ossia una corsa dei cavalieri che si lanciano al galoppo attorno alla chiesa con lo stendardo per atto devozionale, che affonda la sua identità nelle tradizioni del luogo.

La chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo

Noragugume: chiesa parrocchiale di San Giacomo ApostoloIl comune è edificato attorno alla chiesa di San Giacomo Apostolo che è la chiesa parrocchiale di Noragugume. Molto scarse sono le notizie sulla chiesa di Noragugume, se non quella della sua collocazione temporale nel seicento, ma la chiesa attuale è di nuova costruzione, edificata nel 1960. La chiesa è stata dedicata a uno dei dodici apostoli, ossia a Giacomo di Zebedeo, poi detto il Maggiore per distinguerlo dall’Apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. Giacomo è stato il primo degli Apostoli a subire il martirio, a Gerusalemme, tra il 42 e il 44 dopo Cristo.

La Festa di San Giacomo Apostolo, che è la Festa patronale di Noragugume, si celebra ogni anno il 25 di luglio.

La chiesa della Santa Croce

Proseguando lungo la fiancata destra della chiesa parrocchiale, in direzione della via Roma, troviamo alla sinistra della strada la piccola chiesa della Santa Croce eretta durante il Medioevo, come testimoniato da un’iscrizione presente all’interno, che permette di datare l’edificio sacro intorno al 1500 circa, probabilmente nel 1593.

Noragugume: chiesa della Santa Croce Noragugume: chiesa della Santa Croce: interno

Visita dei dintorni di Noragugume

Ricerche archeologiche nel territorio di NoragugumePer quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate, nei dintorni di Noragugume sono stati portati alla luce i resti del menhir di Sa Pedra ’e Taleri, che è il più alto menhir del Marghine, presso cui si trovano anche alcune domus de janas. Sono stati, inoltre, portati alla luce i resti della Tomba di giganti Carchinadas; del Protonuraghe Irididdo; dei Nuraghi semplici Carchinadas, Cherchizzos, lizzera, Muresune, Muros, Rujos; ed anche del Nuraghe complesso Tolinu. Vediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto.

Il menhir Sa Pedra ’e Taleri

Dal centro di Noragugume, presa la circonvallazione torniamo sulla SP33 in direzione di Ottana, la seguiamo, passiamo un interessante residuo di archeologia industriale sulla sinistra, e, dopo circa un chilometro e mezzo, troviamo una strada bianca sulla destra che conduce, dopo poco più di un chilometro, a una cava di sabbia. Nei campi, sul lato destro della strada, vediamo il Menhir Sa Pedra ’e Taleri. Se avete difficoltà a trovarlo e volete chiedere informazioni alle persone del luogo, non chiamatelo menhir ma con il nome sardo di Pedra Fitta, ossia pietra infissa nel terreno, perché altrimenti non sanno darvi le indicazioni. È il più importante menhir del Marghine, un menhir protoantropomorfo alto quattro metri e trenta centimetri. Più avanti, sull’altro lato della strada, nei campi sono presenti anche alcune domus de janas.

Noragugume: un residuo di archeologia industriale Noragugume-Menhir Sa Pedra ’e Taleri nella campagna Noragugume-Menhir Sa Pedra ’e Taleri nella campagna Noragugume-Menhir Sa Pedra ’e Taleri visto in primo piano Noragugume-Menhir Sa Pedra ’e Taleri in controluce Noragugume-Menhir Sa Pedra ’e Taleri in controluce

I resti del Nuraghe complesso Tolinu

Noragugume: il Nuraghe TolinuDa Noragugume prendiamo verso sud la SP86 per Sedilo. Dopo circa un chilometro, svoltiamo a sinistra e continuiamo per un chilometro e mezzo sino alla fine della strada, dove troviamo il Nuraghe Tolinu. È un Nuraghe complesso, composto da un mastio centrale, circondato da un grande bastione che collega almeno una torretta laterale. La torre centrale, di forma ellittica, ha un diametro di quasi dodici metri. A causa delle macerie non è possibile accedere al piano terra della torre centrale. Oggi possiamo vedere solo una piccola parte del primo piano, invasa dalla vegetazione. Si vede una nicchia ed una parte della scala che portava al piano superiore, che non è più presente. Il bastione, in alcuni punti, si eleva ancora per oltre otto metri. La parte destra del monumento, dove probabilmente era l’ingresso del bastione, è invasa da materiale di crollo. Gran parte della struttura è ancora interrata, per cui non è possibile stabilirne la planimetria.

La prossima tappa del nostro viaggio

Nella prossima tappa del nostro viaggio, raggiungeremo Dualchi che visiteremo con le numerose Chiese ed i siti archeologici che si trovano nei suoi dintorni.


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