Urzulei nota per il gioco della Morra ed il suo Supramonte con la gola di su Gorroppu
In questa tappa del nostro viaggio, da Baunei ci recheremo ad Urzulei paese noto per il gioco della Morra, che visiteremo con il suo centro, i dintorni dove si trova la grotta Sa Domu ’e S’Orcu nella quale è stato rinvenuto il bronzetto denominato la Madre dell’Ucciso, e con il Supramonte di Urzulei nel quale si trova la gola di su Gorroppu. La regione storica dell’OgliastraL’Ogliastra è una regione centrale della Sardegna orientale, sconosciuta al turismo di massa fino a pochi decenni fa, che affascina ancora oggi per la sua natura selvaggia e per le sue spiagge. I comuni che ne fanno parte appartengono tutti alla Provincia di Nuoro, e sono: Arzana, Barì Sardo, Baunei, Cardedu, Elini, Gairo, Girasole, Ilbono, Jerzu, Lanusei, Loceri, lotzorai, Osini, Perdasdefogu, Talana, Tertenia, Tortolì, Triei, Ulassai, Urzulei e Villagrande Strisaili. Le sue spiagge sono alternate a piccole cale dalle acque di cristallo, contornate da scogliere di granito che, nella parte alta della regione, diventano di porfido rosso. Si tratta di una regione dal paesaggio aspro e selvaggio, dove rilievi e tavolati si alternano a gole profonde. In viaggio verso UrzuleiUsciamo da Baunei verso nord ovest con la SS125 Orientale Sarda, a poco più di diciammove chilometri da Baunei troviamo sulla sinistra la deviazione sulla SP37, che dopo tre chilometri e mezzo, ci porta all’interno dell’abitato di Urzulei. Dal Municipio di Baunei a quello di Urzulei si percorrono 23.2 chilometri. Il comune chiamato UrzuleiIl comune di Urzulei (pronuncia Urzulèi, nome in lingua sarda Orthullè, altezza metri 511 sul livello del mare, abitanti 1.114 al 31 dicembre 2021) è un borgo pastorale situato nella parte centro orientale della Provincia di Nuoro, alle pendici orientali del monte Pisaneddu, e subito a sud della punta dell’impervio monte Is Gruttas. è raggiungibile dalla SS125 Orientale Sarda, il cui tracciato si snoda a soli tre chilometri dall’abitato. Il territorio Comunale, comprensivo della area speciale di Punta Dogana, territorio in contestazione con il comune di Dorgalie, e dell’area speciale di Trocco Is Gespas, in contestazione con il comune di Talana, presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, dato che si raggiungono i 1.263 metri di quota. Il fascino di Urzulei è legato all’ambiente naturale nel quale è immerso. Si tratta di uno dei paesi dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondialeIl comune appartiene ad una delle zone blu dove la speranza di vita è più alta rispetto alla media mondiale. Il termine Zone blu, in inglese Blue Zones, viene usato per identificare le aree demografiche o geografiche del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Il concetto è nato quando gli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain hanno pubblicato su Experimental Gerontology il loro studio demografico sulla longevità umana, che identifica la Provincia di Nuoro, in Sardegna, come l’area con la maggiore concentrazione di centenari al mondo. Gli studiosi, per procedere nel lavoro, tracciavano sulla mappa delle serie di cerchi concentrici blu che indicavano le zone con la più alta longevità, da qui il termine Zona blu. I paesi appartenenti alle zone blu in Sardegna sono Arzana, Baunei, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Orgosolo, Ovodda, Perdasdefogu, Seulo, Talana, Tiana, Ulassai, Urzulei, Villagrande Strisaili. Origine del nomeLa forma originaria del suo nome è quella ossitona, ossia con l’accento acuto sull’ultima sillaba, con la terminazione in -è, mentre la forma che termina in -éi è secondaria e successiva, ed implica l’aggiunta di una vocale paragogica od epitetica. Queste terminazioni indicano che il nome è di origine sArdiana o protosarda, e corrisponde al nome della pianta úrtzula o Urtzúla, che indica la fiammola o la vitalba, ed anche la salsapariglia o smilace spinosa. La sua economiaSi tratta di un comune di montagna con un’economia fondata essenzialmente sul settore primario, che è presente con la coltivazione di cereali, ortaggi, foraggi, viti, ulivi, agrumeti e alberi da frutta, ed anche con l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il secondario è baato su un settore industriale, poco sviluppato, costituito da attività di piccole dimensioni, che operano solamente nei comparti tessile ed edile, e sull’artigianato, con la produzione di lavori in asfodelo e coltelleria. Modesta è anche la presenza del terziario. Sebbene non rappresenti una delle mete di maggior afflusso turistico, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere di uno scenario paesaggistico di particolare bellezza. Contribuiscono al suo fascino l’impervio monte Is Gruttas, ed anche la sua parte del famoso Supramonte, caratterizzata dal passo di Genna Silana, a circa 1.000 metri di quota, ideale per escursioni piuttosto impegnative, e la Codula di Luna, che vanta delle spettacolari pareti a picco. Di grande interesse è anche la grotta di su Palu, situata all’inizio della Codula di Luna. Molti sono i tragitti montani percorribili a piedi, tra i quali quelli della Codula Orbisi, presso cui sopravvive una magnifica lecceta secolare, e quelli che permettono di raggiungere il rio Flumineddu, lungo un canyon ricco di rocce bianche arrotondate e circondato da un selvaggio paesaggio rupestre. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione e di soggiorno. Prodotti alimentari tipici del territorioUrzulei è famoso per la produzione di alcuni prodotti alimentari, tra i quali i caratteristici Culurgiones, ravioli di pasta ripiena con patate e formaggio, ed il tipico pane artigianale, una vera e propria testimonianza del passato, col nome di Piggiolu, da Piggiu ossia sfoglia. Tipici inoltre alcuni prodotti simbolo del territorio, ossia prosciutti e guanciali di maiale o di cinghiale, e formaggi tra cui il Ca su marciu e Sa frue. Inoltre, un prodotto di nicchia tipico del territorio, è il famoso Caggiu ’e crabittu, ossia caglio di capretto, ottenuto dallo stomaco dei capretti in lattazione, che vengono lavati e farciti di latte che, a contatto con le pellette all’interno dello stomaco, si coagula come una crema, diventando spalmabile, e lo stomaco, poi, viene affumicato e lasciato stagionare alcune settimane, periodo nel quale diventa molto piccante. Ad Urzulei si confezionava anche il Lande cottu, ossia il pane di ghiande di leccio, per il quale all’acqua, prima di bollire, veniva aggiunto mezzo paiolo da muratore di terra rossa argillosa, dando luogo a un pane ricco d’argilla e perciò utile nelle diete prive di sali minerali. Brevi cenni storiciIl territorio di Urzulei è popolato sino dall’età preistorica, come è attestato dai diversi ritrovamenti nuragici del suo territorio, ed ha un collegamento con la costa nell’insenatura di Cala Luna. Nel quinto secolo Urzulei vede arrivare i primi evangelizzatori Cristiani della chiesa greco bizantina, che diffondono la devozione verso i Santi orientali. Nel sesto secolo, a detta dello storico Corrado Zedda, anche Urzulei viene interessato dalla deportazione dei Goti, sconfitti per mano dei Bizantini. Nel Medioevo, a partire dall’undicesimo secolo, appartiene al Giudicato di Càralis, nella curatoria d’Ogliastra, e, successivamente, a quello di Gallura, sotto la cui giurisdizione rimane fino al 1258. In seguito viene conquistata dai Pisani. Nel quattrocento, a detta della storica Marisa Azuara, viene compreso per un breve periodo nel Comprensorio di Terra Ruia, che fa parte del Marchesato di Oristano, il quale è uno stato nello stato, con stretti rapporti con la repubblica di Genova. Solo con le Cortes de Monzòn, tenutesi in Aragona nel 1488, i territori del Marchesato di Oristano vengono definitivamente inglobati nell’Aragona. Gli Aragonesi la annettono alla conte di Quirra, feudo dei Carroz, istituita dal re d’Aragona Pietro IV il Cerimonioso. Nel 1603 la conte venne trasformata in Marchesato, feudo prima dei Centelles, e, più tardi ancora, sotto quella degli Osorio de la Cueva. Nel 1713 passa all’Austria e, cinque anni più tardi, ai Savoia. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale voluta da Carlo Alberto di Savoia, viene riscattata dal regio Demanio. Nel 1848, quando la Sardegna rinuncia all’autonomia e ad essa viene esteso lo Statuto Albertino, anch’essa entra a far parte del Piemonte. Del comune di Urzulei nel 1927, dopo la creazione della Provincia di Nuoro, viene cambiata la Provincia da quella di Cagliari, alla quale precedentemente apparteneva, alla neonata Provincia di Nuoro. Successivamente nel 2003, con la riorganizzazione delle province della Sardegna, viene cambiata la Provincia da quella di Nuoro a quella nuova dell’Ogliastra, ed in seguito, con la sua abolizione, nel 2016, ritorna ad appartenere alla Provincia di Nuoro. Ad Urzulei nasce il bandito e sequestratore Adolfo CaviaA urzulei nasce, nel dopoguerra, il bandito e sequestratore Adolfo Cavia. A Urzulei, nel 1953, nasce Adolfo Cavia. Latitante dal 1985, nel 1987 sequestra Piera Demurtas Comida, segretaria Comunale di Pattada, sequestro per il quale viene condannato, ed è ritenuto coinvolto anche in un’altra decina di rapimenti. Adolfo verrà trovato morto nel 1999, sull’altare della piccola chiesa campestre di San Basilio, fra Urzulei e Talana, sul versante sud orientale del Gennargentu. Il cadavere viene trovato dentro un sacco a pelo e dalla bocca gli esce un rivolo di sangue. Egli muore pochi giorni dopo un delitto che ha scosso tutta Orgosolo, l’uccisione del viceparroco don Graziano Muntoni, forse a lui attribuibile; ed egli verrà, perciò, significativamente depositato, in una sorta di rito riparatorio, in un luogo sacro. È ad oggi ancora ricercato Giovanni Praxiolu, a lungo considerato il luogotenente di Adolfo Cavia. |
Le principali feste e sagre che si svolgono ad UrzuleiAd Urzulie è attivo il Gruppo Folk Pro Loco di Urzulei, nelle cui esibizioni all’interno dell’abitato ed in altre località della Sardegna, è possibile apprezzare il costume tradizionale del posto. Tra le principali principali feste e sagre che si svolgono ad Urzulei si segnalano, il 16 gennaio, la Festa di Sant’Antonio Abate; il 26 aprile si tiene la prima celebrazione della Festa di San Giorgio, che viene ricelebrato in agosto; il 24 giugno, si svolge la Festa di San Giovanni Battista, che è la Festa patronale del paese; la terza domenica di giugno, la Festa di San Basilio Magno e di Nostra Signora del Rosario, presso la chiesa campestre di San basilio; la penultima domenica di agosto, la principale Festa di San Giorgio, quando, presso il Galoppatoio di Urzulei, si svolge il Palio di su Fenu; alla fine del mese di agosto o all’inizio di settembre, ad Urzulei si svolge il Campionato del gioco della Morra. A Urzulei si svolge il campionato del gioco della MorraA Urzulei è molto diffuso il Gioco della Morra. La Morra è un gioco molto antico: in Egitto, nella tomba di un alto dignitario della sedicesima dinastia, si vede il defunto che stende il Braccio con un numero, contrapposto ad un altro giocatore; ed in una pittura su un vaso greco sono rappresentati Elena e Paride, con le mani protese nell’atto del gioco della Morra. Già in uso presso gli egiziani ed i Greci, i Romani lo chiamarono Micatio (dal verbo Micare, che per esteso era Micare digites, ossia protendere le dita nel gioco). Cicerone scrive che Dignus est qui cum in tenebris mices, vale a dire che è persona degna quella con cui puoi giocare alla Morra al buio. Spesso al gioco vengono affiancate scommesse, che lo hanno fatto definire un gioco d’azzardo. Per questo è stato proibito dal regime fascista e tale divieto non è mai stato abrogato, quindi c’è anche oggi il divieto di giocare alla Morra nei locali pubblici. Oggi non si vedono più, ma ricordo che, quando ero giovane, in tutti i bar era esposto l’elenco dei giochi d’azzardo proibiti e la Morra era scritto in caratteri cubitali. Comunque, la Morra è rimasto un gioco molto popolare, ed in Sardegna è molto diffusa oltre che qui anche in tutta la Barbagia. Il gioco si svolge tra due giocatori, i quali tendono il braccio stendendo un numero di dita a scelta o mostrando il pugno, e contemporaneamente dichiarano un numero da due a 10, che viene indicato come la Morra. Guadagna il punto chi ha dichiarato il numero corrispondente alla somma delle dita stese dai due giocatori, e se entrambi i giocatori indovinano la somma nessuno guadagna il punto. L’incontro si svolge su tre partite, secondo il criterio partita, rivincita e bella. Vince la partita chi per primo totalizza il numero dei punti in precedenza stabiliti, che sono 16 in partita e rivincita,21 nella bella. Vince l’incontro chi si aggiudica due delle tre partite. Il gioco richiede una alta concentrazione, per cercare di prevedere quale punteggio sarà dato dalla somma delle due mani, quindi solo giocatori esperti riescono ad affrontare a un buon livello i tornei. Le gare di Morra si svolgono in diversi paesi della Barbagia in occasione di feste patronali e feste campestri. Ad Urzulei si svolge ogni estate, a fine agosto o ad inizio settembre, il famoso Campionato del gioco della Morra, al quale partecipano numerosi giocatori provenienti dalle altre parti d’Europa dove il gioco della Morra è diffuso, ossia Corsica, Francia, Paesi Baschi, Trentino: alto Adige, Valle d’Aosta. Il Primo campionato regionale de Sa Murra si è svolto ad Urzulei nel 1998, e tale campionato, da allora, si svolge ogni anno, subito dopo i festeggiamenti in onore di San Giorgio patrono, ed è diventato un appuntamento immancabile per tutti i Sardi che praticano questo sport. In concomitanza con l’edizione del 2001, si è costituita a Urzulei l’associazione Po su joco de Sa Murra, che sostiene e promuove la versione sarda del gioco della Morra, e che ha fatto domanda al CONI per costituire un comitato, finalizzato alla valorizzazione di questo antico gioco Nel 2011 ha partecipato a questa manifestazione anche un robot chiamato Gavino 2.0 ideato dall’università di Cagliari che utilizza rapidamente i calcoli matematici per poter sconfiggere l’avversario. Visita del centro di UrzuleiL’abitato, interessato da espansione edilizia, è circondato da rocce di candido calcare, ed il suo andamento altimetrico è quello tipico delle località di montagna. Arriviamo ad Urzulei da nord est con la SP37 che, entrando nell’abitato, assume il nome di via Leonardo da Vinci. Il MunicipioEntriamo in Urzulei con la via Leonardo da Vinci e procediamo per centottanta metri, dove la via Leonardo da Vinci prosegue con il nome di via San Giorgio. Qui svoltiamo leggermente a sinistra e prendiamo la via Vittorio Emanuele, la seguiamo e, dopo Duecentottanta metri, svoltiamo a sinistra nella via traversa e, percorsa appena una quarantina di metri, arriviamo a un bivio dove svoltiamo a destra e prendiamo la via Umberto. Dopo cento metri arriviamo a un incrocio dove da destra arriva la via Carlo Alberto, mentre verso sinistra parte la via Sant’Antonio. Superiamo l’incrocio e, sopo un’altra trentina di metri, prendiamo leggermente a destra la via Giuseppe Mazzini, e subito all’inizio della strada, alla destra, si trova una scalinata, che porta su un rialzo del terreno, al civico numero 2, all’ingresso del Municipio di Urzulei, nel quale sono ospitati la sua sede e gli uffici che forniscono i loro servizi ai cittadini. In piazza Fontana si trova la bella Funtana ’EcciaLungo la via Umberto, superato l’incrocio dove da destra arriva la via Carlo Alberto, mentre verso sinistra parte la via Sant’Antonio, proseguiamo, dopo una trentina di metri vediamo leggermente a destra la via Giuseppe Mazzini che porta al Municipio, ma continuiamo con la prosecuzione della via Umberto, che è la via fontana. Dopo una settantina di metri, la via fontana lungo la quale si trova un bel murale, ci porta nell’ampia piazza Fontana, che prende il nome dalla bella Funtana ’Eccia in essa presente. La chiesa di Sant’Antonio AbateDove avevamo presa la via Umberto, dopo cento metri prendiamo a sinistra, verso sud, la via Sant’Antonio, e, dopo una sessantina di metri, vediamo alla destra della strada l’ingresso alla piccola chiesa di Sant’Antonio Abate caratterizzata da una semplice navata, e con un piccolo campanile nel quale è presente una campana. Si ritiene che questa chiesa sia anteriore alla attuale chiesa parrocchiale di San Giorgio, perché la campana, che è stata rifusa nel 1954, recava inciso l’anno 1556, e certamente la chiesa doveva esistere già prima della fusione della campana. All’interno si può ammirare un dipinto antico conservato in buone condizioni che rappresenta Sant’Antonio di Padova del 1633, di autore ignoto, sul quale vi è una scritta latina che può essere tradotta così Quest’opera gli abitanti di questo paese di Urzulei, mentre era amministratore Stefano Mula e artista Andrea Monni, fecero eseguire nell’anno 1633 dal parto della Vergine. In questa chiesa è presente anche un quadro di Sant’Antonio Abate del 1919, dipinto su tela da un prigioniero austriaco, che si trovava nella chiesa di San Giovanni prima del restauro eseguito in questa chiesa nel 1958. Anche la chiesa di Sant’Antonio Abate è stata restaurata, nel 1966, con il rifacimento del tetto e del pavimento del presbiterio in marmo della cava di Urzulei, oltre a quello dell’altare basilicale in marmo penato di Cala Gonone. Nel 2000 sono stati, inoltre, restaurati i due quadri di Sant’Antonio e una statua lignea di San Francesco d’Assisi, conservati nella chiesa. Ad Urzulei ogni anno, la sera del 16 gennaio, si svolge la Festa di Sant’Antonio Abate, il Santo che portò il fuoco agli uomini. Si tratta di una sentita Festa popolare per la quale, anche qui come in molte altre località della Sardegna, oltre alle celebrazioni religiose, viene rinnovata l’antica usanza di accendere, nello spazio antistante la sua chiesa, un grande falò, che qui assume il nome di Mullone ’e Sant’Antoni. Nel paese gli abitanti sono soliti annerirsi il viso con del carbone, e, nella speranza di allontanare il male, tutti insieme guardano le evoluzioni delle fiamme che ardono alte nella notte. La chiesa parrocchiale di San Giovanni BattistaProseguendo, la via Sant’Antonio, dopo una quarantina di metri, sbocca sulla via San Giovanni, svoltiamo a destra lungo questa strada, poi subito a sinistra prendiamo la via della parrocchia, che in una trentina di metri ci porta su un’altura, sulla quale è stata edificata la chiesa di San Giovanni Battista dedicata al Santo patrono, che è la chiesa parrocchiale di Urzulei. Si ritiene che sia stata costruita agli ultimi del seicento o dei primi del settecento, a spese di un certo Giovanni Murgia, nativo di Urzulei, in espiazione di un delitto commesso, come si deduce dagli atti conservati nel suo archivio. Il vecchio pulpito in legno, costruito nel 1840 da un artigiano di Dorgali, è stato putroppo abbattuto nel 1958, nel corso dei lavori di un poco razionale restauro della chiesa. Dopo il restauro del 1958, c'è stata nel 1973 una completa ristrutturazione, con ampliamento in senso longitudinale dell’ampiezza di una campata e relativa tribuna, sono state rese intercomunicanti le cappelle in modo che la chiesa risulta di tre navate, anziché di una sola, come era prima. Oggi presenta una pianta longitudinale articolata in tre navate, su cui si affacciano le cappelle laterali. L’alta facciata esterna in cui si apre il portale d’ingresso sovrastato da una vetrata decorata, è abbellita da quattro mosaici raffiguranti gli Evangelisti. Il prospetto è concluso da un timpano triangolare in cui è posto un altro mosaico raffigurante un’immagine della Madonna. Il tetto a doppio spiovente presenta copertura in tegole. Sul retro della chiesa si erge l’imponente torre campanaria a canna quadrata, sviluppata su tre piani rastremati verso l’alto e alleggerito nell’ultimo da quattro monofore ogivali in cui sono poste le campane. Il piatto terminale è concluso da una piccola cupola con croce. Nell’area presbiteriale è possibile ammirare un sontuoso altare in marmo rosa lucidato, il presbiterio in granito lucidato, e il pregevole battistero in marmo prezioso. L’altare è sovrastato da una vetrata policroma che raffigura scene religiose tra cui il battesimo di Cristo. All’interno della chiesa sono custoditi interessanti arredi sacri, tra cui i simulacri della Madonna del Rosario, di San Basilio e di San Sebastiano. Nell’aprile 1983 è stata eseguita la pavimentazione della piazza della chiesa con pietrini in rosso e nero a spina di pesce, e di recente sono stati rivestiti di pietra i muri di contenimento in cemento armato, del cucuzzolo su cui fu costruita. Ad Urzulei, ogni anno, il 24 giugno, si svolge la Festa di San Giovanni Battista, che è la Festa dedicata al Santo patrono del paese, con cerimonie religiose che culminano con la celebrazione della messa, alla quale fanno seguito le manifestazioni civili. Gli impianti sportivi in località SantormaiArrivando da nord con la via Sant’Antonio sulla via San Giovanni, svoltiamo invece a sinistra e la seguiamo per una settantina di metri, poi svoltiamo a destra e prendiamo la via Grazia Deledda, la seguiamo per poco più di un centinaio di metri quando la strada svolta a destra, poi deviamo a sinistra per rimanere sulla via Grazia Deledda, che ci porta a vedere gli impianti sportivi in località Santormai. Dopo la deviazione a sinistra per rimanere sulla via Grazia Deledda, percorsa una settantina di metri, vediamo, alla sinistra della strada, il cancello di ingresso del Campo da Tennis, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori. E, percorsa ancora un’altra settantina di metri, vediamo, questa volta alla destra della strada, il cancello di ingresso del Campo da Calcetto, ossia di calcio a cinque, con fondo in erba sintetica, che non è dotato di tribune. La chiesa di San Giorgio VescovoEntrati in Urzulei con la via Leonardo da Vinci, dopo centottanta metri la via Leonardo da Vinci prosegue con il nome di via San Giorgio. La seguiamo per settecento metri, e vediamo, alla sinistra della strada la chiesa di San Giorgio Vescovo edificata in onore del Santo co: il patrono del paese, San Giorgio Vescovo di Suelli. Si ritiene che risalga ai primi del cinquecento, e che sia sorta su una precedente chiesa, dato che la pietra sacra dell’altare reca un graffito che porta il numero 523, che si presume sia la data della sua edificazione. C'è da supporre, quindi, che, anteriore a questa, ce ne sia stata un’altra, perché la devozione al Santo, secondo la tradizione, si sarebbe sviluppata subito dopo la sua morte, nel 1117, a seguito dei miracoli da lui operati. Rimane viva la tradizione che sia stato lo stesso Santo a chiedere l’edificazione della chiesa in suo onore, dato che, in occasione di una sua visita pastorale, venendo da Orgosolo che allora apparteneva alla diocesi Ogliastrina, e scendendo da Campu Oddeu, arrivato alla Scala de su Piscau, sita sulle alture che dominano Urzueli, abrebbe additato il sito dove ora sorge la sua chiesa, ed avrebbe detto: Custa est Sa Domu mia po mortos e po ios, custa est Sa Domu nostra po ios e po mortos. La stessa parola su Piscau, dal latino Episcopus ossia Vescovo, indica chiaramente che il Vescovo avrebbe fatto in quella località una sosta di riposo. Per la sua costruzione non sono stati impiegati materiali di pregio, ma pietra comune. All’esterno è presente un campanile a vela con doppia campana e croce latina sulla punta, ed una scalinata che costeggia la chiesa consente di salirvi sino alla cima. Di unica pianta rettangolare, si presenta molto semplice ad un unica navata con il tetto in tegole sarde. Al suo interno è ospitata una bella statua in legno del Santo, di fine ottocento, che ha sostituito la precedente statua che ora è conservata nel piccolo Museo del paese, la quale è stata colpita da un fulmine nella notte tra il dieci e l’undici agosto del 1892, ed è stata poi sostituita con l’attuale. La chiesa ha subito lavori di restauro nel 1972 e nel 1992. All’interno delle mura della chiesa, pare vi fosse il vecchio Cimitero. Il Santo co: il patrono viene celebrato due volte nell’anno, il 26 aprile ed alla fine di agosto. La prima oggi è molto ridotta, e deriva da quando la parrocchia di San Giovanni Battista celebrava il 25 aprile le Rogazioni con il canto delle litanie e la benedizione delle campagne, il 26 aprile la Festa di San Giorgio Vescovo, co: il patrono della parrocchia, con la processione e la messa cantata dal coro parrocchiale e, infine, il 27 e il 28 la celebrazione delle Sante Messe d’orario che concludevano l’ottava di Pasqua. Ma la più significativa celebrazione si svolge la penultima domenica di agosto, con la principale Festa di San Giorgio, quando si svolgono numerose cerimonie religiose e manifestazioni civili, e quando, presso il Galoppatoio di Urzulei, si svolge il Palio di su Fenu. La Palestra ComunalePassata la chiesa di San Giorgio Vescovo, proseguiamo in direzione sud ovest lungo la via San Giorgio, dopo centocinquanta metri svoltiamo a sinistra e prendiamo la via Sardegna, e, dopo una cinquantina di metri, vediamo, alla sinistra della strada, l’ingresso dell’edifico delle Scuole Medie di Urzulei, all’interno del quale è presente la Palestra Comunale di Urzulei. La Palestra Comunale, di proprietà del comune di Urzulei, è un Impianto polivalente al chiuso, dotato di tribune in grado di ospitare un centinaio di spettatori, nel quale è possibile praticare attività ginnico motorie, calcio, calcetto ossia calcio a cinque, pallacanestro e pallavolo. In questa Palestra gioca la squadra Urzulei Fitsal, che partecipa al campionato femminile di calcio a cinque, in Serie C, nel Girone A in Sardegna. Il Campo da Calcio ComunaleProseguendo lungo la via Sardegna, questa strada, dopo una cinquantina di metri, sbocca sulla via Risorgimento, la prendiamo verso destra, e, dopo un’ottantina di metri, prendiamo a sinistra la via Bingia Manna. La seguiamo e, dopo poco più di duecento metri, vediamo, alla destra della strada, il cancello di ingresso del Campo da Calcio Comunale di Urzulei. In questo campo, con fondo in terra battuta, che non è dotato di tribune, gioca la squadra della Polisportiva Urzulei calcio, che ha partecipato al campionato di calcio di Seconda Categoria, nel Girone F in Sardegna, durante la stagione 2015-16. Il Cimitero di UrzuleiPassata la deviazione nella via Bingia Manna, proseguiamo verso sud lungo la via Risorgimento, che, dopo meno di duecento metri, sbocca sulla SP56 che si dirige verso lotzorai. La prendiamo verso sinistra, ossia in direzione est, e, dopo un centinaio di metri, vediamo, alla destra della vecchia strada provinciale, l’ingresso in salita del Cimitero di Urzulei. Visita dei dintorni di UrzuleiVediamo ora che cosa si trova di più sigificativo nei dintorni dell’abitato che abbiamo appena descritto. Per quanto riguarda le principali ricerche archeologiche effettuate nei dintorni di Urzulei, sono stati portati alla luce i resti del Santuario ipogeico Sa Domu ‘e S’Orcu, grotta che sovrasta il paese; della Tombe di giganti di Campu ’e Sa Murta I, Campu ’e Sa Murta II, Ghenna ’e Seminadorgiu, S’Arena I, S’Arena II; del Nuraghe complesso Perdeballa; dei Nuraghe Ostunu, e Sa Paule, tutti di tipologia indefinita; del villaggio di Or Murales, che con oltre cento capanne è uno dei più grandi dell’Isola. La chiesa campestre di San Basilio Magno del villaggio scomparso di MannorryPassata la chiesa di San Giorgio, proseguiamo verso sud con la via San Girogio, che arriva a un bivio, dove prendendo verso sinistra si prende la SP56 che si dirige verso lotzorai, mentre prendiamo verso destra la SP37 ed usciamo dall’abitato in direzione di Talana. Percorsi circa tre chilometri e mezzo, si trovano sulla destra le indicazioni per il ristorante Sant’Anghelu. Le superiamo e proseguiamo per circa un centinaio di metri, e vediamo, alla sinistra della strada provinciale, la stretta strada che conduce alla chiesa campestre di San Basilio Magno che viene chiamata chiesa di Santu Asile ’e Mannorry, dato che sorge sul sito dell’antica chiesa di San Basilio, del borgo perduto di Mannorri. Si trattava di uno dei villaggi medievali a pochi chilometri da Urzulei, che aveva precentemente due Chiese, la chiesa di Sant’Angelo nell’area del vecchio centro urbano, e la chiesa di San Timoteo ossia Santu Tommeu che era situata nell’agro. Il villaggio di Mannorri è stato completamente distrutto nel 1776 da una strage che ne ha cancellato ogni traccia, per una vicenda misteriosa che racchiude faida e balentia, amore e tradimento. Secondo la leggenda, la causa sarebbe stata il bacio dato da un giovane pretendente a una ragazza, che usciva accompagnata dalla madre e da altre donne, in un giorno di festa, dalla chiesa di Sant’Angelo, che sorgeva nel vecchio centro urbano a monte dell’attuale strada provinciale, e della quale rimangono solo tracce delle fondamenta. Il fatto scatenò un violento litigio che assunse le proporzioni di un vero e proprio massacro, che portò gli abitanti a uccidersi da soli per gelosia, e per non aver loro ottenuto la mano della bella e giovane ragazza. Qui gli abitanti di Urzulei costruirono, qualche anno dopo, la piccola chiesa di San Basilio, la quale è stata negli ultimi anni ricostruita dalle fondamenta e consacrata nel 1969, dedicata a San Basilio Magno ed a Nostra Signora del Rosario. La chiesa si presenta con una semplice pianta rettangolare, caratteristica tipica delle Chiese campestri, con la struttura principale costruita e rivestita in pietre, un tetto a capanna con tegole sarde ed un piccolo campanile soprastante il portone d’entrata della chiesa. Presso questa chiesa, ogni anno si svolge, la terza domenica di giugno, la Festa di San Basilio Magno e di Nostra Signora del Rosario, con processione, cerimonie religiose e festeggiamenti civili. L’Ippodromo di su FenuUsciamo da Ursulei verso est con la SP37 che, dopo tre chilometri e mezzo, va ad immettersi sulla SS125 Orientale Sarda. La prendiamo a destra, in direzione sud verso Baunei, e, dopo cinquecento metri, subito dopo il cartello che indica il chilometro 174 della Strada Statale, nello splendido scenario naturale in località su Fenu, si trova l’Ippodromo di Urzulei, di proprietà del comune di Urzulei al quale è affidata la sua gestione, dotato di tribune in grado di ospitare 300 spettatori. Ogni anno, la penultima domenica di agosto, nel periodo dei festeggiamenti di San Giorgio, Quando si svolgono numerose cerimonie religiose e manifestazioni civili, presso l’Ippodromo di Urzulei, si svolge il Palio di su Fenu, una delle corse più attese dai fantini specializzati in questo tipo di corse piane. La corsa, come tutti i Palii sardi, si corre a pelo, ovvero senza la sella, e prevede la partecipazione delle categorie purosangue e cavalli sardi locali. La corsa è dedicata a Piergiorgio Arba, un giovane di Urzulei scomparso da numerosi anni, ed è considerata dagli addetti una delle più belle ed ambite. Al primo classificato l’Associazione su Fenu, nata nel 1982 per volere di un gruppo di giovani appassionati di cavalli, mette in Palio un alta somma del montepremi in denaro. Proseguendo verso est lungo la SS125 Orientale Sarda in direzione di Baunei, percorsi ancora quasi due chilometri, all’altezza del chilometro 172, si trova la deviazione sulla sinistra, che si dirige verso nord. Questa deviaziome porta, dopo un tratto in macchina, a proseguire in un lungo percorso a piedi, per raggiungere la Codula di Luna, che descriveremo più avanti. La casa Cantoniera di GiustizieriUsciamo da Ursulei verso est con la SP37 che, dopo tre chilometri e mezzo, va ad immettersi sulla SS125 Orientale Sarda. La prendiamo questa volta a sinistra, in direzione nord verso Dorgali, e, dopo appena un centinaio di metri, si vedono, alla sinistra della strada, i resti della Casa Cantoniera di Giustizieri. Otto anni fa, durante un giro in moto, a Simone Adiletta, un sardo che vive a Milano ma è innamorato della sua terra, è capitato di trovarla abitata da una famiglia di cavalli... Il comune scomparso di Siddie con la fontana di OrgosecoroProseguendo sulla SS125 Orientale Sarda, a circa due chilometri da dove eravamo arrivati con la SP37, in corrispondenza del chilometro 176.4, si trovano le indicazioni che fanno prendere, sulla destra, una strada bianca in salita che, dopo seicento metri, porta alla Fontana di Orgosecoro de Siddie nei pressi della quale era ubicato un altro paese scomparso, che era Siddie, la cui chiesa parrocchiale era dedicata a Sant’Elena ed a San Costantino, della quale esistono ancora i ruderi a pianta quadrangolare tipica delle Chiese bizantine. Attorno a questa chiesa vi si svolgeva, nel medioevo, la corsa dei cavalli sardi chiamata S’Ardia. Il paese di Siddie, nella carte piemontesi della prima metà del 1700, è registrato con il nome di Ussirie. Nel Santuario ipogeico Sa Domu ’e S’Orcu è stato rinvenuto il bronzetto chiamato la Madre dell’UccisoProseguendo sulla SS125 Orientale Sarda, all’altezza del chilometro 177.5, all’incrocio di Genna Cruxi, si svolta a sinistra e si prende la Strada che collega Genna Cruxi con Campu Oddeu, particolarmente suggestiva perché completamente addossata alla parete a strapiombo del monte Is Gruttas. Su questo monte, che sovrasta il paese, si trovano i resti del Santuario ipogeico Sa Domu ’e S’Orcu grotta che sovrasta il paese, nella quale sono stati rinvenuti, intorno alla metà degli anni venti del novecento, diversi bronzetti fra i quali il più significativo, raffigurante una madre col figlio in grembo, è stato denominato La Madre dell’Ucciso. Il figlio, seduto con le mani appoggiate sulle ginocchia ed i piedi sollevati, è vestito come gli adulti, con il pugnale e il berretto. Il bronzetto è stato interpretato come una pietà, ossia una madre che sostiene il figlio morto, oppure come la raffigurazione di due divinità, o ancora come rappresentazione di una madre che ringrazia la divinità perché il figlio ferito è tornato salvo dalla guerra. È attualmente conservato al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. I resti delle Tombe di giganti di S’ArenaSulla SS125 Orientale Sarda, all’altezza del chilometro 177.5, all’incrocio di Genna Cruxi, si svolta a sinistra e si prende la Strada che collega Genna Cruxi con Campu Oddeu, dopo due chilometri ed ottocento metri, arriviamo a un bivio, dove prendiamo a sinistra seguendo le indicazioni per Fennau e Televai. Si prosegue sino al termine della strada asfaltata, dopo un ponte, e si continua sulla strada sterrata oltrepassando un secondo ponte, subito dopo si svolta a destra, si oltrepassa un ponticello e, dopo cinque chilometri e settecento metri tra pascoli e boschi, si giunge al Sito archeologico di S’Arena, situato sulla destra, nei pressi di una stalla. Il sito archeologico comprende le due monumentali Tombe di giganti di S’Arena sepolture composte da un corpo tombale rivolto ad est, e dall’esedra. Edificate ad una quota di 1035 metri, hanno lunghezza quella più a nord di circa quindici metri e mezzo, e l’altra di tredici metri e mezzo. Le sepolture sono state costruite in tempi diversi e sono realizzate in massi di calcare locale, e raramente di granito. Entrambe le tombe si conservano in vericale per tre filari, e la pavimentazione delle camere funerarie è in buono stato di conservazione. Il sito archeologico, che è stato interessato da una campagna di scavo e restauro, appartiene a un più ampio complesso, che comprende anche il Nuraghe Perdeballa, che è situato non lontano, con relativo villaggio, ed una piccola grotta funeraria. I resti del Nuraghe complesso PerdeballaA tecentocinquanta metri di distanza dalle Tombe di giganti di S’Arena, a nord ovest,su un costone calcareo che degrada ripido nel solco del rio Flumineddu, si trovano i resti del Nuraghe Perdeballa edificato a 1030 metri di altezza in un’area estremamente brulla, con blocchi di calcare appena sbozzati, di grandi dimensioni che diminuiscono gradualmente nei filari più alti. Era un Nuraghe complesso che rientra nella tipologia dei Nuraghi di tipo misto, composto da alcuni ambienti costruiti a corridoio, ed altri con copertura a tholos. Del Nuraghe Perdeballa non rimangono che pochi ruderi, impostatisu un affioramento di roccia molto irregolare, il quale ha determinato la sua planimetria pseudotrapezoidale, con profili rettocurvilinei. Sullo sfondo della prima foto si vede il monte Novo San Giovanni, che si trova all’interno del territorio Comunale di Orgosolo e raggiunge i 1316 metri di altezza. È uno tra i monumenti naturali più paesaggistici dell’intera Sardegna, particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico per le sue guglie calcaree alte fino a 70 metri, che è facilmente raggiungibile attraverso un impervio sentiero, forse di origine preistorica. In località Sedda ar Baccas si trova il monumentale Tasso di Sa CarcaraSulla SS125 Orientale Sarda, all’altezza del chilometro 177.5, all’incrocio di Genna Cruxi, si svolta a sinistra e si prende la Strada che collega Genna Cruxi con Campu Oddeu, dopo due chilometri ed ottocento metri, arriviamo a un bivio, dove prendiamo a destra la strada sterrata chei si dirige verso nord in direzione di campos Bargios e Sedda ar Baccas. Percorsi circa dieci chilometri, raggiungiamo la località di Sedda ar Baccas, dove, nella zona pianeggiante del pianoro di Sa Carcara, alla distanza di circa ottanta metri a nord est dal Cuile Sedda ar Baccas, ai piedi un affioramento roccioso si trova un Monumentale albero di Tasso ossia Taxus Bacata, uno spettacolo della natura. Si tratta di un’imponente pianta femminile di altezza di circa 12 metri, e di un’età stimata intorno ai 500 anni, che presenta una bellissima chioma ampia e globosa. Nel 2001 il Ministero per i Beni e le attività Culturali ha dichiarato tale albero monumento naturale. Il passo Genna Silana con la frazione con la casa Cantoniera omonimiTorniamo sulla SS125 Orientale Sarda, proseguiamo verso nord in direzione di Dorgali. Passato l’incrocio di Genna Cruxi e percorsi ancora cinque chilometri e mezzo, all’altezza del chilometro 183, arriviamo nella frazione di Genna Silana (altezza metri 1017, distanza in linea d’aria 7.19 chilometri, non è disponibile il numero di abitanti), situata sul Passo di Genna Silana. Subito alla sinistra della strada statale si trova la Casa Cantoniera di Genna Silana un immobile di proprietà demaniale e gestiti dall’ANAS, caratterizzato dal tipico colore rosso pompeiano, situato in questa bella strada interna, con curve e tornanti, che fa salire fino al passo di Genna Silana, dopo di che inizia a scendere sempre attraverso un paesaggio suggestivo, ancora all’interno perché le coste con le belle cale che si alternano alle alte falesie sono raggiungibili solo via mare. Davanti alla casa Cantoniera si può lasciare l’auto o la moto, e di fronte ad essa parte, a destra rispetto alla strada statale, una stretta strada che porta all’Hotel e ristorante Garropu. Il Polo Multidisciplinare di UrzuleiLungo la strada che porta all’Hotel e ristorante Garropu, poco dopo averla imboccata, alla sinistra muove una strada bianca che porta all’ampio spazio riservato al parcheggio degli autoveicoli. Proseguendo dopo il parcheggio lungo la strada bianca, si raggiunge l’edificio nel quale ha la sua sede il Polo Multidisciplinare di Urzulei. All’interno di questo Polo Multidisciplinare, di proprietà del comune di Urzulei e gestito dalla società Caminantes, è ospitato l’Impianto per Arrampicata, nel quale si pratica come disciplina l’Arrampicata sportiva, e vi è ospitato, inoltre, l’Impianto Ciclabile, nel quale si praticano come discipline il Ciclismo e la Mountain bike,su un percorso di circa diciotto chilometri. Il Supramonte di Urzuleialla sinistra della SS125 Orientale Sarda, a nord rispetto alla frazione Genna Silana, ed alla sinistra rispetto alla prosecuzione della strada statale dopo la casa Cantoniera, si sviluppa il Supramonte di Urzulei che costituisce, insieme ai Supramonti di Orgosolo, Oliena, Dorgali, Baunei, un vasto altopiano costituito in prevalenza da calcari e dolomie, che risalgono all’era Mesozoica. Il Supramonte di Urzulei costituisce la parte più selvaggia di tutta la catena montuosa, e non è meno suggestivo di quello di Baunei, che abbiamo appena passato, nè di quello di Dorgali che incontreremo un poco più avanti. L’acqua, che con la sua forza si incunea tra le montagne, offre panorami suggestivi e contribuisce a rendere il territorio ricco di un’alta macchia verdeggiante, con arbusti cespugliosi e rari ginepri. La fauna è ricca di mufloni, cinghiali, martore e ghiri. La gola di su GorroppuDalla casa Cantoniera, subito dopo l’edificio, parte la strada che, in poco più di quattro chilometri, porta alla Gola di su Gorroppu chiamata anche su Gorrupu. Sono visibili segnaletica e pannelli con varie informazioni, oltre ad una statuina della Vergine contenuta in una teca su colonnina in pietra, che è stata edificata e dedicata nel 1961 dai Carabinieri di Genna Silana. La strada è percorribile fino a un certo punto in auto, per poi proseguire su sentiero pedonale fino alla gola di su Gorroppu. Si tratta di una profonda spaccatura, scavata nel corso dei millenni dalle acque del rio Flumineddu, proveniente dal lago Cedrino. Con la sua lunghezza di un chilometro e mezzo, una profondità che in alcuni punti arriva a circa 500 metri, e che sul fondo si restringe sino a raggiungere in alcuni punti la larghezza minima tra i quattro ed i cinque metri, è considerato il più profondo canyon d’Europa. È situata tra il Supramonte di Orgosolo e quello di Urzulei, ed infatti funge da confine fra i territori dei due comuni. Il suo fondo è ricoperto da grandi massi bianchi levigati. La si può raggiungere anche con un disagevole sentiero di trekking, dalla strada che porta ad Arbatax, ma per raggiungerla, solitamente, si parte da Dorgali. Usciti verso sud con la SS125 Orientale Sarda in direzione di Baunei, si prende, dopo circa un chilometro, la deviazione sulla destra verso la località Sant’Elene. Da qui si prosegue seguendo le indicazioni per il rifugio su Gorroppu, che si incontra in località S’Ortei. Si prosegue fino al parcheggio prima del ponte sul rio Flumineddu, e passato il ponte si prende un sentiero, che poi diventa bellissimo, ma difficile dati i grandi massi, che certe volte si devono superare quasi in arrampicata. Il percorso a piedi, di oltre due ore, porta all’interno della gola, nel fondo della quale nei periodi forte piovosità si vede scorrere il rio Flumineddu, con un andamento tortuoso, tra le alte pareti a strapiombo. Esistono cooperative che provvedono ad organizzare visite guidate, alle quali conviene rivolgersi. L’area faunistica di Sa PortiscraPassato il Passo di Genna Silana, proseguiamo verso nord in direzione di Dorgali sulla SS125 Orientale Sarda, e, dopo circa quattro chilometri, raggiunto il cartello segnaletico del chilometro 187, si trova il bivio di Genna ’e Petta, dove partono due deviazioni in strade bianche sulla destra, la seconda delle quali conduce, in quasi due chilometri e mezzo, al Centro Forestale Sa Portiscra, che si trova nel perimetro dell’Area faunistica di Sa Portiscra una zona selvaggia e remota del Supramonte di Urzulei, dove è possibile effettuare lunghi trekking e si trovano allo stato selvaggio cervi e mufloni. Nell’area faunistica di Sa Portiscra si trova il villaggio nuragico di Or MuralesDa qui parte un sentiero che, in poco più di quattrocento metri, porta al Villaggio nuragico di Or Murales che si trova ad una altitudine media di 760 metri, immerso in questo ambiente di suggestiva bellezza. Con oltre cento capanne, costruite con blocchi di calcare sul pendio e sugli ampi piani terrazzati, è uno dei più grandi dell’Isola, e rappresenta uno splendido esempio di abitato della tarda Età del Bronzo e della prima Età del Ferro nell’interno della Sardegna. Le strutture, prevalentemente di forma circolare e coperte da una fitta vegetazione, si dispongono per agglomerati, le insule, con l’ingresso su un cortile comune di disimpegno. Sono presenti anche alcune strutture più ampie, riconducibili a recinti per l’allevamento del bestiame. Le capanne conservano un alzato che può raggiungere anche i tre metri di altezza e, in alcuni casi, l’architrave dell’ingresso. Alcuni ambienti, danneggiati in passato da scavi illegali, hanno restituito frammenti di tegami con decorazioni impresse a pettine, ed olle a colletto con anse a gomito rovesciato. fra gli strumenti d’uso quotidiano si annoverano alcune macine di basalto con presa longitudinale, importate probabilmente dal vicino territorio di Baunei. L’impianto del villaggio è generalmente ancora leggibile e in ottima conservazione, è possibile lasciarsi trarre in suggestione dalle strette viuzze tra le capanne, immerse in un ambiente ancora selvaggio e primordiale. L’assenza di monumenti funerari induce ad ipotizzare che i defunti venissero tumulati nelle grotte scavate più a valle, nella Codula di Luna. La Codula di LunaA un paio di chilometri di distanza in linea d’aria, verso est, si trova la Codula di Luna La gola stretta e lunga lungo il fondo della quale scorre un torrente, che nasce nel vicino monte Oseli, a 984 metri di altezza, poi esce dal comune di Urzulei e proseguendo verso nord segna il confine tra i comuni di Baunei e Dorgali, e scorre fino alla lunga spiaggia di Cala Luna, in territorio di Dorgali. Si tratta di un torrente secco e sassoso in estate, dominato da alte e imponenti pareti calcaree, e che parte dalla zona di Teletottes, nel comune di Urzulei. Il torrente, a causa dei complessi fenomeni carsici che hanno interessato la zona, è stato poi in parte inghiottito nel sottosuolo. La Codula si sviluppa per chilometri incastonata in ripide pareti calcaree ricche di vegetazione e grotte, e può essere raggiunta da una stretta strada asfaltata che inizia al chilometro 172 della SS125 Orientale Sarda, che collega Dorgali con Baunei, dove si trova la deviazione sulla sinistra, che si dirige verso nord. Questa deviazione porta, dopo un tratto di più di sei chilometri in macchina, a proseguire in un lungo percorso a piedi una diecina di chilometri, lungo l’intera Codula di Luna. In territorio di Urzulei sotto la Codula di Luna si sviluppa la grotta più lunga d’ItaliaGli speleologi hanno scoperto sotto la Codula di Luna il Passaggio sotterraneo più lungo d’Italia che si sviluppa quasi interamente nel comune di Urzulei, la cui uscita si trova nella costa orientale della Sardegna, vicino a Dorgali, e fa parte del sistema di grotte litoranee tipiche della zona, dovuto al fenomeno carsico che unisce le caverne sotterranee. Questa nuova grotta misura esattamente settantasei chilometri, e congiunge su Palu, monte logos, Molente, ed il Bue Marino. Il sistema di Codula di Luna diventa la grotta più lunga d’Italia grazie alla congiunzione effettuata, l’ultimo tassello che mancava. La scoperta di questa incredibile grotta in Sardegna è avvenuta nel 2016, soltanto tre speleosub hanno percorso l’intero collegamento percorrendo lunghi e impegnativi tratti aerei e ulteriori sifoni in immersione. La differenza rispetto ad altre esplorazioni è stata fatta grazie a un passaggio alto, superato con un salto in corda di otto metri. Qui si sono trovati davanti al sifone ancora inesplorato, un breve tratto allagato, profondo due metri e lungo una decina. Dopo un tratto a piedi circa sessanta metri, si sono trovati di fronte un piccolo lago, molto profondo. Si trattava di una galleria sommersa. Qui uno speleosub della repubblica Ceca, pochi anni fa, aveva tentato di aprirsi un varco senza risultato. E’ arrivata così la comunicazione della scoperta e i numerosi ricercatori hanno festeggiato al campo esterno di Teletottes, nel comune di Urzulei. Da Urzulei verso la BarbagiaRipresa la SS125 Orientale Sarda, saliamo fino al Passo Genna Silana a 1017 metri, dopo di che la strada inizia a scendere sempre attraverso un paesaggio suggestivo, ancora all’interno perché le coste con le belle cale che si alternano alle alte falesie sono raggiungibili solo via mare. La strada ci porta in Provincia di Nuoro, e, ad una cinquantina di chilometri da Baunei, raggiungeremo Dorgali, il capoluogo turistico della Barbagia, che verrà descritto nella prossima tappa, dopo aver effettuato una breve una deviazione all’interno per visitare Talana. La prossima tappa del nostro viaggioNella prossima tappa del nostro viaggio, da Urzulei ci recheremo a Talana nota per le peculiarità genetiche della sua popolazione, che visiteremo con il suo centro dove si svolge la Sagra del prosciutto artigianale, ed i dintorni che ci porteranno fino alle soglie della Barbagia. |