Selargius con il Matrimonio Selargino, l’insediamento preistorico di su Coddu-Canelles e la frazione su Planu
In questa tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare il paese di Selargius che vedremo con il suo centro ed i suoi dintorni con l’insediamento preistorico di su Coddu-Canelles e con la frazione su Planu. Il Campidano di CagliariIl Campidano è la grande pianura della Sardegna sud occidentale compresa tra il golfo di Cagliari e quello di Oristano, ha una lunghezza di circa cento chilometri e presenta la massima altitudine di settanta metri sul mare. Deve le sue origini al colmarsi di una depressione geologica terziaria da parte di sedimenti marini, fluviali e vulcanici. Sono frequenti gli stagni costieri con acque salmastre, nell’angolo nord ovest della regione sfocia il fiume Tirso, che contribuisce all’irrigazione del Campidano, la rete idrografica è inoltre formata da piccoli Torrenti. La principale risorsa è l’agricoltura e si coltivano specialmente grano, viti, olivi, frutta e agrumi. Il Campidano di Cagliari comprende nella Provincia del Sud Sardegna i comuni di Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, Samatzai, San Sperate, Villasor e Villaspeciosa. Comprende, inoltre, nella città metropolitana di Cagliari i comuni di Assemini, Cagliari, Capoterra, Decimomannu, Elmas, Maracalagonis, Monserrato, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Selargius, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai, Uta. I comuni di Samassi, Serramanna e Serrenti si trovano tra il Monreale ed il Campidano di Cagliari, i comuni di Pula, Villa San Pietro e Sarroch si trovano tra il Sulcis ed il Campidano di Cagliari, così come Soleminis si trova tra il Campidano di Cagliari e il Parteòlla, per cui possono essere considerate appartenenti all’una o all’altra di queste regioni. Geograficamente rappresenta la parte più meridionale della pianura del Campidano, che ha come suo centro principale Cagliari, nonche Quartu Sant’Elena ed i comuni immediatamente a nord ovest del capoluogo sardo. Si affaccia sul mare e comprende la costa orientale del golfo di Cagliari, fino al paese chiamato Villasimius. In viaggio verso SelargiusVediamo come si può arrivare a Selargius da Quartu Sant’Elena o direttamente da Cagliari. Arriviamo a Selargius da Quartu Sant’ElenaIn una precedente tappa avevamo visitato Quartu Sant’Elena, da dove possiamo recarci a Selargius. Dal Municipio di Quartu Sant’Elena prendiamo, in direzione nord est, la via Eligio Porcu, dopo entocinquanta metri prendiamo a sinistra la via Regina Margherita che, dopo centottanta metri, diventa la via Dante, la seguiamo per trecento metri e prendiamo a destra la via Cagliari. Seguita la via Cagliari per cinquecento metri, poi prendiamo a destra la via Guglielmo Marconi, che, dopo poco più di due chilometri, svolta a destra e diventa via Primo Maggio, dopo cinquecento metri, passata una rotonda, svolta leggermente a sinistra e ci fa prendere la via Istria, che in seicentocinquanta metri ci porta al Municipio di Selargius. Dal Municipio di Quartu Sant’Elena a quello di Selargius si percorrono 4.9 chilometri. Arriviamo a Selargius da CagliariSi può raggiungere Selargius anche partendo da Cagliari, prendendo l’Asse Mediano di Scorrimento, che percorre la periferia orientale della città lasciando alla sua destra lo stagno di Molentargius. Percorsi due chilometri e trecento metri, prendiamo l’uscita verso Quartu Sant’Elena, che ci porta in via Giuseppe Mercalli, dopo un chilometro e trecentocinquanta metri ci immettiamo sul viale Marconi, lo seguiamo per trecentocinquanta metri ed usciamo allo svincolo per Monserrato Quartucciu Selargius. Percorsi centottanta metri, alla rotonda che passa dotto la sopraelevata prendiamo la prima uscita verso destra, dopo una settantina di metri, evitiamo la deviazione per Quartu Sant’Elena e prendiamo leggermente a sinistra verso via delle Serre. Percorso un centinaio di metri, alla biforcazione mantieniamo la destra proseguendo sotto la sopraelevata verso la via Guglielmo Marconi, nella quale ci immettiamo dopo una sessantina di metri. La via Guglielmo Marconi svolta a destra e diventa via Primo Maggio, dopo cinquecento metri, passata una rotonda, svolta leggermente a sinistra e ci fa prendere la via Istria, che in seicentocinquanta metri ci porta al Municipio di Selargius. Seguendo questa strada, dal Municipio di Cagliari a quello di Selargius si percorrono 10.2 chilometri. Il comune chiamato SelargiusIl comune chiamato Selargius (nome in lingua sarda Ceraxus, altezza metri 11 sul livello del mare, abitanti 28.501 al 31 dicembre 2021) è un comune della città metropolitana di Cagliari, conurbato con il capoluogo. Si tratta di un paese chiamato pianura che si estende nella parte centrale della città metropolitana di Cagliari, nell’entroterra della costa, con diverse testimonianze a partire dal primo insediamento del 3000 avanti Cristo rinvenuto in località su Coddu. L’abitato è raggiungibile tramite la SS554 Cagliaritana, che corre a un solo chilometro dall’abitato, ed agevole si presenta il collegamento con la rete ferroviaria, dato che la linea che collega Cagliari con Isili ha uno scalo sul posto. Gli abitanti vivono per la maggior parte nel capoluogo Comunale, mentre la restante parte si distribuisce tra la località di Su Planu e un elevatissimo numero di case sparse. Il territorio Comunale di Selargius presenta un profilo geometrico ondulato, con variazioni altimetriche non molto accentuate, dato che si raggiungono solo i 124 metri di quota. Il comune fa parte dell’Associazione nazionale delle città del Vino e delle città della Terra CrudaQuesto paese fa parte dell’Associazione nazionale città del Vino, il cui obiettivo è quello di aiutare i Comuni a sviluppare intorno al vino, ai prodotti locali ed enogastronomici, tutte quelle attività e quei progetti che permettono una migliore qualità della vita, uno sviluppo sostenibile, più opportunità di lavoro. Le città del Vino in Sardegna sono ad oggi Alghero, Arzachena, Atzara, Badesi, Benetutti, Berchidda, Bonnanaro, Bosa, Calangianus, Dolianova, Donori, Dorgali, Jerzu, Loceri, Luogosanto, Luras, Meana Sardo, Modolo, Monti, Neoneli, Olbia, Samugheo, San Nicolò di Arcidano, Sant’Antioco, Selargius, Sennori, Serdiana, Sorgono, Sorso, Tempio Pausania. Questo paese fa parte dell’Associazione nazionale delle città della Terra Cruda, nata per promuovere il recupero delle tradizioni e del patrimonio edilizio, naturalistico, artistico e storico delle comunità. Questa associazione comprende, in Sardegna, i comuni di Decimoputzu, donori, Fluminimaggiore, Furtei, Gonnosfanadiga, Guspini, Musei, Nuraminis, Pabillonis, Samassi, Samatzai, San Gavino Monreale, San Sperate, Sardara, Segariu, Selargius, Serramanna, Serrenti, Settimo San Pietro, Solarussa, Soleminis, Ussana, Ussaramanna, Vallermosa, Villa San Pietro, Villacidro, Villamassargia, Villasor. Origine del nomeSecondo la principale interpretazione, il nome del paese, attestato nell’anno 1341 come De Selargio, rifletterebbe il nome proprio latino Salarius, riferito al sale che, estratto dai vicini stagni, sarebbe stato conservato in depositi ivi esistenti. Secondo un’altra interpretazione, il nome sarebbe probabilmente una corruzione del termine Cellarium, che indicherebbe le riserve militari che vi tenevano i Romani. La sua economiaSi tratta di un centro di pianura che, accanto alle tradizionali attività agricole, ha sviluppato il suo tessuto industriale. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi, foraggi, vite, olivo, agrumi e frutteti, e con l’allevamento di bovini, suini, ovini ed equini. Il settore economico secondario è costituito da imprese che operano nei comparti alimentare, tra i quale quello lattiero caseario, della lavorazione e conservazione della frutta e degli ortaggi, tessile, dell’abbigliamento, della fabbricazione di calzature, del legno, della carta, della stampa, della gomma e della plastica, del vetro, dei materiali da costruzione, dei laterizi, metalmeccanico, elettrico, della fabbricazione di strumenti ottici fotografici, cantieristico, dei mobili, della gioielleria e oreficeria, della consulenza informatica ed edile. Il terziario è di dimensioni non rilevanti, e le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Immersa in uno scenografico paesaggio naturalistico, Selargius offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare interessanti escursioni nei dintorni, ma, soprattutto, è profondamente legata alle proprie tradizioni che costituiscono motivo di richiamo turistico. Brevi cenni storiciÈ attestato che il territorio era fortemente popolata già nel periodo prenuragico, come testimoniano l’insediamento preistorico di Su Coddu-Canelles, nonche i villaggi di Cuccuru Matt ’e Masonis e di Staineddu. All’epoca nuragica appartiene il pozzo sacro di Santa Rosa. Nei secoli successivi la popolazione si concentra in due borgate, ossia Cellarium e Palmas, che daranno origine all’abitato odierno. Selargius appartiene al Giudicato di Càralis fino al 1258, poi passa ai Pisani conti della Gherardesca. Con l’occupazione aragonese, diviene feudo di Berengario Carroz e fa parte della conte di Quirra. Per brevi periodi passa agli arborensi, durante le guerre tra il Giudicato di Arborea e il Regno di Sardegna, e, nel 1366, Mariano IV d’Arborea costruisce nei pressi di Selargius un campo fortificato per bloccare i rifornimenti verso Cagliari. Lo storico Carta Raspi nella sua Storia della Sardegna scrive: Il quartiere generale di Mariano era in Salarjo, indubbiamente Selargius; un campo trincerato che gli Aragonesi chiamano Bastida. Punto eminentemente strategico, alle spalle di Cagliari, ne dominava tutto il retroterra fra la spiaggia di Quartu e lo stagno di Santa Gilla. La trincea o fossato, ancora visibile in uno stabile di via Rosselli con una vecchia arcata e con piloni che affondano circa tre metri sotto il piano stradale, formava un quadrato quasi perfetto con lati di duecento metri corrispondenti alla via Rosselli, la parte iniziale di via San Niccolò un tratto della via Roma, dove il fossato corrispondeva con il letto del torrente, e la via Pisacane che terminava in una strettoia. Dopo anni di guerra, a seguito della vittoria aragonese sugli Arborensi, Selargius ritornaafeudo dei Carroz, per poi passare ai Centelles e agli Osorio, fino al 1839. Dal 1893 al 1971 la località viene attraversata dalla tranvia extraurbana Cagliari-Monserrato-Quartu Sant’Elena, sulla quale vengono impiegate dapprima locomotive con trazione a vapore, e che, in seguito, viene incorporata nella rete tranviaria di Cagliari, e vengono impiegati tram elettrici. Il comune di Selargius nel 1928, per virtù dei poteri conferiti al Governo dai Decreti del 1927 e 1928, con Quartucciu, Pirri e Monserrato, viene aggregato al comune di Cagliari, dal quale nel 1947 viene nuovamente separato. Nel 2016 viene cambiata la Provincia alla quale appartiene, passando dalla Provincia di Cagliari alla città metropolitana di Cagliari. Le principali feste e sagre che si svolgono a SelargiusA Selargius sono attivi l’Associazione Culturale Fedora Putzu, che prende il nome dalla fondatrice del primo gruppo folkloristico della città, impegnata sempre nella conservazione dei beni e delle tradizioni più antiche della città, ed il Gruppo Folk Kellarios di Selargius. È, inoltre attivo il Piccolo Coro Non Siamo Angeli, nato nel gennaio 2012 all’interno dell’oratorio San Giovanni Bosco di Selargius, che, pur avendo uno stampo cristiano, è aperto a bambini e bambine di qualunque parrocchia, nazionalità o religione. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono a Selargius vanno citati, il 9 gennaio, la Festa di San Giuliano; il 16 gennaio la Festa di San’Antonio, con il caratteristico falò; il 31 gennaio la Festa di San Giovanni Bosco, nella borgata Santa Lucia; in occasione del Carnevale, le manifestazioni del Carnevale Selargino; il 2 e 3 giugno la Festa di Santa Rita presso la parrocchia dello Spirito Santo, nella frazione su Planu; il 15 agosto si celebra la Festa di Maria Vergine Assunta, che è la Santa Patrona di Selargius; la terza settimana di agosto si svolge presso la chiesa campestre omonima la Festa di San Lussorio, da tanti considerato come Santo Patrono di Selagius al posto di Maria Vergine Assunta; a fine agosto o la prima settimana di settembre si svolge la Festa del Santissimo Salvatore; la seconda settimana di settembre si svolge la cerimonia dell’Antico Matrimonio Selargino che descriviamo nei dettagli più avanti. La cerimonia dell’Antico Matrimonia SelarginoL’Antico Matrimonio Selargino è la rievocazione storica della cerimonia nuziale sarda campidanese, che risale al diciottesimo secolo ma è stata rivalutata dal 1962. La cerimonia viene celebrata la seconda domenica di settembre, ed in quell’occasione le strade del centro si affollano, per assistere all’antico rito del matrimonio. Gli sposi, vestiti con l’antico abito nuziale sardo, alla fine della cerimonia che si svolge nella chiesa parrocchiale della Santissima Vergine Assunta, vengono incatenati tra di loro. Si recano quindi nell’antica chiesa di San Giuliano, dove si scambiano la promessa e scrivono su una pergamena un messaggio, che verrà custodito e consegnato ai figli della coppia venticinque anni dopo. In questa occasione tutto il borgo si mobilita, la popolazione indossa il tradizionale costume sardo, si addobbano le strade con i fiori, si espongono arazzi alle finestre e si offrono dolci per strada. Seguono in serata manifestazioni con gruppi folcloristici. Visita del centro di SelargiusEntrati in Selargius con la via I° Maggio, ci recheremo a visitare il centro del paese, della quale l’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, mostra l’andamento altimetrico tipico delle località pianeggianti. Il centro storico di Selargius ha conservato alcune importanti testimonianze storiche, come le superstiti case tipiche campidanesi, costruite con l’impiego dei làdiri, ossia dei mattoni di terra cruda, e caratterizzate da cortili centrali detti Pratzas, da loggiati coperti detti Lollas, e da ampi portali. La chiesa parrocchiale di San Giovanni BoscoArrivati sulla via I° Maggio, passiamo il cartello segnaletico che indica l’ingresso a Ceraxus, ossia e Selargius, ed iniziamo a muoversi verso est, in direzione del centro abitato. alla sinistra della strada si vede la prima parte degli impianti sportivi dei Salesiani dei quali fanno parte un Campo da basket ed uno da Calcio a cinque, dietro i quali è presente un Campo da Calcio. La prima strada sulla sinistra è la via don Giovanni Bosco, che porta verso il quartiere moderno Borgata di Santa Lucia, e, ad angolo tra le due strade, si trova la chiesa di San Giovanni Bosco una delle più recenti Chiese parrocchiali di Selargius, che è stata eretta a parrocchia nel 1983 e consacrata nel 1987. L’ingresso della chiesa è al civico numero 4 della via don Giovanni Bosco. La chiesa, edificata all’interno di un ampio cortile, è caratterizzata da una struttura moderna dalle forme piuttosto regolari. Si presenta come un edificio in cemento armato alleggerito da larghe strisce di colore giallo in cui trovano posto delle strette finestrelle. Davanti al portone d’ingresso, è collocata una particolare struttura sormontata da una grande croce. Presso questa chiesa parrocchiale, il 31 gennaio si svolge la Festa di San Giovanni Bosco. Più avanti, lungo la via don Giovanni Bosco, si trova il Teatro dei Salesiani e poi, passato un parcheggio e la residenza per anziani Cuore Azzurro si trova la seconda parte degli impianti sportivi dei Salesiani dei quali fanno parte un Campo da Calcio a sette, due campetti di tennis ed un campo polivalente. Ad essi si accede dalla via Giuseppe Mannu, che si trova cento metri prima della via don Giovanni Bosco, rispetto alla via I° Maggio. Il parco Brigata Sassari
Percorsa la via don Giovanni Bosco per circa Duecentotrenta metri da dove era iniziata, prendiamo a destra la via Michelangelo Pira, dopo poco più di cinquecento metri questa strada continua su via Praga e, percorsa una sessantina di metri, incrocia a destra la via Belgrado ed a sinistra la via Praga. Tra la via Belgrado e la prosecuzione della via Praga, si trova il Parco Brigata Sassari che si sviluppa per oltre tremila e cinquecento metri quadrati, in esso sono presenti diversi giochi per bambini, ed è caratterizzato da percorsi per pattinaggio e biciclettine per i più piccoli. Ospita, inoltre, un monumento in trachite dedicato ai caduti della Brigata Sassari. Non lontano sono stati rinvenuti i resti dell’insediamento preistorico di Bia ’e PalmaDa via Praga, invece che a destra la via Belgrado, verso sinistra si trova la via Atene, nella quale, nel corso di alcuni lavori edili, sono stati individuati alcuni resti dell’Insediamento preistorico di Bia ’e Palma. Qui, tra gli altri rinvenimenti effettuati nel corso degli anni, è stato trovato un piccolo tratto dal perimetro ad arco di cerchio, appartenente ad una struttura in conci isodomi di marna tufacea, ascrivibile alla Prima Età del Ferro, la cui funzione non è stata ancora chiarita. Il Campo Sportivo Comunale Generale Virgilio PorcuDa dove avevamo preso la via don Giovanni Bosco, proseguendo verso est lungo la via I° Maggio, percorsi circa trecento metri, prendiamo a sinistra la via della resistenza. Percorsi altri trecento metri, si vede alla destra della strada l’ingresso del Campo Sportivo Comunale Generale Virgilio Porcu un Campo da Calcio dotato di tribune in grado di ospitare 150 spettatori, che ospita anche una pista d’atletica leggera. In questa Campo Sportivo gioca la A.S.D. Selargius calcio, che milita in Eccellenza. Al termine della stagione 1989-90 la squadra ha ottenuto una storica promozione in Serie D, dove ha militato per undici stagioni consecutive. In seguito, al termine della stagione 2000-01, è retrocessa in Eccellenza, dove è rimasta con risultati alterni fino al campionato 2008-09, anno in cui ha vinto i play-off nazionali ed è tornata finalmente in D. Nella stagione 2009-2010 è stata affiliata all’Inter, ed ha disputato le finali nazionali per l’accesso alla seconda divisione, perdendo contro il Pomezia. Il Municipio di SelargiusDa dove abbiamo preso la via della resistenza, proseguiamo lungo la via I° Maggio e, dopo un centinaio di metri, la strada termina a un bivio, con a destra la via Daniele Manin, ed a sinistra la via Istria. Prendiamo la via Istria, che si dirige verso nord est, e, dopo circa seicentocinquanta metri, arriviamo a vedere alla sinistra della strada uno slargo con parcheggio, davanti all’edificio moderno che ospita la sede e gli uffici del Municipio di Selagius. In piazza Cellarium si trova la croce di marmo detta Sa Cruxi ’e MarmuriSeguita per ancora un centinaio di metri la via Istria che ci ha portati al Municipio, vediamo sulla sinistra la piazza Cellarium, che prende il nome dall’antico nome in cui era nota una delle due borgate che hanno dato origine all’abitato di Selargius in epoca romana. Al centro della piazza si trova una croce di marmo chiamata Sa Cruxi ’e Marmuri ossia la croce di marmo, una croce giurisdizionale eretta nel 1425 durante la dominazione catalana, considerata una delle più belle croci di confine della Sardegna aragonese. La colonna ha il capitello gotico, i tre punti culminali della croce sono a forma trifogliata. Le facciate della croce sono scolpite, da una parte è raffigurato il Cristo crocifisso e dall’altra un Santo con un bambino in braccio, ed alla sua estremità sono raffigurate tre rose in bassorilievo. Sotto la croce, inoltre, è riportato il nome dello scultore, la data di edificazione che è il 1425, e il nome degli Obrieri che la commissionarono. La croce era meta frequente di predicazione, ma anche luogo al cui cospetto venivano eseguite le esecuzioni capitali. La chiesa sussidiaria di Sant’Antonio AbateDalla piazza Cellarium, seguiamo per ancora un centinaio di metri la prosecuzione della via Istria, fino a che questa termina ad un incrocio nel quale questa strada prosegue verso est sulla via Roma. All’incrocio prendiamo verso destra la via San Lussorio, che, dopo quasi duecento metri, termina sulla via Daniele Manin. Prendiamo la via Daniele Manin verso sinistra, e poi, dopo appena una diecina di metri, di nuovo a sinistra, prendiamo il Vico Maria Vergine Assunta, che, in una cinquantina di metri, ci porta al cancello di ingresso della chiesa sussidiaria di Sant’Antonio Abate. Si tratta di una chiesa abbastanza recente, costruita in stile neogotico nel 1950, riedificata sul luogo dove sorgeva l’antico tempio seicentesco demolito nel 1949. Ha la facciata a cuspide pronunciata, sormontata da una guglia, ed ornata da un’elegante finestra a rose traforata. Sulla lunetta posta sopra la porta di ingresso si ammira un dipinto con il mezzo busto di Sant’Antonio, opera dello studente universitario Antonio Marini di Selargius. L’interno della piccola chiesa è realizzato con arcate a sesto acuto, con l’abside semicircolare, due cappelle laterali a volta ellisoidale a crociera cordonata e una piccola gemma centrale. La chiesa parrocchiale della Santissima Vergine AssuntaProseguendo, la via Daniele Manin porta, dopo un’altra diecina di metri, a vedere sulla destra la grande piazza Maria Vergine Assunta, nella quale è situata la chiesa parrocchiale di Selargius. La maestosa chiesa della Santissima Vergine Assunta che è la chiesa parrocchiale di Selargius nota anche come Sa Cresia Manna, è stata edificata nell’omonima piazza agli inizi del quindicesimo secolo. È caratterizzata all’esterno dal prospetto neoclassico e da una cupola che sovrasta l’edificio. L’imponente facciata, conclusa da un timpano triangolare, accoglie il portone d’ingresso affiancato da due nicchie comprese fra quattro eleganti colonne in marmo. L’ingresso è sormontato da una lunetta semicircolare e da una finestra ogivale. Sul lato sinistro si trova un alto campanile a canna quadrata, con la cupola decorata e con luci ogivali. L’interno è caratterizzato da un’unica e ampia navata con volta a botte, su cui si affacciano sei cappelle laterali. All’interno della chiesa sono custoditi interessanti arredi sacri, come il settecentesco fonte battesimale, un solenne altare maggiore a ventaglio in marmi policromi, una croce astile d’argento ed anche alcuni pregevoli dipinti. La Festa di Maria Vergine Assunta, che è la Santa Patrona, si tiene il 15 agosto, e questo nonostante in tanti considerino come patrono San Lussorio, non esistono, comunque, in tal senso riconoscimenti civili ma solo religiosi. L’importanza della chiesa deriva anche dalla celebrazione, che in essa si tiene, del suggestivo Matrimonio Selargino, il rito che viene celebrato la seconda domenica di settembre. Sul retro della parrocchiale della Santissima Vergine Assunta si trova la piazza Si ’e BoiSulla destra della piazza Maria Vergine Assunta si trova la via Antonio Gallus, che, in una sessantina di metri, ci porta alla Piazza Si ’e Boi che si sviluppa alle spalle della chiesa parrocchiale della Santissima Vergine Assunta. La piazza, ampia e suggestiva, si estende per ben 7.690 metri quadrati, ed è stata completamente rinnovata e ammodernata con lavori di frestauro conclusi alla fine del 2010. Al suo interno è possibile ammirare una fontana, realizzata in stile moderno, di fronte alla quale svetta la ciminiera ottocentesca dell’antica distilleria, simbolo inconfondibile della città. L’ampia piazza ospita, inoltre, sia la Biblioteca Comunale che il nuovo Teatro Civico Comunale di Selargius, ed in essa è presente anche un angolo attrezzato con giochi, interamente dedicato ai più piccoli. La Cantina Meloni ViniDa dove, dalla via Daniele Manin, siamo arrivati alla piazza Maria Vergine Assunta, prendiamo a sinistra la via Antonio Gallus, che all’inizio costeggia la chiesa parrocchiale, che si trova alla sua sinistra, e, passata la chiesa, alla sinistra della strada si sviluppa la piazza Si ’e Boi. Passata anch’essa, proseguiamo lungo questa strada e, in duecento metri, alla destra della strada troviamo prima, al civico numero 71 della via Antonio Gallus, l’Enoteca Meloni, e più avanti, al civico numero 79, gli edifici della Cantina Meloni Vini. La Cantina Meloni Vini è stata la prima azienda vinicola ad aver ottenuto la Certificazione di Qualità in Sardegna, e dal 1995 ha convertito tutte le sue vigne al biologico, così ha cominciato a cogliere tutto ciò che la natura può offrire quando viene lasciata libera di esprimersi. Produce vini Doc di Cagliari (Girò donna Jolanda, Malvasia donna Jolanda, Malvasia Spumante donna Jolanda, Moscato donna Jolanda, Moscato Spumante donna Jolanda, Moscato S’Atra sardigna, Nasco donna Jolanda, Nuragus, Nuragus S’Atra sardigna) e vini Doc di Sardegna (Cannonau Natura, Cannonau le Ghiaie, Cannonau Selvatico, Monica Molas, Monica Frizzante Molas, Monica Natura, Vermentino Astice, Vermentino Natura, Vermentino Omarus). |
L’antica chiesa romanica di San GiulianoDa dove, dalla via Daniele Manin, siamo arrivati alla piazza Maria Vergine Assunta, proseguiamo lungo la prosecuzione delle via Daniele Manin che costeggia la piazza, poi, dopo una sessantina di metri, prendiamo la sua prosecuzione, che è la via San Nicolò. Percorsa per una sessantina di metri, prendiamo a sinistra la via San Giuliano. Lungo la via San Giuliano, dopo una ventina di metri vediamo, alla sinistra della strada, il retro della chiesa romanica di San Giuliano antica chiesa parrocchiale situata in un suggestivo angolo del centro che sembra essere fermo nel tempo. Ad essa si accede dall’interno del giardino di San Giuliano, che si trova tra la via San Nicolò e la via San Giuliano. Mancano notizie precise sulla data di edificazione della chiesa, che risale presumibilmente al dodicesimo secolo, ed in quello successivo è stata rimaneggiata, con la ricostruzione dell’abside. La chiesa, restaurata di recente, sulla facciata presenta un portico che è stato aggiunto probabilmente nel sedicesimo secolo. Al centro della facciata si apre il portale, architravato con lunetta sopraccigliata impostata su peducci zoomorfi, ed, in entrambi i frontoni, si trova una bifora. All’interno, l’aula ospita tre navate, con copertura in legno a capriate nella navata centrale, ed a falde nelle navate laterali. I divisori delle navate sono tozze colonne romane, due in calcare, due in granito e due in marmo, ornate di capitelli corinzi e sormontate da archi. L’abside è scandita in specchi da lesene a soffietto, con una monofora. Una serie di archetti ne corona il terminale, come pure quelli della navata mediana. L’importanza della chiesa deriva dalla celebrazione, che in essa si tiene, della promessa d’amore del suggestivo Matrimonio Selargino, che fa parte del rito che viene celebrato la seconda domenica di settembre. La piazza Melvin JonesProseguendo per una sessantina di metri lungo la via San Giuliano, questa strada sbocca sulla via Dante Alighieri, che prendiamo verso destra, la seguiamo per centoventi metri, fino ache questa strada sbocca sulla via Roma, che è la prosecuzione verso est della via Istria. Presa a destra la via Roma, poi subito a sinistra la prosecuzione della via Dante Alighieri, che è la via Sant’Olimpia, alla sinistra della quale, una diecina di metri più avanti, si vede la Piazza Melvin Jones che si sviluppa subito dopo aver passato il portale della Casa Rattu. Questo piccolo fiore all’occhiello dell’Amministrazione Comunale, realizzata su progetto donato al comune dal lions Club di Selargius, si estendesu una superficie di 550 metri quadrati. Dotata di panchine ed adornata da belle palme, è stata intitolata a Melvin Jones, fondatore del lions International. Il parco della pace
Da dove eravamo arrivati dalla via Dante Alighieri sulla via Roma, che avevamo preso verso destra, invece di prendere a sinistra la via Sant’Olimpia, proseguiamo lungo la via Roma per circa centocinquanta metri, poi prendiamo a sinistra la via San Salvatore. La seguiamo per trecento metri, e svoltiamo a destra nella via Toscana, che, in un centinaio di metri, ci porta al Parco della pace un parco per il tempo libero e per praticare sport. Il parco si estende per una superficie di 6.800 metri quadrati, è attrezzato con giochi per bambini moderni e dai vivaci colori, ed, al suo interno, si trova un chiosco adibito alla ristorazione e somministrazione di bevande, dove è possibile bere il caffè immersi nel verde, o gustare un gelato nelle calde giornate d’estate. La parrocchia del Santissimo SalvatoreProseguendo lungo la via San Salvatore, dopo una cinquantina di metri prendiamo a sinistra la via don Orione, e poi subito a destra la via Sant’Olimpia, alla sinistra della quale si vede la piazza don Orione, nella quale si trova anche l’oratorio don Orione. Potevamo arrivarci anche proseguendo lungo la via Sant’Olimpia, dopo la piazza Melvin Jones, per circa quattrocento metri, ma la strada è a senso unico in direzione opposta, e quindi potevamo arrivarci solo a piedi. All’interno della piazza don Orione, si trova la chiesa del Santissimo Salvatore un’altra delle più recenti Chiese parrocchiali di Selargius, che è stata consacrata nel 1902. A Selargius era presente un’antica chiesa del Santissimo Salvatore, che era stata ricostruita più volte con materiali poveri, ossia con la zoccolatura in ciottolame, mattoni crudi e tetto incannucciato, com ’erano realizzate tutte le abitazioni di quel tempo. L’orientamento per accesso alla chiesa era fatto secondo la tradizione, che voleva l’abside rivolto ad est, e la facciata rivolta ad ovest, e, sino a poche decine di anni fa, non esistevano ostacoli che impedissero, dall’ingresso della chiesa, la visione del Castello di San Michele. Nel 1864, per le precarie condizioni, l’antica chiesa è stata demolita, ed in seguito è stata edificata la nuova chiesa che corrisponde all’attuale, e che è stata consacrata nel 1902. Tra il 1927 e il 1932 la chiesa è stata ampliata con la costruzione di sei cappelle laterali, tre per parte, e con la realizzazione della sagrestia e della nuova torre campanaria, in sostituzione della precedente che era realizzata a vela. Tra la fine agosto e la prima settimana di settembre si svolge, a Selargius, partendo da questa chiesa parrocchiale, la Festa in onore del Santissimo Salvatore, con processione, celebrazioni religiose e festeggiamenti civili. Il Cimitero di SelargiusDopo la deviazione verso sinistra in via San Salvatore, proseguiamo lungo la via Roma verso est, e la seguiamo per circa quattrocento metri, e vediamo a sinistra il muro di cinta con l’ingresso del Cimitero di Selargius, al quale si accede attraverso un giardino molto gradevole. Ad esso si può arrivare anche dal parco della pace, prendendo, lungo il suo lato meridionale, la via della pace, parallela alla via Toscana, la quale, in circa duecentocinquanta metri, ci porta al muro esterno occidentale del Cimitero, seguendo il quale verso sud, in poco più di una cinquantina di metri, si arriva a raggiungere la via Roma che costeggia il Cimitero. Visita dei dintorni di SelargiusVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Selargius non sono stati portati alla luce resti archeologici particolarmente significativi, se si esclude il villaggio nuragico di su Coddu-Canelles, uno dei villaggi preistorici più grandi del Mediterraneo. I resti dell’insediamento preistorico di su Coddu-CanellesDal Municipio di Selargius, prendiamo verso est la via Istria, dopo duecento metri svoltiamo a sinistra sulla via San Martino, che poi, dopo settecento metri, diventa la via Pietro Nenni. Dopo appena una cinquantina di metri, svoltiamo a destra e prendiamo la via Palmiro Togliatti, che ci porta alla periferia settentrionale del comune di Selargius, in località Su Coddu, ossia Il Colle. La seguiamo per trecentocinquanta metri, poi, subito prima di prendere a destra la via Alcide De Gasperi, si vede sulla destra un rilievo appena pronunciato dove sono stati realizzati i primi scavi che hanno portato ad individuare i resti del Villaggio nuragico di su Coddu menzionato dal professor Enrico Atzeni fin dal 1980. Proseguendo lungo la via Alcide De Gasperi, dopo circa centottanta metri svoltiamo a sinistra per rimanere sulla via Alcide De Gasperi, ed, al civico numero 18, si vede la struttura realizzata per ospitare la parte degli scavi che è attualmente visibile. Le campagne di scavo hanno portato ad accertare che il sito di su Coddu aveva ospitato un vasto insediamento, il cui nucleo più antico si ritiene opera della Cultura di Ozieri, risalente al Neolitico Finale, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata tra il 4000 ed il 3200 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 3200 d’il 2800 avanti Cristo, e successivamente all’Eneolitico Iniziale, secondo la cronologia calibrata tra il 3200 ed il 3000 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 2800 ed il 2600 avanti Cristo. In esso sono stati rinvenuti i fondi oltre 150 capanne, alcune molto complesse, con fornelli in pietra, vasi tripodi per la cottura dei cibi, strumenti di pietra ed anche qualche lesina, strumento utilizzato per lisciare il cuoio, realizzato in rame, ed altri reperti appartenenti al villaggio, che pare si estendesse su 10 ettari. L’espansione, verso ovest del più antico villaggio di su Coddu, è data dal Villaggio nuragico di Canelles risalente all’Eneolitico Medio, che si sviluppa secondo la cronologia calibrata, tra il 3000 ed il 2700 avanti Cristo e secondo la datazione tradizionale tra il 2600 ed il 2400 avanti Cristo. L’insediamento di Canelles si ritiene dovuto ad una fase che viene definita cultura Sub-Ozieri. Anche questo villaggio era costituito da un complesso di abitazioni collegate fra loro da spazi aperti nei quali la comunità primitiva trascorreva la maggior parte del tempo, come dimostra anche la presenza di focolari all’aperto. L’Insediamento preistorico di su Coddu-Canelles è, probabilmente, uno dei villaggi preistorici più grandi del Mediterraneo, nel quale si ritiene fossero ospitate oltre Trecentocinquanta capanne, per una popolazione stimata di circa duemila individui. I resti della Stazione ferroviaria dismessa di SelargiusProseguendo lungo la via Pietro Nenni, dopo aver superato la deviazione con la via Palmiro Togliatti, verso nord per un chilometro e trecento metri, passato l’incrocio con la SS554, proseguendo sulla prosecuzione della via Pietro Nenni che è la SP93 per circa duecento metri, incrociamo la Strada Comunale Terr ’e Teula. Passato l’incrocio tra le due strade, sulla destra si vedono i resti dell’edifico della Ex Stazione ferroviaria di Selargius una fermata ferroviaria presente nel territorio Comunale di Selargius lungo la linea ferroviaria che collega Cagliari con Isili. La fermata è stata istituta dalle Ferrovie Complementari della Sardegna in corrispondenza della casa cantoniera numero sei della linea, ed è stata attivata nel 1922 come fermata facoltativa abilitata al solo servizio viaggiatori. L’impianto è stato utilizzato sino a fine secolo, nonostante l’apertura a poche centinaia di metri della stazione di Monserrato nel 1968, ed è stato, in seguito, dismesso durante la gestione della Ferrovie della Sardegna, subentrata alle FCS nel 1989. Al momento della dismissione la fermata comprendeva esclusivamente il binario di corsa affiancato da una casa cantoniera, che è stata poi riconvertita all’uso abitativo. All’interno dell’ex impianto transitano i treni ed i tram ARST, e, per permettere la circolazione di questi ultimi mezzi, l’area è stata attrezzata con una linea aerea di contatto. L’Archeoparco Didattico di su CodduPer meglio conoscere i resti dell’insediamento preistorico di su Coddu, in località Sa Sitza è stato realizzato su iniziativa di privati, ossia dell’ex ispettore onorario della Soprintendenza archeologica Carlo Desogus e di alcuni suoi amici, l’Archeoparco Didattico di su Coddu nel quale si sono ricostruite fedelmente cinque capanne del periodo con i relativi corredi, una sepoltura identica alle domus de janas, i menhir e le pietre infisse nel terreno, e poi un forno per la cottura delle ceramiche, alcuni focolai esterni, forno e focolari che sono perfettamente funzionanti. Al parco si potrebbe arrivare proseguendo sulla SP93 per circa settecento metri, e prendendo una deviazione in una strada bianca sulla destra, ma è difficile da trovare dato che mancano le indicazioni. Conviene, allora, dal Municipio di Selargius proseguire verso est con la via Roma per un chilometro e cento metri, per poi svoltare a sinistra imboccando la SS554 in direzione di Cagliari, seguire questa strada per un chilometro e trecento metri, e, passato il distributore della Q8, deviando sulla prima a destra che è la Strada Bi ’e Mesu, che, seguita per un chilometro e novecento metri, ci fa trovare il parco sulla destra. Il Santuario romanico di San Lussorio MartireNelle campagne del paese si trova il Santuario di San Lussorio Martire una chiesa romanica che sorge fra Selargius e Monserrato, nella località detta Serriana, vicino alla zona archeologica di Su Coddu. Ci si può arrivare proseguendo lungo la via Pietro Nenni, dopo aver superato la deviazione con la via Palmiro Togliatti, verso nord per circa un chilometro, poi prendendo a sinistra la via delle Azalee, seguendola per cinquecentocinquanta metri, e prendendo a sinistra la via delle Begonie, che seguiamo per duecentosettanta metri fino a trovare alla sinistra la sterrata che porta alla chiesa. Partendo dal Municipio di Selargius, il modo più comodo per arrivarci è tornare in piazza Cellarium, dalla quale si può prendere verso ovest il viale Trieste, dopo seicento metri prendere a destra la via Salvador Allende, seguirla per un centinaio di metri e deviando verso sinistra sulla via della lbertà, che, dopo seicento metri, continua nella via delle Begonie, che seguiamo per un’ottantina metri fino a trovare alla destra la sterrata che porta alla chiesa. La tradizione locale vuole che questo Santuario sia stato eretto, probabilmente nel tredicesimo secolo, sul luogo del martirio dei Santi Lussorio, Cesello e Camerino. Nel 1624 Serafino Esquirro, raccogliendo nel volume Santuario de Caller le testimonianze della popolazione, ricordava a questo proposito che la chiesa era stata sempre chiamata Sa Cresia de Is Santus, sebbene la documentazione archivistica non ne faccia menzione. Un tempo dedicata a San lucifero, appartiene in età medievale all’Ordine Monastico di San Vittore di Marsiglia, ed è la parrocchiale del villaggio di Palma. Abbandonato tale villaggio, la chiesa passa sotto la giurisdizione della parrocchiale di Selargius, e viene dedicata a Maria Vergine Assunta. Nel 1614, riconoscendone ufficialmente l’importanza, il pontefice Paolo V concede al Santuario l’indulgenza settenaria, e, nel 1619, quella plenaria. L’edificio originario, caratterizzato da una planimetria a una sola navata, entrato in possesso dei Vittorini subisce diversi ampliamenti e rimaneggiamenti, viene edificata una seconda navata e, probabilmente progettata la costruzione di una terza, come si intuisce dalla tripartizione della facciata, sormontata da un campanile a vela, in posizione centrale. Il fronte, in conci calcarei di fattura regolare, riflette gli stilemi costruttivi del romanico e più in particolare, il gusto architettonico vittorino. Sotto il campanile a vela si apre una bifora con colonnine pensili e sulla sinistra del portale è presente una lastra decorata con motivi stellari, mentre sulla parte destra, vi è un concio con l’alloggio per una bacino ceramico. Nella metà del diciottesimo secolo, alla facciata viene addossato un vestibolo riservato ai catecumeni e ai penitenti, realizzato con arcate che sostenevano una copertura a capanna, e l’accesso al portico viene in seguito chiuso con grate. Dopo decenni di abbandono ed incuria, negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso la chiesa è stata sottoposta ad importanti lavori di restauro, che hanno portato allo smantellamento del vestibolo, per una migliore valorizzazione della facciata romanica, sebbene sia stato preservato il caratteristico arco d’ingresso. All’interno del Santuario sono custoditi diversi oggetti di culto, tra i quali un sarcofago marmoreo strigilato e con la raffigurazione di un militare, ritenuto, dalla tradizione popolare, la tomba di San Lussorio; il simulacro del Santo affiancato dalle statue di San Cesello e San Camerino realizzate nel 1994 dall’artista Claudio Pulli, una reliquia che era forse un frammento di falange, che un’autentica del 1827 firmata dall’arcivescovo di Cagliari, attribuisce al Martire. La chiesa viene definita un Santuario, ossia un luogo ritenuto sacro dalla tradizione religiosa, per manifestazioni ritenute divine, per la presenza al suo interno delle reliquie del Santo, ed anche per la devozione dei fedeli alle statue presenti al suo interno. La terza settimana di agosto si svolge, presso questo Santuario, la Festa di San Lussorio, da tanti considerato come Santo Patrono di Selagius al posto di Maria Vergine Assunta. Secondo la tradizione, San Lussorio in latino Luxorius o Luxurius, chiamato anche San Rossore dai Pisani, era un soldato pagano che svolgeva l’attività di Apparitor, cioè impiegato del governatore Delfio a Carales, dove si converte al Cristianesimo. Incarcerato durante le persecuzioni di Diocleziano, si rifiuta di abiurare e viene decapitato il 21 agosto di un anno non precisato presso Forum Traiani, oggi Fordongianus. A Fordongianus nel seicento viene rinvenuta una Cripta absidata del quarto secolo che si ritiene fosse la sua sepoltura, sulla quale viene edificata nell’undicesimo secolo la chiesa di San Lussorio. Si suppone che le reliquie siano state poi traslate a Cagliari, come testimonia un’iscrizione mosaicata che indica una seconda sepoltura. Ma ne rivendicano il possesso anche la chiesa di Pavia, dove le avrebbe portate liutprando dopo averle acquistate dai Vandali assieme a quelle di Sant’Agostino, e la chiesa di Pisa che se ne sarebbe impadronita nel 1088, insieme con quelle di Sant’Efisio e San Potito, che giacevano a Nora. Forse dopo il trasferimento a Cagliari, parte delle reliquie è rimasta in città, parte traslata a Pavia da liutprando, ed il resto portato a Pisa. alla storia di San Lussorio viene, nella tradizione, collegata quella di due martiri fanciulli, Cesello e Camerino anche loro santificati. Imprigionati a Carales dal governatore Delfio che, dopo aver tentato di riconvertirli alla religione pagana, li condanna a morte ed i loro corpi vengono dati in pasto ai cani. I resti dei corpi vengono sepolti nella stessa città: Et sepelierunt eos in loco ubi nunc est ecclesia Sancti luciferi confessoris, ossia e li seppellirono dove sorge ora la chiesa di San lucifero confessore. A loro si ritiene appartengano i due corpicini rinvenuti nel 1615 nel secondo complesso funerario sotterraneo dell’attuale chiesa di San lucifero. |
A fianco del tempio era ubicato il monastero vittorino, le cui strutture murarie erano visibili sino a tutto il sedicesimo secolo. Nella zona in cui sorge la chiesa sono stati effettuati scavi archeologici, che hanno dato alla luce vari reperti talvolta in discrete condizioni generali, svariati ritrovamenti di scheletri umani disposti in sepoltura sotto cupole di tegoli affiancati. La chiesa campestre di Santa RosaDal Municipio di Selargius proseguiamo verso est con la via Roma per un chilometro e cento metri, per poi svoltiamo a sinistra imboccando la SS554 in direzione di Cagliari, seguiamo questa strada per settecento metri e svoltiamo a destra per prendere la strada Vicinale Serriana, dopo settecento metri continuiamo sulla strada dell’Argine, dopo una settantina di metri continuiamo sulla sTrada Vicinale di su Stracoxiu, e dopo settecntocinquanta metri continuiamo sulla Strada Comunale Selargius-Ussana. La seguiamo per quattro chilometri, poi svoltiamo a sinistra e prendiamo la SS387 del Gerrei in direzione di Dolianova. Percorsi due chilometri e cento metri sulla SS387 del Gerrei, prendiamo a destra la strada Vicinale Santa Rosa, una strada bianca che, dopo quasi due chilometri, ci fa vedere sulla sinistra la chiesa campestre di Santa Rosa una moderna chiesa realizzata a partire dal 1946 ma incompiuta ed ormai abbandonata. La chiesa, realizzata con murature in pietra di arenaria e dotata di un impianto a croce latina, è stata oggetto di indagine archeologica, che hanno permesso di mettere in luce alcune strutture murarie, delle quali residuano i filari di base pertinenti ad un medesimo complesso, è stata pure individuata una sepoltura di pianta rettangolare contenente almeno tredici individui, il cui corredo era costituito da semplici vaghi di collana in pasta vitrea. In viaggio verso la frazione su Planualla frazione su Planu si arriva dal Municipio di Selargius prendendo all’indietro, ossia verso sud ovest, la via Istria, proseguendo sul viale Marconi in direzione di Cagliari centro, per prendere poi, dopo aver percorso tre chilometri e seicento metri, verso destra l’Asse Mediano di Scorrimento di Cagliari. Percorsi due chilometri e quattrocento metri, prendiamo l’uscita per Pirri e su Planu, che ci porta alla rotonda, dove la terza uscita ci porta sulla via Giuseppe Peretti, e, dopo meno di un chilometro, troviamo le indicazioni che ci fanno prendere a destra la via Montanaru, una delle strade che conducono al centro di su Planu. La frazione su PlanuQuasi un terzo degli abitanti di Selargius risiedono nella frazione su Planu (altezza metri 51, distanza 7.9 chilometri, circa 4.146 abitanti), una frazione che dista quasi sette chilometri dal comune di Selargius cui essa appartiene. Su Planu, situato a nord di Cagliari nelle immediate vicinanze del rione di Mulinu Becciu e del complesso Ospedaliero Civile Brotzu, gravita geograficamente sulla città di Cagliari, ma, per complesse vicende storico amministrative, appartiene al comune di Selargius. In origine la zona aveva una destinazione agricola, con aveva anche legami storici con la nobile famiglia valenzana dei Carroz, dalla metà del Trecento ai primi del cinquecento proprietaria del Castello di San Michele. Abitata principalmente da cagliaritani o immigrati dal centro della Sardegna, la frazione è caratterizzata da una forte spinta a rendersi autonoma Entriamo nel centro di su PlanuDalla rotonda alla quale siamo arrivati dall’Asse Mediano di Scorrimento, uscendo verso Pirri e su Planu, prendiamo la via Giuseppe Peretti, la seguiamo per circa novecentocinquanta metri, poi prendiamo verso destra la via Montanaru, che ci porta nel centro di su Planu, del quale vediamo le principali caratteristiche. Il Campo Sportivo di su PlanuDa dove la abbiamo presa, seguita per una settantina di metri la via Montanaru, prendiamo a sinistra la via Ludovico Ariosto, la seguiamo per sessanta metri, poi a sinistra prendiamo la via Nicolò Machiavelli, la seguiamo per trecentocinquanta metri, e vediamo alla destra della strada l’ingresso del Campo Sportivo di su Planu. L’impianto comprende un Campo da Calcio, ed è dotato di tribune in grado di ospitare 200 spettatori. La chiesa parrocchiale dedicata allo Spirito SantoDa dove la abbiamo presa, seguita per una settantina di metri la via Montanaru, prendiamo a sinistra la via Ludovico Ariosto, la seguiamo per duecentottanta metri, poi a sinistra prendiamo la via Lorenzo dei Medici, la seguiamo per un’ottantina di metri, ed, al civico numero 64, vediamo a sinistra la facciata della chiesa dello Spirito Santo che è la chiesa parrocchiale di su Planu, inaugurata nel 1997 ed intitolata allo Spirito Santo ed a Santa Rita da Cascia. L’esterno dell’edificio, con le sue forme fortemente geometriche in grigio e rosa chiaro, è perfettamente integrato con il paesaggio circostante, il piccolo piazzale antistante l’edificio, infatti, abbellito da giovani palme e dotato di due panchine in pietra, si collega ai due parchi rionali ubicati a poche centinaia di metri. L’interno si presenta come uno spazio aperto di pianta assimilabile ad un quarto di circonferenza, nella quale curva, sovrastato da una massiccia lastra dorata, si trova l’altare, realizzato dal pittore e scultore Tore Pintus così come la via Crucis e diversi quadri. L’altare si trova sopra una teca depositata nel pavimento al momento della consacrazione della chiesa, che conserva alcune reliquie di Santi, tra i quali di Santa Rita da Cascia, e una pergamena. Presso la parrocchia dello Spirito Santo, nella frazione su Planu, il 2 e 3 giugno si svolge la Festa di Santa Rita, concerimonie religiose e manifestazioni civili. I due parchi rionali di su PlanuA su Planu sono presenti due parchi riunali, ubicati a poche centinaia di metri dalla chiesa parrocchiale dello Spirito Santo. La presenza delle due aree verdi rende quest’angolo del comune di Selargius una meta particolarmente gradita per le famiglie che, la domenica, dopo aver assistito alla celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale, approfittano del parco Rionale per passeggiare, e dei giochi del vicino parco dei Bimbi per far divertire all’aria aperta i più piccini. Il Parco pubblico di su Planu è situato a nord della via Lorenzo dei Medici e ad ovest della via Matteo Maria Boiardo, e si estende per 5.500 metri quadrati. Vero polmone di verde che caratterizza il popoloso ed elegante quartiere. Al suo interno, il parco accoglie una struttura adibita a Centro Sociale. Il Parco pubblico dei Bimbi di su Planu è situato ad est della via Matteo Maria Boiardo ed a sud della via Pietro Metastasio, è molto più ampio dato che si estendesu una superficie di ben 1cinquemila metri quadrati. Anch’esso è un vero polmone di verde, è dotato di panchine e percorsi per passeggiate in mezzo al verde, all’ombra dell’ampia pineta. Il parco dei Bimbi è molto frequentato da bambini e adulti, soprattutto nella stagione estiva, ed è attrezzato con numerosi giochi per l’infanzia. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, visiteremo l’abitato di Settimo San Pietro con i suoi dintorni nei quali si trovano il sito archeologico di Cuccuru Nuraxi ed il suo pozzo sacro. |