La costiera a sud di Olbia del promontorio di Capo Ceraso con le sue spiagge e delle isole Tavolara e Molara
Inizieremo, ora, ad effettuare un itinerario lungo le coste sud orientali della provincia, da Loiri Porto San Paolo a San Teodoro, e poi nelle Baronie a Budoni. In questa tappa del nostro viaggio, partendo da Olbia ci recheremo a visitare gli stagni del rio Padrogianus ed il suo parco fluviale. Proseguiremo poi visitando La costiera a sud di Olbia con le sua spiagge. La regione storica della GalluraLa regione storica della Gallura (nome in gallurese Gaddùra, in lingua sarda Caddùra) occupa l’estremità nord orientale dell’Isola, delimitata a sud dal massiccio granitico del Monte limbara, a sud ovest dal corso inferiore del fiume Coghinas, a sud est dal monte Nieddu nei comuni di San Teodoro e Budoni. È stata, nell’alto periodo medioevale, uno dei quattro giudicali sardi. Principale risorsa economica di questa regione è il turismo, sviluppatosi a seguito della realizzazione del famoso insediamento turistico dell’area del Consorzio Costa Smeralda, oltre all’industria del sughero e del granito, nelle quali ha raggiunto primati a livello internazionale. I comuni che ne fanno parte sono Aggius, Aglientu, Arzachena, Badesi, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, la Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Luras, Olbia, Palau, Sant’Antonio di Gallura, Santa Teresa Gallura, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba. In Gallura si parla il Gallurese, che è di ceppo toscano ed ha forti analogie con il còrso, è infatti molto simile al dialetto parlato nel distrello di Sarlene nel sud della Corsica, ma conserva alcuni influssi derivanti dal logudorese, che era parlato nel territorio antecedentemente, durante il periodo giudicale. Lungo la costiera a sud di OlbiaUsciamo dalla città di Olbia lungo la SS125 Orientale Sarda dirigendoci verso sud in direzione del Siniscola, per recarci a visitare le spiagge della costiera a sud di Olbia. Nel 2017 Legambiente attore protagonista dell’ambientalismo italiano, con le rilevazioni effettuate dalla sua Goletta Verde, e con la collaborazione del Touring Club Italiano, ha assegnato il riconoscimento di 3 Vele al comprensorio del Golfo di Olbia, della costa nord orientale dell’isola e dell’area Marina Protetta dell’isola Tavolara. I parametri considerati per l’assegnazione delle vele sono la qualità delle acque di balneazione, efficacia della raccolta differenziata dei rifiuti, la gestione delle risorse idriche, la presenza di aree pedonali, efficienza dei servizi, la valorizzazione del paesaggio e delle produzioni locali. |
Il parco fluviale del PadrogianusLa SS125 Orientale Sarda, al cartello indicatore del chilometro 312, supera con un viadotto il RioPadrogianus e attraversa un vasto complesso di stagni di grande interesse naturalistico. Il Delta del rio Padrogianus è infatti una zona umida costituita da un reticolo di canali e di isole semisommerse e stagnetti delimitati da un gran numero di cordoli di sabbia. Lungo la strada, un trecento metri dopo il viadotto, prendiamo sulla destra la deviazione sulla via Pedrongianus, e, percorso circa un chilometro, arriviamo al Parco fluviale del Padrogianus inaugurato nel maggio del 2009, dove è possibile visitare un’oasi naturalistica di 44 ettari alla periferia della città, attraversata dal fiume, fino alla foce del fiume Perdrogiano. Nel tratto di costa tra la foce del fiume Padrogianus e Capo Ceraso, uno dei tratti più belli della costa orientale, era in progetto la realizzazione di un grosso insediamento turistico battezzato Costa Turchese che prevedeva una grande colata di 52cinquemila metri cubi di cemento su 450 ettari,385 ville, due alberghi da 400 posti letto,995 appartamenti in residence,120 in multiproprietà,30 negozi, un centro commerciale, un Campo da golf e 400 posti barca. Il tutto a meno di trecento metri dalla costa. Era prevista la realizzazione di un canale navigabile largo 3 metri per collegare il porticciolo con il mare, con il taglio in due della spiaggia, su una zona umida oggi tutelata che sarebbe stata destinata quindi a scomparire con tutto il suo ricco patrimonio di biodiversità. Il progetto era stato portato all’approvazione del Consiglio Comunale di Olbia, e contro di esso si sono mobilitate le persone sensibili alla tutela dei valori ambientali. |
In località Padrogianus si troverà il futuro Ospedale Mater OlbiaSubito a sud degli stagni, percorsi settecento metri sulla SS125 Orientale Sarda dopo l’incrocio con la via Pedrongianus, poco prima del cartello indicatore del chilometro 311, arriviamo nella piccola frazione Padrogiano (altezza metri 3, distanza 6.1 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Una deviazione in una strada privata verso sinistra ci porta dove sono presenti abitazioni nella località Pedrogiano, mentre, una deviazione sulla destra, ci porterà al futuro Ospedale Mater Olbia che era l’ex Ospedale San Raffaele di don Verzè, e che, dopo il fallimento della società madre di Milano, si è trasformato nel Mater Olbia, grazie ai piani di investimento per la nuova struttura decisi dalla Qatar Foundation Endowment, che sta facendo forti invesimenti nell’area del Consorzio Costa Smeralda. Il nuovo Ospedale Mater Olbia, il cui cantiere è stato riaperto nel maggio 2015, si prevede che potrà essere operativo entro la fine dell’anno, avrà 290 letti ospedalieri e diventerà un centro di ricerca specializzato che offrirà un’ampia gamma di servizi ospedalieri tra cui cardiovascolare, neurologico, ortopedico e pediatrico, così come un centro di riabilitazione. La frazione Olbia denominata lido del Sole con la sua spiaggiaProcediamo sulla SS125 Orientale Sarda per trecentocinquanta metri, svoltiamo leggermente a sinistra e imbocchiamo la via lido del Sole, la seguiamo per un chilometro e mezzo, poi la via lido del Sole costeggia uno stagno che si trova alla sua destra, fa una leggera curva a destra, e diventa via degli Stagni, che in poco più di seicento metri, ci porta al complesso turistico della frazione lido del Sole (altezza metri 5, distanza 9.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 35). Di fronte al complesso turistico, a chiudere le bocche di mare che portano al porto di Olbia, si trova il piccolo Isolotto della Bocca sul quale è posizionato un faro. Da dove la via lido del Sole ha fatto una leggera curva a destra ed è diventata la via degli Stagni, percorsi meno di trecento metri fiancheggiando lo stagno, svoltiamo a destra in una sterrata che, in un centinaio di metri, ci porta alla spiaggia del lido del Sole. La spiaggia del lido del Sole conosciuta anche con il nome di Gavrile, è un arenile costituito da sabbia dorata scura piuttosto grossa, l’acqua è di colore verde, il fondale degradante sabbioso a tratti fangoso, quasi subito profondo. L’arenile, forse non bellissimo, viene utilizzato anche come punto di rimessaggio dei gommoni e delle piccole imbarcazioni degli olbiesi, data la sua vicinanza alla città. All’estremo sinistro della spiaggia, sono presenti i resti di un fortino della Seconda Guerra Mondiale. La spiaggia in alta stagione risulta abbastanza frequentata. |
Le frazioni le Saline e Punta le Saline con le sue spiaggetteRitornati sulla SS125 Orientale Sarda, da dove avevamo preso la deviazione sulla via lido del Sole, proseguiamo per seicentocinquanta metri, sino al cartello indicatore del chilometro 310, e prendiamo a sinistra la deviazione in via punta Saline, che, in ottocentocinquanta metri, ci porta ad attraversare l’insediamento turistico che si trova nella frazione le Saline (altezza metri 3, distanza 8.6 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), costituito da numerose villette che si trovano alla sinistra della strada. Attraversato l’insediamento, si prosegue lungo la via punta Saline sul promontorio omonimo, fino ad arrivare, dopo poco più di un chilometro e mezzo, all’estremo nord orientale del promontorio, dove si trova la frazione Punta le Saline (altezza metri 2, distanza 9.9 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti). Qui si trova un piccolo approdo con unico pontile in grado di ospitare solo 15 piccole imbarcazioni, che si affaccia su un fondale con alghe, fangoso e roccioso. Lungo il promontorio di Punta delle Saline si trovano, prima, sulla sinistra della strada, le due Spiaggette di Punta le Saline. Più avanti, proprio al termine del promontorio, si trovano sulla sinistra la spiaggia di Punta le Saline nord e sulla destra la spiaggia di Punta le Saline sud. Si tratta di quattro piccole spiagge immerse nella rigogliosa macchia mediterranea, ed il loro arenile è costituito da sabbia piuttosto grossa di color giallo ocra. |
La frazione le Vecchie Saline con la grande spiaggia delle SalineSempre sulla SS125 Orientale Sarda, percorsi altri trecentocinquanta metri, svoltiamo a sinistra e, dopo poco più di un chilometro, prendiamo a destra ed arriviamo all’insediamento turistico situato nella frazione le Vecchie Saline (altezza metri 8, distanza 12.7 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 16). A sud dell’abitato sono situati lo stagno Tartanelle ed altri stagni di retrospiaggia che rappresentano una zona umida di grande interesse per la protezione delle diversità biologiche. Raggiungiamo l’ampia spiaggia delle Saline, che è disposta sul mare in corrispondenza delle località Le Saline e Le Vecchie Saline, oltrepassando a piedi un ponticello, che ci permette di camminare sopra gli stagni e le ampie saline che circondano la lunga spiaggia sabbiosa. Di fronte alla spiaggia si trova l’Isola di Patron Fiaso. E sul retro della spiaggia si sviluppa un piccolo stagno retrodunale, chiamato stagno delle Saline che si trova tra l’insediamento turistico di Le Saline e quello di Le Vecchie Saline. La Cantina Vigneti Zanatta con un vino inserito nella guida 5StarWines di VinitalyProseguando verso sud sulla SS125 Orientale Sarda, arriviamo, dopo ottocentocinquanta metri si incontra una rotonda, chiamata la rotonda su Fenuju, dove prendiamo a destra la via Spirito Santo. La seguiamo per tre chilometri e mezzo, e vediamo, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso che porta alla Cantina Vigneti Zanatta di Olbia.
La Cantina Vigneti Zanatta è una giovane azienda nata nel 2003 dal connubio di due terre vocate, per natura e tradizione, alla produzione di vino, la Sardegna ed il Veneto. È nella zona del gallurese che Bruno Zanatta, giovane enologo trevigiano, nel 1975 inizia la sua carriera maturando una profonda conoscenza del territorio e della terra sarda. Trascorsi trent’anni, la sua passione si trasforma, con accanto i figli, in quella che oggi è una vera e propria realtà che si estende su di una superficie di 120 ettari. Nasce quindi l’azienda di famiglia, e sono i vini prodotti nella zona del gallurese, dove la natura del territorio estremamente sabbioso, povero di acqua e di sostanza organica conferisce aromaticità e sapidità tanto da dare dei vini immediatamente riconoscibili e riconosciuti, quali il Vermentino di Gallura Docg ed il Cannonau di Sardegna Doc. Il suo vino Cannonau di Sardegna Doc Riserva Tararà 2017 è stato inserito nella 5StarWines del 2023 di Vinitaly. |
alla base del promontorio di Capo Ceraso si trova la frazione Murta Maria con la spiaggia di Marina MariaRitorniamo sulla SS125 Orientale Sarda che, proseguando verso sud ci porta alla base del promontorio granitico di Capo Ceraso un luogo dal forte impatto naturalistico, immerso nel verde della macchia mediterranea e circondato da arbusti di mirto, corbezzolo e di tutta la vegetazione tipica delle coste della Gallura. Passata, al chilometro 307.3, la ex casa Cantoniera che si trova alla sinistra della strada, troviamo le prime abitazioni dell’insediamento turistico situato nella frazione Murta Maria (altezza metri 10, distanza 13.3 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 419). Circa un chilometro e seicento metri dopo la rotonda su Fenuju, arriviamo ad un’altra rotonda, alla quale giriamo a sinistra verso la costa, dirigendoci verso Porto Istana e li Cuncheddi, ed arriviamo nel centro dell’insediamento turistico di Murta Maria. Nel centro abitato, centocinquanta metri dopo la rotonda, alla destra della strada si trova uno slargo, sul quale si affaccia la chiesa di San Giuseppe di Murta Maria, presso la quale la terza domenica di maggio si svolge la Festa di San Giuseppe. Proseguendo meno di cento metri oltre la ex casa cantoniera, prendiamo a sinistra su una strada sterrata, fino allo stagno di via dei Gladioli, arrivando al parcheggio vicino al ponte che collega la spiaggia. La strada, passando tra lo stagno che si trova alla sua sinistra e la peschiera alla destra, in un chilometro e trecento metri, ci porta alla spiaggia di Marina Maria. La sua spiaggia è nota con il nome di spiaggia di Marina Maria lunga all’incirca due chilometri. Si tratta di una lingua di sabbia bianchissima a tratti fine e grossa, costellata di migliaia di scheletri di conchiglie delle più svariate forme e dimensioni. Il mare su cui si affaccia assume varie tonalità a seconda dei tratti in cui ci si ferma, il primo tratto è di un colore verde smeraldo, più avanti, dopo aver oltrepassato un canale d’acqua che collega la laguna antistante la spiaggia, si raggiunge il secondo tratto della spiaggia, più aperta verso il golfo, in cui i colori del mare sono più sull’azzurro chiaro a causa della bianchissima sabbia. È meta prediletta dei surfisti che la frequentano tutto l’anno. |
La spiaggia di Marina Maria confina con la spiaggia delle Saline, della quale si trova subito a sud, separata dallo sbocco in mare del fiumicello che rappresenta lo sbocco sul mare del retrostante stagno retrodunale Tartanelle. Il grande stagno Tartanelle con la peschiera di Marina MariaSul retro della spiaggia delle Vecchie Saline e della spiaggia di Murta Maria, si sviluppa un grande stagno retrodunale, che è chiamato stagno Tartanelle il quale, con il suo sbocco nel mare, separa, appunto, le due spiagge. Questo stagno alimenta, alla destra della spiaggia di Marina Maria, la Peschiera di Marina Maria, la quale separa la spiaggia dal centro abitato. I diversi stagni denominati Le Saline, Tartanelle e la Peschiera Marina Maria, coprono nel loro insieme un’estensione di circa 120 ettari. La loro origine è individuata dalla presenza, un tempo, nella zona, del rio Castangia, che nei secoli è però divenuto un semplice immissario del rio Padrongianus. Nella frazione Bunthe si trova la spiaggia di Punta Tofinoalla rotonda di Murta Maria svoltiamo a sinistra, seguendo la freccia per Porto Istana e li Cuncheddi, e prendiamo il viale Porto Istana. Dopo circa cinquecento metri, una deviazione sulla sinistra, ci porta verso il mare. Percorsi novecentocinquanta metri, arriviamo a un bivio, dove prendiamo la deviazione sulla sinistra che è la via Lu Caraggioni, e che, in ottocenti metri, ci porta alla frazione Bunthe (altezza metri 6, distanza 15.5 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), una piccola frazione Olbia. A Bunthe si trova la spiaggia di Punta Tronfino che prende il nome dalla Punta di Tronfino, che la chiude a sinistra. La spiaggia è caratterizzata da una sabbia che ha sfumature giallo ocra, alla quale le scogliere bianche donano un fascino particolare. Si tratta di una spiaggia non attrezzata, poco frequentata, che ne fanno una meta ideale per famiglie e per chi ama la tranquillità. La ricchezza dei suoi mari e il basso fondale ne fanno una meta ideale per gli appassionati di sport acquatici. |
La frazione Costa Romantica con le sue spiaggeAl bivio dove avevamo presa la via Lu Caraggioni, continuiamo invece verso destra in direzione di Capo Ceraso, e, dopo circa ottocentocinquanta metri, arriviamo nella frazione Costa Romantica (altezza metri 62, distanza 17.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 22), dove è presenta un grosso villaggio turistico. Dalla frazione Costa Romantica, prendiamo a sinistra la via Capo Ceraso che, in circa ottocento metri, ci porta alla spiaggia di Costa Romantica, mostrandoci un bellissimo panorama di tutta la baia. Proseguendo per un centinaio di metri sulla strada che ci ha portati alla spiaggia, la strada segue la costa, e ci porta alla più ampia spiaggia di Cala Sa Figu, che è separata da un promontorio a destra dalla spiaggia della Caletta di Cala Sa Figu. La spiaggia di Costa Romantica è una spiaggia ad archi, divisa in due parti da un promontorio ed intervallata da piccoli scogli di colore grigio chiaro, priva di posidonie spiaggiate. La sabbia ha un fantastico colore dorato, ed il mare sul quale si affaccia ha colori che comprendono l’azzurro ed il verde smeraldo. Il fondale è basso e prevalentemente sabbioso, con la presenza di scogli affioranti. Alle spalle della spiaggia è presente la consueta macchia mediterranea che impreziosisce la costa con i suoi aromi e colori. Poco frequentata anche in alta stagione. |
alla destra della spiaggia di Costa Romantica, si trova la spiaggia di Cala Sa Figu una spiaggia piuttosto lunga con sabbia finissima di colore dorato chiaro e con la presenza di qualche scoglio lungo l’arenile. Non sono presenti posidonie spiaggiate. Si affaccia in un bellissimo mare cristallino dai colori tra il verde smeraldo e il turchese. Presenta un fondale basso e sabbioso ideale per godersi un bagno in piena tranquillità. Alle spalle della spiaggia la ricca macchia mediterranea domina il paesaggio. |
La frazione li Cuncheddi con la sua spiaggiaProseguendo sulla strada in direzione di Capo Ceraso, dopo quattrocento metri prendiamo la deviazione a sinistra, che, in poco più di ottocento metri, ci porta alla frazione li Cuncheddi (altezza metri 47, distanza 16.9 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 49), dove è presente l’Hotel omonimo. Superato l’Hotel, si arriva alla bella spiaggia di li Cuncheddi. Risaliamo il lato orientale del promontorio di Capo Ceraso arriviamo all’insenatura di Porto VitelloDal bivio dove avevamo presa la via Lu Caraggioni, continuiamo verso destra in direzione di Capo Ceraso, sulla strada che diventa sterrata. Superiamo le deviazioni per Costa Romantica e li Cuncheddi, e, dopo due chilometri e seicento metri dal bivio, prendiamo a sinistra la deviazione verso la costa, seguendo l’indicazione per un bar situato a un chilometro e mezzo. Proseguiamo dritti per duecentoventi metri, e arriviamo a un bivio, dove prendiamo la strada che porta a sinistra, la seguiamo per cinquecento metri, e troviamo sulla destra la deviazione per l’Insenatura di Porto Vitello. Evitando la deviazione, proseguiamo sulla strada che, in circa quattrocento metri, ci porta alla spiaggia di Porto Vitello, che si affaccia sulla destra. La spiaggia di Porto Vitello è una piccola spiaggia isolata, caratterizzata da sabbia fine di colore dorato chiaro, priva di posidonie e con la presenza di qualche scoglio affiorante dal terreno e dal mare. Il bellissimo mare cristallino si presenta con bellissimi colori tra il verde smeraldo e l’azzurro, con un fondale basso e sabbioso ed una vista suggestiva. Non risulta mai affollata e può essere battuta dal vento di maestrale. |
La spiaggia di Punta RujaPassata l’insenatura di Punta Vitello, continuiamo verso destra in direzione di Capo Ceraso. Percorsi due chilometri e seicento metri dal bivio dove avevamo presa la via Lu Caraggioni, deviamo verso sinistra lungo la deviazione che conduce in direzione della costa, e, percorsi Duecentoventi metri, arrivati al bivio, prendiamo la deviazione verso destra. La seguiamo per circa cinquecentocinquanta metri, poi svoltiamo a sinistra, e, dopo quattrocentocinquanta metri, raggiungiamo la spiaggia di Punta Ruja, che è chiusa sulla destra dal promontorio che termina appunto con la Punta Ruja, la quale si posiziona al termine di una bella costiera. La spiaggia di Punta Ruja è una piccola spiaggia solitaria, davvero incantevole, che è circondata dalla florida macchia mediterranea ricca di colori e profumi. Caratterizzata da sabbia dorata chiara priva di posidonie, a grani fini e con un arenile compatto, si affaccia in un meraviglioso mare cristallino dai colori stupendi che variano dall’azzurro al verde smeraldo, con la presenza di qualche scoglio alle sue due estremità. Mediamente riparata dal vento, è poco frequentata anche durante il periodo estivo. |
Prima di raggiungere la punta del promontorio di Capo Ceraso troviamo l’insenatura di Portu di Lu CasuPassato il promontorio di Punta Ruja, la costa smette di salire verso Capo Ceraso, e prosegue orizzontalmente. Dal bivio dove avevamo presa la via Lu Caraggioni, continuiamo verso destra in direzione di Capo Ceraso, superiamo le deviazioni per Costa Romantica e li Cuncheddi, e, dopo poco più di due chilometri e mezzo dal bivio, evitiamo la deviazione sulla sinistra che porta a Porto Vitello, e proseguiamo dritti. Percorso un chilometro e settecento metri, prendiamo una deviazione sulla sinistra, che dopo poco termina. Qui si può parcheggiare l’auto, e prendere un sentiero che fa scendere sulla costa fino all’Insenatura di Portu di Lu Casu ossia il porto del formaggio, che veniva utilizzato come porticciolo di carico di formaggi di contrabbando. Qui si trova la spiaggia omonima. La piccola spiaggia di Poltu Casu o Portu Casu è incastonata all’interno di un piccolo golfo cinto da alte scogliere, e circondato da un mare cristallino. La spiaggia è una meta prediletta dei diportisti, in quanto offre un valido riparo nelle giornate di forte vento di scirocco. |
Di fronte all’insenatura nella quale si trova la spiaggia di Poltu Casu, si trovano le Isole di Portu Casu due isole conosciute anche come Isole di Porto Lucas circondate da piccoli scogli. Raggiungiamo la punta del promontorio di Capo CerasoEvitando la deviazione per Portu di Lu Casu, proseguiamo dritti per quasi settecento metri, ed arriviamo al termine della strada, dove possiamo lasciare la macchina in uno spiazzo e da qui, a piedi, dopo duecentocinquanta metri, raggiungiamo la Punta di Capo Ceraso. La strada diventa sterrata, ma piacevolmente rilassante. La parte più alta del promontorio granitico di Capo Ceraso, costituita dal monte Maladromì, di 219 metri, offre un panorama sia sul tratto interno del golfo, a nord di Punta Ruja, sia sul golfo esterno delimitato a nord est dal promontorio di Capo Figari, e a sud dall’isola di Tavolara di Molara e da Capo Coda Cavallo. Rappresenta il limite nord dell’area Naturale Marina Protetta di Tavolara e punta Coda Cavallo, ed è coperto da una vegetazione ricca delle principali varietà arboree della macchia mediterranea, come il corbezzolo, l’olivastro, il leccio, la quercia da sughero, il lentischio, il cisto, l’erica, che crescono rigogliosi tra le rocce granitiche color rosa. All’estremo del promontorio, sul monte Maladromì, si trovano i resti del Fortino di Capo Ceraso che consiste in alloggi per i militari, una postazione di vedetta e piazzole di difesa. Si tratta di un fabbricato che ospita tre vani principali e la cucina, mentre il servizio igienico è esterno. Nelle vicinanze del fabbricato principale, in posizione elevata, con accesso tramite una scalinata ricavata nella roccia, vi è la torretta di avvistamento. Dato che il terreno circostante è per lo più roccioso e fortemente accidentato, non è possibile un diretto accesso al mare. Nel mare, ad est del promontorio, si trova l’Isola di Barca Sconcia un’isola granitica frequentata da molti gabbiani, circondata da molti altri scogli minori. Scendendo lungo la costa orientale del promontorio si inconta il porticciolo FranchettiNella strada verso Capo Ceraso, centoventi metri prima di dove avevamo preso a sinistra la deviazione per l’insenatura di Portu di Lu Casu, prendiamo una deviazione verso la destra, la seguiamo per seicentocinquanta metri in direzione sud, e troviamo alla sinistra della strada il Villaggio contessa Franchetti. Il villaggio nasce dove, molti anni fa, una baronessa americana, Anna Milliken Franchetti, rimase incantata dalle rocce di Capo Ceraso, e ci si fece costruire una villa, lasciando che tutto intorno dovesse rimanere intatto. Nel 1976 alcunii banditi hanno braccato, per strada, la contessa Anna Milliken Franchetti, che però è riuscita a sfuggire. Lasciato dalla contessa il villaggio, esso oggi ospita una comunità religiosa giovanile. Proseguendo per circa duecento metri, arriviamo a un bivio, dove, prendendo a sinistra, si arriva all’Approdo privato della tenuta Franchetti. La spiaggia nell’insenatura di Porto legnaioloAl bivio, prendiamo, invece, a destra e seguiamo la strada procedendo dritti sino a dove è possibile, e poi proseguiamo a piedi verso la spiaggia di Porto legnaiolo. La spiaggia di Porto legnaiolo è una piccola spiaggia caratterizzata da un arenile compatto di sabbia color ambrato chiaro, priva di posidonie e piuttosto riparata dal vento. Sono presenti scogli e rocce anche sull’arenile, che conferiscono alla spiaggia un aspetto selvaggio e incontaminato. Il mare cristallino assume colorazioni che variano tra l’azzurro ed il verde smeraldo, colori vivaci e brillanti che contrastano con il verde della macchia mediterranea. Il fondale è inizialmente basso e sabbioso per poi digradare e diventare roccioso con tanti anfratti che attirano gli appassionati di snorkeling. |
La spiaggia del DottorePiù a sud rispetto alla spiaggia di Porto legnaiolo, si trova la spiaggia del Dottore, per raggiungere la quale occorre ripartire da Murta Maria. alla rotonda di Murta Maria, svoltiamo seguendo la freccia per Porto Istana e li Cuncheddi sul viale Porto Istana, e seguiamo la strada per un chilometro e novecento metri, poi, invece di procedere verso Porto Istana, prendiamo a sinistra la via Punzuto. La seguiamo per ottocentocinquanta metri, poi prendiamo la deviazionesu una sterrata verso sinistra, che seguiamo per un chilometro e quattrocento metri, al bivio prendiamo verso destra, e, dopo alcune centinaia di metri, arriviamo alla fine della strada, a parcheggiare fino dove c'è il cartello Sentiero spiaggia. Preso il sentiero verso sinistra, si deve percorrere a piedi per circa trenta minuti, e si raggiunge la spiaggia del Dottore. Tra i bassi cespugli di macchia mediterranea e gli scogli levigati, la spiaggia del Dottore si presenta come una caletta dalla sabbia finissima molto chiara, bagnata da acque limpide ed azzurre. L’arenile è costituito da un fondo di sabbia chiara molto fine, alternata a sassolini colorati. Il fondale basso e sassoso, digradante, rende agevole la balneazione e il gioco dei bambini. La bellezza dei fondali, ricchi di pesci e di flora marina, fanno di questa località la meta preferita dagli amanti delle immersioni subacquee e dello snorkeling, anche con fotografie subacquee. |
La spiaggia di Sas Enas ApparaArrivati a parcheggiare dove c'è il cartello Sentiero spiaggia, va preso il sentiero verso destra, si deve percorrere a piedi per circa quindici minuti, e si raggiunge la spiaggia di Sas Enas Appara, che si trova un poco più a sud rispetto alla spiaggia del Dottore. La spiaggia di Sas Enas Appara conosciuta anche come spiaggia dei lenzi o spiaggia delle Tre Sorelle è una graziosa spiaggia caratterizzata da sabbia bianca e fine, soffice al tatto e priva di posidonie spiaggiate. Lungo l’arenile sono presenti scogli che affiorano dal terreno, rendendo suggestivo il paesaggio. Circondata da una natura incontaminata, ricca di macchia mediterranea, appare come una spiaggia solitaria, immersa nel verde, e bagnata da un mare cristallino con colori che vanno dall’azzurro, al blu cobalto e al turchese. Il fondale marino è basso e sabbioso, ricco di flora e fauna, e molto apprezzato dagli amanti dello snorkeling. Questa spiaggia non è mai molto affollata, ed è ben riparata dalle correnti. |
La frazione Olbia denominata Porto Istana con le sue spiaggealla rotonda di Murta Maria, svoltiamo seguendo la freccia per Porto Istana e li Cuncheddi sul viale Porto Istana, proseguiamo dritti e dopo un paio di chilometri arriviamo alla frazione Porto Istana (altezza metri 12, distanza 13.1 chilometri sul livello del mare, abitanti circa 150). Qui si trovano le Spiagge di Porto Istana, ben attrezzate e molto frequentate perché collegata a Olbia con un ben organizzato servizio di pullman. Le Spiagge di Porto Istana sono spiagge di medie dimensioni, sabbiose, immerse nella macchia mediterranea. La prima spiaggia si raggiunge seguendo il viale Porto Istana per circa due chilometri e duecento metri, dove si può parcheggiare. La seconda spiaggia si raggiunge seguendo il viale per un chilometro e duecento metri, poi prendendo a destra e, dopo quattrocentocinquanta metri, svoltando a sinistra in via delle Ortensie. La terza spiaggia si raggiunge seguendo il viale per un chilometro e duecento metri, poi prendendo a destra e, dopo novecento metri, svoltando a sinistra in via dei villaggi. La quarta spiaggia si raggiunge deviando a destra dalla via dei villaggi e prendendo la sua parallela. L’arenile è costituito da sabbia è bianchissima e fine, e si affaccia su un il mare color smeraldo, con un fondale basso poco profondo, con di fronte l’isola di Tavolara. Le spiagge di Porto Istana sono molto affollate in alta stagione. |
La spiaggia della Costa CorallinaTornati sulla SS125 Orientale Sarda, a due chilometri e trecento metri dalla rotonda di Murta Maria, troviamo la deviazione sulla sinistra che porta verso la bella spiaggia della Costa Corallina. La frazione Costa Corallina con l’Hotel Ollastu e con il suo ristorantePassati neanched duecento metri sulla SS125 Orientale Sarda, si trova, alla sinistra della strada, l’ingresso del complesso turistico presente nella frazione Costa Corallina (altezza metri 14, distanza 17.3 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), situata su una costiera così chiamata per il colore rosso delle sue rocce e della sua sabbia. Lungo questa deviazione, alla sinistra, si trovano gli ingressi dell’ampio Hotel Ollastu con il suo ristorante S’Ollastu. All’interno del complesso turistico della Costa Corallina si trova l’Hotel Ollastu che deve il proprio nome al grande olivastro centenario situato di fronte all’entrata principale. In posizione panoramica sovrastante il promontorio, è costituito da una costruzione in stile mediterraneo, nella quale sono ospitati ampi ambienti di modrerna elaganza, piscina, campi da Tennis e da Calcetto. L’Hotel amplia l’offerta dei servizi attraverso lo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali, come ad esempio la riapertura dello storico ristorante la Corona, situato sull’isola di Tavolara. |
L’Hotel Ollastu dispone del ristorante S’Ollastu ospitato in una location di charme sotto a una suggestiva serie di capanni in paglia e affacciato su uno degli scorci più suggestivi e splendidi dell’isola di Tavolara. Si tratta di un locale specializzato nella cucina di pesce e frutti di mare in un ambiente in stile mediterraneo. Nella sua bella terrazza estiva o nelle raccolte e accoglienti sale interne, propone una cucina che si basa sui sapori regionali, arricchiti di tanto in tanto con un pizzico di fantasia. |
La spiaggia del porticciolo della Costa CorallinaNel centro della frazione si trova, affacciato sul mare, il porticciolo turistico di Costa Corallina, e, accanto ad esso, la spiaggia del porticciolo della Costa Corallina. La deviazione per la Costa Corallina prosegue lungo il mare, e, dopo poco meno di un chilometro e mezzo, ci fa arrivare alla spiaggia del porticciolo della Costa Corallina. Si tratta di una spiaggia caratterizzata da sabbia chiara con un arenile compatto e grani medio fini, che si affaccia su un mare dalle trasperenze cristalline, con colori che variano dal verde smeraldo all’azzurro al turchese. Con un fondale basso e sabbiso, è mediamente frequentata in alta stagione. |
La strada che ci ha condotti alla Costa Corallina ci offre una bella vista dell’insenatura di Porto Istana, mentre sullo sfondo cominciamo a intravedere l’alto massiccio calcareo dell’isola Tavolara. L’isola TavolaraGuardando verso il mare, sullo sfondo si staglia l’alto massiccio dell’Isola Tavolara che possiamo raggiungere in venti o 25 minuti con i traghetti che partono da Porto San Paolo, che descriveremo più avanti. È una vera montagna calcarea, diversa quindi dalla vicina isola Molara che è invece granitica. Ricco di storia e leggende antiche e moderne, questo grande scoglio si propone sulla scena della mitologia classica per rappresentare la nave dei Feaci, pietrificata da Poseidone, col suo timone ancora rivolto verso il mare aperto, rea di avere ricondotto Ulisse in patria. Spunta dal mare con i suoi 560 metri di altezza, larga un chilometro e lunga quattro, con alte rocce che cadono a picco nel mare. L’isola, insieme con il promontorio di coda di capo Cavallo, è inserita all’interno della Area Naturale Marina Protetta Tavolara e punta Coda Cavallo che comprende un tratto di mare molto interessante dal punto di vista naturalistico e scientifico. La zona protetta inizia da Capo Ceraso e, con un susseguirsi di insenature, spiagge, calette e promontori, arriva fino a Cala Finocchi, a sud di San Teodoro. Eventi che si svolgono a TavolaraOgni anno, a luglio, l’isola ospita l’ormai celebre festival del cinema italianoDenominato Una Notte in Italia, un festival piccolo, con un budget ristretto, non competitivo. Come scrive il sito dedicato al festival, ci sono almeno due buone ragioni per amare questa rassegna: il prima di tutto è naturale e non edulcorata, e poi, per la bellezza un po selvaggia di Tavolara, consente al cinema italiano di incontrarsi davvero, senza formalità e discorsi. La punta dello Spalmatore di TerraNell’isola è facilmente accessibile la costa occidentale, raggiungibile con le imbarcazioni che percorrono in dieci minuti la tratta che va da Porto San Paolo all’isola Tavolara. alla sua estremità ovest si stende la striscia di terra portata dalle correnti e detta Punta dello Spalmatore di Terra (in gallurese Coda di Tarra), rivolta verso la Sardegna, che accoglie gli scarsi insediamenti civili sull’isola. La splendida spiaggia dello Spalmatore di Terra è situata in una località caratterizzata da un panorama e natura intatti e di eccezionale bellezza in tutte le direzioni. In una natura solitaria e selvaggia, è una spiaggia di medie dimensioni, con l’arenile costituita da sabbia di ciottoli bianchi o chiari, in parte anche fine, affacciato su un mare azzurro e profondo. Alle spalle sono presenti dune di sabbia ed una fitta vegetazione di macchia mediterranea. Affollatissima in alta stagione, salvo le nuove direttive imposte dal parco Marino, sono disponibili bar e ristoranti. Vi è stato ricavato anche un approdo per piccole imbarcazioni da diporto, che collegano l’isola con Porto San Paolo. |
Sulla spiaggia di Spalmatore di Terra si trova il ristorante Da Tonino del quale parleremo più avanti. A metà del promontorio, al suo interno, si trova il caratteristico e minuscolo Cimitero Monumentale di Tavolara, che accoglieva le tombe della famiglia Bertoleoni, che come vedremo più avanti si considerano i reali di Tavolara, tombe che sono state poi trasferite nel Cimitero Comunale di la Maddalena, sull’isola omonima. Dietro la spiaggia, sul retro del punto di attracco dei traghetti, si trova la Villa Marzano di proprietà della famiglia dei conti Marzano. L’isola è quasi completamente di proprietà della famiglia dei conti Marzano, ma non del tutto poiché la parte nord orientale dell’isola è stata espropriata ed è soggetta a servitù militare, non è quindi visitabile. Attraversamento dell’IsolaL’isola è anche attraversata da una piccola strada militare, con ampi tratti in galleria, che collega la base militare ad un piccolo molo di approdo situaro sul lato ovest dell’Isola, a metà del promontorio di Spalatore di Fuori, che viene utilizzato quando le condizioni metereologiche rendono difficile l’approdo nel porticciolo di Cala di Ponente annesso alla base militare. La punta dello Spalmatore di FuoriL’estremità sul lato orientale, rivolto verso il mar Tirreno, è costituito dalla Punta dello Spalmatore di Fuori che termina con la Punta Timone. La punta separa due piccole baie, quella sulla sinistra chiamata Cala di Ponente, che ospita il porto militare, e quella di destra chiamata Cala di levante, con la stretta spiaggia della Cala di levante. La punta dello Spalmatore di Fuori ospita il Faro nuovo di Tavolara un faro di segnalazione marittima, e, più all’interno, una Base militare NATO gestita dalla Marina Militare destinata alle telecomunicazioni terrestri a lunghissimo raggio e bassissima frequenza d’onda. Le relative tre antenne, alte più di duecento metri, sono facilmente visibili anche a distanza. Sul lato orientale della costa nord dell’Isola, nei pressi di Punta del papa, si trova l’Arco di Ulisse un maestoso arco di roccia naturale che si è formato, con ogni probabilità, per il crollo della volta di un’antica grotta. Al di sopra dell’arco, si trovano i ruderi del Vecchio faro alto cinquanta metri, dove nel 1928 Guglielmo Marconi inaugurò il ponte radio e la centrale amplificatrice di Cala Spada. Abbandonato perché costruito troppo in alto e spesso occultato dalla coltre di nuvole, la sua struttura sta letteralmente crollando su se stessa. Sotto il faro vecchio, si trova la Grotta del papa,su una parete della quale sono stati trovati graffiti di epoca neolitica, raffiguranti figure umane stilizzate. Al termine del lato orientale della costa a nord dell’Isola, si trova la Punta del Papa che è il punto più orientale dell’isola di Tavolara. Dopo la quale, la costa prosegue in direzione sud ovest, fino alla Punta la Mandria che costituisce il punto più meridionale dell’Isola. Sopra la punta, si trova il Riparo della Mandria, nel quale sono stati ritrovati resti di un focolare Neolitico e fossili di prolago. Il regno di TavolaraSull’isola Tavolara troviamo il ristorante Da Tonino, che viene gestito da Tonino Bertoleoni, il quale si considera, con il nome di Carlo II Bertoleoni, l’ultimo erede del regno di Tavolara. La storia del regno di Tavolare inizia nel 1807 quando, provenendo da Genova su una piccola nave da diporto, Giuseppe Bertoleoni, lasciata la famiglia nell’isola di Mortorio, approda a Tavolara, dove costruisce un’abitazione e vi stabilisce la propria dimora, proclamandosene re con il nome di Giuseppe I di Tavolara. Nel 1839 Carlo Alberto, si reca per una battuta di caccia a Tavolara, e si racconta che Paolo Bertoleoni, figlio di Giuseppe, chiedesse all’ospite appena sbarcato chi fosse. E che, alla sua risposta di essere il re di Sardegna, gli si sarebbe presentato a sua volta dicendogli: E io sono il re di Tavolara. Carlo Alberto soggiorna per tre giorni e tre notti, in casa Bertoleoni. alla partenza, ricevuta per ricordo la testa di una capra dell’isola con i denti del colore dell’oro, Carlo Alberto saluta Paolo tranquillizzandolo sul suo diritto a restare sull’isola con le parole: Tu non dovrai più preoccuparti. Nomino te, Paolo Bertoleoni, re dell’Isola. I tuoi figli saranno principi e le tue figlie le signore del mare. Paolo Bertoleoni fa dipingere uno stemma regale sulla facciata della propria casa, assume il nome di Paolo I, o Polo I alla francese, di Tavolara, e fa costruire un piccolo Cimitero con corone incise sulle lapidi. Si racconta anche di una pergamena inviata dalla Prefettura di Sassari a conferma di questa nomina, che però è andata perduta. E quando Paolo porta su Tavolara la famiglia che ha lasciato su un’altra isola, il governo Italiano tenta di processarlo per bigamia ma non vi riesce per via del titolo nobiliare. L’annessione di questo regno a quello d’Italia non è stata mai ufficializzata, anche se solo il regno Unito ne riconobbe la sovranità, quando nel 1900 la regina Vittoria inviò a Tavolara il bastimento Vulcan della Royal Navy per documentare la storia del nuovo regno, tanto che ancora oggi, nel Museo di Buckingham Palace, è conservata la foto della famiglia reale di Tavolara e sotto la foto vi è la dicitura: La famiglia reale di Tavolara, nel golfo di Terranova Pausania, il più piccolo regno del mondo. Molto mistero vi è invece nella storia più recente dell’Isola, gran parte della quale è stata acquistata dalla famiglia dei conti Marzano. Ai Bertoleoni è rimasta una piccola parte di poco più di un centinaio di ettari, mentre dopo la dismissione del piccolo Cimitero le tombe dei reali di Tavolare sono state trasferite nel Cimitero Comunale di la Maddalena, nell’isola omonima. |
Le capre dai denti d’oro di TavolaraLa storia di questo piccolo regno è strettamente legata a quella delle famose Capre dai denti d’oro. I Bertoleoni in primavera lasciavano le capre allo stato brado; poteva quindi capitare che qualche capra si allontanasse dal gruppo e si reinselvatichisse, così come era probabile l’accoppiamento di capre domestiche con quelle reinselvatichite. E quindi in autunno, al rientro delle capre dalla montagna, era possibile trovare nel branco anche capi sconosciuti. Sembra che gli animali estranei fossero caratterizzati dagli occhi gialli e mostrassero, a differenza di quelli domestici, una patina dorata che ricopriva la dentatura, o una colorazione dorata dello smalto. Su questa particolarità sono state avanzate diverse ipotesi. Più che una caratteristica genetica, sembra più probabile ciò fosse dovuto all’alimentazione con un qualche vegetale endemico dell’Isola, ma la risposta richiederebbe rilievi diretti ed analisi finora mai compiuti. L’isola MolaraUn poco più a sud di Tavolara, possiamo ammirare l’Isola Molara. Essendo un’isola privata, è corretto procurarsi il permesso di visitarla da parte del proprietario dell’Isola, che risiede a Olbia. Si tratta di un grande scoglio di natura granitica dalla forma rotondeggiante, con una abbondante vegetazione. Il nome del paese, di attestazione medievale è probabilmente dovuto alla forma rotondeggiante e uniforme dell’Isola, simile ad una mola. La quota massima si raggiunge a Punta la Guardia,155 metri sul mare. L’isola è popolata da castagni, lecci, cisti, lentischi giganti, olivastri, ginepri e da graniti tafonati. Lungo la costa occidentaleSulla costa dell’isola sono presenti numerose calette con piccole spiagge, alcune sabbiose e altre con piccoli ciottoli. A metà del lato occidentale dell’isola si trova la Cala Spagnola. All’interno della Baia di Cala Spagnola è presente la piccola spiaggia di Cala Spagnola con sabbia bianchissima, che si affaccia su un mare limpidissimo. Da Cala Spagnola parte uno sterrato che porta alla casa del custode dell’Isola, e poi procede verso l’interno e, nella parte più elevata della costa ovest, a 158 metri sul mare, conduce agli Stazzi Tamponi caratteristico gruppo di case dei proprietari dell’Isola. Lungo la costa settentrionaleFacendo il giro dell’isola in senso orario, lungo la costa nord dell’isola si trova l’altra baia, molto più ampia, chiamata Cala di chiesa . Ad est della Cala di chiesa, lungo la costa, si erge lo Scoglio del Dinosauro, una insolita imponente scultura naturale plasmata dai venti e dal mare. All’interno della Baia di Cala di chiesa si sviluppa l’arenile un po più ampio, detto la spiaggia di Cala di chiesa Anch’essa con sabbia bianchissima su un mare limpidissimo. In prossimità di Cala di chiesa si trovano i ruderi della piccola chiesa romanica di San Ponziano Martire il papa che, secondo una tradizione olbiese, avrebbe trascorso a Molara l’esilio a cui era stato condannato, e che qui sarebbe morto. I ruderi della chiesa sono raggiungibili percorrendo un sentiero che parte dalla parte occidentale dell’arenile di Cala di chiesa. ed addentrandosi di poche centinaia di metri all’interno. Si trova in una località denominata L’Orto, che deriva dalla presenza di terrazzamenti per le coltivazioni, che sono possibili grazie ad una sorgente d’acqua dolce che si trova a poca distanza dai ruderi. La chiesa, che rientrava nei canoni dell’architettura romanica, era a navata unica con la facciata rivolta ad oriente e l’absidead occidente, secondo un’antica regola liturgica bizantina anteriore all’anno 1000, che si ritrova in alcune fra le Chiese romaniche più antiche della Sardegna. Attorno a tale chiesa si sono potuti individuare i resti di un centro abitato medievale, Gurguray, ormai nascosti dalla vegetazione. Nel quindicesimo secolo è testimoniata l’esistenza sull’isola di un monastero di monache. All’interno, a nord est, sulla sommità del rilievo più alto dell’isola detto Monte Casteddu, si trova un piccolo complesso fortificato chiamato il Castello di Molara dal quale si ha il controllo di tutta la costa da Capo Comino all’isola di Tavolara. Si può raggiunge salendo a piedi, con gli scaroponi adatti, lungo il versante nord-orientale del rilievo, dopo avere ormeggiato il gommone nella rada sottostante. L’edificio sorge a picco sul mare ed è completamente privo di muraglia difensiva, per la naturale protezione offerta dalle pareti scoscese dell’altura, tanto che a cinta muraria poligonale integra la roccia granitica della vetta. La porta di accesso, è affiancata dai resti di una Torre di Guardia, che però è crollata. All’interno del muro perimetrale sono individuabili alcuni vani affioranti. La muratura è costruita senza uso di leganti, impiegando conci di granito regolarizzati e squadrati. Si ritiene che il Castello facesse parte del quadrilatero difensivo creato dai giudici di Gallura a protezione della città di Olbia, delle sue coste e dell’agro, ma un’altra ipotesi lo fa datare in epoca precedente, in una fase alto-Medievale compresa tra il settimo ed il decimo secolo, quando i tentativi di conquista degli Arabi costituivano una costante minaccia per la Sardegna. Lungo la costa orientale e sud orientaleSul lato orientale dell’isola si trovano Punta Falcone e Punta di levante e, più a sud, la grande Cala dell’Attacco. Sul lato meridionale si trovano Punta di Scirocco all’estremo sud dell’Isola, e più avanti Punta l’Aia. Lungo la costa sud occidentaleLungo la costa sud occidentale dell’Isola, tra punta l’Aia e Cala Spagnola, si trova la zona denominata le Piscine di Molara ossia in gallurese Li Pischini, che è la zona più straordinaria. Si tratta di splendide piscine naturali caratterizzate da sabbia bianchissima e fine, e che si affacciano su acque che sfumano dal blu al turchese vivido, delimitate da numerosi scogli davvero affascinanti. Le piscine di Molara sono state definite da Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia, uno tra gli Ecosistemi in basso fondale più belli del mondo. L’isola di MolarottoAccanto a Molara si trova l’Isola di Molarotto un’isolotto roccioso di granito rosa nell’arcipelago di Tavolara. Ha una superficie di poche decine di metri quadrati, situato quasi sul bordo della piattaforma continentale, a circa otto miglia dalla costa sarda. Su questo isolotto, ed in pochissime altre località, è presente una lucertola del colore della roccia unica al mondo, la Podarcis Tiliguerta Ranzii. Anche quest’isola, insieme all’isolotto Molarotto e ad altri scogli minori, è inserita all’interno dell’Area Naturale Marina Protetta Tavolara e punta Coda Cavallo. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, ci recheremo a visitare il paese chiamato Loiri Porto San Paolo con i suoi dintorni, raggiungendo il paese da Olbia con una strada molto più comoda, invece che dalla costiera, e ci recheremo poi a visitare la sua costiera, con la sua frazione Porto San Paolo una costiera che si trova tra quella a sud di Olbia e quella di San Teodoro. Il capoluogo Comunale, Loiri, si trova pochi chilometri nell’entroterra, mentre l’estesa frazione Porto San Paolo, situata sul mare, possiede un attrezzato Porto Turistico. |