Ottana con la chiesa di San Nicolò ed il suo Carnevale con le maschere tradizionali di Sos Boes e Sos Merdules
In questa tappa del nostro viaggio, usciremo da Orotelli verso sud, sulla SS537 di Ghilarza, e quindi prenderemo la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese che ci porterà a Ottana il paese famoso per la chiesa di San Nicolò e per il suo Carnevale, caratterizzato dalle maschere tradizionali dei famosi Sos Boes e Sos Merdules. La regione storica del Nuorese o Barbagia di Nuoro o Barbagia di BittiIl Nuorese (nome in nuorese Su Nugorèsu, in logudorese Su Nuorèsu), indicato da alcuni anche con il nome di Barbagia di Nuoro o Barbagia di Bitti, è una regione storica della Sardegna nord orientale. In periodo giudicale il suo territorio apparteneva per lo più al Giudicato di Torres, nella Curatoria di Dore-Orotelli. In realtà oggi per Nuorese si intende un territorio molto più ampio, che comprende anche parte dei territori che in periodo giudicale appartenevano alle curatore di Bitti e di Orosei-Galtellì, nel Giudicato di Gallura. I comuni che ne fanno parte sono Bitti, Lula, Nuoro, Onani, Oniferi, Orani, Orotelli, Orune, Osidda, Ottana, e, secondo molti, ed anche secondo noi, al Nuorese apparterrebbe anche il comune di Sarule. Secondo alcuni vi apparterrebbe anche il comune di Dorgali, che, a nostro avviso, appartiene invece alla Barbagia di Ollolai, dato che durante il periodo nel quale la Sardegna era sotto il controllo dell’impero Bizantino e nel primo periodo del Giudicato di Arborea ne costituiva uno sbocco al mare, andato perduto a seguito dell’espansione, promossa dai Pisani, verso sud del Giudicato di Gallura. Il Nuorese è costituito da luoghi, paesi, tradizioni, enogastronomia, artigianato artistico, musica e cultura, che si sviluppano nei paesaggi dei paesi del comprensorio barbaricino, richiamati nelle opere letterarie del Nobel per la letteratura Grazia Deledda. In viaggio verso OttanaUsciamo da Orotelli verso sud, sulla SS537 di Ghilarza, dopo circa sette chilometri proseguiremo sulla SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese, Diramazione centrale Nuorese, che proviene da Nuoro, e che, dopo altri circa sei chilometri, ci porterà a Ottana. Dal Municipio di Orotelli a quello di Ottana abbiamo percorso 13,9 chilometri. Ottana è, comunque, più comodamente raggiungibile direttamente da Nuoro, percorrendo per 29,6 chilometri la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese in direzione sud ovest, ossia verso Sedilo e Ghilarza. Il comune chiamato OttanaIl comune chiamato Ottana (nome in lingua sarda Otzana, altezza metri 185 sul livello del mare, abitanti 2.195 al 31 dicembre 2021) è situata nella parte centrale della Provincia di Nuoro, ai confini con quella di Oristano, a nord ovest della Barbagia di Ollolai, nella media valle del Tirso, ed è facilmente raggiungibile con la SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese, Diramazione centrale Nuorese, che ne attraversa il territorio. Il territorio Comunale ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 141 a un massimo di 560 metri sul livello del mare. Ottana ha avuto periodi grande importanza e periodi estremo disagio, che hanno influito su di essa negativamente sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale. Origine del nomeIl nome del paese è di origini oscure, verosimilmente protosarde. Secondo alcuni studiosi l’etimo è da ricercare nella voce fenicia Oz, che indica una fortezza, ma non vi è alcun fondamento storico di tale ipotesi. La sua economiaÉ un paese nel quale all’economia essenzialmente agropastorale si è aggiunto un notevole sviluppo industriale, basato principalmente sull’industria petrolchimica e sulla produzione di fibre tessili sintetiche, che ormai, però, è in via di completo abbandono. Il settore agricolo è presente con la coltivazione di cereali, foraggi, ulivi, viti e altri alberi da frutta, al quale si aggiunge l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. L’agricoltura e la pastorizia, che erano sprattutto a conduzione familiare, a seguito della crisi industriale, hanno avuto una ripresa tale da contribuire in modo significativo alla economia del paese. Anche l’attività terziaria ha avuto in questi anni un sensibile aumento, grazie alla creazione di imprese artigiane nel settore edilizio, in quello della lavorazione del legno, nel settore agricolo ed in quello agro alimentare. Sebbene rappresenti uno dei comuni più industrializzati della zona, ha conservato intatte le bellezze naturali che costituiscono l’ambiente circostante, meta di un discreto flusso di visitatori, che accorrono sul posto soprattutto in occasione dei festeggiamenti del Carnevale, che, con le sue maschere dei famosi Sos Boes e Sos Merdules, è una delle più belle di tutta la Sardegna. Brevi cenni storiciIl territorio di Ottana conserva significative tracce di monumenti del periodo preistorico. Successivamente, lasciano forti tracce l’occupazione cartaginese, i cui riti probabilmente si ritrovano ancora nel Carnevale, e il periodo della dominazione romana, quando Ottana diventa un centro di una certa rilevanza dal punto di vista economico ma soprattutto militare, per la sua posizione privilegiata nel controllo della Barbaria. Nel periodo medioevale appartiene al Giudicato di Logudoro, nella curatoria di Othan. Nel dodicesimo secolo conosce il suo massimo sviluppo, assume un grande prestigio ed aumenta la sua importanza, fino ad essere dichiarata diocesi, e ad essere sede arcivescovile. Nel periodo della dominazione aragonese, pare che il paese chiamato Ottana divenga il regno incontrastato della malaria e di altre terribili pestilenze, nonche di continue scorrerie da parte di banditi, che indeboliscono e, poi, paralizzarono ogni forma di attività, tanto che nel 1510 la sede della diocesi viene trasferita ad Alghero. Il paese viene, quindi, abbandonato a causa della malaria, e la sua popolazione passa dai 1cinquemila abitanti del 1300 agli appena 293 del 1688. I suoi abitanti si rifugiano sulla montagna vicina, dove fondano il piccolo centro di Bolotana. Dal 1717 venne aggregata al Marchesato di Orani, sotto cui rimane fino al 1839, anno dell’abolizione del regime feudale. Nell’epoca repubblicana, del comune di Ottana nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la provincia, da quella di Sassari in quella di Nuoro. Negli anni settanta del novecento Ottana viene scelta come sito preferenziale per l’insediamento di un certo numero di grosse realtà industriali. Ma il progetto non ottiene gli esiti inizialmente previsti, e quindi, al momento attuale, vi è un ritorno alle attività agricole, alla pastorizia e all’artigianato. Le principali feste e sagre che si svolgono a OttanaA Ottana sono attivi il Gruppo Folk San Nicola, i gruppi di tenores chiamati Tenore San Nicola ed il Tenore Santa Rughe de Otzana, che si esibiscono in diverse occasioni sia sul posto che anche in altri comuni. È attivo anche il Coro Sant’Antonio di Ottana, un coro polifonico. Per quanto riguarda le principali feste e sagre che si svolgono a Ottana, citiamo il 16 ed il 17 gennaio la ricorrenza religiosa de Sant’Antoni de su ’ogu, che apre i festeggiamenti Su Carrasegare, ossia del Carnevale di Ottana; si svolgono, successivamente, i riti della Settimana Santa; degne di nota e con notevole capacità attrattiva nei confronti del circondario sono anche le tradizionali feste religiose intitolate a Sant’Antonio Abate, il 16 e il 17 gennaio; la Festa del Santo patrono, San Nicola da Bari, si celebra la terza domenica di maggio; il 13 giugno si svolge la Festa di Sant’Antoni, ossia di Sant’Antonio Abate, che ripropone il gemellaggio del paese chiamato Ottana con il paese chiamato Esporlatu; la Festa religiosa più sentita nel paese è quella dedicata a Maria Vergine Assunta, il 15 agosto, chiamata Festa di Mes’Agustu. La Festa de Sant’Antoni de su ’oguA Ottana il 16 ed il 17 gennaio si svolge una ricorrenza religiosa, la Festa de Sant’Antoni de su ’ogu, che viene festeggiato con il rituale della benedizione del falò, che viene chiamata Su Ogulone. La Festa celebra la prima uscita nel paese delle maschere tradizionali dei Boes e Merdules il 17 gennaio. Il Carnevale di Ottana con i Boes e MerdulesNon meno importante di quello di Mamoiada, è il Carnevale di Ottana, e numerosi visitatori accorrono nel paese in questa occasione, il quale, con le maschere di Sos Boes e Sos Merdules, maschere lignee mostruose dalla fattezza bovina le prime, e maschere in legno rivestito in pelle con lunghi nasi le seconde, è una delle più belle di tutta la Sardegna. Durante tutto il periodo del Carnevale, le vie del paese sono percorse da vari gruppi di Boes, che fanno risuonare il carico di campanacci, mentre vengono portati lungo le strade con lunghe corde dai Merdules, che rappresentano i loro padroni. Le maschere tipiche del Carnevale di Ottana sono Sos Boes e Sos Merdules che rappresentano i buoi ed i loro padroni, e si ritiene che traggano origine da un rito orgiastico del periodo punico. Sos Boes indossano pelli di pecora bianche, abito in velluto, e portano in spalla una cintola, generalmente di cuoio, da dove pende un pesante grappolo di campanacci. Il loro viso è coperto da maschere con sembianze zoomorfe, con corna più o meno lunghe che donano maestosità all’intera figura, e sulla loro fronte è scolpita una stella, in segno di buon auspicio. Mentre per la figura del pastore, Su Merdule detto anche Su Gobbeddu, ossia il gobbo, è il più possibile brutta e deforme, in modo da far paura anche al diavolo e così allontanare le sfortune della vita. Si tratta degli uomini, i contadini, vestiti con Mastruche, ossia pelli bianche o nere, con il viso coperto da maschere lignee e antropomorfe, dai tratti spesso deformati, che procedono lentamente, ricurvi su stessi e con le Socas, ossia le redini, con le quali guidano e tengono a bada Sos Boes. Il loro significato è reso più evidente anche dall’etimologia della parola Mèrdule che, con molta probabilità, deriva dal termine ottanese Mere de Ule, letteralmente padrone del bue. Le rappresentazioni sono caratterizzate dal tentativo dei Merdules di legare i Boes, i quali si agitano e si ribellano secondo un antico rituale scandito dal suono de S’Affuente, uno strumento a percussione costituito da un piatto di ottone. Durante la sfilata vengono mimate scene nelle quali il bue si sdraia per terra rifiutandosi di andare nei campi a lavorare, mentre il pastore lo sprona vibrandogli poderosi colpi con un bastone nodoso. Nella sfilata è presente anche Sa Filonzana, ossia la filatrice, una maschera che deriva dalle tre Parche greche o tre Moire romane, che secondo la mitologia erano delle divinità simboleggianti il destino degli uomini e inesorabili filatrici della vita di tutti gli esseri umani. Si tratta di una figura tanto ambigua quanto affascinante, un uomo vestito da donna che rappresenta una lugubre vecchietta tutta vestita di nero, gobba anche lei, intenta a filare la lana, che procede con andatura disorta e minaccia di tagliare il filo che pende dalla conocchia se non le si offre da bere: ed il filo di lana rappresenta la vita di chi le sta di fronte. Completa la Festa Su ballu tzoppu, il tradizionale ballo tondo, al ritmo de S’affuente, uno strumento musicale antichissimo costituito da una sorta di grande piatto di rame, con dei bassorilievi, che viene suonato con una grossa chiave antica di ferro. Chiudono i festeggiamenti Sas Amoradas, versi improvvisati e cantati che si usano per chiedere in sposa una ragazza, tipici del mondo agropastorale. Il filmato che segue presenta diverse foto ed un filmato che sono stati ripresi nel 2004 durante una esibizione estiva a Santadi, durante la quale abbiamo fotografato anche il momento del riposo dei partecipanti, dopo il termine della sfilata. I riti della Settimana SantaA seguire i riti della Settimana Santa, che culminano con la cerimonia de S’Iscravamentu del Venerì Santo, una rappresentazione religiosa di grande interesse e molto coinvolgente, che viene accompagnata dal coro de Sos Tenores che cantano recitando alcune strofe de Sa Canzone de Sa Vida Santa, il cui autore è un poeta ottanese dell’ottocento, un certo Giuseppe Soru, a tutti detto Ziu Soru. La Festa di Mes’AgustuLa Festa principale del paese si volge il 15 agosto, la ricorrenza dell’assunzione della Madonna in cielo, ed è chiamata Festa di Mes’Agustu, con riti religiosi e manifestazioni civili. La Festa è resa più significativa dalla presenza degli emigrati che tornano per trascorrere le vacanze con i parenti rimasti in paese. Visita del centro di OttanaEntriamo in paese alla svincolo di Ottana della SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese, che ci porta all’interno del centro abitato, dove prendiamo la via Pietro Ghitti. L’abitato, interessato da forte espansione edilizia, presenta un andamento di tipo collinare. La chiesa di San Nicolò VescovoDa via Pietro Ghitti, prendiamo a destra la via Libertà, che ci porta al centro del paese, in piazza San Nicola, dove possiamo visitare, in via Giovanni XXIII al civico numero 20, la chiesa di San Nicolò Vescovo che è la chiesa parrocchiale di Ottana, ed è stata edificata all’inizio del 1100su una preesistente chiesa bizantina, come hanno rivelato recenti scavi effettuati in occasione dei restauri. Situata alla fine della via principale del paesesu una piccola altura, la chiesa domina l’abitato con la severità delle sue forme, dato che, dopo un crollo intorno all’anno 1160, è stata interamente ricostruita in forme romaniche. La chiesa di San Nicola è stata consacrata nel 1160, quando è diventata la cattedrale della diocesi di Ottana. Dell’edificio originale resta la facciata e la parte anteriore del lato sud. La chiesa, ha pianta a navata unica, con pianta a croce commissa, ossia a quel particolare tipo di croce mancante del braccio superiore, la cui forma richiama la lettera T. La navata ha copertura a travature e mensole in legno, mentre la volta dei bracci del transetto è a botte. All’interno, la chiesa conserva la cosiddetta Pala di Ottana o Pala dei Santi Francesco d’Assisi e Nicola di Bari, chiamata anche Polittico di San Nicola di Mira, del 1344, attribuito al cosiddetto Maestro delle tempere Francescane, della Scuola del lorenzetti, che è stato attivo a Napoli tra il 1330 e il 1345. Il dipinto, realizzato a tempera su tavola con fondo d’oro, ritrae nel trittico inferiore i Santi Nicola e Francesco e storie della loro vita, mentre nella tavola superiore, ai piedi della Madonna col Bambino, sono ritratti Il Vescovo francescano Silvestro di Ottana e il donnicello (ossia l’erede al trono giudicale) riconosciuto come il giovane Mariano IV d’Arborea, come riportato nell’iscrizione dipinta sulla tavola stessa. La struttura esterna è realizzata in conci di trachite nera e violacea, i cui colori ne caratterizzano l’aspetto esterno, risente di influssi Pisani ed è stata costruita da diverse maestranze, anche se in un’unica fase, quando un primo gruppo ha realizzato l’abside, il transetto e il fianco nord, mentre le altre maestranze hanno ultimato i lavori realizzando il fianco sud e la facciata. Quest’ultima è divisa in tre arcate delimitate da pilastrini, decorate con i tipici motivi Pisani a rombi, ed al centro un portale architravato. La terza domenica di maggio, a Ottana si celebra la Festa di Santu Nigola, il patrono del paese, caratterizzata da cerimonie religiose e civili, e con l’offerta del dolce tipico S’Angule, preparato come ex voto dalle famiglie. Il Cimitero di OttanaDa piazza San Nicola ritorniamo verso via della lbertà, dove prendiamo verso sinistra, ossia verso ovest, la via Kennedy. Dopo un centinaio di metri, incrociata via Mannironi, la prendiamo verso destra, ed, dopo duecento metri, al termine della strada, troviamo, sulla sinistra, il Cimitero di Ottana. La chiesa di Sant’Antonio AbateTorniamo sulla via Pietro Ghitti e prendiamo via Libertà nell’altra direzione, verso sinistra, ossia verso nord est. Lungo via Libertà si trova la piazza Sant’Antonio, sulla quale, sul lato sinistro, si trova la facciata della chiesa di Sant’Antonio Abate. Il 13 giugno si svolge la Festa di Sant’Antoni, nella quale il tradizionale Su Pinnone ripropone, ogni anno, il gemellaggio del paese chiamato Ottana con il paese chiamato Esporlatu, i cui abitanti, come vuole la tradizione, arrivano in processione, a cavallo, portando gonfaloni e portando in dono ceste di ciliegialla chesa e. Di fronte alla chiesa si trova la piazza con murales e statue dei Boes e MerulesDi fronte alla chiesa di Sant’Antonio Abate, alla destra della via Libertà, si trova la grande piazza Sant’Antonio, nella quale sono presenti murali sulle abitazioni che si affacciano su di essa, e belle statue, tutti dedicati ai Boes ed ai Merdules. La chiesa di Santa CaterinaGuardando la facciata della chiesa di Sant’Antonio Abate, prendiamo alla sua destra la via Sant’Antonio, la percorriamo per poco meno di settanta metri, poi prendiamo a sinistra la via Chironi, e, una diecina di metri dopo, a destra la strada che, in un centinaio di metri, ci porta fino alla piazza Santa Margherita, che si trova alla sinistra della strada. Su questa piazza si affaccia, sulla sinistra, la chiesa di Santa Caterina che è stata recentemente sottoposta ad un ampio e significativo restauro. Il Municipio di OttanaRitorniamo in via della lbertà, e la prendiamo verso nord est, attraversando tutto il vecchio centro storico di Ottana. È lungo questa strada che vediamo un altro bel murale che descrive i Boes e Merdules. Proseguendo lungo la via Libertà, dopo circa trecentocinquanta metri, al civico numero 66, alla destra della strada, troviamo l’edificio nel quale si trovano gli uffici del Municipio di Ottana. Lo stadio di OttanaProseguendo lungo via Libertà per un centinaio di metri, prendiamo a sinistra la via Soru, che, dopo poco più di duecento metri, sbuca su via messalinis, la prendiamo verso destra, e questa strada, in circa trecentocinquanta metri, ci porta direttamente allo Stadio di Ottana, nel quale gioca la squadra di calcio Ottana che gareggia in seconda categoria. Visita dei dintorni di OttanaVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Ottana, sono stati portati alla luce i resti dei Protonuraghi Badde Suergiu, Bigozzi, Bittaleo, Bruscas, Ena ’e Olzai, Muntone, Porchiles, Serra Sozzastru, su Gatto, Tonoizzo, Unena; dei Nuraghi semplici Bisolio, Concheddu, longhio, Oloai, Piredu, Prantalladas, Preda e Soru, Sa casada, Semideu, S’Ingraris, Sirbas, Talinos, Turodulone; dei Nuraghi complessi Bidinnannari, Ereulas, Furruteula, Gaddone; ed anche dei Nuraghi Banzelio, Rughes, Toccori, tutti di tipologia indefinita. Ci si trovava, inoltre, il suo grande compesso Petrolchimico ormai dismesso. I resti del Nuraghe complesso BidinnannariDal centro di Ottana prendiamo la SP21 in direzione nord est, verso Orotelli, e la seguiamo per circa cinque chilometri e mezzo. Poi, poco prima del cartello che indica la prosecuzione per Orotelli sulla sinistra e Orani, Nuoro sulla destra, prendiamo una deviazione sulla sinistra, ed ancora subito a sinistra, fino ad immettercisu una parallela alla SP21 che torna indietro. Dopo poco più di due chilometri, troviamo sulla destra la strada che ci porta al Nuraghe Bidinnannari chiamato anche Marasorighe, un Nuraghe complesso di tipo misto edificato a 240 metri di altezza. Forse in origine era un Protonuraghe, al quale sono state successivamente aggiunte due torri. Presenta un bastione dal profilo trilobato, che circonda le tre torri secondarie, realizzate intorno al mastio centrale che era stato realizzato precedentemente. L’ingresso al bastione si apre nel lato, leggermente concavo, che volge a sud est, e si presenta coperto da un architrave sormontato da una finestrella di scarico. L’impianto è realizzato con la trachite della zona, che viene resa in conci con la faccia a vista sub rettangolare. Nelle vicinanze sono presenti i resti di un villaggio abitativo preistorico, e si trovano anche i pochi resti di quattro Tombe di giganti. I resti del Nuraghe semplice Piredo con l’insediamento abitativo di probabile età romanaA sud est dello stadio di Ottana, su un rialzo del terreno a 201 metri di altezza si trovano i pochi resti del Nuraghe di Piredu. Si trattava di un Nuraghe monotorre costruito in trachite. Nel 1931 Torquato Taramelli lo ha descritto come alto ancora due metri, con l’ingresso architravato ed interrato, mentre oggi i resti dell’edificio sono segnalati solo da un piccolo rialzo del terreno. Ad oggi ciò che rimane del Nuraghe è solo un cumulo di terra nel quale si riescono a vedere solamente alcuni brevi tratti di paramento murario in trachite rosa. A circa duecento metri dal rialzo del terreno sul quale si trovava il Nuraghe, in direzione nord est, si trova l’Insediamento di Piredu. Si tratta di un’insediamento probabilmente di età romana, che copre un’area di notevoli dimensioni, di 600 o settecento metri quadrati. In esso si trova una serie di ambienti a pianta quadrilatera, delimitati da massi in trachite di grandi dimensioni, riferibili probabilmente ad un abitato di cui non è possibile, perlomeno allo stato attuale, fornire una definizione dello sviluppo planimetrico. L’analisi dei frammenti ceramici rinvenuti in questa località consentono di proporre, per quest’area e per le strutture in essa affioranti, un insediamento che va dal II al sesto sec. Dopo Cristo. Il Protonuraghe Badde SuergiuLa via messalinis, che ci ha portato allo stadio, prosegue fino alla SS131 di Carlo Felice Diramazione centrale Nuorese, al di là della quale si trovano, sull’orlo di un tavolato trachitico che domina a nord la valle dove ora sorge il paese chiamato Ottana, a 225 metri di altezza, i resti del Protonuraghe Badde Suergiu. Il monumento, lungo circa dodici metri e largo sette, era un Nuraghe a corridoio, in trachite, di pianta rettangolare.su un lato breve, a nord, vi è l’accesso al corridoiocon copertura a piattabanda, che prosegue con un andamento rettilineo per volgere poi a L in direzione sud est. È presente un ampio crollo lungo la parete ovest e a sud. Il Petrolchimico di OttanaUscendo da Ottana con la SP17 in direzione di Bolotana, vediamo sulla sinistra della strada le alte ciminiere del Grande complesso Petrolchimico di Ottana. L’industria petrolchimica nella piana di Ottana è nata nel 1973, dopo l’annuncio di Eugenio Cefis, nel 1969, della realizzazione del Più grande stabilimento italiano di fibre sintetiche. Il complesso si è andato sviluppando, tanto che, nel 2002, accoglieva quasi 1.400 addetti, provenienti da Ottana e dai paesi limitrofi, ma poi, con la crisi dell’industria petrolchimica, nel 2003 è avvenuta la sua chiusura. Successivamente, nel 2006 sono state installate e attivate, sulle ciminiere della centrale elettrica di Ottana, le infrastrutture per la fornitura dei servizi internet Adsl ad alta velocità e telefonia. Il parco Comunale di Monte Urrò con la chiesa campestre di San Pietro messalenisUsciamo da Ottana verso sud ovest con la SP21 in direzione di Sedilo, dopo poco più di un chilometro e mezzo, a un bivio, prendiamo a sinistra la strada che porta in direzione del monte Nieddu. La seguiamo per un paio di chilometri, poi, secondo le indicazione, prendiamo la strada a destra. Seguiamo questa strada per circa un chilometro e mezzo, poi, sempre secondo le indicazioni, troviamo un cancello sulla destra e prendiamo una strada a traffico limitato, che, in circa trecentocinquanta metri, ci porta nel Parco Comunale di Monte Urrò, un piccolo bosco di sugherete, roverelle e macchia mediterranea, che il comune intende preservare completando la forestazione in alcune zone prive di piante. All’interno del parco è stata costruita, nel 1991, la piccola chiesa campestre di San Pietro messalenis dedicata al beato Pietro messalenis, un monaco camaldolese originario di Ottana, vissuto nel quindicesimo secolo, e conosciuto in Sardegna come il San Pietro sardo. La sua storia è stata scritta da Mauro lapi, che lo ha conosciuto dato che ne era un confratello, e ne scrisse una Vita in latino, più encomiastica e meravigliosa che storica, nella quale ne ha esaltato le lodi Santità, dato che il messalenis avrebbe operato dei miracoli. Nel mese di settembre si svolge la Festa di Santu Predu messalenis, una Festa di recente istituzione, nata in seguito alla costruzione della chieettsa campestre a lui dedicata. La Festa prevede la solenne messa in onore del Santo, ed il pranzo che viene offerto dal comitato organizzatore all’interno del parco. I ritrovamenti del Paleolitico Inferiore ritrovati nell’agro di OttanaNell’agro di Ottana sono stati individuati oltre Tremila reperti litici provenienti da raccolte di superficie in varie località, che sono stati esposti la prima volta al pubblico dal 16 ottobre 2012, presso il Museo Archeologico Nazionale di Nuoro, nella mostra Dai Vulcani ai manufatti: il paleolitico di Ottana. Si tratta di manufatti in riolite, pietra vulcanica che ha avuto origine nell’Oligocene, molto più numerosi degli oltre seicento reperti scoperti precedentemente in Anglona, tra Perfugas ed Erula, nel greto del rio Altana. Questi reperti portano a riconoscere la presenza sul luogo di una vera e propria fabbrica, in un periodo compreso tra 450mila e 120mila anni fa, nel Paleolitico inferiore, quando un ominide con le caratteristiche dell’Homo Erectus, o anche forse con caratteristiche intermedie fra quelle dell’Homo Erectus e quelle dell’Homo Sapiens, lavoravano pietre vulcaniche per farne schegge, grattatoi e altri utensili che utilizzavano per cacciare animali, lacerarne la pelle e la carne, scorticare frutti e radici, fabbricare qualcosa con cui ripararsi dalle intemperie e proteggere le grotte in cui vivevano. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, entreremo nella regione storica del Marghine e visiteremo il piccolo borgo agricolo di Noragugume dove vedremo il suo centro, e poi, nei dintorni, il famoso menhir Sa Pedra ’e Taleri. |